NOTIZIARIO GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" CECINA (LI)

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1 NOTIZIARIO GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" CECINA (LI) Ingresso della miniera di Magnesite di Campolecciano (Li) Anno 3 - n 9 (Luglio/Settembre 2006) II Edizione

2 Gruppo Mineralogico "AUSER" SOMMARIO Articoli: Ghilli Giuliano Pistoia Piero G.AUSER-Cecina Anno 3 N 9 Notiziario trimestrale a cura del Gruppo Mineralogico "AUSER" di Cecina (Li) Capitolo Pag. Luglio/Settembre 2006 La miniera di Manganese Canneto (Pi) 1 I Mammellonati di Montebuono - Volterra - Sintesi - 4 Per ricevere i numeri del Notiziario e per inviare eventuali articoli scrivere a : Attività del Gruppo 7 Manifestazioni 8 Curiosità Mineralogiche 9 Scala di Mohs 10 GRUPPO MINERALOGICO "AUSER" Casella Postale, Cecina (Li) tel. 0586/ fax 0586/ Si ringraziano per la collaborazione: Tutti i Soci del G. M. "AUSER" e chiunque voglia darci una mano alla pubblicazione del Notiziario Foto copertina: Mammellonato nel "Rio di Montebuono" (Stampato in proprio) Foto: Piero Pistoia

3 La miniera di Manganese Canneto (Pi) A differenza della maggior parte delle miniere che si trovano nel Volterrano e nelle sue vicinanze, che sono state oggetto di ricerca e di coltivazione fin da epoche remote per l'estrazione di Rame, Argento, Zolfo, Salgemma, Vetriolo (azzurro: solfato di Rame; bianco: solfato di Zinco) e Allume (solfato doppio di Alluminio e Potassio), lo sfruttameno dei depositi manganesiferi di quest'area della Toscana data tempi abbastanza recenti ma, anche se la sua storia è stata scritta solo per pochi anni, ha lasciato sul terreno tracce e testimonianze di un certo rilievo ed interesse. Tra queste assume rilevanza la miniera di Manganese di Canneto: miniera molto ricca di questo minerale, grigio o nero con lucentezza quasi metallica, con filoni della potenza variabile da 30 cm. fino a 2,5 metri. Purtroppo, come accade nella maggioranza dei depositi toscani, il minerale si trovava compreso in formazioni rocciose di Radiolariti e Diaspri, che ne rendevano molto difficoltosa l'estrazione e la separazione. La miniera, di proprietà della ditta Lamberti di Cecina, si trova a circa 1 km. ad est del borgo di Canneto, nel Comune di Monteverdi M.mo, in Provincia di Pisa, sul versante occidentale dell'omonimo monte che sovrasta il paese, ad una altitudine compresa tra i 350 e i 500 metri s.l.m. Le rosee previsioni di guadagno date dalla ricchezza del minerale subirono però un brusco raffreddamento, come già segnalato, a causa delle ingenti spese derivate dai lavori di arricchimento necessari per la separazione dai diaspri. Per questo e per i ribassi di mercato, che il minerale subì negli anni del conflitto (1942) determinando forti perdite alla Società, nel 1943 la miniera venne chiusa anche se di minerale era ancora presente in abbondanza: a differenza di tante altre chiuse per mancanza di minerale o per esaurimento dei filoni. Nei cumuli di deposito lasciati presso gli impianti era possibile trovare, almeno sino agli anni '70, splendidi campioni di Manganite, lucentissima, con cristallini millimetrici veramente pregevoli. Al momento si potrebbero trovare ancora dei campioni ma la folta vegetazione che avvolge gli impianti e ricopre le discariche rende molto difficile e problemtica la ricerca per la quale il periodo migliore sarebbero i mesi invernali se non fosse per la caccia agli ungulati, in particolare al cinghiale, che la rende estremamente pericolosa se non si rispettano i calendari venatori. Peraltro anche il periodo primaverile ed estivo non è immune da pericoli e cattivi incontri per la presenza di grosse vipere che trovano, in queste aree di ruderi ricoperti dalla vegetazione, il loro habitat ideale. Oltre a quella di Canneto, la Provincia di Pisa annovera altre miniere di Manganite quali quella, A), di Poggio al Quattrino presso Micciano di Pomarance e l'altra, B), limitrofa all'abitato di Montecastelli Pisano. Queste ultime non presentavano che dei piccoli filoncelli mineralizzati, non economicamente sfruttabili, per cui vennero ben presto chiuse. 1 2

4 Manganite Ossido basico di Manganese MnO(OH) Cristallizza nel sistema monoclino, classe prismatica Si presenta in aggregati cristallini formati da tozzi cristalli prismatici fragili. Colore: grigio acciaio, nero ferro. Dalla alterazione della Manganite si formano: Pirolusite, Psilomelano, Braunite, Hausmannite. L'ambiente di formazione è rappresentato da depositi sedimentari diagenizzati interessati da termalismo. I Mammellonati di Montebuono - Volterra (Pi) - Sintesi - Nel lungo articolo (10 pagine) di prossima pubblicazione a nome mio e del collega Giacomo Pettorali, geologo, si parla di strani oggetti fossiliferi costituiti da un'arenaria conglomerata poligenica (a elementi di rocce diverse e di diverse dimensioni) a cemento calcareo-argilloso, variamente "lavorati" dalla natura nelle tre dimensioni spaziali, a globi più o meno sferici (vedere foto), tanto da dare forma ad una figura volumica gradevole ed emotiva alla vista pensabile, in generale, ad un agglomerato tridimensionale ricavato, a grandi linee, dalla fusione di singole sfere più o meno grosse. Nella letteratura non risultano riferimenti specifici a questi oggetti che abbiamo chiamato "mammellonati". Si ha notizia della loro presenza in brevi segmenti di alcuni corsi d'acqua della Val di Cecina quali lo "Zambriolo", il "Cecina", il "Possera", ed altri.. Nel nostro lavoro abbiamo preso in considerazione e studiato solo quelli presenti nel Cecina nei dintorni delle Macie. Il loro apparire improvviso nel letto del fiume alla confluenza col botro che scende da Montebuono e la loro presenza per pochi chilometri a valle esclude definitivamente l'ipotesi di una loro costruzione all'interno della fluidodinamica del fiume Cecina. La stessa cosa può dirsi del botro di Montebuono non più lungo di 1000 mt. e raramente gonfio di acqua. Rimane l'ipotesi che essi, così come sono, devono essere stati inclusi, già pronti, in qualche formazione del bacino imbrifero del botro. In effetti, da controlli ripetuti nella zona alta del bacino, abbiamo individuato un litotipo costituito, in parole povere, da un complesso di arenarie grossolane fossilifere contenente i nostri sassi in studio. L'età e l'ambiente di sedimentazione di questo litotipo sono quelli della formazione in cui si trova incluso, cioè nella Formazione di Serrazzano, datata Pliocene inferiore e di mare profondo ( mt.). Manganite in cristalli fino a 2 mm. (Foto Marchi C. coll. Ghilli G.) 3 4

5 Questo litotipo non è riportato nemmeno dalle nuove mappe geologiche in scala 1: della Provincia di Pisa per la zona di Mazzolla (scaricabili da Internet). Dopo lunghe argomentazioni concludiamo che delle sei ipotesi proposte le due più plausibili sono le seguenti: 1 - Durante una regressione marina di circa 4 milioni di anni fa, mitici fiumi "fossili" sempre più impetuosi, per il sollevamento del territorio, da spostare sassi di quella mole (circa Kg. in media) che venivano trascinati verso il mare, lavorandoli nei vortici, fino ad abbandonarli vicino alla costa situata qualche chilometro più a sud di Montebuono. Contemporaneamente, le correnti di costa stavano elaborando il materiale che li avrebbe inglobati (piccoli ciottoli e fossili marini frammentati). Dal litorale i mammellonati e l'altro materiale lavorato sulla costa, per scivolamenti gravitativi provocati dall'instabilità del territorio, rimasero inglobati, più a largo proprio a Montebuono dove allora c'era un mare profondo, in un miniconglomerato che ancora oggi si trova qui. 2 - Si immagina che essi siano l'opera di un attacco chimico-fisico dopo diagenesi differenziata (trasformazione in roccia più o meno permeabile) all'interno di un miniconglomerato arenaceo organogeno depositato a Montebuono 3-4 milioni di anni fa in zona lontana dalla costa a causa di scivolamenti gravitativi. Un'azione erosiva interna nelle tre direzioni dello spazio attraverso una pellicola umida avvolgente con gas aggressivi magari sotto pressione, appoggiata ad una struttura complessa tridimensionale più compatta (favorita dalla diagenesi) deve tener conto dell'economia nel processo energetico. Senza entrare qui nel merito (per cui si rimanda alla pubblicazione dell'articolo originale) tale azione di un fluido attivo sotto gravità, a partire anche dalla faccia superiore di ogni strato, tenderà a conformare oggetti rotondeggianti per quanto permesso dalle tensioni interne casualmente distribuite nella zona in considerazione, funzioni dell'azione diagenetica subita. Mammellonato di Montebuono (Foto Piero Pistoia) Con successivi approfondimenti sull'argomento cercheremo di precisare più dettagliatamente i problemi ancora aperti. 5 6

6 Attività del Gruppo Manifestazioni Dal 2 al 6 Agosto si è svolta la 12^ Festa del Volontariato in località "Cecinella" a Marina di Cecina. Il nostro Gruppo era presente con una piccola esposizione mineralogica molto apprezzata dai numerosi visitatori i quali, rimasti colpiti dalla bellezza, dai colori e dalle forme dei campioni esposti, hanno elogiato la nostra professionalità e disponibilità nel rispondere alle numerosissime domande, confermando ancora una volta la validità dell'iniziativa, stimoli ideali per proseguire la strada intrapresa. Massa M^ (Gr) 23 luglio 2006 B/S Valledoria (Ss) Agosto 2006 B/S Info Mario Carta tel Agordo (Bl) 13 agosto 2006 B/S Info Dino Preloran tel Pescara Settembre 2006 B/S Info Nicola Cosanni tel Domodossola (Vb) 24 Settembre 2006 B/S Info Alberto Agnesina tel Foto Autori 7 8

7 Curiosità Mineralogiche iche Scala di Mohs Rame Il rame si trova quasi sempre sotto forma di minerali e molto più raramente allo stato nativo sotto forma di pepite. Le principali miniere sono situate lungo la Cordigliera delle Ande e le Montagne Rocciose: i principali paesi produttori sono il Cile, il Perù, gli Stati Uniti, l'indonesia e l'australia; altre importanti miniere si trovano in Zambia, Canada, Paesi della ex Unione Sovietica, Polonia e Finlandia. Alcune tra le principali miniere sono a cielo aperto. La produzione mondiale nel 2005 è stata di 14,88 milioni di tonn. Nel 2005 l'italia ha prodotto 627,700 t. di semilavorati in rame e 648,100 t. di semilavorati in leghe di rame: la stragrande maggioranza delle quali in Ottone (lega di Rame e Zinco). 1 Talco Scalfibile con l'unghia 2 Gesso Scalfibile con l'unghia 3 Calcite Scalfibile con una monete di rame 4 Fluorite Scalfibile con un coltello 5 Apatite Scalfibile con un coltello 6 Ortoclasio Scalfibile con una lima d'acciaio 7 Quarzo Scalfisce il vetro 8 Topazio Scalfisce facilmente il quarzo 9 Corindone Scalfisce facilmente il topazio 10 Diamante Non è scalfibile All'inizio del secolo scorso, il mineralogista viennese Friedrich Mohs mise a punto una scala delle durezze (detta appunto Scala di Mohs) da uno a 10 usata ancora oggi tra i collezionisti. Ognuno dei minerali di riferimento citati scalfisce quello di durezza inferiore e viene a sua volta scalfito da quello di durezza superiore. I minerali aventi durezza 1-2 sono considerati teneri, quelli con durezza da 3 a 6 sono mediamente duri e quelli che superano 6 sono ritenuti duri. Nel caso di minerali con durezza tra 8 e 10 si parla di gemme preziose, in quanto molte gemme, hanno una durezza compresa in quest'ambito. Miniera di rame a cielo aperto di El Chino nel Nuovo Messico 9 10