I tagli successivi. Tagli successivi
|
|
- Letizia Pagani
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 I tagli successivi Con il trattamento a tagli successivi, il popolamento giunto alla maturità economica viene asportato tramite più interventi selvicolturali. La progressiva apertura del popolamento ha lo scopo di favorire l insediamento e l affermazione della rinnovazione naturale che può comunque godere della protezione di una parte degli alberi del vecchio ciclo colturale. A seconda dei casi, per completare l intera serie dei tagli successivi è richiesto un periodo di tempo variabile tra 5 e 30 anni (ma anche più), chiamato periodo di rinnovazione.
2 Schema del trattamento tagli successivi
3 Nella forma più classica e completa i tagli successivi, in base all ordine e allo scopo per cui vengono effettuati, si distinguono in: a) Taglio di preparazione b) Tagli di utilizzazione - taglio di sementazione - uno o più tagli secondari - taglio di sgombero
4 Taglio di preparazione E richiesto se i diradamenti non sono stati effettuati o sono stati insufficienti. Serve a rendere le condizioni del suolo più idonee ad accogliere la rinnovazione e a aumentare la fruttificazione. Si effettua anni prima della scadenza del turno Si può assimilare a un diradamento selettivo, di modesta entità con il quale eliminare il piano dominato, se ancora presente, e aprire leggeremente la copertura superiore.
5 Variazione nel tempo della massa corrente in una fustaia trattata a tagli successivi
6 Taglio di sementazione Si effettua alla scadenza del turno. Consente di: scoprire parzialmente il terreno per farvi giungere più luce, calore ed acqua, favorendo così l insediamento e l affermazione della rinnovazione naturale distanziare le chiome degli alberi per aumentare la produzione di seme
7 Taglio di sementazione L intensità del taglio dipende da: - temperamento della specie - tipo di disseminazione - frequenza delle annate di pasciona - condizioni di densità del popolamento e della rinnovazione
8 Taglio di sementazione Il taglio potrà essere più intenso (> 35% della massa legnosa): per le specie eliofile ed a crescita rapida (fino al 75% della massa legnosa per il pino silvestre) per le specie a disseminazione anemofila con annate di pasciona frequenti in popolamenti in cui sono mancati i diradamenti e il taglio di preparazione
9 Taglio di sementazione Il taglio dovrà essere meno intenso (< 35% della massa legnosa): per le specie tolleranti l ombreggiamento e a crescita meno rapida (massimo 40% della massa legnosa nelle faggete per le specie a disseminazione barocora con annate di pasciona distanziate nel tempo in popolamenti in cui sono stati regolarmente effettuati i diradamenti o il taglio di preparazione
10 Taglio di sementazione Gli alberi rilasciati devono garantire alla rinnovazione una sufficiente protezione contro: l eccesso di luce le gelate precoci o tardive la risalita della falda freatica la concorrenza della vegetazione erbacea ed arbustiva
11 Taglio di sementazione Regola generale E bene che il taglio di sementazione sia sempre prudente perchè la troppa densità residua potrà sempre essere corretta con i tagli secondari.
12 Tagli secondari Scopo dei tagli secondari è quello di ridurre gradualmente la copertura arborea per consentire l affermazione della rinnovazione. Il numero, l intensità e la periodicità dei tagli secondari dipenderanno dal grado di affermazione della rinnovazione naturale. Specie tolleranti: più tagli secondari leggeri Specie eliofile: un solo taglio di forte intensità Bosco misto con specie a temperamento differente: prima si favoriscono le specie tolleranti, poi quelle eliofile
13 Tagli secondari L abbattimento e l esbosco delle piante possono causare danni anche molto seri alla rinnovazione naturale. L esperienza ha dimostrato che più interventi scaglionati nel tempo sono meno dannosi di un solo taglio di forte intensità.
14 Taglio di sgombero Con il taglio di sgombero si utilizzano tutti gli alberi del turno precedente rimasti ancora in piedi. Va effettuato quando il novellame non ha più bisogno di protezione e la presenza del residuo strato superiore ne rallenta l accrescimento. Nel taglio di sgombero i danni alla rinnovazione possono essere ancora più seri perchè le piante da tagliare sono di dimensioni molto grandi e le piantine del nuovo ciclo già ben lignificate.
15 Considerazioni generali sui tagli successivi E un trattamento più elastico del taglio raso. Può essere applicato in tutte le condizioni stazionali e a quasi tutte le specie. Abbina i vantaggi economici della fustatia coetanea con quelli della rinnovazione naturale. Gli impatti negativi del taglio sull ambiente sono mitigati, specie quelli sul suolo, se man mano che lo strato superiore viene eliminato contemporaneamente si afferma uniformemente la rinnovazione naturale. Il periodo di rinnovazione è di durata variabile da specie a specie ma non può superare certi limiti (15-20 anni nei querceti, nella faggete). Oltre questi limiti occorre ricorrere alla rinnovazione artificiale.
16 Considerazioni generali sui tagli successivi Richiede competenza nella scelta delle piante da abbattere Punti deboli: incertezza della rinnovazione danni agli alberi rilasciati e alla rinnovazione durante l abbattimento e l esbosco. danni ai fusti rilasciati per l improvviso isolamento (schianti, scottatura del fusto) peggioramento della qualità del legname del alberi rilasciati (irregolarità degli anelli di accrescimento, emissione rami epicormici).
17 Modalità di applicazione dei tagli successivi uniformi: ciascun tipo di taglio viene uniformemente eseguito su tutta la superficie occupata dal soprassuolo arboreo maturo. graduali o su piccole superfici: ciascun tipo di taglio interessa solo una porzione del soprassuolo maturo. Si distinguono: - tagli successivi a gruppi - tagli successivi a strisce - tagli a cuneo o ventaglio - tagli successivi ad orlo - tagli marginali di Wagner
18 Schema operativo dei tagli successivi a gruppi Fase 1 Sementazione in A C B Fase 2 Secondario in A Sementazione in B A Fase 3 Sgombero in A Secondario in B Sementazione in C... e così via proseguendo
19 Schema operativo dei tagli successivi a gruppi Confine della particella forestale
20 a gruppi realizzati a partire da un nucleo di rinnovazione presistente fustaia matura fustaia dopo il taglio di sementazione fustaia dopo il taglio di sementazione nucleo di rinnovazione presistente
21 a strisce parallele direzione vento dominante fustaia matura fustaia dopo il taglio di sementazione fustaia dopo il taglio secondario novelleto dopo il taglio di sgombero
22 Schema operativo dei tagli successivi a gruppi Confine della particella forestale Fase 1 Sementazione in A Fase 2 Secondario in A Sementazione in B A B C Fase 3 Sgombero in A Secondario in B Sementazione in C... e così via proseguendo
23 a cuneo 1 fustaia dopo il taglio di sementazione 2 fustaia dopo il primo taglio secondario
24 a cuneo 1 fustaia dopo il taglio di sementazione 2 fustaia dopo il primo taglio secondario 3 fustaia dopo il secondo taglio secondario novelleto dopo il tagliodi sgombero
25 a orlo (tagli marginali di Wagner) Con questa forma di trattamento si cerca di sfruttare la possibilità che la rinnovazione ha di insediarsi sugli orli del bosco senza l aiuto dell uomo in virtù del particolare microclima che caratterizza l area marginale.
26 Considerazioni generali sui tagli successivi su piccole superfici Con i tagli successivi a su piccole superfici si riducono i vantaggi economici e si accentuano quelli di tipo ambientale Il legname da utilizzare è meno concentrato. La redditività dell intervento è molto legata alla presenza di una viabilità forestale molto densa e ramificata. E necessaria la presenza di personale tecnico esperto per scegliere le piante da abbattere. Si possono ridurre i danni alla rinnovazione organizzando le utilizzazioni in modo che l esbosco avvenga attraverso le zone non ancora in rinnovazione. Si possono ottenere popolamenti con struttura, composizione ed età più diversificata rispetto ai tagli successivi uniformi.
Classe Colturale A - Fustaia di faggio di produzione PIANO DEI TAGLI E DEGLI INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO
Classe Colturale A - Fustaia di faggio di produzione PIANO DEI TAGLI E DEGLI INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO N / 32 A) taglio di sementazione e liberazione nuclei di novellame 7 80 560 B) taglio di avviamento
DettagliIl taglio raso. Taglio raso
Il taglio raso Tipo di trattamento mediante il quale vengono utilizzate contemporaneamente tutte le piante del soprassuolo giunto alla maturità economica. La rinnovazione potrà essere naturale o artificiale.
DettagliForme di governo del bosco
Forme di governo del bosco Fustaia: prevale la rinnovazione gamica Ceduo: prevale la rinnovazione agamica Ceduo composto: vengono utilizzati entrambe i tipi di rinnovazione Superficie forestale italiana
DettagliFasi evolutive di un popolamento forestale (da Oliver e Larson, 1996)
Fasi evolutive di un popolamento forestale (da Oliver e Larson, 1996) Fase adulta o di maturità economica Fase senescente o vetusta Fase giovanile Rinnovazione T E M P O Le fasi presenti nel mosaico di
DettagliConvegno di presentazione Arezzo, 19 Febbraio Pinus nigra. (CRA Centro di ricerca per la selvicoltura)
Il trattamento tt t selvicolturaleproposto li lt l t per accrescere la biodiversità nelle pinete di Pinus nigra Paolo Cantiani Paolo Cantiani (CRA Centro di ricerca per la selvicoltura) il trattamento
DettagliDistribuzione dei cedui in Italia Superficie dei cedui per specie (%)
Distribuzione dei cedui in Italia Superficie dei cedui per specie (%) Castagno 17,6 Faggio 14,4 Querce decidue 19,4 Querce sempreverdi 5,5 Carpino 11,6 Altre latifoglie 21,9 Cedui coniferati 2,9 Il governo
DettagliLe conversioni. Per conversione di un bosco si intende il cambiamento di forma di governo CEDUO COMPOSTO
Le conversioni Per conversione di un bosco si intende il cambiamento di forma di governo CEDUO MATRICINATO FUSTAIA CEDUO COMPOSTO Lo spessore della freccia indica con quale frequenza ciascun tipo di conversione
DettagliMisure per mitigare gli aspetti negativi del ceduo matricinato
Misure per mitigare gli aspetti negativi del ceduo matricinato - allungamento del turno (= riduzione estensione delle tagliate) - creazione di più serie di tagli (= riduzione estensione delle tagliate)
DettagliRuolo e gestione delle pinete di pino nero dopo i LIFE SelPiBio e FoResMit. Alessandra Lagomarsino e Paolo Cantiani
Ruolo e gestione delle pinete di pino nero dopo i LIFE SelPiBio e FoResMit Alessandra Lagomarsino e Paolo Cantiani % Stadi evolutivi delle fustaie di pino nero (IFNC 2005) 100 90 80 70 68,2 60 50 40 30
DettagliIl diradamento selettivo: tecnica e modalità attuative. Paolo Cantiani CREA Centro di ricerca per le Foreste e il Legno
Il diradamento selettivo: tecnica e modalità attuative Paolo Cantiani CREA Centro di ricerca per le Foreste e il Legno Negli ultimi anni la selvicoltura è diventata molto teorica e filosogeggiante Normative
DettagliCONSORZIO TERRA DEI CORVI (Consorzio Forestale Valtura)
CONSORZIO TERRA DEI CORVI (Consorzio Forestale Valtura) COMUNE DI VILLA DI CHIAVENNA COMUNITA MONTANA VALCHIAVENNA PROGETTO DI TAGLIO IN BOSCO ALTO FUSTO NELLA PARTICELLA FORESTALE DI PROPRIETA CONSORTILE:
DettagliUNIONE DEI COMUNI dell APPENNINO BOLOGNESE - VERGATO -
UNIONE DEI COMUNI dell APPENNINO BOLOGNESE - VERGATO - VERGATO, luglio 2016 Il Coordinatore d Area Dott. Gabriele Zaccoletti Elaborazione Dott.ssa Alessandra Pesino SCHEMA RIASSUNTIVO DELLE PARTICELLE
DettagliDESCRIZIONE QUALI- QUANTITATIVA DELLE PARTICELLE FORESTALI
DESCRIZIONE QUALI- QUANTITATIVA DELLE PARTICELLE FORESTALI Che cosa è la descrizione particellare? Insieme dei rilievi effettuati per acquisire le informazioni necessarie per la pianificazione della gestione
DettagliNormalità planimetrico-cronologica: divisione della compresa in tante parti equiproduttive di età scalare da 1 a t anni (t=turno)
Metodi di assestamento della compresa coeatanea che utilizzano la ripresa volumetrica (espressa in m 3 ) Per questi metodi sono importanti tutti e quattro gli aspetti della normalità della compresa Normalità
DettagliBuone tecniche colturali per i beni silvo-pastorali della provincia di Trento
Allegato parte integrante Allegato 1 al Regolamento ALLEGATO 1 (articolo 1, comma 3) Buone tecniche colturali per i beni silvo-pastorali della provincia di Trento SELVICOLTURA NATURALISTICA APPLICATA IN
DettagliASSESSORATO DELLA DIFESA DELL AMBIENTE. Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale Servizio Vigilanza e Coordinamento Tecnico PIANO DI GESTIONE
ASSESSORATO DELLA DIFESA DELL AMBIENTE Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale Servizio Vigilanza e Coordinamento Tecnico PIANO DI GESTIONE Piano colturale/piano di gestione Struttura del Piano Il piano
DettagliElenco qc identificazione risorsa. componente territorio rurale. particelle interessate (anche in parte) tipologia. norme
Elenco qc identificazione risorsa Habitat 9210* tipologia Faggete Taxus- Ilex Habitat 9180* Valloni Tilio- Acerion Habitat 91F0, 92A0, 9340, 91E0* Boschi mesofili a leccio e carpino nero - Mosaico di boschi
DettagliCOMUNE DI CAMERI. Il taglio dei boschi: pratiche e permessi in Piemonte
Il taglio dei boschi: pratiche e permessi in Piemonte Cameri, 17 dicembre 2015 Cos è un bosco? La legge forestale piemontese definisce il bosco i terreni coperti da vegetazione forestale arborea associata
DettagliScienze e Tecnologie per l Ambiente e il Territorio
Scienze e Tecnologie per l Ambiente e il Territorio GESTIONE DELLE RISORSE FORESTALI LEZIONE 9: Selvicoltura Giovanna Battipaglia CO 2 H 2 O selezione fotosintesi Vege t.for es Asportazione del legname
DettagliOrganizzazione della presentazione
Organizzazione della presentazione! Paesaggio naturale e paesaggio culturale: le foreste attuali come risultato dell attività dell uomo! Selvicoltura, principali forme di governo e di trattamento! Pianificazione
DettagliINFORMAZIONI SUPPLEMENTARI COMPONENTE FORESTALE
REGIONE BASILICATA Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità Nome del Sito Codice SIC Serra di Calvello IT9210240 RETE NATURA 2000 Rilevatori / data Falconeri Giuseppe, Ferraro Luciano
DettagliDall incarico all autorizzazione dell intervento
A.A. 2012/2013 Cantieri forestali Dall incarico all autorizzazione dell intervento Dott. for. Luca Calienno Email: calienno.luca@gmail.com Primo contatto informale Visure catastali per nominativo ed eventuale
DettagliDefinizioni classiche di selvicoltura
Definizioni classiche di selvicoltura La selvicoltura studia la tecnica dell impianto, dell utilizzazione e della rinnovazione dei boschi (A. De Philippis 1960/61) Selvicoltura: la scienza e la pratica
DettagliIPSAA de Franceschi Pistoia. Selvicoltura ed Utilizzazioni Forestali
IPSAA de Franceschi Pistoia Opzione Gestione delle Risorse Forestali e Montane Selvicoltura ed Utilizzazioni Forestali Selvicoltura generale Francesco Pettinà Gli Alberi sono santuari. Chi sa parlare con
DettagliRoberto Carovigno - Roberto Tonetti Regione Lombardia Direzione Generale Agricoltura
Roberto Carovigno - Roberto Tonetti Regione Lombardia Direzione Generale Agricoltura La filiera foresta-legno-energia nella Regione Lombardia: un capitale verde per promuovere gli obiettivi dell'agenda
DettagliINFORMAZIONI SUPPLEMENTARI COMPONENTE FORESTALE
REGIONE BASILICATA Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità Nome del Sito Codice SIC Serra di Calvello IT9210240 RETE NATURA 2000 Rilevatori / data Falconeri Giuseppe, Ferraro Luciano
DettagliPiano di Gestione ed Assestamento Forestale (P.G.A.F) della proprietà silvo-pastorale. del Comune di Rieti
Piano di Gestione ed Assestamento Forestale (P.G.A.F) della proprietà silvo-pastorale del Comune di Rieti Periodo di validità 2012-2021 Superficie del P.G.A.F. I soprassuoli sono costituiti principalmente
DettagliPIANO D ASSESTAMENTO FORESTALE
ASP ROMAGNA FAENTINA Faenza (RA) I BOSCHI DI VILLA CORTE PIANO D ASSESTAMENTO FORESTALE - PAF _ ID 08197 - validità per il periodo 2018-2027 Foto? STUDIO FORESTALE Via D.G. Verità 22a 47015 Modigliana
DettagliINTERVENTI SELVICOLTURALI IN BOSCHI PERCORSI DA INCENDI LINEE GUIDA
IN BOSCHI PERCORSI DA INCENDI LINEE GUIDA GUIDA ALL USO DEFINIZIONI Protettiva diretta E definita per i soprassuoli che svolgono un ruolo di protezione diretta di insediamenti, manufatti e vite umane da
DettagliSelvicoltura innovativa per accrescere la biodiversità dei suoli in popolamenti artificiali di pino nero
Selvicoltura innovativa per accrescere la biodiversità dei suoli in popolamenti artificiali di pino nero Elisa Bianchetto LIFE13 BIO/IT/000282 Partenariato: Coordinatore CREA F.L. Arezzo CREA A.A. Firenze
DettagliRelazione o progetto del tecnico forestale abilitato. Raggruppamento. Regolare esecuzione. tipologia di intervento. Art. 33.
Art. 33 Art. 33 Art. 31 Art. 34 Art. 35 Art. 34 Taglio del ceduo semplice matricinato nel rispetto dei turni stabiliti dal Regolamento su superfici di ampiezza inferiore a 2 ettari Taglio del ceduo semplice
DettagliSeminario intermedio: Museo di Storia Naturale dell Università di Pisa, Calci 14 dicembre
GESTIONE ATTIVA DEL BOSCO Interventi possibili, azioni ammissibili e finanziabili attraverso lo strumento del PSR La sostenibilità nel tempo NICOLA ALBERTARELLI - Consulente Forestale 1 Escursionistica
DettagliIl bosco oltre il bosco. Quale successione possibili nei boschi coltivati dell Appennino
Tredozio 24 novembre 2018 Il bosco oltre il bosco. Quale successione possibili nei boschi coltivati dell Appennino Paolo Cantiani CREA Foreste e Legno Fare selvicoltura significa incidere sulle strutture
DettagliLa situazione forestale italiana nel 1985
La situazione forestale italiana nel 1985 La superficie forestale italiana, secondo l ultimo inventario forestale (pubblicato nel 1988 ma riferito a dati dell 1985), è di circa 8 milioni di ettari su un
DettagliProvincia di Torino Comune di Cafasse. Comune di Cafasse PROGETTO DI INTERVENTO
Committente: Provincia di Torino Comune di Cafasse Comune di Cafasse PROGETTO DI INTERVENTO Oggetto: Utilizzazione del soprassuolo di proprietà comunale presso il campo sportivo CODICE OPERA P/0222 CL
DettagliLA TUTELA DEI BOSCHI Aspetti forestali e paesistici
LA TUTELA DEI BOSCHI Aspetti forestali e paesistici Concetti di selvicoltura Legislazione nazionale e regionale in materia di difesa dei boschi Competenze del Parco Autorizzazioni e aspetti sanzionatori
Dettaglipagamenti per interventi silvo Il Bando per la misura 225: ambientali Regione Toscana Direzione Competitività del Sistema Regionale e
Regione Toscana Direzione Competitività del Sistema Regionale e Sviluppo delle Competenze Il Bando per la misura 225: pagamenti per interventi silvo ambientali Dott. Giovanni Filiani Settore Programmazione
DettagliParte 1 a.a. 2011/2012. web: Programma del corso e pagina di riferimento per i studenti:
Approvvigionamento di biomasse Forestry Utilisation Presentazione redatta a cura di: Mauro Maesano (Dottorando Università del Molise) Rodolfo Picchio (Ricercatore Università degli Studi della Tuscia) Parte
DettagliArt. 7.2 Sistema delle aree forestali
Art. 7.2 Sistema delle aree forestali DEFINIZIONE DI AREE FORESTALI sono tutte le superfici con vegetazione arborea ed arbustiva spontanea o di origine artificiale in grado di produrre legno o altri prodotti
DettagliVESA Valutazione Economica Selvicoltura d'albero
VESA Valutazione Economica Selvicoltura d'albero Si tratta di uno strumento operativo destinato ai proprietari forestali e agli operatori del settore per valutare la convenienza degli investimenti che
DettagliLa situazione forestale italiana nel 1985
La situazione forestale italiana nel 1985 La superficie forestale italiana, secondo l ultimo inventario forestale (pubblicato nel 1988 ma riferito a dati dell 1985), è di circa 8 milioni di ettari su un
DettagliTavola rotonda. Bosco ceduo : un governo per le risorse del territorio. Selvicoltura dei boschi cedui: principi e innovazioni
Foresta per la società. La società delle foreste Innovazione nel settore forestale per uno sviluppo sostenibile Città di Castello (PG) 21 ottobre 2011 Tavola rotonda Bosco ceduo : un governo per le risorse
DettagliVendita in piedi a misura del materiale legnoso ritraibile dall'utilizzazione del seguente lotto boschivo:
Progetto n. 07/2002 Vendita in piedi a misura del materiale legnoso ritraibile dall'utilizzazione del seguente lotto boschivo: Denominazione del lotto: Runal 1 Numero di piante totale: 545 Numero di piante
DettagliModalità di utilizzo della scheda di valutazione degli interventi selvicolturali per la resilienza delle foreste Mediterranee
Modalità di utilizzo della scheda di valutazione degli interventi selvicolturali per la resilienza delle foreste Mediterranee Federico G. Maetzke Università di Palermo Il progetto RESILFORMED L Obiettivo
DettagliP.IVA SEDE AMMINISTRATIVA
C.F.e P.IVA 11358680012 SEDE AMMINISTRATIVA Via Alfieri, 8 10066 Torre Pellice (TO) Telefono 0121.520028 Email: info@umpinerolese.it PEC: unionepinerolese@pec.umpinerolese.it AVVISO CONCESSIONE DI CONTRIBUTI
DettagliTaglio utilizzazione particella varie PFA VALMALA
REGIONE PIEMONTE Provincia di Cuneo Committente: COMUNE DI VALMALA Sede legale: Località Santuario - 12020 Valmala (CN) Sede uffici comunali: Borgata Chiesa, 18-12020 Valmala (CN) Partita IVA: 00462370040
DettagliLo sviluppo di strumenti decisionali
Lo sviluppo di strumenti decisionali La scelta del sistema di esbosco Giuseppe Pignatti CRA-PLF Roma Utilizzazioni forestali e sistemi di esbosco 1) Boschi del Molise e le utilizzazioni 2) Scelta del sistema
DettagliDI INTERVENTO. Comune di Cafasse. -PREscRrzroNr PROGETTO. commitrenre, Floema. Provincia di Torino comung di Gafassg. I. -ffi.
commitrenre, Provincia di Torino comung di Gafassg Comune di Cafasse PROGETTO DI INTERVENTO Oggetto: Utilizzazione del soprassuo/o di proprietd comunale Presso il campo spo rtivo oattuerofrrirot lmtm..re{io
DettagliComune di Pisa - Complesso forestale "Tenuta di Tombolo". Piano degli interventi colturali per il decennio 2005/2014 Elaborato 3
PERIODO: 2005/2006 2005/2006 204/3 F pino domestico 0.58 0.58 205/1 F mista di 7.54 7.54 pini mediterranei 208/2 F pino marittimo 5.24 5.24 Diradamento urgente, asportando il 25% circa delle piante presenti.
DettagliNORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE PARTE 2
NORME DI ATTUAZIONE DEL PIANO DI INDIRIZZO FORESTALE PARTE 2 TESTO COORDINATO CON IL REGOLAMENTO REGIONALE N. 5/2007 INTEGRATO E MODIFICATO DAL REGOLAMENTO REGIONALE 19 GENNAIO 2010, N.1 Premessa Le presenti
DettagliManutenzione dei boschi: provvista di energia e benessere
Parco Felice Piacenza - Pollone (BI) Manutenzione dei boschi: provvista di energia e benessere La Cooperativa Sociale Il Grigio Onlus in collaborazione con lo Studio Tecnico di Arboricoltura Ornamentale
DettagliObiettivi operativi Linee di attività Indicatori. Riferimento cod. prog A Riferimento cod. prog A
COMPLESSO: DEL CASTAGNO Obiettivi operativi Linee di attività Indicatori Target attesi al con Kamo, mediante la messa a dimora di piantine di specie forestali. rimboschite 40 ha Operazioni post-impianto
DettagliStudio Associato IL DEPERIMENTO DEL BOSCO DI MACCHIA GRANDE: IPOTESI E INTERVENTI ALLEGATI: TABELLE E GRAFICI
Studio Associato IL DEPERIMENTO DEL BOSCO DI MACCHIA GRANDE: IPOTESI E INTERVENTI ALLEGATI: TABELLE E GRAFICI Marzo 1 PLANIMETRIA DEL BOSCO DI MACCHIA GRANDE: Individuazione dei due settori del bosco ai
Dettagli4.1 Interventi negli ambienti forestali Diradamento selettivo di tipo Libero
4. Quaderno delle opere e degli interventi TIPO 59 4.1 Interventi negli ambienti forestali 4.1.1 Diradamento selettivo di tipo Libero Il diradamento di tipo libero si prefigge di utilizzare in modo efficiente,
DettagliMISURA Titolo della misura. Accrescimento del valore economico delle foreste
1. Titolo della misura MISURA 122 Accrescimento del valore economico delle foreste 2. Articoli di riferimento Titolo IV, Capo I, sezione 1, Articolo 20 lettera b) punto ii e sottosezione 2, Articolo 27
DettagliLe risorse forestali regionali ed il ruolo della certificazione
Sistema Legno in Toscana Firenze, 27 marzo 214 Le risorse forestali regionali ed il ruolo della certificazione Davide Travaglini*, Caterina Morosi**, Susanna Nocentini* * Dipartimento di Gestione dei Sistemi
DettagliSommario 1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO... 2
Sommario 1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO... 2 1.1 OBIETTIVI 2 1.2 DESCRIZIONE GENERALE DEGLI INTERVENTI 3 1.3 RIEPILOGO DELLE AREE DI INTERVENTO 4 1 1 DESCRIZIONE DEL PROGETTO 1.1 OBIETTIVI I prati aridi presenti
DettagliSchema degli argomenti da trattare nella Relazione tecnica descrittiva.
Misura 226 Ricostituzione del potenziale forestale e introduzione di interventi preventivi Azione 1 Investimenti materiali e immateriali per la ricostituzione di aree percorse dal fuoco. Schema degli argomenti
DettagliINFORMAZIONI SUPPLEMENTARI COMPONENTE FORESTALE
REGIONE BASILICATA Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità Nome del Sito Codice SIC Serra di Calvello IT9210240 RETE NATURA 2000 Rilevatori / data Falconeri Giuseppe, Ferraro Luciano
DettagliPresentazione pag. V Prefazione...» VII CAPITOLO I - I BOSCHI DI FAGGIO pag. 1. Le esigenze ed i modi di vita del Faggio pag
Presentazione pag. V Prefazione.....» VII CAPITOLO I - I BOSCHI DI FAGGIO pag. 1. Le esigenze ed i modi di vita del Faggio pag. 2 1.1. L'ecologia della specie.......................» 2 1.1.1. L'areale
DettagliClasse Colturale D - Ceduo di produzione PIANO DEI TAGLI E DEGLI INTERVENTI COLTURALI
Classe Colturale D - Ceduo di produzione PIANO DEI TAGLI E DEGLI INTERVENTI COLTURALI PERIODO 1 2001-2004 2001 15 Versanti in espsosizione W-SW e S 13,00 13,00 16 Angolo NW sopra 1180m (1,5ha) e su parte
DettagliI metodi colturali. Appartengono a questa categoria: il Metodo del controllo il Metodo colturale
I metodi colturali Sono metodi in cui viene meno il riferimento a un modello di normalità. Gli aspetti selvicolturali sono preminenti rispetto a quelli strettamente assestamentali. La ripresa viene determinata
DettagliQuiz di autovalutazione per G.E.V.
Quiz di autovalutazione per G.E.V. Tutela e gestione dei boschi Prima edizione 11 aprile 2012 Foto (salvo diversa indicazione) e testi: Roberto Tonetti Roberto_Tonetti@regione.lombardia.it Istruzioni Stampa
DettagliPIANO DI PREVISIONE, PREVENZIONE E LOTTA ATTIVA CONTRO GLI INCENDI BOSCHIVI Ai sensi art. 8 L. 353/00
CONSORZIO DEL PARCO NAZIONALE DELLO STELVIO KONSORTIUM NATIONAL PARK STILFSER JOCH PIANO DI PREVISIONE, PREVENZIONE E LOTTA ATTIVA CONTRO GLI INCENDI BOSCHIVI Ai sensi art. 8 L. 353/00 Periodo di validità
DettagliSelvicoltura sostenibile e dinamiche naturali in foresta: il caso degli abieteti a taglio saltuario
Selvicoltura sostenibile e dinamiche naturali in foresta: il caso degli abieteti a taglio saltuario Gianfranco Minotta Dip. AGROSELVITER, Università di Torino Convegno: Bosco, incendi e disturbi naturali,
DettagliCedui Moderni. Prime osservazioni sullo stato attuale della selvicoltura nei boschi cedui di specie quercine e nei boschi cedui di faggio
Cedui Moderni Prime osservazioni sullo stato attuale della selvicoltura nei boschi cedui di specie quercine e nei boschi cedui di faggio Il caso del territorio dell Unione di Comuni Valdarno e Valdisieve
DettagliProtocollo di rilievo Caratteri qualitativi
Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio INFC2015 Terzo inventario forestale nazionale Protocollo di rilievo Caratteri qualitativi M. Rizzo, P. Gasparini, R. Eccher, M. Fontanari
DettagliL incendio di Valdieri
G.Vacchiano, R.Berretti, D.Ascoli, M.Allocco, L.Boccardo, F.De Ferrari, G.Bovio, R.Motta Bosco, incendi e disturbi naturali - 23 febbraio 2011 Effetto dei disturbi naturali sulla funzione di protezione
DettagliTipologie forestali e relative norme di taglio I boschi del Parco del Roccolo
LA TUTELA DEI BOSCHI Aspetti forestali e paesistici i Piano di Assestamento forestale Piano di Indirizzo Forestale Tipologie forestali e relative norme di taglio I boschi del Parco del Roccolo Dott.ssa
DettagliPiano didattico della scuola professionale per Addetta selvicoltrice CFP / Addetto selvicoltore CFP
Piano didattico della scuola professionale per Addetta selvicoltrice CFP / Addetto selvicoltore CFP Introduzione Gli obiettivi didattici elencati in seguito sono estratti dal Piano di formazione relativo
DettagliPATRIMONIO AGRICOLO FORESTALE REGIONALE
************** PATRIMONIO AGRICOLO FORESTALE REGIONALE COMPLESSO FORESTALE LUSTIGNANO RELAZIONE TECNICA DI STIMA DI LOTTO BOSCHIVO DESTINATO ALLA VENDITA Pomarance, lì 24/03/2015 Il Tecnico dott. for.
DettagliSelvicoltura sistemica e possibili attivitànegli habitat forestali: dalle utilizzazioni agli interventi complementari
Introduzione alla Gestione Forestale Sostenibile nelle Aree Protette Piano Vomano di Crognaleto - 22 settembre 2011-09-19 Selvicoltura sistemica e possibili attivitànegli habitat forestali: dalle utilizzazioni
DettagliLa compensazione delle emissioni di carbonio attraverso la gestione sostenibile dei boschi
La compensazione delle emissioni di carbonio attraverso la gestione sostenibile dei boschi Ugo Chiavetta Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l analisi dell economia Agraria (CREA) Centro di ricerca
DettagliSoluzioni colturali a gestione flessibile per i contesti di alta pianura. Mario Pividori
Soluzioni colturali a gestione flessibile per i contesti di alta pianura Mario Pividori COSA SI DEVE FARE? 1)individuare le superfici minime necessarie alla produzione sostenibile delle biomasse legnose;
DettagliPROGETTO DI TAGLIO DEL LOTTO BOSCHIVO FOGLIO 1 MAPP 1
COMUNE DI BARONE CANAVESE PROGETTO DI TAGLIO DEL LOTTO BOSCHIVO FOGLIO 1 MAPP 1 RELAZIONE TECNICA E STIMA DEL VALORE DI MACCHIATICO Gennaio 2016 PROGETTISTA: Dott. Forestale Paolo TERZOLO DATI AMMINISTRATIVI
Dettagli- Obiettivi e finalità
MISURA 227 SOSTEGNO AGLI INVESTIMENTI NON PRODUTTIVI - FORESTE Azione 1 - Supporto alla rinaturalizzazione di boschi per finalità non produttive Linee guida per la redazione della Relazione tecnica analitica
DettagliMODELLI DI SCHEDA DI SINTESI DEL PROGETTO
ALLEGATO 4 MODELLI DI SCHEDA DI SINTESI DEL PROGETTO Tipologia 1 - impianto di arboricoltura a ciclo breve (pioppicoltura) il documento elenca in modo sintetico gli aspetti da sviluppare nella relazione
DettagliPiano di gestione e assestamento forestale Validità
REGIONE LAZIO Comune di Gallicano nel Lazio (Rm) UNIVERSITÀ AGRARIA DI GALLICANO NEL LAZIO Piano di gestione e assestamento forestale Validità 2012-2021 ELABORATI DENDRO-CRONO-AUXOMETRICI PROSPETTO GENERALE
DettagliPrimi risultati di una prova sperimentale sulla risposta al diradamento di un popolamento forestale in fase di deperimento da stress idrico.
Primi risultati di una prova sperimentale sulla risposta al diradamento di un popolamento forestale in fase di deperimento da stress idrico. Luigi Portoghesi, Naldo Anselmi, Gianluca Piovesan, Annamaria
DettagliDefinizione e origine
Legno Materiali Definizione e origine Il legno è un materiale di origine naturale. Legna o legname Definizione e origine Radici, fusto e rami Definizione e origine LATIFOGLIE CONIFERE Quercia Pioppo Noce
Dettaglia) Relazione illustrativa:
PROGETTO PRELIMINARE PER LA REALIZZAZIONE DI UN PRIMO DIRADAMENTO SU PINETA DI PINO LARICIO (Pinus laricio Poir.) E PINO D ALEPPO (Pinus halepensis Mill.) Caratteristiche della stazione a) Relazione illustrativa:
DettagliRegione Autonoma Valle d Aosta Région Autonome Vallée d Aoste
Regione Autonoma Valle d Aosta Région Autonome Vallée d Aoste Assessorato Agricoltura e Risorse Naturali Assessorat de l Agriculture et des Ressources Naturelles Dipartimento Risorse Naturali e Corpo Forestale
DettagliCOMUNITÀ MONTANA DEL PINEROLESE
COMUNITÀ MONTANA DEL PINEROLESE C. F. e P.IVA 10195960017 Sede Legale: Via Roma n. 22 10063 Perosa Argentina (TO) Centralino unico Tel. 0121.802550 Fax 0121.802540 Sede Amministrativa: Corso J. Lombardini,
DettagliRisultati della Ricerca
Risultati della Ricerca Titolo Conservazione e gestione dei popolamenti di origine agamica a prevalenza di leccio della Sardegna Descrizione estesa del risultato Nel bacino del Mediterraneo il leccio (Quercus
DettagliLa Società di gestione Monti Azzurri (MC) e la costituzione di una filiera locale legno-energia
filiera locale Progetto di Fattibilità di cui all art. 6 della L.R. n. 7/2005 La cooperazione o e forestale e nella Regione e Marche: da esecutori a gestori diretti del territorio o Scopi della ricerca
DettagliSulmona (AQ), 13 settembre Per una selvicoltura prossima alla natura
Sulmona (AQ), 13 settembre 2017 BOSCHI E FORESTE TRA CONSERVAZIONE DELLA BIODIVERSITA, ECOSERVIZI E PRODUZIONE DI BENI NEI PARCHI NAZIONALI DELL APPENNINO Gli interventi forestali nei Siti Natura 2000
Dettaglifl' Istituto Universitario Architettura Venezia RIA 294 Servizio Bibliografico Audiovisivo e di Documentazione
fl' Istituto Universitario Architettura Venezia RIA 294 Servizio Bibliografico Audiovisivo e di Documentazione LUCIO SUSMEL l.u.a.v. D.U. BIBLIOTECA 4-8~ 4 IN.V... +. t-lo- NORMALIZZAZIONE DELLE FORESTE
DettagliLe faggete italiane (Seconda parte)
Arboricoltura Le faggete italiane (Seconda parte) Orazio La Marca Una gestione razionale implica l adozione di adeguati modelli colturali. Il trattamento delle faggete a tagli successivi, descritto nella
DettagliPaolo Cantiani CREA Centro di ricerca per le Foreste e il Legno
SelPiBioLIFE Selvicoltura innovativa per accrescere la biodiversità dei suoli in popolamenti artificiali di pino nero Paolo Cantiani CREA Centro di ricerca per le Foreste e il Legno i selvicoltori rispetto
DettagliScala: 1: Coordinate UTM: E
LOCALIZZAZIONE Ambito ecologico: A200 Regione alpina mesalpica Tipo materiale: Soprassuolo Provincia: TO Comuni:, Alice Superiore Località: Lago di Tavola CTR: 114100 Superfice totale: 89,9 ha Scala: 1:10.000
DettagliPRONTUARIO OPERATIVO per gli interventi di gestione forestale
PRONTUARIO OPERATIVO per gli interventi di gestione forestale Direzione AdG FEASR Parchi e Foreste (Luigi Alfonsi Giovanni Carraro - Isabella Pasutto) Torino, 5-9 Novembre 2018 QUADRO NORMATIVO a) Direttive
Dettagli2 Determinazione dei valori auspicati per la rinnovazione
Allegato 6: Valori auspicati per la rinnovazione Introduzione Determinazione dei valori auspicati per la rinnovazione Fattori che influiscono sulla rinnovazione Introduzione La rinnovazione rende possibile
DettagliBilanci di CO 2 nella gestione delle foreste piemontesi. Franco Molteni
Sostenibilita' ed efficienza dell'energia da biomasse in Piemonte c/o presso Centro congressi Torino Incontra 17 novembre 2011 - Torino Bilanci di CO 2 nella gestione delle foreste piemontesi Franco Molteni
DettagliProblematiche strutturali e stabilità degli alberi
Problematiche strutturali e stabilità degli alberi Corpo Forestale dello Stato Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale Bosco Fontana UTB di Verona Instabilità Meccanismi
DettagliINFORMAZIONI SUPPLEMENTARI COMPONENTE FORESTALE
REGIONE BASILICATA Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità Nome del Sito Codice SIC Serra di Calvello IT9210240 RETE NATURA 2000 Rilevatori / data Falconeri Giuseppe, Ferraro Luciano
DettagliOperazione Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000
I primi bandi forestali del P.S.R. 2014-2020 2020 Operazione 12.2.1 Pagamento compensativo per le zone forestali Natura 2000 Elisa Guiot Franca De Ferrari Settore Foreste elisa.guiot@regione.piemonte.it
DettagliInterventi selvicolturali sperimentali in boschi di faggio della Val Sessera
Interventi selvicolturali sperimentali in boschi di faggio della Val Sessera REGIONE PIEMONTE Direzione Opere pubbliche, Difesa del suolo, Economia Montana e Foreste Settore Gestione Proprietà Forestali
Dettagli