CORPO E SANGUE DEL SIGNORE GESÙ - 02 GIUGNO 2013

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1 CORPO E SANGUE DEL SIGNORE GESÙ - 02 GIUGNO 2013 Francesco da Ponte il Giovane, Moltiplicazione dei pani e dei pesci, , Hermitage, San Pietroburgo. Questa solennità ci ricorda che l'alleanza che Dio ha fatto con noi è una cosa concreta, che passa nella quotidianità simboleggiata dal pane e dal vino. Le letture di questa domenica, festa del Corpus Domini, ci fanno anche comprendere che la Chiesa nasce dall'eucaristia e nell'eucaristia, perché l'eucaristia è l'incontro tra l'amore di Cristo e l'umanità che diventa una cosa sola con Lui. In questo spirito di comunità si colloca il quadro di Francesco Ponte, figlio di Jacopo Bassano. In perfetto stile belliniano, il pittore in questa scena sceglie di non dare risalto alla figura di Gesù. Egli non è presente visivamente ma lo si può percepire nello spirito comunitario che caratterizza gli atteggiamenti di condivisione tra i personaggi qui rappresentati. Nonostante la luce sia poca si riesce a vedere come l Alleanza di Dio con l uomo, fattasi immagine nella persona di Gesù che si dona a noi, susciti solidarietà e fratellanza nelle persone che hanno ascoltato la sua Parola e visto la sua grandezza. L Eucaristia non è credibile se rimane un rito, il ricordo di un fatto successo duemila anni fa, ma deve trasformarsi in una "scuola di vita", in una proposta di amore che coinvolge tutta la nostra vita: deve renderci disponibili ad amare il prossimo, seguendo l'esempio che Gesù ci ha dato. Scelta dell immagine e commento di Sara Veronesi

2 LECTIO SUL VANGELO PREGHIERA Dio Padre buono, che ci raduni in festosa assemblea per celebrare il sacramento pasquale del Corpo e Sangue del tuo Figlio, donaci il tuo Spirito, perché nella partecipazione al sommo bene di tutta la Chiesa, la nostra vita diventi un continuo rendimento di grazie, espressione perfetta della lode che sale a te da tutto il creato. Lettura leggo per capire cosa dice il Signore Le ricchezze che riceviamo nell Eucaristia, ci sono donate non solo per noi stessi, ma per distribuirle generosamente a tutto il mondo e per aprirci così alla fraternità. Dal Vangelo secondo Luca (9,11-17) In quel tempo, 11 Gesù prese a parlare alle folle del regno di L iniziativa della folla C è un popolo numeroso che va verso il deserto per stare con Gesù che predica e guarisce. È l immagine di un nuovo esodo. L iniziativa dei discepoli È la soluzione di allontanare la folla nel momento del bisogno. Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. 12 Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». L iniziativa di Gesù Coinvolgere i discepoli nel saziare la necessità del cibo per la folla che lo aveva seguito I discepoli rivelano la loro incapacità e sono costretti ad uscire dalla loro logica di soluzioni disimpegnate. 13 Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14 C erano infatti circa cinquemila uomini. La soluzione avviene per mezzo di Gesù che suscita convivialità Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa».

3 I gesti di Gesù sono quelli di un padre di famiglia, ma il levare gli occhi al cielo riporta all origine di ogni bene per l uomo. Gesù ci riporta a L iniziativa di Dio Tutti possono mangiare. 15 Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16 Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17 Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. Meditazione cosa Dio dice a me Preghiera cosa io posso dire a Dio Condivisione comunico ai fratelli quello che il Signore mi ha fatto capire Azione cosa può cambiare per me PRIMA LETTURA Nell offerta del pane e del vino da pane di Me!chìsedek, re di Salem (Gerusalemme) e sacerdote del Dio altissimo, la Chiesa ha sempre visto come un lontano annuncio del banchetto dell Eucaristia. Dal libro della Genesi (14,18-20) In quei giorni, 18 Melchisedek, re di Salem, offri pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo 19 e benedisse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio

4 altissimo, creatore del cielo e della terra, 20 e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici». E (Abramo) diede a lui la decima di tutto. SALMO RESPONSORIALE (SaI 8,4-9) Tu sei sacerdote per sempre, Cristo Signore. Oracolo del Signore al mio signore: «Siedi alla mia destra finché io ponga i tuoi nemici a sgabello dei tuoi piedi». Lo scettro del tuo potere stende il Signore da Sion: domina in mezzo ai tuoi nemici A te il principato nel giorno della tua potenza tra santi splendori; dal seno dell aurora, come rugiada, io ti ho generato. Il Signore ha giurato e non si pente: «Tu sei sacerdote per sempre al modo di Melchìsedek». SECONDA LETTURA Composto prima dei Vangeli questo è il più antico racconto dell ultima Cena. Fin dall inizio, i cristiani si sono radunati per formare un popolo dove lo Spirito Santo rende presente il Risorto. Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Corlnzi (11,23-26)

5 Fratelli, 23 io ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24 e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me». 25 Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: «Questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me». 26 Ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga. SEQUENZA (introduzione al Vangelo) Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non dev essere gettato. Con i simboli è annunziato, in Isacco dato a morte, nell agnello della Pasqua, nella manna data ai padri. Buon pastore, vero pane, O Gesù, pietà di noi: nùtrici e difendici, portaci ai beni eterni nella terra dei viventi. Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terre, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi.

6 PREGHIERA "Voi stessi date loro da mangiare". Tu, Signore, sei un Dio che non fa calcoli, ma noi, ogni mattina, dobbiamo pensare a stringere i nostri acquisti perché c'è la crisi, ci sono tanti imprevisti, non si sa mai Ci sentiamo bravi perché noi una certa sicurezza ce la siamo guadagnata. Ci sentiamo in diritto perché quello che possediamo è "nostro", frutto del nostro lavoro e della nostra capacità e intraprendenza. Ma nella coscienza risuona quella voce: "Voi stessi date loro da mangiare". Signore, quello che possediamo non risolve i problemi del mondo, e la condivisione, presa con coerenza rischia di moltiplicare le povertà. Anche noi siamo come gli apostoli: abbiamo solo cinque pani e due pesci. Ma a te servono proprio quei cinque pani e due pesci. Serve che i discepoli donino tutto. Non importa quanto sia quel tutto, se tanto o poco, se prezioso o scadente.

7 È il tutto donato che fa miracoli. È il tutto delle cose superflue, il tutto del tempo, il tutto della gentilezza, il tutto dell'accoglienza, il tutto della pazienza, il tutto dell'attenzione Se nel mio poco tempo, trovo la possibilità di un saluto, di una telefonata, di una preghiera. Se delle mille cose, che non uso più, faccio un dono al povero vicino o lontano, allora si realizza il miracolo. Allora capisco che il "tutto" che tu, Signore, mi chiedi non è molto è soltanto cinque pani e due pesci. Il 25 maggio Papa Francesco parlando sul tema: "Ripensando la solidarietà per l impiego: le sfide del ventunesimo secolo ha detto: "L attuale crisi economica e sociale rende ancora più urgente questo "ripensare" la solidarietà (...) Quello della disoccupazione, della mancanza e della perdita del lavoro, è un fenomeno, che si sta allargando a macchia d olio in ampie zone dell occidente e che sta estendendo in modo preoccupante i confini della povertà. E non c è peggiore povertà materiale, mi preme sottolinearlo, di quella che non permette di guadagnarsi il pane e che priva della dignità del lavoro. Ormai questo "qualcosa che non funziona" non riguarda più soltanto il sud del mondo, ma l intero pianeta. Ecco allora l esigenza di 'ripensare la solidarietà non più come semplice assistenza nei confronti dei più poveri, ma come ripensamento globale di tutto il sistema, come ricerca di vie per riformarlo e correggerlo in modo coerente con i diritti fondamentali dell uomo, di tutti gli uomini. A questa parola "solidarietà", non ben vista dal mondo economico - come se fosse una parola cattiva -, bisogna ridare la sua meritata cittadinanza sociale. "La crisi attuale non è solo economica e finanziaria - ha sottolineato infine il Pontefice - ma affonda le radici in una crisi etica e antropologica. Seguire gli idoli del potere, del profitto, del denaro, al di sopra del valore della persona umana, è diventato norma fondamentale di funzionamento e criterio decisivo di organizzazione. Ci si è dimenticati e ci si dimentica tuttora che al di sopra degli affari, della logica e dei parametri di mercato, c è l essere umano e c è qualcosa che è dovuto all uomo in quanto uomo, in virtù della sua dignità profonda: offrirgli la possibilità di vivere dignitosamente e di partecipare attivamente al bene comune.