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1 Il periodico d informazione di ASLE RLST n. 9 Chiedere il Rlst di Asle è facile, ecco come fare. Trova i moduli su Operativi sul territorio di Milano, Lodi, Monza e Brianza e relative province, i Rlst di Asle sono a disposizione per tutte quelle imprese dove non è stato eletto o designato il Rappresentante per la Sicurezza dei Lavoratori aziendale (Rls). Per ottenere l assistenza di un Rlst di Asle bisogna collegarsi al sito cliccare su Modulistica e fare il download dei degli appositi moduli di richiesta: lettera di incarico Rlst di Asle lettera di incarico apertura cantiere Occorre compilare entrambi i moduli con le informazioni richieste, riempiendo tutti i campi. La lettera d incarico Rlst di Asle è la richiesta da parte dell azienda del servizio Rlst di Asle. Va compilata su carta intestata dell impresa scrivente e indirizzata tramite raccomandata alla sede dell Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell Edilizia di Milano, Lodi, Monza e Brianza, via Newton, Milano. Per questa comunicazione si possono utilizzare anche l indirizzo di posta elettronica certificata info@pec.asle.it e l indirizzo info@asle.it, oppure il fax al numero È importante che sulla lettera d incarico Rlst di Asle siano ben visibili le firme di tutti i lavoratori, i quali saranno così informati del fatto che il loro Rappresentante per la sicurezza dei lavoratori sarà un Rlst di Asle, ovvero un Rls territoriale messo a disposizione dall Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell Edilizia di Milano, Lodi, Monza e Brianza. La lettera d incarico Rlst di Asle va conservata con la risposta su carta intestata che gli uffici Asle-Rlst inviano all azienda, per documentare l avvenuto inserimento nel data base di Asle-Rlst del nominativo aziendale. In questo modo quando non si conosce ancora il nominativo del Rlst competente per territorio per un determinato cantiere, sul Pos, nell apposito spazio dedicato al rappresentante per la sicurezza dei lavoratori, l impresa potrà scrivere semplicemente Asle- Rlst ed, eventualmente, esibirà la lettera di incarico Rlst di Asle con la risposta ricevuta dagli uffici dell Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell Edilizia di Milano, Lodi, Monza e Brianza all atto dell iscrizione. La lettera di incarico apertura cantiere è la comunicazione a Asle-Rlst dell apertura di un cantiere da parte dell impresa. Va compilata per ogni nuovo cantiere e trasmessa alla sede dell Associazione al numero oppure all indirizzo e- mail info@asle.it. Fare la comunicazione di apertura cantiere è importante perché solo così si attiva la procedura operativa per far sì che il Rlst competente per territorio contatti l impresa. Fissando l appuntamento, nel giorno prestabilito il Rlst di Asle potrà, così, verificare la situazione sicurezza del cantiere stesso e visionare la documentazione relativa. Attenzione, anche questa lettera va compilata su carta intestata dell impresa richiedente e deve contenere l indicazione precisa dell indirizzo del nuovo cantiere e il nominativo con numero telefonico di un referente o di un responsabile dell impresa per il cantiere in oggetto. La comunicazione di apertura cantiere va fatta per ogni nuovo cantiere e trasmessa alla sede Asle- Rlst dieci giorni prima dell apertura del cantiere, come previsto dall art. 100 comma 4, del D.Lgs 81/08. In questo modo il contatto da parte del Rlst di Asle per la definizione dell appuntamento di prima visita sarà tempestivo e sicuro. Sommario... Indicazioni per una verifica strutturale degli edifici pag. 2 SPECIALE CADUTE DALL ALTO pagg. 4-7 Campagna Etiledil anche per la riduzione del premio Inail : come prevenire il rischio infortuni in cantiere pag. 3 Dispositivi di protezione collettiva, per un uso sicuro dei parapetti provvisori pag. 4 Attenzione, utilizza il guardacorpo giusto per ogni situazione pag. 5 La scelta del guardacorpo è importante, ecco alcuni consigli per non sbagliare pag. 6 Per agire in sicurezza, anzitutto verifica bene il tipo di supporto pag. 6 Le reti di sicurezza salvano la vita quando si sceglie di non allestire il ponteggio pag. 7 FEBBRAIO 2016 Anno IX Numero 1 perodico a cura di Asle - Rlst; aut.trib.di milano n. 764 del 30/12/2008; direttore responsabile: Luisa Rota; Redazione: via I.Newton, Milano; Foto: archivio Asle-Rlst; Fconfindustriabergamo.it, Fotola Fieorenzus, Gianfranco Bella, Ser_Oliver. Chiuso in redazione il 04/02/16

2 Indicazioni per una valutazione delle verifiche strutturali degli edifici Dedicato alle microimprese spesso oberate dagli adempimenti burocratici e di documentazione che interferiscono con il lavoro di organizzazione in cantiere fagocitando le poche risorse a disposizione. Direttamente dall osservazione e dall esperienza degli Rlst di Asle sul territorio ecco alcuni accorgimenti da seguire per meglio tutelare la sicurezza dei lavoratori in ambiente di lavoro, soprattutto quando si fanno le opere di restauro, di risanamento conservativo, di manutenzione straordinaria e ristrutturazione. Ecco come fare per agire in sicurezza Il recupero del patrimonio edilizio esistente, in particolare dei beni artistici e architettonici, comporta tutta una serie di valutazioni sui corpi di fabbrica da restaurare che sono necessariamente preliminari alla definizione delle metodiche di intervento. Contestualmente alla individuazione degli interventi di messa in sicurezza, si deve condurre una campagna diagnostica finalizzata all approfondimento delle informazioni strutturali desunte sulla base dei rilievi effettuati. Per quanto attiene alle metodologie di indagine da eseguire sugli edifici vanno selezionate alcune prove in grado di caratterizzare le tipologie degli elementi strutturali principali, le loro caratteristiche meccaniche e chimico fisiche, la presenza di discontinuità strutturali e/o di vuoti. Rilevamento diagnostico strutturale Al fine di individuare la tensione locale di compressione e le caratteristiche di resistenza a rottura e deformabilità delle murature nelle zone ritenute più significative si possono effettuare prove con martinetti piatti, singoli e doppi. Con lo scopo invece di definire la tipologia della sezione muraria si può ricorrere a indagini endoscopiche, carotaggi o piccole brecce, eventualmente accoppiate a prove soniche, meno invasive ed in alternativa alle precedenti, visto che con la misura delle velocità di propagazione delle onde meccaniche è possibile indagare le caratteristiche delle murature evidenziando l'eventuale presenza dl cavità o lesioni interne. In presenza di strutture in cemento armato con uno sclerometro manuale o elettronico si possono condurre indagini sui calcestruzzi finalizzate alla determinazione della resistenza a compressione del calcestruzzo della durezza superficiale del getto. Le indagini ultrasoniche dirette servono invece per evidenziare microfessure, bolle d'aria, discontinuità, danni provocati dal gelo, inclusione di corpi estranei mentre quelle pacometriche vengono condotte per la rilevazione dei ferri d'armatura e del loro diametro. Relazione tecnica preliminare A seguito di una valutazione sulle tipologie di prove da condurre sulle strutture esistenti per evidenziare le caratteristiche dei materiali, analizzati i risultati, andrà redatta una relazione tecnica che se da una parte definirà una puntuale descrizione dei lavori di consolidamento, restauro o risanamento conservativo da eseguire, dall altra fornirà le indicazioni specifiche per pianificare la sicurezza, le opere provvisionali, i ponteggi anche strutturali, le procedure di rinforzo e sostituzione di elementi portanti con l ausilio di attrezzature, demolizioni parziali controllate e tecniche di rimozione con puntellamenti d opera. Risulta evidente che in fase esecutiva potrebbero riscontrarsi variabili significative in ragione di situazioni difficilmente prevedibili nella loro complessità che, a quel punto, andrebbero attentamente monitorate aggiornando di volta in volta anche le procedure di sicurezza. 2 l elmetto giallo PER LE IMPRESE

3 Etiledil: prevenire il rischio infortuni in cantiere si può, sì anche alla riduzione del premio Inail L informazione sui rischi ai lavoratori per la tutela della loro salute e sicurezza è un compito affidato dalla legge a Rlst e Rls. Per questo motivo Asle propone un efficace campagna di sensibilizzazione sui rischi derivanti dall assunzione di bevande alcoliche da parte dei lavoratori. Con la divulgazione dell opuscolo Etiledil realizzato da Asle in collaborazione con Asl Milano si possono facilmente conoscere le informazioni essenziali sul comportamento da adottare nei confronti dell assunzione delle bevande alcoliche al fine di prevenire i rischi. I contenuti dell opuscolo Etiledil sono validati scientificamente dall autorità sanitaria. Ai datori di lavoro che lo richiedono l informativa viene veicolata dagli Rlst di Asle con un apposita riunione di cantiere ai lavoratori. Al temine viene rilasciato un attestato utile anche ad ottenere la riduzione del premio Inail attraverso la compilazione del modello Inail OT 24. Operai edili in cantiere consultano l opuscolo Etiledil Opuscolo e regolo due strumenti Sessantadue le imprese coinvolte dalla campagna di indispensabili sensibilizzazione Asle -Asl. Partita a novembre 2014, attraverso la realizzazione della campagna Etiledil sono stati raggiunti 798 lavoratori a cui, oltre all illustrazione dei contenuti dell opuscolo è stato distribuito il regolo cartonato (nell immagine): lo strumento semplice, utile a misurare il tasso di alcolemia nel sangue. Se utilizzato quotidianamente, il regolo aiuta i lavoratori in cantiere a tenere sotto controllo il rischio derivante dall assunzione di bevande alcoliche e a prevenire gli infortuni, tutelando la salute dei lavoratori e la loro incolumità in cantiere. Per saperne di più visita il sito 3 l elmetto giallo PER I LAVORTATORI

4 Dispositivi di protezione collettiva, per un uso sicuro dei parapetti provvisori CADUTE DALL ALTO Il sistema di sorveglianza Inail Infor.MO permette di indagare sulle cause degli infortuni e le dinamiche degli accadimenti avvenuti. A costruire la banca dati di Infor.MO contribuiscono Inail e Regioni, oltre alle Asl con le proprie specifiche rilevazioni. A novembre 2013 con un convegno dedicato l Inail ha presentato i risultati elaborati dal sistema, aggiornati al Ne è emerso un quadro interessante. Il 75% degli infortuni mortali, secondo i dati Inail-Infor.MO, è raggruppabile in cinque categorie principali: Caduta dall alto dell infortunato 31% Caduta dall alto di gravi 17% Fuoriuscita o ribaltamento del veicolo dal proprio percorso 12,5% Contatto con oggetti, mezzi, veicoli 7,2% Avviamento intempestivo di macchinari 5,9%. Il rischio cadute dall alto, dunque, è preminente e rappresenta il 50% dei fatti che arrivano in Cassazione. La maggior parte di questi accadimenti riguardano infortuni anche mortali e spesso derivano dalla mancata applicazione di norme basilari e dalla sottovalutazione del rischio da parte dei lavoratori. La maggior parte degli infortuni da caduta dall alto riguarda i lavori di manutenzione, dove l abitudinarietà spesso contribuisce a far diminuire il livello di percezione del rischio. Il rischio aumenta là dove vengono effettuati più interventi e le condizioni climatiche sono più severe. Non a caso il 65% degli infortuni avvenuti su tetti e terrazze è concentrato al Nord Italia. I sistemi di protezione dei bordi devono essere montati e smontati seguendo le indicazioni contenute nel libretto di istruzioni, controllando scrupolosamente la tenuta delle superfici di ancoraggio. Ogni addetto deve essere informato e formato riguardo le regole da seguire nelle fasi di installazione e rimozione del sistema di protezione prescelto. Tuttavia, succede molto spesso che questo importante dispositivo collettivo di protezione previsto dal Testo unico 81/08 che previene il rischio di cadute dall alto nei lavori edili a volte sia affrontato con scarsa consapevolezza rispetto alla percezione del rischio da parte dei lavoratori dell edilizia. Basti pensare a come molte delle piccole e micro imprese visitate dagli Rlst di Asle riguardo il sistema di protezione dei bordi, ricorrano facilmente al servizio di noleggio anziché utilizzare un attrezzatura di proprietà, per la quale il datore di lavoro è obbligato a rispettare le norme di manutenzione e trattamento come per qualsiasi altra attrezzatura da cantiere. Se da una parte il servizio di noleggio consente il taglio dei costi di acquisto dell attrezzatura, dall altra espone l impresa a rischi inconsapevoli, se non adeguatamente valutati. E opportuno, infatti, che l impresa metta in atto una puntuale verifica del lavoro eseguito dai montatori dell azienda che effettua il servizio di noleggio e montaggio dell attrezzatura. Tale azione di controllo eseguita prima che l attrezzatura entri in uso, dovrebbe essere espletata direttamente dal datore di lavoro o dal suo preposto. Al fine di mettere in atto un efficace sistema di prevenzione e sicurezza per i lavoratori in cantiere, è altresì decisiva, da parte del datore di lavoro, l attività di informazione del personale che dovrà utilizzare il guardacorpo, per renderlo consapevole che il suo utilizzo improprio può generare grande danno. Inoltre, nel caso dei parapetti presi a noleggio, siccome il noleggio non prevede la manutenzione dell attrezzatura mentre è in uso è opportuno che gli utilizzatori dei parapetti provvisori siano responsabilizzati a segnalare qualsiasi malfunzionamento dell attrezzatura anche minimo, invitando tempestivamente chi di dovere a predisporre gli adeguarti controlli di manutenzione. Nella realtà, purtroppo accade che, spesso, l utilizzo del sistema di protezione dei bordi e la scelta dei guardacorpo sia effettuata di fretta, senza leggere bene le indicazioni contenute nel manuale di istruzioni. 4 l elmetto giallo SPECIALE CADUTE DALL ALTO

5 Attenzione, utilizza il guardacorpo giusto per ogni situazione Nelle costruzioni vengono utilizzate due tipologie di parapetti provvisori: quelli tradizionali, realizzati in cantiere di in legno o acciaio e quelli prefabbricati, di varie tipologie, da assemblare sul posto. L utilizzo di questi ultimi si sta diffondendo sempre più anche perché tali attrezzature sono relativamente facili e rapide da installare e soprattutto si adattano a più situazioni, consentendo il montaggio su differenti tipi di supporto con vari sistemi di fissaggio. In particolare per i lavori di manutenzione su coperture, i parapetti provvisori prefabbricati costituiscono la principale alternativa alla predisposizione di un ponteggio completo contornante tutta la copertura. Inoltre, l utilizzo di questi sistemi costituisce un migliore adempimento all art. 112 del D.Lgs. 81/08 il quale recita che le opere provvisionali devono essere allestite con buon materiale e secondo la regola d arte. Le norme di prevenzione vigenti prescrivono la priorità dell adozione di misure di protezione collettiva come i parapetti, le reti di sicurezza, i ponteggi, rispetto a quelle individuali: L art. 148 del decreto 81/08 specifica che prima di procedere all esecuzione di lavori su lucernari, tetti, coperture e simili, fermo restando l obbligo di predisporre sistemi collettivi di protezione dei bordi, deve essere accertato che questi abbiano resistenza sufficiente per sostenere il peso degli operai e dei materiali di impiego. Dunque, la valutazione dei rischi deve essere fatta in modo completo e approfondito. In questi casi per una corretta valutazione dei rischi è opportuno verificare i seguenti punti: - tipologia e durata del lavoro da svolgere - tipo di copertura (piana, a falda, a shed, a volta ecc ) - altezza di caduta massima - carichi massimi di impatto di un corpo in fasce di scivolamento e caduta (carichi dinamici) - traiettoria di caduta di un corpo morto che rotola dalla copertura e probabile punto di impatto sul parapetto prefabbricato. LA NORMA UNI 11158:2015 SOSTITUISCE QUELLA DEL 2005 Specifica per le cadute dall alto la nuova norma UNI è stata pubblicata il 12 novembre 2015 ed estende il campo di applicazione della precedente versione del Il suo scopo principale spiega Luca Rossi, del dipartimento Innovazione tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici dell Inail - è quello di consentire la selezione e l uso dei sistemi di trattenuta, posizionamento sul lavoro, arresto e caduta. In particolare è stato introdotto un capitolo specifico sui requisiti, mentre gli altri capitoli sono stati semplicemente riorganizzati. La vecchia UNI 1158:2005, infatti, riguardava l individuazione e l uso dei dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall alto e non si applicava ai sistemi per il posizionamento sul lavoro e/o trattenuta, il cui utilizzo è invece previsto nella nuova versione. La norma è stata, poi, strutturata per interagire facilmente con la UNI ( Sistemi di ancoraggio permanenti in copertura Guida per l individuazione, la configurazione, l installazione, l uso e la manutenzione ), pubblicata nel novembre del Entrambe le norme saranno dunque spesso utilizzate contemporaneamente ed è quindi fondamentale che parlino la stessa lingua. Per questo motivo si trovano in entrambi i testi numerose definizioni comuni, con l obiettivo di renderne più comprensibili i contenuti. 5 l elmetto giallo SPECIALE CADUTE DALL ALTO

6 La scelta del guardacorpo è importante, ecco alcuni consigli per non sbagliare Le tipologie di montanti guardacorpo si contraddistinguono per il profilo e per il tipo di ancoraggio all edificio. I guardacorpo, infatti, possono essere ancorati ai bordi delle solette, alle falde di copertura o alle pareti, piuttosto che ad altri elementi dell edifico. Se da un lato questo tipo di parapetti provvisori prefabbricati si distingue per praticità e versatilità d impiego, dall altro il suo utilizzo per una buona fruizione in sicurezza richiede un accurata scelta del modello in relazione alle condizioni di stabilità e resistenza della struttura alla quale il parapetto deve essere ancorato. Non esiste infatti un modello universale che va bene per ogni situazione ma occorre saper scegliere in funzione della sicurezza e protezione per evitare il rischio di caduta dall alto. In questo senso si raccomanda professionalità ed esperienza alla persona che deve effettuare la scelta e l installazione dell attrezzatura. Per effettuare la giusta scelta un aiuto possono darlo le Linee Guida dell Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro (Ispsel) Linee guida per la scelta, l uso e la manutenzione dei sistemi collettivi di protezione dei bordi, parapetti provvisori, reti di protezione sistemi combinati del Nel caso di fissaggio a strutture esistenti, queste saranno elementi monolitici orizzontali o inclinati, oppure elementi piani orizzontali o inclinati. Il sistema di fissaggio dipenderà dai materiali che costituiscono la struttura di ancoraggio: elementi in cls prefabbricati o gettati in opera, elementi in acciaio o in legname. In particolare nella classificazione secondo i materiali costituenti la struttura di ancoraggio, questi vengono distinti in elementi in calcestruzzo armato che devono essere agganciati con ganascia, con piastra a perdere di tipo verticale o inclinata, universale a vite. Ci sono poi gli elementi strutturali in legno per i quali va utilizzato un tipo diverso di fissaggio: laterale o frontale. Per agire in sicurezza, verifica bene il supporto La verifica del supporto è importante per la sicurezza del guardacorpo. La scelta del parapetto provvisorio più adatto ad un determinato utilizzo non può prescindere dalla valutazione delle caratteristiche di resistenza della struttura di ancoraggio: questa deve essere in grado di resistere alle forze in gioco che vengono trasmesse dal parapetto stesso da parte del lavoratore in azione sul parapetto. Le Linee Guida Ispsel fanno riferimento ai materiali che costituiscono la struttura di ancoraggio relativamente a elementi in calcestruzzo prefabbricati o gettati in opera, elementi in acciaio o in legname, escludendo altri materiali quali strutture in muratura o laterocemento. Esistono però alcuni produttori di montanti a piastra fissa tassellata al supporto che consentono l utilizzo su solai in laterocemento. Se è giusto ritenere idonea una struttura in calcestruzzo armato in buone condizioni di conservazione, sorgono alcune perplessità quando si tratta di strutture in muratura o laterocemento, soprattutto se gli edifici sono vecchi. 6 l elmetto giallo Complessa è anche la valutazione delle strutture in legno, soggette a deformabilità e con resistenze meccaniche dovute a temperatura, umidità, specie del legname, inclinazione e fibratura. Per garantire la sicurezza si rende necessaria la verifica della struttura di ancoraggio in tutti i casi dubbi ovvero nei casi non contemplati nel libretto di istruzioni fornito dal produttore. Le modalità e i risultati di tale verifica costituiranno dichiarazione dello stato di conservazione e della resistenza del supporto di ancoraggio da riportare nei piani di sicurezza; in alternativa si rende necessaria una dichiarazione da parte di un tecnico abilitato che attraverso il calcolo, attesti che la struttura di ancoraggio consente al guardacorpo una adeguata protezione contro il rischio di caduta dall alto. Le informazioni pubblicate da pagine 4 a pagina 7 sono tratte dal Documento predisposto da Gruppo Interregionale Edilizia e licenziato dal Comitato Interregionale nella seduta del 29 novembre 2011 le indicazioni del costruttore Per montare il guardacorpo L'attrezzatura deve essere montata seguendo scrupolosamente le indicazioni contenute nel manuale di istruzioni fornito dal costruttore. Occorre che il libretto sia presente in cantiere e venga pedissequamente seguito nella fase di montaggio del guardacorpo. In particolare va verificato se nelle istruzioni siano previsti i limiti all uso dell attrezzatura. I contenuti del manuale oltre ad essere allegati al Pos, dovranno essere oggetto dell attività di informazione, formazione e addestramento del personale addetto al montaggio. Infine, in accordo con le istruzioni del fabbricante, i guardacorpo saranno oggetto di ispezione in particolari momenti quali: prima del montaggio e dopo lo smontaggio; durante l uso; periodicamente. Si tratta di azioni che consentono di attivare la manutenzione necessaria sull attrezzatura per prevenire il rischio. In tutti i casi in cui il parapetto abbia subito arresto di caduta, deve essere immediatamente ritirato dal servizio e sottoposto al controllo. SPECIALE CADUTE DALL ALTO

7 Le reti di sicurezza salvano la vita quando si sceglie di non allestire il ponteggio La casistica degli incidenti da imputare ad una scarsa valutazione della tenuta delle strutture di copertura, lastre di eternit o vetroresina, è piuttosto ampia e non scopriamo certo oggi le inadempienze che stanno all origine di questo fenomeno. Le reti di sicurezza non trovano ancora grande riscontro di impiego da parte delle imprese nelle bonifiche amianto delle coperture o nel rifacimento delle orditure secondarie dei tetti in legno delle costruzioni rurali, soprattutto per porticati, fienili, stalle e spazi per l allevamento. Se l allestimento di ponteggi per queste tipologie di lavoro è da ritenersi antieconomica, le reti di sicurezza costituiscono una risposta per la facilità di posa e per i limiti del loro utilizzo, si può affermare che le reti rappresentano una buona soluzione come dispositivo di protezione collettiva contro la caduta dall alto, ovvero nei lavori in quota. Le reti non sono sottoposte a marcatura CE specifica ma, in ogni caso, fanno riferimento in modo generico all art. 123 del D.Lgs. 81/08 e per la classificazione per Classe e Sistema alle norme UNI In breve la Classe distingue la larghezza della maglia e l energia assorbita (Classe A1, A2, B1, B2) e il Sistema indica la tipologia del supporto della rete e l impiego: orizzontale o verticale (Sistema S,T,U,V). Senza addentrarsi troppo specificatamente nelle loro caratteristiche si vuole richiamare l attenzione sui sistemi che Ecco come agire in sicurezza l efficacia di questa protezione collettiva, con ridotte ripercussioni sul lavoratore in caso di caduta. Ovviamente non devono essere utilizzate se lo spazio vuoto sottostante è limitato né di fronte al rischio di caduta di materiale che ne potrebbe causare un sicuro danneggiamento. Evidenziati opportunamente rispondono ai requisiti di sicurezza per le tipologie di lavoro soprarichiamate. Sistema S è la rete di sicurezza con fune sul bordo che incornicia e rinforza la zona perimetrale e alla quale vengono collegati i cavi di sollevamento e ancoraggio. Essa viene messa in opera in posizione orizzontale per proteggere da cadute una zona ampia dell area di lavoro generalmente interna alla struttura da proteggere. Le reti di sicurezza del Sistema S devono avere una superficie minima di 35 mq e lato corto non inferiore a 5 m. Il Sistema T è la rete di sicurezza attaccata a sbalzo, su telaio metallico di supporto, per utilizzo orizzontale, con un minor sviluppo superficiale rispetto al Sistema S, e si presenta come una mensola agganciata alla parete esterna del corpo di fabbrica. In riferimento invece alle possibili alternative di protezione da caduta dall alto, citiamo il Sistema U come rete di sicurezza attaccata a una intelaiatura di sostegno per utilizzo verticale. Essa può avere o non avere un telaio proprio, fornito dal costruttore, e viene vincolata e agganciata all intelaiatura di sostegno tramite idonea fune o cinghia. In ultimo il Sistema V è la rete di sicurezza con fune sul bordo attaccata a un sostegno a forca. E a installazione verticale e protegge da cadute sia laterali che verticali che si verificano da due piani. 7 l elmetto giallo SPECIALE CADUTE PER LE DALL ALTO IMPRESE

8 Conosci il tuo Rlst di Asle zona per zona L elenco dei nominativi con le informazioni utili TERRITORIO 1 Gaspari Monica monica.gaspari@asle.it COMUNI: Abbiategrasso, Arconate, Bernate Ticino, Bubbiano, Besate, Boffalora Sopra Ticino, Buscate, Busto Garolfo, Calvignano, Casorezzo, Castano Primo, Cassinetta di Lugagnano, Cuggiono, Dairago, Inveruno, Magenta, Magnano, Marcallo con Casone, Mesero, Morimondo, Motta Visconti, Nosate, Ossona, Azzero, Robecchetto con Induno, Robecco sul Naviglio, Rosate, Santo Stefano Ticino, Turbigo, Vanzaghello, Vernate, Villa Cortese. MILANO: zona 6 TERRITORIO 2 Morlacchi Rachele rachele.morlacchi@asle.it COMUNI: Albairate, Arluno, Bareggio, Binasco, Canegrate, Casarile, Cerro Maggiore, Cesano Boscone, Cisliano, Corbetta, Corsico, Cusago, Gaggiano, Gudo Visconti, Legnano, Nerviano, Noviglio, Parabiago, Pogliano Milanese, Pregnanza Milanese, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, San Vittore Olona, Sedriano, Trezzano sul Naviglio, Vanzago, Vermezzo, Vittuone, Zelo Surrigone, Zibido San Giacomo MILANO: zona 7 Samà Francesco francesco.sama@asle.it TERRITORIO 3 COMUNI: Arese, Baranzate, Bollate, Bovisio Masciago, Bresso, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Cesate, Cinisello Balsamo, Cormano, Cornaredo, Cusano Milanino, Desio, Garbagnate Milanese, Lainate, Limbiate, Muggiò, Nova Milanese, Novate Milanese, Paderno Dugnano, Pero, Rho, Senago, Settimo Milanese, Solaro, Varedo MILANO: zone 8, 9 Voch Luca luca.voch@asle.it TERRITORIO 4 COMUNI: Albiate, Arcore, Barlassina, Besana Brianza, Biassono, Briosco, Camparada, Carate Brianza, Carnate, Cogliate, Concorezzo, Correzzana, Giussano, Lazzate, Lentate sul Seveso, Lesmo, Lissone, Macherio, Meda, Misinto, Renate, Seregno, Seveso, Sovico, Subiate, Triuggio, Usmate Velate, Vedano al Lambro, Veduggio con Colzano, Verano Brianza, Villasanta, Vimercate MONZA Crotti Claudio claudio.crotti@asle.it TERRITORIO 9 COMUNI: Abbadia Cerreto, Bertonico, Borghetto Lodigiano, Brembio, Camairago, Casalpusterlengo, Caselle Landi, Castelnuovo Bocca d Adda, Castiglione d Adda, Cavacurta, Cavenago d Adda, Codogno, Cornegliano Laudese, Corno Giovine, Corno Vecchio, Corte Palasio, Crespiatica, Fombio, Graffignana, Guardamiglio, Livraga, Maccastorna, Mairago, Maleo, Massalengo, Meleti, Orio Litta, Ospedaletto Lodigiano, Ossago Lodigiano, Pieve Fissiraga, San Colombano al Lambro, San Fiorano, San Martino in Strada, San Rocco al Porto, Santo Stefano Lodigiano, Secugnago, Senna Lodigiana, Somaglia, Terranova dei Passerini, Turano Lodigiano, Villanova del Sillaro LODI TERRITORIO 5 Ielapi Mario mario.ielapi@asle.it COMUNI: Agrate Brianza, Aicurzio, Basiano, Bellinzago Lombardo, Bellusco, Bernareggio, Burago di Molgora, Busnago, Bussero, Cambiago, Caponago, Carugate, Cassina de Pecchi, Cavenago di Brianza, Gessate, Gorgonzola, Grezzago, Inzago, Masate, Mezzago, Ornago, Pessano con Bornago, Pozzo d Adda, Pozzuolo Martesana, Roncello, Ronco Briantino, Trezzano Rosa TERRITORIO 6 Brambilla Vittorio vittorio.brambilla@asle.it COMUNI: Brugherio, Cernusco sul Naviglio, Cologno Monzese, Pioltello, Segrate, Sesto San Giovanni, Vimodrone MILANO: zone 1, 2, 3 TERRITORIO 7 Marengo Giuseppe giuseppe.marengo@asle.it COMUNI: Colturano, Dresano, Liscate, Mediglia, Melegnano, Melzo, Pantigliate, Paullo, Peschiera Borromeo, Rodano, San Donato Milanese, San Giuliano Milanese, Settala, Tribiano, Truccazzano, Vignate, Vizzolo Pedrabissi MILANO: zona 4 Conte Agostino agostino.conte@asle.it TERRITORIO 8 COMUNI: Assago, Basiglio, Boffalora d Adda, Borgo San Giovanni, Buccinasco, Carpiano, Casaletto Lodigiano, Casalmaiocco, Caselle Lurani, Castiraga Vidardo, Cerro al Lambro, Cervignano d Adda, Comazzo, Galgagnano, Lacchiarella, Locate di Trivulzi, Lodi Vecchio, Marudo, Merlino, Montanaso Lombardo, Mulazzano, Opera, Pieve Emanuele, Sant Angelo Lodigiano, Rozzano, San Zenone al Lambro, Salerano sul Lambro, Sordio, Tavazzano con Villavesco, Valera Fratta, Zelo Buon Persico MILANO: zona 5 Asle-Rlst come contattarci official web site: Tel: Fax: info@asle.it L ALTRA COPERTINA

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