Rete Natura 2000 sul territorio del massicio del Monviso

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1 Rete Natura 2000 sul territorio del massicio del Monviso Anna Gaggino Parco del Po Cuneese Guillaume Plagnol Europa DéveloppementI Riassunto: La sistemazione di una rete ecologica coerente sulla scala dell Unione europea risponde di una volontà comune di conservazione della biodiversità, degli habitat e delle specie presenti in Europa. Sostenendosi sulle Direttive Uccelli del 1979 ed Habitat del 1992, la rete Natura 2000 si compone di Siti d Importanza Comunitaria (SIC) proposti da ogni Stato membro sulla base delle Zone di Protezione Speciali (ZPS) e di Zone Speciali di Conservazione (ZSC) definite dalle due direttive precedentemente citate. La designazione di un sito Natura 2000 poggia dunque su una decisione comunitaria a partire da proposte nazionali. L attuazione locale, da parte sua, è lasciata alla libertà di ogni Stato. Attualmente, una ventina di siti coprono il massiccio frontaliere del Monviso, fatto che dimostra la sua incredibile ricchezza ambientale, e costituiscono di fatto una prima messa in rete. La descrizione dei ventiquattro siti del massiccio è qui raccolta. Parole chiave: Francia Italia Ambiente Natura 2000 Legislazione Siti d Interesse comunitario 20

2 Résumé : La mise en place d un réseau écologique cohérent à l échelle de l Union européenne répond d une volonté commune de conservation de la biodiversité, des habitats et des espèces présentes en Europe. S appuyant sur les Directives Oiseaux de 1979 et Habitats de 1992, le réseau Natura 2000 se compose de Sites d Intérêt Communautaire (SIC) proposés par chacun des états membres sur la base des Zones de Protection Spéciales (ZPS) et des Zones Spéciales de Conservation (ZSC) définies par les deux Directives précédemment citées. La désignation d un site Natura 2000 repose donc sur une décision communautaire à partir de propositions nationales. La mise en œuvre locale est quant à elle laissée à la liberté de chaque État. Actuellement, une vingtaine de sites couvrent le massif frontalier du Mont Viso, témoin de son incroyable richesse environnementale et constituent de fait une première mise en réseau. La description des vingt-quatre sites du massif est ici rassemblée. Mots-clefs : France Italie Environnement Natura 2000 Législation Sites d intérêt communautaire 21

3 Abstract : The implementation of a coherent European ecological network is a response to a shared willingness to protect biodiversity, natural habitats and wild fauna and flora in Europe. In accordance with the 1979 Directive on the conservation of wild birds and the 1992 Directive on the conservation of natural habitats, the Natura 2000 network constitutes Natural habitat Sites of Community Interest (SCI), chosen by each Member State on the basis of Special Areas of Protection (SAP) and Special Areas of Conservation (SAC) pursuant to the Directives cited above. The choice of a Natura 2000 site is an EU decision based on a proposition put forward at national level. Its implementation, however, at local level is left to the discretion of each state. Currently, approximately twenty sites cover the Monte Viso border range, thus showing its exceptional environmental value and thereby calls for the setting up of a network. Descriptions of the twenty-four sites appear below. Key words : France Italy Environment Natura 2000 Legislation Site of Community Interest 22

4 Dal 1992 l Unione Europea si è impegnata nella conservazione della biodiversità progettando la realizzazione di una rete di ambienti da tutelare, la cosiddetta Rete Natura Al fine di una corretta individuazione dei siti che costituiscono la rete di aree destinate alla conservazione della biodiversità l Europa ha emanato la Direttiva 92/43/CEE, conosciuta come Direttiva Habitat, che è stata recepita dagli Stati membri e in cui vengono compresi una serie di Allegati relativi a specie e tipi di habitat di particolare interesse da salvaguardare. L attuazione della Direttiva Habitat avviene quindi attraverso la realizzazione della Rete Natura 2000, una rete ecologica europea coerente di Zone Speciali di Conservazione, con l obbiettivo di garantire il mantenimento e, dove occorre, il ripristino di uno stato di conservazione soddisfacente dei differenti tipi di habitat naturali e delle specie europee a rischio ( rare, minacciate o vulnerabili), nella loro area di ripartizione naturale. Questa normativa ha assunto risvolti pratici sulla pianificazione del territorio, in quanto richiede l individuazione di aree destinate alla conservazione di particolari tipi di habitat e sancisce la protezione di numerose specie animali e vegetal.i, inclusi gli ambienti naturali in cui tali specie vivono. A tal fine ogni Stato membro ha proposto alla Commissione Europea un elenco di Siti di Importanza Comunitaria (SIC), quest ultima procede alla valutazione degli elenchi nazionali nell ambito di cinque regioni biogeografiche europee e propone un Elenco Comunitario dei Siti. Quando un sito viene inserito nell Elenco comunitario lo Stato membro designa tale area come Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e stabilisce le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino delle specie e degli habitat per cui il sito è stato individuato. Dal momento in cui i SIC sono stati individuati e proposti per la loro approvazione a livello europeo sono tutelati ai sensi dell art. 6 della Direttiva Habitat, pertanto eventuali progetti che interessano le aree in questione sono soggetti a Valutazione di Incidenza e possono essere realizzati solo se non pregiudicano l integrità del sito stesso. La Direttiva Europea 79/43/CEE, conosciuta come Direttiva Uccelli, costituisce sin dal 1979 un efficace strumento normativo che individua sul territorio delle Zone di Protezione Speciale (ZPS) importanti per la presenza di particolari specie di Uccelli considerati a rischio. Le stesse ZPS vengono ricomprese nella Direttiva Habitat e quindi nella Rete Natura Il Progetto IBA (Important Bird Areas, aree importanti per gli uccelli) individua a livello internazionale un sistema di siti prioritari per la conservazione dell avifauna. In Europa la rete delle IBA costituisce una base scientifica per la designazione delle Zone di Protezione Speciale ai sensi della Direttiva Uccelli. 23

5 STATO MEMBRO N siti proposti DIRETTIVA HABITAT ToT. Sup. Proposta Kmq % Territ. nazionale N siti designati DIRETTIVA UCCELLI Area Tot Kmq % Territ. nazionale Belgio % % Danimarca % % Germania % % Spagna % % Francia % % Irlanda % % Italia % % Lussemburgo % % Olanda % % Austria % % Portogallo % % Svezia % % Inghilterra % % Finlandia % % Grecia % % Da Natura 2000: Notiziario Natura della Commissione Europea DG ENV n.16 Maggio 2003 Dati del Italia La Direttiva Habitat è stata ratificata dall Italia con il Decreto del Presidente della Repubblica n. 357 del 1997, che fornisce il regolamento di attuazione della direttiva e affida alle Regioni e alle Provincie autonome il censimento e la futura disposizione di misure di salvaguardia dei SIC e delle ZPS. Grazie al Progetto BIOITALY il Ministero dell Ambiente da il via al censimento dei Siti di Importanza Comunitaria. L elenco dei SIC e delle ZPS proposte viene approvato con Decreto Ministeriale del 3 Aprile Nel Dicembre 2003 con Decisione della Commissione Europea è stato approvato l elenco dei SIC della Regione Biogeografica alpina, nel Dicembre 2004 quello della Regione Biogeografia continentale: le proposte di SIC e ZPS avanzate dalla Regione Piemonte sono state per la quasi totalità approvate. Il D.P.R. 357/1997 viene successivamente modificato ed integrato dal D.P.R. 120 del 2003 e con Decreto 3 settembre 2002 il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio emana le Linee guida per la gestione dei siti Natura Le Regioni e le Provincie autonome, coerentemente alle linee di indirizzo fornite dal Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio (Decreto Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio 3 settembre 2002 : Linee guida per la gestione dei siti Natura 2000 ), hanno ampia libertà decisionale nella scelta delle misure di conservazione necessarie che implicano all occorrenza appropriati 24

6 piani di gestione specifici o integrati ad altri piani di sviluppo. Tali misure devono evitare il degrado degli habitat e la perturbazione delle specie nei siti Natura Recentemente la Commissione Europea ha prodotto un esauriente documento di riferimento sulla gestione dei siti Natura 2000 intitolato LA GESTIONE DEI SITI NATURA Guida all interpretazione dell art.6 della direttiva Habitat La libertà assicurata agli Stati membri permette di adattare la gestione dei siti alle realtà locali e alle esigenze delle popolazioni:in particolare non esistono vincoli espliciti per le attività umane condotte all interno dei siti. Regione Piemonte Da oltre 20 anni la Regione Piemonte è impegnata nella tutela del suo patrimonio naturale: il frutto di tale impegno sono le 57 Aree Protette Regionali istituite ad oggi. Nel 1996, nell ambito del Progetto Bioitaly, il Piemonte segnala al Ministero dell Ambiente 168 SIC; l elenco nazionale dei SIC viene pubblicato con Decreto Ministeriale del 2000 sulla Gazzetta Ufficiale n. 95 /2000. Successivamente sulla base di un lavoro di razionalizzazione geografica, accorpando più aree contigue, i SIC Piemontesi proposti si riducono a 128, ma la superficie totale rimane pressochè invariata. Più della metà del territorio classificato come SIC è compreso nelle Aree Protette Regionali. In una prima fase i SIC sono stati schedati e i loro confini segnati sulla Carta Tecnica Regionale, successivamente è stata commissionata dalla Regione Piemonte la redazione dei Piani di Gestione dei siti più importanti o minacciati: questi studi sono necessari per l adozione di specifiche misure di conservazione delle specie e degli habitat presenti sul territorio. I siti Natura 2000 non sono aree protette nel senso tradizionale. Non hanno quindi i vincoli prestabiliti di parchi e riserve e non hanno un apposito ente gestore. Sono tuttavia aree che devono essere gestite in funzione della conservazione della biodiversità, in particolare delle specie e degli habitat per i quali sono state designate. Lo strumento principale per garantire una corretta gestione dei siti ed il raggiungimento degli obiettivi di Rete Natura 2000 è il Piano di gestione. Questo strumento rappresenta un passaggio indispensabile per garantire una buona gestione del sito. In particolare è importante che il Piano stabilisca quali attività dovranno essere sottoposte a valutazione di incidenza, quali dovranno seguire sempre certe regole e quali potranno essere svolte liberamente. Ciò risulta importante anche per evitare che si debba ricorrere ad un apposita valutazione di incidenza per qualsiasi attività suscettibile di impatti negativi sul sito. Il piano di gestione non deve tuttavia essere un ulteriore strato burocratico che appesantisce inutilmente gli strumenti di pianificazione esistenti. Esso deve viceversa armonizzarsi con gli strumenti ordinari. Meglio ancora sarebbe incorporare gli obiettivi specifici del sito Natura 2000 direttamente all interno dei piani territoriali e degli strumenti di pianificazione esistenti, senza dover fare ricorso ad un ulteriore piano. Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale, Piani regolatori o Piani di parco possono spesso assolvere efficacemente agli obblighi di tutela del sito, se vengono appositamente integrati. La caccia non è vietata nei siti Natura E però fondamentale valutarne l impatto, per ciascun sito, sulle specie per le quali isiti sono stati designati. E infatti evidente che se alcuni tipi di caccia possono avere impatto nullo sulle specie prioritarie presenti in un sito, altri potrebbero avere impatti diretti ed indiretti anche assai rilevanti. E quindi necessario affrontare il problema su basi 25

7 scientifiche in ogni sito e per ciascuna tipologia di attività venatoria, così come per ogni altro tipo di attività suscettibile di impatto. E in discussione presso il Consiglio Regionale un nuovo disegno di legge, il testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversita, in cui viene creata la Rete Ecologica Regionale comprendente i SIC, le ZPS, le ZSC e le Aree Protette e vengono stabilite le modalità di gestione e di tutela delle aree identificate e soprattutto quali potranno essere i soggetti gestori. France In Francia, la designazione di un sito Natura 2000 poggia, come in tutta l Europa su una decisione della Commissione europea che, su proposta degli Stati, ha stabilito l elenco dei siti d importanza comunitaria. È l ordinanza n in data dell 11 aprile 2001 modificata dalla legge DTR del 23 febbraio 2005 che ne ha assicurato la trasposizione nel diritto francese, seguita da due decreti d applicazione ( dell 8 novembre 1002 e del 20 dicembre Tutti questi testi sono stati integrati al Codice dell ambiente (L a L 414-5; R a R214-39). Procedura di designazione di un sito Natura 2000 Il prefetto sottopone il progetto di perimetro di un sito alla valutazione dei comuni e dei rispettivi enti pubblici di cooperazione intercomunale (EPCI), che comprendono integralmente o parzialmente, sul loro territorio, la zona considerata. Quindi trasmette al ministro incaricato dell ambiente il progetto di designazione di sito accompagnato dalle giustificazioni necessarie, in particolare nel caso in cui il progetto non corrisponda ai pareri raccolti. Per le ZPS, il ministro incaricato dell ambiente che si occupa di un progetto di designazione, emana un decreto che designa la zona come sito Natura 2000 e notifica la sua decisione alla Commissione europea. Per le ZSC, il ministro incaricato dell ambiente che si occupa di un progetto di designazione, decide di proporre la zona alla Commissione europea. Se la Commissione europea iscrive la zona proposta sull elenco dei siti d importanza comunitaria, il ministro incaricato dell ambiente emana allora un decreto che la designa come sito Natura Il decreto ministeriale che reca la designazione di una ZPS o di una ZSC, pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Francese, comprende in particolare la mappa del sito, la sua denominazione, la sua delimitazione, come pure l identificazione degli habitat naturali e delle specie che hanno giustificato la sua designazione. Procedura di elaborazione e di approvazione del documento sugli obiettivi di un sito Natura 2000 Il prefetto designa per decreto un comitato di controllo incaricato sia di elaborare il documento sugli obiettivi dei siti Natura 2000 che di seguirne l attuazione. I rappresentanti degli enti territoriali e delle loro associazioni nell ambito del comitato di controllo designano al proprio interno il presidente del comitato oppure scelgono di 26

8 lasciarne la presidenza al prefetto. Quando i rappresentanti degli enti territoriali e delle loro associazioni assumono la presidenza del comitato di controllo, designano anche un ente o una commissione con l incarico di elaborare il documento sugli obiettivi o di seguirne l attuazione. Il DOCOB elaborato dal comitato di controllo è sottoposto al prefetto che lo approva per decreto. Il documento sugli obiettivi viene ulteriormente revisionato applicando gli stessi criteri adottati nel corso della sua elaborazione. Le misure di gestione proposte dovranno essere formalizzate con i diversi partner interessati. Il successo di Natura 2000 passa dunque per la firma di contratti (contratti Natura 2000 oppure Contratti di Agricoltura Sostenibile) tra lo Stato e gli amministratori e/o attori del territorio. Lo Stato francese ha scelto questa via contrattuale mentre altri paesi hanno preferito la procedura regolamentare. Tuttavia è obbligato ad evitare qualsiasi deterioramento dei siti. Regione Provenza-Alpi- Costa Azzurra In regione, il 5 gennaio 2006, si contavano novantasei siti integrati alla rete N2000, pari al 21% del territorio regionale, e trentaquattro in corso d integrazione (di cui dieci, già esistenti, sono oggetto di estensioni). I quattro siti che appartengono alla parte francese del massiccio del Monviso, sono descritti negli allegati. Il Parco naturale regionale del Queyras è incaricato dell animazione del sito «Val d Escreins - Font Sanct - Haut Guil - Mont Viso - Val Préveyre» ed elabora la DOCOB del sito «Rochebrune - Izoard - Vallée de la Cerveyrette» e ciò anche al di fuori del suo territorio. Per quanto riguarda il sito «Steppique durancien et queyrassin», viene gestito dalla Comunità dei comuni del Guillestrois, ivi compresa la parte del Parco naturale regionale del Queyras. Il sito «Haute Ubaye - Massif du Chambeyron» sta passando sotto la responsabilità del prefetto. Bibliografia: Rivista del Ministero dell Ambiente e della Tutela del territorio : «Natura 2000 Italia Informa, n. 0, 1, 2. Sindaco R., G.P. Mondino, A. Selvaggi, A. Ebone, G. Della Beffa, 2003 Guida al riconoscimento di Ambienti e Specie della Direttiva Habitat in Piemonte Regione Piemonte. 27

9 ORSIERA ROCCIAVRE IT Comune: Bussoleno, Coazze, Fenestrelle, Mattie, Meana di Susa, Roure, San Giorio di Susa, Usseaux, Villarfocchiardo. Superficie (ha): Stato di protezione: Area protetta regionale (Parco naturale Orsiera Rocciavré). L. R. 66/1980 Caratteristiche generali Il sito occupa una parte della dorsale che separa la Valle di Susa dalla Val Chisone, e nel cui settore orientale si sviluppa la Val Sangone. Il nucleo centrale, costituito da rocce metamorfiche ofiolitiche, é un massiccio che comprende oltre alle due cime più importanti, monte Orsiera (m 2890) e monte Rocciavré (m 2778), da cui prende il nome l area protetta, anche un altra decina di vette che superano i 2600 metri di quota. 28

10 La morfologia é fortemente influenzata dall assetto litologico e strutturale della zona. Il paesaggio d alta quota é dominato da estesi affioramenti rocciosi, creste e pareti impervie, con forme aspre che derivano dall erosione di serpentiniti e metagabbri. Molteplici sono le forme di modellamento glaciale: circhi, valloni, vasti accumuli morenici, brevi e ripide valli con morfologia a U, successivamente rimodellate dall azione erosiva dei corsi d acqua. Di origine glaciale sono anche i numerosi e pittoreschi laghi, come il Lago Ciardonnet (m 2560), gelato fino all estate, e il Lago La Manica (m 2365). Laddove il substrato geologico é costituito da litotipi più facilmente erodibili, come calcescisti e micascisti, il paesaggio diventa più dolce e prevalgono le praterie e i pascoli. Più in basso compaiono gli orizzonti arbustivi e boschivi, che insieme occupano circa un terzo della superficie del sito, con una prevalenza dei lariceti e, in minor misura, di faggete, abetine e pinete di pino silvestre (Pinus sylvestris). Di grande rilevanza storica é il complesso fortificato di Fenestrelle, costruito tra il 1727 e il 1850, che si snoda per tre chilometri e 635 metri di dislivello sul versante ben esposto (adreit) della Val Chisone nei pressi dell omonimo abitato. Ambienti e specie di maggior interesse Il Parco naturale costituisce un ottimo esempio di ambiente alpino pressoché intatto. Il notevole dislivello tra i due fondovalle principali e le vette, insieme alle diverse esposizioni prevalenti dei versanti, permettono la presenza di numerosi ambienti assai diversificati. Tra gli 8 habitat di interesse comunitario rilevati nel sito risultano particolarmente rappresentativi e ben diffusi le larici-cembrete (9420) e gli arbusteti di Rhododendron ferrugineum e mirtilli (4060). Le zone d alta quota sono dominate dagli ambienti detritici e da quelli rupicoli (8120), in stretto contatto con le praterie alpine e subalpine (6170), nelle radure e oltre il limite superiore della vegetazione forestale, mentre a quote inferiori si trovano i prati da sfalcio (6520). Tra la vegetazione forestale sono state riconosciute anche le faggete acidofile (9110), limitati lembi di acero-tiglio-frassineti di forra (9180), molto importanti perché considerati habitat prioritario, e un modesto bosco di abete rosso (Picea abies) (9410). Inoltre, nel comune di San Giorio di Susa, in località Sapei, é presente un interessante bosco di abete bianco (Abies alba), ambiente poco rappresentato nelle Alpi Occidentali italiane. La flora, ricca di almeno 850 specie, comprende diversi endemismi delle Alpi Occidentali, oltre ad alcune specie rare in Piemonte tra cui Lycopodium annotinum, Hernaria alpina, Aconitum anthora, Cardamine plumieri. Tra le specie elencate in Direttiva Habitat (D.H.) si ricordano Aquilegia alpina e Saxifraga valdensis, quest ultima endemica delle Alpi Cozie. Per quanto riguarda la fauna, rilevante é la presenza di un ricco popolamento ornitico, composto da ben 73 specie diverse, tra le nidificanti certe o probabili, di cui 9 sono elencate nella Direttiva Uccelli ed alcune sono rare in Piemonte. In particolare sono ben rappresentate le specie tipicamente alpine tra cui si ricordano l astore (Accipiter gentilis), il lucarino (Carduelis spinus), il crociere (Loxia curvirostra), il merlo dal collare (Turdus torquatus), la nocciolaia (Nucifraga 29

11 caryocatactes), particolarmente legata al pino cembro, il picchio muraiolo (Tichodroma muraria) e il fringuello alpino (Montifringilla nivalis), tutte nidificanti. Sono segnalate oltre 20 specie di mammiferi. Sono presenti popolazioni importanti di ungulati selvatici, soprattutto camoscio (Rupicapra rupicapra), l unica specie non reintrodotta, capriolo (Capreolus capreolus), cervo (Cervus elaphus) e stambecco (Capra ibex). E poi da segnalare la presenza del piccolo roditore Microtus arvalis, la cui presenza sulle Alpi Occidentali italiane é poco nota. L evento di maggior rilievo é la ricomparsa del lupo (Canis lupus, D.H. All. II e IV, specie prioritaria) negli anni 90 in seguito al recente ampliamento dell areale italiano della specie. Tra i rettili elencati dalla D.H. é abbastanza frequente il colubro liscio (Coronella austriaca, All. IV), soprattutto nella umida Val Sangone. Ai limiti del Parco, nel comune di San Giorio, é presente un importante sito riproduttivo di anfibi, denominato localmente Paradis d le Rane, dove si riproducono la rana rossa (Rana temporaria) e il rospo comune (Bufo bufo) qui presente ad una quota elevata per la specie. Per ciò che riguarda l entomofauna si sottolinea la presenza di alcune specie rare di coleotteri. In particolare tra i carabidi, in tutto 57 specie, sono segnalati Carabus cychroides e Carabus cenisius fenestrellanus, ambedue endemiti con ridottissimo areale di distribuzione; tra i curculionidi sono di assoluto interesse i rarissimi Rhytirhinus impressicollis jarrigei ed Apion obtusum, di cui il territorio del Parco é uno dei pochissimi habitat noti. Inoltre tra i lepidotteri ropaloceri sono segnalate Parnassius apollo, P. mnemosyne, Maculinea arion, tutte inserite nell All. IV della D.H., Aricia nicias e Limenitis populi, specie rare, considerate meritevoli di tutela. Ricerche sui microlepidotteri hanno evidenziato una fauna molto ricca, tra cui spicca la presenza di Coleophora algidella, raro elemento boreale, segnalato per l Italia solo del Colle delle Finestre; della stessa località (locus typicus) è stata recentemente descritta la nuova specie C. retrodentella, conosciuta solo di poche località delle Alpi Cozie italiane e francesi. Stato di conservazione e minacce Il territorio é rimasto ai margini dello sviluppo turistico di massa, anche se nei mesi estivi il transito automobilistico sulla strada Fenestrelle Meana e la conseguente pressione turistica al Colle delle Finestre é assai elevata. Tra le attività antropiche è da segnalare anche la pratica abusiva di motocross, che arreca notevole disturbo alla fauna e causa un evidente degradazione degli ambienti naturali. Ultimamente il progressivo abbandono delle attività agro-silvo-pastorali alpine ha favorito un espansione del bosco, soprattutto sul versante valsusino, dove il sottobosco di larice e le praterie subalpine delle quote non troppo elevate non vengono più sfruttate dal pascolo come in passato. Infine, la presenza del muflone, introdotto alcuni decenni fa in un azienda faunistico-venatoria limitrofa crea problemi di concorrenza con la popolazione di camosci, sebbene alcuni inverni particolarmente rigidi e il ritorno del lupo abbiano determinato una vistosa riduzione della sua popolazione. 30

12 Cenni sulla fruizione Esistono svariati itinerari, tracciati e segnalati, che permettono di usufruire del territorio dell area protetta praticamente in tutte le stagioni. In estate, per esempio, é possibile percorrere a piedi o a cavallo i numerosi sentieri escursionistici distribuiti in ogni settore vallivo del Parco, ed in particolare ben 5 sentieri naturalistici, due dei quali partono nei pressi della sede del Centro regionale di Educazione ambientale sopra Fenestrelle. Nella zona della Punta Cristalliera sono state attrezzate alcune vie per l arrampicata su roccia, mentre in Val Sangone si trova un itinerario per mountain bike. In inverno, invece, alcune zone del territorio sono sfruttate per la pratica dello sci-alpinismo. Infine, il Forte di Fenestrelle é sede di iniziative culturali ed é visitabile con accompagnatori. Bibliografia Baldizzone G., Catalogo commentato dei Coleoforidi (Lepidoptera, Coleophoridae) della Valle di Susa. Contribuzioni alla conoscenza dei Coleophoridae. LXXI. BIOGEOGRA- PHIA, 16: Baldizzone G., 2000 Contribuzioni alla conoscenza dei Coleophoridae. XCII. Coleophoridae nuovi o poco conosciuti delle Alpi Cozie (Lepidoptera). Riv. Piem. St. Nat., 21: Baldizzone G., Nel J., 2004 Description d une nouvelle espèce du genre Coleophora Hübner: C.retrodentella Baldizzone & Nel, sp. n., de France et d Italie (Lepidoptera: Coleophoridae). SHILAP Revta lepid., 32 (126): Bisio L., «Nebria gagates» bonelli specie interessante del Piemonte e della Valle d Aosta: nuovi reperti.riv. Piem. St. Nat., VII: Della Beffa G., Quindici anni di ricerche entomologiche nei parchi della Regione Piemonte. Atti XVII Congresso nazionale italiano di Entomologia. Udine giugno. Hellmann F., Bertaccini E., 2004 I Macrolepidotteri della Val di Susa. Italia Nord-occidentale (Alpi Cozie-Graie). Mus. Reg. Scienze Nat., (Monografie XL) Torino I.P.L.A., Piano Naturalistico del Parco Naturale Orsiera Rocciavré. Regione Piemonte. Assessorato ai beni Culturali ed Ambientali, Pianificazione Territoriale, Parchi, Enti Locali. Sistema regionale delle Aree Protette. (redatto) Mingozzi T., Boano G., Pulcher C. e collab., Atlante degli uccelli nidificanti in Piemonte e Val d Aosta Mus. Reg. Scienze Nat., (Monografie VIII) Torino. Monzini V., Pesarini C., Le specie italiane del Genere Stomis Clairville (Coleoptera Carabidae). Boll. Soc. Ent. Ital., 118: Genova. Odasso M., Rota A., Descrizione di alcune fitocenosi nel Parco Naturale Orsiera - Rocciavré. Riv. Piem. St. Nat., X: GRAN BOSCO DI SALBERTRAND IT Comuni: Chiomonte, Exilles, Oulx, Pragelato, Salbertrand, Sauze d Oulx, Usseaux Superficie (ha): 3774 Stato di protezione: Area protetta regionale (Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand) L. R. 20 maggio 1980, n

13 Caratteristiche generali Il territorio del sito occupa un intero settore di versante in destra idrografica dell Alta Val di Susa, con esposizione principale verso nord, ed una porzione dell alto versante in sinistra idrografica della Val Chisone; i limiti altitudinali sono posti a quote comprese tra i circa 1000 m del fondovalle, presso Salbertrand, e gli oltre 2500 m delle cime presenti lungo lo spartiacque con la Val Chisone, che sono, procedendo da ovest verso est, il Monte Genevris (2.500 m), il M. Blegier (2.550 m), il M. Gran Costa (2.600 m) e il M. Gran Serin (2589 m.). Dal punto di vista morfologico l area appare come una grande conca ad arco, originata da ripetuti fenomeni di scollamento e scivolamento verso valle dei materiali di copertura che poggiavano sul substrato litologico, qui composto in prevalenza dai calcescisti. Questo movimento gravitativo, avvenuto in più riprese e tutt ora attivo, interessa sia grossi blocchi, staccatisi dagli affioramenti rocciosi per azione degli agenti meteorici (acqua, gelo, disgelo), sia detrito fine, di origine morenica o derivante dalla coltre di alterazione delle rocce in posto. Tra i fenomeni di dissesto in atto, il più esteso ed appariscente è rappresentato, nella zona di Cassas, dalla grande frana del Piccolo Bosco; essa è legata, nella parte più a monte, al crollo di materiale lapideo, e, nella zona di raccordo tra il versante ed il fondovalle, all incisione del materiale morenico a carico del ruscellamento superficiale e degli eventi di piena della Dora Riparia. In conseguenza dell ampia escursione altimetrica, è possibile osservare le varie fasce di vegetazione caratteristiche delle Alpi Occidentali. I boschi di latifoglie sono concentrati presso il fondovalle della Valle di Susa, con presenza di aceri, tigli, frassini, faggi e castagni. Salendo di quota prevalgono le conifere, abetine di abete bianco (Abies alba) con abete rosso (Picea abies), pinete di pino silvestre (Pinus sylvestris) e larici-cembreti, che insieme ricoprono più del 60% del territorio, mentre in una stretta fascia presso il margine superiore del bosco si ritrovano formazioni arbustive a rododendro e mirtillo. Alle diverse quote, soprattutto nelle aree con minori pendenze, sono presenti le praterie, utilizzate per il pascolo estivo ed un tempo in parte sfalciate per la produzione di fieno. Infine, alle quote più elevate, oltre il limite della vegetazione arborea, fino al crinale tra la Valle di Susa e la Valle Chisone, il paesaggio è dominano dalle praterie rupicole e dai macereti. Ambienti e specie di maggior interesse Quest area si distingue per le notevoli emergenze naturalistiche, sia di tipo floristico che faunistico. Per ciò che riguarda la vegetazione il Parco è uno dei migliori esempi regionali di zonazione altitudinale e di struttura di boschi di conifere montani e subalpini. All interno del sito sono stati individuati ben 13 tipi di ambienti della Direttiva Habitat (D.H.), di cui 3 prioritari. Essi sono: i boschi di tiglio, acero e frassino di ghiaioni e d impluvio (9180), i boschi alluvionali di ontano bianco e salice bianco (91E0) e le formazioni igrofile di muschi calcarizzanti (7220). Altri ambienti di notevole interesse sono: le formazioni pioniere di rocce e detriti (8120), anche se in un area con roccia madre così alterabile come sono i calcescisti non sussistono praticamente pareti o rupi con vegetazione caratteristica; la vegetazione palustre delle torbiere basse alcaline (7230), ben rappresentate dalla torbiera del Col Blegier, in 32

14 cui è presente una importante stazione di Menyanthes trifoliata, specie rara e tutelata dalla normativa regionale; le formazioni erbose delle praterie basifile alpine e subalpine (6170), le praterie montano-subalpine a Trisetum flavescens (6520) e le praterie di bordo ad alte erbe (6430), habitat della rara Cortusa matthioli; gli arbusteti alpini di salici d altitudine (4080) ed infine gli arbusteti del rodoreto-vaccinieto e di ginepro nano (Juniperus nana) (4060). Per quanto riguarda le cenosi forestali, il sito ospita un interessante bosco misto di abete bianco e abete rosso con esemplari così vigorosi da essere inserito nel Libro Nazionale dei Boschi da Seme; attorno ai 1800 m, l abetina mista sfuma nell associazione di larice (Larix decidua) con pino cembro (Pinus cembra) (9420), che prevale con l aumentare della quota. Infine, l ampliamento del Parco in Comune di Exilles ha fatto sì che venissero inclusi anche boschi di faggio (Fagus sylvatica), riferibili alle faggete eutrofiche (9130), e quelli di castagno (Castanea sativa) (9260). L unica specie vegetal.e di interesse comunitario è Aquilegia alpina (All. IV), che trova habitat nei pascoli e nelle radure dei boschi di conifere. Dal punto floristico sono da segnalare anche numerose specie rare e/o endemiche: Corallorhiza trifida, Goodyera repens, Ranunculus gramineus, Alyssum argenteum, Astragalus frigidus, A. austriacus, Androsace villosa, incluse nella Lista Rossa regionale, Androsace brigantiaca e la citata Cortusa matthioli, incluse anche nella Lista Rossa delle piante d Italia. I numerosi ambienti e la ricchezza floristica costituiscono habitat ideali per una fauna altrettanto varia e interessante. L avifauna conta circa 140 specie di uccelli, di cui ben più della metà sono considerate nidificanti certe o probabili e circa 50 sono presenti per gran parte dell anno nell area protetta; dal punto di vista conservazionistico 11 specie, su 25 totali inserite nell All. I della Direttiva Uccelli, trovano habitat riproduttivo all interno del Parco. La maggior parte è legata all ambiente forestale, come la civetta capogrosso (Aegolius funereus) e il picchio nero (Dryocopus martius), altre si riproducono su pareti rocciose, aquila reale (Aquila chrysaetos), gufo reale (Bubo bubo) e gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax), mentre averla piccola (Lanius collurio) e coturnice (Alectoris graeca saxatilis) sono legate ad ambienti aperti. È segnalata la presenza di 27 specie di mammiferi, di cui 2 estinte, lontra (Lutra lutra) e lince (Lynx lynx), e 2 reintrodotte negli anni 60, il capriolo (Capreolus capreolus) ed il cervo (Cervus elaphus). Tra le specie di particolare interesse conservazionistico è da sottolineare la presenza del lupo (Canis lupus), considerata prioritaria e inserita negli All. II e IV della Direttiva Habitat. Essa in alta Val di Susa ha la popolazione più importante dell Italia settentrionale: all interno del sito esistono le prove di riproduzione a partire dall anno 1997, ed è stata registrata la nascita di 3 cuccioli nel 2000, proprio nell area del Gran Bosco. L erpetofauna non comprende specie particolarmente interessanti, anche se quattro di queste sono soggette a protezione rigorosa ai sensi della direttiva comunitaria. Tra gli invertebrati risultano segnalate: 30 specie di molluschi di cui alcune significative come Causa holosericea (2 località note in Piemonte), Chilostoma (Delfinalia) glaciale, endemico delle Alpi Occidentali, e Helicigona lapicida, specie presente in Italia solo in Val di Susa e in Valle d Aosta. Tra gli insetti sono state censite 20 specie di ortotteri, tra cui rivestono particolare interesse naturalistico Stenobothrodes cotticus, specie endemica delle quote più elevate delle Alpi Occidentali 33

15 e Stethophyma grossum, specie rara caratteristica delle zone umide; 40 di lepidotteri diurni (ropaloceri), un numero senz altro sottostimato, fra i quali Callimorpha quadripunctata (All. II, prioritaria) e Parnassius apollo (All. IV), e una limitata presenza di odonati, tra cui si segnala però una popolazione di Somatochlora alpestris, assai rara in Piemonte. Stato di conservazione e minacce Il principale elemento di criticità è l eccessiva densità di ungulati, soprattutto caprioli e cervi che, reintrodotti negli anni sessanta, in assenza di predatori per decenni, sono aumentati tanto da minacciare le popolazioni di abete bianco; per controllarne le popolazioni essi sono sottoposti ad abbattimenti selettivi, anche se la presenza del lupo assicura pure un certo controllo. Presso le creste tra Val Chisone e Val di Susa esiste una strada sterrata aperta al traffico veicolare, che durante la stagione estiva è percorsa da numerosi veicoli e permette ad un gran numero di turisti di accedere alle quote più elevate, causando un disturbo non indifferente alla fauna di questi ambienti. Bibliografia Bisio L., Contributo alla conoscenza di Alcuni Pterostichus orofili del Piemonte (Coleoptera Carabidae). Riv. Piem. St. Nat., 15: IPLA, Piano Naturalistico del Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand. Regione Piemonte, Assessorato alla Programmazione economica e Pianificazione territoriale, Servizio Parchi Naturali. (redatto) IPLA, Parco naturale del Gran Bosco di Salbertrand. Revisione e integrazione del Piano naturalistico e del piano di assestamento relativamente alle aree di ampliamento. Regione Piemonte, Settore Pianificazione Aree Protette. (redatto) Mingozzi T., Boano G., Pulcher C. e collab., Atlante degli uccelli nidificanti in Piemonte e Val d Aosta Mus. Reg. Scienze Nat. (Monografie VIII) Torino. Morandini A., Giordano A., Mondino G.P., Salandin R., Il Gran Bosco di Salbertrand. Pubbl. Ist. sper. per la selvic. Arezzo. Cenni sulla fruizione Nel Gran bosco sono presenti numerosi itinerari: esistono una serie di sentieri autoguidati, appositamente allestiti dal Ente Parco, al fine di permettere una maggior conoscenza dei vari ambienti tutelati; inoltre l area è percorsa da un tratto della Grande Traversata delle Alpi (GTA), dal Sentiero dei Franchi (SF) e dalla Via degli Alpeggi. STAGNO DI OULX IT Comune: Oulx Superficie (ha): 84 Stato di protezione: Area protetta provinciale (Riserva naturale speciale dello Stagno di Oulx) L.R. n. 32 dell 8 Novembre

16 Caratteristiche generali Il sito si colloca a ridosso dell abitato di Oulx, nell area delimitata tra il versante del Cotolivier, lo svincolo dell autostrada Torino- Bardonecchia per Cesana e la massicciata della ferrovia Torino-Modane. Il Lago Borello, così viene chiamato localmente lo Stagno di Oulx, era un ex-cava per l estrazione di inerti, utilizzata per i lavori connessi alla realizzazione della galleria ferroviaria del Frejus, durati all incirca un decennio tra il 1857 e il Al termine dell escavazione fu poi utilizzata come ghiacciaia, ed in seguito abbandonata; cessarono così gli interventi di manutenzione del lago ed iniziò la colonizzazione da parte della vegetazione naturale. L aspetto più interessante del biotopo è costituito dagli ambienti acquatici e dalla vegetazione palustre. La copertura boschiva è costituita, per quasi la metà della superficie, da una pineta di pino silvestre (Pinus sylvestris) che si sviluppa in parte sulle pendici del Monte Cotolivier, ove risulta in continuità con formazioni di larice (Larix decidua) e di abete rosso (Picea abies), e in parte sui depositi alluvionali del torrente Dora di Bardonecchia. Il resto della vegetazione forestale è costituita da acerotiglio-frassineti e da lembi di alneto di ontano bianco (Alnus incana). La superficie restante è occupata da prato-pascoli ormai in parte abbandonati. Ambienti e specie di maggior interesse Il sito riveste un interesse naturalistico primario nell ambito dell intero arco alpino occidentale italiano poichè, nonostante le ridotte dimensioni, costituisce un importante zona paludosa di fondovalle in quota; si tratta di un ambiente ormai estremamente raro che ospita ancora molte specie animali e vegetal. i a rischio di scomparsa dall intera fascia alpina regionale. Sono stati riconosciuti due habitat di interesse comunitario: il lago è quasi del tutto ricoperto da Chara foetida, ed è un ottimo esempio dell habitat delle Acque calcaree con alghe del genere Chara (3140), la cui conservazione riveste interesse per l Unione Europea. Lungo il perimetro del Lago Borello e nelle depressioni presenti nelle zone limitrofe sono presenti cenosi igrofile abbastanza diversificate; la più interessante è rappresentata dalle torbiere basse alcaline (7230), in cui si incontrano specie vegetal.i rare tra cui la bella orchidea Epipactis palustris e soprattutto il poco vistoso Schoenus ferrugineus. Altri ambienti sono costituiti dai magnocariceti e dai fragmiteti, cenosi spesso contigue che si succedono prendendo alternativamente il sopravvento l una sull altra. Le formazioni più fitte a cannuccia di palude sono concentrate nelle aree a falda affiorante e nelle zone immediatamente a ridosso del Lago Borello. I fragmiteti, nel caso in esame, non sono in realtà differenziabili dai cariceti sotto l aspetto floristico, in quanto, anche se con valori di copertura differenti, posseggono le stesse specie. L interesse floristico del Lago Borello è acuito dalla presenza di altre specie botaniche rare legate alle zone umide; oltre alle specie già citate si ricorda Iris sibirica, specie a rischio di estinzione in Piemonte, dov è nota solo in un altra stazione delle Baragge Biellesi, e Salix repens, specie non in pericolo ma esclusivamente legata a questi ambienti. Tra le specie non palustri si ricorda Allium scorodoprasum, in via di regressione per il diffuso abbandono delle aree prative. 35

17 Dal punto di vista faunistico è da sottolineare come la collocazione geografica del sito, all interno di una vallata xerotemica e ad una quota di 1000 m, permette la coesistenza di specie tipicamente alpine con altre tipiche della pianura piemontese, che qui trovano il loro limite di distribuzione. Per ciò che riguarda l avifauna, nel sito risultano segnalate 56 specie di uccelli, tra le quali prevalgono quelle legate prevalentamente agli ambienti forestali, mentre il sito è di scarso rilievo per l avifauna acquatica a causa delle piccole dimensioni del lago, al limitato sviluppo del canneto, al fatto che il lago geli frequentemente in inverno e, non ultimo, al notevole disturbo antropico. Le specie inserite nell All. I della Direttiva Uccelli sono 2: il martin pescatore (Alcedo atthis) e il picchio nero (Dryocopus martius). Tra i rettili è da segnalare la presenza di una discreta popolazione di Natrix natrix, serpente ormai piuttosto raro in Val di Susa; gli anfibi sono rappresentati da salamandra pezzata (Salamandra salamandra), specie legata soprattutto ad habitat forestali di latifoglie, rospo comune (Bufo bufo), che qui trova il sito riproduttivo più interno della Val di Susa, e dalla rana rossa (Rana temporaria). Tra gli invertebrati grandissima rilevanza ha il popolamento di odonati, composto da 18 specie; per Sympetrum vulgatum il sito risulta essere l unica stazione italiana nota, mentre assai rare a livello regionale sono anche Cordulia aenea e Sympetrum danae. E inoltre segnalato Philochthus mannerheimii, un coleottero carabide rarissimo in Italia. Infine in quest area è anche presente il gambero di fiume (Austropotamobius pallipes), specie per la quale la Direttiva Habitat prevede una protezione rigorosa. Stato di conservazione e minacce Secondo quanto riportato nel Piano di Gestione Naturalistica dello Stagno di Oulx le minacce principali alla conservazione del sito sono legate a numerose attività antropiche che si concentrano nelle aree limitrofe. In anni recenti la superficie è stata ridotta per la costruzione di nuove abitazioni, per lo più seconde case, e relative strutture di urbanizzazione, non ultima la realizzazione del raccordo tra l autostrada Torino Bardonecchia e la strada per Cesana. Negli ultimi anni la costruzione di edifici scolastici in prossimità del lago ha causato un ulteriore riduzione e degradazione dell ambiente naturale. Per abbassare il livello della falda e ridurre i problemi alle abitazioni, costruite inopportunamente su un area paludosa, sono inoltre stati scavati canali di drenaggio, che influiscono negativamente sull ecosistema palustre, aumentando la velocità di interramento dell area umida; tali alterazioni delle fitocenosi possono favorire lo sviluppo della cannuccia di palude (Phragmites australis), specie assai adattabile ed estremamente concorrenziale rispetto alle specie floristiche più rare e delicate del sito. La presenza di abitazioni e di capannoni industriali nelle immediate vicinanze può determinare problemi di inquinamento da parte degli scarichi, che, se non correttamente gestiti, possono inquinare le acque superficiali e di falda. Il rio che costituisce l habitat del gambero di fiume è a rischio di inquinamento e di scomparsa; esso è già stato parzialmente intubato in anni recenti a causa delle opere di urbanizzazione. Costituendo il lago un attrazione turistica, la frequentazione causa il calpestamento che danneggia le formazioni vegetal.i dell area, e 36

18 così pure alcune specie vistose, come Íris sibirica, vengono danneggiate sistematicamente per reciderne i fiori. Inoltre va ricordato anche il pericolo degli incendi, i quali hanno causato per almeno quattro volte negli ultimi dieci anni ingenti danni all ecosistema del sito. Sul Lago Borello e su una ristretta area che lo circonda, la Provincia di Torino ha istituito un Oasi di Protezione dalla caccia. Cenni sulla fruizione Esiste un sentiero che permette di effettuare il periplo del lago Borello; tale percorso meriterebbe di essere arricchito di punti di osservazione e provvisto di cartelli informativi che evidenzino l importanza dell area e, contemporaneamente, dettino delle norme di comportamento compatibili con la tutela dei luoghi e delle specie rare. Bibliografia Capra F., Galletti P.A., 1978 Odonati di Piemonte e Valle d Aosta. Ann. Mus. Civ. St. Nat. Genova, 82: Dotta A., 1998 Piano di fattibilità Lago Borello. Consorzio Forestale Alta Valle Susa. I.P.L.A., 2000 Stagno di Oulx. Piano di Gestione Naturalistica. Regione Piemonte. Settore Pianificazione Aree Protette. (redatto) Mingozzi T., Boano G., Pulcher C. e collab., Atlante degli uccelli nidificanti in Piemonte e Val d Aosta Mus. Reg. Scienze Nat. (Monografie VIII) Torino. Mondino G.P., 1963 Boschi planiziali a Pinus sylvestris ed Alnus incana nelle alluvioni del torrente Bardonecchia (Piemonte). Alliona (Torino) 9: CHAMPLAS - COLLE SESTRIERE IT Comune: Cesana, Sauze di Cesana, Sestriere Superficie (ha): 1050 Stato di protezione: nessuno Caratteristiche generali Il sito si colloca alla destra idrografica del torrente Ripa a quote comprese tra 1350 m e 2500 m. La morfologia attuale è dovuta alla combinazione dell azione erosiva dell antico ghiacciaio, che ha scavato il fondovalle principale, più incassato rispetto alle valli laterali (per es. la Val Thuras) e la successiva erosione delle acque, che hanno inciso progressivamente i versanti e il fondovalle. Da queste azioni congiunte, anche a causa di un substrato costituito in prevalenza da calcescisti facilmente degradabili, si è originato un pendio abbastanza regolare, poco acclive e, per la quasi totalità della superficie, privo di balze rocciose. La morfologia e l esposizione prevalente a sud hanno favorito in passato un intenso sfruttamento agro-pastorale di queste pendici, con colture avvicendate di segale, orzo, grano, patate ed erba medica. Attualmente la superficie coltivata, in leggera crescita dopo un lungo periodo di abbandono, è comunque quasi irrilevante. Le praterie naturalmente formatesi per invasione dei coltivi sono pascolate in primavera ed autunno da ovini che utilizzano l erba presente e favoriscono un equilibrato ritorno organico. La vegetazione forestale, occupante la sponda idrografica sinistra, è dominata dai lariceti con rari ed isolati abeti bianchi (Abies alba). Gran parte della pendice del Monte Crouzore (1716 m) è colonizzata da una pineta di pino silvestre (Pinus silves- 37

19 tris), mentre le latifoglie sono presenti solo lungo corsi d acqua minori, canali irrigui e carrarecce. Infine rimboschimenti di larice (Larix decidua), frammisti ad altre conifere di diversa origine, si estendono, a partire da quota 2100 fino a circa 2300 m, sul versante meridionale del Monte Fraitève (2702 m) e del Monte Rotta (2245 m) con funzione protettiva. Ambienti e specie di maggior interesse L area ospita numerosi ambienti di elevato interesse naturalistico, indicati nella Direttiva Habitat (D.H.) come siti il cui mantenimento richiede la designazione di aree speciali di conservazione. Rientrano tra gli ambienti di interesse il corso d acqua di fondovalle con la sua vegetazione di greto erbacea (3220) e quella riparia arbustiva a Salix eleagnos (3240); risalendo i versanti si incontrano le praterie secche a Bromus erectus (6210), le formazioni erbose dell Alysso-Sedion albi (6110), le praterie del piano montano (6520) e quelle basifile del piano subalpino e alpino (6170). Si trovano inoltre alcune aree a macereti di calcescisti del piano montano e alpino ( ), e infine boschi di larice e pino cembro (9420), presenti fino ad oltre i 2200 m di quota. Il numero di specie floristiche censite nell area risulta considerevole, con oltre 500 specie botaniche segnalate: tra queste sono presenti alcune rarità, tra cui Daphne alpina, Paronichia kapela, e soprattutto la crucifera Aethionema thomasianum, diffusa nei pressi della statale Cesana-Sestriere e nota in Italia solo in poche stazioni della Valle di Cogne e altrove in pochissime località francesi presso il Monginevro. L unica specie floristica protetta dalla D.H., è l orchidea Cypripedium calceolus (All. II e IV), nota sulle Alpi Occidentali italiane in sole cinque stazioni, di cui una non riconfermata in anni recenti. Il sito riveste una notevole importanza per l avifauna. Tra le specie inserite in All I della Direttiva Uccelli (D.U.), sono nidificanti l ortolano (Emberiza hortulana) e l averla piccola (Lanius collurio), mentre frequentano l area il biancone (Circaetus gallicus) e l aquila reale (Aquila chrysaetos). Di rilievo è la presenza della popolazione più consistente di passera lagia (Petronia petronia) in Italia settentrionale; questa specie mediterranea è segnalata sporadicamente nel Cuneese e in Valle d Aosta, e poi dall Abruzzo verso sud. L area ospita anche altri uccelli termofili che raggiungono in quest area quote di nidificazione eccezionali: l assiolo (Otus scops), il torcicollo (Jynx torquilla), la quaglia (Coturnix coturnix) e il saltimpalo (Saxicola torquata). Infine è stata segnalata la presenza del re di quaglie (Crex crex D.U.), tipico delle praterie di mezza montagna, di cui in Piemonte si hanno prove di nidificazione in passato, ma mancano conferme in anni recenti, e le cui segnalazioni risultano rarissime. Per quanto riguarda la mammalofauna è da sottolineare la presenza assai probabile del lupo (Canis lupus, All. II e IV), specie prioritaria di cui la presenza nel sito e nelle zone limitrofe è nota (si veda IT Valle Thuras). Si osservano con gran frequenza ungulati, tra cui il capriolo (Capreolus capreolus), il cervo (Cervus elaphus) ed il cinghiale (Sus scrofa), che frequentano soprattutto i boschi e le radure, mentre le conoscenze sugli altri mammiferi risultano scarse. L erpetofauna è rappresentata da 7 specie, l anfibio Rana temporaria e da 6 rettili, tra i quali la lucertola muraiola (Podarcis muralis), il ramarro (Lacerta bilineata) e il colubro liscio (Coronella austriaca) sono inserite nell All. IV della Direttiva Habitat. 38

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