Le bandiere della CGIL e delle sue strutture in Toscana : un primo censimento. A cura di Calogero Governali

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1 Le bandiere della CGIL e delle sue strutture in Toscana : un primo censimento A cura di Calogero Governali Centro documentazione e Archivio storico CGIL Toscana Firenze,

2 Le bandiere della CGIL e delle sue strutture in Toscana : un primo censimento A cura di Calogero Governali Centro documentazione e Archivio storico CGIL Toscana Firenze, dicembre

3 Le bandiere della CGIL e delle sue strutture in Toscana : un primo censimento Chiamasi bandiera un drappo di stoffa, di uno o più colori e disegni, di forma e dimensione varia attaccato, per uno dei lati, ad un asta, simboleggiante uno Stato, una città, un associazione, un partito, un corpo militare, o comunità di persone raccolte per svolgere azione comune e concorde. Nella bandiera possiamo distinguere varie parti: vedi fig. 1 Fig. 1 e a seconda della forma del drappo e del modo di fissarlo all asta possiamo distinguerle in: Stendardo Vessillo Gonfalone Labaro Orifiamma Fiamma Fig. 2 La bandiera, in senso figurato è l insegna, il simbolo dell ideale o dell opinione a cui ci si ispira e per il quale si lotta. E per questo che tra tutti i materiali prodotti per rappresentare un ente o un organizzazione (tessere, distintivi,...) quella che tra tutte diventa il simbolo identificativo per antonomasia dei cittadini, degli associati, degli adepti, è la bandiera. Per poter esprimere tutto quello che tale oggetto, dalla forte connotazione simbolica, racchiude non trovo di meglio che riportare le parole semplici e toccanti del segretario degli autoferrotramvieri fiorentini per ringraziare chi aveva salvato la loro bandiera dalle razzie fasciste. Firenze, 22 giugno 1945 Gent.ma Sig.ra Parentini, abbiamo accettato con immensa gioia il ritorno del nostro vecchio e glorioso vessillo, ricercato inutilmente e per lungo tempo dai manganellieri fascisti che intendevano distruggere con esso la fede e la speranza dei tranvieri fiorentini. E ritornato a noi il simbolo delle nostre lotte e dei nostri sacrifici per opera di un compagno, che ha operato nel silenzio e che si è mantenuto nel rischio durante i lunghi ed oscuri anni della tirannide... Quelle sopra riportate, sono le parole scritte da una persona che aveva vissuto, come tutta la sua generazione, l orgia retorica di un ventennio in cui tutto doveva cedere al binomio bandiera-patria. Retorica che ancor prima, e per secoli, era servita a re e regnanti come strumento di organizzazione del consenso per i loro regimi più o meno assoluti. Ma come si vede, anche nelle classi subalterne, la libera adesione ad un ideale è rappresentata dalla bandiera, emblema collettivo e popolare di lotta e di identificazione a cui si deve attaccamento e amore, sentimento quest ultimo attenuato e reso pudico dall abuso e dall uso strumentale fattone dalle classi egemoni. Da questo punto di vista può ritenersi illuminante l uso del tricolore nazionale per la realizzazione di bandiere sindacali. La lotta di liberazione e la Resistenza, che hanno avuto il 3

4 merito di far nascere lo stato repubblicano, hanno reso più vicino ai bisogni e ai sentimenti delle classi popolari la nuova istituzione e le lotte per l applicazione della carta costituzionale fatta dal sindacato, dopo la promulgazione, ci è testimoniata anche dalle numerose bandiere sindacali toscane, che adottano il tricolore su tutto il drappo (ben nove) o con inserti su una parte di esso (otto). Cosa impensabile e mai avvenuta prima quando l amore e l attaccamento alla bandiera nazionale era strumentale agli interessi delle classi egemoni, alla quale veniva contrapposto dal proletariato l internazionalismo con i suoi simboli. E molto probabile che la scelta del tricolore fosse influenzata dalla costituzione unitaria avuta dal sindacato fino alla scissione del 1948 che può aver agevolato, con la presenza di componenti non riconducibili a correnti di sinistra, una scelta di simboli più neutrali e richiamanti l intero sindacato. Al di la dei contenuti di identificazione e di autorappresentazione della classe operaia, tema su cui torneremo più avanti, le bandiere sono anche degli oggetti con caratteristiche realizzative e artistiche varie (ricami, stoffe, colori, dipinti, a volte di elevato pregio) ed è questo l aspetto al quale dedicheremo uno sforzo particolare di descrizione e di catalogazione. Le bandiere sindacali possedute dalla CGIL in Toscana, o da sue strutture di categoria, sono un patrimonio molto significativo e prezioso databile, per la stragrande maggioranza, dal secondo dopoguerra in poi; Fatto facilmente spiegabile con le due traumatiche cesure temporali dovute, la prima, allo stato d assedio per i moti del carovita nel 1898, che si protrasse fino alla ricostituzione delle Camere del Lavoro intorno al 1901, e la seconda, all affermarsi del fascismo e alla sua predominanza politica per oltre un ventennio, dal 1922 al Questi due fatti hanno significato una traumatica interruzione nell attività di tutto il sindacato e, specialmente il periodo fascista, significò una sistematica devastazione delle sedi sindacali e di quanto in esse contenuto. Una particolare attenzione era dedicata all appropriazione o alla distruzione delle bandiere per il loro significato di emblema e per i simbolismo in esse insito. Alcune di queste bandiere si salvarono fortuitamente e ciò è dovuto al fatto, ironia della sorte, che gli squadristi le conservarono, in un primo tempo, per documentare le proprie azioni. Per opera del partito fascista le bandiere furono, in parte, raccolte dalle sedi periferiche del partito, per essere poi adoperate in occasione della Mostra della rivoluzione fascista (MRF), organizzata in occasione del decennale della marcia su Roma (ottobre 1932). In questa Mostra, i vessilli, vennero esposti e mostrati come le più emblematiche e significative spoglie dei nemici vinti e dello scongiurato pericolo rosso. In seguito, gli oggetti della mostra furono fatti confluire presso l Archivio centrale dello Stato dove rimasero dimenticati per circa un quarantennio. Le bandiere di questo fondo, salvatesi fortunosamente dalla distruzione e ritrovate da Carla Gobetti negli anni 70 sono state restaurate, catalogate ed esposte in una mostra tenuta a Torino nel Tra queste vi è anche una significativa rappresentanza di bandiere politiche, sindacali o del movimento operaio, le cui immagini sono state utilizzate, insieme alle bandiere più significative possedute dal nostro sindacato, per una sezione di Rossa mostra sull iconografia del movimento operaio, a chiusura delle celebrazioni per il Centenario della CGIL. Mostra che si è inaugurata il 25 ottobre 2007 a Napoli, e che sarà a Torino nei primi mesi del Le bandiere, ancora in possesso delle varie strutture sindacali in Toscana (categorie o CdL), risalenti agli albori del sindacato, sono pochissime e databili agli inizi del XX secolo, infatti la più antica sembrerebbe (per le notizie attualmente disponibili) quella del Sindacato provinciale fra commessi di commercio e impiegati privati di Firenze che fonti orali tramandate asseriscono essere 1 La mostra voluta fortemente da Sandro Pertini venne curata dal Centro studi Piero Gobetti e dall Istituto storico della Resistenza in Piemonte e si tenne a Torino a Palazzo Carignano dal dicembre 1980 al giugno 1981 con il titolo Un altra Italia nelle bandiere dei lavoratori : simboli e cultura dall unità d Italia all avvento del fascismo dal catalogo della mostra sono tratte le informazioni storico-iconografiche riportate in appendice al presente lavoro del cui utilizzo siamo debitori e grati agli Istituti summenzionati. 4

5 del Pochissime altre bandiere sono riferibili al primo ventennio del 900 ed esse sono: quella della Camera del lavoro di Pontedera e quella degli autofferotramvieri di Firenze. Sia l una che l altra furono custodite da iscritti al sindacato che, a rischio di essere scoperti, le hanno salvate e, alla caduta del fascismo, rese alle rispettive strutture sindacali che ancora oggi le possiedono. Il quadro attuale può considerarsi completato con tre altre bandiere che potrebbero essere degli anni 20 o precedenti cioè : - Cassa mutua lavoranti panettieri Firenze (fine secolo XIX?), - Lega contadini Castagneto Carducci, - Lega lavoratori panettieri Livorno. Tutte le altre bandiere risalgono al secondo dopoguerra o ad anni ancora più recenti. C è da dire che l attuale elenco delle bandiere è certamente molto parziale e ciò è dovuto al metodo d indagine utilizzato, non molto accurato. Infatti ci si è limitati a chiedere alle strutture territoriali di segnalare le bandiere storiche da esse possedute con le eventuali notizie in loro possesso e corredate da immagini digitali dei manufatti stessi. Diverse strutture non ci hanno segnalato nessuna bandiera, nonostante i nostri solleciti, tra queste quelle delle province di: Lucca, Massa Carrara e Siena. A parte Pisa, Livorno e Firenze dove il censimento è stato condotto con più attenzione, un serio lavoro di ricognizione, potrebbe portare a nuove scoperte nelle nostre strutture sindacali, in quasi tutte le altre province toscane. Uno dei problemi più rilevanti del nostro lavoro è stato quello della datazione delle bandiere. Essa è stata principalmente compiuta ricorrendo alla cronologia organizzativa dei sindacati che le hanno prodotte, non avendo quasi mai notizie documentarie dirette sui manufatti, da integrare ove possibile con altre fonti. E un ovvietà che i manufatti possono essere posteriori alla costituzione di un sindacato ma in nessun modo possono essere antecedenti a tale data, a meno di riusi o adattamenti come sembrerebbe il caso di quella della CdL di Pontassieve (B. n. 30) e di Bagni di Casciana per quelle del fondo MRF (B. n. 92). In questo modo, anche se con approssimazione a volte ampia, abbiamo ipotizzato delle date, quasi mai certe, tranne nel caso di date esplicite contenute nelle bandiere o correlate ad eventi certi. E questo il caso del Primo congresso unitario di Firenze dall 1 al 7 giugno del 1947 del quale la bandiera della Camera del lavoro di Firenze riporta il logo. Di alcune altre siamo riusciti a documentare, attraverso i fondi fotografici, archivistici o la stampa sindacale, date certe del loro uso, anche se in questo caso la loro creazione può essere antecedente, in questi casi si è utilizzata tale data preceduta dal termine ante. Ci sono poi un gruppo di bandiere che danno dei problemi particolari, perché non corrispondono ad una intestazione certa, come nel caso di alcune bandiere dei pensionati di Pisa e Prato e per quella della Camera del lavoro di Pontassieve. Quelle relative ai pensionati riportano la dizione Sindacato pensionati che differisce sensibilmente dalla Federazione italiana pensionati (FIP) attiva negli anni 50 ed è differente dalla intestazione successiva di Sindacato pensionati italiani (SPI) costituito nel Per questo gruppo di bandiere siamo propensi sia per lo stile delle scritte sia per il vecchio logo della CGIL-FSM in quella di Prato a indicare una data che corrisponde all attività della FIP anche se il nome utilizzato è più simile a quello successivo utilizzato come SPI (Sindacato pensionati italiani). Un altro caso difficoltoso è quello della bandiera della CdL di Pontassieve dove abbiamo l intestazione CGIdL Camera del lavoro della Provincia di Firenze : Sez.ne di Pontassieve. Ora la sigla CGdL senza la I era quella della confederazione dal 1906 al suo scioglimento in epoca fascista. La sigla CGIL con la I di italiana e senza la d è quella adottata dal 1944 in poi. Siamo, comunque, propensi ad assegnare a questa bandiera una data posteriore al 1944 perché probabilmente è stata riportata in sigla la esatta dizione del sindacato Confederazione generale italiana del lavoro con la d abbreviazione della preposizione del e non la sigla ufficiale CGIL. 5

6 Questa bandiera, come tricolore, probabilmente è più antica e la tela potrebbe essere addirittura anteguerra, in quanto sulla parte bianca che porta la scritta si trovano lievi aloni relativi a due piccoli scudi affiancati (stemma sabaudo e stemma con fascio?) che potrebbero essere stati tolti e la stoffa riutilizzata per la creazione della nostra bandiera. Per le poche bandiere riferibili ai primi due decenni del 900 la datazione è abbastanza certa in quanto quella degli autoferrotramvieri di Firenze e quella della Camera del lavoro di Pontedera sono state salvate durante il periodo fascista facendole conservare da persone che a Liberazione avvenuta le hanno riconsegnate alle strutture sindacali di appartenenza. Nella cornice di quella degli autoferrotramvieri c è anche una copia della lettera di ringraziamento fatta dal segretario del sindacato e in parte già riportata in cima al presente testo. La datazione è un po più aleatoria per le bandiere riferentesi alle leghe o alla mutua dei panettieri per le quali non siamo riusciti a trovare notizie certe ma soltanto basandoci su dati estrinseci, (motivi decorativi, iconografia, intestazioni, ecc.) abbiamo potuto cronologicamente assegnarle ad un arco temporale che varia dalla fine del XIX secolo agli anni 20 del sec. XX, come si evince dalle sintetiche note storiche che accompagnano le relative schede. Oltre alla datazione, altri elementi importanti delle bandiere sono rappresentati dai motivi iconografici e dalle iscrizioni in esse contenute, che insieme ai colori utilizzati sono gli elementi più significativi di tali manufatti. Possiamo definire l iconografia come un linguaggio figurato e come il complesso delle raffigurazioni sistematiche relative ad un soggetto o a discipline e argomenti particolari. Esso rappresenta quel complesso di segni visivi che, tramite l utilizzazione sistematica, servono ad identificare e definire un soggetto od un argomento. Questo complesso linguaggio di immagini visive stratificato nel tempo riusciamo ad interpretarlo attraverso l iconologia, che ha come oggetto l interpretazione di simboli, figure allegoriche, emblemi e simili. Nel nostro caso, specie per le bandiere ancora possedute dalle nostre strutture sindacali, siamo davanti a manufatti spesso privi di un vero contenuto iconografico o contenenti una iconografia minima, raramente siamo davanti ad un linguaggio visivo complesso; Ciò è spesso legato a un discorso temporale di creazione dei manufatti e alle difficoltà ad esso collegate (eventi bellici). Gli elementi iconografici spesso (ma non esclusivamente) sono mutuati dai motivi e dal linguaggio allegorico della tradizione classica, di quella socialista, di quella massonica ecc. L iconografia, spesso, recepisce elementi di derivazione colta e di contenuto complesso che vengono rielaborati e rese leggibili sia semplificandole sia aiutandone la lettura, più larga possibile, con didascalie, scritte esemplificative, motti o parole d ordine. E dall ultimo quarto del secolo XIX che il movimento operaio coltiva e sviluppa un iconografia legata al miglioramento sociale e a quell anelito verso una società futura migliore che può in larga parte identificarsi con l emblema del sole nascente, cioè con l affermarsi e diffondersi dei principi di giustizia e di eguaglianza sociale. Iconograficamente sarà proprio il sole nascente uno dei simboli più stabili e adoperati per raffigurare questo cammino progressivo verso l emancipazione del movimento operaio. Il rilevante impulso organizzativo dei secoli XIX-XX apre al movimento operaio nuove e molteplici strade e consente la sua penetrazione socio-culturale in ambienti sempre più ampi e diversificati. In questo processo di sviluppo organizzativo, politico, culturale, della classe operaia viene elaborato, codificato, ritualizzato, un apparato simbolico e iconografico di autorappresentazione sempre più elaborato e complesso, che con poche varianti perdurerà nel tempo, per pervenire, in diversi casi, fino a noi. Spunti e fonti iconografiche rilevanti sono quelle legate agli strumenti dei mestieri e ad alcuni lavori tipici di operai e/o contadini. Anche i motivi naturali legati al corso degli astri, o quelli vegetali sono utilizzati nell iconografia, così come la figura umana o sue parti. Molto importanti sono i risvolti iconografici legati alla vocazione internazionalista del movimento operaio, anche se diversificate dalle culture e sensibilità nazionali e territoriali. L appropriazione e la rielaborazione di motivi iconografici e simbolici da 6

7 parte del movimento operaio è ancorato al territorio per marcare, affermare e rafforzare il legame d appartenenza e questo sia con l iconografia (p. es. il giglio fiorentino per Firenze) ma molto più spesso con l iscrizione della località (comune, città, regione, ecc.). Possiamo suddividere, schematicamente, i motivi iconografici nelle seguenti categorie: - Motivi e personaggi derivati da allegorie classiche (caducei, piedi alati, vittorie, ecc.) - Figura umana o parti di essa con significato di rappresentazione simbolica ( Libertà, emancipazione, democrazia, giustizia, concordia, unione, solidarietà ecc.) - Elementi astronomici e naturali con significato simbolico (sole, stelle, globi, fuoco, fulmini, fiaccole, ecc) - Elementi vegetali (fiori, rami, ghirlande, fasci, spighe, ecc.) - Animali o parti di animali con significato e rappresentazione simbolica (colombe, ecc.) - Oggetti, strumenti, impianti di lavoro ( falci, martelli, fusi, zappe, aratri, edifici industriali, ciminiere ecc.) - Altri motivi e allegorie geometriche (cerchi intrecciati, ) Non tutti questi motivi trovano posto nelle nostre bandiere mentre alcuni di essi vengono adoperati soventemente. Una delle iconografie più semplici ed intuitive è quella di richiamare e connotare tramite la rappresentazione di oggetti, impianti, parti di macchine o attrezzi di lavoro, apposti sulla bandiera, gli aderenti all organizzazione sindacale che prevalentemente li utilizza. L utilizzazione di attrezzi tipici, per connotare gli appartenenti ad un mestiere, risale alla più remota antichità. In Toscana, ma non solo, tale metodo serviva a identificare le arti e i mestieri in epoca medioevale e rinascimentale e ce ne rimangono esempi bellissimi, anche dal punto di vista artistico, in Orsammichele e su tanti palazzi storici di Firenze. Questo motivo iconografico è tra quelli maggiormente presenti, lo ritroviamo in 16 bandiere di categorie o strutture industriali e agricole (FIOM, FILLEA, FIOT, FILC, FIDAE, Postelegrafonici, nella Federbraccianti di Grosseto e nella lega contadini di Castagneto). Nelle nostre bandiere troviamo così: ruote dentate, compassi, penne per i metalmeccanici; squadre, cazzuole, livelli, martelli, filo a piombo ecc. per gli edili ; alambicchi per i chimici ; spola da telaio per i tessili ; busta da lettere e fili telegrafici per i postelegrafonici ; fiasco da vino per i fiascai ; falci e aratri per i contadini, ecc. Il tema iconografico più rappresentato nelle nostre bandiere sono i tre cerchi intrecciati (in parte sovrapposti e concatenati tra loro), che da solo o abbinato ad altri elementi iconografici è presente su 17 bandiere. Questa iconografia presente anche sulla bandiera della CdL di Pontedera ci assicura che essa risale a tempi abbastanza lontani. Contiene una simbologia di unità derivata dal simbolo trinitario massonico mutuato poi dal movimento operaio. Esso rappresenta l unità di azione tra le SMS, le Leghe di resistenza e le cooperative che si andava realizzando agli inizi del XX secolo. Questa unità veniva chiamata Triplice alleanza o Triplice economica e i tre cerchi rappresentano, in questa alleanza ed unità le tre componenti cioe: la Confederazione del Lavoro, la Lega nazionale delle cooperative e la Federazione nazionale delle SMS. Il tentativo all epoca era quello di creare un organizzazione sindacale autonoma dai partiti e che doveva costituire essa stessa un Partito del Lavoro 2. Questo tentativo diverrà esplicito nelle elezioni del 1919 quando una lista all uopo presentata riuscirà ad eleggere nella circoscrizione genovese un deputato. Come motivo iconografico, frequentemente utilizzato, troviamo poi la colomba (generalmente in volo) a simboleggiare la pace, che è presente su 6 bandiere; l elemento concettuale è rafforzato dal ramoscello d ulivo nel becco presente in 2, mentre una terza porta un ramoscello forse di mimosa. Altra presenza iconografica significativa è quella della ruota alata identificante i lavoratori dei trasporti, e con l aggiunta di una rotaia specificatamente i ferrovieri e tramvieri, presente su 5 2 Un altra Italia nelle bandiere dei lavoratori : simboli e cultura dall unità d Italia all avvento del fascismo, p

8 bandiere. L iconografia della ruota alata rappresenta la velocità dei trasporti moderni e come componente dei mezzi di locomozione diviene il simbolo dei lavoratori di queste categorie. Molto presente è anche la raffigurazione del globo a rappresentare la Terra e l internazionalismo del movimento operaio. La numerosa presenza di questo elemento è anche dovuta al fatto che esso era un elemento del logo sia della CGIL che della FSM (Federazione sindacale mondiale fondata nel 1945) che spesso veniva ripreso dalle varie strutture federate. Esso è presente, spesso abbinato ad altri elementi, su 9 bandiere. Altri elementi iconografici rappresentati sono: Spighe di grano (n. 3) (due per i panettieri, e una per la Federbraccianti di Grosseto), Elementi astronomici (sole, luna arcobaleno, fulmini ecc.) complessivamente 7, Penisola italiana (n. 2) (1 bandiera della pace Vada, 1 Sindacato commessi di commercio), Un caduceo simbolo di Mercurio e del commercio (sindacato commessi di commercio). Un Pegaso alato come simbolo di localizzazione, essendo il simbolo scelto dalla Regione Toscana, nella bandiera della CGIL regionale. Una con mani che si stringono (cassa mutua lavoranti panettieri). Su quest ultima iconografia vorremmo dire brevemente e rilevare che essa è antichissima. Il simbolo delle mani che si stringono è documentato fin sulle monete etrusche e romane e via via per tutto il medioevo e il rinascimento (molto spesso in araldica e su medaglie) fino all epoca fascista che ne vietò (nel 1935) l utilizzazione alle superstiti società di Mutuo soccorso e alle associazioni di previdenza e assistenza. Esso riappare alla caduta del fascismo anche nell iconografia della CGIL (vedi il manifesto di Guttuso per l 8 congresso nazionale del 1973). La connotazione simbolica di questo gesto è multiforme ma sempre inteso in senso positivo e connotante aiuto, fiducia, unione, soccorso, ecc. Ancora oggi alcuni momenti della vita quotidiana sono connotate da questo positivo gesto, dal saluto al gesto di concordia. La stretta di mani suggellava la conclusione di un contratto, come avveniva fino a qualche decennio fa anche nelle nostre campagne, la cosiddetta palmata era la forma più indiscussa e indissolubile di sancire l accordo. Un termine un po desueto utilizzato fino al XIX secolo utilizzava il termine impalmare (cioè congiungere le palme delle mani) per sposarsi o ancora chiedere la mano per una richiesta di matrimonio. La stretta di mani venne assunta dal movimento operaio in senso solidaristico, cooperativistico e di mutuo aiuto tra i lavoratori di un mestiere o di una categoria e tale motivo venne chiamato delle mani in fede. E in tale senso che lo ritroviamo nella nostra bandiera dove due mani destre si stringono al centro e dove il concetto di mutualità (aiuto reciproco) e rafforzato dalla parola mutua nella scritta cassa mutua lavoranti panettieri. Questa iconografia in molte altre bandiere delle associazioni operaie e mutue era arricchita da elementi di contorno come ghirlande, elementi di mestiere, elementi astronomici, ecc. Un altro elemento spesso presente sono i polsini e parte del braccio che connotavano una stretta di mano tra eguali se con gli stessi elementi o tra diversi (operai impiegati, uomo donna, ecc.) come vediamo nell appendice nelle bandiere della Lega degli operai di Calci e del Club operaio di Casciavola (B.101 e 113). Veniamo adesso brevemente e per ultimo alla bandiera (ancor più esattamente gonfalone) della Camera del lavoro di Firenze, che fra tutte quelle censite presenta l iconografia più elaborata. Essa come abbiamo detto è coeva al 1 congresso nazionale unitario del 1947, svoltosi a Firenze, del quale ripete, ricamato con buona fattura il logo, su tricolore con in basso una localizzazione iconografica. Nel gonfalone appare un arco non ancora del tutto chiuso dalla sua chiave di volta che porta la scritta CGIL. I vari conci dell arco riportano gli strumenti emblematici delle varie federazioni di categoria (corno postale per i postelegrafonici, la ruota del timone per i marittimi, un libro aperto per i poligrafici, ecc.). L arco simboleggia una costruzione perfetta dove i singoli elementi, di per se, hanno un equilibrio e una stabilità precaria ma che una volta chiuso, dalla chiave di volta, assume una stabilità e una 8

9 funzionalità assicurata proprio dall unità e dal mutuo concorso delle varie parti. L elemento finale ed essenziale che assicura questo risultato è proprio la chiave di volta. Nel nostro caso, questa chiave, emblematicamente porta la scritta CGIL ed è cioè la Confederazione che coordina, unifica, compendia, armonizza e rende stabili le varie componenti (federazioni e sindacati di categoria). Dentro l arco e dietro i due emisferi del globo, simbolo dell internazionalismo del movimento sindacale, c è il sole sorgente che irraggia la sua luce e che porta le iscrizioni rafforzative di: pace, lavoro, libertà. Di per se il sole nascente è simbolo di luce (in senso anche figurato) e di emancipazione del movimento operaio protetta dall organismo Confederale (l arco) entro la quale viene inquadrata e fatta propria. Il tutto è localizzato varie volte perché è sul tricolore della bandiera italiana e poi ancora localizzata dal simbolo araldico di Firenze che in qualche modo ribadisce con l iconografia la localizzazione espressa dalla scritta superiore...di Firenze e provincia. Oltre ai simboli e all iconografia un altro elemento importante sono i colori utilizzati nelle bandiere. Nelle cosiddette bandiere della pace degli anni 50 la policromia e l assemblaggio di stoffe di tipo e di grandezza quasi sempre diverse è proprio l elemento caratterizzante dove i singoli pezzi e colori simboleggiano l unione e la coesistenza tra diversi; E proprio l elemento della diversità e della varietà che, oltre al contenuto ideale, conferisce ai manufatti bellezza e vivacità. Quasi sempre i vari pezzi venivano firmati o con il nome o con simboli identificativi di chi partecipava alla loro realizzazione, altre volte contenevano anche rivendicazioni e/o richieste fatte e realizzate a rappresentare un promemoria e un bilancio (come nel grandissimo striscione del nostro Centro, B. 88). Un altro striscione dove la policromia si affianca a molti elementi iconografici è quello del coordinamento donne metalmeccaniche fiorentine. Qui gli elementi astronomici sole-giorno, luna e stelle-notte ed un grande arcobaleno simboleggiano l apporto delle donne alla società e al sindacato. Ai colori, inoltre, sono sempre stati abbinati virtù o proprietà particolari e sono stati utilizzati per rappresentare ideologie e movimenti politico-sociali. Così il rosso ha rappresentato il coraggio, l ardimento, il calore, ma anche il sangue versato per i propri ideali, o la rivolta, esso da sempre è stato il colore del movimento socialista e comunista; Il bianco la resa, l accordo, ma anche la purezza e il candore, è il colore rappresentativo delle ideologie cattoliche; Il nero il lutto, la sofferenza, il buio, è il colore rappresentativo delle ideologie anarchiche; Il verde la speranza, è il colore rappresentativo delle ideologie repubblicane e mazziniane, e così via. Nelle nostre bandiere il colore predominante è il rosso che viene utilizzato, da solo o con piccoli inserti spesso tricolori, 42 volte, e altre 32 volte nelle bandiere dell appendice. Nelle bandiere più strettamente sindacali troviamo quelle costituite dal tricolore su tutta la bandiera 9 volte e richiamato con inserti più o meno ampi altre 8 volte, tutte su bandiere post 1944, infatti non compare mai utilizzato tra quelle in appendice; 8 volte il bianco e rosso in parti uguali o quasi; 8 volte il bianco o il beige chiaro su tutta la bandiera, (2 volte tra quelle dell appendice); 6 volte l azzurro e il celeste; 2 volte il verde; Un altro aspetto molto importante è la decorazione e la realizzazione dei manufatti dal punto di vista artistico. Qui gli interventi sono di due tipi: il primo dovuto a decoratori o pittori che hanno realizzato le decorazioni più o meno belle o significative; il secondo è affidato al ricamo. Nelle nostre bandiere sono presenti (come dipinti) le colombe della pace (Bandiera del gruppo femminile della Camera del lavoro e quella della commissione femminile vetro ceramica), il fiasco della federazione Fiascai, la diga della FIDAE toscana, l aratro della bandiera della lega contadini 9

10 di Castagneto; tra quelle del fondo MRF quella della CdL di Arezzo, quella dei postelegrafonici, quella dei barrocciai di Fornoli, la Lega operaia di Calci, la Lega colonica di Ravi e Caldana e quella dell Unione guardafili di Pisa. La realizzazione delle altre bandiere è stata affidata al ricamo. Ricamo che può essere manuale, ma più sovente a macchina soprattutto quando l intervento rappresenta solo la realizzazione di scritte relative alla denominazione dei committenti. Raramente abbiamo delle realizzazioni molto raffinate e curate eccettuate quelle: dei panettieri, della FIOM, della FILLEA, della FILCAMS, e della CdL di Firenze. Di buona fattura sono anche quella della Federbraccianti di Grosseto e dei panettieri di Livorno e il gonfalone della Camera del lavoro di Pisa. Di fattura abbastanza buona sono quelli della FILLEA, della FIOM, e dei postelegrafonici di Pisa, quelle di Pistoia (FIOT e FIOM), quella della FIOT di Prato, della CGIL Toscana e quella dei commessi di commercio di Firenze, anche se molto danneggiata. Tra quelle del fondo MRF in appendice vanno notate quelle: del Club operaio di Casciavola, della Società arti e mestieri di Caprona, quella della SMS del Ponte alla Badia (Fiesole). Altro bel manufatto è quella dell SMS degli orefici conservata nell androne del palazzo degli artigiani orafi in Vicolo Marzio vicino a Piazza S. Stefano a Firenze. L arte del ricamo è antichissima e anche l utilizzo nella decorazione di bandiere o di arazzi risale all alto medioevo o ancora prima. Esso consiste nel decorare mediante fili generalmente di diverso colore una stoffa con motivi decorativi vari (fiori, animali, elementi astronomici, motivi geometrici ecc.) e con scritte o combinando insieme i vari elementi. Uno dei manufatti più straordinari di questi remoti tempi è l arazzo di Bayeux, risalente al 1066 circa, che rappresenta con il ricamo, di una lunghissima striscia di tela lunga circa 70 metri, la conquista normanna dell Inghilterra ad opera del duca Guglielmo. In questa epopea ricamata sono presenti ben 23 gonfaloni nelle schiere normanne e solo due tra quelle inglesi. Il gonfalone più ricco ed ornato è posto proprio accanto al duca Guglielmo. Ma il periodo di maggior utilizzazione del ricamo nell adornare bandiere forse è stata l epoca rinascimentale quando per l ideazione delle decorazioni venivano impiegati anche grandi artisti. I punti e le tecniche sono molto varie qui si allegano didascalicamente alcuni punti che sono serviti nella realizzazione di alcune delle bandiere presentate. Punto raso o punto pittura Punto raso doppio Punto catena 10

11 Punto pieno Punto festone e varianti Punto a spina di pesce Punto a spina di pesce dop. Punto erba Punto erba con sopragitto Per quel che concerne il movimento operaio gli esempi di bandiere ricche, fastose e di buona realizzazione tecnica sono vanto di paesi quali l Inghilterra, la Germania e i Paesi Bassi dove prima che da noi e con molto più potere economico si sviluppò l industria e l economia capitalista e quindi l organizzazione operaia e il sindacato. Per l Italia le bandiere più belle sono quelle riferibili alle Società di Mutuo Soccorso (SMS) che molto spesso si sono conservate integre perché patirono meno le devastazioni fasciste, begli esemplari sono documentati specie nell Italia del nord ovest nel volume Una strenna di mani. In appendice presentiamo le bandiere non appartenenti a strutture sindacali ma che pur appartenendo a strutture pubbliche o private varie rivestono un interesse documentario per il sindacato o più genericamente al costituirsi del movimento operaio in Toscana. Tra queste, quelle relative al sindacato o al movimento operaio contenute nel fondo MRF, belle e accurate nella realizzazione sono quella della Camera del lavoro di Arezzo, quella del sindacato postelegrafonici di Firenze, interessanti sono quelle dei guardafili telegrafici della sezione di Pisa e per quelle non sindacali quella della SMS del Ponte alla Badia di Fiesole. Da ultimo per una migliore comprensione dei rapporti tra le varie strutture sindacali dobbiamo ricordare la differente suddivisione territoriale delle provincie toscane che a fine 800 erano 7 (Arezzo, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Carrara, Pisa e Siena) e che anche la loro estensione è mutata. Quella che ha subito il più profondo cambiamento è la Provincia di Firenze dal cui territorio, prevalentemente viene creata quella di Pistoia e più recentemente quella di Prato. Ma anche altre provincie toscane con la riforma del 1925 mutano estensione territoriale come Pisa e Livorno, oltre che Firenze. Così i comuni di: Bibbona, Campiglia Marittima, Castagneto Carducci, Cecina, Collesalvetti, Piombino, Rosignano Marittimo, Sasseta, Suvereto che facevano parte della provincia di Pisa vengono trasferiti alla provincia di Livorno, mentre entrano a far parte di quella 11

12 pisana i comuni di: Castelfranco di Sotto, Montopoli Val d Arno, San Miniato, Santa Croce sull Arno e Santa Maria a Monte fino ad allora appartenuti alla provincia di Firenze. Voglio da ultimo ringraziare quanti hanno contribuito al presente lavoro con le loro segnalazioni, informazioni e immagini delle bandiere tra questi: Moreno Bertelli e Roberta Ciangherotti per Pisa e provincia, Gennaro Andreozzi per S. Croce sull Arno, Roberto Bardi della Flai, Cristina Settimelli della Filtea, Paoli e Patrizia dei chimici fiorentini, Luca Barbetti per gli elettrici, Giovanni Occhipinti per la CdL di Empoli, Sergio Frosini per Pistoia e provincia, Ganapini per la Flai di Grosseto, Nenci per la CdL di Livorno e prov., Gabriele Innocenti per Arezzo e provincia. Un ringraziamento e un riconoscimento particolare è dovuto al lavoro della Fondazione Gobetti, che unitamente all Istituto storico della Resistenza in Piemonte, all Archivio Centrale dello Stato e al Museo nazionale del Risorgimento hanno curato la mostra Un altra Italia nelle bandiere dei lavoratori e per il prezioso e accurato catalogo al quale abbiamo attinto a piene mani per la descrizione delle bandiere dell appendice. Un ringraziamento particolare a Luigi Martini curatore della mostra Rossa per le immagini fornite. Cenni sulla conservazione dei manufatti (piccolo decalogo per le nostre strutture) La conservazione dei manufatti su stoffa è soggetta ai criteri generali per la conservazione delle stoffe. La stoffa essendo composta da fibre di vario genere (cotone, lino, lana, seta, ecc.) intrecciate perpendicolarmente tra loro (ordito e trama) devono esse per prima cosa preservate da quegli agenti fisici e chimici che possono alterare o distruggere sia il materiale con cui è costituita (umidità, calore intenso, fuoco, ecc.) sia alterare la mutua giacitura delle fibre tra di loro (lacerazione, strappi, sfilature) ecc. Nel nostro caso dobbiamo anche preoccuparci degli elementi accessori intimamente unite al tessuto primo tra tutti il colore, ma anche ricami, applicazioni, pitture ecc. La stoffa e questi elementi possono essere danneggiati anche da: Luce, (soprattutto luce diretta solare), Polvere, fumo, fuliggine, Acqua e umidità con conseguenti muffe che possono svilupparsi, Insetti (tarme per i tessuti in lana), Sostanze acide, sostanze grasse, sostanze provenienti da ossidazione di elementi ferrosi e vari, Nostra prima preoccupazione dovrà essere quindi quella di preservare i manufatti dal deterioramento più o meno grave che questi elementi possono provocare. Le bandiere pertanto andrebbero conservate preferibilmente al buio ripiegate entro cassetti o scatole di cartone non acido (da evitare cassetti di mobili metallici o scatole di metallo che con fenomeni di condensa possono arrugginirsi macchiando e danneggiare irreparabilmente le bandiere). Questa collocazione protegge le bandiere anche dalla polvere, dalla luce e dagli insetti e da altri elementi che possono danneggiarle. Qualora si volessero esporre, le bandiere, dovranno essere protette opportunamente con teche o espositori adeguati, non andrebbero incorniciate e nel malaugurato caso che lo fossero non esposte per lunghi periodi di tempo. Un piccolo decalogo per una buona conservazione fornitoci dal laboratorio di restauro del Museo del tessuto di Prato è il seguente: E da evitare in modo assoluto di esporle e collocarle alla luce solare diretta; La sistemazione espositiva in cornice sotto vetro, oltre all azione meccanica di schiacciamento dannosa per i ricami, potrebbe causare la formazione di microrganismi o muffe, dannosi per il manufatto tessile; nel caso si decida dunque questo genere di collocazione bisogna fare in modo che circoli l aria, quindi lasciare almeno 1 cm si spazio tra la bandiera ed il vetro. Assolutamente da evitare l incollaggio delle bandiere poiché le colle sono perlopiù irreversibili e dannose per la buona conservazione del tessuto. Se le bandiere sono in buone condizioni si consiglia di esporle per un periodo non superiore a 6 mesi, e in seguito riporle al buio. 12

13 Se possibile si consiglia di riporre i manufatti tessili degradati in piano e coperte da carta velina non acida, per evitare l accumulo del particellato pulviscolare. Diamo qui di seguito un esempio concreto dei danni provocati da una scorretta conservazione in una bandiera incorniciata ed esposta per lungo tempo. Estrazione della bandiera dalla cornice 13

14 Decolorazione e decadimento delle fibre tessili in una bandiera lungamente incorniciata ed esposta alla luce (il colore azzurro brillante e l oro del filo gravemente alterati sul lato esposto alla luce sono ancora perfettamente visibili sul retro della bandiera) Il tessuto è gravemente danneggiato dalla lunga esposizione e le fibre di seta risultano totalmente disidratate con i fili che si spezzano lacerando in modo gravissimo la bandiera. 14

15 Per non far scivolare la bandiera il corniciaio(?) ha incollato direttamente il tessuto sul cartoncino di supporto, ecco i danni provocati dal collante in fase di distacco. Sviluppo di macchie causate da umido e muffe al di sopra e al di sotto della scritta Firenze, notare in basso a sinistra la differenza di colore con la parte coperta dalla cornice e protetta dalla luce che ha conservato in larga parte il colore originale. 15

16 Abbreviazioni contenute nelle schede a.- anno ante- anteriore a B. / band. - bandiera CCdL- Camera confederale del lavoro CDAS- Centro documentazione e Archivio storico CGIL Toscana CdL- Camera del lavoro CdLT- Camera del lavoro territoriale C.E. Comitato esecutivo CGIL- Confederazione generale italiana del lavoro C.I.- Commissione/i interna/e cm.- centimetri Comm.- Commissione Conf.- confederale des.- destra Fed.- Federazione Fed.ne.- Federazione Femm.- femminile FIAI- Federazione italiana autoferrotramvieri e internavigatori FIAIZA- Federazione italiana addetti industrie zucchero e alcool FIDAE- Federazione italiana dipendenti aziende elettriche FIDAG- Federazione italiana dipendenti aziende gas FILA- Federazione italiana lavoratori abbigliamento FILC- Federazione italiana lavoratori chimici FILCAMS- Federazione italiana lavoratori commercio albergo mensa e servizi FILCEA- Federazione italiana lavoratori chimici e affini FILCEP- Federazione italiana lavoratori chimici e del petrolio FILCEVA- Federazione italiana lavoratori ceramica elettronica vetro e abrasivi FILDA- Federazione italiana lavoratori degli acquedotti FILE- Federazione italiana lavoratori edili FILEA- Federazione italiana lavoratori edili e affini FILIA- Federazione italiana lavoratori industria alimentare FILLBAV- Federazione italiana lavoratori legno boschive artistiche e varie FILLEA- Federazione italiana lavoratori legno dell edilizia e delle industrie affini FILPC- Federazione italiana lavoratori poligrafici e cartai FILT- Federazione italiana lavoratori trasporti FILTA- Federazione italiana lavoratori trasporti e ausiliari FILTEA- Federazione italiana lavoratori tessili e abbigliamento FILZIAT- Federazione italiana lavoratori dello zucchero delle industrie alimentari e del tabacco FIM- Federazione italiana metalmeccanici FIOM- Federazione impiegati operai metallurgici FNAI- Federazione nazionale autoferrotramvieri e internavigatori FIOT- Federazione impiegati operai tessili FIP- Federazione italiana pensionati FIP- Federazione italiana postelegrafonici FIST- Federazione italiana sindacati trasporti FLAI- Federazione lavoratori agro-industria FNLE- Federazione nazionale lavoratori energia FNVC- Federazione nazionale vetro e ceramica FNVCA- Federazione nazionale vetrai ceramisti e affini FSM- Federazione sindacale mondiale It.- Italia Ita.na- italiana Lav.- lavoro/lavoratori Lav.ri- lavoratori mand.- mandamentale MRF- Mostra rivoluzione fascista [fondo bandiere] n.- numero naz. - nazionale p.-pagina p.es.- per esempio 16

17 pp.-pagine post.- posteriore a prov.- provinciale S.- santa/o Sec.- secolo Segg.-seguenti Sez.- sezione SFI- Sindacato italiano ferrovieri sin.- sinistra Sind.- sindacato SMS- Società di mutuo soccorso SMV- Società mineraria del Valdarno SNCA- Sindacato nazionale ceramisti e affini SNLV- Sindacato nazionale lavoratori vetro SPI- Sindacato pensionati italiani Trasp.ti - trasporti V.no- Valdarno 17

18 18

19 Località Comune Provincia N. bandiere CGIL Fondo MRF Antignano Livorno (?) Livorno 1 Arezzo Arezzo Arezzo 1 1 Bagni di Casciana Cascina Terme Pisa 1 Bagni di Lucca Bagni di Lucca Lucca 1 Barberino di Mugello Barberino di Mugello Firenze 1 Boccheggiano Montieri Grosseto 1 Borgo S. Lorenzo Borgo S. Lorenzo Firenze 1 Calci Calci Pisa 1 Calcinaia Calcinaia Pisa 1 Caprona Vicopisano Pisa 1 Casale Marittimo Casale Marittimo Pisa 1 Casciavola Cascina Pisa 1 Castelnuovo dei Cavriglia Arezzo 1 Sabbioni-Cavriglia Castagneto Carducci Castagneto Carducci Livorno 1 Castelfranco di Sotto Castelfranco di Sotto Pisa 1 Castiglioncello Rosignano Marittimo Livorno 1 Cerreto Guidi Cerreto Guidi Firenze 1 Certaldo Certaldo Firenze 1 Empoli Empoli Firenze 6 Fauglia Fauglia Pisa 1 Firenze Firenze Firenze Fornacette Calcinaia Pisa 1 3 Grosseto Grosseto Grosseto 2 Impruneta Impruneta Firenze 1 La Rotta Pontedera Pisa 1 2 Livorno Livorno Livorno 3 2 Lucca Lucca Lucca 1 Lucignano Lucignano Arezzo 1 Monastero Cavriglia Arezzo 1 Montecchio Arezzo 1 Montenero Livorno Livorno 1 Monterappoli Empoli Firenze 1 Pisa 11 2 Montevarchi Montevarchi Arezzo 1 Pistoia Pistoia Pistoia 2 Pomarance Pomarance Pisa 1 Ponsacco Ponsacco Pisa 1 Pontedera Pontedera Pisa 1 2 Pontassieve Pontassieve Firenze 1 Ponte a Egola San Miniato Pisa 2 Ponte alla Badia Fiesole Firenze 1 Porto S. Stefano Monte Argentario Grosseto 1 Prato Prato Prato 2 Ravi e Caldana Gavorrano Grosseto 1 Santa Croce sull Arno Santa Croce sull Arno Pisa 3 Santa Maria Empoli? Firenze 1 Santopietro Capannoli Pisa 1 19

20 Località Comune Provincia N. bandiere CGIL Fondo MRF Toscana 2 Trespiano Firenze Firenze 1 Vada Rosignano Marittimo Livorno 1 Vecchiano Vecchiano Pisa 1 Villafranca Villafranca in Lucca 1 Lunigiana Viareggio Viareggio Lucca 1 Volterra Volterra Pisa 1 Zona del cuoio Pisa 1 Senza localizzazione 19 Totali Raggruppamento per province ( le bandiere del fondo MRF sono riportate in corsivo grassetto) Provincia Bandiere, striscioni, ecc. (numeri di catalogo) Totali Arezzo 31, 32, 33, 34, 91, 99, 110, Firenze 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 9, 10, 11, 13, 15, 16, 18, 19, 21, 22, 23, 24, 25, 32 26, 27, 28, 29, 30, 83, 86, 87, 90, 95, 116, 121 Grosseto 35, 36, 94, 108, Livorno 37, 38, 39, 40, 42, 47, 93, 98, 122, Lucca 96, 109, 115, Pisa 48, 49, 50, 51, 54, 57, 58, 60, 61, 62, 63, 64, 65, 66, 67, 68, 69, 42 70, 71, 72, 73, 74, 75, 76, 77, 78, 92, 97, 100, 101, 102, 103, 104, 105, 106, 107, 112, 113, 117, 118, 120, 123 Pistoia 80, 81 2 Prato 82, 84 2 Toscana 17, 85 2 Senza 8, 12, 14, 20, 41, 43, 44, 45, 46, 52, 53, 55, 56, 59, 79, 88, 89, 17 localizzazione Totali 124 Nel prospetto e nei riferimenti numerici non sono compresi i gagliardetti 89a e 89b posseduti dal Centro Documentazione e Archivio storico (CDAS) CGIL Toscana. 20

21 Catalogo Delle bandiere storiche ed altri manufatti su tela della CGIL in Toscana In appendice bandiere e manufatti non appartenenti a strutture della CGIL Toscana 21

22 Primo censimento bandiere storiche della CGIL in Toscana Camera del lavoro Firenze 1-Camera confederale di Firenze e provincia. [1947]. -1 bandiera ricamata, iscrizione: a punto pieno con filo dorato, disegno: a punto piatto, raso, pieno, in seta policroma e riporti di stoffe colorate, raffigurante il logo del 1 congresso unitario della CGIL, il logo della FSM e il giglio fiorentino. Dimensioni 120x150 cm circa.- Tela in raso di seta verde bianca e rossa, Frangia dorata. - Incorniciata. Stato di conservazione: buono Simboli: Arco con simboli di mestiere, sole nascente, planisfero, giglio stilizzato, corona e ramoscelli La CdL di Firenze venne fondata nel 1893 con sede presso la Lega dei tipografi in vicolo dei Cerchi 1, suo primo segretario fu Adamo Zocchi. Venne chiusa nel 1898 dal prefetto durante lo stato d assedio per i moti contro il caro pane e riaprì dopo i processi nella primavera del La CCdL di Firenze venne riaperta poco dopo la liberazione di Firenze il 27 settembre 1944, suo primo segretario fu Renato Bitossi. La bandiera appare più tarda in quanto riporta il logo del 1. congresso unitario della CGIL tenuto a Firenze dal 1. al 7 giugno a Firenze 1947 La bandiera è documentata in svariate foto del fondo fotografico del CDAS CGIL Toscana a partire dai primi anni 50. Notizie desunte da La Camera del Lavoro nella vita politica e amministrativa fiorentina di Nicla Capitini Maccabruni ; pp , ; La Camera del Lavoro dalla liberazione agli anni settanta a cura di Z. Ciuffoletti, M. G. Rossi, A. Varni, pp. 324 e segg. 2-Le contadine di Certaldo alle operaie di Firenze. [anni 40-50]. 1 bandiera, iscrizione: a tempera bianca, disegno: riporti in stoffa bianca. - dimensioni 95x120 cm circa.- Tela di cotone blu, frangia dorata. - Incorniciata. Stato di conservazione: discreto, scoloriture Simboli: colomba della pace con ramoscello d ulivo nel becco Non si hanno ulteriori notizie della bandiera 22

23 3-Gruppo femminile Camera del lavoro di Firenze. Contro il riarmo per la pace nel mondo. [post. 1947]. - 1 bandiera dipinta iscrizione: a tempera nera, disegno: a tempera bianca e verde e gialla. - 78x120 cm circa.- Tela in raso di cotone celeste, frangia dorata. - Incorniciata. Stato di conservazione: sufficiente [macchie] Simboli: colomba della pace in volo con mimosa nel becco La Commissione femminile nazionale pur essendo stata propugnata al Congresso di Napoli del 1945 venne formalmente costituita con il Congresso nazionale unitario di Firenze del giugno del Ne faceva parte fra le altre Elsa Massai operaia di Firenze. Nel settembre 1947 venne pubblicata sul Notiziario n. 8 la mozione congressuale approvata seguita dalle istruzioni per la costituzione delle Commissioni femminili in tutte le CdL. Notizie desunte da: La Cgil e il lavoro delle donne: l attività della Commissione femminile nazionale ( ) : Tesi di laurea di Ilaria Lembo, pp ; Notiziario CGIL a. 1 (1948), n. 8, pp FLAI Firenze (Panettieri) 4-Cassa mutua lavoranti panettieri. Firenze. [sec. XIX?]. - 1 bandiera ricamata, iscrizione: a punto pieno in seta gialla disegno: a punto piatto in seta policroma. Tela in raso di seta verde, frangia dorata x140 cm circa.- Non incorniciata. Stato di conservazione: buono Simboli: stretta di mani Sin dal 1875 esisteva una Società della pace fra i lavoranti dell arte bianca con presidente onorario Giuseppe Garibaldi e una SMS e provvedimento al lavoro dei fornai lavoranti di notte in Firenze, [...], premiata con menzione onorevole all Esposizione generale di Torino dell anno E probabile che l istituzione della cassa mutua risalga a questo periodo. Notizie desunte da: Materiali rilevati durante il censimento di proprietà della Flai prov. di Firenze (Panettieri) 23

24 5- FILIA. Sindacato lavoranti panettieri. Firenze. [post. 1949]. - 1 bandiera ricamata, iscrizione: a punto pieno in seta gialla disegno : a punto raso in seta gialla, policroma e dorata, frangia dorata. Tela in raso di seta rossa. - dimensioni 100x140 cm circa.- Non incorniciata. Stato di conservazione: buono. Simboli: spighe di grano legate con nastri La FILIA fu fondata nel 1921 a Bologna e fu sciolta d imperio dai fascisti che uccisero anche il suo segretario Giulio Braga. La FILIA fu ricostituita probabilmente nel 1944, il primo congresso è del marzo 1947 ed assunse la denominazione di Federazione nazionale dell alimentazione e dove venne eletto segretario Giovanni Tabili. Nel secondo congresso tenuto a Roma nel giugno del 1949 assunse la denominazione FILIA Federazione italiana lavoratori industria alimentare Notizie desunte da il I sindacati della Cgil di Miriam Bergamaschi, p. 208 FILCEA Firenze FILCEM (chimici) ora 6-CGIL. Sindacato provinciale Ceramisti. Firenze. [1947]. - 1 bandiera ricamata, iscrizione: a punto pieno in cotone giallo, disegno : a punto piatto in cotone giallo, frangia in cotone giallo. - Tela di lana verde bianca e rossa unite diagonalmente. - Dimensioni 105x150 cm. circa. - Non incorniciata. Stato di conservazione: buono Simboli: Tre cerchi intrecciati Il sindacato nazionale ceramisti e affini SNCA inizia la sua attività nel Nel [giugno] 1947 si riuniscono alla CCdL di Firenze i Comitati direttivi dei sindacati del Vetro e quello dei ceramisti per valutare la possibilità di strutturare organizzativamente in maniera unitaria i due comparti produttivi. Un ulteriore passo avanti avviene nella riunione di Bologna del 5-8 novembre del 1947 per costituirsi formalmente il 1948 nella Federazione Nazionale Vetrai Ceramisti e Affini FNVCA che poi confluirà nella FILCEVA, quindi nella FILCEA (1968). Notizie desunte da il Notiziario CGIL, 1947, n. 3, 15 ; 1949, n. 13, 18, e I sindacati della Cgil di Miriam Bergamaschi, p

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