Rapporto sullo Stato dell Ambiente dell Area Marina Protetta Secche di Tor Paterno

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1 Ente Regionale per la Gestione del Sistema delle Aree Naturali Protette nel Comune di Roma Rapporto sullo Stato dell Ambiente dell Area Marina Protetta Secche di Tor Paterno

2 Documento emesso da: RomaNatura Ente Regionale per la Gestione del Sistema delle Aree Naturali Protette nel Comune di Roma Villa Mazzanti, via Gomenizza Roma tel fax RomaNatura Redattori del Rapporto: Raggruppamento Temporaneo d Imprese: - CIRSA Centro Interdipartimentale di Ricerca per le Scienze Ambientali (Ravenna); - NIER Ingegneria S.p.A. (Bologna); - SERVIN Scarl (Ravenna). Responsabile del Progetto: Roberto Colzani (NIER Ingegneria) Impostazione e coordinamento della relazione: Paolo Giulio Albano (NIER Ingegneria) Ricerca dati ed elaborazione dei testi: Paolo Giulio Albano (NIER Ingegneria) Federica Focaccia (CIRSA) Gianni Giovannini (SERVIN) Alessandro Mulazzani (CIRSA) Alessandro Pazzi (SERVIN)

3 0. Sommario 0. Sommario 3 1. Introduzione Scopo del rapporto Metodologia 4 2. L Area Marina Protetta Secche di Tor Paterno Descrizione generale dell Area Marina Protetta L Ente Gestore RomaNatura Isituzione e finalità Attività svolte L ambiente marino La qualità delle acque dell area marina Biodiversità Le biocenosi Le biocenosi dei fondali: il benthos Biocenosi delle acque libere: il Necton e il plancton Pesca Navigazione Attività subacquee Attività antropiche costiere Popolazione residente Flussi turistici Infrastrutture e industria Porti Industrie Elettrodotti Acque marine Interventi per la tutela dell Area Primi interventi di tutela e istituzione dell Area Marina Protetta Regolamenti e disciplinari La Registrazione EMAS dell Ente Gestore Accordi e diffusione delle informazioni L attività di ricerca sull AMP Glossario Bibliografia 68

4 1. Introduzione 1.1 Scopo del rapporto RomaNatura, Ente Regionale per la Gestione del Sistema delle Aree Naturali Protette nel Comune di Roma, sta intraprendendo un percorso di adozione di un sistema di gestione ambientale per l Area Marina Protetta Secche di Tor Paterno. Nella fase iniziale del progetto, è stato necessario raccogliere una grande mole di informazioni al fine di descrivere e caratterizzare l ambiente protetto e le attività che producono impatti su di esso. Questa mole di informazioni viene condensata in un documento di Analisi Ambientale Iniziale dell Area Protetta, documento di base per la progettazione di un sistema di gestione ambientale in accordo al Regolamento della Comunità Europea EMAS (Environmental Management and Audit Scheme). L Analisi Ambientale è per sua natura un documento tecnico, ricco di approfondimenti normativi, e conseguentemente poco adatto alla diffusione al pubblico. Il Rapporto sullo Stato dell Ambiente si prefigge quindi l obiettivo di riformulare con un approccio diverso i contenuti dell Analisi Ambientale Iniziale, evitando appesantimenti tecnici e normativi, ma mantenendo il necessario rigore scientifico, al fine di fornire al pubblico un documento che illustri le caratteristiche dell ambiente protetto e delle attività che possono influenzarlo. 1.2 Metodologia Per la redazione di questo rapporto si è cercato di costruire un percorso parallelo tra il tradizionale approccio ai rapporti sullo stato dell ambiente secondo la metodologia DPSIR (Determinante- Pressione-Stato-Impatto-Risposta) e il processo di identificazione degli aspetti e impatti ambientali del Regolamento EMAS. Entrambi sono finalizzati a identificare e valutare cosa pone dei rischi per l ambiente da proteggere, come si manifesta il rischio, in che condizioni è l ambiente, quali impatti sono già in atto e cosa si sta facendo per ridurre gli impatti negativi. I risultati sono quindi condensati in paragrafi descrittivi e indicatori. Questi ultimi vogliono descrivere in maniera sintetica, esauriente e riproducibile (e quindi confrontabile nel tempo) tutti gli aspetti e impatti inerenti l area marina protetta. La scelta degli indicatori è stata fatta sulla base di quanto adottato in altri studi su argomenti analoghi 1, sulla base dei repertori APAT (Agenzia per la Protezione dell Ambiente e per i servizi Tecnici) e della European Environmental Agency, e soprattutto alla luce dei dati disponibili. 1 Sono stati presi come documenti di riferimento: Australia State of the Environment 2001 Coasts and oceans. Prepared by Australian State of the Enrivonment Committee The Mediterranean Sea blue oxygen-rich, nutrient-poor waters.. Prepared by European Environmental Agency, 2001 Europe s biodiversity Series State and pressures of the marine and coastal Mediterranean environment. Prepared by European Environmental Agency, 1999 M. Costantini, M. Spoto, G. Cid, 2003 Application of the WCPA-Marine/WWF Guidebook on Evaluating Effective Management in MPAs. Miramare, a demonstration case.

5 La definizione degli indicatori non è un lavoro concluso col presente rapporto. Nuove fonti di dati saranno prevedibilmente disponibili a breve termine e nella futura pubblicazione della Dichiarazione Ambientale, documento di diffusione al pubblico richiesto dal Regolamento EMAS che sarà redatto annualmente da RomaNatura, si vedrà il passaggio del testimone da un documento una tantum che descrive una situazione iniziale, ad un documento redatto e aggiornato periodicamente nel quale si vedrà il progresso nelle informazioni disponibili per la corretta descrizione dell ambiente protetto e del sistema di gestione ambientale. Indicatore Densità media dei fasci fogliari di Posidonia per metro quadrato Numero medio di foglie per fascio di Posidonia Lunghezza media delle foglie di Posidonia Pescatori sportivi autorizzati a pescare nell Area Marina Protetta Barche da pesca professionale iscritte alle marinerie dei comuni prospicienti l Area Marina Protetta Incidenti petroliferi nei dintorni dell AMP Privati autorizzati ad immergersi nell Area Marina Protetta Subacquei che si immergono nell Area Marina Protetta tramite i diving Popolazione residente nei comuni costieri prospicienti l AMP Indice Biotico Esteso (I.B.E.) alla foce del Fiume Tevere Balneabilità delle acque costiere prospicienti l Area Marina Protetta Qualità delle acque marine in prossimità dell AMP Numero di iscritti alla newsletter dell Area Marina Protetta Ore di formazione fornite da RomaNatura Numero di accessi al sito internet dell Area Marina Protetta Spesa destinata annualmente a studi e ricerche Tematica Ambiente marino benthos Ambiente marino benthos Ambiente marino benthos Tipo di indicatore (modello DPSIR) Stato Stato Stato Tipo di indicatore (Racc. CE 532/03) ECI ECI ECI Pesca Determinante OPI Pesca Determinante OPI Navigazione Determinante OPI Attività subacquee Determinante OPI Attività subacquee Determinante OPI Attività costiere Determinante OPI Attività costiere Pressione OPI Attività costiere Stato ECI Attività costiere Stato ECI Informazione al pubblico Risposta MPI Formazione Risposta MPI Informazione al pubblico Risposta MPI Ricerca scientifica Risposta MPI Tab. 1 Elenco degli indicatori definiti in questo Rapporto

6 Nella tabella sovrastante è dato l elenco degli indicatori che è stato possibile definire. Oltre alla sintetica descrizione dell indicatore e alla tematica a cui si riferisce, viene definita la tipologia dell indicatore, sia secondo il tradizionale modello DPSIR (Determinante-Pressione-Stato-Impatto- Risposta) sia attraverso la classificazione proposta dalla Comunità Europea per l applicazione ai sistemi di gestione ambientale conformi al Regolamento EMAS. Quest ultima classificazione suddivide gli indicatori in tre tipologie: - OPI (Operational Performance Indicators Indicatori di prestazioni operative): si concentrano sugli aspetti ambientali connessi con le attività, prodotti o servizi di un organizzazione; - MPI (Management Performance Indicators Indicatori di prestazioni di gestione): si concentrano sulle attività di gestione per fornire il supporto necessario alla riuscita della gestione ambientale; - ECI (Environmental Condition Indicators Indicatori della condizione ambientale): forniscono informazioni sulla qualità dell ambiente. Questo parallelismo, non previsto da alcuna norma o linea guida, è di particolare utilità nel caso di sistemi di gestione ambientale applicati ad organizzazioni che gestiscono territori (e non solo singoli siti) in quanto in questi casi l esigenza di descrivere l ambiente (e quindi di redigere un rapporto sullo stato dell ambiente) è pari a quella di gestirlo correttamente (tramite l adozione di un sistema di gestione ambientale).

7 2. L Area Marina Protetta Secche di Tor Paterno 2.1 Descrizione generale dell Area Marina Protetta L Area Marina Protetta (detta brevemente AMP) Secche di Tor Paterno è situata nel Mar Tirreno centrale circa 12 km al largo del litorale laziale, in corrispondenza di Torvaianica, frazione turisticobalneare del Comune di Pomezia (vedi Fig. 1) Fig. 1 Immagine inquadramento territoriale Non comprende tratti di costa né parti emerse; il perimetro è un rettangolo segnalato da quattro boe, corrispondenti ai punti aventi le seguenti coordinate:

8 Punto Latitudine Longitudine A 41 37'. 30 N 12 20'. 50 E B 41 36'. 00 N 12 21'. 90 E C 41 34'. 50 N 12 19'. 50 E D 41 35'. 80 N 12 18'. 00 E Tab. 2 Coordinate dei vertici che delimitano i confini dell Area Marina Protetta La superficie tutelata complessiva è pari a 1387 ettari. Non è prevista una zonazione dell area, cioè non sono previste zone diverse con differente grado di tutela; l area si configura quindi come un unica zona di riserva generale (zona B) dove sono consentite alcune attività di fruizione ritenute compatibili con la protezione e la salvaguardia degli ecosistemi e delle specie presenti. L ente gestore RomaNatura è responsabile della regolamentazione di tali attività. Domanda: Cosa significa zonazione? Risposta: Zonazione, o zonizzazione, significa suddivisione del territorio in zone. Nel caso delle aree protette questa suddivisione serve per differenziare il grado di tutela. Per le AMP la normativa di riferimento non specifica la tipologia di queste zone, però un po per analogia con le aree protette terrestri un po per prassi, il Ministero dell Ambiente utilizza per l istituzione delle AMP, queste tre zone: Zona A: riserva integrale, interdetta a tutte le attività che possano arrecare danno o disturbo all'ambiente marino. Zona B: riserva generale, dove sono consentite, spesso regolamentate e autorizzate dall'organismo di gestione, una serie di attività che, pur concedendo una fruizione ed uso sostenibile dell'ambiente influiscono con il minor impatto possibile. Zona C: riserva parziale, rappresenta la fascia tampone tra le zone di maggior valore naturalistico e i settori esterni all'area marina protetta Con il termine generico di secche si intendono rilievi che emergono dal fondale. Nel caso specifico delle Secche di Tor Paterno, si intende una sorta di catena montuosa composta da tre rilievi in sequenza: le secche di terra (le più vicine alla costa), le secche di mezzo e le secche di fuori (quelle più al largo); soltanto quelle di mezzo ricadono completamente dentro la zona tutelata, perché rappresentano la formazione rocciosa più interessante dell intera catena dal punto di vista naturalistico e anche quelle di maggior interesse per le attività di pesca. Le secche di mezzo hanno una forma oblunga orientata in senso NE-SO; presentano una profondità compresa tra i 19 e metri circa (vedi Fig. 2 e Fig. 3), e sono molto probabilmente costituite da affioramenti di rocce sedimentarie deformate di origine pleistocenica (fra e anni fa).

9 Fig. 2 Batimetria dell AMP Fig. 3 Rappresentazione tridimensionale della Secca

10 L area delle Secche si colloca nella regione climatica mediterranea, caratterizzata principalmente da un accentuato contrasto tra l estate calda e molto arida (i periodi di siccità estiva possono durare dai due ai quattro mesi o più) e la stagione autunno-invernale piovosa con temperature relativamente moderate. Più precisamente, il clima della zona può essere meglio definito come clima di attenuato mediterraneismo (Bullini L., Pignatti S., Virzo De Santo A., 1998), vale a dire un clima più umido, con valori medi di precipitazione più elevati e con periodi di aridità estiva più brevi rispetto a quello tipico mediterraneo. Di seguito vengono riportati i valori delle principali caratteristiche climatiche della zona cioè la temperatura, le precipitazioni, l umidità relativa e i venti. I valori riportati sono delle medie calcolate partendo dai dati misurati nell arco di 30 anni (dal 1961 al 1990) a Pratica di mare (Roma), ma possono essere considerati validi anche per la zona delle Secche, vista la vicinanza. Le temperature massime oscillano tra i 13 C registrati nei mesi di gennaio e febbraio e i 28 C di luglio e agosto; il range delle temperature minime è compreso tra i 4 C di gennaio e i 18 C di agosto. Per quanto riguarda le precipitazioni, i mesi mediamente più piovosi sono ottobre, novembre e dicembre, che presentano rispettivamente 121, 119 e 107 mm di acqua caduta al suolo. I valori medi più bassi di precipitazione si rilevano nei mesi estivi, con un minimo a luglio di 11 mm; nel resto dell anno i valori si attestano tra i 37 mm (maggio) e gli 81 mm (febbraio). I venti soffiano prevalentemente da ovest, ad una velocità di 8,5 nodi. Nella Fig. 4 è riportata la rosa dei venti annuale costruita sui dati triorari rilevati nella Stazione di Pratica di Mare nel periodo (Noli et al, 1996). Fig. 4 Rosa annuale dei venti costruita sui dati triorari rilevati nella Stazione A.M. n. 245 (Pratica di Mare) nel periodo (da Noli et al, 1996).

11 Fig. 5 Distribuzione direzionale del moto ondoso rilevata nella stazione ondametrica costiera di Lido di Ostia dal 01/01/1990 al 31/12/1991; Hs = altezza d onda significativa (da Noli et al, 1996 modificato) Le onde che interessano l AMP hanno una direzione media di provenienza variabile tra sud e ovest o più precisamente dal settore della rosa dei venti compreso tra i 135 ed i 285 (vedi Fig. 5). Nel Tirreno centrale, dove ricade l AMP, le masse d acqua che si trovano ad una profondità superiore ai 20 metri presentano un moto prevalentemente parallelo alla linea di costa diretto verso Nord-Ovest, con una velocità, in assenza di vento, di circa 0,03 m/s dovuta a gradienti di densità. Anche le correnti di superficie hanno una direzione predominante verso Nord-Ovest, ma con velocità dell ordine dei 0,10 m/s. Il moto degli strati d acqua più superficiali può comunque discostarsi notevolmente da questi valori di direzione e velocità per effetto del vento, degli apporti fluviali (soprattutto del Tevere) o di differenze di riscaldamento solare come è stato ampiamente dimostrato dall analisi combinata di dati provenienti da una serie di campagne idrologiche 2, da misurazioni correntometriche 3 e da immagini satellitari (F. Bignami, et al., 1996). 2.2 L Ente Gestore RomaNatura Isituzione e finalità La gestione dell Area Marina Protetta Secche di Tor Paterno è affidata a RomaNatura, ente pubblico istituito con legge della Regione Lazio n. 29 del 1997 Norme in materia di aree naturali 2 Le campagne idrologiche in questione sono state svolte con le Navi Oceanografiche del CNR nel febbraio-marzo 1988, novembre-dicembre 1988, marzo 1989, luglio 1989, settembre 1989 ed hanno interessato le acque prospicienti la regione Lazio. 3 Misure di correntometria effettuate nel Golfo di Gaeta dall ENEA-CNR (maggio-giugno 1981 e novembre 1982) e davanti a Civitavecchia dall ENEL (aprile-maggio 1978).

12 protette regionali ; RomaNatura è responsabile di un sistema di aree naturali protette molto vasto, che comprende tutte quelle ricadenti dentro al territorio del Comune di Roma. Domanda: Quante aree protette gestisce RomaNatura? Risposta: Complessivamente, su un territorio che ha una estensione totale di oltre ettari, rientrano nella competenza dell Ente 14 aree protette di diversa tipologia: 9 Riserve Naturali, 2 Parchi Regionali, 2 Monumenti Naturali, 1 Area Marina Protetta (vedi Fig. 6) Fig. 6 Sistema delle aree protette gestite da RomaNatura La sede di Romanatura è Villa Mazzanti, un edificio storico situato a Monte Mario; oltre a questa sede centrale, l ente si è dotato di sedi distaccate recuperando diversi edifici di importanza storicoambientale situati all interno delle aree protette; queste Case del Parco fungono da centri visite e forniscono servizi al visitatore, garantendo inoltre un presidio costante del territorio. Domanda: Anche l Area Marina Protetta Secche di Tor Paterno, pur non avendo parti sulla terraferma, ha una Casa del Parco?

13 Risposta: Sì, anche l AMP è dotata di un Centro visite, che però nel caso specifico sarà una Casa del mare. Si trova a Lido di Ostia ed è al momento in fase di ristrutturazione. Sarà punto di accoglienza dei visitatori, spazio espositivo, sede di attività didattiche, convegnistiche e di ricerca; un vero e proprio centro polifunzionale Attività svolte Nell art. 3 della stessa legge regionale 29/97 sono elencati gli obiettivi di gestione di RomaNatura: a) la tutela, il recupero e il restauro degli habitat naturali e dei paesaggi, nonchè la loro valorizzazione; b) la conservazione di specie animali e vegetali, di singolarità geologiche, di formazioni paleontologiche e di ambienti naturali che abbiano rilevante valore naturalistico ed ambientale; c) l'applicazione di metodi di gestione e di restauro ambientale allo scopo di favorire l'integrazione tra uomo ed ambiente anche mediante la salvaguardia dei valori antropologici, archeologici, storici e architettonici e delle attività agro-silvo-pastorali e tradizionali; d) la promozione di attività di educazione, formazione e ricerca scientifica, anche interdisciplinare, nonchè di attività ricreative compatibili; e) la difesa degli equilibri idraulici ed idrogeologici; f) la valorizzazione delle risorse umane attraverso misure integrate che sviluppino la valenza economica, educativa delle aree protette. Le attività che RomaNatura svolge per perseguire questi obiettivi sono improntate su due principali linee di azione: la tutela del patrimonio naturalistico e il miglioramento della fruibilità delle zone tutelate. Per quanto riguarda il primo aspetto, cioè la gestione e la protezione del patrimonio naturalistico e paesaggistico, l Ente si occupa di: pianificazione attraverso la stesura, per ciscuna area protetta facente parte del sistema, dei Piani di assetto e dei regolamenti; vigilanza sul territorio e controllo del rispetto dei regolamenti attraverso l attività di sorveglianza dei Guardiaparco; rilascio di autorizzazioni e pareri relativi ad interventi da realizzare all interno del territorio di sua pertinenza. Per quanto riguarda la promozione delle aree protette e il miglioramento della fruibilità da parte dei visitatori, molteplici sono le azioni messe in atto da RomaNatura, che opera in stretta connessione con l ARP (Agenzia Regionale per i Parchi): educazione ambientale, prevalentemente rivolta alle scuole, attraverso progetti come le fattorie didattiche informazione e divulgazione della conoscenza del patrimonio ambientale del territorio, attraverso eventi promozionali, pubblicazioni, allestimento e cura della sentieristica e, non meno importante, la realizzazione e la gestione del sito, grazie al quale i visitatori possono non solo conoscere RomaNatura e il suo sistema di aree protette ma anche essere costantemente aggiornati in tempo reale sulle iniziative proposte.

14 3. L ambiente marino 3.1 La qualità delle acque dell area marina Nell area in oggetto non sono finora state eseguite campagne oceanografiche o monitoraggi mirati a conoscere la qualità delle acque dell AMP. Anche le informazioni acquisite attraverso il monitoraggio delle acque costiere effettuato su scala nazionale dal Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio non è utile per la descrizione dello stato di qualità delle acque dell area protetta in quanto prevede il prelievo dei campioni ad una distanza non superiore ai 3 chilometri dalla costa, mentre come già riportato l AMP delle secche di Tor Paterno si trova ad una distanza compresa tra i 7 ed gli 11 chilometri circa. Le informazioni acquisite durante tali monitoraggi permettono comunque di caratterizzare la qualità delle acque costiere che, in condizioni particolari, possono raggiungere l area protetta. La qualità di tali acque è determinata fondamentalmente dalla qualità degli apporti idrici che provengono dal Tevere che, anche se solo saltuariamente, possono interessare il tratto di mare interessato dall AMP. La Fig. 7 mostra infatti come, a seguito di piogge intense, le acque ricche di sedimenti in sospensione possano lambire l area protetta. Fig. 7 Pennacchio del fiume Tevere che lambisce la parte settentrionale dell AMP (evidenziata in arancione) in un immagine satellitare acquisita con il Medium Resolution Imaging Spectrometer (MERIS) il 6 ottobre 2003 (da foto ESA, particolare) La qualità della acque costiere è stata descritta in dettaglio nel capitolo 7.4 e ad esso si rimanda per ulteriori approfondimenti. In questo contesto sarà sufficiente ricordare che nel triennio le acque costiere del Lazio, ed in particolare quelle della fascia costiera interessata dal fiume Tevere sono risultate essere in uno stato mediocre, tipico di acque molto produttive (cfr. D.Lgs. 152/99), ovvero di acque ricche di nutrienti (azoto e fosforo) utilizzabili dalle alghe planctoniche. È utile sottolineare che la carenza di informazioni sulla qualità delle acque acquisite direttamente in situ non è da considerarsi una carenza conoscitiva sullo stato generale di salute dell AMP; infatti, per tale finalità, sono molto più importanti le indagini sui sedimenti e soprattutto sullo stato di salute degli organismi che vivono sul fondo, poiché questi, al contrario dell acqua, conservano per mesi, talvolta per anni, la memoria di tutte sostanze con cui sono venute a contatto e registrano gli effetti cumulativi di tali sostanze.

15 3.2 Biodiversità L AMP è caratterizzata da un alta biodiversità, dovuta alla varietà degli habitat in essa presenti. Da un lato infatti il fondo marino dell area protetta è costituito dall accumulo dei sedimenti di origine terrestre, provenienti prevalentemente dal fiume Tevere; dall altro vi si trova l affioramento roccioso che costituisce il cuore dall AMP. Di conseguenza, al primo habitat, ricco in organismi marini ma estremamente comune lungo tutte le piattaforme continentali si affianca un habitat roccioso, indispensabile per lo sviluppo di una ricca e variegata comunità di organismi che non sopravvivrebbero infatti nei fondali adiacenti. Tra tali organismi, generalmente più rari di quelli che vivono sui fondali sedimentari, si trovano anche quelli più interessanti da un punto di vista estetico, come le gorgonie e altri invertebrati caratterizzati da forme e colori stravaganti. Sulla secca è presente inoltre anche la posidonia, una pianta marina protetta di fondamentale importanza ecologica nel mare mediterraneo. Dagli studi che sono stati effettuati finora nell area sono state identificate nell area protetta circa 700 specie appartenenti al regno animale. Tale numero è comunque una sottostima delle specie che vivono nell area ed è sicuramente destinato ad aumentare con l acquisizione di nuove informazioni e con lo studio delle alghe, finora trascurate. Molte sono le specie protette che vivono nell area. Alcune sono note, come l aragosta, la cicala di mare, il cavalluccio marino, l ombrina e la posidonia; altre sono meno note, come alcune cipree (molluschi gasteropodi). Alcune specie frequentano l AMP solo saltuariamente, come i tursiopi. L elenco completo delle specie protette finora rilevate nell AMP è riportato nella Tabella 3. Tale elenco è da ritenersi del tutto preliminare e potrebbe allungarsi a seguito di ulteriori ricerche che saranno condotte nell area. Nell area non sono finora state rinvenute specie non indigene, ovvero specie provenienti da altri mari, che potrebbero diffondersi in maniera invasiva a discapito delle specie autoctone.

16 Trattati o leggi che prevedono la protezione delle specie Piante Nome scientifico Nome comune All. II da ASPIM All. III da ASPIM Posidonia oceanica Posidonia Cnidari Gerardia savaglia Falso corallo nero Molluschi Erosaria spurca Luria lurida Ciprea Schilderia achatidea Tonna galea Doglio Charonia lampas Tritone Mitra zonata Lithophaga lithophaga Dattero di mare Pinna nobilis Crostacei Pinna nobile o gnacchera Palinurus elephas Aragosta Scyllarus arctus Cicala di mare Pesci Hippocampus hippocampus Cavalluccio marino Umbrina cirrosa Ombrina Xiphias gladius Pesce spada Mammiferi Tursiops truncatus Tursiope Tab. 3 Specie protette ad oggi individuate nell area marina delle secche di Tor Paterno. BERNA All. 1 BERNA All.2 BERNA All.3 CITES All. A CITES All. D HABITAT All. 2 HABITAT All. 4 L. 157/92

17 Domanda: Cosa vogliono dire i diversi protocolli di protezione delle specie? Risposta: ASPIM: Convenzione di Barcellona sulla protezione del Mediterraneo e relativi protocolli, ratificata con legge 27 maggio 1999, n Il cosiddetto protocollo ASPIM (Protocollo relativo alle Zone Particolarmente Protette e alla Diversità Biologica del Mediterraneo) contiene fra gli altri l allegato II (Lista delle specie in pericolo o minacciate) e l allegato III (Lista delle specie di cui è regolamentato lo sfruttamento). BERNA: Convenzione di Berna sulla conservazione della vita selvatica e dell ambiente naturale in Europa, ratificata con legge 5 agosto 1981, n.503. La convenzione contiene, tra gli altri, l allegato I (Specie di flora rigorosamente protette), l allegato II (Specie di fauna rigorosamente protette) e l allegato III (Specie protette). CITES: Convenzione di Washington sul commercio internazionale delle specie animali e vegetali in via di estinzione; la sua applicazione nell Unione Europea è regolamentata dal Regolamento CE n. 2724/2000 della Commissione del 30 novembre 2000 che modifica il regolamento (CE) n. 338/97 del Consiglio relativo alla protezione di specie della flora e fauna selvatiche mediante il controllo del loro commercio. I regolamenti includono l Allegato A (specie selvatiche interdette al commercio perché considerate a grave rischio di estinzione - vedi Appendice I della Convenzione); l Allegato B (specie selvatiche il cui prelievo in natura può portare alla minaccia di estinzione e per le quali è regolamentato lo sfruttamento commerciale con l'emissione di autorizzazioni e certificati - vedi Appendice II della Convenzione) e l allegato D (specie di fauna e flora non protetta il cui commercio viene monitorato a causa dell'eccessivo prelievo in natura). HABITAT: Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche. La direttiva contiene, tra gli altri, l allegato II (Specie animali e vegetali d interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di zone speciali di conservazione), l allegato IV (Specie animali e vegetali di interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa). L. 157/92: Legge 11 febbraio 1992, n. 157, Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio. 3.3 Le biocenosi Gli animali e le piante che vivono nell ambiente marino e le loro associazioni sono generalmente raggruppati secondo tre grandi domini: plancton, benthos e necton. In tali raggruppamenti saranno qui descritti gli organismi e le comunità di organismi che popolano l AMP della secca di Tor Paterno. Non rientrano nei tre comparti sopra citati gli uccelli marini, sui quali però le informazioni sono molto scarse: si sa solamente che sono state avvistate alcune rare specie di uccelli marini come le sule e i labbi ( Domanda: Cosa vuol dire plancton, benthos e necton? Risposta: Il Benthos è costituito dagli organismi che vivono sul fondo marino, nel sedimento, mobili o fissi e che comunque conducono una vita strettamente relazionata con il fondo. Il Plancton è costituito dagli organismi che vivono in sospensione nella colonna d acqua, il cui movimento attivo, generalmente limitato, non può equilibrare lo spostamento passivo causato dalle correnti. Il Necton è formato invece dagli organismi che vivono nella colonna d acqua, il cui movimento attivo gli permette di contrastare le correnti.

18 3.3.1 Le biocenosi dei fondali: il benthos Il benthos costituisce sicuramente la componente ecosistemica di maggior interesse per l AMP, ed è anche quella che finora è stata meglio studiata. L habitat bentonico, o dominio bentonico, viene suddiviso in due sistemi, in base al principale fattore che limita la crescita della componente vegetale delle biocenosi: il sistema fitale ed il sistema afitale. Il sistema fitale occupa il fondo marino fino al punto in cui le alghe riescono a fotosintetizzare producendo ossigeno mentre il sistema afitale inizia dove ha termine il sistema fitale e raggiunge le massime profondità. I piani nel sistema fitale sono cinque, partendo dalla superficie (vedi Fig. 8): - Adlitorale; - Sopralitorale; - Mesolitorale; - Infralitorale; - Circalitorale. Nell AMP, che non include parti di fondale emerse o comunque al di sopra dei 20 metri di profondità, sono presenti solamente due piani del dominio bentonico: - il piano infralitorale 4, che si estende dal limite della bassa marea fino alla massima profondità raggiunta dalle specie vegetali amanti della luce (o fotofile ), che è di circa -30 m nel Tirreno centrale; - il piano circalitorale 5, caratterizzato da specie vegetali che vivono in zone con poca luce ( sciafile ), che arriva fino alla profondità di circa 150 m. Le biocenosi bentoniche presenti nell AMP verranno di seguito descritte raggruppandole in base alla natura del fondale, che nel nostro caso possono essere di substrato duro o costituiti da sedimento sciolto (il cosiddetto fondo mobile ). 4 Il piano infralitorale è limitato superiormente dal livello occupato da specie vegetali che non possono sopportare emersioni prolungate. Il suo livello inferiore corrisponde alla profondità di compensazione delle Angiosperme (es. posidonia) e delle alghe fotofile. Questa profondità dipende dalla penetrazione della luce che è strettamente legata alla torbidità delle acque. In Mediterraneo questo piano si estende oltre i 35 metri di profondità circa nel bacino occidentale e leggermente più in profondità in quello orientale. Il piano infralitorale può essere diviso in due sottopiani: sottopiano superiore e sottopiano inferiore; tale diversificazione in sottopiani oltre che dalla luminosità può essere determinata dalla zonazione idrodinamica e dagli alotermoclini. 5 Il piano circalitorale si estende al di sotto del limite inferiore dell'infralitorale spingendosi fino alla profondità massima alla quale le alghe pluricellulari possono esplicare la fotosintesi. Il circalitorale in Mediterraneo, su substrato roccioso, è condizionato da una intensità luminosa compresa tra 0,9% e 0,01% di quella della superficie. La temperatura oscilla tra 18 C e 13,5 C. Il limite inferiore del manto vegetale generalmente si interrompe tra 120 e 150 metri di profondità. In questo piano è più abbondante la componente animale rispetto a quella vegetale. Il sottopiano superiore del piano circalitorale, nel quale si riscontra una vegetazione stratificata, finisce mediamente intorno a 80 metri di profondità. (

19 Fig. 8 Schema dell'ambiente marino con le divisioni in piani del domino bentonico (da Ghirardelli, 1981, ridisegnato) Il benthos dei fondali duri Circa un quinto dell area marina protetta è interessato dalla presenza di substrato duro, costituito dalla secca di mezzo. La secca, come già menzionato, presenta una profondità variabile tra i 20 ed i 50 metri ed è interessata dalla presenza del piano infralitorale e del piano circalitorale. La biocenosi principale che si sviluppa sulla secca, è quella del cosiddetto Coralligeno, biocenosi generalmente tipica del circalitorale, alla quale si associa localmente la biocenosi delle praterie della Posidonia oceanica, ove la quantità di radiazione solare e le caratteristiche del substrato lo permettono (nel nostro caso al di sopra dei 30 m di profondità). Chi per primo ha indagato la biologia della secca (Ministero della marina Mercantile, 1993) ha individuato tre tipologie di biocenosi, che ha denominato: - Mosaico di Posidonia oceanica su fondi duri o mobili o matte, roccia (prevalentemente Coralligeno) e matte morta; - Fondi rocciosi con Coralligeno spesso infangato; - Coralligeno con facies a Paramuricea clavata. La localizzazione di tali biocenosi è riportata nella Fig. 10. In tale carta l indicazione di una determinata classe non indica la presenza esclusiva di una singola biocenosi ma la sua dominanza percentuale rispetto alle categorie osservate: presenze frammentarie di piccole zone sabbiose o rocciose non sono infatti evidenziate a causa della scala della carta, che ha un livello di dettaglio molto basso. Le tre biocenosi sono comunque riconducibili alle due biocenosi principali citate: quella della posidonia (presente a macchia di leopardo nel mosaico di posidonia e a quella del coralligeno, presente nelle altre due classi. Una terza biocenosi presente nell area e quella delle alghe fotofile che si sviluppa nelle aree più illuminate del piano infralitorale ove non si sviluppa la posidonia. Tale biocenosi non è però stata descritta negli studi finora eseguiti nell AMP. Si osservi che una caratteristica della secca di Tor Paterno è che la biocenosi del coralligeno presente è associata a formazioni tipiche del piano infralitorale, ovvero da zone dove si sviluppano la posidonia o le alghe amanti della luce (alghe fotofile) e che in generale le biocenosi citate sono molto mescolate tra loro, a differenza di altri siti dove si osserva una più netta zonazione delle biocenosi in funzione della profondità. La

20 Fig. 9 mostra una rappresentazione schematica del paesaggio sommerso della secca tra i 20 ed i 35 metri di profondità. Fig. 9 Rappresentazione schematica di una sezione della secca, ove è evidenziata la distribuzione dei principali organismi che caratterizzano il paesaggio sommerso. Oltre i 35 metri di profondità circa il substrato roccioso inizia ad essere ricoperto da sedimento più o meno fine. Fig. 10 Carta delle biocenosi bentoniche di fondo duro elaborata nell ambito dello studio eseguito nel 1993 (da Ministero della Marina Mercantile 1993, ridisegnato).

21 La biocenosi del Coralligeno Fig. 11 I fondali rocciosi della Secca di Tor Paterno: sono visibili numerosi esemplari di gorgonia La biocenosi del coralligeno è una biocenosi tipica del Mediterraneo che si sviluppa generalmente nel piano circalitorale, ovvero in condizioni di scarsa illuminazione, a partire generalmente dal limite inferiore di crescita della posidonia, ad una profondità che dipende dalla trasparenza dell acqua. In acque relativamente torbide, come nel caso della secca di Tor Paterno, i banchi di coralligeno sono presenti già a profondità comprese tra i 18 e i 40 m. Il coralligeno è caratterizzato dalla presenza di alghe cosidette sciafile, amanti dell ombra. Le più caratteristiche sono le Corallinacee, alghe rosse calcaree incrostanti, che, grazie ai loro pigmenti fotosintetici altamente specializzati, sono in grado di sfruttare al meglio la radiazione solare fortemente attenuata. Vivono in questa biocenosi anche alghe non incrostanti, come le Peyssonnellie o le Cystoseire e altre alghe che si vivono anche nelle biocenosi dei piani bentonici superiori. Le alghe calcaree svolgono un ruolo molto importante, essendo in grado di formare biocostruzioni di notevole estensione che a loro volta fungono da substrato per altri organismi. Le alghe infatti, sebbene svolgano un ruolo fondamentale per questa biocenosi, non costituiscono la componente principale: dominano infatti nel paesaggio sommerso alcuni invertebrati sessili, ovvero legati in maniera permanente al fondo, come le gorgonie, numerosissime nelle secca di Tor Paterno, gli alcionari, i briozoi, le spugne, alcuni vermi marini sedentari, ecc. Questi animali, ed in particolare alcune spugne e dei molluschi e vermi marini, sono in grado di formare biocostruzioni. Tale attività di costruzione è bilanciata da quella distruttiva, effettuata da organismi perforanti, come altre spugne o alcuni molluschi (ad esempio il dattero di mare, una specie protetta presente nella secca). Il fondale coralligeno è pertanto caratterizzato da un intrico di organismi sedentari che formano un numero illimitato di fessure ove si nascondono, o tendono agguati tanti piccoli organismi mobili, in grado di strisciare, camminare o nuotare.

22 In questo ambiente trovano infatti un habitat ideale i vermi marini predatori, i crostacei, piccoli pesci, ecc. Nei riquadri di riportati in questo paragrafo sono visibili alcune delle specie più diffuse o più particolari che fanno parte della biocenosi del coralligeno della secca di Tor Paterno. Gorgonie rosse Sono animali coloniali, parenti stretti del più famoso corallo rosso; a differenza di questo presentano però uno scheletro corneo e quindi flessibile. Possono raggiungere dimensioni anche relativamente grandi ed hanno colorazione e portamento diversi a seconda della specie: le più grandi e colorate sono le Paramuricee, rosse e, talvolta, gialle, che si trovano sulle pareti verticali in presenza delle correnti che forniscono loro il cibo necessario. Nell'Area delle Secche si trovano frequentemente a partire dai 25 metri di profondità. Le colonie giungono ad oltre mezzo metro d'altezza. Eunicelle Si tratta di altre gorgonie molto diffuse nella secca di Tor Paterno. Come le Paramuricacee formano delle colonie arborescenti di colore giallo, nel caso di Eunicella cavolinii, o bianco in Eunicella singularis. Eunicella singularis contiene delle alghe che vivono in simbiosi con i polipi che formano la colonia, ed è più fotofila della Eunicella cavolinii. Gerardia savaglia Questo esacorallo, parente delle attinie, è anche noto come falso "corallo nero" (non ha nessun valore commerciale). Le sue colonie, di un tenue colore giallo, si fissano spesso sugli scheletri di altre gorgonie, sia morte che vive. E' una delle specie più rare presenti sulle Secche di Tor Paterno, ed è protetta dalle Convenzioni di Berna e di Barcellona. Può raggiungere i due metri di altezza.

23 Alcionari Coralli molli, molto frequenti e di grandi dimensioni nei mari tropicali, nel Mediterraneo sono relativamente rari e piuttosto piccoli. Sono organismi coloniali strettamente imparentati con il corallo e con le gorgonie, ma privi di scheletro rigido. Nell'Area Marina Protetta sono presenti con due specie del genere Alcyonium. Cerianthus Questo animale è piuttosto insolito. Si tratta di uno cnidario, dunque parente dei coralli, ma, al contrario di questi, non è coloniale e non è dotato di uno scheletro rigido. Come le sue parenti più prossime, le attinie di mare, è dotato di un gran numero di tentacoli urticanti con i quali cattura le minuscole prede che fanno parte della sua dieta. Vive, stanziale, all'interno di tubi morbidi che costruisce da sé, attaccati al substrato o nascosti dalle rocce, ed all'interno dei quali si rifugia velocemente se disturbato. Di colore assai vario, dal nero al bianco al giallo, il corpo può essere lungo fino a 35 centimetri. Trina di mare (Sertella sp.) Questa delicatissima e fragile rete è una colonia formata da migliaia di casette in carbonato di calcio appartenenti a minuscoli individui che appartengono al phylum dei briozoi. Benché solo apparentemente simili ai coralli, anche a causa della corona di tentacoli con la quale catturano l'alimento, sono organismi assai più complessi e posti molto più in alto nella scala evolutiva. Non amano la luce e si incontrano generalmente solo oltre i 20 metri di profondità.

24 Pentapora fascialis Si tratta di un briozoo. Costruisce una colonia di forma variabile, costituita da rami appiattiti, che nella loro parte superiore ricordano le corna degli alci. La colonia può raggiungere i cm di altezza. In vita questo briozoo presenta una colorazione rosa-arancione intenso, che scompare però quando l animale muore. Questo briozoo è stato finora rilevato nella secca a profondità variabili tra i 21 ed i 37 metri. Tale specie è stata utilizzata con successo quale indicatore dell impatto delle attività subacquee nell AMP delle Isole Medas, in Catalogna (Garrabou et al, 1998). Clavelina Queste diafane creature sono Ascidie ed appartengono al Phylum Tunicata, lontani antenati dei vertebrati. In questo caso gli animali sono individui solitari che vivono in una "guaina" trasparente (la "tunica" che dà il nome al gruppo), fissa al substrato. In altre specie la tunica può essere piuttosto coriacea e di un bel colore rosso, oppure gli individui, molto piccoli, sono raggruppati in colonie fittissime. Parazoanthus axinellae Questo antozoo, caratterizzato da un colore giallo intenso o aranciato, cresce sia sul substrato roccioso sia su altri organismi, quali spugne, gorgonie e ascidie; preferisce l entrata di grotte o su pareti poco illuminate, sempre in presenza di correnti. In condizioni favorevoli può ricoprire molti decimetri quadrati.

25 Dattero di mare (Lithophaga lithophaga) Conchiglia relativamente grande, di forma allungata, dalla caratteristica forma di dattero, da cui il nome. Le due estremità sono arrotondate e la superficie presenta tenui striature concentriche. La conchiglia è bianca, ma il periostraco (lo strato organico esterno che ricopre la conchiglia) è di un bruno caratteristico. Vive sotto la zona di marea fino ad una profondità di 30 metri, con una densità massimale nei primi metri. Si infossa nella pietra fino a 20 cm di profondità ( litofaga significa che mangia la pietra ) e rappresenta uno dei principali componenti dell endolithion, una comunità bentonica di animali perforatori, sciafili (che evitano la luce) e sessili (fissati al substrato). Colonizza esclusivamente le rocce calcaree e prospera principalmente su substrati vergini (è una specie pioniera) e dentro le cavità lasciate da esemplari morti o staccatisi. Le rocce calcaree sono perforate grazie a delle sostanza acide secrete da ghiandole specializzate. Nudibranchi E' un gruppo molto vario e variopinto di molluschi privi di conchiglia, di piccole dimensioni e generalmente contraddistinti da colori molto intensi. Vivono sugli organismi di cui si nutrono, generalmente celenterati idrozoi e spugne. Sui fondali delle Secche è facile incontrare, a patto di guardare bene, parecchie specie, tra le quali quelle appartenenti ai generi Flabellina, Peltodoris o Tritonia. La spirale azzurra visibile nella foto è formata dalle uova di nudibranco.

26 Aragosta (Palinurus elephas) E' un crostaceo le cui dimensioni possono giungere fino a 50 cm di lunghezza (antenne escluse), che vive generalmente in tane rocciose. Si incontra abbastanza comunemente sulle Secche di Tor Paterno. A rischio a causa della pesca cui viene sottoposta per la prelibatezza delle sue carni. La specie è protetta dalle Convenzioni di Berna e di Barcellona. L area delle Secche è inoltre la località tipica di una nuova specie di conchiglia, Alvania settepassi, e fornito materiale per la descrizione di altre due specie recentemente scoperte nel Mar Mediterraneo: Cerithiopsis nofronii e Chrysallida moolenbeeki.

27 La biocenosi della prateria di Posidonia oceanica Posidonia Diversamente dalle alghe, la posidonia (Posidonia oceanica), è una pianta superiore e possiede radici, tronco; produce foglie, fiori e frutti. Forma fitte praterie di grandissima importanza ecologica per l'elevato numero di specie che ospita. A Tor Paterno, dove si trova dalla sommità delle Secche fino ad una profondità di circa 30 metri, forma una delle praterie più importanti e profonde del Lazio. La posidonia, essendo una pianta superiore, è organizzata in radici, rizoma e foglie. Radici e rizomi si trovano infossati nel sedimento. Le foglie, la cui lunghezza varia tra i 20 e gli 80 cm per 1 cm di larghezza, sono disposte a ventaglio. I rizomi di posidonia presentano la caratteristica di potersi accrescere sia in senso orizzontale che in senso verticale, in condizioni di abbondante sedimentazione, per evitara il seppellimento. La struttura che formano i rizomi con il loro accrescimento viene comunemente denominata matte. La biocenosi della posidonia è costituita dalle praterie che tale pianta tende a formare, sia su substrato sabbioso che sui fondali rocciosi, come avviene nel caso della secca di Tor Paterno. Il suo sviluppo sui fondali rocciosi è possibile quando tra le fessure del substrato si accumula una quantità sufficiente di sedimento tale da permettere lo sviluppo dei semi. Fanno parte di tale biocenosi, oltre alla posidonia stessa, le specie animali e vegetali che vivono attaccate alle sue foglie, i cosidetti epifiti e tutti quegli organismi animali che vivono tra le foglie e i rizomi (che formano la cosidetta zooocenosi di corteggio ). Le praterie di posidonia inoltre offrono cibo e riparo ai giovani di numerose specie di pesci e per questo vengono considerate importanti aree nursery nel il mare Mediterraneo. Tra queste specie sono da annoverare gli scorfani, gli appartenenti alla famiglia degli Sparidi (orate, dentici, pagelli, saraghi, ecc.), le salpe e tantissimi Labridi (tordi e donzelle). Nell AMP la biocenosi della posidonia, secondo quanto evidenziato durante la campagna oceanografica svoltasi nel 1993, non si trova in condizioni di sviluppo ottimale in quanto si presenta come una prateria a macchie, raramente di elevata densità e spesso intervallata ad ampie zone di matte morta (Ministero della Marina Mercantile, 1993). Non è chiaro comunque se la prateria si trova in uno stato di regressione, ovvero se si sta riducendo, a causa di un generale peggioramento delle condizioni generali dell ambiente marino oppure se se si trova in condizioni costanti di stress del tutto naturali, determinati in primo luogo degli apporti sedimentari del fiume Tevere, che tendono a ridurre la trasparenza dell acqua e quindi la radiazione luminosa necessaria alla vita di queste piante marine (Ministero dell Ambiente, 1998). Risulta quindi di fondamentale importanza monitorare lo stato di questa biocenosi per comprendere se sono in atto processi di alterazione di origine antropica a carico dell AMP. L importanza della biocenosi della posidonia è dovuta, oltre che alla presenza della pianta in se, anche alla ricchissima comunità di organismi che vivono associati ad essa. Nella secca di Tor Paterno sono state finora rilevate circa 170 specie di animali macrobentonici 6 che vivono nelle praterie di questa pianta. Il più importante gruppo tassonomico rinvenuto è costituito dai Molluschi (52 specie), Policheti 6 Precisamente qui si fa riferimento agli organismi che costituiscono il macrozoobenthos, ovvero quegli organismi bentonici animali che sono trattenuti da un setaccio le cui maglie hanno un diametro che può variare, a seconda degli Autori, tra 0,5 mm e 1 mm.

28 (44 specie), dagli Anfipodi (30 specie), dai Decapodi (28 specie), dagli Echinodermi (7 specie), dagli Isopodi (6 specie) e dagli Anisopodi (1 specie) (Fig. 12). n. taxa Echinodermi 7 Decapodi 28 Anfipodi 30 Isopodi 6 Anisopodi 1 Molluschi 52 Policheti % 18% 4% 1% 4% Policheti 26% Molluschi Anisopodi Isopodi Anfipodi 30% Decapodi Echinodermi Fig. 12 Numero delle specie di animali che vivono associati alla biocenosi della prateria della posidonia nella secca di Tor Paterno e loro ripartizione percentuale nei principali raggruppamenti tassonomici. Le specie quantitativamente più importanti, che da sole costituiscono il 37,5% della comunità macrozoobentonica sono (in ordine decrescente di abbondanza): Bittium reticulatum (mollusco gasteropode) Gouldia minima (mollusco bivalve) Thoralus cranchii (crostaceo decapode) Hippolyte leptocerus (crostaceo decapode) Echinocyamus pusillus (echinoderma) Parvicardium ovale (mollusco bivalve) Amphilopsis squamata (echinoderma) Harmotoe antilopes (polichete) Athanas nitescens (crostaceo decapode) In generale si è osservato che la fauna associata alle praterie di posidonia è composta prevalentemente da organismi che traggono il loro nutrimento dai detriti, come è ragionevole aspettarsi in un ambiente interessato dagli apporti di sedimento provenienti dal fiume Tevere. Cavalluccio marino (Hippocampus guttulatus) Questo notissimo pesce dalla forma insolita, vive nei fondali a praterie di posidonie o comunque ricchi di alghe. La colorazione varia dal marrone scuro al nero-verdastro, con macchie chiare; esistono anche esemplari rossastri o gialli. Una specie molto simile è Hippocampus hippocampus, che non presenta le spine visibili nella foto ed ha un muso più corto. È stato scelto come simbolo dell AMP.

29 Indicatori dello stato di salute della prateria di posidonia Densità media dei fasci fogliari per metro quadrato , [1] [1] studio del Ministero dell Ambiente, 1993, dato medio calcolato in sei siti significativi Scheda dell indicatore: Descrizione: Densità dei fasci fogliari rilevata nel corso di studi scientifici nell Area Marina Protetta Tematica: Ambiente marino benthos Tipo di indicatore: Stato Obiettivo: monitoraggio dello stato della biocenosi delle prateria della Posidonia oceanica Fonte: istituzioni di ricerca scientifica Aggiornamento dei dati: attualmente saltuario, a seguito di studio scientifico di dettaglio Numero medio di foglie per fascio 7,5 5 5,6 2, [1] [1] studio del Ministero dell Ambiente, 1993, dato medio calcolato in sei siti significativi Scheda dell indicatore: Descrizione: Numero medio di foglie per fascio rilevata nel corso di studi scientifici nell Area Marina Protetta Tematica: Ambiente marino benthos Tipo di indicatore: Stato Obiettivo: monitoraggio dello stato della biocenosi delle prateria della Posidonia oceanica Fonte: istituzioni di ricerca scientifica Aggiornamento dei dati: attualmente saltuario, a seguito di studio scientifico di dettaglio. Lunghezza media delle foglie adulte [1] Punto di misura a -24m Punto di misura a -27m [1] studio del Ministero dell Ambiente, 1993, dato medio calcolato in sei siti significativi Scheda dell indicatore: Descrizione: Lunghezza media delle foglie (in centimetri) rilevata nel corso di studi scientifici nell Area Marina Protetta Tematica: Benthos Tipo di indicatore: Stato Obiettivo: monitoraggio dello stato della biocenosi delle prateria della Posidonia oceanica Fonte: istituzioni di ricerca scientifica Aggiornamento dei dati: attualmente saltuario, a seguito di studio scientifico di dettaglio.

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