SCIENZA DELLE FINANZE Facoltà di Scienze Economiche e Giuridiche Corso di Economia aziendale. Prof. MICHELE SABATINO PARTE VI

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1 SCIENZA DELLE FINANZE Facoltà di Scienze Economiche e Giuridiche Corso di Economia aziendale Prof. MICHELE SABATINO PARTE VI

2 Imposte personali e comportamenti individuali

3 Imposte personali e comportamenti individuali In Italia, nell ultimo decennio, le aliquote e gli scaglioni dell imposta sul reddito delle persone fisiche sono stati più volte modificati con l intento di ridurre il numero di scaglioni e abbassare l aliquota marginale sui redditi più alti. Questa tendenza è comune alle riforme adottate anche in altri Paesi occidentali e la questione è oggetto di un acceso dibattito il cui nodo fondamentale è se e come i comportamenti individuali vengano modificati dalle imposte. Chi è favorevole alle riduzione delle imposte sostiene che il sistema fiscale ha un effetto negativo sulla crescita mentre al contrario altri sostengono che le riduzioni di imposte non abbiano inciso sulla crescita e sui comportamenti degli agenti.

4 Imposte personali e comportamenti individuali Vediamo di analizzare gli effetti delle imposte personali sul reddito sulle decisioni riguardanti: Offerta di lavoro Risparmio Abitazione Modalità di investimento del capitale

5 L offerta di Lavoro Assumiamo che Ercole possa decidere quanto tempo dedicare ogni settimana al lavoro e quanto al tempo libero. Nella figura che segue le combinazioni di tempo libero e di reddito disponibili per un individuo, dato il salario (s), sono rappresentate graficamente dalla retta TD, che è il vincolo di bilancio (con inclinazione s). Il punto scelto sul vincolo di bilancio dipende dalle preferenze individuali che rappresentiamo con curve di indifferenza convesse, indicate con i, ii e iii. Ercole massimizza la sua utilità quando si trova nel punto E 1 in cui dedica OF ore al tempo libero e FT ore al lavoro, ottenendo un reddito OG. Quali sono quindi gli effetti della tassazione sul reddito da lavoro, con un imposta proporzionale di aliquota t, che riduce il salario orario a (1-t)s.

6 L offerta di Lavoro

7 L offerta di Lavoro

8 L offerta di Lavoro L imposta ha avuto l effetto di ridurre la sua offerta di lavoro da FT a IT ore (e il reddito guadagnato da OG a OG ). Dobbiamo concludere che un individuo razionale riduce sempre l offerta di lavoro se viene introdotta un imposta proporzionale? Consideriamo Poseidone, che ha esattamente gli stessi vincoli di bilancio di Ercole, e che prima dell imposta lavorava il suo stesso numero di ore. Come mostra la figura che segue, quando viene stabilita l imposta, Poseidone aumenta le ore di lavoro da FT a JT. Non c è nulla di irrazionale in questo comportamento, poiché le preferenze sono strettamente individuali, ciascuno può reagire all introduzione di un tributo decidendo di lavorare di meno, di più o lo stesso numero di ore.

9 L offerta di Lavoro

10 L offerta di Lavoro Questa apparente ambiguità deriva dal conflitto tra due effetti provocati dall imposta: l effetto sostituzione e l effetto reddito. Quando l imposta riduce il salario netto, il costo opportunità del tempo libero diminuisce e quindi si tende a sostituire il lavoro con il tempo libero (cosiddetto effetto sostituzione) riducendo l offerta di lavoro. Contemporaneamente, l imposta riduce il reddito individuale e, se il tempo libero è un bene normale, questa perdita di reddito porta a una riduzione del consumo di tempo libero, ceteris paribus. Ma una riduzione delle ore dedicate al tempo libero equivale ad un aumento di quelle dedicate al lavoro (effetto reddito). I due effetti agiscono in direzione opposta e la teoria, da sola, non è in grado di prevedere quale dei due prevarrà. E l analisi non cambia molto se si considera un imposta progressiva.

11 Nel caso si imposta progressiva Supponiamo che Ercole lavori in un Paese con una imposta sul reddito progressiva a scaglioni. Per i primi 5000 Euro una imposta t1, per i 5000 euro successivi una imposta t2 e per i redditi superiori a euro t3 con t1<t2<t3. Con l introduzione dell imposta il vincolo di bilancio è rappresentato dalla linea spezzata TLMN. Fino a 5000 euro il costo opportunità del tempo libero è rappresentato da (1-t1)s che corrisponde alla pendenza TL. Con reddito compreso tra 5000 e euro il costo opportunità è rappresentato da (1-t2)s che è la pendenza di ML e infine con reddito superiore a euro il costo opportunità è rappresentato da (1-t3)s che è la pendenza della MN.

12 Alcune avvertenze L analisi precedente ignora gli effetti che la variazione dell offerta di lavoro può avere sulla domanda. Se le aziende riescono ad assorbire la nuova offerta di lavoro non ci sono problemi. Diversamente all aumentare delle ora offerte, si riduce il salario offerto dalle imprese al lordo delle imposte. Questo meccanismo attenua l effetto provocato dalla riduzione dell imposta e l effetto finale sulle ore dedicate al lavoro è inferiore a quanto precedentemente indicato. Alcune evidenze empiriche chiariscono che le decisioni individuali relative all offerta di lavoro dipendono dal salario al netto delle imposte e dalla curva di indifferenza tra ore lavorate e tempo libero e che queste sono diverse a seconda delle distinzioni si sesso, età, stato civile, ect..

13 Alcune avvertenze Altre avvertenze riguardano - le reazioni individuali e le reazioni di gruppo; - altre dimensioni dell offerta di lavoro che non siano solo le ore di lavoro offerte ma anche dalla qualità e formazione del lavoratore (e dei benefici futuri dati dalla partecipazione alla formazione (Benefici-Costi)); - forme alternative di retribuzione (incentivi alla produttività, facilitazioni, benefits, ect..) - la destinazione delle entrate tributarie (spesa pubblica). Es. Se vengono destinate a strutture ricettive aumenta la domanda di tempo libero se ai servizi per l infanzia potrebbe aumentare la domanda di lavoro.

14 Offerta di lavoro e gettito tributario Dopo aver valutato la connessione tra offerta di lavoro e regimi fiscali vediamo adesso come varia il gettito al variare delle aliquote. Consideriamo la curva di offerta di lavoro OL che rappresenta l offerta di lavoro ottimale per ciascun livello di salario al netto delle imposte. Le ore di lavoro aumentano all aumentare del salario netto (e quindi al ridursi dell imposta). Il salario pre-imposta è associato a Lo. All introduzione di una imposta t e all ulteriore incremento fino a t3 i lavoratori riducono talmente il numero di ore da arrivare quasi a non produrre.

15 Offerta di lavoro e gettito tributario Se l imposta è 0 l offerta di lavoro si collocherà a livello di Lo e il salario s. Se l imposta è t1 il salario netto sarà (1-t1)s, l offerta di lavoro L1 e il gettito fiscale pari all area abdc. Se l imposta è t2 il salario netto sarà (1-t2)s, l offerta di lavoro L2 e il gettito fiscale pari all area eakf (maggiore dell area abdc). Se l imposta è t3 il salario netto sarà (1-t3)s, l offerta di lavoro L3 e il gettito fiscale pari all area haji (minore dell area eakf). Ad un aliquota del 100% ai lavoratori non rimarrà nulla ma contemporaneamente il gettito fiscale sarà pari a 0. La riduzione del gettito fiscale si verifica al livello di imposta ta e di offerta di lavoro LA. Oltrepassato quel punto il gettito si riduce.

16 Offerta di lavoro e gettito tributario Il grafico appena illustrato è al centro di un acceso dibattito politico nato da un affermazione molto nota di Arthur B. Laffer, secondo il quale negli anni 70 le aliquote d imposta degli Stati Uniti erano così alte che se fossero state ridotte, l effetto positivo sull offerta di lavoro avrebbe permesso di recuperare il gettito perso riducendo le aliquote. L idea secondo la quale la riduzione dell aliquota fiscale non necessariamente riduce le entrate tributarie dello Stato è fondamentale per la cosiddetta Supply side economics (Economia dell offerta), approccio teorico sposato dall amministrazione Reagan.

17 La curva di Laffer Le entrate tributarie aumentano all aumentare dell aliquota fino al raggiungere un livello massimo in corrispondenza dell aliquota ta. In seguito cominciano a diminuire fino a zero.

18 La curva di Laffer A proposito del dibattito che tutt oggi suscita la curva di Laffer, può essere utile ricordare che: la relazione tra ore di lavoro offerte e salario netto ha la forma della curva prevista da Laffer solo se prevale l effetto sostituzione; per ogni variazione dell aliquota, l aumento o la diminuzione del gettito dipendono dalla misura in cui la variazione di ore lavorate compensa la variazione dell aliquota stessa, ossia dall elasticità dell offerta di lavoro al salario netto. Quindi la forma della curva di Laffer dipende dall elasticità del lavoro rispetto al salario netto; anche se la curva di Laffer, almeno in linea di principio, è giustificabile, stabilire se l economia stia operando realmente a destra del punto t A è una questione empirica di difficile soluzione;

19 La curva di Laffer è opinione generalmente accettata che le elasticità complessive siano alquanto modeste ed è quindi plausibile che l economia non stia operando a destra del punto t A. In altre parole, è difficile che una riduzione generale delle aliquote d imposta non si traduca in riduzione di gettito. Perché ci sia un incremento di gettito è necessario che la riduzione delle aliquote d imposta faccia aumentare l offerta di lavoro in maniera così consistente che la più ampia base imponibile così creata generi un maggior gettito, nonostante le ridotte aliquote;

20 La curva di Laffer le persone possono sostituire il salario con forme di reddito non soggetto a imposte, perciò, anche se l offerta di lavoro resta fissa, il gettito può ugualmente diminuire. In particolare, le persone che appartengono alle fasce di reddito più alte, possono sostituire il reddito da lavoro con reddito da capitale, decidendo di investire su attività i cui rendimenti siano tassati meno del lavoro. Quest ultima considerazione propone un argomento indubbiamente corretto e importante ai fini delle politiche tributarie: l aliquota d imposta che massimizza gli introiti non è la medesima per tutte le fasce di reddito o per tutti i tipi di reddito.

21 Decisioni sul Risparmio Un altro tipo di comportamento che può essere modificato dal sistema tributario è la propensione al risparmio. Tali decisioni si basano sul modello del ciclo vitale, secondo cui gli individui pianificano le loro decisioni di consumo e di risparmio considerando tutta la loro vita. Si risparmia e si consuma non tenendo conto solo del reddito dell anno in corso ma anche dei redditi che si prevede avere in futuro. L impatto dell imposta sul reddito sulle decisioni di risparmio si rifà a quelle presentate in precedenza con il vincolo di bilancio di consumi futuri e presenti (analisi del sistema previdenziale).

22 Vincolo di bilancio per il consumo presente e futuro L inclinazione della NM è il costo di 1 euro di consumo al presente diviene 1+r euro di consumo nel futuro (Costoopportunità). Vincolo di bilancio intertemporale

23 Vincolo di bilancio per il consumo presente e futuro Per determinare la scelta sulla NM il consumatore ha delle preferenze sul consumo futuro e presente, rappresentate da curva di indifferenza. Le curva che si trovano più in alto rappresentano livelli di utilità più elevati. Nel caso specifico l utilità sarà massimizzata nel punto E1 dove consuma c0* e c1*. In questo caso che c0* è inferiore al Io il consumatore risparmierà I0-c0 viceversa si sarebbe indebitato.

24 Decisioni sul Risparmio La decisione di risparmiare per il futuro cambia a seconda che viene introdotta una imposta sul capitale e che gli interessi siano deducibili o meno. Nel caso gli interessi sia tassati e gli interessi passivi siano deducibili. La tassazione sugli interessi può aumentare o ridurre il risparmio a seconda delle preferenze degli individui. Tutto dipende dall ambiguità dei due effetti (sostituzione e reddito). Da un lato la tassazione del reddito da capitale riduce il costo opportunità del consumo presente e fa diminuire il risparmio (effetto sostituzione). Dall altro l imposta rende più difficile l obiettivo di consumo futuro e quindi fa aumentare il risparmio. Nel caso di interessi non deducibili. Quando gli interessi attivi sono tassati mentre quelli passivi non sono deducibili il vincolo di bilancio diventa una retta spezzata i cui effetti sono ambigui e anche in questo caso dipendono dalla prevalenza dell effetto sostituzione o dell effetto reddito.

25 Le decisioni di risparmio in presenza di imposta con interessi passivi deducibili

26 Le decisioni di risparmio in presenza di imposta con interessi passivi non deducibili

27 Decisioni sul Risparmio Dal punto di vista politico la tassazione sui redditi di capitale è oggetto di ampio dibattito. Chi la contesta sostiene che le imposte scoraggino il risparmio e quindi il capitale disponibile mentre coloro a favore sostengono che non è per nulla ovvio che le imposte riducano i risparmi e che comunque il mercato è così competitivo (e aperto) che l introduzione di una imposta non crea uno squilibrio tra offerta e domanda di capitali.

28 Decisioni riguardanti l Edilizia abitativa Vediamo adesso se il sistema tributario favorisce o meno l investimento nell edilizia abitativa (Gli effetti prodotti dall imposta sul reddito sull investimento in abitazioni). Marcello possiede una casa e riceve un canone di affitto R al netto delle spese di manutenzione. Per acquistare la casa intanto ha fatto un mutuo sul quale paga gli interessi I. La casa con il tempo acquista valore V. Il Reddito netto sarà: Rnetto = R I + V Marcello potrebbe decidere di viverci piuttosto che affittarlo. Comunque è come se ricevesse un Reddito figurativo che va tassato (in alcuni Paesi non è tassato).

29 Decisioni riguardanti l Edilizia abitativa Se il reddito/affitto figurativo percepito dai proprietari non è tassato e non è incluso nella base imponibile (il caso italiano) significa che il sistema tributario sovvenziona l occupazione delle abitazioni da parte dei proprietari. Negli Stati Uniti tra l altro gli interessi passivi e le imposte sul patrimonio sono deducibili dall imposta sul reddito. Tutto ciò rende conveniente (abbassa il prezzo) il possesso dell abitazione e aumenta la domanda di case occupate dai proprietari.

30 Tassazione e composizione del portafoglio È idea diffusa che mantenere un livello di imposte basse (soprattutto sui guadagni in conto capitale) favorisca gli investimenti in attività rischiose. Infatti, perché correre il rischio di un investimento incerto se gli eventuali guadagni saranno decurtati dal fisco? In realtà il problema è decisamente più complicato. Gli studi più recenti sulla relazione tra imposte e composizione del portafoglio si basano sull analisi di Tobin: le decisioni su come investire sono prese in base a due variabili, il rendimento atteso dell attività e la rischiosità di tale rendimento. A parità di altre condizioni, gli investitori preferiscono investire in attività ad alto rendimento, ma poiché sono avversi al rischio, preferiscono le attività più sicure.

31 Tassazione e composizione del portafoglio Supponiamo ora di avere due attività: la prima è assolutamente sicura ma con tasso di rendimento pari a zero; la seconda è un obbligazione che in media ha un tasso di rendimento positivo, ma è rischiosa, ovvero c è la probabilità che il prezzo scenda e che l investitore subisca una perdita. L investitore può regolare il rendimento e il rischio sull intero portafoglio, detenendo combinazioni diverse delle due attività, e i due casi estremi sono quelli di detenere solo l attività sicura (niente rendimenti, ma nessun rischio) o di detenere solo l attività rischiosa (alti rendimenti, ma alto rischio). L investitore normale detiene una combinazione di entrambe le attività stabilita in base alle proprie preferenze.

32 Tassazione e composizione del portafoglio Supponiamo che venga adottata un imposta sul rendimento di entrambe le attività e che sia prevista una totale compensazione della perdita, ossia che le perdite possano essere dedotte dal reddito imponibile. Poiché l attività sicura ha un rendimento pari a zero, l imposta non ha alcuna conseguenza e il rendimento rimarrà sempre zero. Invece se l attività rischiosa ha un tasso di rendimento positivo, l imposta lo diminuirà rendendo l attività rischiosa meno attraente rispetto a quella sicura. L imposta però riduce anche la rischiosità perché riduce le perdite qualora queste si verifichino. Ne consegue che questo tipo di tassazione ha come effetto che più attività rischiose siano detenute dagli investitori.

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