Comune di TORINO DI SANGRO (CH) INDICE GENERALE INDICE GENERALE PREMESSA...3

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1 INDICE GENERALE INDICE GENERALE PREMESSA Il QUADRO NORMATIVO COSA E UN PIANO DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO COMUNALE LA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI TORINO DI SANGRO PREMESSA LA METODOLOGIA GENERALE UNITA TERRITORIALI DI RIFERIMENTO (U.T.R.) ALCUNI CRITERI GENERALI IN ACCORDO CON LE LINEE GUIDA DELLA REGIONE ABRUZZO QUADRO CONOSCITIVO PRELIMINARE IL TERRITORIO COMUNALE DI TORINO DI SANGRO DENSITA ABITATIVA LE PRINCIPALI SORGENTI DI RUMORE AREA INDUSTRIALE LE INFRASTRUTTURE DI TRASPORTO LE INFRASTRUTTURE FERROVIARIE LE INFRASTRUTTURE STRADALI RICETTORI SENSIBILI AREE DESTINATE AD ACCOGLIERE MANIFESTAZIONI DI CARATTERE TEMPORANEO, OVVERO MOBILE, OVVERO ALL APERTO DATI RELATIVI AGLI AFFLUSSI TURISTICI NEL TERRITORIO COMUNALE DI TORINO DI SANGRO

2 4.0 LA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO COMUNALE DI TORINO DI SANGRO SUDDIVISIONE DEL TERRITORIO DI TORINO DI SANGRO IN UNITA TERRITORIALI DI RIFERIMENTO (U.T.R.) LA METODOLOGIA PER LA INDIVIDUAZIONE DELLE AREE PARTICOLARMENTE PROTETTE (CLASSE I) LA METODOLOGIA PER LA INDIVIDUAZIONE DELLE AREE POSTE IN CLASSE V (prevalentemente industriali) E CLASSE VI (esclusivamente industriali) PARAMETRI VALUTATIVI PER LA INDIVIDUAZIONE DELLE AREE POSTE IN CLASSE II, CLASSE III, CLASSE IV ATTRIBUZIONE DELLE CLASSI ACUSTICHE ALLE UNITA TERRITORIALI DI RIFERIMENTO (U.T.R.) PUNTI DI CONFLITTO E ZONE DI CONTATTO ANOMALO

3 1.0 PREMESSA L inquinamento da rumore è una delle cause di malessere ambientale più diffusa ed insidiosa, particolarmente presente in ambiti territoriali urbani ad elevata densità abitativa ed alto sviluppo economico, in cui le esigenze di mobilità ed il livello di motorizzazione sono particolarmente elevati. In passato, pur essendo ben nota la presenza di situazioni di inquinamento acustico negli ambiti cittadini, se ne sono ampiamente trascurati o, quantomeno, sottovalutati gli effetti rispetto ad altre forme di inquinamento, come ad esempio quello chimico. Infatti, per lungo tempo il rumore ambientale è stato considerato essenzialmente un fenomeno fisico, misurabile strumentalmente, che in determinati casi particolarmente gravi poteva provocare danni all organo dell udito. Oggi sappiamo che questa concezione è falsa, in quanto il rumore provoca reazioni che riguardano l insieme dell organismo e della psiche dell ascoltatore. Gli effetti del rumore possono essere oltre che uditivi, cioè riguardanti direttamente l organo sensoriale, anche extrauditivi, nel senso che possono riguardare altri organi o apparati umani o possono interagire con la sfera psicosociale. Tali effetti possono provocare nel caso più grave danni alla salute, oppure sensazioni di disturbo e di fastidio nei casi meno acuti ma più frequenti. Il danno specifico più grave dell organo dell udito è rappresentato dalla cosiddetta sordità o ipoacusia neurosensoriale, che generalmente può riscontrarsi a seguito di esposizioni prolungate (diversi anni) a livelli di rumore molto elevati (tipicamente superiori a 80 dba). Condizioni sonore di questo tipo possono verificarsi essenzialmente in ambienti lavorativi di tipo industriale. Nell ambiente urbano i livelli di rumore sono generalmente compresi tra 40 dba e 80 dba ed in questo intervallo si riscontra l insorgenza di effetti extrauditivi, sia di tipo fisiologico, che psicologico e psicosociale. Il grado di disturbo o di fastidio di tali effetti è ovviamente correlabile al livello sonoro del rumore e a caratteristiche soggettive del ricevitore, quali ad esempio, la personalità, il tipo di attività in corso di svolgimento, lo stato di affaticamento fisico o psichico, la possibilità di previsione, di identificazione e di controllo delle sorgenti di rumore, il contenuto informativo del rumore. Tra gli effetti principali di disturbo, o comunque di fastidio, provocati dal rumore i più importanti sono: 3

4 l interferenza con varie attività umane, come ad esempio la comunicazione parlata; il disturbo del sonno e del riposo; l influenza sull attenzione, sulla capacità di concentrazione e apprendimento, sul rendimento intellettuale e lavorativo; il disturbo psicologico. E del tutto evidente quindi che la presenza in ambito urbano di condizioni di inquinamento acustico può interferire in modo anche rilevante con le attività di lavoro, di studio, di riposo e di relazione e, in definitiva, può contribuire al peggioramento della qualità della vita. L approccio al problema dell inquinamento acustico delle città italiane è sostanzialmente cambiato a seguito di importanti disposizioni legislative emanate negli ultimi anni. In particolare, la Legge 26 ottobre 1995, n. 447, Legge quadro sull inquinamento acustico, pone alla base della riduzione del danno ambientale conseguente all inquinamento urbano da rumore, la redazione e la attuazione di piani di risanamento acustico, peraltro già previsti dal D.P.C.M. 1 marzo 1991, Limiti massimi di esposizione al rumore degli ambienti abitativi e nell ambiente esterno. Tali piani devono essere redatti da Stato, Regioni, Comuni, Enti gestori dei servizi pubblici, aziende di trasporto pubbliche e private, ecc., ciascuno per le sue competenze. La definizione degli obiettivi di prevenzione, la individuazione delle aree da bonificare e la scelta delle azioni di risanamento, richiedono da un lato una accurata caratterizzazione (mappatura) della situazione acustica esistente e dall altro la suddivisione previsionale in zone acusticamente omogenee (piano di classificazione acustica) del territorio comunale, così come previsto dai già citati DPCM 91 e legge quadro 447/95. 4

5 1.1 Il QUADRO NORMATIVO La classificazione acustica dei territori comunali è stata inizialmente prevista dall art. 2 del D.P.C.M. 1 marzo 1991, Limiti massimi di esposizione al rumore degli ambienti abitativi e nell ambiente esterno. Il decreto stabiliva che il territorio comunale dovesse essere suddiviso in zone acusticamente omogenee, secondo sei classi, per ciascuna delle quali venivano fissati i limiti massimi ammissibili del livello equivalente di intensità sonora. Dopo l annullamento da parte della Corte Costituzionale di alcune parti del DPCM che imponevano attività a Comuni e Regioni e che si riferivano al collegamento tra zonizzazione, limiti, piani di risanamento e piani regionali, è stata approvata dal Parlamento la legge 26 ottobre 1995, n. 447, Legge quadro sull inquinamento acustico. In tale legge sono fissate le finalità, sono definiti i concetti fondamentali (inquinamento acustico, sorgenti sonore fisse e mobili, valori limite di emissione, di immissione, di attenzione, di qualità) e sono stabilite le competenze di Stato, Regioni, Province e Comuni, ribadendo che tra le competenze dei Comuni figura la classificazione acustica del territorio comunale. Ovviamente, trattandosi di una legge quadro, essa fissa i principi generali, demandando gli aspetti particolari ed applicativi a leggi, decreti e regolamenti di attuazione. In particolare era prevista da parte dello Stato l emanazione dei decreti attuativi relativi a: Valori limite di emissione, immissione, attenzione e qualità; Tecniche di rilevamento e di misurazione dell inquinamento da rumore; Criteri per la prevenzione ed il contenimento dell inquinamento da rumore nelle infrastrutture stradali; Requisiti acustici delle sorgenti interne agli edifici e requisiti acustici passivi degli edifici; Norme per la prevenzione ed il contenimento dell inquinamento da rumore avente origine dall esercizio delle infrastrutture ferroviarie; Modalità per il contenimento e l abbattimento del rumore prodotto dagli aeromobili civili nelle attività aeroportuali; Requisiti per il riconoscimento della figura di tecnico competente in acustica; Requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante. 5

6 A tutt oggi risultano emanati: Decreto Ministero dell Ambiente, 11 dicembre 1996, Applicazione del criterio differenziale per gli impianti a ciclo produttivo continuo ; Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 18 settembre 1997, Determinazione dei requisiti delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante. La sua entrata in vigore, per la parte relativa all acquisto della strumentazione, è stata prorogata di sei mesi dal D.P.C.M Questo é stato quindi abrogato dalle disposizioni dell Art. 8 del D.P.C.M n. 215; Decreto Ministero dell Ambiente, 31 ottobre 1997, Metodologia di misura del rumore aeroportuale ; Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 14 novembre 1997, Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore ; Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 5 dicembre 1997, Determinazione dei requisiti acustici passivi degli edifici ; Decreto del Presidente della Repubblica, 11 dicembre 1997, n. 496, Regolamento recante norme per la riduzione dell inquinamento acustico prodotto dagli aeromobili civili ; Decreto Ministero dell Ambiente, 16 marzo 1998, Tecniche di rilevamento e di misurazione dell inquinamento da rumore ; Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 31 marzo 1998 Atto di indirizzo e coordinamento recante criteri generali per l esercizio della attività del tecnico competente in acustica, ai sensi dell art. 3, comma 1, lettera b) e dell art. 2, commi 6, 7 e 8 della legge 26 ottobre 1995, n. 447 Legge quadro sull inquinamento acustico ; Decreto del Presidente della Repubblica, 18 novembre 1998, n. 459, Regolamento recante norme di esecuzione dell articolo 11 della legge 26 ottobre 1995, n. 447, in materia di inquinamento acustico derivante da traffico ferroviario ; Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, 16 aprile 1999, n. 215, Regolamento recante norme per la determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore nei luoghi di intrattenimento danzante e di pubblico spettacolo e nei pubblici esercizi ; 6

7 Decreto del Ministero dell Ambiente, 20 maggio 1999, Criteri per la progettazione dei sistemi di monitoraggio per il controllo dei livelli di inquinamento acustico in prossimità degli aeroporti nonché criteri per la classificazione degli aeroporti in relazione al livello di inquinamento acustico ; Decreto del Presidente della Repubblica, 9 novembre 1999, n. 476, Regolamento recante modificazioni al decreto del Presidente della Repubblica 11 dicembre 1997, n. 496, concernente il divieto di voli notturni ; Decreto del Ministero dell Ambiente, 3 dicembre 1999, Procedure antirumore e zone di rispetto degli aeroporti ; Decreto del Ministero dell Ambiente, 29 novembre 2000, Criteri per la predisposizione, da parte delle società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore ; Decreto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, 23 novembre 2001, Modifiche all allegato 2 del decreto ministeriale 29 novembre Criteri per la predisposizione, da parte delle società e degli enti gestori dei servizi pubblici di trasporto o delle relative infrastrutture, dei piani degli interventi di contenimento e abbattimento del rumore ; Decreto del Presidente della Repubblica, 30 marzo 2004, n. 142 (G.U. 1 giugno 2004 n. 127), Disposizioni per il contenimento e la prevenzione dell inquinamento acustico derivante dal traffico veicolare. Per quanto riguarda i piani di classificazione e di risanamento acustico, la Legge Quadro 447/95 prevede anche che i criteri, in base ai quali i Comuni debbano procedere, vengano stabiliti con apposite leggi regionali. Inoltre alle Regioni è anche demandato il compito di definire, sulla base delle proposte pervenute e delle disponibilità finanziarie assegnate dallo Stato, un piano triennale di intervento con le relative priorità. La Regione Abruzzo ha emanato la Determina Dirigenziale n. DF2/188 del CRITERI TECNICI UTILI ALLA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO (B.U.R.A. Regione Abruzzo n. 6 del 28/01/2005) e recentemente la Legge n. 23 del Disposizioni per il contenimento e la riduzione dell inquinamento acustico 7

8 nell ambiente esterno ed abitativo. Tuttavia ad oggi la Regione Abruzzo non ha emanato dei criteri tecnici o linee guida per la redazione dei Piani di Risanamento Acustico dei territori comunali. 1.2 COSA E UN PIANO DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO COMUNALE La classificazione acustica, così come prevista dalla tabella A del D.P.C.M. 14/11/1997 Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore, consiste nella suddivisione del territorio comunale nelle sei classi riportate nella tabella seguente: Tabella 1.2.1: Classi acustiche (Tab. A del D.P.C.M ) CLASSE I - aree particolarmente protette Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc.. CLASSE II - aree destinate ad uso prevalentemente residenziale Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali. CLASSE III - aree di tipo misto Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali, uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali, aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici. CLASSE IV - aree di intensa attività umana Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali, le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie, le aree portuali, le aree con limitata presenza di piccole industrie. CLASSE V - aree prevalentemente industriali Rientrano in questa classe le aree interessate da insediamenti industriali e con scarsità di abitazioni. CLASSE VI - aree esclusivamente industriali Rientrano in questa classe le aree esclusivamente interessate da attività industriali e prive di insediamenti abitativi. 8

9 Il D.P.C.M. 14/11/97 fissa, per ciascuna classe, i limiti massimi di esposizione al rumore all interno di ogni zona territoriale, utilizzando come indicatore il livello continuo equivalente di pressione ponderato A, espresso in db(a) ed associando ad ogni zona quattro coppie di valori limite, uno per il periodo diurno (dalle ore 6 alle 22) e uno per il periodo notturno (dalle ore 22 alle 6). Due coppie di valori sono relativi alla disciplina delle sorgenti sonore e sono: valori limite di emissione; valori limite di immissione (suddivisi in assoluti e differenziali). Le altre due coppie sono invece relative alla pianificazione delle azioni di risanamento e sono: valori di attenzione; valori di qualità. La definizione di tali valori limite è riportata nella Legge 26 ottobre 1995, n. 447, Legge quadro sull inquinamento acustico, mentre i valori numerici sono fissati dal D.P.C.M. 14 novembre 1997, così come riportato sinteticamente nelle tabelle seguenti. Tabella 1.2.2: Valori limite di emissione - Leq in db(a) Definizione: il valore massimo di rumore che può essere emesso da una sorgente sonora. Classi di destinazione d uso del territorio Diurno ( ) Tempi di riferimento Notturno ( ) I - Aree particolarmente protette II - Aree prevalentemente residenziali III - Aree di tipo misto IV - Aree di intensa attività umana V - Aree prevalentemente industriali VI - Aree esclusivamente industriali Note: I valori limite di emissione del rumore da sorgenti mobili e da singoli macchinari costituenti le sorgenti sonore fisse, laddove previsto, sono anche regolamentati dalle norme di omologazione e certificazione delle stesse. 9

10 Tabella 1.2.3: Valori limite assoluti di immissione - Leq in db(a) Definizione: il valore massimo di rumore, determinato con riferimento al livello equivalente di rumore ambientale, che può essere immesso dall insieme delle sorgenti sonore nell ambiente abitativo o nell ambiente esterno misurato in prossimità dei ricettori. Classi di destinazione d uso del territorio Diurno ( ) Tempi di riferimento Notturno ( ) I - Aree particolarmente protette II - Aree prevalentemente residenziali III - Aree di tipo misto IV - Aree di intensa attività umana V - Aree prevalentemente industriali VI - Aree esclusivamente industriali Note: I valori sopra riportati non si applicano alle infrastrutture stradali, ferroviarie, marittime, aeroportuali ed alle altre sorgenti sonore di cui all art. 11 della Legge quadro n. 447 (autodromi, ecc.), all interno delle rispettive fasce di pertinenza. All esterno di tali fasce, dette sorgenti concorrono al raggiungimento dei limiti assoluti di immissione. Tabella 1.2.4: Valori limite differenziali di immissione - Leq in db(a) Definizione: la differenza massima tra il livello equivalente di rumore ambientale ed il rumore residuo, all interno degli ambienti abitativi. Diurno ( ) Tempi di riferimento Notturno ( ) Differenza in db(a) 5 3 Note: Tali valori non si applicano: - nelle aree classificate nella classe VI della Tabella 1.3.1; - nei seguenti casi in quanto ogni effetto del rumore è da ritenersi trascurabile: - se il rumore misurato a finestre aperte sia inferiore a 50 db(a) durante il periodo diurno e 40 db(a) durante il periodo notturno; - se il livello di rumore ambientale misurato a finestre chiuse sia inferiore a 35 db(a) durante il periodo diurno e 25 db(a) durante il periodo notturno; - alla rumorosità prodotta da: - infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e marittime; - attività e comportamenti non connessi con esigenze produttive, commerciali e professionali; - servizi e impianti fissi dell edificio adibiti ad uso comune, limitatamente al disturbo provocato all interno dello stesso. 10

11 Tabella 1.2.5: Valori limite di attenzione - Leq in db(a) Definizione: il valore di rumore che segnala la presenza di un potenziale rischio per la salute umana o per l ambiente. Per tutte le classi di destinazione d uso Tempi di riferimento del territorio Diurno ( ) Notturno ( ) se riferiti ad un ora I valori della tabella aumentati di 10 db(a) I valori della tabella aumentati di 5 db(a) se relativi ai tempi di riferimento i valori di cui alla tabella i valori di cui alla tabella Tabella 1.2.6: Valori di qualità - Leq in db(a) Definizione: i valori di rumore da conseguire nel breve, medio e lungo periodo con le tecnologie e le metodiche di risanamento disponibili, per realizzare le finalità previste dalla Legge quadro n 447. Classi di destinazione d uso del territorio Tempi di riferimento Diurno ( ) Notturno ( ) I - Aree particolarmente protette II - Aree prevalentemente residenziali III - Aree di tipo misto IV - Aree di intensa attività umana V - Aree prevalentemente industriali VI - Aree esclusivamente industriali Pertanto, in accordo con quanto affermato nelle Linee guida della Regione Abruzzo, la classificazione acustica del territorio, fornendo il quadro di riferimento per i valori limite del rumore ambientale, consente: 11

12 di verificare se gli impianti, le infrastrutture e tutte le altre sorgenti sonore già esistenti nel territorio, provocano un superamento dei limiti di zona; di impostare le necessarie strategie di bonifica mediante i piani di risanamento acustico; di fornire, già in fase di progettazione, indicazioni sulle caratteristiche di emissione acustica di nuovi impianti, infrastrutture etc.; di orientare le scelte urbanistiche sulle aree di nuova urbanizzazione, tenendo conto anche del parametro costituito dal clima acustico. Nel quadro normativo delineato dalla Legge 447/95 e dai decreti conseguenti, la classificazione in zone acusticamente omogenee risulta essere un atto tecnico-politico complesso e con rilevanti implicazioni. Infatti essa disciplina l uso del territorio tenendo conto del parametro ambientale connesso con l impatto acustico delle attività svolte; di tale parametro devono tenere conto gli strumenti urbanistici (piani regolatori, piani dei trasporti, piani urbani del traffico ecc.). Obiettivi principali di tale attività di governo del territorio è quello di renderlo meno vulnerabile ai fattori di rumorosità ambientale, mediante la prevenzione del deterioramento delle zone non inquinate, con particolare riguardo alle nuove aree di urbanizzazione, ed il risanamento delle zone ad elevato inquinamento acustico. 12

13 2.0 LA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO DEL COMUNE DI TORINO DI SANGRO 2.1 PREMESSA Sulla base delle indicazioni fornite dalle linee guida regionali, l impostazione generale della classificazione acustica del territorio di TORINO DI SANGRO è basata sulla tipologia d uso del territorio, ovvero sulle sue prevalenti condizioni di effettiva fruizione e non sullo stato acustico esistente. Ovviamente, di tale stato è stato tenuto conto al fine di verificare la correttezza delle ipotesi effettuate sull uso del territorio e sulla rumorosità delle sorgenti acustiche presenti nell area considerata. A questo scopo è stata di grande utilità la campagna di misure effettuata nel mese di dicembre 2008 contestualmente allo studio per la redazione del piano di classificazione acustica e che ha rappresentato un importante strumento conoscitivo di base. In ogni caso, date le notevoli implicazioni connesse con l adozione della classificazione acustica, la metodologia adottata ha consentito di pervenire ad una precisa lettura della prevalente ed effettiva tipologia di fruizione del territorio e delle conseguenti implicazioni di tipo acustico. I parametri di cui si è tenuto conto per la individuazione delle zone acusticamente omogenee sono essenzialmente quelli che possono provocare l immissione di rumore sia negli spazi aperti che in quelli abitativi, o per via diretta, come nel caso di macchinari, di impianti, di veicoli di trasporto ecc. o per via indiretta, ad esempio esercitando una funzione di attrazione di persone e conseguentemente di flussi di traffico, come nel caso di poli commerciali o di uffici. Tali parametri, pertanto, sono individuabili nello svolgimento di attività produttive, di tipo industriale o artigianale, nello svolgimento di attività commerciali o terziarie, nella presenza di funzioni abitative, nella presenza di assi viari ecc.. 13

14 Nella tabella seguente, desunta dalle Linee guida della Regione Abruzzo, sono riportate alcune indicazioni di carattere estremamente generale, per la individuazione delle diverse classi acustiche, sulla base dei parametri sopra descritti. 14

15 2.2 LA METODOLOGIA GENERALE In base alla Determina Dirigenziale della Regione Abruzzo n. DF2/188 del , contenente i CRITERI TECNICI UTILI ALLA CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO, la procedura di definizione della proposta di zonizzazione acustica dei territorio comunale di TORINO DI SANGRO è costituita da quattro fasi appresso riportate: 1. REDAZIONE DI UN QUADRO CONOSCITIVO PRELIMINARE 2. ANALISI E ZONIZZAZIONE DELLO STATO DI FATTO 3. ANALISI PREVISIONALE DEL TERRITORIO E ZONIZZAZIONE DELLO STATO DI PROGETTO 4. CONFRONTO E SINTESI TRA FASE 2 E FASE 3: ZONIZZAZZIONE DEFINITIVA. La fase 1 REDAZIONE DEL QUADRO CONOSCITIVO PRELIMINARE consiste nell acquisizione di tutte le informazioni necessarie alla predisposizione del Piano di Classificazione Acustica. La fase 2 ANALISI E ZONIZZAZIONE DELLO STATO DI FATTO consiste nella effettuazione di una bozza di zonizzazione sulla base di criteri il più possibile oggettivi, che tengano conto delle destinazioni d uso effettive e prevalenti del territorio, nella analisi critica della zonizzazione così redatta, nel suo coordinamento con gli strumenti urbanistici vigenti, nell inserimento di fasce di pertinenza per gli assi stradali e ferroviari, nell eliminazione di eventuali incongruenze, nella verifica della possibilità di aggregazione in aree omogenee. La fase 3 ANALISI PREVISIONALE DEL TERRITORIO E ZONIZZAZIONE DELLO STATO DI PROGETTO, consiste nell analisi delle varianti degli strumenti urbanistici comunali. La fase 4 CONFRONTO E SINTESI TRA FASE 2 E FASE 3: ZONIZZAZZIONE DEFINITIVA consiste nella sintesi delle indicazioni tratte dalla zonizzazione dello stato di fatto e dello stato di progetto. Alla base della Classificazione Acustica del territorio, vi è l individuazione delle UNITA TERRITORIALI DI RIFERIMENTO (U.T.R.), sulle quali si effettuano le necessarie analisi e valutazioni di tipo socio-economico. 15

16 Nella fase finale del processo di Classificazione si attribuisce l appartenenza a una data Classe acustica piuttosto che ad un altra alle UNITA TERRITORIALI DI RIFERIMENTO (U.T.R.). 16

17 2.3 UNITA TERRITORIALI DI RIFERIMENTO (U.T.R.) Come basi cartografiche si è fatto riferimento alle cartografie messe a disposizione dall Ufficio Tecnico Comunale, in particolare ci si è basati sul P.R.G. vigente. Le UNITA TERRITORIALI DI RIFERIMENTO (U.T.R.) sono state definite sulla base delle sezioni censuarie ISTAT come da censimento del Nello specifico sono state aggregate a formare un'unica U.T.R. quelle sezioni censuarie: - interessate dalla presenza o dalla vicinanza di una stessa sorgente sonora ; - con stessa destinazione d uso da P.R.G.; - con stessa tipologia edilizia esistente. Come scelta tecnica si è operata quella di evitare il più possibile eccessive frammentazioni del territorio, forzando in taluni casi piccole porzioni di territorio nelle U.T.R. adiacenti. Le sezioni censuarie molto estese sono state smembrate e accorpate alle U.T.R. adiacenti sempre sulla scorta della presenza o vicinanza di sorgenti sonore, della destinazione d uso e della tipologia di edilizia esistente. 17

18 2.4 ALCUNI CRITERI GENERALI IN ACCORDO CON LE LINEE GUIDA DELLA REGIONE ABRUZZO Alcuni criteri generali caratteristici del metodo, in accordo con le linee guida emanate dalla Regione Abruzzo, sono i seguenti : L analisi del territorio è stata effettuata su una base cartografica quanto più possibile indicativa della situazione esistente. In particolare l analisi è stata effettuata partendo dalle sezioni censuarie di origine ISTAT. Particolarmente importante risulta la scelta delle UNITA TERRITORIALI DI RIFERIMENTO (U.T.R.) su cui basare le analisi di tipo socioeconomico. Le linee guida della Regione Abruzzo suggeriscono l utilizzazione delle sezioni di censimento I.S.T.A.T.. Infatti i dati quantitativi più completi sulla distribuzione nel territorio comunale delle residenze, delle industria, delle attività artigianali, commerciali e terziarie sono quelli desumibili dal censimento I.S.T.A.T. del 2001, che ovviamente sono aggregati per sezioni censuarie. Inoltre, tranne che nelle aree di più recente urbanizzazione ed in quelle extraurbane, le sezioni di censimento molto spesso coincidono con gli isolati. Pertanto si è deciso di assumere laddove possibile la sezione di censimento o agglomerati di queste come unità di base per le elaborazioni, prevedendo però, anche in questo caso in accordo con le linee guida regionali, la possibilità di una loro ulteriore suddivisione e differenziazione a livello di classificazione acustica nel caso in cui essa comprenda più isolati o si trovi in un area extraurbana con diverse destinazioni d uso. Per quanto possibile si è cercato di evitare una eccessiva frammentazione delle zone acusticamente omogenee, che di norma sono risultate dalla unione di più sezioni censuarie, anche forzando alcune sezioni di censimento o parti di esse nella classe acustica delle sezioni adiacenti. Il confine tra zone acustiche non può attraversare edifici a qualsiasi uso adibiti. Nel caso ciò si verifichi nella cartografia di progetto, tale fatto è essenzialmente dovuto a problemi di tipo informatico nella sovrapposizione dei confini delle sezioni di 18

19 censimento con il lay-out territoriale. In tali casi l edificio sarà considerato assegnato alla classe acustica della sezione di censimento di appartenenza ovvero, in casi di difficile interpretazione, si adotterà il criterio di cautela assegnandolo alla classe più bassa. Un problema analogo si presenta per le strade di tipo urbano, in quanto molto spesso i confini delle sezioni di censimento sono poste al centro della carreggiata stradale. Ciò può provocare l assegnazione delle due carreggiate stradali a zone acustiche con classi diverse, il che risulta ovviamente inaccettabile. Ove ciò succeda, in considerazione della importanza del rumore stradale sul clima acustico, si intenderà che l intera strada e, conseguentemente, il fronte degli edifici che affacciano su di essa sono assegnati alla classe acustica più elevata. Si è prestata particolare cura ad evitare l accostamento di zone che differiscono per più di 5 dba. Particolare cura ed attenzione sono state prestate alla classificazione delle aree adiacenti alle infrastrutture di trasporto, con l inserimento delle fasce di pertinenza previste per legge dal D.P.R n

20 3.0 QUADRO CONOSCITIVO PRELIMINARE 3.1 IL TERRITORIO COMUNALE DI TORINO DI SANGRO Il territorio del Comune di TORINO DI SANGRO occupa una superficie complessiva di 32,31 kmq, confina a sud e a est con i comuni di Casalbordino e Villalfonsina, a ovest con il comune di Fossacesia e a nord con il mare Adriatico. Il capoluogo è sito in posizione centrale rispetto al resto del territorio a circa 3 km dalla linea costiera. 3.2 DENSITA ABITATIVA Dai dati del censimento I.S.T.A.T. del i residenti nel Comune di TORINO DI SANGRO ammontano complessivamente a 3.137, la densità abitativa è circa 97 abitanti/kmq LE PRINCIPALI SORGENTI DI RUMORE Si considerano sorgenti principali di rumore: - le aree o agglomerati industriali e/o artigianali; - le infrastrutture di trasporto quali strade e ferrovie; - grossi attrattori di pubblico quali parcheggi di grosse dimensioni, centri commerciali, grossi impianti sportivi, ecc.. Nei paragrafi seguenti vengono analizzate le principali sorgenti di rumore come sopra individuate. 3.4 AREA INDUSTRIALE Nel territorio comunale di TORINO DI SANGRO è presente una area industriale di modestissime dimensioni, e sono presenti 6 piccole aree a destinazione artigianale spesso coincidenti con la sola azienda insediata. Non sono presenti centri commerciali, ovvero grossi parcheggi, o grossi impianti sportivi. Sono tuttavia presenti due cave di inerti adiacenti e un rigasatore. 20

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