Guida al bilanciamento del bianco: Nikon e Canon a confronto

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1 Test Guida al bilanciamento del bianco: Nikon e Canon a confronto La scelta del corretto bilanciamento del bianco è molto importante in quanto un errato WB può compromettere i risultati. In questo articolo affrontiamo in modo esteso le varie tecniche e confrontiamo il comportamento di Nikon D300s e Canon Eos 7D. 16 PC PHOTO Il bianco è il risultato della presenza, all interno del segnale luminoso che fotografiamo, di tutte le componenti dello spettro della luce. In pratica è la somma di tutti i colori percepibili dall occhio umano. Il nostro sistema visivo è particolarmente evoluto e quando ci sono piccole differenze cromatiche all interno dell ambiente in cui ci troviamo, le riequilibra autonomamente, facendo apparire come neutri anche soggetti illuminati da una sorgente priva di una qualche componente dello spettro. Insomma un foglio di carta bianco noi lo percepiamo come tale sia al sole, sia in casa sotto la luce di una lampadina, ed anche all ombra di un edificio. Questo è possibile in quanto sappiamo che il foglio è bianco ed il nostro cervello gestisce l informazione; inutile dire che questi meccanismi mancano del tutto alle attrezzature fotografiche, da cui nasce il problema del bilanciamento del bianco. Il colore della luce White Balance si traduce in Bilanciamento del Bianco. Il termine è ereditato dal mondo del video, dato che le videocamere di diverse generazioni fa disponevano di sistemi di bilanciamento cromatico per permettere le riprese in tutte le condizioni di illuminazione; il segnale in uscita dal sensore elettronico presente all interno delle videocamere di qualche decennio addietro (la fotografia digitale era di là da venire) poteva essere corretto nei canali cromatici per migliorare la resa dei colori. Anche con la pellicola fotografica si faceva il bilanciamento del bianco, ma in maniera diversa: si usavano i filtri di conversione; inoltre si poteva scegliere a priori una pellicola destinata all illuminazione solare (più fredda) o a quella tungsteno (più calda), pellicole caratterizzate da una differente sensibilità alle diverse lunghezze d onda della luce.

2 I riferimenti cromatici e di bianco utilizzati per la prova sono Gretag-Macbeth; sono comunque utili anche per il normale lavoro in studio. Le macchine in prova: Canon Eos 7D e la Nikon D300s. Una classica scala di riferimento che descrive come varia la temperatura di colore della luce. In generale comunque, oggi come ieri, le questioni relative al bilanciamento del bianco sono due: la misurazione della luce in termini di colore e l applicazione di un filtraggio che compensi le dominanti cromatiche. Rispetto al passato, nella fotografia digitale è assai più semplice la verifica cromatica dei risultati potendo rivedere subito l immagine sul display, oltre a disporre di un istogramma RGB ormai offerto da tutti i corpi professionali. Se poi si considerano gli strumenti di bilanciamento del bianco a disposizione, tutte le macchine offrono un automatismo e dei pre-set, mentre il formato Raw permette di rimandare il bilanciamento alla fase di post-produzione. Per i più tecnici possiamo ricordare che il colore della sorgente luminosa si misura in gradi Kelvin, e che i valori più bassi corrispondono a luci calde, mentre i valori più elevati indicano le illuminazioni più fredde. Si parla infatti di Temperatura di Colore. Quelli che chiamiamo pre-set non sono altro che impostazioni prestabilite per determinate temperature di colore, e sono identificate da nomi più facilmente riconoscibili come Sole, Ombra, Tungsteno. Alla ricerca del bilanciamento corretto Oggi il bilanciamento del bianco si effettua usando i comandi presenti sul corpo macchina o, nei modelli più semplici, da menu. Oltre alla regolazione automatica effettuata dall elettronica della macchina, di cui vedremo a breve gli svantaggi, ci sono metodi certamente migliori come la scelta dei pre-set o la misura diretta della luce su un campione neutro posto all interno della scena da riprendere. Anche di questo parleremo a breve, per ora sottolineiamo un punto importante della questione; la regolazione del bianco non è altro che una modifica dei valori numerici dell immagine digitale e questo, secondo quanto l informatica ci insegna, produce una perdita dell informazione originale. Sempre. Per questo motivo è preferibile eseguire la correzione sola, una volta per tutte e bene, piuttosto che tornare sui nostri passi più volte a causa di regolazioni errate. C è di più: un bilanciamento del bianco corretto non sempre coincide con la migliore estetica dell immagine e potrebbe non corrispondere all idea che abbiamo del soggetto. Ad esempio, un immagine fotografica di genere food o di ritratto potrebbe richiedere un settaggio del bianco più caldo per non ritrovarsi con un bianco ospedaliero, decisamente poco adatto alla rappresentazione emozionale che vorremmo. Oppure il fotografo potreb- PC PHOTO 17

3 Luce tungsteno Per la prima prova in luce tungsteno abbiamo utilizzato, per ciascun corpo macchina, il bilanciamento automatico, il pre-set per luce ad incandescenza e quelle per la luce solare. In Automatico entrambe le reflex forniscono risultati cromaticamente poco neutri, con una dominante chiaramente rossastra per Canon ed una chiaramente gialla per Nikon. Impostando il pre-set per luce artificiale i risultati sono certamente migliori: Canon è appena più calda di Nikon, che neutralizza maggiormente. Con il pre-set per luce solare i risultati confermano la tendenza verso il rosso per la Canon e verso il giallo per la Nikon. 18 PC PHOTO be volere rappresentare un interno illuminato da lampadine al tungsteno così come ci appare nella realtà e non ripulito della sua tonalità calda. Posso garantire che la ripresa di una tale scena in bianco glaciale apparirebbe assai più dissonante rispetto a un fotogramma caldo poco corretto. Insomma, il WB agisce sul colore, e questo è soggettivamente modificabile. Riguardo ai metodi di intervento sull immagine, questi dipendono dal formato scelto per la ripresa, Jpeg o Raw; il primo è simile alla diapositiva analogica in quanto le correzioni sono irreversibili e i valori cromatici, la nitidezza, il contrasto e la saturazione devono essere stabiliti prima dello scatto. Scegliendo il formato Raw è invece possibile intervenire in post-produzione su questi parametri, ottimizzando così l informazione scaturita dallo scatto; potremmo dire che lavorare in Raw è come scattare su pellicola negativa con il convertitore Raw nelle vesti dello sviluppo. Poi Photoshop permette di intervenire come in camera oscura con l ingranditore. Se è quindi vero che le possibilità di intervento sulla cromia dell immagine ci sono, è comunque fondamentale capire e sapere come lavora la propria macchina. E il motivo per cui abbiamo progettato questo articolo-test che ci permette di eseguire una serie di prove e formulare una serie di considerazioni. Canon Eos 7D e Nikon D300s Abbiamo preso una Canon Eos 7D ed una Nikon D300s ed abbiamo effettuato alcune semplici riprese a soggetti tutto sommato comuni, inserendo una scala cromatica Gretag-Macbeth per verificare come le due fotocamere rispondono al variare del tipo di illuminazione, un illuminazione sempre di tipo convenzionale. Il nostro scopo non è tanto quello di stabilire quale delle due si comporti meglio, in fondo sono valutazioni essenzialmente soggettive, ma comprendere quale sia l approccio dei due costruttori perché da qui il fotografo può dedurre come effettuare le proprie impostazioni. Gli scatti sono stati realizzati in luce a incandescenza (tungsteno), in luce solare e in ombra. Le impostazioni che abbiamo sottoposto a prova sono il bi-

4 Misurazione manuale Usando la misurazione del bianco manuale su riferimento neutro i risultati sfiorano la perfezione, con entrambe le macchine. Si può vedere il confronto con il bilanciamento automatico, in alto. lanciamento del bianco automatico, la misurazione del bianco manuale su un riferimento neutro e il comportamento dei pre-set. I pre-set Tutte le reflex oggi presenti sugli scaffali dei negozi, così come la maggior parte delle compatte, dispongono di una serie di regolazioni predefinite, chiamate generalmente pre-set. I più comuni sono quelli per la luce solare piena, per l ombra, per il cielo nuvoloso, per il tungsteno (lampade a incandescenza), per la luce fluorescente (neon) e per l illuminazione flash. Tali regolazioni sono normalmente più che sufficienti a soddisfare ogni genere di scatto, a meno di non trovarsi in una situazione di luce mista; qui occorre fare delle considerazioni. Infatti nel caso in cui all interno sulla scena siano presenti soggetti illuminati da differenti fonti di illuminazione si dovrà operare una scelta favorendo una o l altra sorgente. Un esempio? Un caso classico è quello di un interno illuminato in parte da una luce tungsteno ed in parte da luce neon; oppure un interno al tungsteno con vista sull esterno illuminato da luce solare. In questi casi dare la priorità ad un tipo di illuminazione vuole dire rinunciare alla calibrazione dell altro. D altra parte in tali situazioni non possiamo fare nulla se non adeguarci, a meno di non eseguire più di uno scatto, filtrandoli in modo differente, per poi fonderli in fase di elaborazione scegliendo le parti buone dei due fotogrammi. Scattando in Raw è ovviamente più semplice realizzare questo tipo di intervento in quanto la conversione consente di ottenere dal medesimo scatto Raw due versioni identiche dell immagine ma cromaticamente diverse. Personalmente però ritengo che, a meno di esigenze particolari, convenga scegliere il soggetto a cui dare la priorità e su questo misurare il bilanciamento del bianco, lasciando l altro, o gli altri, al loro naturale destino, ovvero accettare la presenza di dominanti relative alle illuminazioni secondarie. Una seconda riflessione riguarda il grado di perfezione del bilanciamento del bianco. Pensare di eseguire un WB perfetto tramite i pre-set è cosa vana: l illuminazione solare varia sensibilmente durante la giornata, così come quella artificiale in base alla potenza delle lampade usate. Anche gli oggetti attorno al soggetto principale contribuiscono a modificare la luce sulla scena. E teniamo presente che la tonalità della luce solare è parte integrante della ripresa a colori: un tramonto ed un alba sono per definizione momenti cromaticamente non neutri. Lo stesso vale quando si vuole conservare il calore della luce a incandescenza o delle candele: a volte la dominante ha una sua ragion d essere. Proprio per questo, soprattutto quando si scatta in Jpeg, formato con cui la perdita di informazioni durante il fotoritocco è assai maggiore rispetto al Raw, vale la pena riflettere al momento di scegliere il tipo di bilanciamento del bianco e cercare di avvicinarsi il più possibile a quella che riteniamo sia la cromia che desideriamo ottenere per la PC PHOTO 19

5 Luce solare In luce solare la Canon Eos 7D fornisce ottimi risultati tanto in automatismo quanto con il pre-set Sole, che comunque preferisco. nostra immagine. Da qui potremmo allargare il discorso anche alle impostazioni del filtro di riduzione rumore, della nitidezza, della saturazione e del contrasto. Il Jpeg è quindi più laborioso da regolare rispetto al Raw, proprio perché sbagliare la scelta dei parametri vuole dire complicarsi la vita in post-produzione. Ecco dunque perché la regolazione del bianco ha particolare importanza; se la perfezione è irrealizzabile, avvicinarvisi è un dovere. 20 PC PHOTO Suggerimenti per lavorare in esterni e in studio Nella pratica amatoriale credo di non avere mai utilizzato altri metodi di bilanciamento del bianco se non i pre-set Sole, Nuvolo e Tungsteno, affidando poi le correzioni e gli affinamenti alla fase di fotoritocco. Che però in questi casi è necessaria. Ovvero: vogliamo risparmiare tempo in ripresa? Bene, ma lo dovremo poi dedicare alla fase di post-produzione. Anche usando il Jpeg mi sono sempre trovato bene con questo metodo, posto che l illuminazione ambiente non fosse eccessivamente squilibrata. E anche ovvio che nei casi estremi ho sempre accettato la presenza di una certa dominante, in particolare negli scatti eseguiti chiaramente in ombra o alla luce di lampadine. L importante è sapersi regolare con un minimo di buon senso. Un altra tecnica che uso in esterni quando gli scatti iniziano ad essere tanti e la situazione di luce non del tutto prevedibile è quella di regolare il bianco sul pre-set più sensato (Sole nelle giornate tutto sommato serene, Nuvolo se il cielo è coperto) e tenere il bilanciamento scelto anche se si verifica qualche variazione delle condizioni di luce (lieve), accettando fotogrammi stonati che verranno poi corretti ma partendo da un unico pre-set. Sarà così possibile applicare correzioni comuni e progressive a serie di immagini riprese in condizioni simili. Usando i flash in studio il metodo di lavoro varia leggermente. Per il tipo di scatti che realizzo di solito non occorre un bilanciamento perfetto, dato che la successiva fase di elaborazione è talmente predominante sulla ripresa che la portata delle correzioni cromatiche è minima rispetto al resto del lavoro. Trovo comunque pratico usare un riferimento neutro in modo da avvicinarsi, come si diceva, al bianco ottimale. La misurazione manuale La tecnica della misurazione manuale del bianco varia da produttore a produttore, ed anche da modello a modello, ma in generale la metodologia è comune: si tratta di eseguire uno scatto ad un cartoncino grigio dal quale la fotocamera trae le informazioni necessarie a regolare il colore RGB in modo da restituirlo grigio all interno dello scatto finale. Una volta eseguita questa regolazione, la fotocamera mantiene l impostazione in memoria per tutte le riprese successive; è ovvio che una variazione delle condizioni di illuminazione (anche il riscaldamento della lampada dopo un certo tempo di impiego) richiede una nuova lettura del cartoncino grigio. Questo vale in interni, ma anche in

6 Luce solare Anche la Nikon D300s si comporta in modo ineccepibile in luce solare, tanto in automatismo quanto con il pre-set dedicato. Come sempre all automatismo io preferisco il pre-set. esterni, per cui dopo un po di tempo dalla prima misurazione conviene rifarla per verificarne la corrispondenza. Una particolare attenzione merita la scelta del riferimento neutro. Posto che alcune fotocamere prediligono il bianco ed altre il grigio (ma questo aspetto in fin dei conti lo regoliamo noi sovra-esponendo o sotto-esponendo il medesimo target), è importante che tale riferimento sia realmente neutro. Non giallino, non verdino: grigio! Si consideri che con il passare del tempo ogni cosa sul nostro pianeta subisce una modifica del proprio aspetto. Questo vuole dire che il cartoncino grigio medio Kodak 18% che abbiamo comprato 20 anni fa difficilmente darà risultati attendibili. Allo stesso modo, attenzione ad utilizzare un foglio di carta bianca per fotocopiatrice dato che potrebbe avere un intonazione leggermente calda o fredda, con conseguenze sulla nostra misurazione. Inoltre la superficie del target dovrebbe riflettere il meno possibile l ambiente circostante per evitare di apparire fredda se rivolta al cielo, o calda se ruotata verso la pelle del soggetto. Ovviamente a meno di non cercare proprio questo tipo di staratura. E sempre a proposito del riferimento neutro, siamo certi di volere un bianco-bianco? Lo abbiamo già detto: un bilanciamento assoluto trasforma la luce del tramonto in una tonalità fredda. Riflettete quindi prima di scattare. E ricordate che i riferimenti neutri vanno sostituiti nel tempo, nonostante il loro costo non sia proprio irrisorio; anche per questo conviene conservarli al buio in un ambiente secco. Il bilanciamento manuale su Canon e Nikon Quello che differenzia le due reflex è in primo luogo la modalità di misurazione manuale del WB. Sulla Canon basta impostare il WB personalizzato, accedere ai menu e scegliere, tra gli scatti effettuati, quello che vogliamo usare come riferimento. Sulla Nikon il procedimento è sostanzialmente il medesimo, ma occorre predisporre sulla reflex la modalità di acquisizione dello scatto dedicato alla gestione del WB. Per fare questo occorre impostare il WB manuale, tenere premuto il pulsante WB per qualche secondo, attendere che la macchina si ponga in modalità di cattura e quindi scattare al riferimento neutro. A questo punto la macchina ci informa, tramite il display superiore, se lo scatto è andato a buon fine (soprattutto in termini di esposizione) e salva il fotogramma non come una comune immagine, bensì all interno di un database di fotogrammi richiamabili dall interfaccia di gestione del WB personale. Il vantaggio della Canon sta dunque nella immediatezza del procedimento, quello della Nikon nella verifica attenta della validità della cattura. In entrambi i casi il risultato è impeccabile. Gli altri metodi di WB Lasciando da parte il Bracketing sul WB (esposizioni a forcella con differenti tarature) e la staratura del WB nelle tonalità magenta-verde (utile per i neon) e giallo-blu, che sono più PC PHOTO 21

7 che altro dei metodi approssimativi per risparmiare tempo, esaminiamo il sistema automatico della fotocamera e la selezione della temperatura colore in termini di gradi Kelvin. La scelta di un determinato valore Kelvin permette di supplire alla mancanza di pre-set intermedi tra quelli messi a disposizione. I gradi Kelvin selezionabili vanno in genere dai 2400 ai 9300 K, coprendo praticamente tutte le situazioni di scatto con la possibilità di scegliere valori intermedi a passi di 50 K o 100 K. Conoscendo approssimativamente la temperatura delle situazioni più comuni in cui potremo imbatterci è possibile dunque affinare la scelta del corretto bilanciamento. In studio tale pratica è assai utile per fare fronte all invecchiamento delle lampade, o a compensare il riscaldamento dell emissione che si verifica con il passare delle ore di utilizzo. Sia in studio sia in esterni, il metodo dei gradi Kelvin è utile anche per realizzare scatti leggermente più caldi o più freddi, con una regolazione capace di supplire al fatto che un bianco ghiaccio non è sempre auspicabile. E veniamo all automatismo della regolazione del bianco, una manna dal cielo per chi inizia, ma una dannazione di chi ne sa appena di più. Partiamo dal presupposto che il bianco regolato automaticamente dalla fotocamera sia un bianco effettivamente corretto. Questo vuole dire leggermente caldo per la luce solare con cielo sereno, neutro per ombra e nuvolo, abbastanza neutro ma senza esagerare per il tungsteno e più neutro nel caso di impiego della luce flash, che notoriamente è più fredda della luce del sole. E comunque un fatto che il contenuto dell immagine condiziona la lettura del bianco; la fotocamera infatti non ha altri sistemi di misurazione se non valutare i valori RGB che, sulla base del fotogramma catturato, consentano la migliore neutralizzazione dei canali Rosso, Verde e Blu. La fotocamera ragiona poi anche sulla base dei punti di luce presenti nella scena, andando a vedere che tipo di dominante si verifica laddove ci siano le maggiori probabilità di avere nell inquadratura una traccia della luce. Lasciando stare i calcoli che il processore della macchina deve fare (c è di mezzo anche una raccolta di dati campione), è un dato di fatto che soggetti di colore differente portano a regolazioni differenti, anche sotto la medesima illuminazione. Questo è assolutamente inaccettabile Ombra Nella ripresa in ombra la resa della Canon in automatismo è appena più fredda rispetto al pre-set dedicato. per il fotografo che deve fornire una serie di immagini omogenee; che questi fotogrammi siano mediamente corretti non ha alcun valore se occorre che le immagini siano omogenee, tutte starate di una stessa misura rispetto al valore WB corretto. Scegliendo invece un pre-set fisso, abbastanza corretto, anche se non perfetto, è possibile correggere tutte le immagini in modo estremamente rapido ed automatico in fase di ritocco. L automatismo dunque va bene, ma solo quando per la serie di immagini non è richiesta una coerenza. Detto ciò, l automatismo è relativamente comodo da utilizzare. E comodo soprattutto quando permette di raggiungere quella approssimazione che nel Jpeg ci consente di sbagliare di poco, limitando la perdita informativa, dato che sbagliare di tanto è pericoloso. Proprio nell automatismo quindi, oltre che nei pre-set, siamo andati a vedere come si comportano le nostre reflex in prova. I parametri disponibili sulle macchine in prova Canon Eos 7D WB automatico Pre-set Luce diurna Pre-set Ombra Pre-set Nuvoloso Pre-set Tungsteno Pre-set Luce fluorescente bianca Pre-set Flash Impostazione Personalizzata Impostazione temperatura colore (da 22 PC PHOTO

8 2.500 a K) Vi sono poi Bracketing e Staratura. Nikon D300s WB automatico Pre-set Incandescenza Pre-set Fluorescenza (7 opzioni) Pre-set Sole diretto Pre-set Flash Pre-set Nuvoloso Pre-set Ombra Misurazione manuale (5 valori) Impostazione della temperatura di colore (da a K) Vi sono poi Bracketing e Staratura fine. In pratica le opzioni sono le stesse per entrambi i corpi macchina. Ed entrambi dedicano un pulsante alla selezione del WB. Set con luce a incandescenza: automatismo e pre-set Abbiamo iniziato con il saggiare Canon e Nikon su una ripresa in luce ad incandescenza, usando le lampade pilota presenti all interno dei bank da studio che usiamo normalmente in redazione. La temperatura colore di tali lampade può variare di molto in base alla potenza della regolazione; per questa prova abbiamo impostato le lampade al massimo della loro potenza, tenendo presente che l illuminazione risulta più calda rispetto alla luce delle comuni alogene di più elevato voltaggio. Regolando il WB su Auto, entrambe le reflex forniscono risultati cromaticamente distanti dalla neutralità, con una dominante chiaramente rossastra per Canon ed una chiaramente gialla per Nikon: nemmeno a farlo apposta, sono i colori che contraddistingue i rispettivi marchi! Tra le due dominanti quella più accettabile sarebbe stata una sana via di mezzo. Nonostante ciò il recupero di tonalità è possibile senza grosse difficoltà... almeno per il nostro soggetto, dato che ci siamo tenuti un ampia area bianca all interno dello scatto per favorire il calcolo automatico. Impostando il pre-set per la luce artificiale i risultati sono certamente migliori; entrambe le macchine neutralizzano bene il bianco sebbene la temperatura colore delle nostre luci sia un poco più bassa del tungsteno ipotizzato da Canon e Nikon. Ma va bene così, dato che un bianco glaciale in questo caso avrebbe portato ad un risultato poco reale. Canon è appena più calda di Nikon, che neutralizza maggiormente. Per scrupolo abbiamo anche realizzato Ombra Anche nel caso di Nikon pre-set dedicato alla ripresa in ombra garantisce risultati sicuramente più neutri rispetto all automatismo. un paio di riprese del medesimo soggetto impostando sulle due reflex il WB per luce solare, in modo da osservare in quale direzione tira la tonalità prodotta dalle due macchine. I risultati confermano la tendenza verso il rosso per la Canon e verso il giallo per la Nikon. Set con luce a incandescenza: misurazione manuale Con la stessa la sorgente di illuminazione, impostiamo il bilanciamento del bianco su Manuale; per la misurazione della temperatura colore usiamo un riferimento a tre densità di Greteg- Macbeth. Le differenze tra lo scatto in automatismo e quello a bilanciamento manuale sono veramente notevoli, molto maggiori rispetto all uso del pre-set Tungsteno. Se l automatismo di entrambe le fotocamere restituisce un fotogramma sempre caldo (più rosso per Canon, più giallo per Nikon), la misurazione manuale sul riferimento neutro fa sì che in entrambi i casi il bianco risulti di una neutralità numericamente misurabile; un bianco decisamente più freddo, assai più che non usando il pre-set Tungsteno. Le due reflex mantengono ovviamente le proprie specificità estetiche (un poco più satura e brillante la Nikon, un poco più chiara e morbida la Canon), ma nel complesso direi che entrambe le reflex forniscono un risultato soddisfacente. Visti i risultati, devo dire che l idea di portarmi dietro più spesso un cartoncino grigio mi è venuta... PC PHOTO 23

9 In esterni: dal sole all ombra Andando a provare in esterni la resa delle due reflex, abbiamo seguito la stessa metodologia, ovvero realizzare prima uno scatto in automatismo di WB e poi un secondo con il pre-set più adatto alla situazione. In piena luce solare questa volta i risultati forniti dalle due reflex sono praticamente indistinguibili. Le lievi differenze cromatiche sembrano dipendere più dalla specificità delle ottiche che non dalla gestione del colore. L unica considerazione che possiamo fare per entrambe è che con l automatismo il bianco è leggermente più freddo rispetto all impiego del relativo pre-set. Una differenza che probabilmente dipende dal contesto di scatto (riflessi o atmosfera). Ci siamo quindi spostati in un interno per verificare il comportamento delle fotocamere in condizioni di ombra, ovvero con una luce proveniente dall esterno e diffusa dall ambiente circostante, se non anche da una porzione di cielo. Il pre-set Ombra, notoriamente, è uno tra i più caldi disponibili proprio perché deve fare i conti con temperature colore estremamente fredde. Anche in questo caso entrambe le reflex hanno fornito risultati indistinguibili, ben controllati e neutri al punto giusto. In automatismo la Eos 7D è appena più fredda rispetto al pre-set Ombra, mentre la Nikon D300s mostra qualche traccia in più di azzurro, che si fa notare sopratutto nelle tonalità che dovrebbero apparire neutre. Tra i due automatismi dunque è la Canon che esce leggermente meglio, ma c è da dire che il soggetto influenza il comportamento degli automatismi di WB per cui con soggetti differenti potrebbero verificarsi risultati differenti. Conclusioni Nel complesso le due reflex in prova hanno dimostrato entrambe un elevato livello di professionalità nel gestire il bilanciamento del bianco, nelle varie metodologie e situazioni. Non abbiamo rilevato particolari differenze nell applicazione dei pre-set, mentre in termini di automatismo preferisco Canon per le riprese in ombra e Nikon per quelle in luce ad incandescenza. L uso del bilanciamento manuale è in fin dei conti rapido e semplice per entrambe. Continuo però a preferire l uso dei pre-set, scegliendo di volta in volta quello che mi consente di avvicinarmi meglio alla resa della scena, Il software Canon per la gestione dei file Raw, Digital Photo Professional o DPP, è distribuito gratuitamente. Il programma rivela un ingegnerizzazione di ottimo livello, ma l interfaccia è un po datata. ViewNX2 è il software per lo sviluppo dei file Raw/Nef di Nikon. L interfaccia è stata ristrutturata e migliorata rispetto alla versione precedente. Il software, scaricabile gratuitamente dal sito Nital, è completo, ma manca di alcuni comandi evoluti che i possessori di corpi macchina professionali potrebbero desiderare. L alternativa è Capture NX2, a pagamento. senza diventare matto con la misurazione sul riferimento grigio; questo ha invece senso nei lavori che concedono il dovuto tempo di studio della scena e per gli still-life. Trovo comunque che il formato Raw sia effettivamente manna dal cielo per tutti coloro che ritengono importante la cura del colore dei propri scatti, e non solo come bilanciamento del bianco. Infatti, durante la valutazione degli scatti, avuto modo di considerare come esposizione, luminosità, contrasto, saturazione siano fattori anche più cruciali che non un bilanciamento del bianco preciso al grado Kelvin. Quindi quello che suggerisco a quanti sono interessati a realizzare immagini di elevata qualità è di fornirsi pure del prezioso riferimento neutro, ma prima di tutto di riflettere su cosa il file digitale della propria macchina ci consente di fare in modo da guadagnare nell istintività dello scatto e contenere allo stesso tempo la perdita di informazioni. Eugenio Tursi 24 PC PHOTO

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