DIPARTIMENTO TECNOLOGICO U.O. PREVENZIONE E PROTEZIONE
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- Martino Falcone
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1 DIPARTIMENTO TECNOLOGICO U.O. PREVENZIONE E PROTEZIONE
2 PERCHE SIAMO QUI?
3 IL DECRETO LEGISLATIVO 626/94 CI OBBLIGA AD ESSERE PROTAGONISTI DELLA NOSTRA SICUREZZA!
4 MA COS E ESATTAMENTE LA 626?
5 LA 626 E E IL DECRETO LEGISLATIVO DEL 19 SETTEMBRE 2004,CHE RECEPISCE VARIE DIRETTIVE EUROPEE RIGUARDANTI IL MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI LAVORATORI DURANTE IL LAVORO
6 SOGGETTI DEL D.Lgs.. 626/94 LAVORATORE: : persona che presta il proprio lavoro alle dipendenze di un datore di lavoro DATORE DI LAVORO: : qualsiasi persona fisica o giuridica o soggetto pubblico che è titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE: : insieme delle persone,sistemi e mezzi dell azienda finalizzati all attivit attività di prevenzione e protezione dai rischi professionali nell azienda MEDICO COMPETENTE: : medico nominato dal datore di lavoro in possesso di determinati titoli,che effettua gli accertamenti sanitari preventivi e periodici, esprime i giudizi di idoneità alla mansione specifica, istituisce la cartella sanitaria, comunica per iscritto to al datore di lavoro/armatore e al lavoratore l eventuale l inidoneità RESPONSABILE DEL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE: : persona designata dal datore di lavoro in possesso di attitudini e capacit ità adeguate RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA: : persona o persone, elette o designate per rappresentare i lavoratori per quanto q concerne gli aspetti della salute e della sicurezza durante il lavorol
7 Con il decreto 626 il legislatore italiano definisce per la prima volta un modello di gestione della prevenzione dei rischi sui luoghi di lavoro.. Esso rappresenta un mutamento radicale rispetto alla previgente normativa di settore. Una novità fondamentale è costituita dal passaggio dai tradizionali metodi di prevenzione tecnica,delineati nei D.P.R. 547/55 (prevenzione infortuni sul lavoro) e 303/56 (igiene del lavoro),ad un sistema di sicurezza globale che pone l uomo,anziché la macchina al centro della sicurezza aziendale.
8 Poiché è l uomo anziché la macchina al centro dell attuale modello di prevenzione,un ruolo fondamentale viene attribuito all informazione,formazione, consultazione e partecipazione diretta dei lavoratori,presupponendo uno scambio di comunicazioni tra datore di lavoro e lavoratore stesso.
9 Il lavoratore non è più un soggetto passivo, ma un soggetto attivo,in coerenza con l informazione e la formazione ricevute.
10 L articolo 5 del D.Lgs stabilisce che ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro. In particolare i lavoratori: - Osservano le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro ai fini della protezione collettiva e individuale - Utilizzano correttamente i macchinari, le apparecchiature,gli utensili e le altre attrezzature di lavoro,nonché i dispositivi di sicurezza - Utilizzano in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione - Segnalano la datore di lavoro o al preposto eventuali condizioni di pericolo di cui vengono a conoscenza - Non rimuovono o modificano senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di segnalazione o di controllo - Non compiono di propria iniziativa operazioni o manovre che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori
11 LA 626 PARLA DEL RISCHIO INCENDIO?
12 l articolo 13 del D.Lgs 626/94 prescrive l adozione l di tutte le misure necessarie per evitare l insorgenza di un incendio e limitarne le conseguenze qualora esso si verifichi,anche mediante la preventiva designazione dei lavoratori incaricati dell attuazione delle misure di prevenzione incendi e lotta antincendio,di evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato,di salvataggio,di primo soccorso e comunque di gestione dell emergenza,i emergenza,i quali devono essere adeguatamente formati.
13 QUALI ARGOMENTI AFFRONTEREMO?
14 INCENDIO E PREVENZIONE INCENDI - La combustione - Principali cause di incendio - Sostanze estinguenti - Dinamica dell incendio - Effetti degli incendi sull uomo uomo - Le misure di prevenzione degli incendi - Le misure comportamentali per prevenirli - Le verifiche e manutenzioni sui presidi antincendio
15 LA PROTEZIONE ANTINCENDIO - Le misure di protezione passiva (compartimentazioni,vie di esodo,reazione al fuoco dei materiali) - Le misure di protezione attiva (estintori,sistemi di allarme,segnaletica,illuminazione)
16 PROCEDURE IN CASO D INCENDIO - Piano di emergenza - Procedure in caso d allarme d e incendio - Modalità di evacuazione - Collaborazione con i Vigili del Fuoco
17 ESERCITAZIONI PRATICHE Nel pomeriggio proveremo a spegnere un focolare!!!!!!!
18 L INCENDIO
19 PRINCIPI DELLA COMBUSTIONE La combustione è una reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combustibile con un comburente (ossigeno dell aria) che da luogo allo sviluppo di calore,fiamma,gas,fumo e luce
20 PRINCIPI DELLA Presenza del combustibile Presenza del comburente Presenza di una sorgente di calore COMBUSTIONE
21 TRIANGOLO DEL FUOCO
22 PRINCIPI DELLA COMBUSTIONE Solo la contemporanea presenza di questi tre elementi da luogo al fenomeno dell incendio, e di conseguenza al mancare di uno di essi l incendio l si spegne. L incendio si spegne quindi per
23 PRINCIPI DELLA COMBUSTIONE SEPARAZIONE: : allontanamento del combustibile non ancora interessato dalla combustione da quello già incendiato SOFFOCAMENTO: : eliminazione del contatto fra combustibile e comburente RAFFREDDAMENTO: : riduzione della temperatura del combustibile al di sotto del valore di accensione INIBIZIONE CHIMICA: : arresto delle reazioni a catena che si verificano nella combustione
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26 CLASSIFICAZIONE DEGLI INCENDI Dato che l ossigeno l è normalmente presente nell aria, un incendio si caratterizza per il tipo di combustibile e per il tipo di sorgente d innescod
27 CLASSE DEGLI INCENDI Classe A: : incendi di materiali solidi Classe B: : incendi di liquidi infiammabili Classe C: : incendi di gas infiammabili Classe D: : incendi di metalli combustibili Classe E: : incendi di natura elettrica
28 Carta Legna Segatura Trucioli Stoffa Rifiuti Cere Cartoni Libri Pece Carboni Bitumi grassi Paglia Stracci uniti Fuliggine Solidi combustibili Nafta Metano Benzina Cloro Petrolio Gas illuminante Alcool Acetilene Olii pesanti Propano Etere solforico Idrogeno Glicerina Cloruro di metile Vernici Gas infiammabili Gomme Resine Fenoli Zolfo Trementina Solidi che si possono liquefare Liquidi infiammabili Magnesio Potassio Fosforo Sodio Carburi Metalli Infiammabili
29 SORGENTI DI INNESCO ACCENSIONE DIRETTA: : quando una fiamma entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno ACCENSIONE INDIRETTA: : quando il calore di innesco avviene per conduzione,convezione e irraggiamento ATTRITO: : quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali AUTOCOMBUSTIONE: : quando il calore è prodotto dallo stesso combustibile (reazioni chimiche,decomposizioni esotermiche,azione biologica)
30 PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE GAS DI COMBUSTIONE FIAMME FUMO CALORE
31 GAS DI COMBUSTIONE OSSIDO DI CARBONIO ANIDRIDE CARBONICA IDROGENO SOLFORATO ANIDRIDE SOLFOROSA ACIDO CIANIDRICO ALDEIDE ACRILICA FOSGENE AMMONIACA OSSIDO E PEROSSIDO DI AZOTO ACIDO CLORIDRICO
32 FIAMME Sono costituite dall emissione di luce conseguente alla combustione di gas sviluppatisi in un incendio.in particolare nell incendio di combustibili gassosi è possibile valutare approssimativamente il valore raggiunto dalla temperatura di combustione dal colore della fiamma
33 FIAMME
34 FUMI Sono formati da piccolissime particelle solide e liquide.. Le particelle solide sono sostanze incombuste che si formano quando la combustione avviene in carenza di ossigeno (fumo( nero), mentre quelle liquide sono costituite essenzialmente da vapore d acqua che al di sotto dei 100 C C condensa (fumo( bianco)
35 CALORE Il calore è la causa principale della propagazione degli incendi
36 PARAMETRI FISICI DELLA COMBUSTIONE TEMPERATURA DI INFIAMMABILITA TEMPERATURA DI ACCENSIONE LIMITE DI INFIAMMABILITA TEMPERATURA TEORICA DI COMBUSTIONE ARIA TEORICA DI COMBUSTIONE POTERE CALORIFICO
37 TEMPERATURA DI INFIAMMABILITA E la minima temperatura alla quale i liquidi combustibili emettono vapori in quantita tali da incendiarsi in caso di innesco
38 TEMPERATURA DI INFIAMMABILITA Benzina -20 c Gasolio 65 c Alcool metilico 11 c Alcool etilico 13 c
39 TEMPERATURA DI ACCENSIONE E la minima temperatura alla quale la miscela combustibile- comburente inizia a bruciare spontaneamente in modo continuo senza ulteriore apporto di calore o energia dall esterno
40 TEMPERATURA DI ACCENSIONE Benzina 250 c Gasolio 220 c Alcool metilico 455 c Carta 230 c Legno c Gomma sintetica 300 c
41 LIMITI DI INFIAMMABILITA Tali limiti individuano il campo di infiammabilità all interno del quale si ha,in caso di innesco,l accensione e la propagazione della fiamma nella miscela.
42 LIMITI DI INFIAMMABILITA LIMITE INFERIORE DI INFIAMMABILITA : la piu bassa concentrazione in volume di vapore della miscela al di sotto della quale non si ha accensione in presenza di innesco per carenza di combustibile LIMITE SUPERIORE DI INFIAMMABILITA : la piu alta concentrazione in volume di vapore della miscela al di sopra della quale non si ha accensione in presenza di innesco per eccesso di combustibile
43 LIMITI DI INFIAMMABILITA Benzina 1 (%in volume) 6,5 (%in volume) Gasolio 0,6 6,5 Acetone 2,5 13 Idrogeno 4 75,6
44 COMBUSTIONE SOSTANZE SOLIDE Pezzatura e forma del materiale Grado di porosità del materiale Elementi che compongono la sostanza Contenuto di umidità del materiale Condizioni di ventilazione
45 COMBUSTIONE DEI LIQUIDI INFIAMMABILI La combustione dei liquidi infiammabili avviene quando in corrispondenza della superficie i vapori dei liquidi,miscelandosi con l ossigeno dell aria in concentrazioni comprese nel campo di infiammabilità,sono opportunamente innescati.
46 COMBUSTIONE DEI LIQUIDI INFIAMMABILI L indice della maggiore o minore combustibilità di un liquido è fornito dalla temperatura di infiammabilità. In base alla temperatura di infiammabilità i liquidi infiammabili sono classificati in tre categorie.
47 COMBUSTIONE DEI LIQUIDI INFIAMMABILI CATEGORIA A: liquidi aventi punto di infiammabilità inferiore a 21 c CATEGORIA B: liquidi aventi punto di infiammabilità compreso tra 21 c c e 65 c CATEGORIA C: liquidi aventi punto di infiammabilità compreso tra 65 c c e 125 c
48 COMBUSTIONE DEI LIQUIDI INFIAMMABILI GASOLIO 65 C Cat. C BENZINA -20 C Cat. A ACETONE -18 C Cat. A ALCOOL ETILICO 13 C Cat. A ALCOOL METILICO 11 C Cat. A OLIO LUBRIFICANTE 149 C Cat. C
49 GAS INFIAMMABILI I gas in funzione delle loro caratteristiche fisiche possono essere classificati come segue: - GAS LEGGERI aventi densità rispetto all aria aria inferiore a 0,8 (idrogeno,metano..) - GAS PESANTI aventi densità rispetto all aria aria superiore a 0,8 (GPL,acetilene..)
50 GAS INFIAMMABILI I gas in funzione delle loro modalità di conservazione possono essere classificati come segue: - GAS COMPRESSI vengono conservati allo stato gassoso ad una pressione superiore a quella atmosferica in appositi recipienti detti bombole - GAS LIQUEFATTI vengono conservati allo stato liquido a temperatura ambiente mediante compressione in appositi recipienti detti bombole
51 GAS INFIAMMABILI GAS COMPRESSI: metano,idrogeno,gas nobili,ossigeno GAS LIQUEFATTI: ammoniaca,cloro,butano, propano, GPL
52 PRINCIPALI CAUSE DI INCENDIO Deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili o combustibili Impianti elettrici difettosi o non adeguatamente protetti Apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando non utilizzate Ostruire la ventilazione di apparecchi di riscaldamento,macchinari,apparecchiature di ufficio Fumare in aree dove è proibito, o no usare il portacenere Ecc
53 SOSTANZE ESTINGUENTI L estinzione dell incendio si ottiene per raffreddamento,sottrazione del combustibile e soffocamento. Tali azioni possono essere ottenute singolarmente o contemporaneamente mediante l uso l delle sostanze estinguenti,che vanno scelte in funzione della natura del combustibile e delle dimensioni del fuoco
54 SOSTANZE ESTINGUENTI ACQUA SCHIUMA POLVERI IDROCARBURI ALOGENATI (HALON) GAS INERTI AGENTI ESTINGUENTI ALTERNATIVI ALL HALON
55 SOSTANZE ESTINGUENTI ACQUA E la sostanza estinguente per antonomasia. La sua azione estinguente si applica con le seguenti modalità: - Abbassamento della temperatura del combustibile - Azione di soffocamento per sostituzione dell ossigeno con il vapore acqueo - Diluizione di sostanze infiammabili solubili in acqua - Imbevimento dei combustibili solidi L uso dell acqua è consigliato per incendi di combustibili solidi.risultando un buon conduttore di energia elettrica non è impiegabile su impianti e apparecchiature sotto tensione
56 SOSTANZE ESTINGUENTI SCHIUMA La schiuma è un agente estinguente costituito da una soluzione in acqua di un liquido schiumogeno. L azione estinguente avviene per separazione del combustibile dal comburente e per raffreddamento. Le schiume sono impiegate per incendi di liquidi infiammabili e non possono essere utilizzate su parti in tensione
57 SOSTANZE ESTINGUENTI POLVERI Sono costituite da particelle solide finissime a base di bicarbonato di sodio o potassio,fosfati e sali organici. L azione estinguente delle polveri è prodotta dalla decomposizione delle stesse per effetto delle alte temperature raggiunte nell incendio,che dàd luogo ad effetti chimici sulla fiamma. I prodotti della decomposizione delle polveri pertanto separano il combustibile dal comburente,raffreddano raffreddano il combustibile incendiato e inibiscono il processo di combustione. Le polveri sono adatte per fuochi di classe A,B,C
58 SOSTANZE ESTINGUENTI GAS INERTI I gas inerti utilizzati per la difesa dagli incendi di ambienti chiusi sono generalmente l anidride carbonica e in minor misura l azoto. La loro presenza nell aria riduce la concentrazione del comburente fino ad impedire la combustione L anidride carbonica non risulta tossica per l uomo. l Essa produce un azione estinguente per raffreddamento dovuta all assorbimento assorbimento di calore generato dal passaggio dalla fasa liquida alla fase gassosa
59 SOSTANZE ESTINGUENTI IDROCARBURI ALOGENATI Detti anche HALON,, sono formati da idrocarburi saturi, in cui gli atomi di idrogeno sono stati parzialmente sostituiti con atomi di cromo,bromo o fluoro. L azione estinguente avviene attraverso l interruzione chimica della reazione di combustione. Gli HALON sono efficaci su incendi in ambienti chiusi scarsamente ventilati. Tuttavia per effetto delle alte temperature producono gas tossici per l uomo. Inoltre il loro utilizzo è stato recentemente limitato da disposizioni legislative emanate per la protezione della fascia di ozono stratosferico tosferico
60 DINAMICA DELL INCENDIO Nell evoluzione evoluzione di un incendio si possono individuare quattro fasi caratteristiche: - FASE DI IGNIZIONE - FASE DI PROPAGAZIONE - INCENDIO GENERALIZZATO (FLASH OVER) - ESTINZIONE E RAFFREDDAMENTO
61 DINAMICA DELL INCENDIO
62 DINAMICA DELL INCENDIO La FASE DI IGNIZIONE dipende da: - Infiammabilità del combustibile - Possibilità di propagazione della fiamma - Grado di partecipazione al fuoco del combustibile - Geometria e volume degli ambienti - Ventilazione dell ambiente
63 DINAMICA DELL INCENDIO La FASE DI PROPAGAZIONE caratterizzata da: - Produzione di gas tossici e corrosivi - Riduzione di visibilità a causa dei fumi - Aumento rapido delle temperature - Aumento della partecipazione alla combustione dei materiali combustibili - Aumento dell energia energia di irraggiamento
64 DINAMICA DELL INCENDIO La fase di INCENDIO GENERALIZZATO (FLASH OVER) caratterizzato da: - Brusco incremento della temperatura - Crescita esponenziale della velocità di combustione - Forte aumento di gas e particelle incandescenti - Autoaccensione dei combustibili vicini al fuoco,mentre quelli piu lontani producono gas di distillazione infiammabili
65 DINAMICA DELL INCENDIO Nella fase di ESTINZIONE E RAFFREDDAMENTO,quando l incendio l ha terminato di interessare tutto il materiale combustibile,ha inizio la fase di decremento delle temperature all interno del locale a causa della progressiva diminuzione dell apporto termico residuo e della dissipazione di calore attraverso i fumi e di fenomeni di conduzione termica
66 EFFETTI DELL INCENDIO SULL UOMO UOMO I principali effetti che l incendio l provoca sull uomo uomo sono: - ANOSSIA - AZIONE TOSSICA DEI FUMI - RIDUZIONE DELLA VISIBILITA - AZIONE TERMICA ANOSSIA (A A CAUSA DELLA RIDUZIONE DEL TASSO DI OSSIGENO)
67 EFFETTI DELL INCENDIO SULL UOMO UOMO
68 EFFETTI DELL INCENDIO SULL UOMO UOMO OSSIDO DI CARBONIO Si sviluppa in incendi covanti in ambienti chiusi ed in carenza di ossigeno. E incolore,inodore,non irritante,infiammabile Ha densità pari a 0,95,cioè molto prossima a quella dell aria aria.questo comporta una facile miscelazione in qualsiasi condizione. E altamente tossico,respirato respirato anche in piccole dosi si fissa rapidamente sull emoglobulina del sangue bloccando i legami che la stessa ha con l ossigenol ossigeno.le cellule non vengono piu ossigenate.
69 EFFETTI DELL INCENDIO SULL UOMO UOMO CO (ppm( ppm) Tempo max esposizione (sec)
70 EFFETTI DELL INCENDIO SULL UOMO UOMO ANIDRIDE CARBONICA L anidride carbonica è un gas asfissiante in quanto,pur non producendo effetti tossici sull organismo umano,si sostituisce all ossigeno dell aria. Quando determina una diminuzione di ossigeno a valori inferiori al 17% in volume,produce asfissia. E incolore,inodore,inerte,non non infiammabile Ha densità pari a 1,52, quindi si accumula in zone basse poco ventilate.
71 EFFETTI DELL INCENDIO SULL UOMO UOMO ALTRI GAS ACIDO CIANIDRICO: Si sviluppa in modeste quantità in incendi ordinari attraverso combustioni incomplete (carenza di ossigeno)di lana,seta,resine acriliche e poliammidiche.possiede un caratteristico odore di mandorle amare. E un aggressivo chimico che interrompe la catena respiratoria a livello cellulare. Le vie di penetrazione sono cutanea,inalatoria,digerente FOSGENE: E un gas tossico che si sviluppa durante la combustione di materiali che contengono cloro,come per esempio alcune materie plastiche. A contatto con l acqua l o con l umiditl umidità si scinde in anidride carbonica e acido cloridrico,quest quest ultimo ultimo estremamente pericoloso in quanto altamente caustico
72 EFFETTI DELL INCENDIO SULL UOMO UOMO Il calore è dannoso per l dannoso per l uomo potendo causare la disidratazione dei tessuti,difficoltà o blocco della respirazione e scottature.una temperatura dell aria di 150 C è da ritenere la massima sopportabile sulla pelle per brevissimo tempo,a condizione che l aria l sia sufficientemente secca.tale valore si abbassa se l aria l è umida. Purtroppo negli incendi sono presenti notevoli quantità di vapore acqueo.una temperatura di 60 C è da ritenere la massima respirabile per breve tempo
73 EFFETTI DELL INCENDIO SULL UOMO UOMO L irraggiamento genera ustioni sull organismo umano che possono essere classificate a seconda della loro profondità: USTIONI DI 1 GRADO1 GRADO: Superficiali,facilmente guaribili USTIONI DI 2 GRADO2 GRADO: Formazione di bolle e vescicole USTIONI DI 3 GRADO3 GRADO: profonde
74 ESPLOSIONE L esplosione è il risultato di una rapida espansione di gas dovuta ad una reazione chimica di combustione. Gli effetti dell esplosione esplosione sono produzione di calore,un onda onda d urto d e un picco di pressione. Un esplosione può avere luogo quando gas,vapori o polveri infiammabili,entro il loro campo di esplosività,vengono innescati da una fonte di innesco avente sufficiente energia.
75 RISCHIO INCENDIO Il rischio di ogni evento incidentale (l incendio nel nostro caso)risulta definito da due fattori: - LA FREQUENZA,cio,cioè la probabilità che l evento si verifichi - LA MAGNITUDO,, cioè l entità delle possibili perdite e danni conseguenti al verificarsi dell evento evento
76 RISCHIO INCENDIO RISCHIO = FREQUENZA X MAGNITUDO
77 CONTROLLO E GESTIONE DEL RISCHIO FREQUENZA ELEVATA AREA DI MEDIO-ALTA PROTEZIONE RISCHIO INACCETTABILE MEDIO-BASSA BASSISSIMA PREVENZIONE MAGNITUDO TRASCURABILE MODESTA NOTEVOLE INGENTE
78 LA PREVENZIONE INCENDI E l attuazione di tutte le misure finalizzate a ridurre il rischio mediante la diminuzione della frequenza
79 LA PREVENZIONE INCENDI La sicurezza antincendio si attua mediante il conseguimento di obiettivi primari: - Riduzione al minimo delle occasioni di incendio - Stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso degli occupanti - Limitata produzione e propagazione di fuoco e fumi all interno delle opere - Possibilità che gli occupanti lascino l opera l indenni - Possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza
80 SPECIFICHE MISURE DI PREVENZIONE INCENDI Le principali misure di prevenzione incendi,finalizzate alla riduzione della probabilità di accadimento di un incendio,possono essere individuate in: - Realizzazione di impianti elettrici a regola d arted - Collegamento elettrico a terra di impianti,strutture,serbatoi - Dispositivi di sicurezza degli impianti di distribuzione e utilizzazione delle sostanze infiammabili - Ventilazione dei locali - Utilizzazione di materiali incombustibili - Segnaletica di sicurezza
81 MISURE COMPORTAMENTALI PER PREVENIRE GLI INCENDI Molti incendi possono essere prevenuti richiamando l attenzione del personale sulle cause e sui pericoli di incendio più comuni. Il personale deve adeguare i propri comportamenti ponendo particolare attenzione a: a - Deposito ed utilizzo di materiali infiammabili e facilmente combustibili - Utilizzo di fonti di calore - Impianti ed apparecchi elettrici - Fumo - Rifiuti e scarti combustibili - Aree non frequentate - Rischi legati a incendi dolosi
82 PROTEZIONE ANTINCENDIO
83 PROTEZIONE ANTINCENDIO E l attuazione di tutte le misure finalizzate a ridurre il rischio mediante la diminuzione della magnitudo (danno)
84 PROTEZIONE ANTINCENDIO PASSIVA PROTEZIONE (non c èc bisogno di un intervento) ATTIVA PROTEZIONE (c è bisogno di un intervento)
85 PROTEZIONE ANTINCENDIO PROTEZIONE PASSIVA è l insieme delle misure di protezione che non richiedono l azione di un uomo o l azionamento di un impianto e hanno come obiettivo la limitazione degli effetti dell incendio nello spazio e nel tempo
86 PROTEZIONE ANTINCENDIO PROTEZIONI PASSIVE sono: - Barriere antincendio (isolamento dell edificio,distanze edificio,distanze di sicurezza,muri tagliafuoco,schermi schermi.) - Strutture aventi caratteristiche di resistenza al fuoco - Materiali classificati per la reazione al fuoco - Sistemi di ventilazione - Sistemi di vie d uscitad commisurate al massimo affollamento
87 PROTEZIONE ANTINCENDIO PROTEZIONE ATTIVA è l insieme delle misure di protezione che richiedono l azione di un uomo o l azionamento l di un impianto e sono quelle finalizzate alla precoce rilevazione dell incendio,alla segnalazione e all azione azione di spegnimento dello stesso
88 PROTEZIONE ANTINCENDIO PROTEZIONI ATTIVE sono: - Estintori - Rete idrica antincendi - Impianti di rivelazione automatica d incendio - Impianti di spegnimento automatici - Dispositivi di segnalazione e d allarmed - Evacuatori di fumo e calore
89 PROTEZIONE PASSIVA
90 PROTEZIONE PASSIVA DISTANZE DI SICUREZZA Si distinguono in distanze di sicurezza interne e esterne a seconda che siano finalizzate a proteggere elementi appartenenti ad uno stesso complesso o esterni al complesso stesso. Appare evidente che compartimentare una struttura ricorrendo alla sola adozione delle distanze di sicurezza comporta l utilizzo l di grandi spazi. Pertanto la protezione passiva si realizza anche mediante elementi di separazione strutturale tipo tagliafuoco
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93 PROTEZIONE PASSIVA RESISTENZA AL FUOCO E COMPARTIMENTAZIONE La resistenza al fuoco delle strutture rappresenta il comportamento al fuoco degli elementi che hanno funzioni strutturali negli edifici. In termini numerici la resistenza al fuoco rappresenta l intervallo di tempo (min) di esposizione dell elemento elemento strutturale ad un incendio,durante il quale conserva i requisiti progettuali di stabilità meccanica e tenuta ai prodotti della combustione
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95 PROTEZIONE PASSIVA Più specificatamente la resistenza al fuoco può definirsi come l attitudine l di un elemento da costruzione a conservare: LA STABILITA LA TENUTA E L ISOLAMENTO TERMICO I R
96 PROTEZIONE PASSIVA R STABILITA STABILITA E l attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l azione l del fuoco E TENUTA E l attitudine di un elemento da costruzione a non lasciar passare ne produrre,se sottoposto all azione azione del fuoco su un lato,fiamme,vapori o gas caldi sul lato non esposto al fuoco I ISOLAMENTO TERMICO E l attitudine di un elemento da costruzione a ridurre,entro un dato limite,la trasmissione del calore
97 PROTEZIONE PASSIVA Quindi i materiali da costruzione vengono classificati da un numero che esprime i minuti primi per i quali conservano le caratteristiche suindicate in funzione delle lettere R,E,I
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100 PROTEZIONE PASSIVA VIE DI ESODO Il problema dell esodo esodo delle persone minacciate da un incendio è universalmente riconosciuto di capitale importanza. Gli elementi fondamentali nella progettazione del sistema di vie d uscita d si possono fissare in: Dimensionamento e geometria delle vie d uscitad Sistemi di protezione attiva e passiva delle vie d uscitad Sistemi di identificazione continua delle vie d uscitad In particolare il dimensionamento delle vie d uscita d dovrà tenere conto del massimo affollamento ipotizzabile nell edificio edificio e della capacità d esodo dell edificio edificio
101 PROTEZIONE PASSIVA LE VIE DI ESODO SONO I PERCORSI CHE PORTANO AL LUOGO SICURO LUOGO SICURO E UNO SPAZIO SCOPERTO OVVERO COMPARTIMENTO ANTINCENDIO, SEPARATO DA ALTRI COMPARTIMENTI MEDIANTE SPAZIO SCOPERTO O FILTRI A PROVA DI FUMO, AVENTE CARATTERISTICHE IDONEE A RICEVERE E CONTENERE UN DETERMINATO NUMERO DI PERSONE (LUOGO( SICURO STATICO), OVVERO A CONSENTIRNE IL MOVIMENTO ORDINATO (LUOGO( SICURO DINAMICO)
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103 PROTEZIONE PASSIVA Vediamo altre definizioni: MODULO DI USCITA: : unità di misura della larghezza delle uscite. Il modulo uno,che si assume uguale a 0,60 metri,, esprime la larghezza media occupata da una persona CAPACITA DI DEFLUSSO O SFOLLAMENTO: numero massimo di persone che, in un sistema di vie d uscita d si assume possano defluire attraverso una uscita di modulo uno.tale dato tiene conto del tempo occorrente per lo sfollamento ordinato di un compartimento DENSITA DI AFFOLLAMENTO: numero massimo di persone assunto per unità di superficie lorda di pavimento (persone/m²) MASSIMO AFFOLLAMENTO IPOTIZZABILE: numero di persone ammesso in un compartimento.. E E determinato dal prodotto della densità di affollamento per la superficie lorda del pavimento
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106 PROTEZIONE PASSIVA SCALA A PROVA DI FUMO INTERNA: : scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso, per ogni piano, da filtro a prova di fumo SCALA PROTETTA: : scala in vano costituente compartimento antincendio avente accesso diretto da ogni piano, con porte di resistenza al fuoco REI predeterminata e dotate di congegno di auto chiusura SCALA DI SICUREZZA ESTERNA: : scala totalmente esterna munita di parapetto regolamentare e di altre caratteristiche stabilite dalla norma
107 FILTRO A PROVA DI FUMO MANTENUTO IN SOVRAPRESSIONE
108 SCALA A PROVA DI FUMO INTERNA
109 SCALA PROTETTA
110 PROTEZIONE PASSIVA REAZIONE AL FUOCO La reazione al fuoco di un materiale rappresenta il comportamento al fuoco del medesimo materiale che, per effetto della sua composizione, alimenta un fuoco al quale è esposto partecipando così all incendio Ai materiali sono assegnate,in base a prove sperimentali,delle CLASSI IGNIFUGO
111 PROTEZIONE PASSIVA La classe di reazione al fuoco di un materiale viene accertata mediante specifiche prove di laboratorio,eseguite da laboratori ufficialmente autorizzati. Al superamento di tali prove viene rilasciata la certificazione e l omologazionel da parte del Ministero dell interno. Negli edifici soggetti a prevenzione incendi possono essere impiegati solo materiali omologati, oppure materiali che rientrano nella classe di resistenza al fuoco 0, accompagnati da una dichiarazione di conformità del produttore
112 PROTEZIONE ATTIVA ESTINTORI
113 ESTINTORI I principali riferimenti normativi riguardanti gli estintori sono: o: D.M.n 5 5 del 20/12/ Norme tecniche e procedurali relative agli estintori portatili d incendiod D.P.R.n 37 del 12/01/ Nuovo regolamento di prevenzione incendi D.M.n 64 del 10/03/ Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell emergenza emergenza nei luoghi di lavoro Norma UNI Apparecchiature di estinzione incendi. D.M.7.7/01/ Norme tecniche e procedurali per la classificazione ed omologazione di estintori portatili d incendio
114 ESTINTORI Principali termini e definizioni: AGENTE ESTINGUENTE: sostanza contenuta nell estintore estintore.la sua azione determina l estinzione l del principio d incendiod CARICA: quantità di agente estinguente contenuto nell estintore,espresso estintore,espresso in Kg CLASSIFICAZIONE: : la classificazione degli estintori portatili si effettua secondo quanto specificato dalla norma UNI EN 3/7:2004,o altra norma tecnica equivalente adottata da un ente di normazione nazionale di un paese dell unione Europea OMOLOGAZIONE: è l atto conclusivo attestante il positivo espletamento procedurale tecnico amministrativo finalizzato al riconoscimento dei requisiti previsti dalle disposizioni di settore DURATA DI FUNZIONAMENTO: è il tempo durante il quale si verifica la completa erogazione dell agente estinguente,senza interruzioni,con la valvola completamente aperta
115 ESTINTORI Sull estintore deve essere apposta un etichetta che deve riportare le seguenti informazioni: La parola estintore Il tipo di agente estinguente Le classi di spegnimento Le istruzioni per l usol I pittogrammi dei focolari idonei ad estinguere Le avvertenze di pericolo L indicazione circa l uso l o non uso sui quadri elettrici Gli estremi di omologazione Il nome della società responsabile dell apparecchio
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