Come SOLE che SORGE. Gioventù Francescana d Italia. Avvento e Tempo di Natale 2014 Sussidio liturgico per la meditazione e la preghiera

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1 Come SOLE che SORGE Gioventù Francescana d Italia Avvento e Tempo di Natale 2014 Sussidio liturgico per la meditazione e la preghiera

2 In copertina: Agnolo Bronzino, Adorazione dei pastori, , olio su tavola, Budapest, Museo delle Belle Arti 2

3 Introduzione Il tempo di Avvento costituisce, nella tradizione della Chiesa, un vero e proprio cammino di fede che ci introduce al Natale: da un lato, siamo chiamati a fare memoria dell evento di Gesù Cristo, Verbo fatto carne e venuto a porre la sua tenda in mezzo alla nostra umanità; d altro canto, siamo condotti a un apertura al compimento finale di questo evento, quando Cristo tornerà nella gloria, alla fine dei tempi per giudicare i vivi e i morti, come diciamo nel Credo. Due sono gli atteggiamenti legati a questo periodo. Per prima cosa, siamo chiamati a vivere l attesa, sull esempio del popolo d Israele e di Maria: un attesa che è apertura all accoglienza, capacità di scoprire la novità del quotidiano, di uscire dall abitudine, di accogliere la vita; facciamo memoria dell evento dell incarnazione, che ci apre anche alla novità più inattesa - Dio che si fa uomo, anzi bambino - e ci fa uscire dalla scontatezza - nella vita dell uomo, ciò che è scontato è la morte! - per liberarci dalla scontentezza. Ma l atteggiamento dell attesa è anche un forte richiamo a porre seria attenzione a ciò che ci accade, alle relazioni che viviamo, alla bellezza che ci è messa tra le mani: attendere qualcosa o qualcuno esige che abbiamo un cuore sveglio e sensibile, capace di cogliere i segni dei tempi, che la storia e la nostra stessa vita ci offrono. Per poter vivere bene l Avvento come attesa, siamo chiamati alla concentrazione, a non disperdere le nostre energie e il nostro tempo in ciò che non vale, in quelle scelte, relazioni e cose che costituiscono per noi delle promesse non mantenute e impossibili da mantenere: Dio entra nella storia e la percorre da cima a fondo insieme a noi, senza remore e pregiudizi; Dio mantiene le sue promesse di amore e salvezza e condivide la nostra umanità per conoscerla, amarla e redimerla. Concentrazione che si esplicita nel silenzio: la prima cosa che dobbiamo mettere da parte, per fare spazio al Verbo, alla Buona Notizia per ciascuno di noi, è proprio il chiacchiericcio che riempie le nostre giornate, le nostre orecchie, il nostro cuore; un parlare che rimbomba e crea in noi e attorno a noi un caos indefinito che ci riempie di vuoto. Il silenzio è il segno particolare sulla carta d identità di chi cerca Dio, perché solo nel silenzio possiamo percepire la voce del Signore che parla al nostro cuore. L attesa, però, è vera se c è qualcosa o qualcuno da attendere! Facendo memoria dell attesa e della nascita di Gesù, avvenuta in tempi e luoghi lontani, noi non facciamo una commemorazione di qualcosa che non ci riguarda direttamente, ma attendiamo qualcuno che non ci è estraneo: Dio che entra nella storia è anche Colui che c entra con la mia vita. Ecco allora i due versanti dell attesa cui l Avvento ci introduce: attesa 3

4 del Natale, come occasione di incontro - così antico e così nuovo, come direbbe sant Agostino - con il Signore della vita, con il suo progetto di amore e la proposta a seguirlo; attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo, come preghiamo insieme durante l Eucaristia, quando verrà a dare compimento e significato alla nostra esistenza e a tutta la creazione. L altro atteggiamento fondamentale dell Avvento è l ascolto: se siamo chiamati a un attesa silenziosa, deve essere chiaro che non si tratta di un silenzio sterile, ma dell esercizio pratico di far tacere in noi il chiasso del nostro cuore e del nostro cervello, per porre ascolto e attenzione a una Parola di amore che ci è rivolta. Dio parla ma ha bisogno di qualcuno che lo ascolti; ascoltare la Parola del Signore implica anche la disponibilità a far sì che la Parola si faccia carne, che si compia in noi la Parola ascoltata come ha fatto Maria, che è il vero modello dell Avvento. Il presente sussidio vuole essere uno strumento per vivere entrambi questi atteggiamenti: durante i giorni feriali ci concentreremo sull ascolto del vangelo che la liturgia ci propone, cercando di andare nel profondo del suo significato e di cogllierne la provocazione per la nostra vita; durante le domeniche cercheremo di diventare donne e uomini dell attesa, lasciandoci guidare dai titoli riferiti a Cristo nella liturgia e nella Scrittura: Colui che attendiamo, che abita la nostra speranza e per il quale il nostro cuore batte, lo invocheremo volta per volta come Stella del mattino, Figlio dell Altissimo, Figlio della Vergine, Emmanuele, Virgulto di Iesse, Verbo fatto carne, Immagine del Padre, Principe della Pace, Dio fatto uomo, Luce senza fine e Acqua zampillante individuandone i tratti caratteristici. Mettiamoci allora in cammino, ascoltando il desiderio profondo del nostro cuore e predisponendoci a incontrare il nostro Signore! Fra Carlo Poloni, OFMCapp. Assistente Nazionale della Gioventù Francescana d Italia 4

5 30 Novembre - Prima domenica di Avvento STELLA DEL MATTINO Is 63,16b b; 64,2-7 Sal 79 1 Cor 1,3-9 Tu, pastore d Israele, ascolta, seduto sui cherubini, risplendi. Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. Dal Vangelo secondo Marco (13,33-37) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!». Al Signore, nostro redentore, chiediamo di non nascondere a noi il suo volto; possa egli sorgere come stella del mattino nelle notti del mondo, essere conforto ai popoli oscurati dalla guerra, e bussola a chi, nelle tenebre, attraversa il mare in cerca di luce. O Astro che sorgi, splendore dell eterna luce, sole di giustizia: vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell ombra di morte. 5

6 1 DICEMBRE - Lunedì FEDE e UMILTÀ Is 2,1-5 Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri Sal 121 Dal Vangelo secondo Matteo (8,5-11) In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò». Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di' soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch'io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: Va'!, ed egli va; e a un altro: Vieni!, ed egli viene; e al mio servo: Fa' questo!, ed egli lo fa». Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli». Gesù oggi ci ricorda, attraverso il Suo Vangelo, due requisiti per vivere la Sua attesa: fede e umiltà. Alle parole caritatevoli di Gesù, «verrò e lo guarirò», il centurione compie un atto di umiltà: Signore non sono degno. Solo con un cuore vuoto dell io, di sè, umile, fiducioso, è possibile la fede. La fede è abbandonarsi in Colui che può operare guarigioni, meraviglie, prima fra tutte la Riconciliazione. Signore, tante volte non sono degno di riceverti sotto il tetto del mio cuore. Fa che ascolti la Tua voce e anch io sarò guarito. Ravviva la mia fede e concedimi un giorno di sedere alla Tua mensa nel regno dei cieli. Amen 6

7 2 DICEMBRE - Martedì DIO SI RIVELA NEI PICCOLI Is 11,1-9 Sal 71 Non giudicherà secondo le apparenze e non prenderà decisioni per sentito dire; ma giudicherà con giustizia i miseri e prenderà decisioni eque per gli umili della terra. Dal Vangelo secondo Luca (10,21-24) In quella stessa ora Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: «Ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo». E, rivolto ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Io vi dico che molti profeti e re hanno voluto vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono». Chi segue Gesù sa che procede nel sentiero della vita vera, dove si assapora la gioia piena. Per, con ed in Gesù dobbiamo anche noi esultare! Esultare di gioia nello Spirito Santo come un giorno fece la Vergine Maria. Il Signore chiede anche noi di farci piccoli, cioè semplici, poveri, modesti. Piccoli come quel Bambino che riceveremo nelle nostre braccia la Notte Santa, ma soprattutto nel nostro cuore. O Padre, o Figlio, o Spirito Santo, rendimi piccolo per trovare grazia davanti a Te. Fa che non cerchi cose troppo difficili e misteriose. Come ai discepoli, dammi occhi nuovi per vedere quello che Tu vuoi e rendi anche me Beato! Amen 7

8 3 DICEMBRE - Mercoledì SPEZZATE IL PANE Is 25,6-10a Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l anima mia. Sal 22 Dal Vangelo secondo Matteo (15, 29-37) In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene. Ognuno di noi può immedesimarsi in questa folla. Quante volte ci sentiamo zoppi, storpi, ciechi, sordi dinnanzi a Dio e alla Sua volontà. Gesù è in grado di guarire qualsiasi malattia fisica, ma soprattutto spirituale. Affermando, «sento compassione», mostra il Suo amore incondizionato per noi e la Sua misericordia infinita. Come Gesù anche San Francesco Saverio peregrinò per il mondo testimoniando il suo messaggio. Dio misericordioso, anch io ti offro «sette pani e pochi pesciolini» che rappresentano la mia pochezza. Trasforma la mia povertà in ricchezza. Che io desideri non il cibo che perisce, ma quello che rimane per la vita eterna. Amen 8

9 4 DICEMBRE - Giovedì PRENDETEVI CURA DELLA CASA Is 26,1-6 Sal 117 Confidate nel Signore sempre, perché il Signore è una roccia eterna. Dal Vangelo secondo Matteo (7, ) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Molte volte nelle nostre preghiere siamo abituati nel dire e ridire tante parole. L Apostolo Paolo ci ricorda di «pregare sempre»; questo non significa ripetere orazioni o altre invocazioni, ma avere la mente sempre rivolta a Dio. Fine della preghiera, è ottenere che noi facciamo la volontà di Dio, non che Dio faccia la nostra. Allora anche noi, il nostro cuore, si trasformerà in casa costruita sulla roccia. Signore, Signore illuminami perché possa sempre intendere la volontà del Padre Tuo e nostro che è nei cieli. Anch io, da uomo saggio, voglio costruire la casa sulle Tue fondamenta, su Te che sei pietra angolare. Amen 9

10 5 DICEMBRE - Venerdì CON GLI OCCHI DELLA FEDE Is 29,17-24 Sal 26 Udranno in quel giorno i sordi le parole del libro; liberati dall oscurità e dalle tenebre, gli occhi dei ciechi vedranno. Dal Vangelo secondo Matteo (9,27-31) In quel tempo, mentre Gesù si allontanava, due ciechi lo seguirono gridando: «Figlio di Davide, abbi pietà di noi!». Entrato in casa, i ciechi gli si avvicinarono e Gesù disse loro: «Credete che io possa fare questo?». Gli risposero: «Sì, o Signore!». Allora toccò loro gli occhi e disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede». E si aprirono loro gli occhi. Quindi Gesù li ammonì dicendo: «Badate che nessuno lo sappia!». Ma essi, appena usciti, ne diffusero la notizia in tutta quella regione. Gesù disse: «Avvenga per voi secondo la vostra fede» e i loro occhi si aprirono. La guarigione è possibile per la fede che il Signore vide nei due ciechi. In Gv 14, 13 Gesù ci ricorda: «Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò». Allora perché dubitare della stessa nostra fede? Con gli occhi della fede non vediamo, non guardiamo, ma osserviamo ciò che Dio fa per noi nella vita di ogni giorno. Figlio di Davide, abbi pietà di me, della mia poca fede, del non confidare in Te! Tu sei la luce del mondo. Tu sei salvezza. Tu difesa della mia vita. Che io possa sempre annunciare il tuo grande amore! Amen 10

11 6 DICEMBRE - Sabato COMUNITÀ DI DISCEPOLI Is 30, Non si terrà più nascosto il tuo maestro; i tuoi occhi vedranno il tuo maestro, i tuoi orecchi sentiranno questa parola dietro di te: «Questa è la strada, percorretela». Sal 146 Dal Vangelo secondo Matteo (9,35-10,1.6-8) In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe!». Chiamati a sé i suoi dodici discepoli, diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità. E li inviò ordinando loro: «Rivolgetevi alle pecore perdute della casa d'israele.strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date». La compassione di Gesù verso le folle mostra la premurosa attenzione di Dio per noi; specialmente delle pecore che non hanno pastore. Lo scorso anno fraterno ci siamo chiesti: Siamo figli? Si, figli di un Dio che «è papà. Più ancora è madre»(gpi). Gesù trasmette ai suoi discepoli il potere-servizio di provvedere alle nostre necessità. Oggi continua a farlo la Chiesa, comunità dei discepoli attraverso i sacramenti. Gesù ti fai presente ogni giorno nella Parola e nell Eucarestia che la Madre Chiesa celebra. Continui ad insegnarmi e a saziarmi. Il Signore mandi operai alla Sua messe e mi renda collaboratore delle Sue opere di misericordia. Amen 11

12 7 Dicembre - Seconda domenica di Avvento FIGLIO DELL ALTISSIMO Is 40, Sal 84 2 Pt 3,8-14 Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Dal Vangelo secondo Marco (1,1-8) Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio. Come sta scritto nel profeta Isaìa: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri», vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati. Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati. Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ecco la lieta notizia: viene il nostro Dio, la nostra consolazione è vicina! La gloria del Signore si rivelerà nel suo Figlio: egli colmerà le valli dell indifferenza, abbasserà i monti dell intolleranza, griderà che davvero la nostra schiavitù è conclusa, per sempre. O Adonai, guida della casa d Israele: vieni a liberarci con braccio potente. 12

13 8 Dicembre - Immacolata concezione di Maria DATE VITA Gen 3, Sal 97 Ef 1, Rallègrati, piena di grazia, il Signore è con te, benedetta tu fra le donne. Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38) In quel tempo, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all'angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell'altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch'essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l'angelo si allontanò da lei. L umanità in attesa nei secoli della discendenza che doveva vincere il male, oggi gioisce, perché il Verbo si è fatto figlio della Vergine. O santa Madre del Redentore, porta dei cieli, stella del mare, tu che accogliendo il saluto dell angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, Madre sempre vergine, pietà di noi peccatori. 13

14 9 DICEMBRE - Martedì DIO ACCOGLIE Is 40,1-11 Sal 95 Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Dal Vangelo secondo Matteo (18,12-14) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Che cosa vi pare? Se un uomo ha cento pecore e una di loro si smarrisce, non lascerà le novantanove sui monti e andrà a cercare quella che si è smarrita? In verità io vi dico: se riesce a trovarla, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così è volontà del Padre vostro che è nei cieli, che neanche uno di questi piccoli si perda». Dopo aver contemplato la festa dell Immacolata Concezione, la Parola di Dio oggi ci presenta Gesù che parla del padre in veste di pastore che va in cerca della pecora smarrita. Dio non vuole che i piccoli si perdano, proprio per questo lui stesso va in cerca della pecorella smarrita. In questa parabola Dio rivela il suo volto: quello di un pastore che non vuole perdere nessuna delle sue pecore; cioè un padre che non permette che nessuno dei suoi figli (quindi noi) si perda e nel caso si dovesse perdere (come spesso succede) il pastore va subito in cerca di lui. Vivere gli stessi sentimenti di Dio, meta del cammino cristiano, significa agire a salvezza soprattutto di coloro che sono in pericolo, i piccoli. In concreto non bisogna essere per loro occasione di peccato e non disprezzarli perché Dio li ama. O Padre, pastore buono, non permettere che ci allontaniamo da te e dal tuo amore incondizionato e anche se, per nostra svogliatezza dovessimo smarrire la giusta strada, fa che apriamo il cuore per permettere a Te di trovarci e prenderti cura di noi. 14

15 10 DICEMBRE - Mercoledì CON FIDUCIA Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Is 40,25-31 Sal 102 Dal Vangelo secondo Matteo (11,28-30) In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». La Parola di Dio oggi ci invita a seguire Gesù (Venite a me voi tutti). Gesù ci offre di entrare con Lui nell amore del Padre e al banchetto della Sapienza. Gesù è per noi salvezza nuova e riposo, la sua mitezza e umiltà è la nuova legge: la legge di libertà del Figlio uguale al Padre. Il Signore propone se stesso come modello di mitezza e umiltà, due virtù, due atteggiamenti del cuore tra loro inseparabili. Gesù si rivolge alle persone stanche e sfinite che lo seguono e guadagna la loro fiducia con la mitezza del suo cuore, sempre accogliente e comprensivo. Imitare Gesù, secondo il Vangelo, significa anche prendere il suo giogo su di noi. Egli dice che il suo giogo è dolce o che giova e il suo peso leggero o che non pesa. Infatti, non la legge ma solo l amore fa osservare la legge con le sue prescrizioni, perché la legge in sé, senza l amore, stuzzica le trasgressioni. L amore è la forza interiore divina: è lo stesso Spirito di Dio che ci da la forza di viverla. La legge dell amore non è un fardello da portare, ma un paio di ali che portano. Signore Gesù, mite e umile, che hai preso su di te i nostri fardelli, fa che imitandoti sulla via dell amore possiamo allontanare da noi l oppressione e la stanchezza che non ci permettono di essere ristorati e confortati da te. 15

16 11 DICEMBRE - Giovedì IL REGNO CHE VIENE Is 41,13-20 Sal 144 Stillate, cieli, dall alto e le nubi facciano piovere il Giusto; si apra la terra e germogli il Salvatore. Dal vangelo secondo Matteo (11, 11-15) In quel tempo, Gesù disse alle folle: «In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. E, se volete comprendere, è lui quell Elìa che deve venire. Chi ha orecchi, ascolti!». In questo giorno la Parola di Dio ci presenta Giovanni Battista, modello da imitare e figura scelta da Dio per preparare l arrivo del Messia. La vita del Precursore è inseparabilmente intrecciata con quella del Salvatore. Non maestro di certezze ma ricercatore di verità, Giovanni pone in questione e si mette in ascolto. Gesù, infatti, lo elogia come uomo autentico: è il più grande tra i nati da donna. Gesù è il Signore che viene per il suo giudizio, Giovanni è il messaggero davanti al volto e l Elia prepara l accoglienza. Giovanni è il più grande tra i mortali: i suoi occhi hanno visto, i suoi orecchi udito e le sue mani toccato Colui che gli altri, solo da lontano, hanno desiderato, sognato e annunciato. Chi rifiuta la sua voce, rifiuta la Parola di Dio. O Dio onnipotente, fa che possiamo conoscere, amare ed imitare la figura di Giovanni Battista, scelto da te, per prepararci al tuo arrivo. Fa che, come lui, possiamo metterci in ascolto sincero e autentico senza farci distrarre dalle troppe cose materiali che ci circondano. 16

17 12 DICEMBRE - Venerdì I PROFETI DI OGGI Is 48,17-19 Sal 1 Se avessi prestato attenzione ai miei comandi, il tuo benessere sarebbe come un fiume, la tua giustizia come le onde del mare. Dal Vangelo secondo Matteo (11,16-19) In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: È indemoniato. È venuto il Figlio dell'uomo, che mangia e beve, e dicono: Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori. Ma la sapienza è stata riconosciuta giusta per le opere che essa compie». Il vangelo oggi pone una domanda: A chi posso paragonare questa generazione?. La risposta è il lamento di Gesù per il suo popolo che rifiuta sia Giovanni Battista che Lui. Con Giovanni, Gesù propone la conversione dal male per accogliere il bene, mentre Gesù stesso propone, a chi ha accettato la conversione, la gioia delle nozze messianiche. Chi rifiuta il messaggio di Giovanni, rifiuta necessariamente quello di Gesù. Questo brano ci chiama al discernimento: c è una tristezza che viene da Dio ed una che viene dal nemico. Una gioia autentica e un altra che ne è la contraffazione. Solo sapendo questo, possiamo con libertà e responsabilità scegliere ciò che ci rende felici e allontanare ciò che ci rende infelici. Siamo chiamati a discernere in ogni tempo i due segni con cui Dio ci parla: il lutto per il male e la gioia per il bene, ma dobbiamo fare attenzione al nemico che ci inganna facendo apparire piacevole il male e spiacevole il bene. Gesù ci offre la gioia delle nozze tra uomo e Dio, ma per accettare la sua danza bisogna accettare prima il lamento o lutto di Giovanni. Gesù misericordioso, tu che ti sei lamentato perché noi, tuo popolo, abbiamo rifiutato la conversione di Giovanni e di riflesso abbiamo rifiutato il tuo messaggio d amore, salvaci e aiutaci tutte quelle volte che scegliamo il male facile contro il bene difficile. Mostraci la retta via da percorrere per poter fare festa e danzare con te. 17

18 13 DICEMBRE - Sabato IL PROFETA ULTIMO Sir 48, Sal 79 Tu, pastore d Israele, ascolta. Seduto sui cherubini, risplendi. Risveglia la tua potenza e vieni a salvarci. Dal Vangelo secondo Matteo (17,10-13) Mentre scendevano dal monte, i discepoli domandarono a Gesù: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elìa?». Ed egli rispose: «Sì, verrà Elìa e ristabilirà ogni cosa. Ma io vi dico: Elìa è già venuto e non l'hanno riconosciuto; anzi, hanno fatto di lui quello che hanno voluto. Così anche il Figlio dell'uomo dovrà soffrire per opera loro». Allora i discepoli compresero che egli parlava loro di Giovanni il Battista. La Parola di Dio oggi mette in risalto la durezza del nostro cuore. Elia è già venuto e non l hanno riconosciuto. Quelli che non ascoltano la Parola di Dio oltraggiano i suoi messaggeri e procurano di eliminarli per non udirli. Così si comportarono con il profeta Elia che fu perseguitato, con il Battista che è stato messo a morte e così con Gesù che sarà crocifisso. I discepoli capiscono che Elia, il profeta ultimo, è lo stesso Giovanni, che lancia l appello definitivo alla conversione prima della venuta del Signore. Il Padre ha una sola Parola che lo rivela pienamente: il Figlio. A noi, infatti, dice di ascoltarlo perché ascoltando lui diventiamo come lui, figli. Gesù nella sua umanità mostra la sua divinità. Padre amoroso, perdonaci per tutte le volte che il tuo Figlio ci ha detto di ascoltarlo e noi l abbiamo rifiutato. Per tutte le volte che ci hai chiamati a fare la tua volontà e noi abbiamo preferito fare altro. Per tutte le volte che i nostri peccati ti metteranno in croce. Perdonaci, affinché con l aiuto di Gesù possiamo essere sempre più simili a Lui. 18

19 14 Dicembre - Terza domenica di Avvento EMMANUELE Is 61, Cant. Lc 1, Ts 5,16-24 Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio, perché mi ha rive-stito delle vesti di salvezza, mi ha avvolto con il manto della giustizia, come uno sposo che si cinge il diadema e come una sposa che si adorna di gioielli. Dal Vangelo secondo Giovanni (1, ) Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispo-se. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deser-to: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispo-se loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando. Il Signore, l Onnipotente, la speranza d Israele, si fa chiamare Emmanuele, cioè colui che sta con noi, passeggia con noi alla brezza del tramonto, vive con noi, soffre con noi, fino alla fine dei giorni. E nel momento della prova, sarà ancora di più Dio-con-noi. O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore no- 19

20 15 DICEMBRE - Lunedì ILLUMINATI DI SPERANZA Nm 24, b Sal Ricordati, Signore, della tua misericordia e del tuo amore che è da sempre. Ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore. Dal Vangelo secondo Matteo (21,23-27) In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?» Gesù rispose loro: «Anch'io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch'io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?». Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: Dal cielo, ci risponderà: Perché allora non gli avete creduto?. Se diciamo: Dagli uomini, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta». Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch'egli disse loro: «Neanch'io vi dico con quale autorità faccio queste cose». Gesù è accusato di non essere un dottore della Legge, di non avere studiato, di non essere incaricato da nessuno a predicare come sta facendo. Gesù non offre credenziali, si appella al Battista, appena ucciso e considerato un grande profeta dalla folla. La tentazione di mettere i confini all'opera di Dio esiste sempre, il rischio di erigere gli steccati per contenere l'opera dello Spirito è sempre all'opera, nella Chiesa e anche nelle nostre fraternità. Ma lo Spirito soffia dove vuole e, spesso, riceviamo testimonianze di verità e di amore da persone che si professano non credenti. L'autorità, riguardo alle cose di Dio, deriva dalla verità con cui viviamo il Vangelo, dall'autenticità che ci porta all'umiltà. Liberi, discepoli del Signore, cercatori di Dio, assetati di pienezza, restiamo liberi e con il cuore ben spalancato per cogliere ogni segno e profezia nella nostra vita in attesa del Cristo! Anche noi, in questo tempo, benché toccati dagli eventi dolorosi, dalle notizie di guerra e di morte, siamo invitati ad alzare gli occhi e ad illuminarci di speranza. La venuta del Salvatore è imminente, è più sicura del sorgere del sole. Nella preghiera di oggi, cercherò di alzare gli occhi e i pensieri perché si aprano alla speranza. Penserò alle cose belle del creato, ai volti degli amici, alla tenerezza di un amore e mi disporrò in attesa di Gesù Bambino.

21 16 DICEMBRE - Martedì RICONOSCERE Sof 3, Sal 33 Confiderà nel nome del Signore il resto di Israele. Dal Vangelo secondo Matteo (21,28-32) In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Non ne ho voglia. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: Sì, signore. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli». 21 Nella parabola il padre vuole mandare i suoi figli a lavorare nella sua vigna. Il primo dice di no ma poi, si ravvede e va; il secondo dice subito di sì ma poi, non ci va. Il cuore dell'uomo mostra tutti i suoi limiti e le sue povertà, pensiamo forse di poter ingannare Dio con la nostra mediocrità? La nostra parola può essere finta ma i nostri gesti dicono la verità. Le esigenze di Gesù sono molto forti, quasi impossibili per noi, così deboli e fragili. Come i due figli, abbiamo la possibilità di rispondere in modi diversi alla chiamata del Signore: essere uomini con la capacità di riconoscere in Gesù l'inviato da Dio, ma che continuano ad ostinarsi nel loro atteggiamento egoistico e ipocrita; invece, i peccatori incontrando l'amore e la verità in Gesù, si aprono alla fede e alla conversione di vita. "Che cosa è Dio?" domanda il bambino. La madre lo stringe tra le braccia e gli chiede: "che cosa provi?" "Ti voglio bene", risponde il bambino. "Ecco Dio è questo". Signore Gesù, purifica il mio cuore e la mia mente; che io possa veramente camminare accanto a te, cercando con umile amore la volontà del Padre su di me.

22 17 DICEMBRE - Mercoledì EREDI DELLE PROMESSE Il suo nome duri in eterno, davanti al sole germogli il suo nome. In lui siano benedette tutte le stirpi della terra e tutte le genti lo dicano beato. Gen 49, Sal 71 Dal vangelo secondo Matteo (1, 1-17) Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esrom, Esrom generò Aram, Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmon, Salmon generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, Iesse generò il re Davide. Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asaf, Asaf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozìa, Ozìa generò Ioatàm, Ioatàm generò Àcaz, Àcaz generò Ezechìa, Ezechìa generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosìa, Giosìa generò Ieconìa e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia. Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconìa generò Salatièl, Salatièl generò Zorobabele, Zorobabele generò Abiùd, Abiùd generò Eliachìm, Eliachìm generò Azor, Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. In tal modo, tutte le generazioni da Abramo a Davide sono quattordici, da Davide fino alla deportazione in Babilonia quattordici, dalla deportazione in Babilonia a Cristo quattordici. È una pagina questa che deve ricolmare di gioia ogni uomo. È questo il grande mistero del Natale che sta per venire. Cristo Gesù nasce per far nascere tutti gli uomini da Abramo, divenendo essi stessi una benedizione per tutti i loro fratelli. Gesù, figlio di Davide, erede delle promesse, grazie al quale la storia ricomincia il suo corso di salvezza: realizza le promesse fatte da Dio, di un piccolo popolo ne fa un grande popolo. Questa consapevolezza non è sempre né nel cuore né nella mente di coloro che si professano discepoli di Gesù e seguaci di Francesco. Siamo distratti, disattenti, incoscienti di ciò che il Natale del Signore porta in questo mondo. Cristo nasce per farci in Lui, con Lui, per Lui, una benedizione per ogni altro uomo. La risposta generosa da parte nostra verso l umanità, verso ogni essere vivente è una cosa doverosa e piena d amore. Oggi Signore, chiedo un cuore credente, capace di vedere la presenza di Dio nella mia vita, e di sentirmi parte della genealogia di Gesù. 22

23 18 DICEMBRE - Giovedì LA FEDELTÀ DI DIO Ecco, verranno giorni oracolo del Signore nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto, che regnerà da vero re e sarà saggio ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra. Ger 23,5-8 Sal 71 Dal vangelo secondo Matteo (1, 18-24) Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa «Dio con noi». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l angelo del Signore e prese con sé la sua sposa. La Liturgia ci parla di un altro personaggio, la cui esistenza fu sconvolta dal progetto di Dio, che si manifestava nell'imminente nascita di un bimbo: è Giuseppe, il discendente di Davide, sposo di Maria; l'uomo, la cui fede conobbe un travaglio carico di angoscia. Il sogno di Giuseppe era, come quello di ogni giovane di Israele, di avere una discendenza; il racconto sottolinea il dramma di quest'uomo, che da uomo di fede accogliendo la rivelazione del progetto di Dio su di lui, accantonò il sogno di una legittima discendenza, per accogliere nella sua vita il Figlio di Dio e sua madre. Tra pochi giorni celebreremo il Natale, non un giorno, ma tutto un tempo, un tempo ricco di "segni". Nel "segno" è contenuto un progetto, una proposta, ed è importante lasciarvisi coinvolgere, con l'umile fedeltà di Giuseppe e con la tenera, intensa dedizione di Maria, con la fede di chi sa, che l'opera che Dio compie, anche nella più oscura creatura della terra, ha sempre una risonanza sconfinata e benefica, che supera i limiti dello spazio e del tempo. Signore accresci in noi la consapevolezza che l'amore, del quale ci ricolmi ogni giorno, può spiegare ogni cosa: la vita è come un ricamo di cui vediamo il rovescio, la parte disordinata e piena di fili. Di tanto in tanto, però, la fede ci permette di vedere un lembo della parte dritta. "L'Amore mi ha spiegato ogni cosa. L'Amore ha risolto tutto per me. Perciò ammiro questo Amore ovunque esso si trovi" (Giovanni Paolo II). 23

24 19 DICEMBRE - Venerdì DONARE SPERANZA Gdc 13, a Sal 70 Sii tu la mia roccia, una dimora sempre accessibile; hai deciso di darmi salvezza: davvero mia rupe e mia fortezza tu sei! Dal vangelo secondo Luca (1, 5-25) Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni. Avvenne che, mentre Zaccarìa svolgeva le sue funzioni sacerdotali davanti al Signore durante il turno della sua classe, gli toccò in sorte, secondo l usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l offerta dell incenso. Fuori, tutta l assemblea del popolo stava pregando nell ora dell incenso. Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell altare dell incenso. Quando lo vide, Zaccarìa si turbò e fu preso da timore. Ma l angelo gli disse: «Non temere, Zaccarìa, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni. Avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno della sua nascita, perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà colmato di Spirito Santo fin dal seno di sua madre e ricondurrà molti figli d Israele al Signore loro Dio. Egli camminerà innanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elìa, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto». Zaccarìa disse all angelo: «Come potrò mai conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni». L angelo gli rispose: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo».intanto il popolo stava in attesa di Zaccarìa, e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. 24

25 Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini». La storia di Giovanni Battista inizia nel tempio mentre si prega solennemente. Le preghiere di Zaccaria per avere un figlio sono state esaudite. Si conclude il tempo delle promesse e trovano compimento ogni speranza e ogni attesa umana. L'angelo Gabriele è stato inviato per portare un lieto annuncio, ma poiché Zaccaria ha stentato ad accoglierlo, la verità di quanto ha annunciato sarà garantita da un segno punitivo. Il silenzio di Zaccaria e il nascondimento di Elisabetta servono a celare il disegno di Dio fino all'annuncio dell'angelo Gabriele a Maria: il concepimento di Giovanni è un segreto che spetta a Dio svelare. Il miracolo che Dio ha operato in Elisabetta, le ridona la dignità e la gioia della maternità, e imprime un nuovo corso alla sua vita. Per Dio non è mai troppo tardi! Abbi grandi desideri! Punta in alto! Nella preghiera odierna mi illuminino le parole di Sant Agostino: «Se dici basta, sei perduto. Cammina sempre, avanza sempre; non ti fermare per strada, non retrocedere, non deviare. Si ferma colui che non avanza; retrocede colui che ripensa al punto di partenza. È meglio uno zoppo che va per il cammino che colui che corre fuori dal cammino». 25

26 20 DICEMBRE - Sabato LA RISPOSTA Is 7,10-14 Sal 23 O Chiave di Davide, che apri le porte del Regno dei cieli: vieni, e libera l uomo prigioniero che giace nelle tenebre. 26 Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38) Al sesto mese, l angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l angelo si allontanò da lei. Dio viene definito il grande poeta dell universo è colui che fa e colui che con la sua azione fa scaturire una realtà nuova. Anche nella chiamata di Maria è Dio che nutre dei sogni e dei progetti per l umanità, è Lui che ha iniziativa, è Lui che chiama. È Lui che entra nella vita di Maria in modo non previsto, chiedendole di assecondare il suo progetto. Ti saluto, piena di grazia, il Signore è con te! Anziché chiamarla per nome, Gabriele la chiama piena di grazia. È come se Maria ricevesse un nome nuovo, una nuova identità. Il termine grazia indica l amore misericordioso e benevolo del Signore che dona salvezza. Maria è quindi piena della benevolenza di Dio, del suo amore: un amore tra l altro pienamente accolto e corrisposto. La risposta di Maria è un sì incondizionato, il suo eccomi non è il risultato di un ragionamento, di calcoli di convenienza, di ispirazioni fantastiche, ma è semplicemente il frutto di una piena e totale fiducia in Dio, nonostante i rischi che correva il suo si è stato un atto di fede. Si è affidata completamente al progetto di Dio con piena disponibilità e soprattutto gratuitamente. Affidiamoci al Signore, nessuno può vivere senza sostegno: quando sappiamo di essere amati o quando noi amiamo, quando viviamo legami di amicizia, o ancora quando la bellezza della fraternità o della creazione ci colpisce, appare evidente che la vita è bella. Questi momenti possano sorprenderci come una luce che arriva da altrove

27 21 Dicembre - Quarta domenica di Avvento VIRGULTO DI IESSE 2Sam 7,1-5.8b a.16 Sal 88 Rm 16,25-27 La tua casa e il tuo regno saranno saldi per sempre davanti a me, il tuo trono sarà reso stabile per sempre. Dal vangelo secondo Luca (1, 26-38) In quel tempo, l angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te». A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine». Allora Maria disse all angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l angelo si allontanò da lei. Signore, nostra saldezza e nostra speranza, ti preghiamo: il tuo virgulto possa germogliare nella terra della sofferenza; nell angoscia di chi ha perso tutto, le tue radici possano ridare stabilità e speranza. 27 O Germoglio di Iesse, che ti innalzi come segno per i popoli, tacciano davanti a te i re della terra, e le nazioni t invocano: vieni a liberarci, non tardare.

28 22 DICEMBRE - Lunedì GRANDI COSE 1Sam 1, Sam 2,1.4-8 E il Signore mi ha concesso la grazia. Dal Vangelo secondo Luca (1,46-55) In quel tempo, Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva. D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l'onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Il titolo con cui viene chiamato Cristo in questa giornata è quello di Re. Ma alla corte di questo re non stanno persone con titoli, qualità o ricchezze; piuttosto, egli ama circondarsi di persone umili, affamate del suo amore, come canta la vergine Maria nel Vangelo. La gioia del Natale è la gioia di sapersi invitati a questa grande festa di corte, se sappiamo farci piccoli. Signore, vieni a regnare su di noi, tu che reggi lo scettro della croce, aiutaci a riconoscere la tua vittoria negli occhi di chi, nella sofferenza, si affida alla tua misericordia. Per Cristo nostro Signore. 28

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