CONVEGNO IMPIANTI CHIMICI A RISCHIO TERREMOTO: PROTEGGERLI SI PUÒ, BASTA VOLERLO
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- Bianca Cavalli
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1 CONVEGNO IMPIANTI CHIMICI A RISCHIO TERREMOTO: PROTEGGERLI PUÒ, BASTA VOLERLO RIDUZIONE DEL RISCHIO SMICO DEGLI IMPIANTI NELLE ATTIVITÀ A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE Roma, 7 febbraio 2013 Fabio DATTILO
2 IL PROBLEMA NELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI DA INCIDENTI RILEVANTI TIENE CONTO DEI TERREMOTI? ESTE UN UNICA DISCIPLINA PER VALUTARNE GLI EFFETTI E PROTEGGER DA ES?
3 LE ATTIVITÀ R.I.R. IN ITALIA E IL SMA FONTE: Ministero dell Ambiente FONTE: I.N.G.V.
4 ASPETTI NORMATIVI La disciplina della prevenzione e della mitigazione del rischio di accadimento di incidenti rilevanti è demandata al Decreto Legislativo n. 334 del 17 agosto 1999 (recepimento della direttiva europea Seveso ) ed alle sue modificazioni ed integrazioni. Per "incidente rilevante si intende un evento quale un'emissione, un incendio o un'esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati che si verificano durante l'attività di uno stabilimento in cui sono presenti sostanze pericolose in grandi quantità, e che dia luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento, e in cui intervengano una o più sostanze pericolose.
5 IL RAPPORTO DI CUREZZA (1/3) Il D.Lgs. 334/99 prevede, all art. 8 (ma anche l art.6) che, per gli stabilimenti in cui sono presenti specifiche sostanze pericolose in quantità notevoli, il gestore è tenuto a redigere un rapporto di sicurezza. Il rapporto di sicurezza deve evidenziare, tra le altre cose, che i pericoli di incidente rilevante sono stati individuati e sono state adottate le misure necessarie per prevenirli e per limitarne le conseguenze per l'uomo e per l'ambiente.
6 IL RAPPORTO DI CUREZZA (2/3) Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 31/3/1989 fornisce delle linee guida per la presentazione del rapporto di sicurezza. 1.C Specificare, ove disponibile, una cronologia delle perturbazioni geofisiche, meteomarine e cerauniche del luogo quali terremoti, inondazioni, trombe d'aria, fulmini. Il problema dei terremoti è trattato marginalmente dal D.P.C.M. anche per le differenti specializzazioni dei tecnici che lavorano nei rispettivi settori.
7 IL RAPPORTO DI CUREZZA (3/3) IL SMA Nota alla Dir. Reg.le VV.F. Emilia Romagna DCPREV del 29/11/2010
8 LE N.T.C Il D.M. 14 gennaio 2008 (cd. N.T.C. 2008) non si applica agli stabilimenti a rischio di incidente rilevante in quanto esso è stato emanato con riferimento all edilizia civile. Il C.N.VV.F. è impegnato nella revisione delle N.T.C. 2008, per gli aspetti riguardanti essenzialmente la resistenza al fuoco delle costruzioni, mediante partecipazione alla: Commissione redattrice (coordinata dalla cd. Cabina di Regia) Commissione relatrice
9 SL Ultimi SL Esercizio N.T.C ED IMPIANTI Le N.T.C prevedono l effettuazione di verifiche sismiche sugli impianti. I riferimento sono: Classe d uso Stato limite SLO NO NO SLD SLV I II III IV cfr. par terzultimo capoverso cfr. par cfr. par terzultimo capoverso cfr. par cfr. par cfr. par ultimo capoverso cfr. par cfr. par cfr. par ultimo capoverso cfr. par SLC NO (*) NO (*) NO (*) NO (*) (*) a meno delle disposizioni di cui al paragrafo SLO = Stato Limite di Operatività; SLV = Stato Limite di salvaguardia della Vita; SLD = Stato Limite di Danno; SLC = Stato Limite di Collasso
10 LA GUIDA TECNICA PER LA RIDUZIONE DELLA VULNERABILITÀ SMICA DELL IMPIANTISTICA ANTINCENDIO VVF Scaricabile dall indirizzo: Uno strumento per cominciare ad affrontare il problema
11 INTEGRAZIONE GUIDA VV.F N.T.C Oggetto della verifica SLO operatività SLD danno SLV vita SLC collasso Ancoraggio Impianto F R S, D, C (cfr. anche appendice B) (cfr. appendice B)
12 ASPETTI OPERATIVI DELLA GUIDA VV.F. (1/3) Fase 1: Attribuzione della classe di pericolosità del sito ove è realizzato il manufatto Fase 2: Categorizzazione dello scenario di rischio del manufatto
13 ASPETTI OPERATIVI DELLA GUIDA VV.F. (2/3) Fase 3: Definizione del livello di richiesta dei requisiti di sicurezza Fase 4: Adozione di specifiche misure di riduzione del rischio sismico impiantistico (esempio 1/2)
14 ASPETTI OPERATIVI DELLA GUIDA VV.F. (3/3) Fase 4: Adozione di specifiche misure di riduzione del rischio sismico impiantistico (esempio 2/2)
15 N.T.C (?) ED IMPIANTI Rispetto alle NTC 2012 si nota l introduzione della definizione di impianto nonché una riduzione delle verifiche: CRITERI DI PROGETTAZIONE DEGLI IMPIANTI Il presente paragrafo fornisce indicazioni utili per la progettazione e l installazione antisismica degli impianti, intesi come insieme di: impianto vero e proprio, dispositivi di alimentazione dell impianto, collegamenti tra gli impianti e la struttura principale. A meno di contrarie indicazioni delle norme nazionali di riferimento, della progettazione antisismica degli impianti è responsabile il produttore, della progettazione antisismica degli elementi di alimentazione e collegamento è responsabile l installatore, della progettazione antisismica degli orizzontamenti, delle tamponature e dei tramezzi a cui si ancorano gli impianti è responsabile il progettista strutturale.
16 N.T.C (?) ED IMPIANTI SLO = Stato Limite di Operatività; SLV = Stato Limite di salvaguardia della Vita; FUN = Funzionalita SLD = Stato Limite di Danno; SLC = Stato Limite di Collasso STA= stabilità
17 CONCLUONI: INTEGRAZIONE DEL R.D.S. CON IL RISCHIO SMICO IMPIANTO IMPIANTO IDENTIFICAZIONE AREE CRITICHE (METODI INDICIZZATI) FMEA ANALI DELLE MODALITA' DI GUASTO E RELATIVI EFFETTI INTERVISTE OPERATORI E SOPRALLUOGHI SUGLI IMPIANTI ANALI STORICA ANALI DI OPERABILITA' (HAZOP) CHECK LIST, MANUALI OPERATIVI E STANDARDS IMPIANTISTICI ROTTURE CONDIZIONATE DAL SMA IDENTIFICAZIONE IPOTE INCIDENTI CREDIBILI ROTTURE CONDIZIONATE DAL SMA STIMA FREQUENZE ACCADIMENTI (ALBERI DI GUASTO, ALBERI EVENTI) STIMA DELLE CONSEGUENZE (MODELLI PREVIONALI PER INCENDI, ESPLOONI, RILASCI SOSTANZE TOSCHE) STIMA DEL RISCHIO E CONFRONTO SU OBIETTIVI DI CUREZZA CON LA GUIDA VV.F. ADEMPIMENTI NORMATIVI DL.334/99 e altri MIGLIORIE TECNICHE E/O PROCEDURALI REVIONI PIANO DI EMERGENZA INTERNO ELEMENTI DA FORNIRE ALLE AUTORITA' PER LA FORMULAZIONE DEI PIANI DI EMERGENZA
18 Grazie dell attenzione
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