SEMINARIO SULLA GESTIONE DELLE ZONE PERIFLUVIALI. Linee guida per una corretta gestione della vegetazione riparia e golenale
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1 SEMINARIO SULLA GESTIONE DELLE ZONE PERIFLUVIALI Linee guida per una corretta gestione della vegetazione riparia e golenale Andrea Ebone Istituto per le Piante da Legno e l Ambiente - IPLA Spa Torino Coazze (TO) 12 marzo 2010
2 Come nascono le Linee Guida Con la DGR n la Giunta Regionale ha approvato nel 2008 gli Indirizzi tecnici in materia di manutenzioni e sistemazioni idrogeologiche e idraulico-forestali La DGR assegna al Coordinamento regionale manutenzione alvei e bacini montani il compito di redigere le Linee guida per una corretta gestione della vegetazione riparia e golenale da applicarsi a tutto il reticolo idrografico piemontese.
3 Coordinamento regionale manutenzione alvei e bacini montani Gruppo di lavoro vegetazione Autorità di Bacino del Fiume Po Agenzia Interregionale per il Fiume Po REGIONE PIEMONTE Direzione Opere Pubbliche, Difesa del Suolo Economia Montana e Foreste Direzione Progr. Strategica, Politiche Territoriali, Edilizia Direzione Ambiente Direzione Agricoltura Ipla Piemonte Arpa Piemonte Corpo Forestale dello Stato UNCEM delegazione piemontese Parco Fluviale del Po vercellese/alessandrino Parco Naturale della Val Troncea
4 Obiettivi della gestione della vegetazione riparia conservazione degli ecosistemi e della biodiversità sicurezza idraulica riduzione della frammentazione di habitat
5 Le funzioni del bosco ripario Funzione protettiva Funzione naturalistica Funzione produttiva Funzione ricreativa
6 Funzione protettiva-1 Riduzione dell erosione spondale In caso di erosione al piede di sponde ad elevata pendenza, l azione consolidatrice della vegetazione può essere compromessa.
7 Funzione protettiva-2 Deposizione del materiale fluitato. Riduzione della velocità della corrente.
8 Funzione protettiva-3 Funzione di serbatoio per lo stoccaggio temporaneo dell acqua (limitato a fasce laterali di territorio di una certa estensione) in aree che possono essere considerate delle casse d espansione.
9 Funzione naturalistica-1 Fonte di energia per l ecosistema acqua.
10 Funzione naturalistica-2 Regolatore della temperatura dell acqua. Il bosco ripario assume, in prossimità di alvei poco ampi conformazione a galleria, ostacolando l ingresso della luce e influendo sulla temperatura delle acque in particolare nei tratti in cui la corrente è modesta. Inserire schema
11 Funzione naturalistica -3 Elemento di biodiversita. Ambienti diversi in differenti fasi di sviluppo in contatto tra loro: Successione autogena. Successione allogena. Successione auto-allogena. Zona di transizione tra differenti ambienti (ecotono). Ceppaia erosa al piede.
12 Funzione naturalistica -4 Elemento di continuità tra ecosistemi naturali (rete ecologica). Elementi della rete ecologica Popolazioni source e sink La creazione della rete ecologica
13 Funzione naturalistica -5 Fascia tampone per la depurazione delle acque. Dinamiche e fonti dell inquinamento: fonte di inquinamento a carattere diffuso; mancanza di una immediata corrispondenza tra causa ed effetto; pluralità dei soggetti coinvolti. Caratteristiche della fascia tampone: una fascia di 10 m asporta circa il 90% dei nitrati la vegetazione è altrettanto efficace nel contenimento del fosforo l effetto tampone è massimo qualora la fascia boscata sia composta da numerose specie.
14 Funzione ricreativa Attività turistiche Valorizzazione del paesaggio
15 Aree protette ed elementi della rete natura 2000 Ossatura della rete ecologica piemontese Parchi naturali, riserve ZSC, SIC e ZPS Habitat di interesse comunitario legati all ambiente ripario Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale delle pianure sabbiose (Littorelletalia uniflorae) Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes spp Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto- Nanojuncetea Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition Fiumi alpini con vegetazione riparia erbacea Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Myricaria germanica Fiumi alpini con vegetazione riparia legnosa a Salix elaeagnos Fiumi mediterranei a flusso permanente con Glaucium flavum Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Ranunculion fluitantis e Callitricho-Batrachion Fiumi con argini melmosi con vegetazione del Chenopodion rubri p.p. e Bidention p.p Querco-carpineti di pianura e dei rilievi collinari interni * Boschi di tiglio, frassino e acero di monte di ghiaioni e d impluvio E0* Boschi alluvionali di Ontano nero, Ontano bianco e Salice bianco (eventualmente con pioppi) F0 Boschi misti della pianura alluvionale A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba
16 Le specie esotiche Arboree Robinia pseudoacacia, Acer negundo, Prunus serotina, Ailanthus altissima, Acer saccarinum, Quercus rubra Arbustive Buddleja davidii, Amorpha fruticosa Erbacee e sarmentose Reynoutria japonica, Sicyos angulata, Helianthus tuberosus, Solidago gigantea, Phytolacca americana, Humulus scandens, Senecio inaequidens
17 Accumulo di detriti arborei in alveo: origine, impatto e ruolo nell ecosistema ripario
18 Definizioni Aree di pertinenza dei corpi idrici: Alveo inciso porzione compresa tra le sponde fisse o incise del corso d acqua stesso, sede del deflusso di portate inferiori alle piene più gravose (con particolare riferimento alla portata di piena formativa). Fascia A del PAI (dove esistenti) Fascia di 10 metri dal ciglio di sponda dell alveo inciso (per la restante rete idrografica). Fascia di 10 metri misurata dalla riva di laghi naturali, dal ciglio di sponda di canali di irrigazione, di irrigazione e bonifica e di bonifica. Golena parte interna ad un argine, solitamente asciutta e vegetata destinata ad accogliere le acque di piena. Taglio selettivo taglio parziale della vegetazione arborea e arbustiva secondo criteri di stabilità e dimensionali in relazione alle dimensioni della sezione dell alveo.
19 Riferimenti normativi -1 Direttiva PAI Corsi d'acqua in ambiente montano e collinare le alberature interessate dagli eventi di piena con tempo di ritorno trentennale devono essere sottoposte al taglio selettivo, eliminando solo le piante eccedenti un diametro prefissato Corsi d'acqua a carattere prevalentemente pluricursale il taglio della vegetazione dovrà procedere col criterio del taglio selettivo applicato a tratti determinati di alveo a monte di ponti o manufatti con luci ristrette Corsi d'acqua con alveo di tipo prevalentemente unicursale gli interventi di taglio della vegetazione saranno preferibilmente di tipo selettivo per la vegetazione arborea; la vegetazione arbustiva sulle sponde potrà essere controllata nel suo sviluppo attraverso il taglio periodico (ceduazione)
20 Riferimenti normativi -2 Circolare del Presidente della giunta Regionale n. 8/EDE del 15 maggio 1996 Taglio e sgombero delle sponde e dagli alvei attivi della vegetazione arborea, con posa ed accatastamento in luogo di sicurezza, che è causa di ostacolo al regolare deflusso della piene ricorrenti con periodo di ritorno orientativamente trentennale salvaguardando, ove possibile i consorzi vegetali
21 Riferimenti normativi -3 Deliberazione della giunta Regionale n del 26 maggio 2008 Taglio della vegetazione entro l alveo inciso ( piene con periodo di ritorno 2-5 anni) a) taglio della vegetazione nell alveo di magra b) taglio selettivo delle alberature o ceduazione. Gestione selvicolturale della vegetazione presente sulle sponde, golene, versanti a) taglio selettivo Effettuare il taglio raso solo se tecnicamente giustificato (max 100 m sulle sponde) Altre indicazioni Favorire specie autoctone Limitare il taglio della vegetazione erbacea e arbustiva Evitare il periodo primaverile (marzo-giugno) Eseguire la martellata delle piante da abbattere Lunghezze massime per progettuale: 2000 m. Intervallare fascia di discontinuità di almeno 1000 m.
22 Come operare se è bosco-1 Se l intervento ricade in superfici forestali devono essere rispettate le PMPF (dal 1 settembre 2010 il Regolamento forestale): trasformazione fustaie in cedui sradicamento piante e ceppaie epoche intervento turni minimi e massimi cedui matricinatura cedui estensione tagliate cedui turni minimi fustaie coetanee tagli a raso in fustaia parametri fustaie disetanee
23 Come operare se è bosco-2 Regolamento forestale di attuazione dell articolo 13 della legge regionale 10 febbraio 2009, n. 4 (Art. 45. Aree di pertinenza dei corpi idrici) Alveo inciso a) il taglio selettivo b) ceduazione su turni brevi senza matricine nel caso di gravi motivi di sicurezza idraulica (anche per la conservazione e funzionalità delle opere idrauliche) Aree di pertinenza entro una distanza di 10 metri dal ciglio di sponda, taglio selettivo con il mantenimento di almeno il 50 per cento di copertura residua Gli interventi sono consentiti su tratti di vegetazione continui di non oltre 2000 metri intervallati da fasce di discontinuità di almeno 1000 m, (diverso per i siti della rete Natura 2000 e le aree di nidificazione di aldeidi). Oltre i 10 metri dal ciglio di sponda tagli eseguiti in conformità alle norme del regolamento con taglio selettivo della vegetazione forestale delle piante instabili.
24 Art 34 (Regolamento forestale) interventi su tratte continue di lunghezza non superiore a 500 metri, separate da fasce di pari estensione non trattate nell arco di almeno 4 anni. Per i corpi idrici con larghezza dell alveo inciso superiore ai 10 metri, i tagli praticati sulle sponde opposte devono essere programmati in modo tale che le aree trattate siano poste di fronte ad aree non trattate; sono fatte salve le situazioni di emergenza con rischi per la pubblica incolumità Come operare se è bosco-3 In aree protette e siti della rete natura 2000 Strumenti di pianificazione Misure di conservazione per la tutela delle Zone Speciali di Conservazione(ZSC) e della Zone di Protezione Speciale (ZPS) (quando operative)
25 Come operare se non è bosco Art 58 del Regolamento forestale (dal 1/09/10) Misure di conservazione Eventuali specifiche in presenza di piani di aree protette e della rete natura 2000
26 Criteri generali di intervento-1 Realizzazione degli interventi evitando di arrecare disturbo all avifauna e durante le fasi di riproduzione Pianificazione degli interventi su turni regolari e ravvicinati nel tempo
27 Importanza della periodicità degli interventi
28 Criteri generali di intervento-2 I progetti di massima dovranno prevedere interventi differenziati per ogni settore del corso d acqua (letto maggiore, letto minore, casse di espansione)
29 Criteri generali di intervento-3 Nei tratti a monte dei centri abitati e delle infrastrutture (ponti, captazioni d acqua irrigua ecc.), sono prioritari gli interventi volti ad eliminare i potenziali pericoli per la stabilità spondale o a rischio di fluitazione: alberi piegati o già caduti in alveo alberi con caratteristiche ritenute pregiudizievoli la stabilità (in base alla specie, H/D e dimensioni dell alveo) alberi erosi al piede dalla corrente cumuli di detriti vegetali in alveo
30 Criteri generali di intervento-4 Nella prima fascia a contatto con l alveo principale adozione del governo ceduo per le specie idonee (da evitare per pioppi, salici, oltre i 15 anni di età, e altre specie con ridotta facoltà pollonifera con l invecchiamento).
31 Criteri generali di intervento-5 Effettuazione di interventi tanto più leggeri quanto più è rada la vegetazione circostante. Tutelare le specie sporadiche Gestione degli interventi in modo da mantenere il bosco in fasi giovanili con la maggiore diversità specifica possibile.
32 Criteri generali di intervento-6 Favorire la costituzione di un fitto strato erbaceo e arbustivo sulle lenti ghiaiose e gli isolotti (lo strato erbaceo può contribuire a ridurre l erosione). Tendere alla rinaturalizzazione dalla componente vegetale (robinia, ailanto, buddleya, sycios ecc.) Effettuare impianti utilizzando specie arboree o arbustive autoctone con materiale proveniente dai popolamenti da seme del Piemonte approvati ai sensi delle norme vigenti
33 Criteri generali di intervento-7 Accatastamento immediato del legname di risulta dei tagli in luoghi sicuri. Adozione delle norme inerenti la sicurezza nei cantieri mobili. Utilizzazione di sistemi di esbosco poco impattanti evitando di accedere con mezzi meccanici in popolamenti impaludati
34 Operazioni da evitare Interventi sistematici dove non sussistano reali condizioni di pericolo preservando ceppaie pensili, alberi pendenti e morti. Danneggiamento della vegetazione circostante durante le fasi di intervento. Eliminazione degli arbusti. Utilizzo di mezzi meccanici pesanti.
35 Piani di gestione della vegetazione ripariale Contenuti dei piani di gestione delle aree demaniali (art. 48 del regolamento forestale) e dei siti natura 2000 (Sic e Zps) Stato attuale del corso d acqua Zonizzazione funzionale Definizione dei livelli di manutenzione (più o meno frequente, intenso ) Definizione degli interventi
36 Parametri di valutazione per la scelta dell intervento Condizioni stazionali Rischio di inondazione - erosione (settori urbanizzati - infrastrutture) Aree di interesse naturalistico Aree di interesse ricreativo Valutazione dell ambiente Morfologia del corso d acqua Caratteristiche della vegetazione Valutazione per singola pianta Specie Tipo di governo Strato vegetale Posizione in rapporto all acqua Inclinazione/senso inclinazione Altezza e diametro Stato dell apparato radicale Stato sanitario Capacità di rigenerazione Fenomeni di erosione
37 Principali popolamenti forestali ripari 1. Saliceto arbustivo di greto (codice Natura 2000: 3230 e 3240) 2. Saliceto di salice bianco (codice Natura 2000: 91E0 e 92A0) 3. Pioppeti di pioppo nero e bianco (codice Natura 2000: 91E0 e 92A0) 4. Alneti di ontano bianco e nero (codice Natura 2000: 91E0*) 5. Querco-carpineti (codice Natura 2000: 9160 e 91F0) 6. Acero frassineto di forra (codice Natura 2000: 9180*) 7. Pineta di greto 8. Lariceto di greto (codice Natura 2000: 9420) 9. Formazioni lineari
38 Localizzazione: greti ciottolosi dalla pianura al piano subalpino. Struttura: irregolare con prevalenza di arbusti e sporadici soggetti a portamento arboreo. Composizione specifica: salice rosso e salice ripaiolo Saliceto arbustivo di greto Interventi Taglio dei soggetti presenti nell alveo inciso (esclusi arbusti inferiori ad 1,5 m) Diradamento sulle ceppaie dei soggetti di maggiori dimensioni Taglio dei salici con portamento arboreo nella fascia interessata dalle piene ordinarie (2-3 m) Turno 6-8 anni
39 Intervento su saliceto arbustivo
40 Pioppeto e Saliceto di greto Localizzazione: ampi greti ciottolosi e sabbiosi dalla pianura al piano montano Struttura: alto fusto, coetaneo per piccoli gruppi Composizione specifica: pioppo nero, pioppo bianco e salice bianco Interventi Ceduazione della fascia prossima all alveo (2-3 m) Abbattimento delle piante mature e senescenti di pioppo e salice nella fascia di 10 m dalla sponda e messa a dimora di astoni di salice in sostituzione Taglio delle piante senescenti nella fascia oltre i 10 m e messa a dimora di astoni di pioppo e salice in sostituzione Diradamento dall alto delle perticaie Contenimento delle piante rampicanti: vitalba e edera Turno: ceduo e diradamento 6-10 anni/ taglio di maturità 15 anni
41 Alneto di ontano bianco e nero Localizzazione: nei fondovalle alpini e lungo i corsi d acqua secondari appenninici. Struttura: cedui, talora invecchiati, coetanei a piccoli gruppi. Composizione specifica: ontano bianco, con ontano nero, pioppo, salice, frassino e acero di monte (Alpi) Interventi Ceduazione nella fascia a ridosso del corso d acqua (2-3 m) Avviamento all alto fusto o diradamento delle giovani fustaie nella fascia retrostante (probabile presenza di altre specie) Turno ceduo: 6-10 anni
42 Angrogna
43 Acero frassineto di forra Localizzazione: valli alpine secondarie, incassate con esposizione N (500 e 1000 m). Struttura: fustaie coetanee e monoplane, con nuclei di cedui invecchiati. Composizione specifica: frassino maggiore, acero di monte, acero riccio (raro), olmo montano e tiglio cordato Interventi Eliminazione della vegetazione in alveo (esclusi arbusti inferiori ad 1,5 m) Ceduazione della fascia (2-3 m) prossima al corso d acqua (rilascio pollone tirasucchio sulle ceppaie più grosse). Eliminazione dei soggetti instabili in una fascia di 20 m per lato sovrastante il corso d acqua Taglio selettivo delle piante di diametro > 20 cm assicurando l effetto di reciproco sostegno di chioma delle piante riservate Turno del ceduo 6-10 anni/alto fusto 15 anni
44 Intervento su acero frassineto-1
45 Intervento su acero frassineti-2
46 Intervento su acero frassineti-3
47 Intervento su acero frassineti-4
48 Intervento su acero frassineti-5
49 Pineta di greto Localizzazione: sulle alluvioni recenti dei fondovalle alpini ( m) e e sui greti consolidati dell Alta Langa. Struttura: popolamenti monoplani, a tratti biplani, coetanei a piccoli gruppi. Composizione specifica: pino silvestre, ontano bianco, larice (Alpi), pioppo e salice (Langhe) Interventi Ceduazione delle latifoglie presenti in alveo e sulle sponde tranne gli arbusti <1,5 m di altezza. Nella fascia retrostante Diradamenti dal basso o selettivi forti (perticaie 30 anni) per gruppi coetanei m 2 Taglio di sementazione (60-80 anni) Taglio di sgombero ( anni) Turno: 6-10 anni per il ceduo/ anni fustaia
50 Lariceto di greto Localizzazione: greti con massi di notevoli dimensioni delle valli alpine altre i 1200 m. Struttura: popolamenti monoplani, coetanei a piccoli gruppi. Composizione specifica: larice, pino silvestre, betulla e salici arbustivi. Interventi Ceduazione delle latifoglie presenti in alveo e sulle sponde tranne gli arbusti <1-1,5 m di altezza. Taglio dei larici senescenti o instabili. Turno: anni
51 Formazioni lineari Localizzazione: lungo i corsi d acqua dei fondovalle di Alpi e Appennini. Struttura: formazioni su 1-2 filari governati a ceduo alternati a tratti di alto fusto. Composizione specifica: varia Interventi Ceduazione con rilascio di matricine scelte tra giovani piante da seme o polloni di minori sviluppo ma con sufficiente vigore. Taglio delle piante giunte a maturità e sostituzione con l impianto di semenzali (5x1) Taglio delle piante cresciute in alveo tranne alberi <5 cm di diametro e arbusti < 1-1,5 m di altezza. Turno: 6-10 anni ceduo e curazione fustaia
52 Intervento su formazione lineare-1
53 Intervento su formazione lineare-2
54 Vegetazione arbustiva-arborea e sistemazioni antropiche
55 Ambito pedemontano: regime torrentizio
56 Ambito pedemontano: dighe di depositi in occasione di eventi di piena
57 La ceduazione come gestione delle fasce riparie
58 Ceppaie o soggetti di grosse dimensioni: come gestirli?
59 Gli alberi di grosse dimensioni e l erosione al piede
60 bito planiziale: divagazione dei grandi fiumi
61 Ambito planiziale ed erosione al piede
62 Laghi: gestire la dinamica vegetazionale
63 Laghi e processi di interramento e colonizzazione preforestale
64 Canali di scolo in aree planiziali: controllo della vegetazione
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