PROVA di FERTIRRIGAZIONE su POMODORO da INDUSTRIA - Anno 2008 Arsia Regione Toscana - Pavoni S.p.a. Caratteristiche della prova

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1 PROVA di FERTIRRIGAZIONE su POMODORO da INDUSTRIA - Anno 2008 Arsia Regione Toscana - Pavoni S.p.a. Caratteristiche della prova La prova ha previsto il confronto, a parità di unità fertilizzanti, tra alcune linee di fertirrigazione sul pomodoro da industria che differivano per la frequenza degli apporti fertirrigui, nel rispetto dei limiti di concimazione imposti dalla Direttiva Nitrati che, dal 2007 è divenuta vincolante in Valdichiana (prov. di AR e SI), che è stata classificata in tal senso area vulnerabile dalla Regione Toscana. La prova si è svolta nell anno 2008 presso l Azienda agraria di Cesa (AR), Centro per il collaudo ed il trasferimento dell innovazione dell Arsia Regione Toscana. Le tesi sperimentali poste a confronto sono le seguenti: 1) tesi A: 2 fertirrigazioni a settimana (ALTA frequenza) 2) tesi B: 1 fertirrigazione a settimana (MEDIA frequenza) 3) tesi C: 1 fertirrigazione ogni 2 settimane (BASSA frequenza) 4) tesi T: testimone aziendale con pochissime fertirrigazioni azotate (solo 3) Le Unità Fertilizzanti, uguali per tutte le tesi in prova, sono state le seguenti: AZOTO: 125 kg/ha (da Direttiva nitrati) FOSFORO: 82 kg/ha POTASSIO: 225 kg/ha Per le tesi A, B e C sono stati utilizzati concimi idrosolubili della Ditta Pavoni S.p.a., opportunamente scelti in funzione della fase colturale (e quindi del titolo), distribuiti in fertirrigazione senza effettuare alcuna concimazione di pre-trapianto. La tesi T, invece, ha avuto tutto il fosforo ed il potassio prima del trapianto sotto forma di concimi semplici (triplo e solfato potassico) e tutto l azoto in fertirrigazione in 3 soli interventi sotto forma di nitrato ammonico. Obiettivo della prova era la verifica della risposta produttiva del pomodoro da industria (sia in termini di resa che di qualità del succo) a diversi livelli di frazionamento della somministrazione del concime mediante fertirrigazione. In generale, infatti, è universalmente riconosciuta quale tecnica ideale nella fertirrigazione delle colture orticole, la somministrazione del concime ad ogni intervento idrico. Invece nella realtà agricola (soprattutto nell orticoltura di pieno campo e nelle aziende non specializzate) molto spesso si assiste a somministrazioni fertirrigue saltuarie (ogni giorni in media) che comportano spesso il raggiungimento, ad ogni intervento fertirriguo, di concentrazioni saline elevate a livello di apparato radicale delle piante. Nelle tabelle seguenti sono riportate tutte le informazioni utili alla lettura dei risultati (operazioni di tecnica colturale, tesi a confronto, impostazione sperimentale della prova, analisi del terreno, dati meteo).

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4 RISULTATI EMERSI Nella tabella seguente sono riepilogati in forma tabellare i risultati produttivi e qualitativi della prova. La resa media del campo sperimentale è risultata decisamente elevata (media campo circa 1250 q/ha). Pertanto anche con modesti apporti azotati (125 kg/ha) imposti da vincoli legislativi (Direttiva Nitrati) è possibile ottenere alte rese in virtù dell elevata efficienza della tecnica fertirrigua. Dal punto di vista statistico possiamo notare che, rispetto alla tesi T (testimone chimico aziendale), solo la tesi C è risultata significativamente più produttiva. Pertanto in termini di produzione commerciabile di bacche, limitatamente al solo anno di sperimentazione ed alle condizioni pedo-climatiche in cui si è lavorato, si può affermare che una BASSA frequenza di apporti fertirrigui (appena 6 durante il ciclo colturale) risulta vantaggiosa rispetto alle frequenze maggiori. Non sono invece emerse differenze statisticamente significative tra le tesi per quanto riguarda i principali parametri qualitativi del succo (ph e Brix) misurati a fine ciclo. A tal riguardo si

5 segnalano, in generale, i bassi valori di residuo ottico forniti indistintamente da tutte le tesi in prova ed attribuibili soprattutto alle caratteristiche varietali più che alla tecnica di nutrizione. Per quanto riguarda il parametro Residuo Ottico ad ettaro (ottenuto moltiplicando la produzione commerciabile con i gradi di residuo ottico e che ci fornisce un indicazione sulla resa industriale del pomodoro destinato alla trasformazione in concentrati e simili) possiamo notare che rispetto alla tesi T tutte le altre tesi sono risultate statisticamente superiori, ma in maniera più consistente per la tesi C (Bassa frequenza fertirrigua). Si segnala infine che, per una semplice curiosità sperimentale, è stata effettuata anche un elaborazione statistica a 5 tesi, introducendo anche il Testimone non concimato, per il quale sono stati utilizzati i dati parcellari provenienti da una prova di concimazione su pomodoro da industria (stessa cultivar) adiacente alla presente prova. Nella tabella seguente sono riportati i risultati di questa elaborazione a 5 tesi. Da notare che, anche con questa seconda elaborazione statistica, i risultati della presente sperimentazione non cambiano e cioè emerge una significativa superiorità della tesi C sulle altre. Pavoni S.p.A.

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