STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE ai sensi del D.Lgs 152/06 e della L.R. 9/99 e ss.mm.ii.

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1 Casadio & Co Studio Tecnico Associato V.le Vittorio Veneto 1bis Forlì Tel/Fax STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE ai sensi del D.Lgs 152/06 e della L.R. 9/99 e ss.mm.ii. Committente: SolHar Piangipane Srl Novembre 2012 REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO CONNESSO ALLA RETE ELETTRICA DI DISTRIBUZIONE Potenza = kw SITO PRESSO LA DISCARICA DI PIANGIPANE, COMUNE DI RAVENNA Geol. Mario Casadio

2 Casadio & Co. geologia acustica ambiente 2

3 Casadio & Co. geologia acustica ambiente Indice PREMESSA ED OBIETTIVI... 5 MOTIVAZIONI... 5 LOCALIZZAZIONE E INQUADRAMENTO TERRITORIALE DELL AREA... 6 L IMPIANTO... 7 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO... 8 NORMATIVA DI RIFERIMENTO IN MATERIA DI IMPATTO AMBIENTALE... 8 Norme comunitarie... 8 Norme nazionali... 9 Norme regionali NORMATIVA DI RIFERIMENTO SULLA PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DI IMPIANTI DA ENERGIA RINNOVABILE. 12 Norme comunitarie Norme nazionali Norme regionali Norme provinciali e comunali PIANIFICAZIONE TERRITORIALE VIGENTE Rete Natura Aree protette Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) Piano Stralcio per il rischio idrogeologico Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Ravenna Pianificazione comunale COERENZA DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE VIGENTI Rete Natura 2000 e Aree Protette Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) PTCP Provincia di Ravenna (Piangipane) Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Pianificazione Comunale QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE PREMESSA Valenza dell iniziativa Attenzione per l ambiente Normativa di riferimento SITO DI INSTALLAZIONE Premessa Disponibilità di spazi sui quali installare l impianto fotovoltaico Disponibilità della fonte solare Fattori morfologici e ambientali FASE DI REALIZZAZIONE DELL IMPIANTO DIMENSIONAMENTO DELL IMPIANTO Procedure di calcolo

4 Casadio & Co. geologia acustica ambiente Criterio di stima dell energia prodotta Criterio di verifica elettrica Impianto discarica di Piangipane QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ANALISI DELLA COMPONENTE SUOLO, SOTTOSUOLO E ACQUE SOTTERRANEE Caratteristiche geomorfologiche, geologiche e idrogeologiche Modalità costruttive del capping Interferenze con il sistema geologico e idrogeologico locale ACQUE SUPERFICIALI Aspetti qualitativi dei corsi d acqua Sintesi degli impatti sui corsi d acqua VEGETAZIONE E FLORA La vegetazione del territorio Potenziali Interferenze dell impianto sulla vegetazione FAUNA Gli impatti potenziali sulla componente faunistica PAESAGGIO Introduzione Caratteristiche del territorio Descrizione particolare dell area di indagine Impatto paesaggistico dell opera ATMOSFERA Stato attuale Effetti dell opera Studio sul traffico RUMORE Classificazione acustica dell area in esame e limiti di riferimento Caratterizzazione acustica nella fase di cantierizzazione Specifica valutazione previsionale di impatto acustico della fase di cantiere SALUTE PUBBLICA I campi elettromagnetici Effetti previsti e indicazioni per la mitigazione INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI Matrice qualitativa degli impatti Tabella degli impatti, delle mitigazioni e delle compensazioni MONITORAGGIO

5 Premessa ed obiettivi Il presente studio riguarda la realizzazione di una centrale fotovoltaica della potenza nominale di kwp di tipo non integrato, da posizionarsi sulla superficie di una discarica di inerti sita nel Comune di Ravenna, presso la discarica di Piangipane. In particolare, le caratteristiche del progetto in esame che sfrutta la risorsa rinnovabile determinata dalla luce solare, qualificano l iniziativa come impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili non programmabili, ai sensi dell Art. 2, comma 1 c) del D. Lgs. 387/03, anche per l ottenimento dell Autorizzazione alla costruzione ed esercizio. Per questa tipologia di impianto, è previsto il procedimento di verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale, in quanto l opera ricade tra le attività riportate nell allegato B.2 della LR 9/99 integrata con D. Lgs 4/08 Disciplina della procedura di valutazione dell impatto ambientale. In particolare, il punto B.2.5 industria energetica, impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda con potenza superiore a 1 MW. Questo documento ha l obiettivo di fornire all Autorità Competente tutti gli elementi necessari alla valutazione della compatibilità dell impianto in progetto con il contesto ambientale in cui sarà inserito. A seguito della Delibera della Provincia di Ravenna, si è deciso di sottoporre il progetto a VIA. Il presente lavoro rappresenta la studio di impatto ambientale del progetto. Lo studio si compone delle seguenti parti: - Quadro di riferimento programmatico, in cui è riportato il quadro normativo relativo alla valutazione di impatto ambientale e alla realizzazione di impianti fotovoltaici a livello comunitario, nazionale e regionale e nel quale si è valutata la conformità dell opera con la pianificazione e la programmazione vigente in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica. - Quadro di riferimento progettuale, in cui è descritto l impianto, le opere accessorie, gli aspetti tecnici e progettuali. - Quadro di riferimento ambientale, in cui sono analizzati lo stato dell ambiente e gli impatti che la realizzazione della centrale potrebbe avere su ogni comparto ambientale nelle varie fasi progettuali. Motivazioni Sono definite rinnovabili, le fonti di energia che per le loro caratteristiche intrinseche si rigenerano o non sono esauribili nella scala dei tempi umani ed il cui sfruttamento non pregiudichi il loro utilizzo per le generazioni future. L utilizzo di fonti rinnovabili fa parte degli strumenti individuati a livello internazionale per limitare la dipendenza dalle fonti fossili. L Unione Europea ha fissato l obiettivo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili pari al 2 % del consumo totale, da perseguire entro il L Italia ha posto come obiettivo per il fotovoltaico il raggiungimento, entro il 2020, di una produzione di MW di potenza, pari a circa 13,20 TWh di energia prodotta. A livello regionale, la politica energetica è decollata, facendo registrare nell anno 2010 il raggiungimento e il superamento degli obiettivi di insediamento di produzione di energia con fonti rinnovabili fissati dal Piano Energetico Regionale.

6 La tecnologia fotovoltaica ha indubbi vantaggi rispetto ad altre fonti energetiche, quali: - Possibilità di installare l impianto in qualsiasi punto, purchè esposto al sole continuo. Infatti sulla superficie terrestre l irraggiamento solare arriva ovunque. - Gli impianti fotovoltaici sono modulari, possono soddisfare sia piccole richieste di energia, come singole abitazioni o utenze isolate, sia grandi richieste per gli stabilimenti produttivi. - La manutenzione è ridotta in quanto non vi sono parti in movimento. - Le perdite di energia sono minime grazie alle ridottissime distanze di trasporto dell energia: l allaccio alla rete di distribuzione si trova spesso in prossimità dell impianto. - L impatto ambientale è estremamente ridotto: non si producono emissioni di nessun tipo e la spesa di energia per la produzione dei moduli è circa il 20% dell energia prodotta durante la vita utile dell impianto. L unico impatto prodotto è quello visivo, che viene comunque annullato al termine del funzionamento dell impianto (20-30 anni). I benefici ambientali che si possono ottenere dall uso della fonte energetica solare sono proporzionali alla quantità di energia prodotta, se si ipotizza che questa vada a sostituire l energia prodotta da fonti convenzionali, in termini di CO2 prodotta. Quantitativamente, produrre 1 kwh elettrico da fonti fossili implica l immissione in atmosfera di 0,53 kg di CO2. Pertanto, una centrale fotovoltaica con una produttività annua di kwh., eviterà l emissione in atmosfera di kg di CO2. Il caso in esame presenta un ulteriore vantaggio dal punto di vista ambientale in quanto attua una riqualificazione di un area degradata quale può essere una discarica di rifiuti inerti. Localizzazione e inquadramento territoriale dell area Il sito oggetto della presente relazione si trova in località Piangipane, lungo la via Bartolotte, traversa della SS San Vitale, individuato al catasto terreni al Foglio 95, Mappale 82. Si tratta in particolare della discarica di Piangipane, localizzata alle coordinate (Lat itudine) e (Longitudine). 6

7 La centrale fotovoltaica andrà a coprire la discarica di Piangipane, composta dai lotti 2A e 2B, con un estensione di circa 3 ettari. Il sito è chiuso dal 2003 e la copertura è terminata nel Il collegamento alla rete elettrica sarà stabilito dalla soluzione tecnica fornita dal gestore di rete e verrà realizzato mediante cavo interrato MT uscente da una cabina di consegna verso la rete elettrica pubblica. L impianto Il progetto prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico non integrato di kw di potenza, installato sulla superficie della discarica di Piangipane (Comune di Ravenna) e da collegare alla rete elettrica in media tensione. Tale impianto sarà composto da 7160 moduli fotovoltaici policristallina. La superficie complessiva occupata dall impianto è di m 2, mentre la superficie totale dei moduli è di m 2. La durata dell impianto è stimata in anni. 7

8 Quadro di riferimento programmatico Nel quadro di riferimento programmatico vengono illustrati il quadro normativo, e gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti di riferimento per valutare la compatibilità ambientale del progetto in studio. Esso è stato suddiviso nei seguenti paragrafi: - Normativa di riferimento in materia di impatto ambientale; - Normativa di riferimento sulla pianificazione e programmazione di impianti da energia rinnovabile; - Pianificazione territoriale vigente; - Valutazione della coerenza del progetto con gli strumenti di pianificazione e di programmazione vigenti. Normativa di riferimento in materia di impatto ambientale Norme comunitarie Direttiva n.85/337/cee Direttiva del Consiglio concernente la valutazione dell impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati È la prima direttiva Europea in materia di Via e propone la valutazione di impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati elencati negli allegati alla Direttiva stessa al fine di valutare gli effetti diretti e indiretti di un progetto sui seguenti fattori: - l uomo; - la fauna e la flora; - il suolo, l acqua, l aria, il clima e il paesaggio; - l interazione tra i fattori di cui al punto 1 e 2; - i beni materiali ed il patrimonio culturale. In particolare il punto 3 dell allegato II riguarda l industria energetica e fa riferimento agli impianti industriali per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda. Direttiva 96/61/CE La Direttiva 96/61/CE, che modifica la Direttiva 85/337/CEE, introduce il concetto di prevenzione e riduzione integrata dell inquinamento proveniente da attività industriali (IPPC), al fine di conseguire un livello adeguato di protezione dell ambiente nel suo complesso, e introduce l AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). La direttiva tende alla promozione delle produzioni pulite, valorizzando il concetto di "migliori tecniche disponibili". Direttiva n.97/11/ce Essa modifica la Direttiva 85/337/CE e viene presentata come una sua revisione critica dopo gli anni di esperienza di applicazione delle procedure di VIA in Europa. Essa estende le categorie dei progetti interessati ed ha inserito un nuovo allegato relativo ai criteri di selezione dei progetti stessi. La direttiva introduce le fasi di screening e scoping" e fissa i principi fondamentali della VIA che i Paesi membri devono recepire. 8

9 Direttiva CEE/CEEA/CE n.35 del 26/05/2003 Tale direttiva introduce la definizione di pubblico e pubblico interessato ; l opportunità di un altra forma di valutazione in casi eccezionali di esenzione di progetti specifici dalla procedura di VIA e relativa informazione del pubblico; l accesso, opportunità di partecipazione del pubblico alle procedure decisionali, informativa al pubblico; gli obblighi riguardanti l impatto transfrontaliero; la procedura di ricorso da parte del pubblico interessato. Inoltre migliora le direttive del Consiglio 85/337/CEE e 96/61/CE relativamente alla disposizioni sull accesso alla giustizia e contribuisce all attuazione degli obblighi derivanti dalla convenzione di Århus del 25 giugno Norme nazionali Legge n. 439 del 8 luglio 1986 La normativa comunitaria è stata recepita a livello nazionale con la Legge n. 439, del 8 luglio 1986, con la quale viene istituito il Ministero dell Ambiente e, all Articolo 6 (ora abrogato dal D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006), vengono date le prime indicazioni sulla procedura di VIA. D.P.R Il D.P.C.M. n. 377, del 20 agosto 1988, individua le categorie di opere da sottoporre alla VIA e il D.P.C.M. del 27 dicembre 1988 definisce la procedura VIA, la modalità di presentazione della domanda di pronuncia sulla compatibilità ambientale di un progetto e le norme tecniche di redazione degli studi di impatto ambientale. Lo Studio di Impatto Ambientale dell opera va quindi redatto conformemente alle prescrizioni relative ai quadri di riferimento programmatico, progettuale ed ambientale ed in funzione della conseguente attività istruttoria. Legge quadro in materia di Lavori Pubblici ( L. 11/02/94, n. 109 e s.m.i.) La Legge quadro in materia di Lavori Pubblici ( L. 11/02/94, n. 109 e s.m.i.) definisce tre livelli di progettazione caratterizzati da diverso approfondimento tecnico: Progetto preliminare; Progetto definitivo; Progetto esecutivo. Relativamente agli aspetti ambientali viene stabilito che sia assoggettato alla procedura di VIA il progetto definitivo. D.P.R. del 12 aprile 1996 Il D.P.R. del 12 aprile 1996 è un atto di indirizzo e coordinamento nel quale vengono date disposizioni in materia di VIA come stabilito dalla Legge 146/94. Tale Legge prevede che il Governo, con atto di indirizzo e coordinamento, definisca le condizioni, i criteri e le norme tecniche per l applicazione della procedura di impatto ambientale ai progetti inclusi nell Allegato II alla Direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione d impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. In particolare nell Allegato A del suddetto Decreto è riportato l elenco delle opere soggette a valutazione di impatto ambientale. Nell Allegato B del Decreto è invece riportato l elenco delle opere che sono assoggettate alla procedura di valutazione d impatto ambientale nel caso in cui ricadano, anche parzialmente, all interno di aree naturali protette come definite dalla Legge n. 394, del 6 dicembre 1991, di cui all Articolo 1, comma 4 del testo di legge (Legge Quadro sulle Aree Protette). 9

10 Gli impianti fotovoltaici fanno parte dell elenco nell Allegato B, al Punto 2, lettera c). Tale voce è stata aggiunta con il D.P.C.M. 3 settembre Inoltre il DPR 12 aprile 1996 all art. 6 prevede ai fini della predisposizione dello studio di impatto ambientale, che eventuali soggetti pubblici o privati interessati alla realizzazione delle opere e/o degli impianti in oggetto, abbiamo diritto di accesso alle informazioni e ai dati disponibili presso gli uffici delle amministrazioni pubbliche. Legge Obiettivo (L.443/2001) e relativo decreto di attuazione D.Lgs n. 190/ Attuazione della legge n. 443/2001 Il D.Lgs. individua una procedura di VIA speciale, con una apposita Commissione dedicata, che regola la progettazione, l approvazione dei progetti e la realizzazione delle infrastrutture strategiche, descritte nell elenco della delibera CIPE del 21 dicembre Nell ambito della VIA speciale, è stabilito che debba essere assoggettato alla procedura il progetto preliminare dell opera. CIPE n.57/2002 Con la delibera CIPE n. 57/2002 vengono date disposizioni sulla Strategia nazionale ambientale per lo sviluppo sostenibile La protezione e la valorizzazione dell ambiente divengono fattori trasversali di tutte le politiche settoriali e delle relative programmazioni, richiamando uno dei principi del diritto comunitario espresso dall articolo 6 del Trattato di Amsterdam, che aveva come obiettivo la promozione dello sviluppo sostenibile". Nel documento si afferma la necessità di rendere più sistematica, efficiente ed efficace l applicazione della VIA (ad esempio tramite l istituzione di Osservatori ambientali, finalizzati alla verifica dell ottemperanza alle pronunce di compatibilità ambientale, nonché il monitoraggio dei problemi ambientali in fase della realizzazione delle opere) e che la VIA sulle singole opere non fosse più sufficiente a garantire la sostenibilità complessiva. Quindi si afferma come la VIA debba essere integrata a monte con Piani e Programmi che nella loro formulazione abbiano già assunto i criteri di sostenibilità ambientale, tramite la Valutazione Ambientale Strategica. D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 Sia la legge n.439 che il DPR del 12 aprile 2006 sono stati abrogati dal D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 (cosiddetto Codice ambientale ), recante Norme in materia ambientale, entrato in vigore il 29 aprile Il D. Lgs. 152/2006 ha riscritto le regole su valutazione di impatto ambientale, difesa del suolo e tutela delle acque, gestione dei rifiuti, riduzione dell inquinamento atmosferico e risarcimento dei danni ambientali, abrogando la maggior parte dei previgenti provvedimenti del settore. La parte seconda, titolo III del Decreto n. 152/2006, entrata in vigore il 31 luglio 2007, così come modificata dal D.Lgs n.4/2008 disciplina le valutazioni ambientali maggiormente rilevanti: la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), la Valutazione dell Impatto Ambientale (VIA) e l Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), coordinandole tra loro. Essa stabilisce che le strategie di sviluppo sostenibile definiscano il quadro di riferimento per le valutazioni ambientali. Attraverso la partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni, queste strategie devono assicurare la dissociazione tra la crescita economica ed il suo impatto sull ambiente, il rispetto delle condizioni di stabilità ecologica, la salvaguardia della biodiversità ed il soddisfacimento dei requisiti sociali connessi allo sviluppo delle potenzialità individuali quali presupposti necessari per la crescita della 10

11 competitività e dell occupazione. Le modifiche apportate al testo originario danno una risposta a molte delle necessità procedurali e tecniche che erano state evidenziate dalla relazione sull andamento della VIA in Europa del Il processo di VIA si conclude con il provvedimento di valutazione dell impatto ambientale emesso dall Autorità Competente, obbligatorio, vincolante e sostitutivo di ogni altro provvedimento in materia ambientale e di patrimonio culturale. Il provvedimento di valutazione d impatto ambientale fa luogo dell autorizzazione integrata ambientale (AIA), e comprende le procedure di valutazione d incidenza. Anche in questo caso è definito l ambito di applicazione e viene fornito un elenco di progetti assoggettati alla procedura di VIA. Gli impianti fotovoltaici rientrano nell Allegato III alla parte seconda del detto Decreto, nell elenco B, al Punto 2, lettera c). Rimane la condizione di assoggettabilità alla procedura di VIA nel caso in cui le opere ricadano anche parzialmente all interno di aree naturali protette e si aggiunge la discrezionalità per l Autorità competente di richiedere ugualmente lo svolgimento della procedura di valutazione di impatto ambientale, sulla base di elementi indicati nell Allegato IV alla parte seconda del Decreto, anche se le opere non ricadono in aree naturali protette. Le Regioni hanno avviato un processo di adeguamento delle norme regionali in tema di VIA, adeguando quelle esistenti o introducendone di nuove. D.Lgs n.4/2008 Il D.Lgs n.4/2008 (Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, in S.O. n. 24 alla G.U. 29 gennaio 2008 n. 24) ha integrato la Parte I, II, III e IV del T.U.A., dando completa attuazione al recepimento di alcune Direttive Europee e introducendo i principi fondamentali di: sviluppo sostenibile; prevenzione e precauzione; chi inquina paga ; sussidiarietà; libero accesso alle informazioni ambientali. D.lgs n. 128/2010 Riguarda "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69. ". Tale normativa, pur mantenendo intatto la struttura fondamentale delle procedure di VIA e screening, ha introdotto importanti novità in particolare sui tempi per la conclusione dell'istruttoria ed il coordinamento con altre normative. Norme regionali L.R. 9/1999 Disciplina la procedura di Valutazione dell Impatto Ambientale in Emilia Romagna. Delibera della Giunta Regionale n 987 del 12/07/2010 Direttiva sulle modalità di svolgimento delle procedure di verifica (screening) normate dal Titolo II e delle procedure di VIA normate dal Titolo III della L. R. N. 9 del

12 Normativa di riferimento sulla pianificazione e programmazione di impianti da energia rinnovabile Norme comunitarie Libro Bianco della Commissione Europea Energia per il futuro: le fonti di energia rinnovabili, del 20 novembre 1996 Il Libro Bianco della Commissione Europea ha lo scopo di realizzare una strategia ed un piano d azione della Comunità Europea sulle Fonti di Energia Rinnovabili (FER). Secondo quanto riportato in questo documento, le FER disponibili in Europa fino al 1996 sono sfruttate in maniera disomogenea e insufficiente. Da questa valutazione risulta che il consumo lordo globale di energia dell Unione è molto ridotto (meno del 6%). La premessa del Libro Bianco riporta che se la Comunità non riuscirà a coprire nel prossimo decennio la sua domanda di energia con una quota nettamente superiore delle rinnovabili, andrà persa un importante possibilità di sviluppo e diventerà sempre più difficile rispettare gli impegni a livello europeo e internazionale da essa sottoscritti in materia di protezione ambientale. Direttiva 96/92/CE La Direttiva 96/92/CE stabilisce norme comuni per la generazione, la trasmissione e la distribuzione dell energia elettrica. Essa definisce le norme organizzative e di funzionamento del settore dell energia elettrica, l accesso al mercato, i criteri e le procedure da applicarsi nei bandi di gara e nel rilascio delle autorizzazioni nonché della gestione delle reti. La premessa di questa direttiva fa riferimento alle fonti rinnovabili: per motivi di protezione dell ambiente, può essere data la priorità alla generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Direttiva 2001/77/CE Sulla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità. Strumento con cui la Commissione Europea prende atto del deficit di competitività e del fatto che le Fonti Energetiche Rinnovabili FER costituiscano una parte importante nelle misure necessarie per conformarsi al Protocollo di Kyoto. Viene fissato un primo obbiettivo per la produzione di elettricità nel UE da fonti rinnovabili. In Italia, il recepimento della direttiva porta alla fissazione dell obbiettivo per il raggiungimento di 75TWh nel 2010 (25% della produzione lorda di energia elettrica). Protocollo di Kyoto, del 11 dicembre 1997 Il Protocollo di Kyoto, in vigore dal 16 febbraio 2005, è un documento internazionale che affronta il problema dei cambiamenti climatici. Tale documento pone come scopo primario la riduzione di emissione di gas inquinanti e gas serra in atmosfera. Gli stati che hanno firmato il Protocollo, tra i quali l Italia, si impegnano a ridurre le emissioni di gas serra al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. Il Protocollo di Kyoto concerne le emissioni di sei gas ad effetto serra: biossido di carbonio (CO2); metano (CH4); protossido di azoto (N2O); drofluorocarburi (HFC); erfluorocarburi (PFC); esafluoro di zolfo (SF6). Tale documento rappresenta un passo importante nella lotta contro il riscaldamento planetario poiché contiene obiettivi vincolanti e quantificati di limitazione e riduzione dei gas elencati. Nell Allegato B del Protocollo di Kyoto è riportata la quantificazione degli impegni di limitazione o riduzione delle emissioni. Gli 12

13 Stati membri dell Unione Europea devono ridurre collettivamente le loro emissioni di gas ad effetto serra dell 8% tra il 2008 e il Direttiva 2003/87/CE: Emission Trading System, del 13 ottobre 2003 A seguito degli impegni presi all atto di adozione del protocollo di Kyoto, il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno approvato la Direttiva 2003/87/CE (di seguito Direttiva ETS) che ha istituito un sistema comunitario per lo scambio di quote di emissioni di gas denominato Emission Trading System (ETS) al fine di ridurre le emissioni di CO2 secondo criteri di efficacia dei costi ed efficienza economica (Art.1). Tale sistema consente di rispondere agli obblighi di riduzione delle emissioni attraverso l acquisto dei diritti di emissione. Legge Comunitaria 2004 (DDL n B) La Legge Comunitaria 2004 (DDL n B) ha recepito la Direttiva ETS delegando il Governo ad adottare, entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il decreto legislativo recante le norme occorrenti per dare attuazione alla Direttiva (Art.14). Il sistema di Emission Trading introdotto dalla Direttiva è un sistema che prevede la fissazione di un limite massimo alle emissioni realizzate dagli impianti industriali che producono gas a effetto serra (Cap&Trade); tale limite è fissato attraverso l allocazione di un determinato numero di quote di emissioni a ciascun impianto. Ogni quota (European Unit Allowance -EUA) attribuisce il diritto ad immettere una tonnellata di biossido di carbonio equivalente in atmosfera nel corso dell anno di riferimento della quota stessa; le quote vengono assegnate agli impianti regolati dalla Direttiva ETS attraverso i Piani Nazionali di Assegnazione (PNA). Questi piani sono soggetti all approvazione da parte della Commissione Europea. Norme nazionali Piano Energetico Nazionale del 1988 Il Piano Energetico Nazionale (PEN) del 1988 è stato uno dei primi strumenti governativi a sostegno delle fonti rinnovabili. Con il PEN del 1988 comincia a delinearsi la nuova politica energetica degli anni novanta, caratterizzata da una maggiore attenzione verso l'ambiente. Gli obiettivi primari presi in considerazione sono riconducibili principalmente al risparmio energetico, alla protezione dell ambiente e della salute dell uomo e all incentivazione dello sviluppo delle risorse nazionali. Legge n. 10, del 9 gennaio 1991 La Legge n. 10 del 9 gennaio 1991 demanda una serie di compiti alle Regioni (emanazione di norme attuative, attività di programmazione, concessione ed erogazione di contributi, informazione e formazione, diagnosi energetica, partecipazione e consorzi e società per realizzare interventi) e definisce le linee guida per il mercato dell energia, in conformità a quanto previsto dalle direttive Europee. In accordo con la politica energetica della Comunità Europea si stabilisce l'uso razionale dell'energia, il contenimento dei consumi di energia nella produzione e nell'utilizzo di manufatti, l'utilizzazione delle fonti rinnovabili di energia, la riduzione dei consumi specifici di energia nei processi produttivi. In particolare, l art. 1 comma 3 della legge 10/91 e ss.mm.ii. definisce come fonti rinnovabili di energia o assimilate: il sole, il vento, l'energia idraulica, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione dei rifiuti organici ed inorganici o di prodotti vegetali, nel medesimo comma sottolinea come 13

14 le suddette fonti rinnovabili siano di interesse pubblico, ovvero L'utilizzazione delle fonti di energia di cui al comma 3 e' considerata di pubblico interesse e di pubblica utilità e le opere relative sono equiparate alle opere dichiarate indifferibili e urgenti ai fini dell'applicazione delle leggi sulle opere pubbliche. Con la Conferenza Energia e Ambiente, l ENEA ha stabilito la necessità di adeguare le infrastrutture energetiche attraverso l uso di nuove tecnologie allo scopo di minimizzare il divario esistente con il resto dei paesi europei in materia di standard ambientali. Si è altresì stabilito l importanza degli investimenti in fonti rinnovabili da effettuarsi nel mezzogiorno, in quanto area privilegiata per la realizzazione di impianti da adibire alla produzione di energia verde. D. Lgs. 79/99: Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell energia elettrica, del 16 Marzo 1999 Il Decreto Legislativo n. 79/99 del 16 Marzo 1999 (G.U. N. 75 serie generale del 31 marzo 1999), detto anche decreto Bersani, sulla Attuazione della Direttiva 06/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell energia elettrica, definisce le linee generali del riassetto del settore elettrico in Italia. Tale decreto, noto anche come la legge sulla Liberalizzazione del mercato elettrico, introduce importanti innovazioni in diversi settori quali la produzione, la trasmissione e la distribuzione dell energia elettrica, l esportazione e l importazione dell energia, le concessioni idroelettriche, il nuovo assetto societario dell Enel e le fonti rinnovabili. L Articolo 11 del Decreto Legislativo esorta ed incentiva le aziende produttrici di energia elettrica ad utilizzare le fonti rinnovabili, in particolare: - dal 2001 i produttori o distributori di energia elettrica hanno l obbligo di immettere nel sistema elettrico nazionale una quota di energia elettrica prodotta da impianti da fonti rinnovabili entrati in esercizio o ripotenziati; - viene precisato che l obbligo di cui sopra si applica alle importazioni e alle produzioni di energia elettrica, al netto della cogenerazione, degli autoconsumi di centrale e delle esportazioni, eccedenti i 100 GWh, inizialmente la quota è stabilita nel 2% nell energia eccedente i 100 GWh; - i soggetti importatori o produttori di energia elettrica possono adempiere all obbligo di immettere in rete energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, anche acquistando in tutto o in parte la quota o i relativi diritti da altri produttori; - il gestore nazionale della rete elettrica deve dare la precedenza a energia elettrica prodotta da impianti utilizzanti fonti energetiche alternative, sistemi di cogenerazione, fonti nazionali di energia combustibile primaria (non superiori al15% di tutta l energia primaria necessaria per generare l energia elettrica consumata); - nel rispetto del Protocollo di Kyoto sulle emissioni inquinanti, con decreto del Ministero dell Industria Commercio e Artigianato saranno emanate le direttive per attuare quanto sopra e per gli incrementi di percentuale dell energia elettrica da fonti rinnovabili per gli anni successivi al 2002; - il CIPE e il Ministero dell Industria Commercio e Artigianato determinano per ciascuna fonte gli obiettivi pluriennali e la ripartizione tra le regioni e le province autonome delle risorse destinate all incentivazione delle fonti rinnovabili. In merito all obbligo di immettere nella rete elettrica nazionale la quota del 2% di energia proveniente da fonti rinnovabili, in attuazione delle disposizioni di cui all Art. 11 del Decreto 79/99, in data 11 Novembre 1999, è 14

15 stato emanato un decreto da parte del Ministro dell Industria, del Commercio e dell Artigianato. Delibera CIPE n. 137/98: Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra, del 19 novembre 1998 La delibera CIPE n. 137/98 assegna alla produzione di energia da FER un contributo di circa il 20% per il conseguimento degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra, ai fini del rispetto degli impegni assunti con il Protocollo di Kyoto. Essa stabilisce che l Italia deve ridurre le proprie emissioni annue di circa 100 Mt di CO2 equivalenti entro un termine compreso tra il 2008 e il 2012, con interventi sul fronte dell offerta (aumento di efficienza del parco termoelettrico, produzione di energia da fonti rinnovabili), sul fronte della domanda di energia (riduzione dei consumi nel settore dei trasporti e nei settori industriale, abitativo e terziario) e su quello degli usi non energetici Decreto Ministeriale 79/99: Direttive per l attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell Articolo 11 del Decreto Legislativo n. 79, del 16 marzo 1999, del 11 Novembre 1999 A questa legge si deve anche l introduzione dei Certificati Verdi (CV), la nuova struttura di incentivazione delle fonti rinnovabili dopo la liberalizzazione del settore dell energia disciplinata dal Decreto Bersani. La precedente normativa faceva capo alle Leggi 9/91 e 10/91 e al provvedimento CIP 6/92: a tale legislazione si riconosce il merito di aver maturato nella collettività la consapevolezza che la produzione di energia rinnovabile o pulita non è uno slogan, ma rappresenta un punto focale dello sviluppo sostenibile. Tale normativa conteneva tuttavia la equiparazione ai fini incentivanti delle fonti rinnovabili propriamente dette e di quelle assimilate, di fatto termiche con utilizzo dei reflui. Queste ultime, caratterizzate da potenze e costi impiantistici superiori di più ordini di grandezza rispetto alle fonti rinnovabili propriamente dette, hanno esaurito velocemente la capienza economica degli incentivi in conto capitale di tali leggi, penalizzando e ritardando la produzione di vera energia rinnovabile. A tale macro errore del legislatore ha però posto rimedio il Decreto Bersani, in cui è scomparso il concetto di fonti assimilate e viene data nuova forma di incentivazione alle fonti rinnovabili. Delibera CIPE 126/99 Il Governo italiano, nell ambito del processo di attuazione del Protocollo di Kyoto, ha definito gli obiettivi al 2010 di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra con la delibera CIPE 126/99, individuando gli obiettivi da perseguire per ciascuna fonte rinnovabile. Protocollo di Torino Il Protocollo d Intesa di Torino è un documento che è stato stipulato tra il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, il Ministero delle Attività Produttive, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Conferenza delle Regioni. Le Regioni riconoscono il rilievo delle fonti rinnovabili di energia come strumento per favorire lo sviluppo sostenibile dei loro territori e ciascuna di esse persegue politiche per favorire la diffusione delle fonti più idonee ai rispettivi contesti. Esse condividono inoltre l esigenza di ridurre l inquinamento connesso alla produzione di energia e in particolare le emissioni di gas serra: a questo scopo il 4 giugno 2001 hanno sottoscritto il Protocollo di Torino, con il quale si sono impegnate a predisporre entro 15

16 il 2002 i rispettivi piani energetico - ambientali che privilegino le fonti rinnovabili e la razionalizzazione della produzione elettrica e dei consumi energetici. Decreto Legislativo n. 387 del 29 dicembre 2003 Il Decreto Legislativo 387/2003 concerne l attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità. Il presente decreto, nel rispetto della disciplina nazionale, comunitaria e internazionale vigente, nonché nel rispetto dei principi e criteri direttivi stabiliti dall Articolo 43 della Legge n. 39 del 1 marzo 2002, è finalizzato a: - promuovere un maggior contributo delle fonti energetiche rinnovabili alla produzione di elettricità nel relativo mercato italiano e comunitario; - promuovere misure per il perseguimento degli obiettivi indicativi nazionali di cui all Articolo 3, comma 1; - concorrere alla creazione delle basi per un futuro quadro comunitario in materia; d) favorire lo sviluppo di impianti di micro generazione elettrica alimentati da fonti rinnovabili, in particolare per gli impieghi agricoli e per le aree montane. In particolare, l Articolo 12, comma 1, di tale decreto descrive come le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all esercizio degli stessi impianti, autorizzate ai sensi del comma 3 dello stesso, siano di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti. Il comma 3 riguarda l iter autorizzativo di tali opere e prevede che la costruzione e l esercizio delle opere connesse siano soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla regione, nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico. All art. 12 comma 10 del suddetto decreto legislativo, si prevede come unico strumento per la definizione delle linea guida, la semplificazione dell iter autorizzativo con una particolare attenzione verso l inserimento territoriale degli impianti fotovoltaici. In particolare lo stesso articolo cita Nell'ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla legge 5 marzo 2001, n. 57, articoli 7 e 8, nonché del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, articolo 14 Per quanto detto, si desume che, per l individuazione degli strumenti di pianificazione da utilizzare per la realizzazione di impianti fotovoltaici si demanda alla pianificazione a livello regionale. D.M 10 settembre 2010 Linee guida per il procedimento di cui all art. 12 del D. Lgs 387/2003 per l autorizzazione alla costruzione e all esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili nonché linee guida tecniche per gli impianti stessi. Il Quarto Conto Energia In data 5 maggio 2011 il ministro dello sviluppo economico di concerto con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare emana un Decreto Ministeriale, denominato Incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici (Quarto Conto Energia per il fotovoltaico), in cui vengono stabilite le nuove tariffe per gli incentivi verso gli impianti fotovoltaici. Il decreto si applica agli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio dopo il 31 maggio 2011 e fino al 31 dicembre

17 Il Quinto Conto Energia Con il D.M5 Luglio 2012, detto Quinto Conto Energia, introduce il meccanismo della tariffa onnicomprensiva per il fotovoltaico: si tratta di una tariffa che accorpa in sé sia il valore dell'incentivazione sia quello dell'energia ceduta alla rete. La tariffa onnicomprensiva si applica quindi all'energia immessa in rete. L'energia che invece non viene immessa, ma è autoconsumata, godrà di un premio, definito premio per l'autoconsumo. Precedentemente, invece, la tariffa incentivante era applicata su tutta l'energia prodotta dall'impianto, indipendentemente dall'uso che se ne sarebbe fatto (vendita o autoconsumo). Il presente impianto rientra in quest ultimo conto. Norme regionali L. R. n. 26 del 23 dicembre 2004 Disciplina della programmazione energetica territoriale Piano energetico regionale L Émilia Romagna è la prima Regione a dotarsi di una normativa sulla programmazione energetica: vuole infatti raggiungere al 2010 l autosufficienza tra produzione e consumo di energia elettrica, rispettando l ámbiente ed attuando per il territorio gli obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera previsti dal protocollo di Kyoto. La Legge Regionale 26/ 2004 disciplina gli atti di programmazione e gli interventi operativi della Regione e degli enti locali in materia di energia, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale garantendo che vi sia una corrispondenza tra energia prodotta, il suo uso razionale e la capacità di carico del territorio e dell'ambiente. Alcuni dei principali obiettivi della legge sono: - Ridurre le emissioni di gas serra; - Promuovere il risparmio energetico e l uso razionale delle risorse energetiche; - Favorire lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse endogene, delle fonti rinnovabili e assimilate di energia e promuovere l'autoproduzione di elettricità e calore; - Migliorare le prestazioni energetiche di sistemi urbani, edifici ed impianti, processi produttivi. Il Piano Energetico Regionale, previsto dalla Legge Regionale 26/ 2004 e approvato dall Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna 88^ seduta della VIII Legislatura del 14 novembre 2007, è lo strumento della regione di indirizzo e di programmazione energetica. DGR n gennaio 2011 Prima individuazione delle aree e dei siti per l installazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l utilizzo della fonte energetica rinnovabile solare fotovoltaica, approvata in attuazione dell art. 12, comma 10, del D. Lgs. n. 387 del 2003 e del paragrafo 1.2 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 10 settembre 2010 Linee Guida per l autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili e allegati. La presente delibera specifica le aree idonee all installazione di impianti fotovoltaici, in particolare al punto C comma 1.e. si legge quanto segue: le aree a servizio di discariche di rifiuti già esistenti, regolarmente autorizzate, anche se non più in esercizio. L impianto fotovoltaico, in tal 17

18 caso, non costituisce attività di esercizio della discarica senza limitazioni di estensione o potenza. Norme provinciali e comunali A seguito dell approvazione del Piano Energetico Regionale, la Provincia di Ravenna e il Comune di Ravenna hanno approvato rispettivamente il Piano di Azione per l Energia e lo sviluppo sostenibile e il Piano Energetico Ambientale Comunale (Approvato in Consiglio Comunale il 3/12/2007 con delibera CC n. 201/119000), i quali in coerenza con gli obiettivi generali fissati nel Piano Energetico Regionale, intendono perseguire lo sviluppo sostenibile del proprio sistema energetico e promuovere: - il risparmio energetico e l'uso efficiente delle risorse; - lo sviluppo e la valorizzazione delle fonti rinnovabili di energia; - la riduzione delle emissioni dei gas climalteranti. Il progetto in esame si inserisce all interno della politica di perseguimento dell obbiettivo di sviluppo e valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili in quanto permette la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile (la luce solare) riqualificando nello stesso tempo un area altrimenti inutilizzabile quale la superficie delle discariche. Pianificazione territoriale vigente La centrale fotovoltaica che si intende realizzare sorgerà in un area già di scarso valore ambientale in quanto si tratta di una discarica, tuttavia si vogliono presentare ugualmente i vincoli territoriali, definiti dai seguenti strumenti di pianificazione, poiché in tutta l area del ravennate sono in atto diversi procedimenti di tutela. Si vuole quindi precisare l assenza di vincoli insistenti sull area interessata e l elevata distanza dell impianto dalle zone sotto tutela. - Rete Natura 2000 (Direttiva Habitat 92/43/CEE, Direttiva Uccelli 2009/147/CE, D.P.R. n. 357 del , L.R. n.6 del 17/02/05, L.R. n. 7 del 14/04/04); - Aree protette (Legge 394/91, L.R. n.6 del 17/02/05); - Piano Territoriale Paesistico Regionale - PTCP della Provincia di Ravenna (Deliberazione G.P. n. 323 del ); - Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (DCI n.5 del 13/12/2005); - Pianificazione Comunale. Rete Natura 2000 Rete Natura 2000 è il nome che il Consiglio dei Ministri dell Unione Europea ha assegnato ad un sistema coordinato e coerente di aree destinate alla conservazione della diversità biologica presente nel territorio dell Unione stessa. Rete Natura 2000 è prevista e disciplinata dalle seguenti direttive europee: Direttiva Comunitaria HABITAT 92/43/CEE Relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna. Tale direttiva, adottata nello stesso anno del vertice di Rio de Janeiro sull'ambiente e lo sviluppo, rappresenta il principale atto legislativo comunitario a favore della conservazione della biodiversità sul territorio europeo. La direttiva, infatti, disciplina le procedure per la realizzazione del progetto di rete Natura 2000, i cui aspetti innovativi sono la definizione e la realizzazione di strategie comuni per la tutela dei Siti costituenti la rete (ossia i psic 18

19 e le ZPS). Inoltre agli articoli 6 e 7 stabilisce che qualsiasi piano o progetto, che possa avere incidenze sui Siti Natura 2000, sia sottoposto ad opportuna Valutazione delle possibili Incidenze rispetto agli obiettivi di conservazione del sito. Lo stato italiano ha recepito la Direttiva Habitat con il D.P.R. n. 357 del In seguito a tale atto le Regioni hanno designato le Zone di Protezione Speciale e hanno proposto come Siti di Importanza Comunitaria i siti individuati nel loro territorio sulla scorta degli Allegati A e B dello stesso D.P.R. Direttiva 79/409/CEE Riguarda la conservazione degli uccelli selvatici, fissa che gli Stati membri, compatibilmente con le loro esigenze economiche, mantengano in un adeguato livello di conservazione le popolazioni delle specie ornitiche. In particolare per le specie elencate nell Allegato I sono previste misure speciali di conservazione, per quanto riguarda l habitat, al fine di garantirne la sopravvivenza e la riproduzione nella loro area di distribuzione. L art. 4, infine, disciplina la designazione di Zone di Protezione Speciale (ZPS) da parte degli Stati Membri, ovvero dei territori più idonei, in numero e in superficie, alla conservazione delle suddette specie. Il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha individuato nella Provincia di Ravenna le seguenti ZPS (D.M. 19/06/09): Codice Natura 2000 Sito IT Valli di Argenta IT Valli di Comacchio IT Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del Fiume Reno, Pineta Bellocchio IT Valle del Mezzano IT Punte Alberete, Valle Mandriole IT Bardello IT Pineta San Vitale, Bassa del Pirottolo IT Pialassa della Baiona, Risega e Pontazzo IT Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini IT Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina IT Salina di Cervia IT Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano IT Pineta di Classe IT Vena del Gesso Romagnola IT Bacini di Conselice IT Bacini ex-zuccherificio di Mezzano IT Biotopi di Alfonsine e Fiume Reno IT Bacini di Russi e Fiume Lamone Il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha individuato nella Provincia di Ravenna i seguenti SIC (D.M. 25/03/05): Codice Natura 2000 Sito IT Valli di Argenta IT Valli di Comacchio IT Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del Fiume Reno, Pineta Bellocchio IT Punte Alberete, Valle Mandriole IT Bardello IT Pineta San Vitale, Bassa del Pirottolo IT Pialassa della Baiona, Risega e Pontazzo IT Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini IT Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina IT Salina di Cervia IT Pineta di Cervia IT Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano IT Pineta di Classe IT Vena del Gesso Romagnola IT Alta Valle del Torrente Sintria IT Alto Senio IT Biotopi di Alfonsine e Fiume Reno 19

20 IT IT IT IT IT Bacini di Russi e Fiume Lamone Podere Pantaleone Calanchi pliocenici dell Appennino faentino Relitto della piattaforma Paguro Pietramora, Ceparano, Rio Cozzi Aree protette La classificazione delle aree naturali protette è stata definita dalla legge 394/91, che ha istituito l'elenco ufficiale delle aree protette - adeguato col 5 Aggiornamento Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette (Delibera della Conferenza Stato Regioni del , pubblicata nel supplemento ordinario n. 144 della Gazzetta Ufficiale n. 205 del ). L'Elenco Ufficiale delle Aree Protette (EUAP) è un elenco stilato, e periodicamente aggiornato, dal Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio - Direzione per la Conservazione della Natura, che raccoglie tutte le aree naturali protette, marine e terrestri, ufficialmente riconosciute. Sono aree protette i Parchi Nazionali, i Parchi Regionali, i siti Rete Natura 2000, le Riserve Naturali e le Zone Umide. Si elencano di seguito le aree protette comprese all interno della provincia di Ravenna. Parchi Nazionali: non sono presenti. Parchi Regionali: Delta del Po, Vena del Gesso Romagnola. Riserve Naturali: Alfonsine. Zone Umide: localizzate all interno del Parco regionale del Delta del Po, già indicate come siti SIC e ZPS. Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) è parte tematica del Piano Territoriale Regionale (P.T.R., approvato dall Assemblea Legislativa Regionale con delibera n. 276 del 3 febbraio 2010) e si pone come riferimento centrale della pianificazione e della programmazione regionale dettando regole e obiettivi per la conservazione dei paesaggi regionali. Il Piano Territoriale Paesistico Regionale, formato secondo il combinato disposto dell'articolo 15 della legge regionale 5 settembre 1988, n. 36, e del punto 2 del primo comma dell'articolo 4 della legge regionale 7 dicembre 1978, n. 47, nonché per le finalità e gli effetti di cui all'articolo 1 bis della legge 8 agosto 1985, n. 431, persegue i seguenti obiettivi, determinando specifiche condizioni ai processi di trasformazione ed utilizzazione del territorio: - conservare i connotati riconoscibili della vicenda storica del territorio nei suoi rapporti complessi con le popolazioni insediate e con le attività umane; - garantire la qualità dell'ambiente, naturale ed antropizzato, e la sua fruizione collettiva; - assicurare la salvaguardia del territorio e delle sue risorse primarie, fisiche, morfologiche e culturali; - individuare le azioni necessarie per il mantenimento, il ripristino e l'integrazione dei valori paesistici e ambientali, anche mediante la messa in atto di specifici piani e progetti. Il Piano provvede a dettare disposizioni per la tutela dell'identità culturale del territorio regionale, cioè delle caratteristiche essenziali ed intrinseche di sistemi, di zone e di elementi di cui è riconoscibile l'interesse per ragioni ambientali, paesaggistiche, naturalistiche, geomorfologiche, paleontologiche, storico-archeologiche, storico-artistiche, storico-testimoniali e dell'integrità fisica del territorio regionale. Gli oggetti di tutela del Piano sono: 20

21 - sistemi, zone ed elementi di cui è necessario tutelare i caratteri strutturanti la forma del territorio (sistema dei crinali, collinare, forestale e boschivo, aree agricole, coste e arenili, acque superficiali); - zone ed elementi di specifico interesse strorico o naturalistico (zone ed elementi di interesse storicoarcheologico, insediamenti urbani storici, zone ed elementi di interesse storico-testimoniale, zone di tutela naturalistica, altre zone di interesse paesaggistico-ambientale); - aree ed elementi coincidenti con le precedenti descritte le cui specifiche caratteristiche richiedono la definizione di limitazioni alle attività di trasformazione e d uso (zone caratterizzate da fenomeni di dissesto o di instabilità, o caratterizzate da elevata permeabilità dei terreni con ricchezza di falde idriche). Il Piano individua inoltre le unità di paesaggio, intese come ambiti territoriali aventi specifiche, distintive ed omogenee caratteristiche di formazione ed evoluzione, da assumere come specifico riferimento nel processo di interpretazione del paesaggio e di attuazione del Piano stesso. Piano Stralcio per il rischio idrogeologico Principale compito dell Autorità di Bacino è, in base alla legge 183/89, la redazione del Piano di Bacino, strumento di pianificazione notevolmente complesso, che viene di norma strutturato attraverso Piani Stralcio relativi a settori territoriali e/o funzionali negli ambiti attinenti alla difesa del suolo e alla tutela delle risorse idriche e dell ambiente. L area oggetto dello studio è soggetta all Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli, istituita mediante L.R. n.14 del 29/03/1993, in attuazione della Legge 18/05/1989 n.183 recante norme per il «riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo al fine di perseguire l unitario governo dei Bacini Idrografici mediante azioni di indirizzo, coordinamento e controllo delle attività conoscitive, pianificatorie e di programmazione inerenti la conservazione del suolo, il mantenimento dei corpi idrici, la tutela dei corpi idrici, la tutela degli ecosistemi forestali e paesaggistici...». Competono all Autorità i seguenti bacini: Lamone, Fiumi Uniti, Canale Candiano, Bevano, Savio e Rubicone. Il territorio si colloca nella porzione centrale dell area romagnola che dallo spartiacque appenninico scende e occupa il versante nord-est fino al mare Adriatico. Il Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, approvato con D.G.R. n.350 del 17/03/03, si pone i seguenti obiettivi: - la riduzione del rischio idrogeologico, il riequilibrio del territorio ed il suo utilizzo nel rispetto del suo Stato, della sua tendenza evolutiva e delle sue potenzialità d uso; - la riduzione del rischio idraulico e il raggiungimento di livelli di rischio socialmente accettabili; - la individuazione, la salvaguardia e la valorizzazione delle aree di pertinenza fluviale in base alle caratteristiche morfologiche, naturalistico ambientali e idrauliche. Il Piano Stralcio regolamenta l assetto della rete idrografica e idrogeologico mediante i seguenti metodi: - individua gli alvei fluviali e le aree di esondazione così classificate: Aree ad elevata probabilità di esondazione; Aree a moderata probabilità di esondazione; Aree a bassa probabilità di esondazione; Aree di potenziale allagamento. Per ogni area vengono specificate le attività consentite e non consentite e le indicazioni per gli strumenti urbanistici. - Fissa i criteri per garantire l invarianza idraulica; 21

22 - Fissa le distanze di rispetto dai corpi arginali; - Individua le aree a rischio di frana e le classifica secondo il grado di rischio: molto elevato (R4), elevato (R3), medio (R2) e moderato (R1). In particolare, provvede alla suddivisione in tre zone a diverso grado di pericolosità le aree a rischio R4 e R3. - Specifica le attività conentite e non consentite nelle zone di rischio; - Fornisce prescrizioni per la gestione dei suoli agricoli al fine di limitare l erosione del suolo e la regimazione delle acque. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Ravenna La Provincia di Ravenna è dotata di un Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale adottato il ed approvato dalla Regione il ai sensi della l.r. 6/1995. Il PTCP è stato inoltre modificato con variante adottata il ed approvata dalla Regione il La l.r. 20/2000, al comma secondo dell art. 43, prevede che le Province già dotate di un PTCP prodotto ai sensi della previgente l.r. 6/1995 provvedano all adeguamento dello strumento, adeguamento approvato mediante Deliberazione C.P. n. 9 del 28/02/06. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) considera la totalità del territorio provinciale ed è lo strumento di pianificazione che definisce l'assetto del territorio con riferimento agli interessi sovracomunali, articolando sul territorio le linee di azione della programmazione regionale. Il PTCP è sede di raccordo e verifica delle politiche settoriali della Provincia e strumento di indirizzo e coordinamento per la pianificazione urbanistica comunale. In particolare, definisce le caratteristiche di vulnerabilità, criticità e potenzialità delle singole parti e dei sistemi naturali ed antropici del territorio e le conseguenti tutele paesaggistico ambientali. Pianificazione comunale A livello locale, lo strumento urbanistico di riferimento è il Piano Regolatore Generale. Come indicato dalla LR 20/2000 Disciplina generale sulla tutela e l uso del territorio, il nuovo Piano Regolatore Generale (PRG 2003) del Comune di Ravenna è articolato in Piano strutturale comunale (PSC), Regolamento urbanistico ed edilizio (RUE) e Piano operativo comunale (POC). La disciplina di PSC è finalizzata a stabilire gli obiettivi prestazionali ed i campi di variazione delle previsioni, mentre le regole delle trasformazioni sono definitivamente disciplinate dal RUE o dal POC. La pianificazione dell area in esame viene rimandata dal PSC al POC, in base a quanto definito dall Art.22 (Titolo I, Capo 6 ), comma 4. La destinazione d uso dell area è stata già normata dal RUE, art III.6 come Zona di recente rimboschimento. Nell Elaborato Prescrittivo del POC n. POC.4d Repertorio delle Schede d Ambito delle aree oggetto di Accordi di 2 livello già inseriti nel PSC è stata ripianificata consentendo, rispetto a quanto già descritto dal RUE, gli usi ecologico-ambientali, sulla base di uno specifico PUC da definire, tra cui la produzione di energia da fonti alternative (ad esclusione delle biomasse). Coerenza del progetto con gli strumenti di pianificazione e di programmazione vigenti In allegato si riportano le tavole di inquadramento programmatico suddivise per argomento. 22

23 Rete Natura 2000 e Aree Protette Carta delle Aree Naturali protette e dei siti Rete Natura In tabella sono riportate le distanze dai principali siti tutelati: Sito SIC-ZPS IT Bacini di Russi e Fiume Lamone Distanza 6,5 km SIC-ZPS IT Bacini ex-zuccherificio di Mezzano 4,6 km Parco Regionale Delta del Po (nord) Parco Regionale Delta del Po (sud) Riserva Naturale di Alfonsine 9 km 8,2 km 10 km L impianto non si colloca all interno di Aree Protette né interessa SIC o ZPS, ma può essere considerato come area di collegamento ecologico tra vari siti, dunque il progetto è sottoposto a procedura di prevalutazione d incidenza. Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) L area di impianto, coincidente con la discarica di Piangipane, si trova in una zona non soggetta a vincoli paesaggistici. Nelle vicinanze non sono presenti altri vincoli.. PTCP Provincia di Ravenna (Piangipane) Per quanto riguarda gli Elaborati Grafici di Piano, l impianto si colloca su aree così di seguito classificate. Tavola 2: Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico culturali L area di impianto si trova distante da aree di particolare interesse ambientale. Nelle vicinanze ( m) si rilevano zone a paleo-dossi fluviali. Tavola 5: Assetto strategico della mobilità, poli funzionali, ambiti produttivi di rilievo sovracomunale, articolazione del territorio rurale L area di impianto è classificata come Territorio urbanizzato, confinante con Ambiti rurali a prevalente vocazione produttiva e agricola. Tutta l area vicina è classificata come ambiti e aggregati per attività produttive. Tavola 6: Progetto reti ecologiche L area di impianto non è interessata da reti ecologiche esistenti o in progetto, né se ne trovano nelle vicinanze. L area è inserita all interno di Ambiti omogenei di paesaggio (Terre vecchie e Ville). Per quanto riguarda gli Elaborati Grafici di del Quadro Conoscitivo, l impianto si colloca su aree così di seguito classificate. Tavola B 1.1.1: Assetto e tutela della rete idrografica e rischio idraulico Questa tavola del PTCP recepisce la tavola del Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, redatta dall Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli. L area di impianto si trova in una zona a moderata probabilità di 23

24 esondare (Art. 4 del Piano Stralcio), in particolare Aree di potenziale allagamento, trovandosi tra il fiume Montone e il fiume Lamone. Tavola B 1.1.2: Rischio di frana L area d impianto si trova in una zona non soggetta a rischio di frana. Tavola B 3.1.1: Aree soggette a tutela paesaggistica ai sensi del D. Lgs. 42/04 L area d impianto si trova in una zona non soggetta a tutela. Tavola C 3.1.1: Capacità d uso dei suoli L area d impianto si trova in una zona classificata come Territorio urbanizzato adiacente ad aree definite Classe II Suoli con talune limitazioni. Tavola C 3.2.1: Uso del suolo. sintesi della carta dell uso reale del suolo 2000 L area di impianto è classificata come Zone urbane, estensive e analoghe. Tutta l area vicina è classificata come Colture estensive. Tavola C 3.2.1: Uso del suolo. sintesi della carta dell uso reale del suolo 2000 L area di impianto è classificata come Zone urbane, estensive e analoghe. Tutta l area vicina è classificata come Colture estensive e Aree forestali e castagneti. Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Piano stralcio per il rischio idrogeologico - Perimetrazione aree a rischio idrogeologico L impianto si trova all interno di un area a potenziale allagamento, come definito nella Relazione Tecnica del Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico. In particolare, l art. 6 di detta relazione definisce tali aree stabilisce che la realizzazione di nuovi manufatti edilizi, opere infrastrutturali, reti tecnologiche, impiantistiche e di trasporto di energia siano subordinate all adozione di misure in termini di protezione dall evento e/o di riduzione della vulnerabilità, tenuto conto che il tirante idrico di riferimento da considerate sia di 50 cm. L impianto fotovoltaico in esame verrà realizzato sopra la copertura della discarica Piangipane, pertanto in una posizione rialzata rispetto al piano di campagna. Si sottolinea inoltre che la presenza stessa della discarica garantisce l esistenza di un sistema di prevenzione dagli allagamenti potenziali. Pianificazione Comunale Elaborati descrittivi PSC 2.1 Sintesi degli spazi e dei sistemi L area di impianto è classificata come Spazio Urbano, le aree circostanti come Spazio Rurale. PSC 2.2 Spazio naturalistico Niente da segnalare 24

25 PSC 2.3 Sistema paesaggistico - ambientale L area di impianto non ricade in zone contemplate da questa tavola. Nelle immediate vicinanze si riscontra una Rete ecologica connessione secondaria. Elaborati gestionali Tavola D.1.1.a Carta dei vincoli sovraordinati: sintesi del PTCP Niente da segnalare Tavola D.1.1.c Piani di Bacino: aree a rischio di inondabilità L area, come già citato, si trova entro un Area di potenziale allagamento. Si rimanda al paragrafo relativo al PSAI per approfondimenti. Tavola G.1.1 Aree soggette a vincolo paesaggistico Niente da segnalare. Tavola G.1.2 Carta dei vincoli paesaggistici vigenti Niente da segnalare. Tavola G.1.3 Carta dei vincoli ambientali vigenti Niente da segnalare. Elaborati prescrittivi PSC3 Spazi e sistemi Foglio 12 Piangipane L area in esame si trova all interno di una zona regolamentata dal POC, citata nei paragrafi precedenti. Dall analisi esposta, si evince che l opera non presenta conflittualità con gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti, risultando pienamente compatibile e coerente con i vincoli e le norme insistenti sul territorio. Si sottolinea inoltre come l area sia già provvista di misure di mitigazione, in quanto ospitante un impianto di trattamento rifiuti. 25

26 Quadro di riferimento progettuale UBICAZIONE DELL IMPIANTO Identificativo dell impianto Discarica Piangipane Comune Ravenna (RA) CAP COMMITTENTE Nome Cognome Luca Pantieri Codice Fiscale PNTLCU71L30D704R Data di nascita 30/07/1971 Luogo di nascita FORLI Indirizzo Via Brugnola Malmissole, 12A Comune FORLI (FC) CAP Ruolo Amministratore Ragione Sociale SolHarPiangipane Srl P. IVA Indirizzo V.le Carlo Berti Pichat 2/4 Comune BOLOGNA (BO) CAP TECNICO Ragione Sociale Fase Engineering S.r.l. Nome Cognome Andrea Pantieri Qualifica Progettista e Collaudatore Codice Fiscale PNTNDR77B60D704X P.IVA Albo Periti Indirizzo Via Ettore Benini, 45 Comune FORLI (FC) CAP Telefono Fax fase@fasenet.it 26

27 Premessa I dati riportai di seguito sono tratti da progetto realizzato dal proponente. Valenza dell iniziativa Con la realizzazione dell impianto, denominato Discarica Piangipane, si intende conseguire un significativo risparmio energetico per la struttura servita, mediante il ricorso alla fonte energetica rinnovabile rappresentata dal Sole. Il ricorso a tale tecnologia nasce dall esigenza di coniugare: - La compatibilità con esigenze architettoniche e di tutela ambientale; - Nessun inquinamento acustico; - Un risparmio di combustibile fossile; - Una produzione di energia elettrica senza emissioni di sostanze inquinanti. Attenzione per l ambiente Ad oggi la produzione di energia elettrica è per la quasi totalità proveniente da impianti termoelettrici che utilizzano combustibili sostanzialmente di origine fossile. Quindi, considerando l energia stimata come produzione del primo anno, kwh, e la perdita di efficienza annuale, 0.9%, le considerazioni successive valgono per il tempo di vita pari a 20 anni. Risparmio sul combustibile Un utile indicatore per definire il risparmio di combustibile derivante dall utilizzo di fonti energetiche rinnovabili è il fattore di conversione dell energia elettrica in energia primaria [TEP/MWh]. Questo coefficiente individua le T.E.P. (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) necessarie per la realizzazione di 1 MWh di energia, ovvero le T.E.P risparmiate con l adozione di tecnologie fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica. Risparmio di combustibile Risparmio di combustibile in TEP Fattore di conversione dell energia elettrica in energia primaria [TEP/MWh] TEP risparmiate in un anno TEP risparmiate in 20 anni Fonte dati: Delibera EEN 3/08, art.2 Normativa di riferimento Gli impianti devono essere realizzati a regola d arte, come prescritto dalle normative vigenti, ed in particolare dal DM 22 gennaio 2008, n.37. Le caratteristiche degli impianti stessi, nonché dei loro componenti, devono essere in accordo con le norme di legge e di regolamento vigenti ed in particolare essere conformi: - Alle prescrizioni di autorità locali, comprese quelle dei VVFF; - Alle prescrizioni e indicazioni della Società Distributrice di energia elettrica; 27

28 - Alle prescrizioni del gestore della rete; - Alle norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) L elenco completo delle norme alla base della progettazione è riportato in appendice A. Sito di installazione Premessa Il dimensionamento energetico dell'impianto fotovoltaico connesso alla rete del distributore è stato effettuato tenendo conto, oltre che della disponibilità economica, di: - disponibilità di spazi sui quali installare l'impianto fotovoltaico; - disponibilità della fonte solare; - fattori morfologici e ambientali (ombreggiamento e albedo). Disponibilità di spazi sui quali installare l impianto fotovoltaico La descrizione del sito in cui verrà installato l impianto è la seguente: Impianto fotovoltaico a terra. Disponibilità della fonte solare La disponibilità della fonte solare per il sito di installazione è verificata utilizzando i dati UNI relativi a valori giornalieri medi mensili della irradiazione solare sul piano orizzontale. Per la località sede dell intervento, ovvero il Comune di RAVENNA (RA) avente latitudine N, longitudine E e altitudine di 4 m.s.l.m.m., i valori giornalieri medi mensili della irradiazione solare sul piano orizzontale stimati sono pari a: Irradiazione giornaliera media mensile sul piano orizzontale [MJ/m²] Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Fig. 1: Irradiazione giornaliera media mensile sul piano orizzontale [kwh/m 2 ]- Fonte dati: UNI

29 Quindi i valori della irradiazione solare annua sul piano orizzontale sono pari a kwh/m 2 (Fonte dati: UNI 10349). Fattori morfologici e ambientali Ombreggiamento Gli effetti della schermatura da parte dei volumi all orizzonte, dovuti ad elementi naturali (rilievi, alberi) o artificiali (edifici), determinano la riduzione degli apporti solari e il tempo di ritorno dell investimento. Il coefficiente di ombreggiamento, funzione della morfologia del luogo, è pari a Di seguito il diagramma solare per il comune di Ravenna: Fig. 2: Diagramma solare Albedo Per tener conto del plus di radiazione dovuta alla riflettenza delle superfici della zona in cui è inserito l impianto, si sono stimati valori medi mensili di albedo, considerando anche i valori presenti nella norma UNI 8477: Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic L albedo medio annuo è pari a 0.2. Fase di realizzazione dell impianto Qui di seguito si mostra il diagramma di Gantt relativo alle attività di cantiere per la realizzazione dell impianto: 29

30 A B ALLESTIMENTO CANTIERE (MOB) SCAVI E POSA TUBAZIONI +POSA POZZETTI Giorni Uomini Viaggi C FONDAZIONI CABINA 2 4 D E F INSTALLAZIONE CABINE PREFABBRICATE Ipo. Montaggio 1 cabina ogni 2 giorni ALLESTIMENTO SCOMPARTI CABINA MT POSIZIONAMENTO ZAVORRE (STRUTTURE) Nr. 355 zavorre 22 moduli (250W) Nr. 1 zavorre 30 moduli (250W) Camion G MONTAGGIO STRUTTURE Nr. 356 strutture Settimane Nr. 3 al giorno ogni 4 persone Nr. 16 al giorno x32 persone H MONTAGGIO PANNELLI FV Ipo. Modulo (250 W) x 1,96 MW Nr. Moduli 7840 Ipo. 60 moduli per persona Ipo.10 uomini I INFILAGGIO CAVI ELETTRICI 10 6 L INSTALLAZIONE QUADRI DI CAMPO 4 2 M CABLAGGIO IMPIANTO 8 4 N IMPIANTO ELETTRODOTTO (IMP. DI RETE) SCAVI E POSA TUBAZIONI, POSA POZZETTI 2 2 O INFILAGGIO CAVI ELETTRICI 3 2 P COLLEGAMENTI 3 2 Q START UP 2 2 R COLLAUDO 2 4 S SMANTELLAMENTO CANTIERE 3 4 La durata dell attività di cantiere è pari indicativamente a 6 settimane ed impiegherà un numero massimo di 52 persone contemporaneamente durante la fase di montaggio delle strutture e dei pannelli e l infilaggio dei cavi elettrici. 30

31 Il flusso massimo di camion è previsto pari a 20 al giorno durante le fasi di posizionamento dei vari componenti. Dimensionamento dell impianto Procedure di calcolo Criterio generale di progetto Il principio progettuale normalmente utilizzato per un impianto fotovoltaico è quello di massimizzare la captazione della radiazione solare annua disponibile. Nella generalità dei casi, il generatore fotovoltaico deve essere esposto alla luce solare in modo ottimale, scegliendo prioritariamente l orientamento a Sud e evitando fenomeni di ombreggiamento. In funzione degli eventuali vincoli architettonici della struttura che ospita il generatore stesso, sono comunque adottati orientamenti diversi e sono ammessi fenomeni di ombreggiamento, purch, adeguatamente valutati. Perdite d energia dovute a tali fenomeni incidono sul costo dei kwh prodotti e sul tempo di ritorno dell investimento. Dal punto di vista dell inserimento architettonico, nel caso di applicazioni su coperture a falda, la scelta dell orientazione e dell inclinazione va effettuata tenendo conto che è generalmente opportuno mantenere il piano dei moduli parallelo o addirittura complanare a quello della falda stessa. Ciò in modo da non alterare la sagoma dell edificio e non aumentare l azione del vento sui moduli stessi. In questo caso, è utile favorire la circolazione d aria fra la parte posteriore dei moduli e la superficie dell edificio, al fine di limitare le perdite per temperatura. Criterio di stima dell energia prodotta L energia generata dipende: - Dal sito di installazione (latitudine, radiazione solare disponibile, temperatura, reflettanza della superficie antistante i moduli); - Dall esposizione dei moduli: angolo di inclinazione (Tilt) e angolo di orientazione (Azimut); - Da eventuali ombreggiamenti o insudiciamenti del generatore fotovoltaico; - Dalle caratteristiche dei moduli: potenza nominale, coefficiente di temperatura, perdite per disaccoppiamento o mismatch; - Dalle caratteristiche del BOS (Balance Of System). Il valore del BOS può essere stimato direttamente oppure come completamento all unità del totale delle perdite, calcolate mediante la seguente formula: Totale perdite [%] = [1 - (1 - a - b) x (1 - c - d) x (1 - e) x (1 - f)] + g Per i seguenti valori: a= Perdite per riflessione b= Perdite per ombreggiamento c= Perdite per mismatching d= Perdite per effetto della temperatura e= Perdite nei circuiti in continua 31

32 f= Perdite negli inverter g= Perdite nei circuiti in alternata. Criterio di verifica elettrica In corrispondenza dei valori minimi della temperatura di lavoro dei moduli (-10 C) e dei valori massim i di lavoro degli stessi (70 C), sono verificate le segu enti disuguaglianze: TENSIONI MPPT Tensione nel punto di massima potenza, Vm a 70 C ma ggiore della Tensione MPPT minima. Tensione nel punto di massima potenza, Vm a -10 C m inore della Tensione MPPT massima. Nelle quali i valori di MPPT rappresentano i valori minimo e massimo della finestra di tensione utile per la ricerca del punto di funzionamento alla massima potenza. TENSIONE MASSIMA Tensione a circuito aperto, Voc a -10 C inferiore a lla tensione massima dell inverter. TENSIONE MASSIMA MODULO Tensione di circuito aperto, Voc a -10 C inferiore alla tensione massima di sistema del modulo. CORRENTE MASSIMA Corrente massima (corto circuito) generata, Isc inferiore alla corrente massima dell inverter. DIMENSIONAMENTO Dimensionamento compreso tra il 70% e 120%. Per dimensionamento si intende il rapporto percentuale tra la potenza nominale dell inverter e la potenza del generatore fotovoltaico ad esso collegato (nel caso di sottoimpianti MPPT, il dimensionamento è verificato per il sottoimpianto MPPT nel suo insieme). Impianto discarica di Piangipane L impianto, denominato Discarica Piangipane, è di tipo grid-connected, la tipologia di allaccio è trifase in media tensione. Ha una potenza totale pari a kw e una produzione di energia annua pari a kw/h (equivalente a kwh/kw), derivante da 7160 moduli che occupano una superficie di m 2. Ed è composto da 1 generatori. I singoli moduli poggeranno su piedi di fondazione di dimensione 3x0.8 m. Le serie di pannelli saranno distanziate l una dall altra di 4m. I pannelli saranno inclinati di 30 rispetto al piano orizzontale e raggiungeranno una quota di 4.5 m dal piano campagna. 32

33 SCHEDA TECNICA DELL IMPIANTO Dati generali Committente SolHarPiangipane Srl CAP Comune (Provincia) Ravenna (RA) Latitudine N Longitudine E Altitudine 4m Irradiazione solare annua sul piano orizzontale kwh/m 2 Dati tecnici Superficie totale moduli m 2 Numero totale moduli 7160 Numero totale inverte 4 Energia totale annua kwh Potenza totale kw Potenza fase L kw Potenza Fase L kw Potenza fase L kw BOS % ENERGIA PRODOTTA L energia totale annua prodotta dall impianto è kwh. Nel grafico si riporta l energia prodotta mensilmente: Fig. 3: Energia mensile prodotta dall impianto 33

34 GENERATORE 1 Il generatore denominato Generatore 1 ha una potenza pari a kw e una produzione di energia annua pari a kwh, derivante da 7160 moduli con una superficie totale dei moduli di m 2. Il generatore ha una connessione trifase. Qui di seguito si riporta la scheda tecnica: Dati generali Posizionamento dei moduli Non complanare alle superfici Struttura di sostegno Fissa Inclinazione dei moduli (Tilt) 30 Orientazione dei moduli(azimut) 0 Irradiazione solare annua sul piano dei moduli kwh/m 2 Potenza totale kw Energia totale annua kwh Modulo Marca-modello ZNSHINE-ZX260MS Numero totale moduli 7160 Numero di stringhe per ogni inverter 149 Numero di moduli per ogni stringa 12/13 Superficie totale moduli m 2 Inverter Marca-modello CEHE-EHE-N500KTL Numero totale 4 Dimensionamento inverter % (VERIFICATO) Tipo fase trifase VERIFICHE ELETTRICHE In corrispondenza dei valori minimi della temperatura di lavoro dei moduli (-10 C) e dei valori massim i di lavoro degli stessi (70 ) sono verificate le seguen ti disuguaglianze: TENSIONI MPPT Vm a 70 C ( V) maggiore di Vmppt min. ( V) VERIFICATO Vm a -10 C ( V) minore di Vmppt max. ( V) VERIFICATO TENSIONE MASSIMA Voc a -10 C ( V) inferiore alla tensione max. dell inverter ( V) VERIFICATO TENSIONE MASSIMA MODULO Voc a -10 C ( V) inferiore alla tensione max. di sistema del modulo ( V) VERIFICATO CORRENTE MASSIMA Corrente max generata ( A) inferiore alla corrente max. VERIFICATO 34

35 dell inverter ( A). ALLACCIAMENTO ALLA RETE ENEL L impianto sarà allacciato alla rete di distribuzione tramite realizzazione di una nuova cabina di consegna collegata in entra-esce su linea MT esistente DECO, uscente dalla cabina primaria AT/MT RA CANALA. Tale soluzione prevede la realizzazione dei seguenti impianti: - Allestimento cabina di consegna entra-esce; - Giunti di inserimento in rete per soluzione di connessione cabina consegna con entra-esce in cavo interrato; - Giunti di inserimento per soluzione di connessione cabina di consegna con entra-esci in cavo interrato; - Linea in cavo sotterraneo Al 185 mm 2 su strada asfaltata con riempimenti in inerte naturale e ripristini (esclusi costi delle servitù): 35m; - Linea di cavo sotterraneo Al 185 mm 2 su terreno naturale (esclusi costi della servitù):35m. La linea di collegamento tra l impianto e la cabina ENEL presenta una lunghezza molto limitata e fuoriesce dal area interessata dall attività di discarica solamente per la larghezza della strada. GESTIONE DELLE AZIONI CAUSATE DAL PROCESSO PRODUTTIVO Fenomeno di abbagliamento Tale fenomeno è stato registrato esclusivamente per le superfici fotovoltaiche a specchio montate sulle architetture verticali degli edifici. Vista l inclinazione contenuta (pari a circa il 30%), si considera ininfluente un fenomeno di abbagliamento per gli impianti posizionati su suolo nudo. Inoltre i nuovi sviluppi tecnologici per la produzione delle celle fotovoltaiche, fanno sì che aumentando il coefficiente di efficienza delle stesse, diminuisca ulteriormente la quantità di luce riflessa (riflettenza superficiale caratteristica del pannello) e conseguentemente la probabilità di abbagliamento. Non esistono studi che analizzino la possibilità di generazione di incendi per effetto della riflessione dei raggi solari (principio degli specchi ustori di Archimede), e in ogni caso la riflessione dei pannelli stessi si perde a cielo libero. Inoltre l inclinazione e il posizionamento dei pannelli non disturba ne strade ne centri abitati. Variazione del campo termico Ogni pannello fotovoltaico genera nel suo intorno un campo termico che può arrivare anche a temperature dell'ordine di 70 C. Questo comporta la variazione del microclima sottostante i pannelli ed il riscaldamento dell'aria. Per questo motivo è garantita una sufficiente circolazione d'aria al di sotto dei pannelli, per semplice moto convettivo o per aerazione naturale, tale surriscaldamento non causa particolari modificazioni ambientali. Occupazione del suolo Uno degli impatti più rilevanti nell'installazione di un parco fotovoltaico è rappresentato dall'occupazione del suolo. 35

36 Nel nostro caso questo impatto viene superato, anzi si riesce ad utilizzare un terreno di altrimenti difficile impiego. Impatti in fase di dismissione dell impianto Gli impatti della fase di dismissione dell'impianto sono relativi alla produzione di rifiuti essenzialmente dovuti a: - Dismissione dei pannelli fotovoltaici di silicio cristallino; - Dismissione dei telai in alluminio (supporto dei pannelli); - Dismissione dei supporti in HDPE - Dismissione di eventuali cavidotti ed altri materiali elettrici (compresa la cabina di trasformazione BT/MT in prefabbricato). Accortezze: in fase di dismissione degli impianti fotovoltaici, le varie parti dell'impianto dovranno essere separate in base alla composizione chimica in modo da poter riciclare il maggior quantitativo possibile dei singoli elementi, quali alluminio e silicio, presso ditte che si occupano di riciclaggio e produzione di tali elementi; i restanti rifiuti dovranno essere inviati in discarica autorizzata. APPENDICE A Gli impianti fotovoltaici e i relativi componenti devono rispettare, ove di pertinenza, le prescrizioni contenute nelle seguenti norme di riferimento, comprese eventuali varianti, aggiornamenti ed estensioni emanate successivamente dagli organismi di normazione citati. Si applicano inoltre i documenti tecnici emanati dai gestori di rete riportanti disposizioni applicative per la connessione di impianti fotovoltaici collegati alla rete elettrica e le prescrizioni di autorità locali, comprese quelle dei VVFF. Leggi e decreti Normativa generale Decreto Legislativo n. 504 del , aggiornato : Testo Unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative. Decreto Legislativo n. 387 del : attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità. Legge n. 239 del : riordino del settore energetico, nonchè delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia. Decreto Legislativo n. 192 del : attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia. Decreto Legislativo n. 311 del : disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia. Decreto Legislativo n. 26 del : attuazione della direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità. Decreto Legge n. 73 del : testo coordinato del Decreto Legge 18 giugno 2007, n. 73. Decreto Legislativo del : attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE. 36

37 Decreto : disposizioni in materia di incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Legge n. 99 del 23 luglio 2009: disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia. Legge 13 Agosto 2010, n. 129 (GU n. 192 del ): Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 8 luglio 2010, n. 105, recante misure urgenti in materia di energia. Proroga di termine per l'esercizio di delega legislativa in materia di riordino del sistema degli incentivi. (Art. 1-septies Ulteriori disposizioni in materia di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili) Decreto legislativo del 3 marzo 2011, n. 28: Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Sicurezza D.Lgs. 81/2008: (testo unico della sicurezza): misure di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e succ. mod. e int. DM 37/2008: sicurezza degli impianti elettrici all'interno degli edifici. Secondo conto energia Decreto : criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, in attuazione dell'articolo 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n Legge n. 244 del (Legge finanziaria 2008): disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Decreto Attuativo Finanziaria DM 02/03/2009: Disposizioni in materia di incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Terzo conto energia Decreto 6 agosto 2010: Incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Norme tecniche Normativa fotovoltaica CEI Edizione terza (2010): guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di Media e Bassa Tensione. CEI EN (CEI 82-1): dispositivi fotovoltaici Parte 1: Misura delle caratteristiche fotovoltaiche tensionecorrente. CEI EN (CEI 82-2): dispositivi fotovoltaici - Parte 2: Prescrizione per le celle fotovoltaiche di riferimento. CEI EN (CEI 82-3): dispositivi fotovoltaici - Parte 3: Principi di misura per sistemi solari fotovoltaici per uso terrestre e irraggiamento spettrale di riferimento. CEI EN (CEI 82-8): moduli fotovoltaici in silicio cristallino per applicazioni terrestri. Qualifica del progetto e omologazione del tipo. 37

38 CEI EN (82-12): moduli fotovoltaici (FV) a film sottile per usi terrestri - Qualifica del progetto e approvazione di tipo. CEI EN (CEI 82-15): rilievo delle prestazioni dei sistemi fotovoltaici - Linee guida per la misura, lo scambio e l'analisi dei dati. CEI EN (CEI 82-27): Qualificazione per la sicurezza dei moduli fotovoltaici (FV) - Parte 1: Prescrizioni per la costruzione. CEI EN (CEI 82-28): Qualificazione per la sicurezza dei moduli fotovoltaici (FV) - Parte 2: Prescrizioni per le prove. CEI EN (82-30): Moduli e sistemi fotovoltaici a concentrazione (CPV) - Qualifica di progetto e approvazione di tipo. CEI EN (CEI 82-24): componenti di sistemi fotovoltaici - moduli esclusi (BOS) - Qualifica di progetto in condizioni ambientali naturali. CEI EN (CEI 82-22): fogli informativi e dati di targa per moduli fotovoltaici. CEI EN (CEI 82-31): Connettori per sistemi fotovoltaici - Prescrizioni di sicurezza e prove. CEI EN (CEI 82-34): Fogli informativi e dati di targa dei convertitori fotovoltaici. CEI EN (CEI 82-35): Rendimento globale degli inverter per impianti fotovoltaici collegati alla rete elettrica. EN (CEI 82-38): Grid connected photovoltaic systems - Minimum requirements for system documentation, commissioning tests and inspection. CEI 20-91: Cavi elettrici con isolamento e guaina elastomerici senza alogeni non propaganti la fiamma con tensione nominale non superiore a V in corrente alternata e V in corrente continua per applicazioni in impianti fotovoltaici. UNI 8477: energia solare - Calcolo degli apporti per applicazioni in edilizia - Valutazione dell'energia raggiante ricevuta. UNI 10349: riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Altra normativa sugli impianti elettrici CEI 0-2: guida per la definizione della documentazione di progetto per impianti elettrici. CEI 0-16: regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica. CEI 11-20: impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria. CEI EN (CT 311-1): Prescrizioni per la connessione di micro-generatori in parallelo alle reti di distribuzione pubblica in bassa tensione. CEI 64-8: impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. CEI EN (CEI 37-1): Scaricatori - Parte 1: Scaricatori a resistori non lineari con spinterometri per sistemi a corrente alternata. CEI EN (CEI 17-13): apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). CEI EN (CEI 16-2): Principi base e di sicurezza per l'interfaccia uomo-macchina, marcatura e identificazione - Individuazione dei morsetti e degli apparecchi e delle estremità dei conduttori designati e regole generali per un sistema alfanumerico. 38

39 CEI EN (CEI 70-1): Gradi di protezione degli involucri (codice IP). CEI EN (CEI 77-2): disturbi nelle reti di alimentazione prodotti da apparecchi elettrodomestici e da equipaggiamenti elettrici simili - Parte 1: Definizioni. CEI EN (CEI ): compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 3: Limiti - Sezione 2: Limiti per le emissioni di corrente armonica (apparecchiature con corrente di ingresso " = 16 A per fase). CEI EN (CEI 13-43): apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Prescrizioni particolari - Parte 21: Contatori statici di energia attiva (classe 1 e 2). CEI EN (CEI 13-45): apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Prescrizioni particolari - Parte 23: Contatori statici di energia reattiva (classe 2 e 3). CEI EN (CEI 13-52): Apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Parte 1: Prescrizioni generali, prove e condizioni di prova - Apparato di misura (indici di classe A, B e C). CEI EN (CEI 13-54): Apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Parte 3: Prescrizioni particolari - Contatori statici per energia attiva (indici di classe A, B e C). CEI EN (CEI 81-10): protezione contro i fulmini. CEI 81-3: Valori medi del numero di fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato. CEI 20-19: Cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750 V. CEI 20-20: Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V. CEI 13-4: Sistemi di misura dell'energia elettrica - Composizione, precisione e verifica. CEI UNI EN ISO/IEC 17025:2008: Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e di taratura. Delibere AEEG Connessione Delibera ARG-elt n : condizioni tecniche per la connessione alle reti di distribuzione dell'energia elettrica a tensione nominale superiore ad 1 kv. Delibera ARG-elt n : disposizioni inerenti l'applicazione della deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas ARG/elt 33/08 e delle richieste di deroga alla norma CEI 0-16, in materia di connessioni alle reti elettriche di distribuzione con tensione maggiore di 1 kv. Ritiro dedicato Delibera ARG-elt n : modalit e condizioni tecnico-economiche per il ritiro dell'energia elettrica ai sensi dell'articolo 13, commi 3 e 4, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n , e del comma 41 della legge 23 agosto 2004, n Servizio di misura Delibera ARG-elt n : disposizioni in materia di misura dell'energia elettrica prodotta da impianti di generazione. Tariffe Delibera ARG-elt n : condizioni per l'erogazione del pubblico servizio di dispacciamento dell'energia elettrica sul territorio nazionale e per l'approvvigionamento delle relative risorse su base di merito economico, ai sensi degli articoli 3 e 5 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n

40 Delibera ARG-elt n : approvazione del Testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di vendita dell'energia elettrica di maggior tutela e di salvaguardia ai clienti finali ai sensi del decreto legge 18 giugno 2007, n. 73/07. Allegato A -TIV- Delibera ARG-elt n : testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di vendita dell'energia elettrica di maggior tutela e di salvaguardia ai clienti finali ai sensi del Decreto Legge 18 giugno 2007 n. 73/07. Delibera ARG-elt n : testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica per il periodo di regolazione e disposizioni in materia di condizioni economiche per l'erogazione del servizio di connessione. Allegato A -TIT- Delibera n : testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica. Allegato B -TIC- Delibera n (ex 30-08): condizioni economiche per l'erogazione del servizio di connessione. Deliberazione ARG-elt n : Aggiornamento per l'anno 2011 delle tariffe per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica e delle condizioni economiche per l'erogazione del servizio di connessione. Aggiornamento della componente UC6. Allegato A -TIS- Delibera ARG-elt n (aggiornato): Testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas in ordine alla regolazione delle partite fisiche ed economiche del servizio di dispacciamento (Settlement). Deliberazione ARG-elt : Aggiornamento per l'anno 2011 dei corrispettivi di dispacciamento di cui agl articoli 45, 46, 48 e 73 dell'allegato A alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 9 giugno 2006, n. 111/06. Modificazioni per l'anno 2011 delle disposizioni di cui all'allegato A alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 9 giugno 2006, n. 111/06 e dell'allegato A alla deliberazione 30 luglio 2009, ARG/elt 107/09 (Testo Integrato Settlement, TIS). Deliberazione ARG-elt : Aggiornamento per il trimestre gennaio - marzo 2011 delle condizioni economiche del servizio di vendita di maggior tutela, determinazione del corrispettivo a copertura dei costi di funzionamento di Acquirente unico S.p.A. per l'attività di acquisto e vendita di energia elettrica per i clienti in maggior tutela a titolo di acconto per l'anno 2011 e modifiche al TIV. Deliberazione ARG-com : Aggiornamento per il trimestre gennaio - marzo 2011 delle componenti tariffarie destinate alla copertura degli oneri generali e di ulteriori componenti del settore elettrico e del settore gas e disposizioni alla Cassa conguaglio per il settore elettrico. Delibera ARG-elt n : determinazione dell'autorità in merito alle richieste di ammissione al regime di reintegrazione dei costi presentate dagli utenti del dispacciamento ai sensi dell'articolo 63, comma 63.11, dell'allegato A alla deliberazione n. 111/06 per l'anno 2011 e seguenti, nonchè modificazioni e integrazioni alla deliberazione medesima. TICA Delibera ARG-elt n.90-07: attuazione del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 19 febbraio 2007, ai fini dell'incentivazione della produzione di energia elettrica mediante impianti fotovoltaici. 40

41 Delibera ARG-elt n TICA: testo integrato delle condizioni tecniche ed economiche per la connessione alle reti elettriche con obbligo di connessione di terzi degli impianti di produzione di energia elettrica (Testo integrato delle connessioni attive - TICA). Delibera ARG-elt n : Modifiche delle modalità e delle condizioni per le comunicazioni di mancato avvio dei lavori di realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica di cui alla deliberazione ARG- elt (TICA). Deliberazione 4 agosto ARG/elt 124/10: Istituzione del sistema di Gestione delle Anagrafiche Uniche Degli Impianti di produzione e delle relative unità (GAUDÞ) e razionalizzazione dei flussi informativi tra i vari soggetti operanti nel settore della produzione di energia elettrica. Deliberazione 4 agosto ARG/elt 125/10: Modifiche e integrazioni alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas ARG/elt 99/08 in materia di condizioni tecniche ed economiche per la connessione alle reti con obbligo di connessione di terzi degli impianti di produzione (TICA). Deliberazione ARG-elt n : attuazione del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 6 agosto 2010, ai fini dell'incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Delibera ARG-elt n : integrazione dell'allegato A alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 20 ottobre 2010, ARG/elt 181/10, ai fini dell'attivazione degli indennizzi previsti dal decreto ministeriale 6 agosto 2010 in materia di impianti fotovoltaici. TISP Delibera ARG-elt n : definizione del soggetto attuatore e delle modalità per l'erogazione delle tariffe incentivanti degli impianti fotovoltaici, in attuazione dell'articolo 9 del decreto del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, 28 luglio 2005 (deliberazione n. 188/05). Delibera ARG-elt n : modificazione ed integrazione della deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 14 settembre 2005, n. 188/05 in materia di misura dell'energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici. Delibera ARG-elt n TISP: testo integrato delle modalità e delle condizioni tecnico-economiche per lo scambio sul posto (TISP). Delibera ARG-elt n.1-09: attuazione dell'articolo 2, comma 153, della legge n. 244/07 e dell'articolo 20 del decreto ministeriale 18 dicembre 2008, in materia di incentivazione dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili tramite la tariffa fissa onnicomprensiva e di scambio sul posto. TEP Delibera EEN 3/08: aggiornamento del fattore di conversione dei kwh in tonnellate equivalenti di petrolio connesso al meccanismo dei titoli di efficienza energetica. PREZZI MINIMI Prezzi minimi garantiti per l'anno AGENZIA DELLE ENTRATE Circolare n. 46/E del 19/07/2007: articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n Disciplina fiscale degli incentivi per gli impianti fotovoltaici. Circolare n. 66 del 06/12/2007: tariffa incentivante art. 7, c. 2, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n Circolare n. 46/E del 19 luglio 2007 Precisazione. 41

42 Circolare n. 38/E del 11/04/2008: articolo 1, commi , della legge 27 dicembre 2006, n Credito d'imposta per acquisizioni di beni strumentali nuovi in aree svantaggiate. Risoluzione n. 21/E del 28/01/2008: istanza di Interpello- Aliquota Iva applicabile alle prestazioni di servizio energia - nn. 103) e 122) della Tabella A, Parte terza, d.p.r. 26/10/1972, n Alfa S.p.A. Risoluzione n. 22/E del 28/01/2008: istanza di Interpello - Art. 7, comma 2, d. lgs. vo n. 387 del 29 dicembre Risoluzione n. 61/E del 22/02/2008: trattamento fiscale ai fini dell'imposta sul valore aggiunto e dell'applicazione della ritenuta di acconto della tariffa incentivante per la produzione di energia fotovoltaica di cui all'art. 7, comma 2, del d.lgs. n. 387 del 29 dicembre Risoluzione n. 13/E del 20/01/2009: istanza di interpello - Art. 11 Legge 27 luglio 2000, n. 212 Gestore dei Servizi Elettrici, SPA -Dpr 26 ottobre 1972, n. 633 e Dpr 22 dicembre 1986, n Risoluzione n. 20/E del 27/01/2009: interpello - Art. 11 Legge 27 luglio 2000, n ALFA - art.9, DM 2 febbraio Circolare del 06/07/2009 n. 32/E: imprenditori agricoli - produzione e cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche nonchè di carburanti e di prodotti chimici derivanti prevalentemente da prodotti del fondo: aspetti fiscali. Articolo 1, comma 423, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 e successive modificazioni. AGENZIA DEL TERRITORIO Risoluzione n. 3/2008: accertamento delle centrali elettriche a pannelli fotovoltaici. GSE Il CONTO ENERGIA 2011/2013: novità contenute nel decreto ministeriale DM 6 Agosto 2010 Guida alle applicazioni innovative finalizzate all'integrazione architettonica del fotovoltaico terzo conto energia (dicembre 2010). Guida alla richiesta degli incentivi per gli impianti fotovoltaici: Decreto 6 agosto Ed. n. 1 Gennaio Regole tecniche per il riconoscimento delle tariffe incentivanti previste dal dm 6 agosto 2010 terzo conto energia per il fotovoltaico (gennaio 2011). Guida alle applicazioni innovative finalizzate all'integrazione architettonica del fotovoltaico (gennaio 2011). Guida all'utilizzo dell'applicazione web per la richiesta degli incentivi per il fotovoltaico con il "III conto energia" - DM 6/8/2010, Delibera Arg/elt 181/10 Estratto della risoluzione della Agenzia delle Entrate: "trattamento fiscale del contributo in conto scambio di cui alla delibera AEEG n.74/2008". Regole tecniche sulla disciplina dello scambio sul posto, ed. III (gennaio 2011). Prezzi medi mensili per fascia oraria e zona di mercato. TERNA Gestione transitoria dei flussi informativi per GAUDÞ. GAUDÞ - Gestione anagrafica unica degli impianti e delle unità di produzione. FAQ GAUDÞ (Versione aggiornata il 11 aprile 2011). 42

43 I riferimenti di cui sopra possono non essere esaustivi. Ulteriori disposizioni di legge, norme e deliberazioni in materia, anche se non espressamente richiamati, si considerano applicabili. APPENDICE B Definizioni-Rete elettrica Distributore Persona fisica o giuridica responsabile dello svolgimento di attività e procedure che determinano il funzionamento e la pianificazione della rete elettrica di distribuzione di cui è proprietaria. Rete del distributore Rete elettrica di distribuzione AT, MT e BT alla quale possono collegarsi gli utenti Rete BT del distributore Rete a tensione nominale superiore a 50 V fino a V compreso in c.a Rete MT del distributore Rete a tensione nominale superiore a V in c.a. fino a V compreso Utente Soggetto che utilizza la rete del distributore per cedere o acquistare energia elettrica Gestore di rete Il Gestore di rete è la persona fisica o giuridica responsabile, anche non avendone la proprietà della gestione della rete elettrica con obbligo di connessione di terzi a cui è connesso l'impianto (Deliberazione dell'aeeg n. 28/06). Gestore Contraente Il Gestore Contraente è l'impresa distributrice competente nell'ambito territoriale in cui è ubicato l'impianto fotovoltaico (Deliberazione dell'aeeg n. 28/06). Definizioni-Impianto fotovoltaico Angolo di inclinazione (o di Tilt) Angolo di inclinazione del piano del dispositivo fotovoltaico rispetto al piano orizzontale (da IEC/TS 61836). Angolo di orientazione (o di azimut) L'angolo di orientazione del piano del dispositivo fotovoltaico rispetto al meridiano corrispondente. In pratica, esso misura lo scostamento del piano rispetto all'orientazione verso SUD (per i siti nell'emisfero terrestre settentrionale) o verso NORD (per i siti nell'emisfero meridionale). Valori positivi dell'angolo di azimut indicano un orientamento verso ovest e valori negativi indicano un orientamento verso est (CEI EN 61194). BOS (Balance Of System o Resto del sistema) Insieme di tutti i componenti di un impianto fotovoltaico, esclusi i moduli fotovoltaici Generatore o Campo fotovoltaico Insieme di tutte le schiere di moduli fotovoltaici in un sistema dato (CEI EN 61277). Cella fotovoltaica Dispositivo fotovoltaico fondamentale che genera elettricità quando viene esposto alla radiazione solare (CEI EN ). Si tratta sostanzialmente di un diodo con grande superficie di giunzione, che esposto alla radiazione solare si comporta come un generatore di corrente, di valore proporzionale alla radiazione incidente su di esso. Condizioni di Prova Standard (STC) 43

44 Comprendono le seguenti condizioni di prova normalizzate (CEI EN ): - Temperatura di cella: 25 ø ñ2 øcc - Irraggiamento: 1000 W/m2, con distribuzione spettrale di riferimento (massa d'aria AM 1,5). Dispositivo del generatore Dispositivo installato a valle dei terminali di ciascun generatore dell'impianto di produzione (CEI 11-20). Dispositivo di interfaccia Dispositivo installato nel punto di collegamento della rete di utente in isola alla restante parte di rete del produttore, sul quale agiscono le protezioni d'interfaccia (CEI 11-20); esso separa l'impianto di produzione dalla rete di utente non in isola e quindi dalla rete del Distributore; esso comprende un organo di interruzione, sul quale agisce la protezione di interfaccia. Dispositivo generale Dispositivo installato all'origine della rete del produttore e cioè immediatamente a valle del punto di consegna dell'energia elettrica dalla rete pubblica (CEI 11-20). Effetto fotovoltaico Fenomeno di conversione diretta della radiazione elettromagnetica (generalmente nel campo della luce visibile e, in particolare, della radiazione solare) in energia elettrica mediante formazione di coppie elettrone- lacuna all'interno di semiconduttori, le quali determinano la creazione di una differenza di potenziale e la conseguente circolazione di corrente se collegate ad un circuito esterno. Efficienza nominale di un generatore fotovoltaico Rapporto fra la potenza nominale del generatore e l'irraggiamento solare incidente sull'area totale dei moduli, in STC; detta efficienza può essere approssimativamente ottenuta mediante rapporto tra la potenza nominale del generatore stesso (espressa in kwp) e la relativa superficie (espressa in m2), intesa come somma dell'area dei moduli. Efficienza nominale di un modulo fotovoltaico Rapporto fra la potenza nominale del modulo fotovoltaico e il prodotto dell'irraggiamento solare standard (1000 W/m2) per la superficie complessiva del modulo, inclusa la sua cornice. Efficienza operativa media di un generatore fotovoltaico Rapporto tra l'energia elettrica prodotta in c.c. dal generatore fotovoltaico e l'energia solare incidente sull'area totale dei moduli, in un determinato intervallo di tempo. Efficienza operativa media di un impianto fotovoltaico Rapporto tra l'energia elettrica prodotta in c.a. dall'impianto fotovoltaico e l'energia solare incidente sull'area totale dei moduli, in un determinato intervallo di tempo. Energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico L'energia elettrica (espressa in kwh) misurata all'uscita dal gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata, resa disponibile alle utenze elettriche e/o immessa nella rete del distributore. Gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata (o Inverter) Apparecchiatura, tipicamente statica, impiegata per la conversione in corrente alternata della corrente continua prodotta dal generatore fotovoltaico. Impianto (o Sistema) fotovoltaico Impianto di produzione di energia elettrica, mediante l'effetto fotovoltaico; esso è composto dall'insieme di moduli fotovoltaici (Campo fotovoltaico) e dagli altri componenti (BOS), tali da consentire di produrre energia elettrica e fornirla alle utenze elettriche e/o di immetterla nella rete del distributore. 44

45 Impianto (o Sistema) fotovoltaico collegato alla rete del distributore Impianto fotovoltaico in grado di funzionare (ossia di fornire energia elettrica) quando è collegato alla rete del distributore. Inseguitore della massima potenza (MPPT) Dispositivo di comando dell'inverter tale da far operare il generatore fotovoltaico nel punto di massima potenza. Esso può essere realizzato anche con un convertitore statico separato dall'inverter, specie negli impianti non collegati ad un sistema in c.a. Energia radiante Energia emessa, trasportata o ricevuta in forma di onde elettromagnetiche. Irradiazione Rapporto tra l'energia radiante che incide su una superficie e l'area della medesima superficie. Irraggiamento solare Intensità della radiazione elettromagnetica solare incidente su una superficie di area unitaria. Tale intensità è pari all'integrale della potenza associata a ciascun valore di frequenza dello spettro solare (CEI EN ). Modulo fotovoltaico Il più piccolo insieme di celle fotovoltaiche interconnesse e protette dall'ambiente circostante (CEI EN ). Modulo fotovoltaico in c.a. Modulo fotovoltaico con inverter integrato; la sua uscita è solo in corrente alternata: non è possibile l'accesso alla parte in continua (IEC ). Pannello fotovoltaico Gruppo di moduli fissati insieme, preassemblati e cablati, destinati a fungere da unit installabili (CEI EN 61277). Perdite per mismatch (o per disaccoppiamento) Differenza fra la potenza totale dei dispositivi fotovoltaici connessi in serie o in parallelo e la somma delle potenze di ciascun dispositivo, misurate separatamente nelle stesse condizioni. Deriva dalla differenza fra le caratteristiche tensione corrente dei singoli dispositivi e viene misurata in W o in percentuale rispetto alla somma delle potenze (da IEC/TS 61836). Potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un generatore fotovoltaico Potenza elettrica (espressa in Wp), determinata dalla somma delle singole potenze nominali (o massime o di picco o di targa) di ciascun modulo costituente il generatore fotovoltaico, misurate in Condizioni di Prova Standard (STC). Potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un impianto fotovoltaico Per prassi consolidata, coincide con la potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) del suo generatore fotovoltaico. Potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un modulo fotovoltaico Potenza elettrica (espressa in Wp) del modulo, misurata in Condizioni di Prova Standard (STC). Potenza effettiva di un generatore fotovoltaico Potenza di picco del generatore fotovoltaico (espressa in Wp), misurata ai morsetti in corrente continua dello stesso e riportata alle Condizioni di Prova Standard (STC) secondo definite procedure (CEI EN 61829). Potenza prodotta da un impianto fotovoltaico Potenza di un impianto fotovoltaico (espressa in kw) misurata all'uscita dal gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata, resa disponibile alle utenze elettriche e/o immessa nella rete del distributore. Radiazione solare Integrale dell'irraggiamento solare (espresso in kwh/m2), su un periodo di tempo specificato (CEI EN ). Sezioni "...l'impianto fotovoltaico può essere composto anche da sezioni di impianto a condizione che: 45

46 a) all'impianto corrisponda un solo soggetto responsabile; b) ciascuna sezione dell'impianto sia dotata di autonoma apparecchiatura per la misura dell'energia elettrica; c) il soggetto responsabile consenta al soggetto attuatore l'acquisizione per via telematica delle misure rilevate dalle apparecchiature per la misura di cui alla precedente lettera b), qualora necessaria per gli adempimenti di propria competenza. Tale acquisizione può avvenire anche per il tramite dei gestori di rete sulla base delle disposizioni di cui all'articolo 6, comma 6.1, lettera b), della deliberazione n. 88/07; d) a ciascuna sezione corrisponda una sola tipologia di integrazione architettonica di cui all'articolo 2, comma 1, lettere da b1) a b3) del decreto ministeriale 19 febbraio 2007, ovvero corrisponda la tipologia di intervento di cui all'articolo 6, comma 4, lettera c), del medesimo decreto ministeriale; e) la data di entrata in esercizio di ciascuna sezione sia univocamente definibile..." (ARG-elt 161/08). Soggetto responsabile Il soggetto responsabile è la persona fisica o giuridica responsabile della realizzazione e dell'esercizio dell'impianto fotovoltaico. Sottosistema fotovoltaico Parte del sistema o impianto fotovoltaico; esso è costituito da un gruppo di conversione c.c./c.a. e da tutte le stringhe fotovoltaiche che fanno capo ad esso. Stringa fotovoltaica Insieme di moduli fotovoltaici collegati elettricamente in serie per ottenere la tensione d'uscita desiderata. Temperatura nominale di lavoro di una cella fotovoltaica (NOCT) Temperatura media di equilibrio di una cella solare all'interno di un modulo posto in particolari condizioni ambientali (irraggiamento: 800 W/m2, temperatura ambiente: 20 C, velocità del vento: 1 m/s), elettricamente a ci rcuito aperto ed installato su un telaio in modo tale che a mezzogiorno solare i raggi incidano normalmente sulla sua superficie esposta (CEI EN ). Articolo 2, comma 2 (D. Lgs. N del )79 Autoproduttore è la persona fisica o giuridica che produce energia elettrica e la utilizza in misura non inferiore al 70% annuo per uso proprio ovvero per uso delle società controllate, della società controllante e delle società controllate dalla medesima controllante, nonché per uso dei soci delle società cooperative di produzione e distribuzione dell'energia elettrica di cui all'articolo 4, numero 8, della legge 6 dicembre 1962, n. 1643, degli appartenenti ai consorzi o società consortili costituiti per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili e per gli usi di fornitura autorizzati nei siti industriali anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto. Art. 9, comma 1 (D. Lgs. N del ) L'attivit à di distribuzione79 Le imprese distributrici hanno l'obbligo di connettere alle proprie reti tutti i soggetti che ne facciano richiesta, senza compromettere la continuità del servizio e purchè siano rispettate le regole tecniche nonchè le deliberazioni emanate dall'autorità per l'energia elettrica e il gas in materia di tariffe, contributi ed oneri. Le imprese distributrici operanti alla data di entrata in vigore del presente decreto, ivi comprese, per la quota diversa dai propri soci, le società cooperative di produzione e distribuzione di cui all'articolo 4, numero 8, della legge 6 dicembre 1962, n. 1643, continuano a svolgere il servizio di distribuzione sulla base di concessioni rilasciate entro il 31 marzo 2001 dal Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato e aventi scadenza il 31 dicembre Con gli stessi provvedimenti sono individuati i responsabili della gestione, della manutenzione e, se necessario, dello sviluppo delle reti di distribuzione e dei relativi dispositivi di interconnessione, che devono mantenere il segreto sulle informazioni commerciali riservate; le concessioni prevedono, tra l'altro, misure di incremento dell'efficienza energetica degli usi finali di energia secondo obiettivi quantitativi determinati con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato di concerto con il Ministro dell'ambiente entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Definizione di Edificio: ".un sistema costituito dalle strutture edilizie esterne che delimitano uno spazio di volume definito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume e da tutti gli impianti e dispositivi tecnologici che si trovano stabilmente al suo interno; la superficie esterna che delimita un edificio può confinare con tutti o alcuni di questi 46

47 elementi: l'ambiente esterno, il terreno, altri edifici; il termine può riferirsi a un intero edificio ovvero a parti di edificio progettate o ristrutturate per essere utilizzate come unità immobiliari a se stanti". (D. Lgs. n. 192 del 19 agosto 2005, articolo 2). 47

48 Quadro di riferimento ambientale ANALISI DELLA COMPONENTE SUOLO, SOTTOSUOLO E ACQUE SOTTERRANEE L area della discarica di Piangipane è ubicata nel comune di Ravenna, a circa 4,8 Km a Est del centro abitato di Ravenna e a circa 5.2 Km a SSE della frazione di Mezzano. 1 Inquadramento IGM 223SW Per quanto riguarda l idrografia superficiale, sono presenti presso l area fossi di scolo minori e lo scolo Canale a Nord. Il Fiume più vicino è il Lamone che scorre alla distanza di 6 km a Ovest. Sulla base del Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, l area di impianto si trova in una zona a moderata probabilità di esondazione, in Figura 2: Estratto Piano Stralcio Rischio Idrogeologico 48

49 particolare Aree di potenziale allagamento, trovandosi tra il fiume Montone e il fiume Lamone. Caratteristiche geomorfologiche, geologiche e idrogeologiche Il sito di progetto ricade all interno di un area perfettamente pianeggiante a quote comprese tra m circa sul livello del mare. Esso è caratterizzato da un punto di vista geologico da depositi alluvionali di pianura di natura limosoargillosa, riconducibili all Unità di Modena. Dal punto di vista pedologico, il sito ricade all interno delle delineazioni dei suoli La Boaria, di natura argilloso limosa. Sulla base di prove penetrometriche condotte presso l area e pubblicate dalla regione Emilia Romagna, la falda è stata rilevata a quote indicativamente di 2 m dal piano campagna. Modalità costruttive del capping Il capping della discarica di Piangipane, secondo gli elaborati del progetto, è composto da circa 2 m di terreno e/o materiale di riporto a partire dalla superficie regolarizzata dei rifiuti inerti. Interferenze con il sistema geologico e idrogeologico locale Il progetto è stato modificato per ridurre la struttura fondale dei pannelli al fine di limitarne l impatto. 49

50 Infatti i pannelli saranno sostenuti di 3 piedi posti su tre fondazioni a plinto di dimensione 3 x 0,8 metri (si vedano sezioni allegate) appoggiate al terreno. Il peso dell intera vela è di 20 kg e quindi il carico unitario sul terreno trasmesso da ogni plinto è: 20/(80x300x3) = 0,00027 kg/cm 2. I plinti saranno posti sul terreno opportunamente preparato mediante pochi cm di scotico e rullatura per il livellamento e per il mantenimento del deflusso delle acque superficiali. Lo scotico sarà limitato ai pochi cm di profondità del terreno interessato dall apparato radicale della vegetazione esistente. MODELLO GEOTECNICO Considerando le modalità d intervento sopra esposte, il modello geotecnico realizzato nella precedente relazione, può essere aggiornato considerando anche il fenomeno dei cedimenti. La stratigrafia schematica della discarica è la seguente: Non essendo possibile condurre indagini geognostiche all interno di un corpo di discarica, si confermano i valori geotecnici prodotti nella precedente relazione: Livello Descrizione γ ϕ cu E m t/m 3 Kg/cm 2 Kg/cm Terreno Inerti Limi e argille Data l esiguo carico unitario sul terreno e i valori geotecnici sopra riportati l intervento con le fondazioni sopra descritte è possibile senza creare elementi di instabilità. Per quanto concerne la tematica dei cedimenti, si consideri che la cava è terminata da circa 10 anni e quindi i terreni limosi e argillosi sottostanti hanno avuto tutto il tempo di assorbire gli eventuali cedimenti indotti dal carico degli inerti riportati. 50

51 325 Casadio & Co geologia acustica ambiente Il carico aggiunto dal peso dei pannelli è così ridotto per cui si prevedono cedimenti irrilevanti. PIAN GIPAN E SIMULAZIONE FUTURA ACCESSO ENEL ALLE CABI NE URBA NI ZZAZI ONE E RELATI VE FASCE DI RIS PETTO A LLEGATO 2B3 SCHEDA POC NUOVA SIEPE MI TI GA NTE A CCE SSO SECONDARI O PALO FINE LI NEA DIREZIONI DI SCOLO DELLE ACQUE METEORICHE S.S. SAN VITALE DISTANZA DELL' AREA OCCUPATA DAI PANNELLI FOTOVOLTAICI DAL LIMITE D' INTE RVE NTO FILARE DI ALBE RI ES IS TE NTE CAB INA ENE L CA BI NA UTENTE SOLHA R PI ANGI PANE FILARE DI ALBERI ESI STENTE NUOVA SIEPE MITI GANTE NUOVA SIEPE MI TI GA NTE FA SCI A DI RI SPE TTO PA RI A 5 mt. DISTANZA DELL' AREA OCCUPATA DAI PA NNE LLI FOTOVOLTA ICI, ZNS HI NE MONOCRISTALLINO 260 Wp, DAL LIMITE DI I NTE RVE NTO 51

52 PARTICOLARE SEZIONI STRUTTURALI PANNELLI Scala 1:25 157,5 157,5 20, ,5 157,5 157,5 4,5 4,5 PA NNE LLO FOTOVOLTAICO ZNSHINE SOLAR ,5 ZX5M MONOCRI STA LLINO 260 Wp STRUTTURA di SOSTEGNO PANNELLI ,0 STRUTTURA DI SOSTEGNO IN C.A ,6 4 36, PARTICOLARE PROSPETTO VELA FOTOVOLTAICO Scala 1:25 80 STRUTTUR A DI SOSTEGNO IN C.A. ARGINE MITIGANTE ALTEZZA Mt. 2, AREA OCCUPATA DALLE PLATEE IN C.A. DELLE VELE FV: Mq.3.00 x Mq.0.80 = 2.40Mq./platea x n 3/vela x n 3 58 vele Fv. Tot. Mq occupati dalle platee sulla discarica , 0 L impianto fotovoltaico viene completamente edificato entro il perimetro dell area di discarica. 52

53 L impianto fotovoltaico, inteso nella sua completezza (pannelli, strutture di sostegno, drenaggi, cabina elettrica e cavi di connessione) non apporta modificazioni al sistema geologico e idrogeologico della zona, poiché non ha alcuna interferenza diretta né indiretta con essi. Le interferenze dirette si possono avere solamente nei confronti del capping e degli inerti immediatamente al di sotto. Come specificatamente descritto nel Progetto dell Impianto fotovoltaico, le strutture che reggono i pannelli fotovoltaici sono dei piedi di dimensione 3 x 0.8, e di altezza 0.33 m, appoggiati sulla superficie del capping, dopo una leggera operazione di scotico. Il sistema dei pannelli fotovoltaici non è comunque un sistema rigido e pertanto è in grado di sopportare, senza alterazioni sostanziali, i cedimenti a cui il corpo rifiuti potrebbe ancora subire. ACQUE SUPERFICIALI Aspetti qualitativi dei corsi d acqua ARPA svolge periodicamente dei controlli presso alcuni punti significativi di tutta la reta fluviale della Regione Emilia Romagna e quindi anche della provincia di Ravenna. Ai sensi del Dlgs 152/99 quindi a ciascuna stazione indagata viene attribuita la classificazione ecologica (SECA) peggiore tra quelle indicate dai parametri macrodescrittori (LIM) e dall indice biotico I.B.E. Il sito più vicino all area di studio, su cui sono state svolte delle analisi, è il Fiume Lamone, nel punto del Ponte 100 m. I dati del 2008, i più recenti ritrovati indicano un valore di LIM pari a 285, indicativo di uno stato di qualità buono, gli indicatori IBE (5) e SECA mostrano invece condizioni scadenti. Sintesi degli impatti sui corsi d acqua In conclusione, va sottolineato che l impianto in esame non produrrà alcune alterazione a carico della rete idrica superficiale, né dal punto di vista idraulico, né tantomeno da quello della qualità delle acque. VEGETAZIONE E FLORA La vegetazione del territorio Lo studio del territorio è stato effettuato tramite una preliminare analisi aerofotogrammetria e da una successiva indagine in sito. L area in cui verrà operato l intervento si colloca all interno di un contesto che non vede la presenza di elementi floristici di interesse naturalistico. L area di discarica presenta una copertura a prato incolto, mentre nell intorno, in particolar modo a SW le attività di ripristino della passata attività di cava hanno realizzato rimboschimenti con essenze comuni e tipiche dell area: salici, aceri, olmi... 53

54 Potenziali Interferenze dell impianto sulla vegetazione L opera non sembra poter avere alcun impatto dell opera sulla vegetazione né sull aspetto complessivo del paesaggio. FAUNA Le forme di vita animale che popolano i territori analizzati sono di scarso rilievo naturalistico. L area di discarica non costituisce un habitat per le specie faunisitiche presenti nell area. Il sito non ricade all interno di aree SIC o ZPS, ma può essere considerato come area di corridoio tra aree suddette presenti nel territorio ravennate, soprattutto relativo all avifauna. A tal proposito è avviata una pratica di prevalutazione di incidenza, concomitante alla presente pratica di screening. Gli impatti potenziali sulla componente faunistica L analisi della componente ha cercato di individuare specifiche problematiche associate ad effetti di abbagliamento, senza peraltro trovare riscontro in letteratura o nella documentazione disponibile in rete e pressi i siti dedicati. 54

55 Le specie migratrici che attraversano il sito durante gli spostamenti pre riproduttivi o post riproduttivi potranno subire un incidenza negativa relativamente alla possibile confusione dei pannelli solari con gli specchi d acqua, anche se tale eventualità è scarsamente documentata e supportata da bibliografia scientifica (Royal Society for the Protection of Birds, March 2011 Solar Power ). Ulteriori impatti sono stati individuati nella riduzione di superficie quale sito di alimentazione per i granivori e indirettamente gli insettivori, che può essere individuata nella superficie interessata dalla disposizione dei pannelli fotovoltaici. Si conclude affermando che il progetto di realizzazione dell impianto fotovoltaico con potenza di 1MWp non rappresenta un fattore di rischio per la fauna locale. Si allega al presente studio a pre-valutazione di incidenza già effettuata in fase di screening. PAESAGGIO Introduzione Il concetto di paesaggio assume una pluralità di significati, non sempre di immediata identificazione, che fanno riferimento sia al quadro culturale e naturalistico, sia alla disciplina scientifica che ne fa uso. Il paesaggio infatti è costituito da forme concrete, oggetto della visione di chi ne è circondato, ma anche dalla componente riconducibile all immagine mentale, ovvero alla percezione umana. Anche a livello normativo, per molto tempo non è esistita, di fatto, alcuna definizione univoca, poiché sia le leggi n del 1939 (beni ambientali e le bellezze d insieme) e n del 1939 (beni culturali) sia la successiva legge n. 431 del1985 ( legge Galasso ) tendevano a ridurre il paesaggio ad una sommatoria di fattori antropici e geografici variamente distribuiti sul territorio. Solo di recente la Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000) e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. n. 42/2004) hanno definito in modo sufficientemente organico il concetto di paesaggio. L art. 1 della Convenzione Europea indica che paesaggio designa una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. Il codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ha fatto proprie le indicazioni della Convenzione Europea e all art. 131 afferma: - per paesaggio si intende una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni; - la tutela e la valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili. Da queste definizioni si desume che è di fondamentale importanza, per l analisi di un paesaggio, lo studio dell evoluzione dello stesso nel corso dei secoli, e identificazione delle parti omogenee, ovvero delle unità di paesaggio. Per procedere alla valutazione su base storica del paesaggio in un dato territorio è necessario compiere un analisi delle categorie principali di elementi che lo costituiscono: - la morfologia del suolo; - l assetto strutturale e infrastrutturale del territorio (presenza di case, strade, corsi d acqua, opere di 55

56 bonifica e altri manufatti); - le sistemazioni idrauliche agrarie, le dimensioni degli appezzamenti - le coltivazioni e la vegetazione. Quest ultime consentono di individuare anche le già accennate unità di paesaggio, ossia le porzioni omogenee in termini di visualità e percezione in un determinato territorio. Riguardo il valore del paesaggio, è necessario distinguere tra valore intrinseco, ossia percepito sulla base di sensibilità innate, e valore dato dalla nostra cultura. I caratteri del paesaggio sono l unicità, la rilevanza e l integrità, mentre le qualità possono variare da straordinarie, notevoli, interessanti fino a deboli o tipiche degli ambienti degradati. Frideldey (1995) ha cercato di riassumere quali sono i fattori che influenzano l apprezzamento del paesaggio; tra gli attributi del paesaggio che aumentano il gradimento, egli individua la complessità (da moderata ad elevata), le proprietà strutturali di tale complessità (che consentono di individuare un punto focale), la profondità di campo visivo (da media a elevata), la presenza di una superficie del suolo omogenea e regolare, la presenza di viste non lineari, l identificabilità e il senso di familiarità. La qualità del paesaggio della pianura romagnola è andata progressivamente peggiorando negli ultimi decenni sia dal punto di vista percettivo che da quello storico-culturale. La crescita insediativa nella regione negli anni 90 ha assunto ritmi mai registrati in precedenza specie per quanto riguarda la costruzione di fabbricati non residenziali. Vaste porzioni del territorio rurale sono state interessate visivamente dalla presenza di fabbricati (specie di tipo industriale e commerciale) che, per tipologia edilizia, sono fortemente incoerenti con il territorio rurale circostante e ne determinano un degrado profondo e stabile nel tempo. Va anche evidenziato che, al contrario di quanto avvenuto per il boom edilizio degli anni 70, in questo caso la crescita insediativa è avvenuta nell ambito di piani urbanistici adottati dai singoli Comuni e approvati dalla Regione. Il degrado paesaggistico delle zone rurali sperimentato negli anni 90 ha dimostrato chiaramente che la normativa urbanistica in vigore all epoca si è rivelata del tutto incapace di favorire un adeguato grado di tutela del paesaggio, con la sola esclusione di alcune aree di particolare importanza naturalistica, in cui sono stati realizzati parchi e riserve naturali, e, in quanto tali, espressamente tutelate a livello regionale tramite il PTRC. Non va inoltre trascurato che alcuni elementi positivi sono comunque emersi anche negli anni 90 e con il nuovo millennio sul fonte delle politiche agro-ambientali e paesaggistiche. Per la prima volta infatti la politica agricola comunitaria si è fatta carico di un consistente programma finanziario finalizzato alla riduzione dell impatto ambientale delle tecniche produttive agricole ed al miglioramento del paesaggio. Caratteristiche del territorio L'attuale assetto del territorio è il risultato di due principali processi: - una millenaria e diffusa antropizzazione, finalizzata al massimo beneficio agricolo, in condizioni pedologiche ed ambientali favorevoli; - l'espansione urbanistica e infrastrutturale, spesso incontrollata, che ha interessato il territorio della pianura padana negli ultimi 60 anni. 56

57 La foresta mesofila che originariamente occupava gran parte della pianura risultava quasi totalmente scomparsa già in epoca romana. Dopo una parziale espansione della copertura vegetale nell'alto medioevo, il territorio è stato quasi completamente dissodato per lasciar spazio alle attività agricole. Gli effetti di tali azioni comportarono dei cambiamenti non solo degli aspetti naturalistici, ma anche di carattere pedologico: la perdita di sostanza organica, la regimazione delle acque superficiali ecc. I sistemi meno alterati occupano le aree economicamente marginali e in prossimità di zone umide (valli, lagune, alvei e rive fluviali). L'intensità delle alterazioni dell'ambiente naturale è legata al grado di fertilità del terreno e alla loro appetibilità dal punto di vista economico: quanto più le condizioni pedo-climatiche e infrastrutturali sono vantaggiose tanto più l'attività antropica manifesta la sua influenza; al contrario nelle situazioni meno favorevoli (zone umide, colli, aste fluviali ecc.) le attività produttive si riducono o addirittura scompaiono. Le zone trascurate dallo sviluppo industriale e da quello agricolo hanno conservato le loro risorse naturali. Il loro carattere limitante sta nella loro marginalità e frammentarietà. Descrizione particolare dell area di indagine Come già detto, riguardo gli aspetti propriamente paesaggistici, l area è caratterizzata dalla presenza contigua di 4 ambienti: ossia l ambiente agricolo a seminativo, il rimboschimento, l attività di recupero inerti ed i bacini artificiali derivanti dall antica attività di cava. Dal punto di vista infrastrutturale, il sito è prossimo all A14 bis, diramazione per Ravenna ed è accessibile da Via Bartolotte, una via di importanza minore che collega la SP 253 San Vitale a Via Canala. Sono presenti nell area rare abitazioni sparse, alcune a carattere rurale, e il centro urbano più prossimo è Piangipane. Sono presenti inoltre alcune aree produttive di medio - piccole dimensioni immediatamente a sud-ovest del sito di intervento. Sulla base della classificazione delle Unità di Paesaggio inserite nel PTCP, l area di Piangipane ricade all interno dell unità 10 Terre Vecchie, chiamate così perché i terreni compresi all interno dei questa U. di P. sono terreni alti (10-20 metri) rispetto alla quota del livello del mare, perché furono i primi, in tempi remoti, ad essere stati interessati da fenomeni alluvionali in contrapposizione alle terre basse della parte orientale della Provincia, emerse dopo ingenti opere di bonifica. Presso il sito di studio non si rilevano elementi di particolare interesse storico archeologico o paesaggistico ambientale. Nella figura qui di seguito (Fonte Regione Emilia Romagna) esposta sono rappresentati ed evidenziati gli usi del suolo presso il sito di studio aggiornata al 2008, dove l area è erroneamente inquadrata come estrattiva: 57

58 Di seguito si riportano inoltre alcune riprese fotografiche dei luoghi. 58

59 Nelle foto prese presso l area e la foto aerea si ritrovano le constatazioni fatte in precedenza: il paesaggio dominante è quello agricolo dei campi aperti, coltivati principalmente a seminativo. Si ritrovano poi gli alberi realizzati durante la fase di rimboschimento ed i capannoni destinati alle attività produttive. Impatto paesaggistico dell opera Il progetto consiste nella realizzazione di un parco fotovoltaico di tipo non integrato (dunque al livello del suolo, non potendo usufruire di strutture edilizie esistenti), costituito da serie di stringhe di pannelli fotovoltaici di dimensioni contenute che occupano, assieme ai relativi manufatti ed impianti, circa 3 ettari di un area agricola precedentemente adibita a discarica che necessita di riqualificazione ambientale e funzionale. È necessario evidenziare il fatto che l area in esame non presenta particolari valori paesaggistici; non si riscontrano infatti particolari qualità uniche, rilevanti e/o riconducibili ad alto grado di integrità del territorio. La complessità delle forme è medio-bassa, come pure la profondità di campo visivo e la presenza di viste non lineari, tutti fattori di apprezzamento paesaggistico. 59

60 Al di la di ciò, è indubbio il fatto che il progetto vada a modificare l uso dei luoghi, introducendo elementi comunque estranei al paesaggio tipicamente agricolo del territorio ravennate, per cui si riscontra la presenza di impatti di tipo paesaggistico dei quali è necessaria una definizione e descrizione. Per far ciò, nel seguito della trattazione si fa riferimento alle fasi di realizzazione ed esercizio dell opera. Fase di realizzazione Gli impatti riconducibili alla fase di costruzione dell opera sono particolarmente contenuti nel caso in esame. Per la realizzazione dell opera è necessario prevedere un area di cantiere di circa 300 mq, ubicata presso l area per servizi collegati alla discarica, all interno della quale possano essere alloggiati le infrastrutture temporanee per le maestranze a per il magazzino delle apparecchiature da installare in campo. L area sarà recintata e saranno create apposite piste in terra battuta per i mezzi di cantiere. Non sono previste comunque particolari movimentazioni/passaggi di mezzi tali da alterare significativamente le condizioni locali di traffico e dunque la fruizione dei luoghi. Il progetto non comporta sgombro di terreni e/o sbancamenti. I lavori si riducono ad un modesto scavo del terreno fino a cm di profondità solo per l interramento di tubazioni portacavo ad una profondità limitata a circa 30 cm dalla superficie unicamente nel tratto di collegamento dai quadri di campo alla cabina di conversione e controllo. Tale operazioni, in sostanza, non andranno ad alterare la morfologia dei luoghi, già di per sè comunque compromessa dalla presenza della precedente discarica. Si adotteranno in ogni caso in questa fase tutti gli accorgimenti per minimizzare gli impatti sul paesaggio, ad esempio si provvederà al mascheramento delle aree di cantiere, alla localizzazione ottimale di tali aree, in modo da ottimizzare i tempi di esecuzione dell opera e contemporaneamente ridurre al minimo indispensabile l occupazione del suolo. La durata del cantiere è prevista in circa 6 settimane. I potenziali effetti della fase di cantiere sono dunque di carattere temporaneo e reversibile, dato che lo stato dei luoghi e dei terreni sarà riportato alle condizioni originarie alla fine del lavori. Fase di esercizio In riferimento al rapporto opera - paesaggio, per quanto detto in precedenza riguardo la natura del progetto in relazione alla vocazione ed alle caratteristiche dei luoghi, si ritiene di poter affermare, con ragionevole certezza, quanto segue. La nuova opera prevede la riqualificazione di un area di discarica, modificando dunque sia pur con connotazione positiva l uso attuale dei luoghi; tale modifica non si pone però come elemento di sostituzione del paesaggio o come elemento forte, di dominanza. L obiettivo è infatti quello di realizzare un rapporto opera paesaggio di tipo integrativo. In altre parole, la finalità è quella di inserire l opera in modo discreto e coerente nel paesaggio agricolo periurbano ravennate. Le forme tipiche degli ambienti in cui si inserisce il progetto, rimarranno sostanzialmente le stesse. In termini di impatto visivo e percettivo, è necessario evidenziare innanzitutto che l altezza dei pannelli fotovoltaici, orientati verso sud ed inclinati di 30 rispetto il livello del suolo, è di 4,5 m circa da terra. I moduli inoltre sono opachi, non riflettono dunque la luce e sono ben mimetizzati nel terreno circostante. 60

61 Gli elementi maggiormente visibili ed estranei al paesaggio circostante sono costituiti dalle componenti accessorie dell impianto (locali tecnici della cabina elettrica, recinzioni, sistemi di illuminazione). In ogni caso, l inserimento delle nuove strutture sarà attenuato dalla presenza dei manufatti relativi alla discarica e l attività di recupero inerti già esistenti. In termini puramente percettivo-identitari, un elemento positivo non trascurabile è dato dal valore aggiunto ambientale ed etico che la nuova proposta impiantistica può apportare con la propria presenza sul territorio. L osservatore infatti potrà percepire in modo positivo la finalità di riqualificazione di un area degradata e l utilizzo della stessa per scopi maggiormente virtuosi ed in linea con gli obiettivi nazionali di potenziamento della produzione energetica mediante FER. Il progetto stesso potrà contribuire, sia pur entro i propri limiti dimensionali, a diffondere i valori del buon progettare e a porsi come esempio virtuoso di riqualificazione ambientale. L inserimento di un parco fotovoltaico in un area periurbana ancora oggi è percepito come elemento sostanzialmente estraneo al paesaggio agricolo, ma nell immediato futuro, grazie anche al contributo di opere come quella in esame, potrà assumere connotazioni identitarie dei luoghi, avvalorate dalla possibilità/opportunità di recuperare in modo funzionale aree degradate. Considerando infine anche la medio-bassa naturalità dei luoghi, la scarsa rilevanza ed integrità degli stessi in termini paesaggistici, il livello di impatto sul paesaggio non può ritenersi del tutto trascurabile, ma comunque è definibile con ragionevole certezza come contenuto, localizzato, mitigabile e totalmente reversibile, data la natura ed il tempo di vita dell opera (20-30 anni). Riguardo le mitigazioni, la presenza del rimboschimento già in essere costituisce una barriera visiva efficace al sito. Da progetto, infine, è prevista l installazione di una siepe mitigante, al fine di coprire parzialmente l impatto visivo dei pannelli. ATMOSFERA L analisi della componente, per il progetto allo studio, si limita alla definizione del livello qualitativo ante operam, anche se la realizzazione dell impianto fotovoltaico non è destinata a produrre modifiche (se non in modo molto contenuto in fase di cantiere, come si dirà nel seguito) ai livelli attualmente osservabili. Non 61

62 vengono invece presi in considerazione gli aspetti meteoclimatici in quanto non influenti per l opera in progetto. Nel seguito vengono stimati gli effetti derivanti dalla realizzazione dell opera, sia in fase di cantiere che di esercizio, proponendo una valutazione data la tipologia progettuale delle ricadute a livello locale e globale. Stato attuale La Rete Regionale di monitoraggio della Qualità dell Aria (RRQA) è presente sul territorio della Provincia di Ravenna con diverse stazioni di misura, quella più vicina al sito è relativo alla stazione di Zalamella, in contesto di traffico urbano, non propriamente rappresentativo della situazione presente presso il sito. Il territorio urbano di Piangipane ricade all interno dell Agglomerato R9 di Ravenna. Riassumendo quanto esposto sul Rapporto sulla qualità dell aria per la Provincia di Ravenna dell anno 2010 (attualmente il più recente), redatto a cura del Servizio Sistemi Ambientali Area Valutazione e Monitoraggio Aria, Rumore, CEM dell Arpa di Ravenna, i valori del Biossido di Azoto e Ossidi di Azoto, Monossidi di Carbonio e IPA rimangono entro i limiti normativi. Per quanto riguarda le PM 10, nel 2010 il numero di superamenti medio giornaliero di 50 µg/m3 (35 volte all anno) è stato superato. Effetti dell opera In fase di cantiere si potrà verificare un leggero peggioramento della qualità dell aria a livello strettamente locale (area prospiciente il sito di realizzazione delle opere), dovuto ad un aumento nel livello delle polveri causato dalla movimentazione del terreno durante le operazioni di scavo necessarie per la posa dei cavi. L attività è limitata nel tempo oltre che circoscritta spazialmente, per cui il disturbo effettivo dovrebbe essere sostanzialmente contenuto. Irrilevante appare invece il contributo dovuto al movimento dei mezzi meccanici, per il trasporto di mezzi e persone e per l operatività del cantiere: la durata complessiva della fase di costruzione è stimata in sei settimane e il progetto richiede uno sforzo minimo relativamente alle lavorazioni. Anche il movimento delle maestranze da e per il cantiere non è in grado di determinare un aggravio al traffico locale, se non del tutto temporaneo e ridotto. In fase di esercizio l impianto non dà luogo ad alcun tipo di interferenza sulla qualità dell aria. Si registra, invece, un effetto positivo consentito dal progetto. L impianto fotovoltaico consente la riduzione di emissioni in atmosfera delle sostanze che hanno effetto inquinante e che contribuiscono all effetto serra. Emissioni evitate in atmosfera Emissioni evitate in atmosfera di CO 2 SO 2 NO X Polveri Emissioni specifiche in atmosfera [g/kwh] Emissioni evitate in un anno [kg] Emissioni evitate in 20 anni [kg] Fonte dati: Rapporto ambientale ENEL 2008 Studio sul traffico Descrizione della rete viaria 62

63 L area in oggetto è collocata in Via Bartolotte, a Ravenna, ed è raggiungibile teoricamente percorrendo la SP253 oppure la Via Canala, essendo la Via Bartolotte una congiungente le due strade. Si veda l immagine seguente per un migliore dettaglio: La Via Bartolotte è una strada che, se percorsa dalla SP253 è interrotta all altezza del cavalcavia sull autostrada; dunque l unico modo per accedere all area è passare dalla Via Canala. Lo svincolo che regola l accesso alla Via Bartolotte dalla Via Canala è un incrocio a raso, come da immagine seguente: 63

64 e la Via Bartolotte da questo lato si presenta come una strada inizialmente asfaltata poi sterrata. Situazione attuale e di progetto La situazione attuale si presenta già caratterizzata da un discreto livello di traffico dovuto alla presenza di un impianto di lavorazione inerti proprio in area retrostante all area di studio. Nonostante l area si collocata in aperta campagna, la Via Bartolotte presenta già allo stato attuale un movimento veicolare, ascrivibile per la maggior parte a traffico di veicoli pesanti, non irrilevante. Il flusso su questa via si può riassumere come il passaggio di mediamente 15 mezzi all ora, che porta a determinare circa 120 mezzi al giorno. Ora, questa valutazione è basata sull osservazione diretta della durata di un ora nella mattinata di una giornata lavorativa. Occorre tener presente, tuttavia, che il flusso è sempre variabile dunque supporre 10 mezzi all ora come ordine di grandezza può portare a sopravalutare il problema. Si ritiene dunque che una descrizione veritiera e significativa di questa casistica sia quella di assegnare un numero di veicoli pesanti variabile tra 80 mezzi al giorno (mediamente). Per quanto riguarda la situazione di progetto, l istallazione dei pannelli comporta l utilizzo di mezzi pesanti per il trasporto degli stessi e dei mezzi utilizzati dai dipendenti atti all installazione. Tuttavia si ritiene che l apporto più significativo alla congestione del traffico sia rappresentato dal flusso di mezzi pesanti. Come da quanto riportato nell inquadramento progettuale dello screening, si stima un numero pari a 20 camion al giorno utilizzati per le fasi di posizionamento dei vari componenti, e la durata del cantiere è stimata in 6 settimane. Rispetto agli attuali 80 veicoli pesanti che percorrono la strada, dunque, si avrebbe un aumento del 25% del traffico di mezzi pesanti sulla Via Bartolotte. La Via Bartolotte, tuttavia, è una strada chiusa (poiché il 64

65 cavalcavia sull autostrada è attualmente interdetto al traffico) ed è una strada a servizio esclusivamente delle attività ivi presenti, il che non conduce a situazioni di congestione per il traffico locale. Per quanto riguarda la situazione in Via Canala, si consideri che i camion che percorrono la Via Bartolotte saranno gli stessi ad immettersi in Via Canala. Via Canala conta un passaggio attualmente di 5 mezzi pesanti all ora da sommarsi ad un flusso di circa 115 auto/ora. L incremento di 20 camion/ora si ritiene non essere determinante sulla situazione attuale di traffico di Via Canala. Inoltre lo svincolo che rappresenta l immissione di Via Bartolotte su Via Canala risulta essere adeguatamente dimensionato per la situazione attuale e anche per la situazione di cantiere futura, vista la dimensione della carreggiata e dell incrocio. Fondamentale alla valutazione del presente studio è la considerazione della limitata durata nel tempo del cantiere (6 settimane). Conclusioni Si consideri che l area oggetto di installazione dei pannelli è collocata in fondo alla Via Bartolotte (si intende in fondo perché attualmente il cavalcavia sull autostrada è chiuso al traffico), dunque non vi è un flusso di traffico bidirezionale che si avrebbe se la via fosse aperta al traffico. Questo fatto, unito all assenza di abitazioni (e quindi di automobili legate alle residenze) fa in modo che l introduzione dei mezzi pesanti dovuti al cantiere non incida sul normale flusso di traffico, arrecando congestioni veicolari o intoppi. In considerazione di quanto appena detto e del fatto che la strada è percorsa già da mezzi pesanti e che al momento questo flusso non crea situazioni di disagio vista l adeguatezza della Via Bartolotte e dell immissione della stessa in Via Canala, si può concludere che l incremento momentaneo del traffico vista la durata molto limitata nel tempo (6 settimane) sia un fenomeno fisiologico di qualsiasi attività di cantiere. RUMORE Le caratteristiche dell intervento in oggetto (installazione di stringhe di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia da fonte solare), e la sua localizzazione (sul capping di una discarica chiusa e collaudata, in fase di gestione post-mortem), portano ad alcune considerazioni che coinvolgono la componente rumore. La prima consiste nell attuale presenza di attività significative dal punto di vista acustico, che consistono sostanzialmente nello sfalcio del cotico erboso della discarica e soprattutto nell attività di recupero inerti con l impiego del frantoio ed il passaggio degli automezzi in primis. La fase di cantiere sarà ridotta nel tempo e comporterà pochi viaggi per il trasporto dei pannelli e delle strutture; più avanti, per completezza, si riporta comunque una valutazione di impatto acustico relativa alla fase di cantiere. In sintesi, le attività legate alla realizzazione dell impianto e al suo esercizio comporteranno ridottissime emissioni acustiche. Per questi motivi l analisi della componente rumore verrà svolta sulla base delle indicazioni contenute nel Piano di classificazione acustiche del Comune di Ravenna, ritenendo più che sufficienti i rilievi realizzati allo scopo. 65

66 Classificazione acustica dell area in esame e limiti di riferimento I limiti di rumorosità previsti dalla normativa e individuati dalla zonizzazione acustica si possono distinguere in: limiti assoluti di emissione, che rappresenta il valore massimo di rumore che può essere emesso da una specifica sorgente sonora presente in un determinato luogo, in facciata agli edifici o in prossimità di spazi occupati da persone o comunità; limiti assoluti di immissione, che rappresenta il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore presente in un determinato luogo, in facciata agli edifici o in prossimità di spazi occupati da persone o comunità. Valori limite di emissione Valori limite di immissione Sulla base della classificazione acustica del Comune di Ravenna, l area di studio ricade in classe IV, Aree di intensa attività umana. Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da inteso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole industrie. 66

67 Per le aree in classe IV i limiti diurni sono pari a 60 db(a) in emissione e 65 db(a) in immission ed i limiti notturni sono pari a 50 db(a) e 55 db(a). Caratterizzazione acustica nella fase di cantierizzazione Obiettivo dei successivi paragrafi è quello di prescrivere le adeguate misure che l impresa esecutrice dovrà attuare per potere recare il minor disturbo possibile ai ricettori più prossimi all area di cantiere e lungo la viabilità locale. Gli interventi di mitigazione Gli interventi di mitigazione possono essere suddivisi in: PRELIMINARI Sono preliminari tutti gli interventi di dislocazione, organizzazione e pianificazione del cantiere che per la loro stessa natura contribuiscono a tenere minimi i livelli di emissione di rumore. ATTIVI Tutte le procedure operative che comportano una riduzione delle emissioni rispetto ai valori standard che si avrebbero in condizioni normali. PASSIVI Non essendo ulteriormente riducibile l emissione di rumore si interviene sulla propagazione nell ambiente esterno con lo scopo di ridurre l immissione sui ricettori sensibili. In termini generali è certamente più corretto ridurre l emissione di rumore alla fonte piuttosto che cercare di limitare i danni. Di seguito si indicano gli interventi di mitigazione preliminare, che l impresa esecutrice dovrà attuare in accordo con il Direttore dei Lavori nella scelta delle macchine di cantiere e della dislocazione dei vari apprestamenti di cantiere: - Selezione di macchine conformi alle norme - Impiego di macchine per il movimento terra gommate anziché cingolate - Installazione di silenziatori e marmitte catalitiche sulle macchine eventualmente sprovviste - Dislocazione di impianti fissi (con limitata produzione di rumore) in posizione schermante rispetto alle sorgenti interne - Orientamento adeguato di impianti con emissione di rumore a forte direttività - Dislocazione degli impianti rumorosi alla massima distanza possibile dai ricettori - Utilizzo di macchine di recente costruzione (gruppi elettrogeni, compressori, martelli demolitori, ) - Continua manutenzione dei mezzi e delle attrezzature (Lubrificazione, sostituzione pezzi usurati o inefficienti, controllo e serraggio giunzioni, bilanciatura, verifica allineamenti, verifica tenuta pannelli di chiusura ) - Manutenzione della viabilità interna. Per quel che riguarda gli interventi di mitigazione attiva si impone che: - nel tratto di viabilità utilizzata per il trasporto dei materiali, si dispone che ciascun camion venga caricato non oltre il 70% della portata ammissibile con obbligo di velocità massima inferiore a 40 Km/h. - vi sia l esclusione di tutte le operazioni rumorose non strettamente necessarie all'attività di cantiere e che la conduzione di quelle necessarie avvenga con tutte le cautele atte a ridurre al minimo l'impatto acustico (es. divieto d uso contemporaneo di macchinari particolarmente rumorosi); 67

68 - i motori a combustione interna siano tenuti ad un regime di giri non troppo elevato e neppure troppo basso; - vengano fissati adeguatamente gli elementi di carrozzeria, i carter, ecc. in modo che non emettano vibrazioni; - vengano evitati i rumori inutili che possono aggiungersi a quelli dell attrezzo di lavoro che non sono di fatto riducibili; - vengano tenuti chiusi gli sportelli, le bocchette, le ispezioni, ecc. delle macchine silenziate; - venga segnalata a chi di dovere l eventuale diminuzione dell efficacia dei dispositivi silenziatori; - le apparecchiature che difficilmente possono essere adeguatamente silenziate, quali i piccoli compressori o simili, quando devono essere usate in luoghi chiusi, vengano ubicate, per quanto possibile, in locali attigui a quelli in cui si svolgono le lavorazioni; - non vengano tenuti in funzione gli apparecchi e le macchine, esclusi casi particolari, durante le soste delle lavorazioni. Sorgenti di rumore presenti nell area di cantiere Nell ipotesi che l impresa esecutrice predisponga tutti gli interventi appena descritti si stima di seguito il rumore prodotto dall intervento in fase di cantierizzazione. Le attività presenti all interno del cantiere potenzialmente critiche sono: - passaggio automezzi per il trasporto del materiale e degli elementi utili alla realizzazione del campo - impiego mezzi per il posizionamento delle varie strutture (cabine prefabbricate, zavorre...) Sintesi degli impatti in fase di esercizio Con la realizzazione dell impianto fotovoltaico la produzione di energia elettrica sfruttando i raggi solari non genererà alcun tipo di rumore, per cui non sono previste mitigazioni specifiche. Sulla base delle precedenti indicazioni è stata realizzata una valutazione previsionale di impatto acustico più specifica, con apposite mappe isofoniche, che si riporta qui di seguito. Specifica valutazione previsionale di impatto acustico della fase di cantiere La valutazione dell impatto acustico verrà eseguita considerando che il cantiere durerà 6 settimane e che vi sarà una percorrenza massima al giorno di 20 camion. L attività si svolgerà esclusivamente in intervallo diurno. Poiché nell intorno di 400 m non ci sono recettori, le valutazioni saranno svolte unicamente circa il contributo alle immissioni acustiche generate dal traffico indotto. Foto satellitare con individuazione dei ricettori presenti nell area Il clima dell area è controllato principalmente dal traffico veicolare sull autostrada per Ravenna e dal traffico sulla Via Canala. La Via Bartolotte è dotata di traffico modesto in quanto strada interrotta a Sud in prossimità del ponte. L unico recettore è ubicato in corrispondenza dell incrocio tra Via Bartolotte e Via Canala. 68

69 Recettore Rottamaio Impianto frantumazione Futuro cantiere Strada chiusa Stato attuale Allo stato attuale si stima, mediante un rilievo a campione dei passaggi lungo Via Bartolotte, la presenza di circa 15 camion all ora dalle 7 alle 18 diretti alla discarica e all autodemolizione. In termini di passaggi si tratta di 30 passaggi/ora dalle 7 alle 18, e di circa 21 passaggi ora in intervallo diurno (6-22). I passaggi sulla Via Canala sono invece dell ordine di circa 120 auto/ora. 69

70 Stato futuro Considerando che l attività di cantiere necessiterà di un massimo di 20 camion (ovvero 40 passaggi per andata/ritorno) al giorno, si produrrà nell intervallo diurno (16 ore) un incremento di passaggi pari a 2,5 camion/ora su Via Bartolotte e Via Canala. Questo incremento produrrà emissioni acustiche modeste in quanto: - Nell area è presente un solo recettore. - Il recettore è posto in prossimità dell incrocio. Non si produrranno emissioni per rotolamento degli pneumatici dovuto alla velocità dei mezzi. - Il traffico attuale su Via Canala è prevalente e controlla il clima acustico intorno al recettore. L incremento del traffico non modificherà il clima attuale intorno al recettore. - L incremento del traffico è modesto. Quantificazione del possibile incremento delle immissioni acustiche mediante formule previsionali Incremento immissioni acustiche lato recettore fronte Via Canala Distanza r da Via Canala = 40 m Portata attuale strada = 115 auto/ora, 5 camion/ora Portata futura = 115 auto/ora, 7,5 camion/ora Velocità mezzi = 70 Km/h Modello CETUR traffico urbano aperto Attuale Leq = log(Ql + EQp) + 20logV - 12log(d+lc/3) + 10log(Q/180) = 59,4 dba 70

71 Futuro Leq = log(Ql + EQp) + 20logV - 12log(d+lc/3) + 10log(Q/180) = 60 dba L incremento potrà essere dell ordine di 0,6 db. Incremento immissioni acustiche lato recettore fronte Via Bartolotte Distanza r da Via Bartolotte = 11 m Portata attuale strada = 21 camion/ora Portata futura = 23,5 camion/ora Velocità mezzi = 10 Km/h Modello CETUR traffico urbano aperto Attuale Leq = log(Ql + EQp) + 20logV - 12log(d+lc/3) + 10log(Q/180) = 49,3 dba Futuro Leq = log(Ql + EQp) + 20logV - 12log(d+lc/3) + 10log(Q/180) = 49,8 dba L incremento potrà essere dell ordine di 0,5 db. Conclusioni L analisi qualitativa e quantitativa delle immissioni acustiche che saranno prodotte dall attività di cantiere dimostra che l impatto acustico sarà modesto, dell ordine di 0,5 db e che pertanto non modificherà sostanzialmente il clima acustico attuale dell area. Si raccomanda di svolgere le attività esclusivamente entro l intervallo diurno (6:00 22:00). SALUTE PUBBLICA Nell area dell intervento le operazioni di deposito di rifiuti inerti sono terminate nel 2003, anno in cui è iniziata la fase di gestione post operativa. Dalle informazioni raccolte lo stato attuale del fattore salute pubblica non risulta negativamente connotato dalla presenza nel passato recente della discarica: il disturbo causato dalla sua presenza, di carattere reversibile, può essere giudicato ormai terminato, senza avere segnato il benessere delle popolazioni residenti. Attualmente, l area presenta una copertura erbacea continua. I campi elettromagnetici Quando si parla di inquinamento elettromagnetico e di campi elettromagnetici (CEM) ci si riferisce alle radiazioni non ionizzanti (NIR) con frequenza inferiore a quella della luce infrarossa. 71

72 Possiamo tentare una classificazione sommaria degli effetti dei campi elettromagnetici sugli individui umani, basata sulla distinzione tra effetti acuti e cronici. Effetti acuti: immediati ed oggettivi, accertabili sperimentalmente su volontari al di là di ogni possibile dubbio: - a bassa frequenza: imputabili alla corrente indotta; - ad alta frequenza: imputabili al riscaldamento dei tessuti. Effetti sanitari a lungo termine, in cui è difficile accertare il rapporto causa effetto (indagini con metodi epidemiologici): - con sintomi più o meno soggettivi (affaticamento, irritabilità, difficoltà di concentrazione, cefalee, insonnia, ecc.); - con sintomi oggettivi ed in genere gravissimi (tumori, malattie degenerative). Il quadro degli effetti biologici è completato dagli effetti su colture cellulari, tessuti ed organi escissi (effetti in vitro) e da quelli su animali da laboratorio sottoposti ad esposizione forzata e controllata (effetti in vivo). Effetti previsti e indicazioni per la mitigazione In fase di cantiere si rilevano i seguenti impatti: a causa della movimentazione del terreno per la posa dei pannelli e dei loro supporti sul terreno, sarà rilevabile un disturbo moderato a carico della componente a causa del locale peggioramento della qualità dell aria, dovuto all aumento delle polveri derivanti dalle suddette operazioni. Contemporaneamente, l installazione del cantiere provocherà un locale aumento del traffico nella zona, dovuto al movimento di uomini (il cantiere richiederà un numero compreso tra 10 e 50 unità di personale per la sua conduzione) e materiale da e verso l area di cantiere. Considerando le dimensioni dell area di cantiere e la limitata entità dell intervento, il disturbo è da ritenersi di lieve entità, oltre che totalmente reversibile, anche in considerazione del fatto che la realizzazione del campo fotovoltaico dovrebbe essere completata in sei settimane. I normali accorgimenti per la corretta gestione di un cantiere (bagnatura dei tratti non pavimentati, lavaggio delle ruote dei mezzi, ) saranno sufficienti a contenere l impatto; - analogamente a quanto sopra si stima come poco rilevante l interferenza sulla componente causata dalla emissione di rumore: le attività necessarie per la realizzazione delle opere (compresa la costruzione del locale tecnico per la centrale elettrica) sono ridotte e verranno comunque svolte nei normali orari lavorativi; - non si rilevano ulteriori effetti sulla salute pubblica dovuti alla realizzazione delle opere: le normali precauzioni permetteranno di evitare ogni interferenza con la componente della acque superficiali e sotterranee, che non risultano comunque interessate dalla fase di cantiere. In fase di esercizio non sono rilevabili impatti a carico della salute pubblica: l impianto nel suo funzionamento non prevede nessun tipo di emissione, né fisica né chimica e gli interventi di manutenzione sono limitati e circoscritti. Per quanto riguarda la tematica delle radiazioni non ionizzanti, la disposizione di pannelli solari non dà luogo alla produzione di campi elettromagnetici, mentre in merito alla cabina di trasformazione, ogni sistema che compie al suo interno una trasformazione di energia elettrica (inverter) dà luogo alla generazione di campi elettromagnetici, benché di piccola entità. 72

73 È comunque sufficiente evitare di posizionare l inverter in vicinanza dei ricettori sensibili. Si precisa comunque tutti gli inverter installati in Italia devono rispondere alle norme Europee per l emissione di campi elettromagnetici. È appena il caso di sottolineare che oltre alla mancanza di veri riscontri relativamente agli effetti dei campi elettromagnetici sulla salute l impianto si trova in una zona non residenziale, priva di ricettori sensibili. INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI Nel presente capitolo si illustrano le modalità di individuazione e definizione degli impatti. Per prima cosa è stata creata una matrice (Matrice Azioni-Impatti) che nelle righe contiene l elenco delle principali attività previste. All interno di tali macroattività sono state quindi individuate ed elencate le lavorazioni significative: - scavi e riporti: o scotico di pochi centimetri del capping per la posa dei cavi; o posa delle strutture di supporto dei pannelli; o montaggio dei pannelli; - Opere elettriche: o cablatura e collegamento dei pannelli; o realizzazione della cabina elettrica; o collegamento alla rete di distribuzione; - Esercizio dell impianto : o manutenzione degli spazi tra le stringhe di pannelli; o pulizia periodica dei pannelli; Tali azioni si vanno a ripercuotere su alcune delle componenti che sono state analizzate nel corso dello Studio di Impatto Ambientale, che risentono direttamente o indirettamente delle ricadute dovute alla realizzazione dell'opera (matrice qualitativa azioni-impatti). Nella colonna di destra sono stati elencati tutti gli impatti (potenziali e reali) che possono ragionevolmente verificarsi in seguito alla produzione delle azioni e alla realizzazione delle opere in esame, riassumibili nelle categorie delle alterazioni, delle interferenze e delle sottrazioni. In corrispondenza di ciascun impatto sono stati quindi stimati gli esiti con la relativa significatività per una o più componenti. Le tipologie di impatto utilizzate sono cinque e corrispondono ad: - impatti non mitigabili (per esempio nel caso delle sottrazioni di suolo); - impatti parzialmente mitigabili (per esempio nel caso delle alterazioni delle visuali paesaggistiche); - impatti mitigabili (per esempio nel caso del collettamento delle acque meteoriche che scorrono sui pannelli); - impatti trascurabili (per esempio nel caso dell alterazione della visuale paesaggistica); - impatti positivi (per esempio nel caso della riduzione delle emissioni in atmosfera per la produzione di energia da fonti rinnovabili anziché da fonti fossili); Matrice qualitativa degli impatti Sulla base delle 'attività' di progetto desumibili dal Q.R. Progettuale, è possibile delineare un panorama sintetico di previsione delle relazioni che si instaurano tra opera e ambiente. Ciò si ottiene attraverso una 73

74 check-list complessiva, che compone e riassume sistematicamente il metodo alla base delle valutazioni fin qui riportate. Nella Matrice qualitativa degli impatti, riportata di seguito, le diverse tipologie di progetto vengono 'incrociate' con le componenti ambientali al fine di produrre un elenco esaustivo di tutti gli impatti previsti. La matrice prende dunque in carico i presumibili impatti destinati ad assumere carattere permanente. Dal punto di vista generale si può affermare che gli impatti provocati dalla 'presenza' dell'opera, nonché dalle sue condizioni in esercizio, sono prodotti e riconducibili alle seguenti tipologie di intervento o categorie di azioni: - Usi alternativi di un suolo già profondamente rimaneggiato; - alterazione delle visuali paesaggistiche; 74

75 Tabella degli impatti, delle mitigazioni e delle compensazioni Le azioni che causano gli impatti più significativi sono state riprese nella seguente tabella Impatti, mitigazioni e compensazioni che riporta tutte le forme di mitigazione e compensazione che sono state previste nel corso della realizzazione dell impianto fotovoltaico. Componente Attività di progetto Effetto Mitigazione o compensazione Geologia e Scotico del capping idrogeologia Posa delle strutture e dei pannelli Alterazione morfologica del capping Possibile alterazione di idrodinamica locale Vegetazione e flora Scotico del capping Sottrazione delle formazioni vegetazionali esistenti Fauna Paesaggio Rumore Posa di pannelli fotovoltaici Realizzazione delle cabine Posa dei pannelli fotovoltaici Realizzazione delle cabine Operazioni di movimentazione e posizionamento delle strutture Sottrazione di habitat di alimentazione Sottrazione di habitat di alimentazione Alterazione della morfologia dello stato attuale Alterazione della morfologia dello stato attuale Disturbo acustico Effetto Trascurabile - l abbassamento temporaneo del capping ha lo scopo di smuovere lo strato superficiale del terreno per creare la base di appoggio delle strutture, che saranno affondate per qualche cm in questa porzione di copertura. Al termine delle attività di movimentazione del terreno l aspetto morfologico rimarrà uguale a quello iniziale. La durata dell attività di movimentazione del terreno è pari a circa 2 settimane Effetto Trascurabile la posa delle strutture su cui verranno ancorati i pannelli non inciderà sulla dinamica delle acque sotterranee soprattutto perché la componente è stata completamente alterata con la realizzazione della discarica e la sua impermeabilizzazione. Effetto Parzialmente Mitigabile Si tratta comunque di un cotico erboso di scarso pregio naturalistico occupato in gran parte da graminacee infestanti e da specie ruderali, compensato dalla presenza del rimboschimento in atto nei pressi del campo Effetto Parzialmente mitigabile- La sottrazione di habitat è compensata dalla presenza del rimboschimento in atto nei pressi del campo, in grado di produrre bacche e altri frutti appetiti dalla fauna locale. Effetto Parzialmente mitigabile - La sottrazione di habitat è compensata dalla presenza del rimboschimento in atto nei pressi del campo, in grado di produrre bacche e altri frutti appetiti dalla fauna locale. Effetto Mitigabile- La modificazione della visuale paesaggistica avrà effetti reali assai contenuti, data la fruibilità dell area dal punto di vista visivo, la presenza delle alberature, l accesso ridotto relativo a Via Bartolotte ed il passaggio veloce per la diramazione A14; altri punti di vista sono rappresentati dalle costruzioni prossime alla discarica (capannoni e attività produttive), risentono ancora meno dell alterazione della percezione. In generale vale quanto detto nel punto precedente. Effetto Trascurabile- Il rumore prodotto dall impianto va distinto tra fase di cantiere e fase di esercizio. In fase di esercizio il funzionamento dei pannelli è esente da qualsiasi rumore; le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria porteranno alla riduzione dei rumori attualmente prodotti negli sfalci dell erba per la riduzione di superficie relativa. Per quanto riguarda la fase di costruzione, le 75

76 Atmosfera Scotico del capping e posizionamento strutture Produzione energia elettrica Emissione di polveri e sostanze gassose dei mezzi d opera Riduzione delle emissioni di polveri e sostanze gassose dalla produzione di energia da combustibili fossili attività che potranno produrre rumore sono quelle relative alla movimentazione ed al posizionamento delle strutture, che durerà circa 2 settimane (da cronoprgramma delle opere). Secondo lo studio specifico delle attività di cantiere, le immissioni acustiche che saranno prodotte saranno dell ordine di 0.5 db, dunque l impatto risulterà modesto e comunque tale da non modificare le condizioni di clima acustico dell area. Effetto Trascurabile- La movimentazione degli inerti comporterà ridotti effetti di sollevamento di polveri sia per la superficie interessata che per la durata dei lavori stessi (2 settimane). Si ritiene quindi che durante la cantierizzazione l opera non generi un incremento significativo delle emissioni inquinanti. Le eventuali mitigazioni consistono comunque nella bagnatura periodica dei cumuli di inerte, delle piste bianche, nella pulizia delle strade da residui di terre. Effetto Positivo- l opera produce a regime minori emissioni di anidride carbonica per 1007 t/anno. Considerando le emissioni di CO2 equivalente (unità di misura che riconduce l effetto serra prodotto da una serie di gas a quello prodotto dall anidride carbonica), mentre nell impianto in questione è possibile risparmiare TEP Tonnellate Equivalenti Petrolio), su una produzione netta di energia elettrica di 1 MWh Monitoraggio Il monitoraggio ha come finalità quella di rilevare lo stato qualitativo e monitorare il suo evolversi con riferimento alle condizioni di esercizio in modo da determinare la dinamica dei fenomeni e verificare che sia coerente rispetto alle previsioni dello studio di impatto ambientale. Rispetto al progetto oggetto di analisi, e vista la modesta entità degli impatti analizzati nel paragrafo precedente, si può ritenere che le azioni di monitoraggio siano limitate, e si possono riassumere come segue. In fase di messa a regime dell impianto si può monitorare la corretta manutenzione delle siepi che circonderanno l area al fine di mitigare il già bassissimo impatto paesaggistico. Inoltre, il routinario controllo del corretto funzionamento dei pannelli potrà essere anche occasione di monitoraggio degli stessi, al fine di limitare gli sprechi energetici. 76

77 Casadio & Co Studio Tecnico Associato V.le Vittorio Veneto 1bis Forlì Tel/Fax STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE ai sensi del D.Lgs 152/06 e della L.R. 9/99 e ss.mm.ii. Committente: SolHar Piangipane Srl Novembre 2012 REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO CONNESSO ALLA RETE ELETTRICA DI DISTRIBUZIONE Potenza = kw SITO PRESSO LA DISCARICA DI PIANGIPANE, COMUNE DI RAVENNA Geol. Mario Casadio

78 Casadio & Co. geologia acustica ambiente 2

79 Casadio & Co. geologia acustica ambiente Indice PREMESSA ED OBIETTIVI... 5 MOTIVAZIONI... 5 LOCALIZZAZIONE E INQUADRAMENTO TERRITORIALE DELL AREA... 6 L IMPIANTO... 7 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO... 8 NORMATIVA DI RIFERIMENTO IN MATERIA DI IMPATTO AMBIENTALE... 8 Norme comunitarie... 8 Norme nazionali... 9 Norme regionali NORMATIVA DI RIFERIMENTO SULLA PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DI IMPIANTI DA ENERGIA RINNOVABILE. 12 Norme comunitarie Norme nazionali Norme regionali Norme provinciali e comunali PIANIFICAZIONE TERRITORIALE VIGENTE Rete Natura Aree protette Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) Piano Stralcio per il rischio idrogeologico Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Ravenna Pianificazione comunale COERENZA DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE VIGENTI Rete Natura 2000 e Aree Protette Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) PTCP Provincia di Ravenna (Piangipane) Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Pianificazione Comunale QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE PREMESSA Valenza dell iniziativa Attenzione per l ambiente Normativa di riferimento SITO DI INSTALLAZIONE Premessa Disponibilità di spazi sui quali installare l impianto fotovoltaico Disponibilità della fonte solare Fattori morfologici e ambientali FASE DI REALIZZAZIONE DELL IMPIANTO DIMENSIONAMENTO DELL IMPIANTO Procedure di calcolo

80 Casadio & Co. geologia acustica ambiente Criterio di stima dell energia prodotta Criterio di verifica elettrica Impianto discarica di Piangipane QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ANALISI DELLA COMPONENTE SUOLO, SOTTOSUOLO E ACQUE SOTTERRANEE Caratteristiche geomorfologiche, geologiche e idrogeologiche Modalità costruttive del capping Interferenze con il sistema geologico e idrogeologico locale ACQUE SUPERFICIALI Aspetti qualitativi dei corsi d acqua Sintesi degli impatti sui corsi d acqua VEGETAZIONE E FLORA La vegetazione del territorio Potenziali Interferenze dell impianto sulla vegetazione FAUNA Gli impatti potenziali sulla componente faunistica PAESAGGIO Introduzione Caratteristiche del territorio Descrizione particolare dell area di indagine Impatto paesaggistico dell opera ATMOSFERA Stato attuale Effetti dell opera Studio sul traffico RUMORE Classificazione acustica dell area in esame e limiti di riferimento Caratterizzazione acustica nella fase di cantierizzazione Specifica valutazione previsionale di impatto acustico della fase di cantiere SALUTE PUBBLICA I campi elettromagnetici Effetti previsti e indicazioni per la mitigazione INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI Matrice qualitativa degli impatti Tabella degli impatti, delle mitigazioni e delle compensazioni MONITORAGGIO

81 Premessa ed obiettivi Il presente studio riguarda la realizzazione di una centrale fotovoltaica della potenza nominale di kwp di tipo non integrato, da posizionarsi sulla superficie di una discarica di inerti sita nel Comune di Ravenna, presso la discarica di Piangipane. In particolare, le caratteristiche del progetto in esame che sfrutta la risorsa rinnovabile determinata dalla luce solare, qualificano l iniziativa come impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili non programmabili, ai sensi dell Art. 2, comma 1 c) del D. Lgs. 387/03, anche per l ottenimento dell Autorizzazione alla costruzione ed esercizio. Per questa tipologia di impianto, è previsto il procedimento di verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale, in quanto l opera ricade tra le attività riportate nell allegato B.2 della LR 9/99 integrata con D. Lgs 4/08 Disciplina della procedura di valutazione dell impatto ambientale. In particolare, il punto B.2.5 industria energetica, impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda con potenza superiore a 1 MW. Questo documento ha l obiettivo di fornire all Autorità Competente tutti gli elementi necessari alla valutazione della compatibilità dell impianto in progetto con il contesto ambientale in cui sarà inserito. A seguito della Delibera della Provincia di Ravenna, si è deciso di sottoporre il progetto a VIA. Il presente lavoro rappresenta la studio di impatto ambientale del progetto. Lo studio si compone delle seguenti parti: - Quadro di riferimento programmatico, in cui è riportato il quadro normativo relativo alla valutazione di impatto ambientale e alla realizzazione di impianti fotovoltaici a livello comunitario, nazionale e regionale e nel quale si è valutata la conformità dell opera con la pianificazione e la programmazione vigente in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica. - Quadro di riferimento progettuale, in cui è descritto l impianto, le opere accessorie, gli aspetti tecnici e progettuali. - Quadro di riferimento ambientale, in cui sono analizzati lo stato dell ambiente e gli impatti che la realizzazione della centrale potrebbe avere su ogni comparto ambientale nelle varie fasi progettuali. Motivazioni Sono definite rinnovabili, le fonti di energia che per le loro caratteristiche intrinseche si rigenerano o non sono esauribili nella scala dei tempi umani ed il cui sfruttamento non pregiudichi il loro utilizzo per le generazioni future. L utilizzo di fonti rinnovabili fa parte degli strumenti individuati a livello internazionale per limitare la dipendenza dalle fonti fossili. L Unione Europea ha fissato l obiettivo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili pari al 2 % del consumo totale, da perseguire entro il L Italia ha posto come obiettivo per il fotovoltaico il raggiungimento, entro il 2020, di una produzione di MW di potenza, pari a circa 13,20 TWh di energia prodotta. A livello regionale, la politica energetica è decollata, facendo registrare nell anno 2010 il raggiungimento e il superamento degli obiettivi di insediamento di produzione di energia con fonti rinnovabili fissati dal Piano Energetico Regionale.

82 La tecnologia fotovoltaica ha indubbi vantaggi rispetto ad altre fonti energetiche, quali: - Possibilità di installare l impianto in qualsiasi punto, purchè esposto al sole continuo. Infatti sulla superficie terrestre l irraggiamento solare arriva ovunque. - Gli impianti fotovoltaici sono modulari, possono soddisfare sia piccole richieste di energia, come singole abitazioni o utenze isolate, sia grandi richieste per gli stabilimenti produttivi. - La manutenzione è ridotta in quanto non vi sono parti in movimento. - Le perdite di energia sono minime grazie alle ridottissime distanze di trasporto dell energia: l allaccio alla rete di distribuzione si trova spesso in prossimità dell impianto. - L impatto ambientale è estremamente ridotto: non si producono emissioni di nessun tipo e la spesa di energia per la produzione dei moduli è circa il 20% dell energia prodotta durante la vita utile dell impianto. L unico impatto prodotto è quello visivo, che viene comunque annullato al termine del funzionamento dell impianto (20-30 anni). I benefici ambientali che si possono ottenere dall uso della fonte energetica solare sono proporzionali alla quantità di energia prodotta, se si ipotizza che questa vada a sostituire l energia prodotta da fonti convenzionali, in termini di CO2 prodotta. Quantitativamente, produrre 1 kwh elettrico da fonti fossili implica l immissione in atmosfera di 0,53 kg di CO2. Pertanto, una centrale fotovoltaica con una produttività annua di kwh., eviterà l emissione in atmosfera di kg di CO2. Il caso in esame presenta un ulteriore vantaggio dal punto di vista ambientale in quanto attua una riqualificazione di un area degradata quale può essere una discarica di rifiuti inerti. Localizzazione e inquadramento territoriale dell area Il sito oggetto della presente relazione si trova in località Piangipane, lungo la via Bartolotte, traversa della SS San Vitale, individuato al catasto terreni al Foglio 95, Mappale 82. Si tratta in particolare della discarica di Piangipane, localizzata alle coordinate (Lat itudine) e (Longitudine). 6

83 La centrale fotovoltaica andrà a coprire la discarica di Piangipane, composta dai lotti 2A e 2B, con un estensione di circa 3 ettari. Il sito è chiuso dal 2003 e la copertura è terminata nel Il collegamento alla rete elettrica sarà stabilito dalla soluzione tecnica fornita dal gestore di rete e verrà realizzato mediante cavo interrato MT uscente da una cabina di consegna verso la rete elettrica pubblica. L impianto Il progetto prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico non integrato di kw di potenza, installato sulla superficie della discarica di Piangipane (Comune di Ravenna) e da collegare alla rete elettrica in media tensione. Tale impianto sarà composto da 7160 moduli fotovoltaici policristallina. La superficie complessiva occupata dall impianto è di m 2, mentre la superficie totale dei moduli è di m 2. La durata dell impianto è stimata in anni. 7

84 Quadro di riferimento programmatico Nel quadro di riferimento programmatico vengono illustrati il quadro normativo, e gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti di riferimento per valutare la compatibilità ambientale del progetto in studio. Esso è stato suddiviso nei seguenti paragrafi: - Normativa di riferimento in materia di impatto ambientale; - Normativa di riferimento sulla pianificazione e programmazione di impianti da energia rinnovabile; - Pianificazione territoriale vigente; - Valutazione della coerenza del progetto con gli strumenti di pianificazione e di programmazione vigenti. Normativa di riferimento in materia di impatto ambientale Norme comunitarie Direttiva n.85/337/cee Direttiva del Consiglio concernente la valutazione dell impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati È la prima direttiva Europea in materia di Via e propone la valutazione di impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati elencati negli allegati alla Direttiva stessa al fine di valutare gli effetti diretti e indiretti di un progetto sui seguenti fattori: - l uomo; - la fauna e la flora; - il suolo, l acqua, l aria, il clima e il paesaggio; - l interazione tra i fattori di cui al punto 1 e 2; - i beni materiali ed il patrimonio culturale. In particolare il punto 3 dell allegato II riguarda l industria energetica e fa riferimento agli impianti industriali per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda. Direttiva 96/61/CE La Direttiva 96/61/CE, che modifica la Direttiva 85/337/CEE, introduce il concetto di prevenzione e riduzione integrata dell inquinamento proveniente da attività industriali (IPPC), al fine di conseguire un livello adeguato di protezione dell ambiente nel suo complesso, e introduce l AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). La direttiva tende alla promozione delle produzioni pulite, valorizzando il concetto di "migliori tecniche disponibili". Direttiva n.97/11/ce Essa modifica la Direttiva 85/337/CE e viene presentata come una sua revisione critica dopo gli anni di esperienza di applicazione delle procedure di VIA in Europa. Essa estende le categorie dei progetti interessati ed ha inserito un nuovo allegato relativo ai criteri di selezione dei progetti stessi. La direttiva introduce le fasi di screening e scoping" e fissa i principi fondamentali della VIA che i Paesi membri devono recepire. 8

85 Direttiva CEE/CEEA/CE n.35 del 26/05/2003 Tale direttiva introduce la definizione di pubblico e pubblico interessato ; l opportunità di un altra forma di valutazione in casi eccezionali di esenzione di progetti specifici dalla procedura di VIA e relativa informazione del pubblico; l accesso, opportunità di partecipazione del pubblico alle procedure decisionali, informativa al pubblico; gli obblighi riguardanti l impatto transfrontaliero; la procedura di ricorso da parte del pubblico interessato. Inoltre migliora le direttive del Consiglio 85/337/CEE e 96/61/CE relativamente alla disposizioni sull accesso alla giustizia e contribuisce all attuazione degli obblighi derivanti dalla convenzione di Århus del 25 giugno Norme nazionali Legge n. 439 del 8 luglio 1986 La normativa comunitaria è stata recepita a livello nazionale con la Legge n. 439, del 8 luglio 1986, con la quale viene istituito il Ministero dell Ambiente e, all Articolo 6 (ora abrogato dal D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006), vengono date le prime indicazioni sulla procedura di VIA. D.P.R Il D.P.C.M. n. 377, del 20 agosto 1988, individua le categorie di opere da sottoporre alla VIA e il D.P.C.M. del 27 dicembre 1988 definisce la procedura VIA, la modalità di presentazione della domanda di pronuncia sulla compatibilità ambientale di un progetto e le norme tecniche di redazione degli studi di impatto ambientale. Lo Studio di Impatto Ambientale dell opera va quindi redatto conformemente alle prescrizioni relative ai quadri di riferimento programmatico, progettuale ed ambientale ed in funzione della conseguente attività istruttoria. Legge quadro in materia di Lavori Pubblici ( L. 11/02/94, n. 109 e s.m.i.) La Legge quadro in materia di Lavori Pubblici ( L. 11/02/94, n. 109 e s.m.i.) definisce tre livelli di progettazione caratterizzati da diverso approfondimento tecnico: Progetto preliminare; Progetto definitivo; Progetto esecutivo. Relativamente agli aspetti ambientali viene stabilito che sia assoggettato alla procedura di VIA il progetto definitivo. D.P.R. del 12 aprile 1996 Il D.P.R. del 12 aprile 1996 è un atto di indirizzo e coordinamento nel quale vengono date disposizioni in materia di VIA come stabilito dalla Legge 146/94. Tale Legge prevede che il Governo, con atto di indirizzo e coordinamento, definisca le condizioni, i criteri e le norme tecniche per l applicazione della procedura di impatto ambientale ai progetti inclusi nell Allegato II alla Direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione d impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. In particolare nell Allegato A del suddetto Decreto è riportato l elenco delle opere soggette a valutazione di impatto ambientale. Nell Allegato B del Decreto è invece riportato l elenco delle opere che sono assoggettate alla procedura di valutazione d impatto ambientale nel caso in cui ricadano, anche parzialmente, all interno di aree naturali protette come definite dalla Legge n. 394, del 6 dicembre 1991, di cui all Articolo 1, comma 4 del testo di legge (Legge Quadro sulle Aree Protette). 9

86 Gli impianti fotovoltaici fanno parte dell elenco nell Allegato B, al Punto 2, lettera c). Tale voce è stata aggiunta con il D.P.C.M. 3 settembre Inoltre il DPR 12 aprile 1996 all art. 6 prevede ai fini della predisposizione dello studio di impatto ambientale, che eventuali soggetti pubblici o privati interessati alla realizzazione delle opere e/o degli impianti in oggetto, abbiamo diritto di accesso alle informazioni e ai dati disponibili presso gli uffici delle amministrazioni pubbliche. Legge Obiettivo (L.443/2001) e relativo decreto di attuazione D.Lgs n. 190/ Attuazione della legge n. 443/2001 Il D.Lgs. individua una procedura di VIA speciale, con una apposita Commissione dedicata, che regola la progettazione, l approvazione dei progetti e la realizzazione delle infrastrutture strategiche, descritte nell elenco della delibera CIPE del 21 dicembre Nell ambito della VIA speciale, è stabilito che debba essere assoggettato alla procedura il progetto preliminare dell opera. CIPE n.57/2002 Con la delibera CIPE n. 57/2002 vengono date disposizioni sulla Strategia nazionale ambientale per lo sviluppo sostenibile La protezione e la valorizzazione dell ambiente divengono fattori trasversali di tutte le politiche settoriali e delle relative programmazioni, richiamando uno dei principi del diritto comunitario espresso dall articolo 6 del Trattato di Amsterdam, che aveva come obiettivo la promozione dello sviluppo sostenibile". Nel documento si afferma la necessità di rendere più sistematica, efficiente ed efficace l applicazione della VIA (ad esempio tramite l istituzione di Osservatori ambientali, finalizzati alla verifica dell ottemperanza alle pronunce di compatibilità ambientale, nonché il monitoraggio dei problemi ambientali in fase della realizzazione delle opere) e che la VIA sulle singole opere non fosse più sufficiente a garantire la sostenibilità complessiva. Quindi si afferma come la VIA debba essere integrata a monte con Piani e Programmi che nella loro formulazione abbiano già assunto i criteri di sostenibilità ambientale, tramite la Valutazione Ambientale Strategica. D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 Sia la legge n.439 che il DPR del 12 aprile 2006 sono stati abrogati dal D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 (cosiddetto Codice ambientale ), recante Norme in materia ambientale, entrato in vigore il 29 aprile Il D. Lgs. 152/2006 ha riscritto le regole su valutazione di impatto ambientale, difesa del suolo e tutela delle acque, gestione dei rifiuti, riduzione dell inquinamento atmosferico e risarcimento dei danni ambientali, abrogando la maggior parte dei previgenti provvedimenti del settore. La parte seconda, titolo III del Decreto n. 152/2006, entrata in vigore il 31 luglio 2007, così come modificata dal D.Lgs n.4/2008 disciplina le valutazioni ambientali maggiormente rilevanti: la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), la Valutazione dell Impatto Ambientale (VIA) e l Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), coordinandole tra loro. Essa stabilisce che le strategie di sviluppo sostenibile definiscano il quadro di riferimento per le valutazioni ambientali. Attraverso la partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni, queste strategie devono assicurare la dissociazione tra la crescita economica ed il suo impatto sull ambiente, il rispetto delle condizioni di stabilità ecologica, la salvaguardia della biodiversità ed il soddisfacimento dei requisiti sociali connessi allo sviluppo delle potenzialità individuali quali presupposti necessari per la crescita della 10

87 competitività e dell occupazione. Le modifiche apportate al testo originario danno una risposta a molte delle necessità procedurali e tecniche che erano state evidenziate dalla relazione sull andamento della VIA in Europa del Il processo di VIA si conclude con il provvedimento di valutazione dell impatto ambientale emesso dall Autorità Competente, obbligatorio, vincolante e sostitutivo di ogni altro provvedimento in materia ambientale e di patrimonio culturale. Il provvedimento di valutazione d impatto ambientale fa luogo dell autorizzazione integrata ambientale (AIA), e comprende le procedure di valutazione d incidenza. Anche in questo caso è definito l ambito di applicazione e viene fornito un elenco di progetti assoggettati alla procedura di VIA. Gli impianti fotovoltaici rientrano nell Allegato III alla parte seconda del detto Decreto, nell elenco B, al Punto 2, lettera c). Rimane la condizione di assoggettabilità alla procedura di VIA nel caso in cui le opere ricadano anche parzialmente all interno di aree naturali protette e si aggiunge la discrezionalità per l Autorità competente di richiedere ugualmente lo svolgimento della procedura di valutazione di impatto ambientale, sulla base di elementi indicati nell Allegato IV alla parte seconda del Decreto, anche se le opere non ricadono in aree naturali protette. Le Regioni hanno avviato un processo di adeguamento delle norme regionali in tema di VIA, adeguando quelle esistenti o introducendone di nuove. D.Lgs n.4/2008 Il D.Lgs n.4/2008 (Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, in S.O. n. 24 alla G.U. 29 gennaio 2008 n. 24) ha integrato la Parte I, II, III e IV del T.U.A., dando completa attuazione al recepimento di alcune Direttive Europee e introducendo i principi fondamentali di: sviluppo sostenibile; prevenzione e precauzione; chi inquina paga ; sussidiarietà; libero accesso alle informazioni ambientali. D.lgs n. 128/2010 Riguarda "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69. ". Tale normativa, pur mantenendo intatto la struttura fondamentale delle procedure di VIA e screening, ha introdotto importanti novità in particolare sui tempi per la conclusione dell'istruttoria ed il coordinamento con altre normative. Norme regionali L.R. 9/1999 Disciplina la procedura di Valutazione dell Impatto Ambientale in Emilia Romagna. Delibera della Giunta Regionale n 987 del 12/07/2010 Direttiva sulle modalità di svolgimento delle procedure di verifica (screening) normate dal Titolo II e delle procedure di VIA normate dal Titolo III della L. R. N. 9 del

88 Normativa di riferimento sulla pianificazione e programmazione di impianti da energia rinnovabile Norme comunitarie Libro Bianco della Commissione Europea Energia per il futuro: le fonti di energia rinnovabili, del 20 novembre 1996 Il Libro Bianco della Commissione Europea ha lo scopo di realizzare una strategia ed un piano d azione della Comunità Europea sulle Fonti di Energia Rinnovabili (FER). Secondo quanto riportato in questo documento, le FER disponibili in Europa fino al 1996 sono sfruttate in maniera disomogenea e insufficiente. Da questa valutazione risulta che il consumo lordo globale di energia dell Unione è molto ridotto (meno del 6%). La premessa del Libro Bianco riporta che se la Comunità non riuscirà a coprire nel prossimo decennio la sua domanda di energia con una quota nettamente superiore delle rinnovabili, andrà persa un importante possibilità di sviluppo e diventerà sempre più difficile rispettare gli impegni a livello europeo e internazionale da essa sottoscritti in materia di protezione ambientale. Direttiva 96/92/CE La Direttiva 96/92/CE stabilisce norme comuni per la generazione, la trasmissione e la distribuzione dell energia elettrica. Essa definisce le norme organizzative e di funzionamento del settore dell energia elettrica, l accesso al mercato, i criteri e le procedure da applicarsi nei bandi di gara e nel rilascio delle autorizzazioni nonché della gestione delle reti. La premessa di questa direttiva fa riferimento alle fonti rinnovabili: per motivi di protezione dell ambiente, può essere data la priorità alla generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Direttiva 2001/77/CE Sulla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità. Strumento con cui la Commissione Europea prende atto del deficit di competitività e del fatto che le Fonti Energetiche Rinnovabili FER costituiscano una parte importante nelle misure necessarie per conformarsi al Protocollo di Kyoto. Viene fissato un primo obbiettivo per la produzione di elettricità nel UE da fonti rinnovabili. In Italia, il recepimento della direttiva porta alla fissazione dell obbiettivo per il raggiungimento di 75TWh nel 2010 (25% della produzione lorda di energia elettrica). Protocollo di Kyoto, del 11 dicembre 1997 Il Protocollo di Kyoto, in vigore dal 16 febbraio 2005, è un documento internazionale che affronta il problema dei cambiamenti climatici. Tale documento pone come scopo primario la riduzione di emissione di gas inquinanti e gas serra in atmosfera. Gli stati che hanno firmato il Protocollo, tra i quali l Italia, si impegnano a ridurre le emissioni di gas serra al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. Il Protocollo di Kyoto concerne le emissioni di sei gas ad effetto serra: biossido di carbonio (CO2); metano (CH4); protossido di azoto (N2O); drofluorocarburi (HFC); erfluorocarburi (PFC); esafluoro di zolfo (SF6). Tale documento rappresenta un passo importante nella lotta contro il riscaldamento planetario poiché contiene obiettivi vincolanti e quantificati di limitazione e riduzione dei gas elencati. Nell Allegato B del Protocollo di Kyoto è riportata la quantificazione degli impegni di limitazione o riduzione delle emissioni. Gli 12

89 Stati membri dell Unione Europea devono ridurre collettivamente le loro emissioni di gas ad effetto serra dell 8% tra il 2008 e il Direttiva 2003/87/CE: Emission Trading System, del 13 ottobre 2003 A seguito degli impegni presi all atto di adozione del protocollo di Kyoto, il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno approvato la Direttiva 2003/87/CE (di seguito Direttiva ETS) che ha istituito un sistema comunitario per lo scambio di quote di emissioni di gas denominato Emission Trading System (ETS) al fine di ridurre le emissioni di CO2 secondo criteri di efficacia dei costi ed efficienza economica (Art.1). Tale sistema consente di rispondere agli obblighi di riduzione delle emissioni attraverso l acquisto dei diritti di emissione. Legge Comunitaria 2004 (DDL n B) La Legge Comunitaria 2004 (DDL n B) ha recepito la Direttiva ETS delegando il Governo ad adottare, entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il decreto legislativo recante le norme occorrenti per dare attuazione alla Direttiva (Art.14). Il sistema di Emission Trading introdotto dalla Direttiva è un sistema che prevede la fissazione di un limite massimo alle emissioni realizzate dagli impianti industriali che producono gas a effetto serra (Cap&Trade); tale limite è fissato attraverso l allocazione di un determinato numero di quote di emissioni a ciascun impianto. Ogni quota (European Unit Allowance -EUA) attribuisce il diritto ad immettere una tonnellata di biossido di carbonio equivalente in atmosfera nel corso dell anno di riferimento della quota stessa; le quote vengono assegnate agli impianti regolati dalla Direttiva ETS attraverso i Piani Nazionali di Assegnazione (PNA). Questi piani sono soggetti all approvazione da parte della Commissione Europea. Norme nazionali Piano Energetico Nazionale del 1988 Il Piano Energetico Nazionale (PEN) del 1988 è stato uno dei primi strumenti governativi a sostegno delle fonti rinnovabili. Con il PEN del 1988 comincia a delinearsi la nuova politica energetica degli anni novanta, caratterizzata da una maggiore attenzione verso l'ambiente. Gli obiettivi primari presi in considerazione sono riconducibili principalmente al risparmio energetico, alla protezione dell ambiente e della salute dell uomo e all incentivazione dello sviluppo delle risorse nazionali. Legge n. 10, del 9 gennaio 1991 La Legge n. 10 del 9 gennaio 1991 demanda una serie di compiti alle Regioni (emanazione di norme attuative, attività di programmazione, concessione ed erogazione di contributi, informazione e formazione, diagnosi energetica, partecipazione e consorzi e società per realizzare interventi) e definisce le linee guida per il mercato dell energia, in conformità a quanto previsto dalle direttive Europee. In accordo con la politica energetica della Comunità Europea si stabilisce l'uso razionale dell'energia, il contenimento dei consumi di energia nella produzione e nell'utilizzo di manufatti, l'utilizzazione delle fonti rinnovabili di energia, la riduzione dei consumi specifici di energia nei processi produttivi. In particolare, l art. 1 comma 3 della legge 10/91 e ss.mm.ii. definisce come fonti rinnovabili di energia o assimilate: il sole, il vento, l'energia idraulica, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione dei rifiuti organici ed inorganici o di prodotti vegetali, nel medesimo comma sottolinea come 13

90 le suddette fonti rinnovabili siano di interesse pubblico, ovvero L'utilizzazione delle fonti di energia di cui al comma 3 e' considerata di pubblico interesse e di pubblica utilità e le opere relative sono equiparate alle opere dichiarate indifferibili e urgenti ai fini dell'applicazione delle leggi sulle opere pubbliche. Con la Conferenza Energia e Ambiente, l ENEA ha stabilito la necessità di adeguare le infrastrutture energetiche attraverso l uso di nuove tecnologie allo scopo di minimizzare il divario esistente con il resto dei paesi europei in materia di standard ambientali. Si è altresì stabilito l importanza degli investimenti in fonti rinnovabili da effettuarsi nel mezzogiorno, in quanto area privilegiata per la realizzazione di impianti da adibire alla produzione di energia verde. D. Lgs. 79/99: Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell energia elettrica, del 16 Marzo 1999 Il Decreto Legislativo n. 79/99 del 16 Marzo 1999 (G.U. N. 75 serie generale del 31 marzo 1999), detto anche decreto Bersani, sulla Attuazione della Direttiva 06/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell energia elettrica, definisce le linee generali del riassetto del settore elettrico in Italia. Tale decreto, noto anche come la legge sulla Liberalizzazione del mercato elettrico, introduce importanti innovazioni in diversi settori quali la produzione, la trasmissione e la distribuzione dell energia elettrica, l esportazione e l importazione dell energia, le concessioni idroelettriche, il nuovo assetto societario dell Enel e le fonti rinnovabili. L Articolo 11 del Decreto Legislativo esorta ed incentiva le aziende produttrici di energia elettrica ad utilizzare le fonti rinnovabili, in particolare: - dal 2001 i produttori o distributori di energia elettrica hanno l obbligo di immettere nel sistema elettrico nazionale una quota di energia elettrica prodotta da impianti da fonti rinnovabili entrati in esercizio o ripotenziati; - viene precisato che l obbligo di cui sopra si applica alle importazioni e alle produzioni di energia elettrica, al netto della cogenerazione, degli autoconsumi di centrale e delle esportazioni, eccedenti i 100 GWh, inizialmente la quota è stabilita nel 2% nell energia eccedente i 100 GWh; - i soggetti importatori o produttori di energia elettrica possono adempiere all obbligo di immettere in rete energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, anche acquistando in tutto o in parte la quota o i relativi diritti da altri produttori; - il gestore nazionale della rete elettrica deve dare la precedenza a energia elettrica prodotta da impianti utilizzanti fonti energetiche alternative, sistemi di cogenerazione, fonti nazionali di energia combustibile primaria (non superiori al15% di tutta l energia primaria necessaria per generare l energia elettrica consumata); - nel rispetto del Protocollo di Kyoto sulle emissioni inquinanti, con decreto del Ministero dell Industria Commercio e Artigianato saranno emanate le direttive per attuare quanto sopra e per gli incrementi di percentuale dell energia elettrica da fonti rinnovabili per gli anni successivi al 2002; - il CIPE e il Ministero dell Industria Commercio e Artigianato determinano per ciascuna fonte gli obiettivi pluriennali e la ripartizione tra le regioni e le province autonome delle risorse destinate all incentivazione delle fonti rinnovabili. In merito all obbligo di immettere nella rete elettrica nazionale la quota del 2% di energia proveniente da fonti rinnovabili, in attuazione delle disposizioni di cui all Art. 11 del Decreto 79/99, in data 11 Novembre 1999, è 14

91 stato emanato un decreto da parte del Ministro dell Industria, del Commercio e dell Artigianato. Delibera CIPE n. 137/98: Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra, del 19 novembre 1998 La delibera CIPE n. 137/98 assegna alla produzione di energia da FER un contributo di circa il 20% per il conseguimento degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra, ai fini del rispetto degli impegni assunti con il Protocollo di Kyoto. Essa stabilisce che l Italia deve ridurre le proprie emissioni annue di circa 100 Mt di CO2 equivalenti entro un termine compreso tra il 2008 e il 2012, con interventi sul fronte dell offerta (aumento di efficienza del parco termoelettrico, produzione di energia da fonti rinnovabili), sul fronte della domanda di energia (riduzione dei consumi nel settore dei trasporti e nei settori industriale, abitativo e terziario) e su quello degli usi non energetici Decreto Ministeriale 79/99: Direttive per l attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell Articolo 11 del Decreto Legislativo n. 79, del 16 marzo 1999, del 11 Novembre 1999 A questa legge si deve anche l introduzione dei Certificati Verdi (CV), la nuova struttura di incentivazione delle fonti rinnovabili dopo la liberalizzazione del settore dell energia disciplinata dal Decreto Bersani. La precedente normativa faceva capo alle Leggi 9/91 e 10/91 e al provvedimento CIP 6/92: a tale legislazione si riconosce il merito di aver maturato nella collettività la consapevolezza che la produzione di energia rinnovabile o pulita non è uno slogan, ma rappresenta un punto focale dello sviluppo sostenibile. Tale normativa conteneva tuttavia la equiparazione ai fini incentivanti delle fonti rinnovabili propriamente dette e di quelle assimilate, di fatto termiche con utilizzo dei reflui. Queste ultime, caratterizzate da potenze e costi impiantistici superiori di più ordini di grandezza rispetto alle fonti rinnovabili propriamente dette, hanno esaurito velocemente la capienza economica degli incentivi in conto capitale di tali leggi, penalizzando e ritardando la produzione di vera energia rinnovabile. A tale macro errore del legislatore ha però posto rimedio il Decreto Bersani, in cui è scomparso il concetto di fonti assimilate e viene data nuova forma di incentivazione alle fonti rinnovabili. Delibera CIPE 126/99 Il Governo italiano, nell ambito del processo di attuazione del Protocollo di Kyoto, ha definito gli obiettivi al 2010 di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra con la delibera CIPE 126/99, individuando gli obiettivi da perseguire per ciascuna fonte rinnovabile. Protocollo di Torino Il Protocollo d Intesa di Torino è un documento che è stato stipulato tra il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, il Ministero delle Attività Produttive, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Conferenza delle Regioni. Le Regioni riconoscono il rilievo delle fonti rinnovabili di energia come strumento per favorire lo sviluppo sostenibile dei loro territori e ciascuna di esse persegue politiche per favorire la diffusione delle fonti più idonee ai rispettivi contesti. Esse condividono inoltre l esigenza di ridurre l inquinamento connesso alla produzione di energia e in particolare le emissioni di gas serra: a questo scopo il 4 giugno 2001 hanno sottoscritto il Protocollo di Torino, con il quale si sono impegnate a predisporre entro 15

92 il 2002 i rispettivi piani energetico - ambientali che privilegino le fonti rinnovabili e la razionalizzazione della produzione elettrica e dei consumi energetici. Decreto Legislativo n. 387 del 29 dicembre 2003 Il Decreto Legislativo 387/2003 concerne l attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità. Il presente decreto, nel rispetto della disciplina nazionale, comunitaria e internazionale vigente, nonché nel rispetto dei principi e criteri direttivi stabiliti dall Articolo 43 della Legge n. 39 del 1 marzo 2002, è finalizzato a: - promuovere un maggior contributo delle fonti energetiche rinnovabili alla produzione di elettricità nel relativo mercato italiano e comunitario; - promuovere misure per il perseguimento degli obiettivi indicativi nazionali di cui all Articolo 3, comma 1; - concorrere alla creazione delle basi per un futuro quadro comunitario in materia; d) favorire lo sviluppo di impianti di micro generazione elettrica alimentati da fonti rinnovabili, in particolare per gli impieghi agricoli e per le aree montane. In particolare, l Articolo 12, comma 1, di tale decreto descrive come le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all esercizio degli stessi impianti, autorizzate ai sensi del comma 3 dello stesso, siano di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti. Il comma 3 riguarda l iter autorizzativo di tali opere e prevede che la costruzione e l esercizio delle opere connesse siano soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla regione, nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico. All art. 12 comma 10 del suddetto decreto legislativo, si prevede come unico strumento per la definizione delle linea guida, la semplificazione dell iter autorizzativo con una particolare attenzione verso l inserimento territoriale degli impianti fotovoltaici. In particolare lo stesso articolo cita Nell'ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla legge 5 marzo 2001, n. 57, articoli 7 e 8, nonché del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, articolo 14 Per quanto detto, si desume che, per l individuazione degli strumenti di pianificazione da utilizzare per la realizzazione di impianti fotovoltaici si demanda alla pianificazione a livello regionale. D.M 10 settembre 2010 Linee guida per il procedimento di cui all art. 12 del D. Lgs 387/2003 per l autorizzazione alla costruzione e all esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili nonché linee guida tecniche per gli impianti stessi. Il Quarto Conto Energia In data 5 maggio 2011 il ministro dello sviluppo economico di concerto con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare emana un Decreto Ministeriale, denominato Incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici (Quarto Conto Energia per il fotovoltaico), in cui vengono stabilite le nuove tariffe per gli incentivi verso gli impianti fotovoltaici. Il decreto si applica agli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio dopo il 31 maggio 2011 e fino al 31 dicembre

93 Il Quinto Conto Energia Con il D.M5 Luglio 2012, detto Quinto Conto Energia, introduce il meccanismo della tariffa onnicomprensiva per il fotovoltaico: si tratta di una tariffa che accorpa in sé sia il valore dell'incentivazione sia quello dell'energia ceduta alla rete. La tariffa onnicomprensiva si applica quindi all'energia immessa in rete. L'energia che invece non viene immessa, ma è autoconsumata, godrà di un premio, definito premio per l'autoconsumo. Precedentemente, invece, la tariffa incentivante era applicata su tutta l'energia prodotta dall'impianto, indipendentemente dall'uso che se ne sarebbe fatto (vendita o autoconsumo). Il presente impianto rientra in quest ultimo conto. Norme regionali L. R. n. 26 del 23 dicembre 2004 Disciplina della programmazione energetica territoriale Piano energetico regionale L Émilia Romagna è la prima Regione a dotarsi di una normativa sulla programmazione energetica: vuole infatti raggiungere al 2010 l autosufficienza tra produzione e consumo di energia elettrica, rispettando l ámbiente ed attuando per il territorio gli obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera previsti dal protocollo di Kyoto. La Legge Regionale 26/ 2004 disciplina gli atti di programmazione e gli interventi operativi della Regione e degli enti locali in materia di energia, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale garantendo che vi sia una corrispondenza tra energia prodotta, il suo uso razionale e la capacità di carico del territorio e dell'ambiente. Alcuni dei principali obiettivi della legge sono: - Ridurre le emissioni di gas serra; - Promuovere il risparmio energetico e l uso razionale delle risorse energetiche; - Favorire lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse endogene, delle fonti rinnovabili e assimilate di energia e promuovere l'autoproduzione di elettricità e calore; - Migliorare le prestazioni energetiche di sistemi urbani, edifici ed impianti, processi produttivi. Il Piano Energetico Regionale, previsto dalla Legge Regionale 26/ 2004 e approvato dall Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna 88^ seduta della VIII Legislatura del 14 novembre 2007, è lo strumento della regione di indirizzo e di programmazione energetica. DGR n gennaio 2011 Prima individuazione delle aree e dei siti per l installazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l utilizzo della fonte energetica rinnovabile solare fotovoltaica, approvata in attuazione dell art. 12, comma 10, del D. Lgs. n. 387 del 2003 e del paragrafo 1.2 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 10 settembre 2010 Linee Guida per l autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili e allegati. La presente delibera specifica le aree idonee all installazione di impianti fotovoltaici, in particolare al punto C comma 1.e. si legge quanto segue: le aree a servizio di discariche di rifiuti già esistenti, regolarmente autorizzate, anche se non più in esercizio. L impianto fotovoltaico, in tal 17

94 caso, non costituisce attività di esercizio della discarica senza limitazioni di estensione o potenza. Norme provinciali e comunali A seguito dell approvazione del Piano Energetico Regionale, la Provincia di Ravenna e il Comune di Ravenna hanno approvato rispettivamente il Piano di Azione per l Energia e lo sviluppo sostenibile e il Piano Energetico Ambientale Comunale (Approvato in Consiglio Comunale il 3/12/2007 con delibera CC n. 201/119000), i quali in coerenza con gli obiettivi generali fissati nel Piano Energetico Regionale, intendono perseguire lo sviluppo sostenibile del proprio sistema energetico e promuovere: - il risparmio energetico e l'uso efficiente delle risorse; - lo sviluppo e la valorizzazione delle fonti rinnovabili di energia; - la riduzione delle emissioni dei gas climalteranti. Il progetto in esame si inserisce all interno della politica di perseguimento dell obbiettivo di sviluppo e valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili in quanto permette la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile (la luce solare) riqualificando nello stesso tempo un area altrimenti inutilizzabile quale la superficie delle discariche. Pianificazione territoriale vigente La centrale fotovoltaica che si intende realizzare sorgerà in un area già di scarso valore ambientale in quanto si tratta di una discarica, tuttavia si vogliono presentare ugualmente i vincoli territoriali, definiti dai seguenti strumenti di pianificazione, poiché in tutta l area del ravennate sono in atto diversi procedimenti di tutela. Si vuole quindi precisare l assenza di vincoli insistenti sull area interessata e l elevata distanza dell impianto dalle zone sotto tutela. - Rete Natura 2000 (Direttiva Habitat 92/43/CEE, Direttiva Uccelli 2009/147/CE, D.P.R. n. 357 del , L.R. n.6 del 17/02/05, L.R. n. 7 del 14/04/04); - Aree protette (Legge 394/91, L.R. n.6 del 17/02/05); - Piano Territoriale Paesistico Regionale - PTCP della Provincia di Ravenna (Deliberazione G.P. n. 323 del ); - Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (DCI n.5 del 13/12/2005); - Pianificazione Comunale. Rete Natura 2000 Rete Natura 2000 è il nome che il Consiglio dei Ministri dell Unione Europea ha assegnato ad un sistema coordinato e coerente di aree destinate alla conservazione della diversità biologica presente nel territorio dell Unione stessa. Rete Natura 2000 è prevista e disciplinata dalle seguenti direttive europee: Direttiva Comunitaria HABITAT 92/43/CEE Relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna. Tale direttiva, adottata nello stesso anno del vertice di Rio de Janeiro sull'ambiente e lo sviluppo, rappresenta il principale atto legislativo comunitario a favore della conservazione della biodiversità sul territorio europeo. La direttiva, infatti, disciplina le procedure per la realizzazione del progetto di rete Natura 2000, i cui aspetti innovativi sono la definizione e la realizzazione di strategie comuni per la tutela dei Siti costituenti la rete (ossia i psic 18

95 e le ZPS). Inoltre agli articoli 6 e 7 stabilisce che qualsiasi piano o progetto, che possa avere incidenze sui Siti Natura 2000, sia sottoposto ad opportuna Valutazione delle possibili Incidenze rispetto agli obiettivi di conservazione del sito. Lo stato italiano ha recepito la Direttiva Habitat con il D.P.R. n. 357 del In seguito a tale atto le Regioni hanno designato le Zone di Protezione Speciale e hanno proposto come Siti di Importanza Comunitaria i siti individuati nel loro territorio sulla scorta degli Allegati A e B dello stesso D.P.R. Direttiva 79/409/CEE Riguarda la conservazione degli uccelli selvatici, fissa che gli Stati membri, compatibilmente con le loro esigenze economiche, mantengano in un adeguato livello di conservazione le popolazioni delle specie ornitiche. In particolare per le specie elencate nell Allegato I sono previste misure speciali di conservazione, per quanto riguarda l habitat, al fine di garantirne la sopravvivenza e la riproduzione nella loro area di distribuzione. L art. 4, infine, disciplina la designazione di Zone di Protezione Speciale (ZPS) da parte degli Stati Membri, ovvero dei territori più idonei, in numero e in superficie, alla conservazione delle suddette specie. Il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha individuato nella Provincia di Ravenna le seguenti ZPS (D.M. 19/06/09): Codice Natura 2000 Sito IT Valli di Argenta IT Valli di Comacchio IT Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del Fiume Reno, Pineta Bellocchio IT Valle del Mezzano IT Punte Alberete, Valle Mandriole IT Bardello IT Pineta San Vitale, Bassa del Pirottolo IT Pialassa della Baiona, Risega e Pontazzo IT Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini IT Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina IT Salina di Cervia IT Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano IT Pineta di Classe IT Vena del Gesso Romagnola IT Bacini di Conselice IT Bacini ex-zuccherificio di Mezzano IT Biotopi di Alfonsine e Fiume Reno IT Bacini di Russi e Fiume Lamone Il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha individuato nella Provincia di Ravenna i seguenti SIC (D.M. 25/03/05): Codice Natura 2000 Sito IT Valli di Argenta IT Valli di Comacchio IT Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del Fiume Reno, Pineta Bellocchio IT Punte Alberete, Valle Mandriole IT Bardello IT Pineta San Vitale, Bassa del Pirottolo IT Pialassa della Baiona, Risega e Pontazzo IT Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini IT Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina IT Salina di Cervia IT Pineta di Cervia IT Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano IT Pineta di Classe IT Vena del Gesso Romagnola IT Alta Valle del Torrente Sintria IT Alto Senio IT Biotopi di Alfonsine e Fiume Reno 19

96 IT IT IT IT IT Bacini di Russi e Fiume Lamone Podere Pantaleone Calanchi pliocenici dell Appennino faentino Relitto della piattaforma Paguro Pietramora, Ceparano, Rio Cozzi Aree protette La classificazione delle aree naturali protette è stata definita dalla legge 394/91, che ha istituito l'elenco ufficiale delle aree protette - adeguato col 5 Aggiornamento Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette (Delibera della Conferenza Stato Regioni del , pubblicata nel supplemento ordinario n. 144 della Gazzetta Ufficiale n. 205 del ). L'Elenco Ufficiale delle Aree Protette (EUAP) è un elenco stilato, e periodicamente aggiornato, dal Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio - Direzione per la Conservazione della Natura, che raccoglie tutte le aree naturali protette, marine e terrestri, ufficialmente riconosciute. Sono aree protette i Parchi Nazionali, i Parchi Regionali, i siti Rete Natura 2000, le Riserve Naturali e le Zone Umide. Si elencano di seguito le aree protette comprese all interno della provincia di Ravenna. Parchi Nazionali: non sono presenti. Parchi Regionali: Delta del Po, Vena del Gesso Romagnola. Riserve Naturali: Alfonsine. Zone Umide: localizzate all interno del Parco regionale del Delta del Po, già indicate come siti SIC e ZPS. Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) è parte tematica del Piano Territoriale Regionale (P.T.R., approvato dall Assemblea Legislativa Regionale con delibera n. 276 del 3 febbraio 2010) e si pone come riferimento centrale della pianificazione e della programmazione regionale dettando regole e obiettivi per la conservazione dei paesaggi regionali. Il Piano Territoriale Paesistico Regionale, formato secondo il combinato disposto dell'articolo 15 della legge regionale 5 settembre 1988, n. 36, e del punto 2 del primo comma dell'articolo 4 della legge regionale 7 dicembre 1978, n. 47, nonché per le finalità e gli effetti di cui all'articolo 1 bis della legge 8 agosto 1985, n. 431, persegue i seguenti obiettivi, determinando specifiche condizioni ai processi di trasformazione ed utilizzazione del territorio: - conservare i connotati riconoscibili della vicenda storica del territorio nei suoi rapporti complessi con le popolazioni insediate e con le attività umane; - garantire la qualità dell'ambiente, naturale ed antropizzato, e la sua fruizione collettiva; - assicurare la salvaguardia del territorio e delle sue risorse primarie, fisiche, morfologiche e culturali; - individuare le azioni necessarie per il mantenimento, il ripristino e l'integrazione dei valori paesistici e ambientali, anche mediante la messa in atto di specifici piani e progetti. Il Piano provvede a dettare disposizioni per la tutela dell'identità culturale del territorio regionale, cioè delle caratteristiche essenziali ed intrinseche di sistemi, di zone e di elementi di cui è riconoscibile l'interesse per ragioni ambientali, paesaggistiche, naturalistiche, geomorfologiche, paleontologiche, storico-archeologiche, storico-artistiche, storico-testimoniali e dell'integrità fisica del territorio regionale. Gli oggetti di tutela del Piano sono: 20

97 - sistemi, zone ed elementi di cui è necessario tutelare i caratteri strutturanti la forma del territorio (sistema dei crinali, collinare, forestale e boschivo, aree agricole, coste e arenili, acque superficiali); - zone ed elementi di specifico interesse strorico o naturalistico (zone ed elementi di interesse storicoarcheologico, insediamenti urbani storici, zone ed elementi di interesse storico-testimoniale, zone di tutela naturalistica, altre zone di interesse paesaggistico-ambientale); - aree ed elementi coincidenti con le precedenti descritte le cui specifiche caratteristiche richiedono la definizione di limitazioni alle attività di trasformazione e d uso (zone caratterizzate da fenomeni di dissesto o di instabilità, o caratterizzate da elevata permeabilità dei terreni con ricchezza di falde idriche). Il Piano individua inoltre le unità di paesaggio, intese come ambiti territoriali aventi specifiche, distintive ed omogenee caratteristiche di formazione ed evoluzione, da assumere come specifico riferimento nel processo di interpretazione del paesaggio e di attuazione del Piano stesso. Piano Stralcio per il rischio idrogeologico Principale compito dell Autorità di Bacino è, in base alla legge 183/89, la redazione del Piano di Bacino, strumento di pianificazione notevolmente complesso, che viene di norma strutturato attraverso Piani Stralcio relativi a settori territoriali e/o funzionali negli ambiti attinenti alla difesa del suolo e alla tutela delle risorse idriche e dell ambiente. L area oggetto dello studio è soggetta all Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli, istituita mediante L.R. n.14 del 29/03/1993, in attuazione della Legge 18/05/1989 n.183 recante norme per il «riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo al fine di perseguire l unitario governo dei Bacini Idrografici mediante azioni di indirizzo, coordinamento e controllo delle attività conoscitive, pianificatorie e di programmazione inerenti la conservazione del suolo, il mantenimento dei corpi idrici, la tutela dei corpi idrici, la tutela degli ecosistemi forestali e paesaggistici...». Competono all Autorità i seguenti bacini: Lamone, Fiumi Uniti, Canale Candiano, Bevano, Savio e Rubicone. Il territorio si colloca nella porzione centrale dell area romagnola che dallo spartiacque appenninico scende e occupa il versante nord-est fino al mare Adriatico. Il Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, approvato con D.G.R. n.350 del 17/03/03, si pone i seguenti obiettivi: - la riduzione del rischio idrogeologico, il riequilibrio del territorio ed il suo utilizzo nel rispetto del suo Stato, della sua tendenza evolutiva e delle sue potenzialità d uso; - la riduzione del rischio idraulico e il raggiungimento di livelli di rischio socialmente accettabili; - la individuazione, la salvaguardia e la valorizzazione delle aree di pertinenza fluviale in base alle caratteristiche morfologiche, naturalistico ambientali e idrauliche. Il Piano Stralcio regolamenta l assetto della rete idrografica e idrogeologico mediante i seguenti metodi: - individua gli alvei fluviali e le aree di esondazione così classificate: Aree ad elevata probabilità di esondazione; Aree a moderata probabilità di esondazione; Aree a bassa probabilità di esondazione; Aree di potenziale allagamento. Per ogni area vengono specificate le attività consentite e non consentite e le indicazioni per gli strumenti urbanistici. - Fissa i criteri per garantire l invarianza idraulica; 21

98 - Fissa le distanze di rispetto dai corpi arginali; - Individua le aree a rischio di frana e le classifica secondo il grado di rischio: molto elevato (R4), elevato (R3), medio (R2) e moderato (R1). In particolare, provvede alla suddivisione in tre zone a diverso grado di pericolosità le aree a rischio R4 e R3. - Specifica le attività conentite e non consentite nelle zone di rischio; - Fornisce prescrizioni per la gestione dei suoli agricoli al fine di limitare l erosione del suolo e la regimazione delle acque. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Ravenna La Provincia di Ravenna è dotata di un Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale adottato il ed approvato dalla Regione il ai sensi della l.r. 6/1995. Il PTCP è stato inoltre modificato con variante adottata il ed approvata dalla Regione il La l.r. 20/2000, al comma secondo dell art. 43, prevede che le Province già dotate di un PTCP prodotto ai sensi della previgente l.r. 6/1995 provvedano all adeguamento dello strumento, adeguamento approvato mediante Deliberazione C.P. n. 9 del 28/02/06. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) considera la totalità del territorio provinciale ed è lo strumento di pianificazione che definisce l'assetto del territorio con riferimento agli interessi sovracomunali, articolando sul territorio le linee di azione della programmazione regionale. Il PTCP è sede di raccordo e verifica delle politiche settoriali della Provincia e strumento di indirizzo e coordinamento per la pianificazione urbanistica comunale. In particolare, definisce le caratteristiche di vulnerabilità, criticità e potenzialità delle singole parti e dei sistemi naturali ed antropici del territorio e le conseguenti tutele paesaggistico ambientali. Pianificazione comunale A livello locale, lo strumento urbanistico di riferimento è il Piano Regolatore Generale. Come indicato dalla LR 20/2000 Disciplina generale sulla tutela e l uso del territorio, il nuovo Piano Regolatore Generale (PRG 2003) del Comune di Ravenna è articolato in Piano strutturale comunale (PSC), Regolamento urbanistico ed edilizio (RUE) e Piano operativo comunale (POC). La disciplina di PSC è finalizzata a stabilire gli obiettivi prestazionali ed i campi di variazione delle previsioni, mentre le regole delle trasformazioni sono definitivamente disciplinate dal RUE o dal POC. La pianificazione dell area in esame viene rimandata dal PSC al POC, in base a quanto definito dall Art.22 (Titolo I, Capo 6 ), comma 4. La destinazione d uso dell area è stata già normata dal RUE, art III.6 come Zona di recente rimboschimento. Nell Elaborato Prescrittivo del POC n. POC.4d Repertorio delle Schede d Ambito delle aree oggetto di Accordi di 2 livello già inseriti nel PSC è stata ripianificata consentendo, rispetto a quanto già descritto dal RUE, gli usi ecologico-ambientali, sulla base di uno specifico PUC da definire, tra cui la produzione di energia da fonti alternative (ad esclusione delle biomasse). Coerenza del progetto con gli strumenti di pianificazione e di programmazione vigenti In allegato si riportano le tavole di inquadramento programmatico suddivise per argomento. 22

99 Rete Natura 2000 e Aree Protette Carta delle Aree Naturali protette e dei siti Rete Natura In tabella sono riportate le distanze dai principali siti tutelati: Sito SIC-ZPS IT Bacini di Russi e Fiume Lamone Distanza 6,5 km SIC-ZPS IT Bacini ex-zuccherificio di Mezzano 4,6 km Parco Regionale Delta del Po (nord) Parco Regionale Delta del Po (sud) Riserva Naturale di Alfonsine 9 km 8,2 km 10 km L impianto non si colloca all interno di Aree Protette né interessa SIC o ZPS, ma può essere considerato come area di collegamento ecologico tra vari siti, dunque il progetto è sottoposto a procedura di prevalutazione d incidenza. Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) L area di impianto, coincidente con la discarica di Piangipane, si trova in una zona non soggetta a vincoli paesaggistici. Nelle vicinanze non sono presenti altri vincoli.. PTCP Provincia di Ravenna (Piangipane) Per quanto riguarda gli Elaborati Grafici di Piano, l impianto si colloca su aree così di seguito classificate. Tavola 2: Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico culturali L area di impianto si trova distante da aree di particolare interesse ambientale. Nelle vicinanze ( m) si rilevano zone a paleo-dossi fluviali. Tavola 5: Assetto strategico della mobilità, poli funzionali, ambiti produttivi di rilievo sovracomunale, articolazione del territorio rurale L area di impianto è classificata come Territorio urbanizzato, confinante con Ambiti rurali a prevalente vocazione produttiva e agricola. Tutta l area vicina è classificata come ambiti e aggregati per attività produttive. Tavola 6: Progetto reti ecologiche L area di impianto non è interessata da reti ecologiche esistenti o in progetto, né se ne trovano nelle vicinanze. L area è inserita all interno di Ambiti omogenei di paesaggio (Terre vecchie e Ville). Per quanto riguarda gli Elaborati Grafici di del Quadro Conoscitivo, l impianto si colloca su aree così di seguito classificate. Tavola B 1.1.1: Assetto e tutela della rete idrografica e rischio idraulico Questa tavola del PTCP recepisce la tavola del Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, redatta dall Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli. L area di impianto si trova in una zona a moderata probabilità di 23

100 esondare (Art. 4 del Piano Stralcio), in particolare Aree di potenziale allagamento, trovandosi tra il fiume Montone e il fiume Lamone. Tavola B 1.1.2: Rischio di frana L area d impianto si trova in una zona non soggetta a rischio di frana. Tavola B 3.1.1: Aree soggette a tutela paesaggistica ai sensi del D. Lgs. 42/04 L area d impianto si trova in una zona non soggetta a tutela. Tavola C 3.1.1: Capacità d uso dei suoli L area d impianto si trova in una zona classificata come Territorio urbanizzato adiacente ad aree definite Classe II Suoli con talune limitazioni. Tavola C 3.2.1: Uso del suolo. sintesi della carta dell uso reale del suolo 2000 L area di impianto è classificata come Zone urbane, estensive e analoghe. Tutta l area vicina è classificata come Colture estensive. Tavola C 3.2.1: Uso del suolo. sintesi della carta dell uso reale del suolo 2000 L area di impianto è classificata come Zone urbane, estensive e analoghe. Tutta l area vicina è classificata come Colture estensive e Aree forestali e castagneti. Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Piano stralcio per il rischio idrogeologico - Perimetrazione aree a rischio idrogeologico L impianto si trova all interno di un area a potenziale allagamento, come definito nella Relazione Tecnica del Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico. In particolare, l art. 6 di detta relazione definisce tali aree stabilisce che la realizzazione di nuovi manufatti edilizi, opere infrastrutturali, reti tecnologiche, impiantistiche e di trasporto di energia siano subordinate all adozione di misure in termini di protezione dall evento e/o di riduzione della vulnerabilità, tenuto conto che il tirante idrico di riferimento da considerate sia di 50 cm. L impianto fotovoltaico in esame verrà realizzato sopra la copertura della discarica Piangipane, pertanto in una posizione rialzata rispetto al piano di campagna. Si sottolinea inoltre che la presenza stessa della discarica garantisce l esistenza di un sistema di prevenzione dagli allagamenti potenziali. Pianificazione Comunale Elaborati descrittivi PSC 2.1 Sintesi degli spazi e dei sistemi L area di impianto è classificata come Spazio Urbano, le aree circostanti come Spazio Rurale. PSC 2.2 Spazio naturalistico Niente da segnalare 24

101 PSC 2.3 Sistema paesaggistico - ambientale L area di impianto non ricade in zone contemplate da questa tavola. Nelle immediate vicinanze si riscontra una Rete ecologica connessione secondaria. Elaborati gestionali Tavola D.1.1.a Carta dei vincoli sovraordinati: sintesi del PTCP Niente da segnalare Tavola D.1.1.c Piani di Bacino: aree a rischio di inondabilità L area, come già citato, si trova entro un Area di potenziale allagamento. Si rimanda al paragrafo relativo al PSAI per approfondimenti. Tavola G.1.1 Aree soggette a vincolo paesaggistico Niente da segnalare. Tavola G.1.2 Carta dei vincoli paesaggistici vigenti Niente da segnalare. Tavola G.1.3 Carta dei vincoli ambientali vigenti Niente da segnalare. Elaborati prescrittivi PSC3 Spazi e sistemi Foglio 12 Piangipane L area in esame si trova all interno di una zona regolamentata dal POC, citata nei paragrafi precedenti. Dall analisi esposta, si evince che l opera non presenta conflittualità con gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti, risultando pienamente compatibile e coerente con i vincoli e le norme insistenti sul territorio. Si sottolinea inoltre come l area sia già provvista di misure di mitigazione, in quanto ospitante un impianto di trattamento rifiuti. 25

102 Quadro di riferimento progettuale UBICAZIONE DELL IMPIANTO Identificativo dell impianto Discarica Piangipane Comune Ravenna (RA) CAP COMMITTENTE Nome Cognome Luca Pantieri Codice Fiscale PNTLCU71L30D704R Data di nascita 30/07/1971 Luogo di nascita FORLI Indirizzo Via Brugnola Malmissole, 12A Comune FORLI (FC) CAP Ruolo Amministratore Ragione Sociale SolHarPiangipane Srl P. IVA Indirizzo V.le Carlo Berti Pichat 2/4 Comune BOLOGNA (BO) CAP TECNICO Ragione Sociale Fase Engineering S.r.l. Nome Cognome Andrea Pantieri Qualifica Progettista e Collaudatore Codice Fiscale PNTNDR77B60D704X P.IVA Albo Periti Indirizzo Via Ettore Benini, 45 Comune FORLI (FC) CAP Telefono Fax fase@fasenet.it 26

103 Premessa I dati riportai di seguito sono tratti da progetto realizzato dal proponente. Valenza dell iniziativa Con la realizzazione dell impianto, denominato Discarica Piangipane, si intende conseguire un significativo risparmio energetico per la struttura servita, mediante il ricorso alla fonte energetica rinnovabile rappresentata dal Sole. Il ricorso a tale tecnologia nasce dall esigenza di coniugare: - La compatibilità con esigenze architettoniche e di tutela ambientale; - Nessun inquinamento acustico; - Un risparmio di combustibile fossile; - Una produzione di energia elettrica senza emissioni di sostanze inquinanti. Attenzione per l ambiente Ad oggi la produzione di energia elettrica è per la quasi totalità proveniente da impianti termoelettrici che utilizzano combustibili sostanzialmente di origine fossile. Quindi, considerando l energia stimata come produzione del primo anno, kwh, e la perdita di efficienza annuale, 0.9%, le considerazioni successive valgono per il tempo di vita pari a 20 anni. Risparmio sul combustibile Un utile indicatore per definire il risparmio di combustibile derivante dall utilizzo di fonti energetiche rinnovabili è il fattore di conversione dell energia elettrica in energia primaria [TEP/MWh]. Questo coefficiente individua le T.E.P. (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) necessarie per la realizzazione di 1 MWh di energia, ovvero le T.E.P risparmiate con l adozione di tecnologie fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica. Risparmio di combustibile Risparmio di combustibile in TEP Fattore di conversione dell energia elettrica in energia primaria [TEP/MWh] TEP risparmiate in un anno TEP risparmiate in 20 anni Fonte dati: Delibera EEN 3/08, art.2 Normativa di riferimento Gli impianti devono essere realizzati a regola d arte, come prescritto dalle normative vigenti, ed in particolare dal DM 22 gennaio 2008, n.37. Le caratteristiche degli impianti stessi, nonché dei loro componenti, devono essere in accordo con le norme di legge e di regolamento vigenti ed in particolare essere conformi: - Alle prescrizioni di autorità locali, comprese quelle dei VVFF; - Alle prescrizioni e indicazioni della Società Distributrice di energia elettrica; 27

104 - Alle prescrizioni del gestore della rete; - Alle norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) L elenco completo delle norme alla base della progettazione è riportato in appendice A. Sito di installazione Premessa Il dimensionamento energetico dell'impianto fotovoltaico connesso alla rete del distributore è stato effettuato tenendo conto, oltre che della disponibilità economica, di: - disponibilità di spazi sui quali installare l'impianto fotovoltaico; - disponibilità della fonte solare; - fattori morfologici e ambientali (ombreggiamento e albedo). Disponibilità di spazi sui quali installare l impianto fotovoltaico La descrizione del sito in cui verrà installato l impianto è la seguente: Impianto fotovoltaico a terra. Disponibilità della fonte solare La disponibilità della fonte solare per il sito di installazione è verificata utilizzando i dati UNI relativi a valori giornalieri medi mensili della irradiazione solare sul piano orizzontale. Per la località sede dell intervento, ovvero il Comune di RAVENNA (RA) avente latitudine N, longitudine E e altitudine di 4 m.s.l.m.m., i valori giornalieri medi mensili della irradiazione solare sul piano orizzontale stimati sono pari a: Irradiazione giornaliera media mensile sul piano orizzontale [MJ/m²] Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Fig. 1: Irradiazione giornaliera media mensile sul piano orizzontale [kwh/m 2 ]- Fonte dati: UNI

105 Quindi i valori della irradiazione solare annua sul piano orizzontale sono pari a kwh/m 2 (Fonte dati: UNI 10349). Fattori morfologici e ambientali Ombreggiamento Gli effetti della schermatura da parte dei volumi all orizzonte, dovuti ad elementi naturali (rilievi, alberi) o artificiali (edifici), determinano la riduzione degli apporti solari e il tempo di ritorno dell investimento. Il coefficiente di ombreggiamento, funzione della morfologia del luogo, è pari a Di seguito il diagramma solare per il comune di Ravenna: Fig. 2: Diagramma solare Albedo Per tener conto del plus di radiazione dovuta alla riflettenza delle superfici della zona in cui è inserito l impianto, si sono stimati valori medi mensili di albedo, considerando anche i valori presenti nella norma UNI 8477: Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic L albedo medio annuo è pari a 0.2. Fase di realizzazione dell impianto Qui di seguito si mostra il diagramma di Gantt relativo alle attività di cantiere per la realizzazione dell impianto: 29

106 A B ALLESTIMENTO CANTIERE (MOB) SCAVI E POSA TUBAZIONI +POSA POZZETTI Giorni Uomini Viaggi C FONDAZIONI CABINA 2 4 D E F INSTALLAZIONE CABINE PREFABBRICATE Ipo. Montaggio 1 cabina ogni 2 giorni ALLESTIMENTO SCOMPARTI CABINA MT POSIZIONAMENTO ZAVORRE (STRUTTURE) Nr. 355 zavorre 22 moduli (250W) Nr. 1 zavorre 30 moduli (250W) Camion G MONTAGGIO STRUTTURE Nr. 356 strutture Settimane Nr. 3 al giorno ogni 4 persone Nr. 16 al giorno x32 persone H MONTAGGIO PANNELLI FV Ipo. Modulo (250 W) x 1,96 MW Nr. Moduli 7840 Ipo. 60 moduli per persona Ipo.10 uomini I INFILAGGIO CAVI ELETTRICI 10 6 L INSTALLAZIONE QUADRI DI CAMPO 4 2 M CABLAGGIO IMPIANTO 8 4 N IMPIANTO ELETTRODOTTO (IMP. DI RETE) SCAVI E POSA TUBAZIONI, POSA POZZETTI 2 2 O INFILAGGIO CAVI ELETTRICI 3 2 P COLLEGAMENTI 3 2 Q START UP 2 2 R COLLAUDO 2 4 S SMANTELLAMENTO CANTIERE 3 4 La durata dell attività di cantiere è pari indicativamente a 6 settimane ed impiegherà un numero massimo di 52 persone contemporaneamente durante la fase di montaggio delle strutture e dei pannelli e l infilaggio dei cavi elettrici. 30

107 Il flusso massimo di camion è previsto pari a 20 al giorno durante le fasi di posizionamento dei vari componenti. Dimensionamento dell impianto Procedure di calcolo Criterio generale di progetto Il principio progettuale normalmente utilizzato per un impianto fotovoltaico è quello di massimizzare la captazione della radiazione solare annua disponibile. Nella generalità dei casi, il generatore fotovoltaico deve essere esposto alla luce solare in modo ottimale, scegliendo prioritariamente l orientamento a Sud e evitando fenomeni di ombreggiamento. In funzione degli eventuali vincoli architettonici della struttura che ospita il generatore stesso, sono comunque adottati orientamenti diversi e sono ammessi fenomeni di ombreggiamento, purch, adeguatamente valutati. Perdite d energia dovute a tali fenomeni incidono sul costo dei kwh prodotti e sul tempo di ritorno dell investimento. Dal punto di vista dell inserimento architettonico, nel caso di applicazioni su coperture a falda, la scelta dell orientazione e dell inclinazione va effettuata tenendo conto che è generalmente opportuno mantenere il piano dei moduli parallelo o addirittura complanare a quello della falda stessa. Ciò in modo da non alterare la sagoma dell edificio e non aumentare l azione del vento sui moduli stessi. In questo caso, è utile favorire la circolazione d aria fra la parte posteriore dei moduli e la superficie dell edificio, al fine di limitare le perdite per temperatura. Criterio di stima dell energia prodotta L energia generata dipende: - Dal sito di installazione (latitudine, radiazione solare disponibile, temperatura, reflettanza della superficie antistante i moduli); - Dall esposizione dei moduli: angolo di inclinazione (Tilt) e angolo di orientazione (Azimut); - Da eventuali ombreggiamenti o insudiciamenti del generatore fotovoltaico; - Dalle caratteristiche dei moduli: potenza nominale, coefficiente di temperatura, perdite per disaccoppiamento o mismatch; - Dalle caratteristiche del BOS (Balance Of System). Il valore del BOS può essere stimato direttamente oppure come completamento all unità del totale delle perdite, calcolate mediante la seguente formula: Totale perdite [%] = [1 - (1 - a - b) x (1 - c - d) x (1 - e) x (1 - f)] + g Per i seguenti valori: a= Perdite per riflessione b= Perdite per ombreggiamento c= Perdite per mismatching d= Perdite per effetto della temperatura e= Perdite nei circuiti in continua 31

108 f= Perdite negli inverter g= Perdite nei circuiti in alternata. Criterio di verifica elettrica In corrispondenza dei valori minimi della temperatura di lavoro dei moduli (-10 C) e dei valori massim i di lavoro degli stessi (70 C), sono verificate le segu enti disuguaglianze: TENSIONI MPPT Tensione nel punto di massima potenza, Vm a 70 C ma ggiore della Tensione MPPT minima. Tensione nel punto di massima potenza, Vm a -10 C m inore della Tensione MPPT massima. Nelle quali i valori di MPPT rappresentano i valori minimo e massimo della finestra di tensione utile per la ricerca del punto di funzionamento alla massima potenza. TENSIONE MASSIMA Tensione a circuito aperto, Voc a -10 C inferiore a lla tensione massima dell inverter. TENSIONE MASSIMA MODULO Tensione di circuito aperto, Voc a -10 C inferiore alla tensione massima di sistema del modulo. CORRENTE MASSIMA Corrente massima (corto circuito) generata, Isc inferiore alla corrente massima dell inverter. DIMENSIONAMENTO Dimensionamento compreso tra il 70% e 120%. Per dimensionamento si intende il rapporto percentuale tra la potenza nominale dell inverter e la potenza del generatore fotovoltaico ad esso collegato (nel caso di sottoimpianti MPPT, il dimensionamento è verificato per il sottoimpianto MPPT nel suo insieme). Impianto discarica di Piangipane L impianto, denominato Discarica Piangipane, è di tipo grid-connected, la tipologia di allaccio è trifase in media tensione. Ha una potenza totale pari a kw e una produzione di energia annua pari a kw/h (equivalente a kwh/kw), derivante da 7160 moduli che occupano una superficie di m 2. Ed è composto da 1 generatori. I singoli moduli poggeranno su piedi di fondazione di dimensione 3x0.8 m. Le serie di pannelli saranno distanziate l una dall altra di 4m. I pannelli saranno inclinati di 30 rispetto al piano orizzontale e raggiungeranno una quota di 4.5 m dal piano campagna. 32

109 SCHEDA TECNICA DELL IMPIANTO Dati generali Committente SolHarPiangipane Srl CAP Comune (Provincia) Ravenna (RA) Latitudine N Longitudine E Altitudine 4m Irradiazione solare annua sul piano orizzontale kwh/m 2 Dati tecnici Superficie totale moduli m 2 Numero totale moduli 7160 Numero totale inverte 4 Energia totale annua kwh Potenza totale kw Potenza fase L kw Potenza Fase L kw Potenza fase L kw BOS % ENERGIA PRODOTTA L energia totale annua prodotta dall impianto è kwh. Nel grafico si riporta l energia prodotta mensilmente: Fig. 3: Energia mensile prodotta dall impianto 33

110 GENERATORE 1 Il generatore denominato Generatore 1 ha una potenza pari a kw e una produzione di energia annua pari a kwh, derivante da 7160 moduli con una superficie totale dei moduli di m 2. Il generatore ha una connessione trifase. Qui di seguito si riporta la scheda tecnica: Dati generali Posizionamento dei moduli Non complanare alle superfici Struttura di sostegno Fissa Inclinazione dei moduli (Tilt) 30 Orientazione dei moduli(azimut) 0 Irradiazione solare annua sul piano dei moduli kwh/m 2 Potenza totale kw Energia totale annua kwh Modulo Marca-modello ZNSHINE-ZX260MS Numero totale moduli 7160 Numero di stringhe per ogni inverter 149 Numero di moduli per ogni stringa 12/13 Superficie totale moduli m 2 Inverter Marca-modello CEHE-EHE-N500KTL Numero totale 4 Dimensionamento inverter % (VERIFICATO) Tipo fase trifase VERIFICHE ELETTRICHE In corrispondenza dei valori minimi della temperatura di lavoro dei moduli (-10 C) e dei valori massim i di lavoro degli stessi (70 ) sono verificate le seguen ti disuguaglianze: TENSIONI MPPT Vm a 70 C ( V) maggiore di Vmppt min. ( V) VERIFICATO Vm a -10 C ( V) minore di Vmppt max. ( V) VERIFICATO TENSIONE MASSIMA Voc a -10 C ( V) inferiore alla tensione max. dell inverter ( V) VERIFICATO TENSIONE MASSIMA MODULO Voc a -10 C ( V) inferiore alla tensione max. di sistema del modulo ( V) VERIFICATO CORRENTE MASSIMA Corrente max generata ( A) inferiore alla corrente max. VERIFICATO 34

111 dell inverter ( A). ALLACCIAMENTO ALLA RETE ENEL L impianto sarà allacciato alla rete di distribuzione tramite realizzazione di una nuova cabina di consegna collegata in entra-esce su linea MT esistente DECO, uscente dalla cabina primaria AT/MT RA CANALA. Tale soluzione prevede la realizzazione dei seguenti impianti: - Allestimento cabina di consegna entra-esce; - Giunti di inserimento in rete per soluzione di connessione cabina consegna con entra-esce in cavo interrato; - Giunti di inserimento per soluzione di connessione cabina di consegna con entra-esci in cavo interrato; - Linea in cavo sotterraneo Al 185 mm 2 su strada asfaltata con riempimenti in inerte naturale e ripristini (esclusi costi delle servitù): 35m; - Linea di cavo sotterraneo Al 185 mm 2 su terreno naturale (esclusi costi della servitù):35m. La linea di collegamento tra l impianto e la cabina ENEL presenta una lunghezza molto limitata e fuoriesce dal area interessata dall attività di discarica solamente per la larghezza della strada. GESTIONE DELLE AZIONI CAUSATE DAL PROCESSO PRODUTTIVO Fenomeno di abbagliamento Tale fenomeno è stato registrato esclusivamente per le superfici fotovoltaiche a specchio montate sulle architetture verticali degli edifici. Vista l inclinazione contenuta (pari a circa il 30%), si considera ininfluente un fenomeno di abbagliamento per gli impianti posizionati su suolo nudo. Inoltre i nuovi sviluppi tecnologici per la produzione delle celle fotovoltaiche, fanno sì che aumentando il coefficiente di efficienza delle stesse, diminuisca ulteriormente la quantità di luce riflessa (riflettenza superficiale caratteristica del pannello) e conseguentemente la probabilità di abbagliamento. Non esistono studi che analizzino la possibilità di generazione di incendi per effetto della riflessione dei raggi solari (principio degli specchi ustori di Archimede), e in ogni caso la riflessione dei pannelli stessi si perde a cielo libero. Inoltre l inclinazione e il posizionamento dei pannelli non disturba ne strade ne centri abitati. Variazione del campo termico Ogni pannello fotovoltaico genera nel suo intorno un campo termico che può arrivare anche a temperature dell'ordine di 70 C. Questo comporta la variazione del microclima sottostante i pannelli ed il riscaldamento dell'aria. Per questo motivo è garantita una sufficiente circolazione d'aria al di sotto dei pannelli, per semplice moto convettivo o per aerazione naturale, tale surriscaldamento non causa particolari modificazioni ambientali. Occupazione del suolo Uno degli impatti più rilevanti nell'installazione di un parco fotovoltaico è rappresentato dall'occupazione del suolo. 35

112 Nel nostro caso questo impatto viene superato, anzi si riesce ad utilizzare un terreno di altrimenti difficile impiego. Impatti in fase di dismissione dell impianto Gli impatti della fase di dismissione dell'impianto sono relativi alla produzione di rifiuti essenzialmente dovuti a: - Dismissione dei pannelli fotovoltaici di silicio cristallino; - Dismissione dei telai in alluminio (supporto dei pannelli); - Dismissione dei supporti in HDPE - Dismissione di eventuali cavidotti ed altri materiali elettrici (compresa la cabina di trasformazione BT/MT in prefabbricato). Accortezze: in fase di dismissione degli impianti fotovoltaici, le varie parti dell'impianto dovranno essere separate in base alla composizione chimica in modo da poter riciclare il maggior quantitativo possibile dei singoli elementi, quali alluminio e silicio, presso ditte che si occupano di riciclaggio e produzione di tali elementi; i restanti rifiuti dovranno essere inviati in discarica autorizzata. APPENDICE A Gli impianti fotovoltaici e i relativi componenti devono rispettare, ove di pertinenza, le prescrizioni contenute nelle seguenti norme di riferimento, comprese eventuali varianti, aggiornamenti ed estensioni emanate successivamente dagli organismi di normazione citati. Si applicano inoltre i documenti tecnici emanati dai gestori di rete riportanti disposizioni applicative per la connessione di impianti fotovoltaici collegati alla rete elettrica e le prescrizioni di autorità locali, comprese quelle dei VVFF. Leggi e decreti Normativa generale Decreto Legislativo n. 504 del , aggiornato : Testo Unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative. Decreto Legislativo n. 387 del : attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità. Legge n. 239 del : riordino del settore energetico, nonchè delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia. Decreto Legislativo n. 192 del : attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia. Decreto Legislativo n. 311 del : disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia. Decreto Legislativo n. 26 del : attuazione della direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità. Decreto Legge n. 73 del : testo coordinato del Decreto Legge 18 giugno 2007, n. 73. Decreto Legislativo del : attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE. 36

113 Decreto : disposizioni in materia di incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Legge n. 99 del 23 luglio 2009: disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia. Legge 13 Agosto 2010, n. 129 (GU n. 192 del ): Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 8 luglio 2010, n. 105, recante misure urgenti in materia di energia. Proroga di termine per l'esercizio di delega legislativa in materia di riordino del sistema degli incentivi. (Art. 1-septies Ulteriori disposizioni in materia di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili) Decreto legislativo del 3 marzo 2011, n. 28: Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Sicurezza D.Lgs. 81/2008: (testo unico della sicurezza): misure di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e succ. mod. e int. DM 37/2008: sicurezza degli impianti elettrici all'interno degli edifici. Secondo conto energia Decreto : criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, in attuazione dell'articolo 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n Legge n. 244 del (Legge finanziaria 2008): disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Decreto Attuativo Finanziaria DM 02/03/2009: Disposizioni in materia di incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Terzo conto energia Decreto 6 agosto 2010: Incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Norme tecniche Normativa fotovoltaica CEI Edizione terza (2010): guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di Media e Bassa Tensione. CEI EN (CEI 82-1): dispositivi fotovoltaici Parte 1: Misura delle caratteristiche fotovoltaiche tensionecorrente. CEI EN (CEI 82-2): dispositivi fotovoltaici - Parte 2: Prescrizione per le celle fotovoltaiche di riferimento. CEI EN (CEI 82-3): dispositivi fotovoltaici - Parte 3: Principi di misura per sistemi solari fotovoltaici per uso terrestre e irraggiamento spettrale di riferimento. CEI EN (CEI 82-8): moduli fotovoltaici in silicio cristallino per applicazioni terrestri. Qualifica del progetto e omologazione del tipo. 37

114 CEI EN (82-12): moduli fotovoltaici (FV) a film sottile per usi terrestri - Qualifica del progetto e approvazione di tipo. CEI EN (CEI 82-15): rilievo delle prestazioni dei sistemi fotovoltaici - Linee guida per la misura, lo scambio e l'analisi dei dati. CEI EN (CEI 82-27): Qualificazione per la sicurezza dei moduli fotovoltaici (FV) - Parte 1: Prescrizioni per la costruzione. CEI EN (CEI 82-28): Qualificazione per la sicurezza dei moduli fotovoltaici (FV) - Parte 2: Prescrizioni per le prove. CEI EN (82-30): Moduli e sistemi fotovoltaici a concentrazione (CPV) - Qualifica di progetto e approvazione di tipo. CEI EN (CEI 82-24): componenti di sistemi fotovoltaici - moduli esclusi (BOS) - Qualifica di progetto in condizioni ambientali naturali. CEI EN (CEI 82-22): fogli informativi e dati di targa per moduli fotovoltaici. CEI EN (CEI 82-31): Connettori per sistemi fotovoltaici - Prescrizioni di sicurezza e prove. CEI EN (CEI 82-34): Fogli informativi e dati di targa dei convertitori fotovoltaici. CEI EN (CEI 82-35): Rendimento globale degli inverter per impianti fotovoltaici collegati alla rete elettrica. EN (CEI 82-38): Grid connected photovoltaic systems - Minimum requirements for system documentation, commissioning tests and inspection. CEI 20-91: Cavi elettrici con isolamento e guaina elastomerici senza alogeni non propaganti la fiamma con tensione nominale non superiore a V in corrente alternata e V in corrente continua per applicazioni in impianti fotovoltaici. UNI 8477: energia solare - Calcolo degli apporti per applicazioni in edilizia - Valutazione dell'energia raggiante ricevuta. UNI 10349: riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Altra normativa sugli impianti elettrici CEI 0-2: guida per la definizione della documentazione di progetto per impianti elettrici. CEI 0-16: regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica. CEI 11-20: impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria. CEI EN (CT 311-1): Prescrizioni per la connessione di micro-generatori in parallelo alle reti di distribuzione pubblica in bassa tensione. CEI 64-8: impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. CEI EN (CEI 37-1): Scaricatori - Parte 1: Scaricatori a resistori non lineari con spinterometri per sistemi a corrente alternata. CEI EN (CEI 17-13): apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). CEI EN (CEI 16-2): Principi base e di sicurezza per l'interfaccia uomo-macchina, marcatura e identificazione - Individuazione dei morsetti e degli apparecchi e delle estremità dei conduttori designati e regole generali per un sistema alfanumerico. 38

115 CEI EN (CEI 70-1): Gradi di protezione degli involucri (codice IP). CEI EN (CEI 77-2): disturbi nelle reti di alimentazione prodotti da apparecchi elettrodomestici e da equipaggiamenti elettrici simili - Parte 1: Definizioni. CEI EN (CEI ): compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 3: Limiti - Sezione 2: Limiti per le emissioni di corrente armonica (apparecchiature con corrente di ingresso " = 16 A per fase). CEI EN (CEI 13-43): apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Prescrizioni particolari - Parte 21: Contatori statici di energia attiva (classe 1 e 2). CEI EN (CEI 13-45): apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Prescrizioni particolari - Parte 23: Contatori statici di energia reattiva (classe 2 e 3). CEI EN (CEI 13-52): Apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Parte 1: Prescrizioni generali, prove e condizioni di prova - Apparato di misura (indici di classe A, B e C). CEI EN (CEI 13-54): Apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Parte 3: Prescrizioni particolari - Contatori statici per energia attiva (indici di classe A, B e C). CEI EN (CEI 81-10): protezione contro i fulmini. CEI 81-3: Valori medi del numero di fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato. CEI 20-19: Cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750 V. CEI 20-20: Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V. CEI 13-4: Sistemi di misura dell'energia elettrica - Composizione, precisione e verifica. CEI UNI EN ISO/IEC 17025:2008: Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e di taratura. Delibere AEEG Connessione Delibera ARG-elt n : condizioni tecniche per la connessione alle reti di distribuzione dell'energia elettrica a tensione nominale superiore ad 1 kv. Delibera ARG-elt n : disposizioni inerenti l'applicazione della deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas ARG/elt 33/08 e delle richieste di deroga alla norma CEI 0-16, in materia di connessioni alle reti elettriche di distribuzione con tensione maggiore di 1 kv. Ritiro dedicato Delibera ARG-elt n : modalit e condizioni tecnico-economiche per il ritiro dell'energia elettrica ai sensi dell'articolo 13, commi 3 e 4, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n , e del comma 41 della legge 23 agosto 2004, n Servizio di misura Delibera ARG-elt n : disposizioni in materia di misura dell'energia elettrica prodotta da impianti di generazione. Tariffe Delibera ARG-elt n : condizioni per l'erogazione del pubblico servizio di dispacciamento dell'energia elettrica sul territorio nazionale e per l'approvvigionamento delle relative risorse su base di merito economico, ai sensi degli articoli 3 e 5 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n

116 Delibera ARG-elt n : approvazione del Testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di vendita dell'energia elettrica di maggior tutela e di salvaguardia ai clienti finali ai sensi del decreto legge 18 giugno 2007, n. 73/07. Allegato A -TIV- Delibera ARG-elt n : testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di vendita dell'energia elettrica di maggior tutela e di salvaguardia ai clienti finali ai sensi del Decreto Legge 18 giugno 2007 n. 73/07. Delibera ARG-elt n : testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica per il periodo di regolazione e disposizioni in materia di condizioni economiche per l'erogazione del servizio di connessione. Allegato A -TIT- Delibera n : testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica. Allegato B -TIC- Delibera n (ex 30-08): condizioni economiche per l'erogazione del servizio di connessione. Deliberazione ARG-elt n : Aggiornamento per l'anno 2011 delle tariffe per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica e delle condizioni economiche per l'erogazione del servizio di connessione. Aggiornamento della componente UC6. Allegato A -TIS- Delibera ARG-elt n (aggiornato): Testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas in ordine alla regolazione delle partite fisiche ed economiche del servizio di dispacciamento (Settlement). Deliberazione ARG-elt : Aggiornamento per l'anno 2011 dei corrispettivi di dispacciamento di cui agl articoli 45, 46, 48 e 73 dell'allegato A alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 9 giugno 2006, n. 111/06. Modificazioni per l'anno 2011 delle disposizioni di cui all'allegato A alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 9 giugno 2006, n. 111/06 e dell'allegato A alla deliberazione 30 luglio 2009, ARG/elt 107/09 (Testo Integrato Settlement, TIS). Deliberazione ARG-elt : Aggiornamento per il trimestre gennaio - marzo 2011 delle condizioni economiche del servizio di vendita di maggior tutela, determinazione del corrispettivo a copertura dei costi di funzionamento di Acquirente unico S.p.A. per l'attività di acquisto e vendita di energia elettrica per i clienti in maggior tutela a titolo di acconto per l'anno 2011 e modifiche al TIV. Deliberazione ARG-com : Aggiornamento per il trimestre gennaio - marzo 2011 delle componenti tariffarie destinate alla copertura degli oneri generali e di ulteriori componenti del settore elettrico e del settore gas e disposizioni alla Cassa conguaglio per il settore elettrico. Delibera ARG-elt n : determinazione dell'autorità in merito alle richieste di ammissione al regime di reintegrazione dei costi presentate dagli utenti del dispacciamento ai sensi dell'articolo 63, comma 63.11, dell'allegato A alla deliberazione n. 111/06 per l'anno 2011 e seguenti, nonchè modificazioni e integrazioni alla deliberazione medesima. TICA Delibera ARG-elt n.90-07: attuazione del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 19 febbraio 2007, ai fini dell'incentivazione della produzione di energia elettrica mediante impianti fotovoltaici. 40

117 Delibera ARG-elt n TICA: testo integrato delle condizioni tecniche ed economiche per la connessione alle reti elettriche con obbligo di connessione di terzi degli impianti di produzione di energia elettrica (Testo integrato delle connessioni attive - TICA). Delibera ARG-elt n : Modifiche delle modalità e delle condizioni per le comunicazioni di mancato avvio dei lavori di realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica di cui alla deliberazione ARG- elt (TICA). Deliberazione 4 agosto ARG/elt 124/10: Istituzione del sistema di Gestione delle Anagrafiche Uniche Degli Impianti di produzione e delle relative unità (GAUDÞ) e razionalizzazione dei flussi informativi tra i vari soggetti operanti nel settore della produzione di energia elettrica. Deliberazione 4 agosto ARG/elt 125/10: Modifiche e integrazioni alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas ARG/elt 99/08 in materia di condizioni tecniche ed economiche per la connessione alle reti con obbligo di connessione di terzi degli impianti di produzione (TICA). Deliberazione ARG-elt n : attuazione del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 6 agosto 2010, ai fini dell'incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Delibera ARG-elt n : integrazione dell'allegato A alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 20 ottobre 2010, ARG/elt 181/10, ai fini dell'attivazione degli indennizzi previsti dal decreto ministeriale 6 agosto 2010 in materia di impianti fotovoltaici. TISP Delibera ARG-elt n : definizione del soggetto attuatore e delle modalità per l'erogazione delle tariffe incentivanti degli impianti fotovoltaici, in attuazione dell'articolo 9 del decreto del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, 28 luglio 2005 (deliberazione n. 188/05). Delibera ARG-elt n : modificazione ed integrazione della deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 14 settembre 2005, n. 188/05 in materia di misura dell'energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici. Delibera ARG-elt n TISP: testo integrato delle modalità e delle condizioni tecnico-economiche per lo scambio sul posto (TISP). Delibera ARG-elt n.1-09: attuazione dell'articolo 2, comma 153, della legge n. 244/07 e dell'articolo 20 del decreto ministeriale 18 dicembre 2008, in materia di incentivazione dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili tramite la tariffa fissa onnicomprensiva e di scambio sul posto. TEP Delibera EEN 3/08: aggiornamento del fattore di conversione dei kwh in tonnellate equivalenti di petrolio connesso al meccanismo dei titoli di efficienza energetica. PREZZI MINIMI Prezzi minimi garantiti per l'anno AGENZIA DELLE ENTRATE Circolare n. 46/E del 19/07/2007: articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n Disciplina fiscale degli incentivi per gli impianti fotovoltaici. Circolare n. 66 del 06/12/2007: tariffa incentivante art. 7, c. 2, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n Circolare n. 46/E del 19 luglio 2007 Precisazione. 41

118 Circolare n. 38/E del 11/04/2008: articolo 1, commi , della legge 27 dicembre 2006, n Credito d'imposta per acquisizioni di beni strumentali nuovi in aree svantaggiate. Risoluzione n. 21/E del 28/01/2008: istanza di Interpello- Aliquota Iva applicabile alle prestazioni di servizio energia - nn. 103) e 122) della Tabella A, Parte terza, d.p.r. 26/10/1972, n Alfa S.p.A. Risoluzione n. 22/E del 28/01/2008: istanza di Interpello - Art. 7, comma 2, d. lgs. vo n. 387 del 29 dicembre Risoluzione n. 61/E del 22/02/2008: trattamento fiscale ai fini dell'imposta sul valore aggiunto e dell'applicazione della ritenuta di acconto della tariffa incentivante per la produzione di energia fotovoltaica di cui all'art. 7, comma 2, del d.lgs. n. 387 del 29 dicembre Risoluzione n. 13/E del 20/01/2009: istanza di interpello - Art. 11 Legge 27 luglio 2000, n. 212 Gestore dei Servizi Elettrici, SPA -Dpr 26 ottobre 1972, n. 633 e Dpr 22 dicembre 1986, n Risoluzione n. 20/E del 27/01/2009: interpello - Art. 11 Legge 27 luglio 2000, n ALFA - art.9, DM 2 febbraio Circolare del 06/07/2009 n. 32/E: imprenditori agricoli - produzione e cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche nonchè di carburanti e di prodotti chimici derivanti prevalentemente da prodotti del fondo: aspetti fiscali. Articolo 1, comma 423, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 e successive modificazioni. AGENZIA DEL TERRITORIO Risoluzione n. 3/2008: accertamento delle centrali elettriche a pannelli fotovoltaici. GSE Il CONTO ENERGIA 2011/2013: novità contenute nel decreto ministeriale DM 6 Agosto 2010 Guida alle applicazioni innovative finalizzate all'integrazione architettonica del fotovoltaico terzo conto energia (dicembre 2010). Guida alla richiesta degli incentivi per gli impianti fotovoltaici: Decreto 6 agosto Ed. n. 1 Gennaio Regole tecniche per il riconoscimento delle tariffe incentivanti previste dal dm 6 agosto 2010 terzo conto energia per il fotovoltaico (gennaio 2011). Guida alle applicazioni innovative finalizzate all'integrazione architettonica del fotovoltaico (gennaio 2011). Guida all'utilizzo dell'applicazione web per la richiesta degli incentivi per il fotovoltaico con il "III conto energia" - DM 6/8/2010, Delibera Arg/elt 181/10 Estratto della risoluzione della Agenzia delle Entrate: "trattamento fiscale del contributo in conto scambio di cui alla delibera AEEG n.74/2008". Regole tecniche sulla disciplina dello scambio sul posto, ed. III (gennaio 2011). Prezzi medi mensili per fascia oraria e zona di mercato. TERNA Gestione transitoria dei flussi informativi per GAUDÞ. GAUDÞ - Gestione anagrafica unica degli impianti e delle unità di produzione. FAQ GAUDÞ (Versione aggiornata il 11 aprile 2011). 42

119 I riferimenti di cui sopra possono non essere esaustivi. Ulteriori disposizioni di legge, norme e deliberazioni in materia, anche se non espressamente richiamati, si considerano applicabili. APPENDICE B Definizioni-Rete elettrica Distributore Persona fisica o giuridica responsabile dello svolgimento di attività e procedure che determinano il funzionamento e la pianificazione della rete elettrica di distribuzione di cui è proprietaria. Rete del distributore Rete elettrica di distribuzione AT, MT e BT alla quale possono collegarsi gli utenti Rete BT del distributore Rete a tensione nominale superiore a 50 V fino a V compreso in c.a Rete MT del distributore Rete a tensione nominale superiore a V in c.a. fino a V compreso Utente Soggetto che utilizza la rete del distributore per cedere o acquistare energia elettrica Gestore di rete Il Gestore di rete è la persona fisica o giuridica responsabile, anche non avendone la proprietà della gestione della rete elettrica con obbligo di connessione di terzi a cui è connesso l'impianto (Deliberazione dell'aeeg n. 28/06). Gestore Contraente Il Gestore Contraente è l'impresa distributrice competente nell'ambito territoriale in cui è ubicato l'impianto fotovoltaico (Deliberazione dell'aeeg n. 28/06). Definizioni-Impianto fotovoltaico Angolo di inclinazione (o di Tilt) Angolo di inclinazione del piano del dispositivo fotovoltaico rispetto al piano orizzontale (da IEC/TS 61836). Angolo di orientazione (o di azimut) L'angolo di orientazione del piano del dispositivo fotovoltaico rispetto al meridiano corrispondente. In pratica, esso misura lo scostamento del piano rispetto all'orientazione verso SUD (per i siti nell'emisfero terrestre settentrionale) o verso NORD (per i siti nell'emisfero meridionale). Valori positivi dell'angolo di azimut indicano un orientamento verso ovest e valori negativi indicano un orientamento verso est (CEI EN 61194). BOS (Balance Of System o Resto del sistema) Insieme di tutti i componenti di un impianto fotovoltaico, esclusi i moduli fotovoltaici Generatore o Campo fotovoltaico Insieme di tutte le schiere di moduli fotovoltaici in un sistema dato (CEI EN 61277). Cella fotovoltaica Dispositivo fotovoltaico fondamentale che genera elettricità quando viene esposto alla radiazione solare (CEI EN ). Si tratta sostanzialmente di un diodo con grande superficie di giunzione, che esposto alla radiazione solare si comporta come un generatore di corrente, di valore proporzionale alla radiazione incidente su di esso. Condizioni di Prova Standard (STC) 43

120 Comprendono le seguenti condizioni di prova normalizzate (CEI EN ): - Temperatura di cella: 25 ø ñ2 øcc - Irraggiamento: 1000 W/m2, con distribuzione spettrale di riferimento (massa d'aria AM 1,5). Dispositivo del generatore Dispositivo installato a valle dei terminali di ciascun generatore dell'impianto di produzione (CEI 11-20). Dispositivo di interfaccia Dispositivo installato nel punto di collegamento della rete di utente in isola alla restante parte di rete del produttore, sul quale agiscono le protezioni d'interfaccia (CEI 11-20); esso separa l'impianto di produzione dalla rete di utente non in isola e quindi dalla rete del Distributore; esso comprende un organo di interruzione, sul quale agisce la protezione di interfaccia. Dispositivo generale Dispositivo installato all'origine della rete del produttore e cioè immediatamente a valle del punto di consegna dell'energia elettrica dalla rete pubblica (CEI 11-20). Effetto fotovoltaico Fenomeno di conversione diretta della radiazione elettromagnetica (generalmente nel campo della luce visibile e, in particolare, della radiazione solare) in energia elettrica mediante formazione di coppie elettrone- lacuna all'interno di semiconduttori, le quali determinano la creazione di una differenza di potenziale e la conseguente circolazione di corrente se collegate ad un circuito esterno. Efficienza nominale di un generatore fotovoltaico Rapporto fra la potenza nominale del generatore e l'irraggiamento solare incidente sull'area totale dei moduli, in STC; detta efficienza può essere approssimativamente ottenuta mediante rapporto tra la potenza nominale del generatore stesso (espressa in kwp) e la relativa superficie (espressa in m2), intesa come somma dell'area dei moduli. Efficienza nominale di un modulo fotovoltaico Rapporto fra la potenza nominale del modulo fotovoltaico e il prodotto dell'irraggiamento solare standard (1000 W/m2) per la superficie complessiva del modulo, inclusa la sua cornice. Efficienza operativa media di un generatore fotovoltaico Rapporto tra l'energia elettrica prodotta in c.c. dal generatore fotovoltaico e l'energia solare incidente sull'area totale dei moduli, in un determinato intervallo di tempo. Efficienza operativa media di un impianto fotovoltaico Rapporto tra l'energia elettrica prodotta in c.a. dall'impianto fotovoltaico e l'energia solare incidente sull'area totale dei moduli, in un determinato intervallo di tempo. Energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico L'energia elettrica (espressa in kwh) misurata all'uscita dal gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata, resa disponibile alle utenze elettriche e/o immessa nella rete del distributore. Gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata (o Inverter) Apparecchiatura, tipicamente statica, impiegata per la conversione in corrente alternata della corrente continua prodotta dal generatore fotovoltaico. Impianto (o Sistema) fotovoltaico Impianto di produzione di energia elettrica, mediante l'effetto fotovoltaico; esso è composto dall'insieme di moduli fotovoltaici (Campo fotovoltaico) e dagli altri componenti (BOS), tali da consentire di produrre energia elettrica e fornirla alle utenze elettriche e/o di immetterla nella rete del distributore. 44

121 Impianto (o Sistema) fotovoltaico collegato alla rete del distributore Impianto fotovoltaico in grado di funzionare (ossia di fornire energia elettrica) quando è collegato alla rete del distributore. Inseguitore della massima potenza (MPPT) Dispositivo di comando dell'inverter tale da far operare il generatore fotovoltaico nel punto di massima potenza. Esso può essere realizzato anche con un convertitore statico separato dall'inverter, specie negli impianti non collegati ad un sistema in c.a. Energia radiante Energia emessa, trasportata o ricevuta in forma di onde elettromagnetiche. Irradiazione Rapporto tra l'energia radiante che incide su una superficie e l'area della medesima superficie. Irraggiamento solare Intensità della radiazione elettromagnetica solare incidente su una superficie di area unitaria. Tale intensità è pari all'integrale della potenza associata a ciascun valore di frequenza dello spettro solare (CEI EN ). Modulo fotovoltaico Il più piccolo insieme di celle fotovoltaiche interconnesse e protette dall'ambiente circostante (CEI EN ). Modulo fotovoltaico in c.a. Modulo fotovoltaico con inverter integrato; la sua uscita è solo in corrente alternata: non è possibile l'accesso alla parte in continua (IEC ). Pannello fotovoltaico Gruppo di moduli fissati insieme, preassemblati e cablati, destinati a fungere da unit installabili (CEI EN 61277). Perdite per mismatch (o per disaccoppiamento) Differenza fra la potenza totale dei dispositivi fotovoltaici connessi in serie o in parallelo e la somma delle potenze di ciascun dispositivo, misurate separatamente nelle stesse condizioni. Deriva dalla differenza fra le caratteristiche tensione corrente dei singoli dispositivi e viene misurata in W o in percentuale rispetto alla somma delle potenze (da IEC/TS 61836). Potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un generatore fotovoltaico Potenza elettrica (espressa in Wp), determinata dalla somma delle singole potenze nominali (o massime o di picco o di targa) di ciascun modulo costituente il generatore fotovoltaico, misurate in Condizioni di Prova Standard (STC). Potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un impianto fotovoltaico Per prassi consolidata, coincide con la potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) del suo generatore fotovoltaico. Potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un modulo fotovoltaico Potenza elettrica (espressa in Wp) del modulo, misurata in Condizioni di Prova Standard (STC). Potenza effettiva di un generatore fotovoltaico Potenza di picco del generatore fotovoltaico (espressa in Wp), misurata ai morsetti in corrente continua dello stesso e riportata alle Condizioni di Prova Standard (STC) secondo definite procedure (CEI EN 61829). Potenza prodotta da un impianto fotovoltaico Potenza di un impianto fotovoltaico (espressa in kw) misurata all'uscita dal gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata, resa disponibile alle utenze elettriche e/o immessa nella rete del distributore. Radiazione solare Integrale dell'irraggiamento solare (espresso in kwh/m2), su un periodo di tempo specificato (CEI EN ). Sezioni "...l'impianto fotovoltaico può essere composto anche da sezioni di impianto a condizione che: 45

122 a) all'impianto corrisponda un solo soggetto responsabile; b) ciascuna sezione dell'impianto sia dotata di autonoma apparecchiatura per la misura dell'energia elettrica; c) il soggetto responsabile consenta al soggetto attuatore l'acquisizione per via telematica delle misure rilevate dalle apparecchiature per la misura di cui alla precedente lettera b), qualora necessaria per gli adempimenti di propria competenza. Tale acquisizione può avvenire anche per il tramite dei gestori di rete sulla base delle disposizioni di cui all'articolo 6, comma 6.1, lettera b), della deliberazione n. 88/07; d) a ciascuna sezione corrisponda una sola tipologia di integrazione architettonica di cui all'articolo 2, comma 1, lettere da b1) a b3) del decreto ministeriale 19 febbraio 2007, ovvero corrisponda la tipologia di intervento di cui all'articolo 6, comma 4, lettera c), del medesimo decreto ministeriale; e) la data di entrata in esercizio di ciascuna sezione sia univocamente definibile..." (ARG-elt 161/08). Soggetto responsabile Il soggetto responsabile è la persona fisica o giuridica responsabile della realizzazione e dell'esercizio dell'impianto fotovoltaico. Sottosistema fotovoltaico Parte del sistema o impianto fotovoltaico; esso è costituito da un gruppo di conversione c.c./c.a. e da tutte le stringhe fotovoltaiche che fanno capo ad esso. Stringa fotovoltaica Insieme di moduli fotovoltaici collegati elettricamente in serie per ottenere la tensione d'uscita desiderata. Temperatura nominale di lavoro di una cella fotovoltaica (NOCT) Temperatura media di equilibrio di una cella solare all'interno di un modulo posto in particolari condizioni ambientali (irraggiamento: 800 W/m2, temperatura ambiente: 20 C, velocità del vento: 1 m/s), elettricamente a ci rcuito aperto ed installato su un telaio in modo tale che a mezzogiorno solare i raggi incidano normalmente sulla sua superficie esposta (CEI EN ). Articolo 2, comma 2 (D. Lgs. N del )79 Autoproduttore è la persona fisica o giuridica che produce energia elettrica e la utilizza in misura non inferiore al 70% annuo per uso proprio ovvero per uso delle società controllate, della società controllante e delle società controllate dalla medesima controllante, nonché per uso dei soci delle società cooperative di produzione e distribuzione dell'energia elettrica di cui all'articolo 4, numero 8, della legge 6 dicembre 1962, n. 1643, degli appartenenti ai consorzi o società consortili costituiti per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili e per gli usi di fornitura autorizzati nei siti industriali anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto. Art. 9, comma 1 (D. Lgs. N del ) L'attivit à di distribuzione79 Le imprese distributrici hanno l'obbligo di connettere alle proprie reti tutti i soggetti che ne facciano richiesta, senza compromettere la continuità del servizio e purchè siano rispettate le regole tecniche nonchè le deliberazioni emanate dall'autorità per l'energia elettrica e il gas in materia di tariffe, contributi ed oneri. Le imprese distributrici operanti alla data di entrata in vigore del presente decreto, ivi comprese, per la quota diversa dai propri soci, le società cooperative di produzione e distribuzione di cui all'articolo 4, numero 8, della legge 6 dicembre 1962, n. 1643, continuano a svolgere il servizio di distribuzione sulla base di concessioni rilasciate entro il 31 marzo 2001 dal Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato e aventi scadenza il 31 dicembre Con gli stessi provvedimenti sono individuati i responsabili della gestione, della manutenzione e, se necessario, dello sviluppo delle reti di distribuzione e dei relativi dispositivi di interconnessione, che devono mantenere il segreto sulle informazioni commerciali riservate; le concessioni prevedono, tra l'altro, misure di incremento dell'efficienza energetica degli usi finali di energia secondo obiettivi quantitativi determinati con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato di concerto con il Ministro dell'ambiente entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Definizione di Edificio: ".un sistema costituito dalle strutture edilizie esterne che delimitano uno spazio di volume definito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume e da tutti gli impianti e dispositivi tecnologici che si trovano stabilmente al suo interno; la superficie esterna che delimita un edificio può confinare con tutti o alcuni di questi 46

123 elementi: l'ambiente esterno, il terreno, altri edifici; il termine può riferirsi a un intero edificio ovvero a parti di edificio progettate o ristrutturate per essere utilizzate come unità immobiliari a se stanti". (D. Lgs. n. 192 del 19 agosto 2005, articolo 2). 47

124 Quadro di riferimento ambientale ANALISI DELLA COMPONENTE SUOLO, SOTTOSUOLO E ACQUE SOTTERRANEE L area della discarica di Piangipane è ubicata nel comune di Ravenna, a circa 4,8 Km a Est del centro abitato di Ravenna e a circa 5.2 Km a SSE della frazione di Mezzano. 1 Inquadramento IGM 223SW Per quanto riguarda l idrografia superficiale, sono presenti presso l area fossi di scolo minori e lo scolo Canale a Nord. Il Fiume più vicino è il Lamone che scorre alla distanza di 6 km a Ovest. Sulla base del Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, l area di impianto si trova in una zona a moderata probabilità di esondazione, in Figura 2: Estratto Piano Stralcio Rischio Idrogeologico 48

125 particolare Aree di potenziale allagamento, trovandosi tra il fiume Montone e il fiume Lamone. Caratteristiche geomorfologiche, geologiche e idrogeologiche Il sito di progetto ricade all interno di un area perfettamente pianeggiante a quote comprese tra m circa sul livello del mare. Esso è caratterizzato da un punto di vista geologico da depositi alluvionali di pianura di natura limosoargillosa, riconducibili all Unità di Modena. Dal punto di vista pedologico, il sito ricade all interno delle delineazioni dei suoli La Boaria, di natura argilloso limosa. Sulla base di prove penetrometriche condotte presso l area e pubblicate dalla regione Emilia Romagna, la falda è stata rilevata a quote indicativamente di 2 m dal piano campagna. Modalità costruttive del capping Il capping della discarica di Piangipane, secondo gli elaborati del progetto, è composto da circa 2 m di terreno e/o materiale di riporto a partire dalla superficie regolarizzata dei rifiuti inerti. Interferenze con il sistema geologico e idrogeologico locale Il progetto è stato modificato per ridurre la struttura fondale dei pannelli al fine di limitarne l impatto. 49

126 Infatti i pannelli saranno sostenuti di 3 piedi posti su tre fondazioni a plinto di dimensione 3 x 0,8 metri (si vedano sezioni allegate) appoggiate al terreno. Il peso dell intera vela è di 20 kg e quindi il carico unitario sul terreno trasmesso da ogni plinto è: 20/(80x300x3) = 0,00027 kg/cm 2. I plinti saranno posti sul terreno opportunamente preparato mediante pochi cm di scotico e rullatura per il livellamento e per il mantenimento del deflusso delle acque superficiali. Lo scotico sarà limitato ai pochi cm di profondità del terreno interessato dall apparato radicale della vegetazione esistente. MODELLO GEOTECNICO Considerando le modalità d intervento sopra esposte, il modello geotecnico realizzato nella precedente relazione, può essere aggiornato considerando anche il fenomeno dei cedimenti. La stratigrafia schematica della discarica è la seguente: Non essendo possibile condurre indagini geognostiche all interno di un corpo di discarica, si confermano i valori geotecnici prodotti nella precedente relazione: Livello Descrizione γ ϕ cu E m t/m 3 Kg/cm 2 Kg/cm Terreno Inerti Limi e argille Data l esiguo carico unitario sul terreno e i valori geotecnici sopra riportati l intervento con le fondazioni sopra descritte è possibile senza creare elementi di instabilità. Per quanto concerne la tematica dei cedimenti, si consideri che la cava è terminata da circa 10 anni e quindi i terreni limosi e argillosi sottostanti hanno avuto tutto il tempo di assorbire gli eventuali cedimenti indotti dal carico degli inerti riportati. 50

127 325 Casadio & Co geologia acustica ambiente Il carico aggiunto dal peso dei pannelli è così ridotto per cui si prevedono cedimenti irrilevanti. PIAN GIPAN E SIMULAZIONE FUTURA ACCESSO ENEL ALLE CABI NE URBA NI ZZAZI ONE E RELATI VE FASCE DI RIS PETTO A LLEGATO 2B3 SCHEDA POC NUOVA SIEPE MI TI GA NTE A CCE SSO SECONDARI O PALO FINE LI NEA DIREZIONI DI SCOLO DELLE ACQUE METEORICHE S.S. SAN VITALE DISTANZA DELL' AREA OCCUPATA DAI PANNELLI FOTOVOLTAICI DAL LIMITE D' INTE RVE NTO FILARE DI ALBE RI ES IS TE NTE CAB INA ENE L CA BI NA UTENTE SOLHA R PI ANGI PANE FILARE DI ALBERI ESI STENTE NUOVA SIEPE MITI GANTE NUOVA SIEPE MI TI GA NTE FA SCI A DI RI SPE TTO PA RI A 5 mt. DISTANZA DELL' AREA OCCUPATA DAI PA NNE LLI FOTOVOLTA ICI, ZNS HI NE MONOCRISTALLINO 260 Wp, DAL LIMITE DI I NTE RVE NTO 51

128 PARTICOLARE SEZIONI STRUTTURALI PANNELLI Scala 1:25 157,5 157,5 20, ,5 157,5 157,5 4,5 4,5 PA NNE LLO FOTOVOLTAICO ZNSHINE SOLAR ,5 ZX5M MONOCRI STA LLINO 260 Wp STRUTTURA di SOSTEGNO PANNELLI ,0 STRUTTURA DI SOSTEGNO IN C.A ,6 4 36, PARTICOLARE PROSPETTO VELA FOTOVOLTAICO Scala 1:25 80 STRUTTUR A DI SOSTEGNO IN C.A. ARGINE MITIGANTE ALTEZZA Mt. 2, AREA OCCUPATA DALLE PLATEE IN C.A. DELLE VELE FV: Mq.3.00 x Mq.0.80 = 2.40Mq./platea x n 3/vela x n 3 58 vele Fv. Tot. Mq occupati dalle platee sulla discarica , 0 L impianto fotovoltaico viene completamente edificato entro il perimetro dell area di discarica. 52

129 L impianto fotovoltaico, inteso nella sua completezza (pannelli, strutture di sostegno, drenaggi, cabina elettrica e cavi di connessione) non apporta modificazioni al sistema geologico e idrogeologico della zona, poiché non ha alcuna interferenza diretta né indiretta con essi. Le interferenze dirette si possono avere solamente nei confronti del capping e degli inerti immediatamente al di sotto. Come specificatamente descritto nel Progetto dell Impianto fotovoltaico, le strutture che reggono i pannelli fotovoltaici sono dei piedi di dimensione 3 x 0.8, e di altezza 0.33 m, appoggiati sulla superficie del capping, dopo una leggera operazione di scotico. Il sistema dei pannelli fotovoltaici non è comunque un sistema rigido e pertanto è in grado di sopportare, senza alterazioni sostanziali, i cedimenti a cui il corpo rifiuti potrebbe ancora subire. ACQUE SUPERFICIALI Aspetti qualitativi dei corsi d acqua ARPA svolge periodicamente dei controlli presso alcuni punti significativi di tutta la reta fluviale della Regione Emilia Romagna e quindi anche della provincia di Ravenna. Ai sensi del Dlgs 152/99 quindi a ciascuna stazione indagata viene attribuita la classificazione ecologica (SECA) peggiore tra quelle indicate dai parametri macrodescrittori (LIM) e dall indice biotico I.B.E. Il sito più vicino all area di studio, su cui sono state svolte delle analisi, è il Fiume Lamone, nel punto del Ponte 100 m. I dati del 2008, i più recenti ritrovati indicano un valore di LIM pari a 285, indicativo di uno stato di qualità buono, gli indicatori IBE (5) e SECA mostrano invece condizioni scadenti. Sintesi degli impatti sui corsi d acqua In conclusione, va sottolineato che l impianto in esame non produrrà alcune alterazione a carico della rete idrica superficiale, né dal punto di vista idraulico, né tantomeno da quello della qualità delle acque. VEGETAZIONE E FLORA La vegetazione del territorio Lo studio del territorio è stato effettuato tramite una preliminare analisi aerofotogrammetria e da una successiva indagine in sito. L area in cui verrà operato l intervento si colloca all interno di un contesto che non vede la presenza di elementi floristici di interesse naturalistico. L area di discarica presenta una copertura a prato incolto, mentre nell intorno, in particolar modo a SW le attività di ripristino della passata attività di cava hanno realizzato rimboschimenti con essenze comuni e tipiche dell area: salici, aceri, olmi... 53

130 Potenziali Interferenze dell impianto sulla vegetazione L opera non sembra poter avere alcun impatto dell opera sulla vegetazione né sull aspetto complessivo del paesaggio. FAUNA Le forme di vita animale che popolano i territori analizzati sono di scarso rilievo naturalistico. L area di discarica non costituisce un habitat per le specie faunisitiche presenti nell area. Il sito non ricade all interno di aree SIC o ZPS, ma può essere considerato come area di corridoio tra aree suddette presenti nel territorio ravennate, soprattutto relativo all avifauna. A tal proposito è avviata una pratica di prevalutazione di incidenza, concomitante alla presente pratica di screening. Gli impatti potenziali sulla componente faunistica L analisi della componente ha cercato di individuare specifiche problematiche associate ad effetti di abbagliamento, senza peraltro trovare riscontro in letteratura o nella documentazione disponibile in rete e pressi i siti dedicati. 54

131 Le specie migratrici che attraversano il sito durante gli spostamenti pre riproduttivi o post riproduttivi potranno subire un incidenza negativa relativamente alla possibile confusione dei pannelli solari con gli specchi d acqua, anche se tale eventualità è scarsamente documentata e supportata da bibliografia scientifica (Royal Society for the Protection of Birds, March 2011 Solar Power ). Ulteriori impatti sono stati individuati nella riduzione di superficie quale sito di alimentazione per i granivori e indirettamente gli insettivori, che può essere individuata nella superficie interessata dalla disposizione dei pannelli fotovoltaici. Si conclude affermando che il progetto di realizzazione dell impianto fotovoltaico con potenza di 1MWp non rappresenta un fattore di rischio per la fauna locale. Si allega al presente studio a pre-valutazione di incidenza già effettuata in fase di screening. PAESAGGIO Introduzione Il concetto di paesaggio assume una pluralità di significati, non sempre di immediata identificazione, che fanno riferimento sia al quadro culturale e naturalistico, sia alla disciplina scientifica che ne fa uso. Il paesaggio infatti è costituito da forme concrete, oggetto della visione di chi ne è circondato, ma anche dalla componente riconducibile all immagine mentale, ovvero alla percezione umana. Anche a livello normativo, per molto tempo non è esistita, di fatto, alcuna definizione univoca, poiché sia le leggi n del 1939 (beni ambientali e le bellezze d insieme) e n del 1939 (beni culturali) sia la successiva legge n. 431 del1985 ( legge Galasso ) tendevano a ridurre il paesaggio ad una sommatoria di fattori antropici e geografici variamente distribuiti sul territorio. Solo di recente la Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000) e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. n. 42/2004) hanno definito in modo sufficientemente organico il concetto di paesaggio. L art. 1 della Convenzione Europea indica che paesaggio designa una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. Il codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ha fatto proprie le indicazioni della Convenzione Europea e all art. 131 afferma: - per paesaggio si intende una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni; - la tutela e la valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili. Da queste definizioni si desume che è di fondamentale importanza, per l analisi di un paesaggio, lo studio dell evoluzione dello stesso nel corso dei secoli, e identificazione delle parti omogenee, ovvero delle unità di paesaggio. Per procedere alla valutazione su base storica del paesaggio in un dato territorio è necessario compiere un analisi delle categorie principali di elementi che lo costituiscono: - la morfologia del suolo; - l assetto strutturale e infrastrutturale del territorio (presenza di case, strade, corsi d acqua, opere di 55

132 bonifica e altri manufatti); - le sistemazioni idrauliche agrarie, le dimensioni degli appezzamenti - le coltivazioni e la vegetazione. Quest ultime consentono di individuare anche le già accennate unità di paesaggio, ossia le porzioni omogenee in termini di visualità e percezione in un determinato territorio. Riguardo il valore del paesaggio, è necessario distinguere tra valore intrinseco, ossia percepito sulla base di sensibilità innate, e valore dato dalla nostra cultura. I caratteri del paesaggio sono l unicità, la rilevanza e l integrità, mentre le qualità possono variare da straordinarie, notevoli, interessanti fino a deboli o tipiche degli ambienti degradati. Frideldey (1995) ha cercato di riassumere quali sono i fattori che influenzano l apprezzamento del paesaggio; tra gli attributi del paesaggio che aumentano il gradimento, egli individua la complessità (da moderata ad elevata), le proprietà strutturali di tale complessità (che consentono di individuare un punto focale), la profondità di campo visivo (da media a elevata), la presenza di una superficie del suolo omogenea e regolare, la presenza di viste non lineari, l identificabilità e il senso di familiarità. La qualità del paesaggio della pianura romagnola è andata progressivamente peggiorando negli ultimi decenni sia dal punto di vista percettivo che da quello storico-culturale. La crescita insediativa nella regione negli anni 90 ha assunto ritmi mai registrati in precedenza specie per quanto riguarda la costruzione di fabbricati non residenziali. Vaste porzioni del territorio rurale sono state interessate visivamente dalla presenza di fabbricati (specie di tipo industriale e commerciale) che, per tipologia edilizia, sono fortemente incoerenti con il territorio rurale circostante e ne determinano un degrado profondo e stabile nel tempo. Va anche evidenziato che, al contrario di quanto avvenuto per il boom edilizio degli anni 70, in questo caso la crescita insediativa è avvenuta nell ambito di piani urbanistici adottati dai singoli Comuni e approvati dalla Regione. Il degrado paesaggistico delle zone rurali sperimentato negli anni 90 ha dimostrato chiaramente che la normativa urbanistica in vigore all epoca si è rivelata del tutto incapace di favorire un adeguato grado di tutela del paesaggio, con la sola esclusione di alcune aree di particolare importanza naturalistica, in cui sono stati realizzati parchi e riserve naturali, e, in quanto tali, espressamente tutelate a livello regionale tramite il PTRC. Non va inoltre trascurato che alcuni elementi positivi sono comunque emersi anche negli anni 90 e con il nuovo millennio sul fonte delle politiche agro-ambientali e paesaggistiche. Per la prima volta infatti la politica agricola comunitaria si è fatta carico di un consistente programma finanziario finalizzato alla riduzione dell impatto ambientale delle tecniche produttive agricole ed al miglioramento del paesaggio. Caratteristiche del territorio L'attuale assetto del territorio è il risultato di due principali processi: - una millenaria e diffusa antropizzazione, finalizzata al massimo beneficio agricolo, in condizioni pedologiche ed ambientali favorevoli; - l'espansione urbanistica e infrastrutturale, spesso incontrollata, che ha interessato il territorio della pianura padana negli ultimi 60 anni. 56

133 La foresta mesofila che originariamente occupava gran parte della pianura risultava quasi totalmente scomparsa già in epoca romana. Dopo una parziale espansione della copertura vegetale nell'alto medioevo, il territorio è stato quasi completamente dissodato per lasciar spazio alle attività agricole. Gli effetti di tali azioni comportarono dei cambiamenti non solo degli aspetti naturalistici, ma anche di carattere pedologico: la perdita di sostanza organica, la regimazione delle acque superficiali ecc. I sistemi meno alterati occupano le aree economicamente marginali e in prossimità di zone umide (valli, lagune, alvei e rive fluviali). L'intensità delle alterazioni dell'ambiente naturale è legata al grado di fertilità del terreno e alla loro appetibilità dal punto di vista economico: quanto più le condizioni pedo-climatiche e infrastrutturali sono vantaggiose tanto più l'attività antropica manifesta la sua influenza; al contrario nelle situazioni meno favorevoli (zone umide, colli, aste fluviali ecc.) le attività produttive si riducono o addirittura scompaiono. Le zone trascurate dallo sviluppo industriale e da quello agricolo hanno conservato le loro risorse naturali. Il loro carattere limitante sta nella loro marginalità e frammentarietà. Descrizione particolare dell area di indagine Come già detto, riguardo gli aspetti propriamente paesaggistici, l area è caratterizzata dalla presenza contigua di 4 ambienti: ossia l ambiente agricolo a seminativo, il rimboschimento, l attività di recupero inerti ed i bacini artificiali derivanti dall antica attività di cava. Dal punto di vista infrastrutturale, il sito è prossimo all A14 bis, diramazione per Ravenna ed è accessibile da Via Bartolotte, una via di importanza minore che collega la SP 253 San Vitale a Via Canala. Sono presenti nell area rare abitazioni sparse, alcune a carattere rurale, e il centro urbano più prossimo è Piangipane. Sono presenti inoltre alcune aree produttive di medio - piccole dimensioni immediatamente a sud-ovest del sito di intervento. Sulla base della classificazione delle Unità di Paesaggio inserite nel PTCP, l area di Piangipane ricade all interno dell unità 10 Terre Vecchie, chiamate così perché i terreni compresi all interno dei questa U. di P. sono terreni alti (10-20 metri) rispetto alla quota del livello del mare, perché furono i primi, in tempi remoti, ad essere stati interessati da fenomeni alluvionali in contrapposizione alle terre basse della parte orientale della Provincia, emerse dopo ingenti opere di bonifica. Presso il sito di studio non si rilevano elementi di particolare interesse storico archeologico o paesaggistico ambientale. Nella figura qui di seguito (Fonte Regione Emilia Romagna) esposta sono rappresentati ed evidenziati gli usi del suolo presso il sito di studio aggiornata al 2008, dove l area è erroneamente inquadrata come estrattiva: 57

134 Di seguito si riportano inoltre alcune riprese fotografiche dei luoghi. 58

135 Nelle foto prese presso l area e la foto aerea si ritrovano le constatazioni fatte in precedenza: il paesaggio dominante è quello agricolo dei campi aperti, coltivati principalmente a seminativo. Si ritrovano poi gli alberi realizzati durante la fase di rimboschimento ed i capannoni destinati alle attività produttive. Impatto paesaggistico dell opera Il progetto consiste nella realizzazione di un parco fotovoltaico di tipo non integrato (dunque al livello del suolo, non potendo usufruire di strutture edilizie esistenti), costituito da serie di stringhe di pannelli fotovoltaici di dimensioni contenute che occupano, assieme ai relativi manufatti ed impianti, circa 3 ettari di un area agricola precedentemente adibita a discarica che necessita di riqualificazione ambientale e funzionale. È necessario evidenziare il fatto che l area in esame non presenta particolari valori paesaggistici; non si riscontrano infatti particolari qualità uniche, rilevanti e/o riconducibili ad alto grado di integrità del territorio. La complessità delle forme è medio-bassa, come pure la profondità di campo visivo e la presenza di viste non lineari, tutti fattori di apprezzamento paesaggistico. 59

136 Al di la di ciò, è indubbio il fatto che il progetto vada a modificare l uso dei luoghi, introducendo elementi comunque estranei al paesaggio tipicamente agricolo del territorio ravennate, per cui si riscontra la presenza di impatti di tipo paesaggistico dei quali è necessaria una definizione e descrizione. Per far ciò, nel seguito della trattazione si fa riferimento alle fasi di realizzazione ed esercizio dell opera. Fase di realizzazione Gli impatti riconducibili alla fase di costruzione dell opera sono particolarmente contenuti nel caso in esame. Per la realizzazione dell opera è necessario prevedere un area di cantiere di circa 300 mq, ubicata presso l area per servizi collegati alla discarica, all interno della quale possano essere alloggiati le infrastrutture temporanee per le maestranze a per il magazzino delle apparecchiature da installare in campo. L area sarà recintata e saranno create apposite piste in terra battuta per i mezzi di cantiere. Non sono previste comunque particolari movimentazioni/passaggi di mezzi tali da alterare significativamente le condizioni locali di traffico e dunque la fruizione dei luoghi. Il progetto non comporta sgombro di terreni e/o sbancamenti. I lavori si riducono ad un modesto scavo del terreno fino a cm di profondità solo per l interramento di tubazioni portacavo ad una profondità limitata a circa 30 cm dalla superficie unicamente nel tratto di collegamento dai quadri di campo alla cabina di conversione e controllo. Tale operazioni, in sostanza, non andranno ad alterare la morfologia dei luoghi, già di per sè comunque compromessa dalla presenza della precedente discarica. Si adotteranno in ogni caso in questa fase tutti gli accorgimenti per minimizzare gli impatti sul paesaggio, ad esempio si provvederà al mascheramento delle aree di cantiere, alla localizzazione ottimale di tali aree, in modo da ottimizzare i tempi di esecuzione dell opera e contemporaneamente ridurre al minimo indispensabile l occupazione del suolo. La durata del cantiere è prevista in circa 6 settimane. I potenziali effetti della fase di cantiere sono dunque di carattere temporaneo e reversibile, dato che lo stato dei luoghi e dei terreni sarà riportato alle condizioni originarie alla fine del lavori. Fase di esercizio In riferimento al rapporto opera - paesaggio, per quanto detto in precedenza riguardo la natura del progetto in relazione alla vocazione ed alle caratteristiche dei luoghi, si ritiene di poter affermare, con ragionevole certezza, quanto segue. La nuova opera prevede la riqualificazione di un area di discarica, modificando dunque sia pur con connotazione positiva l uso attuale dei luoghi; tale modifica non si pone però come elemento di sostituzione del paesaggio o come elemento forte, di dominanza. L obiettivo è infatti quello di realizzare un rapporto opera paesaggio di tipo integrativo. In altre parole, la finalità è quella di inserire l opera in modo discreto e coerente nel paesaggio agricolo periurbano ravennate. Le forme tipiche degli ambienti in cui si inserisce il progetto, rimarranno sostanzialmente le stesse. In termini di impatto visivo e percettivo, è necessario evidenziare innanzitutto che l altezza dei pannelli fotovoltaici, orientati verso sud ed inclinati di 30 rispetto il livello del suolo, è di 4,5 m circa da terra. I moduli inoltre sono opachi, non riflettono dunque la luce e sono ben mimetizzati nel terreno circostante. 60

137 Gli elementi maggiormente visibili ed estranei al paesaggio circostante sono costituiti dalle componenti accessorie dell impianto (locali tecnici della cabina elettrica, recinzioni, sistemi di illuminazione). In ogni caso, l inserimento delle nuove strutture sarà attenuato dalla presenza dei manufatti relativi alla discarica e l attività di recupero inerti già esistenti. In termini puramente percettivo-identitari, un elemento positivo non trascurabile è dato dal valore aggiunto ambientale ed etico che la nuova proposta impiantistica può apportare con la propria presenza sul territorio. L osservatore infatti potrà percepire in modo positivo la finalità di riqualificazione di un area degradata e l utilizzo della stessa per scopi maggiormente virtuosi ed in linea con gli obiettivi nazionali di potenziamento della produzione energetica mediante FER. Il progetto stesso potrà contribuire, sia pur entro i propri limiti dimensionali, a diffondere i valori del buon progettare e a porsi come esempio virtuoso di riqualificazione ambientale. L inserimento di un parco fotovoltaico in un area periurbana ancora oggi è percepito come elemento sostanzialmente estraneo al paesaggio agricolo, ma nell immediato futuro, grazie anche al contributo di opere come quella in esame, potrà assumere connotazioni identitarie dei luoghi, avvalorate dalla possibilità/opportunità di recuperare in modo funzionale aree degradate. Considerando infine anche la medio-bassa naturalità dei luoghi, la scarsa rilevanza ed integrità degli stessi in termini paesaggistici, il livello di impatto sul paesaggio non può ritenersi del tutto trascurabile, ma comunque è definibile con ragionevole certezza come contenuto, localizzato, mitigabile e totalmente reversibile, data la natura ed il tempo di vita dell opera (20-30 anni). Riguardo le mitigazioni, la presenza del rimboschimento già in essere costituisce una barriera visiva efficace al sito. Da progetto, infine, è prevista l installazione di una siepe mitigante, al fine di coprire parzialmente l impatto visivo dei pannelli. ATMOSFERA L analisi della componente, per il progetto allo studio, si limita alla definizione del livello qualitativo ante operam, anche se la realizzazione dell impianto fotovoltaico non è destinata a produrre modifiche (se non in modo molto contenuto in fase di cantiere, come si dirà nel seguito) ai livelli attualmente osservabili. Non 61

138 vengono invece presi in considerazione gli aspetti meteoclimatici in quanto non influenti per l opera in progetto. Nel seguito vengono stimati gli effetti derivanti dalla realizzazione dell opera, sia in fase di cantiere che di esercizio, proponendo una valutazione data la tipologia progettuale delle ricadute a livello locale e globale. Stato attuale La Rete Regionale di monitoraggio della Qualità dell Aria (RRQA) è presente sul territorio della Provincia di Ravenna con diverse stazioni di misura, quella più vicina al sito è relativo alla stazione di Zalamella, in contesto di traffico urbano, non propriamente rappresentativo della situazione presente presso il sito. Il territorio urbano di Piangipane ricade all interno dell Agglomerato R9 di Ravenna. Riassumendo quanto esposto sul Rapporto sulla qualità dell aria per la Provincia di Ravenna dell anno 2010 (attualmente il più recente), redatto a cura del Servizio Sistemi Ambientali Area Valutazione e Monitoraggio Aria, Rumore, CEM dell Arpa di Ravenna, i valori del Biossido di Azoto e Ossidi di Azoto, Monossidi di Carbonio e IPA rimangono entro i limiti normativi. Per quanto riguarda le PM 10, nel 2010 il numero di superamenti medio giornaliero di 50 µg/m3 (35 volte all anno) è stato superato. Effetti dell opera In fase di cantiere si potrà verificare un leggero peggioramento della qualità dell aria a livello strettamente locale (area prospiciente il sito di realizzazione delle opere), dovuto ad un aumento nel livello delle polveri causato dalla movimentazione del terreno durante le operazioni di scavo necessarie per la posa dei cavi. L attività è limitata nel tempo oltre che circoscritta spazialmente, per cui il disturbo effettivo dovrebbe essere sostanzialmente contenuto. Irrilevante appare invece il contributo dovuto al movimento dei mezzi meccanici, per il trasporto di mezzi e persone e per l operatività del cantiere: la durata complessiva della fase di costruzione è stimata in sei settimane e il progetto richiede uno sforzo minimo relativamente alle lavorazioni. Anche il movimento delle maestranze da e per il cantiere non è in grado di determinare un aggravio al traffico locale, se non del tutto temporaneo e ridotto. In fase di esercizio l impianto non dà luogo ad alcun tipo di interferenza sulla qualità dell aria. Si registra, invece, un effetto positivo consentito dal progetto. L impianto fotovoltaico consente la riduzione di emissioni in atmosfera delle sostanze che hanno effetto inquinante e che contribuiscono all effetto serra. Emissioni evitate in atmosfera Emissioni evitate in atmosfera di CO 2 SO 2 NO X Polveri Emissioni specifiche in atmosfera [g/kwh] Emissioni evitate in un anno [kg] Emissioni evitate in 20 anni [kg] Fonte dati: Rapporto ambientale ENEL 2008 Studio sul traffico Descrizione della rete viaria 62

139 L area in oggetto è collocata in Via Bartolotte, a Ravenna, ed è raggiungibile teoricamente percorrendo la SP253 oppure la Via Canala, essendo la Via Bartolotte una congiungente le due strade. Si veda l immagine seguente per un migliore dettaglio: La Via Bartolotte è una strada che, se percorsa dalla SP253 è interrotta all altezza del cavalcavia sull autostrada; dunque l unico modo per accedere all area è passare dalla Via Canala. Lo svincolo che regola l accesso alla Via Bartolotte dalla Via Canala è un incrocio a raso, come da immagine seguente: 63

140 e la Via Bartolotte da questo lato si presenta come una strada inizialmente asfaltata poi sterrata. Situazione attuale e di progetto La situazione attuale si presenta già caratterizzata da un discreto livello di traffico dovuto alla presenza di un impianto di lavorazione inerti proprio in area retrostante all area di studio. Nonostante l area si collocata in aperta campagna, la Via Bartolotte presenta già allo stato attuale un movimento veicolare, ascrivibile per la maggior parte a traffico di veicoli pesanti, non irrilevante. Il flusso su questa via si può riassumere come il passaggio di mediamente 15 mezzi all ora, che porta a determinare circa 120 mezzi al giorno. Ora, questa valutazione è basata sull osservazione diretta della durata di un ora nella mattinata di una giornata lavorativa. Occorre tener presente, tuttavia, che il flusso è sempre variabile dunque supporre 10 mezzi all ora come ordine di grandezza può portare a sopravalutare il problema. Si ritiene dunque che una descrizione veritiera e significativa di questa casistica sia quella di assegnare un numero di veicoli pesanti variabile tra 80 mezzi al giorno (mediamente). Per quanto riguarda la situazione di progetto, l istallazione dei pannelli comporta l utilizzo di mezzi pesanti per il trasporto degli stessi e dei mezzi utilizzati dai dipendenti atti all installazione. Tuttavia si ritiene che l apporto più significativo alla congestione del traffico sia rappresentato dal flusso di mezzi pesanti. Come da quanto riportato nell inquadramento progettuale dello screening, si stima un numero pari a 20 camion al giorno utilizzati per le fasi di posizionamento dei vari componenti, e la durata del cantiere è stimata in 6 settimane. Rispetto agli attuali 80 veicoli pesanti che percorrono la strada, dunque, si avrebbe un aumento del 25% del traffico di mezzi pesanti sulla Via Bartolotte. La Via Bartolotte, tuttavia, è una strada chiusa (poiché il 64

141 cavalcavia sull autostrada è attualmente interdetto al traffico) ed è una strada a servizio esclusivamente delle attività ivi presenti, il che non conduce a situazioni di congestione per il traffico locale. Per quanto riguarda la situazione in Via Canala, si consideri che i camion che percorrono la Via Bartolotte saranno gli stessi ad immettersi in Via Canala. Via Canala conta un passaggio attualmente di 5 mezzi pesanti all ora da sommarsi ad un flusso di circa 115 auto/ora. L incremento di 20 camion/ora si ritiene non essere determinante sulla situazione attuale di traffico di Via Canala. Inoltre lo svincolo che rappresenta l immissione di Via Bartolotte su Via Canala risulta essere adeguatamente dimensionato per la situazione attuale e anche per la situazione di cantiere futura, vista la dimensione della carreggiata e dell incrocio. Fondamentale alla valutazione del presente studio è la considerazione della limitata durata nel tempo del cantiere (6 settimane). Conclusioni Si consideri che l area oggetto di installazione dei pannelli è collocata in fondo alla Via Bartolotte (si intende in fondo perché attualmente il cavalcavia sull autostrada è chiuso al traffico), dunque non vi è un flusso di traffico bidirezionale che si avrebbe se la via fosse aperta al traffico. Questo fatto, unito all assenza di abitazioni (e quindi di automobili legate alle residenze) fa in modo che l introduzione dei mezzi pesanti dovuti al cantiere non incida sul normale flusso di traffico, arrecando congestioni veicolari o intoppi. In considerazione di quanto appena detto e del fatto che la strada è percorsa già da mezzi pesanti e che al momento questo flusso non crea situazioni di disagio vista l adeguatezza della Via Bartolotte e dell immissione della stessa in Via Canala, si può concludere che l incremento momentaneo del traffico vista la durata molto limitata nel tempo (6 settimane) sia un fenomeno fisiologico di qualsiasi attività di cantiere. RUMORE Le caratteristiche dell intervento in oggetto (installazione di stringhe di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia da fonte solare), e la sua localizzazione (sul capping di una discarica chiusa e collaudata, in fase di gestione post-mortem), portano ad alcune considerazioni che coinvolgono la componente rumore. La prima consiste nell attuale presenza di attività significative dal punto di vista acustico, che consistono sostanzialmente nello sfalcio del cotico erboso della discarica e soprattutto nell attività di recupero inerti con l impiego del frantoio ed il passaggio degli automezzi in primis. La fase di cantiere sarà ridotta nel tempo e comporterà pochi viaggi per il trasporto dei pannelli e delle strutture; più avanti, per completezza, si riporta comunque una valutazione di impatto acustico relativa alla fase di cantiere. In sintesi, le attività legate alla realizzazione dell impianto e al suo esercizio comporteranno ridottissime emissioni acustiche. Per questi motivi l analisi della componente rumore verrà svolta sulla base delle indicazioni contenute nel Piano di classificazione acustiche del Comune di Ravenna, ritenendo più che sufficienti i rilievi realizzati allo scopo. 65

142 Classificazione acustica dell area in esame e limiti di riferimento I limiti di rumorosità previsti dalla normativa e individuati dalla zonizzazione acustica si possono distinguere in: limiti assoluti di emissione, che rappresenta il valore massimo di rumore che può essere emesso da una specifica sorgente sonora presente in un determinato luogo, in facciata agli edifici o in prossimità di spazi occupati da persone o comunità; limiti assoluti di immissione, che rappresenta il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore presente in un determinato luogo, in facciata agli edifici o in prossimità di spazi occupati da persone o comunità. Valori limite di emissione Valori limite di immissione Sulla base della classificazione acustica del Comune di Ravenna, l area di studio ricade in classe IV, Aree di intensa attività umana. Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da inteso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole industrie. 66

143 Per le aree in classe IV i limiti diurni sono pari a 60 db(a) in emissione e 65 db(a) in immission ed i limiti notturni sono pari a 50 db(a) e 55 db(a). Caratterizzazione acustica nella fase di cantierizzazione Obiettivo dei successivi paragrafi è quello di prescrivere le adeguate misure che l impresa esecutrice dovrà attuare per potere recare il minor disturbo possibile ai ricettori più prossimi all area di cantiere e lungo la viabilità locale. Gli interventi di mitigazione Gli interventi di mitigazione possono essere suddivisi in: PRELIMINARI Sono preliminari tutti gli interventi di dislocazione, organizzazione e pianificazione del cantiere che per la loro stessa natura contribuiscono a tenere minimi i livelli di emissione di rumore. ATTIVI Tutte le procedure operative che comportano una riduzione delle emissioni rispetto ai valori standard che si avrebbero in condizioni normali. PASSIVI Non essendo ulteriormente riducibile l emissione di rumore si interviene sulla propagazione nell ambiente esterno con lo scopo di ridurre l immissione sui ricettori sensibili. In termini generali è certamente più corretto ridurre l emissione di rumore alla fonte piuttosto che cercare di limitare i danni. Di seguito si indicano gli interventi di mitigazione preliminare, che l impresa esecutrice dovrà attuare in accordo con il Direttore dei Lavori nella scelta delle macchine di cantiere e della dislocazione dei vari apprestamenti di cantiere: - Selezione di macchine conformi alle norme - Impiego di macchine per il movimento terra gommate anziché cingolate - Installazione di silenziatori e marmitte catalitiche sulle macchine eventualmente sprovviste - Dislocazione di impianti fissi (con limitata produzione di rumore) in posizione schermante rispetto alle sorgenti interne - Orientamento adeguato di impianti con emissione di rumore a forte direttività - Dislocazione degli impianti rumorosi alla massima distanza possibile dai ricettori - Utilizzo di macchine di recente costruzione (gruppi elettrogeni, compressori, martelli demolitori, ) - Continua manutenzione dei mezzi e delle attrezzature (Lubrificazione, sostituzione pezzi usurati o inefficienti, controllo e serraggio giunzioni, bilanciatura, verifica allineamenti, verifica tenuta pannelli di chiusura ) - Manutenzione della viabilità interna. Per quel che riguarda gli interventi di mitigazione attiva si impone che: - nel tratto di viabilità utilizzata per il trasporto dei materiali, si dispone che ciascun camion venga caricato non oltre il 70% della portata ammissibile con obbligo di velocità massima inferiore a 40 Km/h. - vi sia l esclusione di tutte le operazioni rumorose non strettamente necessarie all'attività di cantiere e che la conduzione di quelle necessarie avvenga con tutte le cautele atte a ridurre al minimo l'impatto acustico (es. divieto d uso contemporaneo di macchinari particolarmente rumorosi); 67

144 - i motori a combustione interna siano tenuti ad un regime di giri non troppo elevato e neppure troppo basso; - vengano fissati adeguatamente gli elementi di carrozzeria, i carter, ecc. in modo che non emettano vibrazioni; - vengano evitati i rumori inutili che possono aggiungersi a quelli dell attrezzo di lavoro che non sono di fatto riducibili; - vengano tenuti chiusi gli sportelli, le bocchette, le ispezioni, ecc. delle macchine silenziate; - venga segnalata a chi di dovere l eventuale diminuzione dell efficacia dei dispositivi silenziatori; - le apparecchiature che difficilmente possono essere adeguatamente silenziate, quali i piccoli compressori o simili, quando devono essere usate in luoghi chiusi, vengano ubicate, per quanto possibile, in locali attigui a quelli in cui si svolgono le lavorazioni; - non vengano tenuti in funzione gli apparecchi e le macchine, esclusi casi particolari, durante le soste delle lavorazioni. Sorgenti di rumore presenti nell area di cantiere Nell ipotesi che l impresa esecutrice predisponga tutti gli interventi appena descritti si stima di seguito il rumore prodotto dall intervento in fase di cantierizzazione. Le attività presenti all interno del cantiere potenzialmente critiche sono: - passaggio automezzi per il trasporto del materiale e degli elementi utili alla realizzazione del campo - impiego mezzi per il posizionamento delle varie strutture (cabine prefabbricate, zavorre...) Sintesi degli impatti in fase di esercizio Con la realizzazione dell impianto fotovoltaico la produzione di energia elettrica sfruttando i raggi solari non genererà alcun tipo di rumore, per cui non sono previste mitigazioni specifiche. Sulla base delle precedenti indicazioni è stata realizzata una valutazione previsionale di impatto acustico più specifica, con apposite mappe isofoniche, che si riporta qui di seguito. Specifica valutazione previsionale di impatto acustico della fase di cantiere La valutazione dell impatto acustico verrà eseguita considerando che il cantiere durerà 6 settimane e che vi sarà una percorrenza massima al giorno di 20 camion. L attività si svolgerà esclusivamente in intervallo diurno. Poiché nell intorno di 400 m non ci sono recettori, le valutazioni saranno svolte unicamente circa il contributo alle immissioni acustiche generate dal traffico indotto. Foto satellitare con individuazione dei ricettori presenti nell area Il clima dell area è controllato principalmente dal traffico veicolare sull autostrada per Ravenna e dal traffico sulla Via Canala. La Via Bartolotte è dotata di traffico modesto in quanto strada interrotta a Sud in prossimità del ponte. L unico recettore è ubicato in corrispondenza dell incrocio tra Via Bartolotte e Via Canala. 68

145 Recettore Rottamaio Impianto frantumazione Futuro cantiere Strada chiusa Stato attuale Allo stato attuale si stima, mediante un rilievo a campione dei passaggi lungo Via Bartolotte, la presenza di circa 15 camion all ora dalle 7 alle 18 diretti alla discarica e all autodemolizione. In termini di passaggi si tratta di 30 passaggi/ora dalle 7 alle 18, e di circa 21 passaggi ora in intervallo diurno (6-22). I passaggi sulla Via Canala sono invece dell ordine di circa 120 auto/ora. 69

146 Stato futuro Considerando che l attività di cantiere necessiterà di un massimo di 20 camion (ovvero 40 passaggi per andata/ritorno) al giorno, si produrrà nell intervallo diurno (16 ore) un incremento di passaggi pari a 2,5 camion/ora su Via Bartolotte e Via Canala. Questo incremento produrrà emissioni acustiche modeste in quanto: - Nell area è presente un solo recettore. - Il recettore è posto in prossimità dell incrocio. Non si produrranno emissioni per rotolamento degli pneumatici dovuto alla velocità dei mezzi. - Il traffico attuale su Via Canala è prevalente e controlla il clima acustico intorno al recettore. L incremento del traffico non modificherà il clima attuale intorno al recettore. - L incremento del traffico è modesto. Quantificazione del possibile incremento delle immissioni acustiche mediante formule previsionali Incremento immissioni acustiche lato recettore fronte Via Canala Distanza r da Via Canala = 40 m Portata attuale strada = 115 auto/ora, 5 camion/ora Portata futura = 115 auto/ora, 7,5 camion/ora Velocità mezzi = 70 Km/h Modello CETUR traffico urbano aperto Attuale Leq = log(Ql + EQp) + 20logV - 12log(d+lc/3) + 10log(Q/180) = 59,4 dba 70

147 Futuro Leq = log(Ql + EQp) + 20logV - 12log(d+lc/3) + 10log(Q/180) = 60 dba L incremento potrà essere dell ordine di 0,6 db. Incremento immissioni acustiche lato recettore fronte Via Bartolotte Distanza r da Via Bartolotte = 11 m Portata attuale strada = 21 camion/ora Portata futura = 23,5 camion/ora Velocità mezzi = 10 Km/h Modello CETUR traffico urbano aperto Attuale Leq = log(Ql + EQp) + 20logV - 12log(d+lc/3) + 10log(Q/180) = 49,3 dba Futuro Leq = log(Ql + EQp) + 20logV - 12log(d+lc/3) + 10log(Q/180) = 49,8 dba L incremento potrà essere dell ordine di 0,5 db. Conclusioni L analisi qualitativa e quantitativa delle immissioni acustiche che saranno prodotte dall attività di cantiere dimostra che l impatto acustico sarà modesto, dell ordine di 0,5 db e che pertanto non modificherà sostanzialmente il clima acustico attuale dell area. Si raccomanda di svolgere le attività esclusivamente entro l intervallo diurno (6:00 22:00). SALUTE PUBBLICA Nell area dell intervento le operazioni di deposito di rifiuti inerti sono terminate nel 2003, anno in cui è iniziata la fase di gestione post operativa. Dalle informazioni raccolte lo stato attuale del fattore salute pubblica non risulta negativamente connotato dalla presenza nel passato recente della discarica: il disturbo causato dalla sua presenza, di carattere reversibile, può essere giudicato ormai terminato, senza avere segnato il benessere delle popolazioni residenti. Attualmente, l area presenta una copertura erbacea continua. I campi elettromagnetici Quando si parla di inquinamento elettromagnetico e di campi elettromagnetici (CEM) ci si riferisce alle radiazioni non ionizzanti (NIR) con frequenza inferiore a quella della luce infrarossa. 71

148 Possiamo tentare una classificazione sommaria degli effetti dei campi elettromagnetici sugli individui umani, basata sulla distinzione tra effetti acuti e cronici. Effetti acuti: immediati ed oggettivi, accertabili sperimentalmente su volontari al di là di ogni possibile dubbio: - a bassa frequenza: imputabili alla corrente indotta; - ad alta frequenza: imputabili al riscaldamento dei tessuti. Effetti sanitari a lungo termine, in cui è difficile accertare il rapporto causa effetto (indagini con metodi epidemiologici): - con sintomi più o meno soggettivi (affaticamento, irritabilità, difficoltà di concentrazione, cefalee, insonnia, ecc.); - con sintomi oggettivi ed in genere gravissimi (tumori, malattie degenerative). Il quadro degli effetti biologici è completato dagli effetti su colture cellulari, tessuti ed organi escissi (effetti in vitro) e da quelli su animali da laboratorio sottoposti ad esposizione forzata e controllata (effetti in vivo). Effetti previsti e indicazioni per la mitigazione In fase di cantiere si rilevano i seguenti impatti: a causa della movimentazione del terreno per la posa dei pannelli e dei loro supporti sul terreno, sarà rilevabile un disturbo moderato a carico della componente a causa del locale peggioramento della qualità dell aria, dovuto all aumento delle polveri derivanti dalle suddette operazioni. Contemporaneamente, l installazione del cantiere provocherà un locale aumento del traffico nella zona, dovuto al movimento di uomini (il cantiere richiederà un numero compreso tra 10 e 50 unità di personale per la sua conduzione) e materiale da e verso l area di cantiere. Considerando le dimensioni dell area di cantiere e la limitata entità dell intervento, il disturbo è da ritenersi di lieve entità, oltre che totalmente reversibile, anche in considerazione del fatto che la realizzazione del campo fotovoltaico dovrebbe essere completata in sei settimane. I normali accorgimenti per la corretta gestione di un cantiere (bagnatura dei tratti non pavimentati, lavaggio delle ruote dei mezzi, ) saranno sufficienti a contenere l impatto; - analogamente a quanto sopra si stima come poco rilevante l interferenza sulla componente causata dalla emissione di rumore: le attività necessarie per la realizzazione delle opere (compresa la costruzione del locale tecnico per la centrale elettrica) sono ridotte e verranno comunque svolte nei normali orari lavorativi; - non si rilevano ulteriori effetti sulla salute pubblica dovuti alla realizzazione delle opere: le normali precauzioni permetteranno di evitare ogni interferenza con la componente della acque superficiali e sotterranee, che non risultano comunque interessate dalla fase di cantiere. In fase di esercizio non sono rilevabili impatti a carico della salute pubblica: l impianto nel suo funzionamento non prevede nessun tipo di emissione, né fisica né chimica e gli interventi di manutenzione sono limitati e circoscritti. Per quanto riguarda la tematica delle radiazioni non ionizzanti, la disposizione di pannelli solari non dà luogo alla produzione di campi elettromagnetici, mentre in merito alla cabina di trasformazione, ogni sistema che compie al suo interno una trasformazione di energia elettrica (inverter) dà luogo alla generazione di campi elettromagnetici, benché di piccola entità. 72

149 È comunque sufficiente evitare di posizionare l inverter in vicinanza dei ricettori sensibili. Si precisa comunque tutti gli inverter installati in Italia devono rispondere alle norme Europee per l emissione di campi elettromagnetici. È appena il caso di sottolineare che oltre alla mancanza di veri riscontri relativamente agli effetti dei campi elettromagnetici sulla salute l impianto si trova in una zona non residenziale, priva di ricettori sensibili. INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI Nel presente capitolo si illustrano le modalità di individuazione e definizione degli impatti. Per prima cosa è stata creata una matrice (Matrice Azioni-Impatti) che nelle righe contiene l elenco delle principali attività previste. All interno di tali macroattività sono state quindi individuate ed elencate le lavorazioni significative: - scavi e riporti: o scotico di pochi centimetri del capping per la posa dei cavi; o posa delle strutture di supporto dei pannelli; o montaggio dei pannelli; - Opere elettriche: o cablatura e collegamento dei pannelli; o realizzazione della cabina elettrica; o collegamento alla rete di distribuzione; - Esercizio dell impianto : o manutenzione degli spazi tra le stringhe di pannelli; o pulizia periodica dei pannelli; Tali azioni si vanno a ripercuotere su alcune delle componenti che sono state analizzate nel corso dello Studio di Impatto Ambientale, che risentono direttamente o indirettamente delle ricadute dovute alla realizzazione dell'opera (matrice qualitativa azioni-impatti). Nella colonna di destra sono stati elencati tutti gli impatti (potenziali e reali) che possono ragionevolmente verificarsi in seguito alla produzione delle azioni e alla realizzazione delle opere in esame, riassumibili nelle categorie delle alterazioni, delle interferenze e delle sottrazioni. In corrispondenza di ciascun impatto sono stati quindi stimati gli esiti con la relativa significatività per una o più componenti. Le tipologie di impatto utilizzate sono cinque e corrispondono ad: - impatti non mitigabili (per esempio nel caso delle sottrazioni di suolo); - impatti parzialmente mitigabili (per esempio nel caso delle alterazioni delle visuali paesaggistiche); - impatti mitigabili (per esempio nel caso del collettamento delle acque meteoriche che scorrono sui pannelli); - impatti trascurabili (per esempio nel caso dell alterazione della visuale paesaggistica); - impatti positivi (per esempio nel caso della riduzione delle emissioni in atmosfera per la produzione di energia da fonti rinnovabili anziché da fonti fossili); Matrice qualitativa degli impatti Sulla base delle 'attività' di progetto desumibili dal Q.R. Progettuale, è possibile delineare un panorama sintetico di previsione delle relazioni che si instaurano tra opera e ambiente. Ciò si ottiene attraverso una 73

150 check-list complessiva, che compone e riassume sistematicamente il metodo alla base delle valutazioni fin qui riportate. Nella Matrice qualitativa degli impatti, riportata di seguito, le diverse tipologie di progetto vengono 'incrociate' con le componenti ambientali al fine di produrre un elenco esaustivo di tutti gli impatti previsti. La matrice prende dunque in carico i presumibili impatti destinati ad assumere carattere permanente. Dal punto di vista generale si può affermare che gli impatti provocati dalla 'presenza' dell'opera, nonché dalle sue condizioni in esercizio, sono prodotti e riconducibili alle seguenti tipologie di intervento o categorie di azioni: - Usi alternativi di un suolo già profondamente rimaneggiato; - alterazione delle visuali paesaggistiche; 74

151 Tabella degli impatti, delle mitigazioni e delle compensazioni Le azioni che causano gli impatti più significativi sono state riprese nella seguente tabella Impatti, mitigazioni e compensazioni che riporta tutte le forme di mitigazione e compensazione che sono state previste nel corso della realizzazione dell impianto fotovoltaico. Componente Attività di progetto Effetto Mitigazione o compensazione Geologia e Scotico del capping idrogeologia Posa delle strutture e dei pannelli Alterazione morfologica del capping Possibile alterazione di idrodinamica locale Vegetazione e flora Scotico del capping Sottrazione delle formazioni vegetazionali esistenti Fauna Paesaggio Rumore Posa di pannelli fotovoltaici Realizzazione delle cabine Posa dei pannelli fotovoltaici Realizzazione delle cabine Operazioni di movimentazione e posizionamento delle strutture Sottrazione di habitat di alimentazione Sottrazione di habitat di alimentazione Alterazione della morfologia dello stato attuale Alterazione della morfologia dello stato attuale Disturbo acustico Effetto Trascurabile - l abbassamento temporaneo del capping ha lo scopo di smuovere lo strato superficiale del terreno per creare la base di appoggio delle strutture, che saranno affondate per qualche cm in questa porzione di copertura. Al termine delle attività di movimentazione del terreno l aspetto morfologico rimarrà uguale a quello iniziale. La durata dell attività di movimentazione del terreno è pari a circa 2 settimane Effetto Trascurabile la posa delle strutture su cui verranno ancorati i pannelli non inciderà sulla dinamica delle acque sotterranee soprattutto perché la componente è stata completamente alterata con la realizzazione della discarica e la sua impermeabilizzazione. Effetto Parzialmente Mitigabile Si tratta comunque di un cotico erboso di scarso pregio naturalistico occupato in gran parte da graminacee infestanti e da specie ruderali, compensato dalla presenza del rimboschimento in atto nei pressi del campo Effetto Parzialmente mitigabile- La sottrazione di habitat è compensata dalla presenza del rimboschimento in atto nei pressi del campo, in grado di produrre bacche e altri frutti appetiti dalla fauna locale. Effetto Parzialmente mitigabile - La sottrazione di habitat è compensata dalla presenza del rimboschimento in atto nei pressi del campo, in grado di produrre bacche e altri frutti appetiti dalla fauna locale. Effetto Mitigabile- La modificazione della visuale paesaggistica avrà effetti reali assai contenuti, data la fruibilità dell area dal punto di vista visivo, la presenza delle alberature, l accesso ridotto relativo a Via Bartolotte ed il passaggio veloce per la diramazione A14; altri punti di vista sono rappresentati dalle costruzioni prossime alla discarica (capannoni e attività produttive), risentono ancora meno dell alterazione della percezione. In generale vale quanto detto nel punto precedente. Effetto Trascurabile- Il rumore prodotto dall impianto va distinto tra fase di cantiere e fase di esercizio. In fase di esercizio il funzionamento dei pannelli è esente da qualsiasi rumore; le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria porteranno alla riduzione dei rumori attualmente prodotti negli sfalci dell erba per la riduzione di superficie relativa. Per quanto riguarda la fase di costruzione, le 75

152 Atmosfera Scotico del capping e posizionamento strutture Produzione energia elettrica Emissione di polveri e sostanze gassose dei mezzi d opera Riduzione delle emissioni di polveri e sostanze gassose dalla produzione di energia da combustibili fossili attività che potranno produrre rumore sono quelle relative alla movimentazione ed al posizionamento delle strutture, che durerà circa 2 settimane (da cronoprgramma delle opere). Secondo lo studio specifico delle attività di cantiere, le immissioni acustiche che saranno prodotte saranno dell ordine di 0.5 db, dunque l impatto risulterà modesto e comunque tale da non modificare le condizioni di clima acustico dell area. Effetto Trascurabile- La movimentazione degli inerti comporterà ridotti effetti di sollevamento di polveri sia per la superficie interessata che per la durata dei lavori stessi (2 settimane). Si ritiene quindi che durante la cantierizzazione l opera non generi un incremento significativo delle emissioni inquinanti. Le eventuali mitigazioni consistono comunque nella bagnatura periodica dei cumuli di inerte, delle piste bianche, nella pulizia delle strade da residui di terre. Effetto Positivo- l opera produce a regime minori emissioni di anidride carbonica per 1007 t/anno. Considerando le emissioni di CO2 equivalente (unità di misura che riconduce l effetto serra prodotto da una serie di gas a quello prodotto dall anidride carbonica), mentre nell impianto in questione è possibile risparmiare TEP Tonnellate Equivalenti Petrolio), su una produzione netta di energia elettrica di 1 MWh Monitoraggio Il monitoraggio ha come finalità quella di rilevare lo stato qualitativo e monitorare il suo evolversi con riferimento alle condizioni di esercizio in modo da determinare la dinamica dei fenomeni e verificare che sia coerente rispetto alle previsioni dello studio di impatto ambientale. Rispetto al progetto oggetto di analisi, e vista la modesta entità degli impatti analizzati nel paragrafo precedente, si può ritenere che le azioni di monitoraggio siano limitate, e si possono riassumere come segue. In fase di messa a regime dell impianto si può monitorare la corretta manutenzione delle siepi che circonderanno l area al fine di mitigare il già bassissimo impatto paesaggistico. Inoltre, il routinario controllo del corretto funzionamento dei pannelli potrà essere anche occasione di monitoraggio degli stessi, al fine di limitare gli sprechi energetici. 76

153 Casadio & Co Studio Tecnico Associato V.le Vittorio Veneto 1bis Forlì Tel/Fax STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE ai sensi del D.Lgs 152/06 e della L.R. 9/99 e ss.mm.ii. Committente: SolHar Piangipane Srl Novembre 2012 REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO CONNESSO ALLA RETE ELETTRICA DI DISTRIBUZIONE Potenza = kw SITO PRESSO LA DISCARICA DI PIANGIPANE, COMUNE DI RAVENNA Geol. Mario Casadio

154 Casadio & Co. geologia acustica ambiente 2

155 Casadio & Co. geologia acustica ambiente Indice PREMESSA ED OBIETTIVI... 5 MOTIVAZIONI... 5 LOCALIZZAZIONE E INQUADRAMENTO TERRITORIALE DELL AREA... 6 L IMPIANTO... 7 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO... 8 NORMATIVA DI RIFERIMENTO IN MATERIA DI IMPATTO AMBIENTALE... 8 Norme comunitarie... 8 Norme nazionali... 9 Norme regionali NORMATIVA DI RIFERIMENTO SULLA PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DI IMPIANTI DA ENERGIA RINNOVABILE. 12 Norme comunitarie Norme nazionali Norme regionali Norme provinciali e comunali PIANIFICAZIONE TERRITORIALE VIGENTE Rete Natura Aree protette Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) Piano Stralcio per il rischio idrogeologico Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Ravenna Pianificazione comunale COERENZA DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE VIGENTI Rete Natura 2000 e Aree Protette Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) PTCP Provincia di Ravenna (Piangipane) Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Pianificazione Comunale QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE PREMESSA Valenza dell iniziativa Attenzione per l ambiente Normativa di riferimento SITO DI INSTALLAZIONE Premessa Disponibilità di spazi sui quali installare l impianto fotovoltaico Disponibilità della fonte solare Fattori morfologici e ambientali FASE DI REALIZZAZIONE DELL IMPIANTO DIMENSIONAMENTO DELL IMPIANTO Procedure di calcolo

156 Casadio & Co. geologia acustica ambiente Criterio di stima dell energia prodotta Criterio di verifica elettrica Impianto discarica di Piangipane QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ANALISI DELLA COMPONENTE SUOLO, SOTTOSUOLO E ACQUE SOTTERRANEE Caratteristiche geomorfologiche, geologiche e idrogeologiche Modalità costruttive del capping Interferenze con il sistema geologico e idrogeologico locale ACQUE SUPERFICIALI Aspetti qualitativi dei corsi d acqua Sintesi degli impatti sui corsi d acqua VEGETAZIONE E FLORA La vegetazione del territorio Potenziali Interferenze dell impianto sulla vegetazione FAUNA Gli impatti potenziali sulla componente faunistica PAESAGGIO Introduzione Caratteristiche del territorio Descrizione particolare dell area di indagine Impatto paesaggistico dell opera ATMOSFERA Stato attuale Effetti dell opera Studio sul traffico RUMORE Classificazione acustica dell area in esame e limiti di riferimento Caratterizzazione acustica nella fase di cantierizzazione Specifica valutazione previsionale di impatto acustico della fase di cantiere SALUTE PUBBLICA I campi elettromagnetici Effetti previsti e indicazioni per la mitigazione INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI Matrice qualitativa degli impatti Tabella degli impatti, delle mitigazioni e delle compensazioni MONITORAGGIO

157 Premessa ed obiettivi Il presente studio riguarda la realizzazione di una centrale fotovoltaica della potenza nominale di kwp di tipo non integrato, da posizionarsi sulla superficie di una discarica di inerti sita nel Comune di Ravenna, presso la discarica di Piangipane. In particolare, le caratteristiche del progetto in esame che sfrutta la risorsa rinnovabile determinata dalla luce solare, qualificano l iniziativa come impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili non programmabili, ai sensi dell Art. 2, comma 1 c) del D. Lgs. 387/03, anche per l ottenimento dell Autorizzazione alla costruzione ed esercizio. Per questa tipologia di impianto, è previsto il procedimento di verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale, in quanto l opera ricade tra le attività riportate nell allegato B.2 della LR 9/99 integrata con D. Lgs 4/08 Disciplina della procedura di valutazione dell impatto ambientale. In particolare, il punto B.2.5 industria energetica, impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda con potenza superiore a 1 MW. Questo documento ha l obiettivo di fornire all Autorità Competente tutti gli elementi necessari alla valutazione della compatibilità dell impianto in progetto con il contesto ambientale in cui sarà inserito. A seguito della Delibera della Provincia di Ravenna, si è deciso di sottoporre il progetto a VIA. Il presente lavoro rappresenta la studio di impatto ambientale del progetto. Lo studio si compone delle seguenti parti: - Quadro di riferimento programmatico, in cui è riportato il quadro normativo relativo alla valutazione di impatto ambientale e alla realizzazione di impianti fotovoltaici a livello comunitario, nazionale e regionale e nel quale si è valutata la conformità dell opera con la pianificazione e la programmazione vigente in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica. - Quadro di riferimento progettuale, in cui è descritto l impianto, le opere accessorie, gli aspetti tecnici e progettuali. - Quadro di riferimento ambientale, in cui sono analizzati lo stato dell ambiente e gli impatti che la realizzazione della centrale potrebbe avere su ogni comparto ambientale nelle varie fasi progettuali. Motivazioni Sono definite rinnovabili, le fonti di energia che per le loro caratteristiche intrinseche si rigenerano o non sono esauribili nella scala dei tempi umani ed il cui sfruttamento non pregiudichi il loro utilizzo per le generazioni future. L utilizzo di fonti rinnovabili fa parte degli strumenti individuati a livello internazionale per limitare la dipendenza dalle fonti fossili. L Unione Europea ha fissato l obiettivo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili pari al 2 % del consumo totale, da perseguire entro il L Italia ha posto come obiettivo per il fotovoltaico il raggiungimento, entro il 2020, di una produzione di MW di potenza, pari a circa 13,20 TWh di energia prodotta. A livello regionale, la politica energetica è decollata, facendo registrare nell anno 2010 il raggiungimento e il superamento degli obiettivi di insediamento di produzione di energia con fonti rinnovabili fissati dal Piano Energetico Regionale.

158 La tecnologia fotovoltaica ha indubbi vantaggi rispetto ad altre fonti energetiche, quali: - Possibilità di installare l impianto in qualsiasi punto, purchè esposto al sole continuo. Infatti sulla superficie terrestre l irraggiamento solare arriva ovunque. - Gli impianti fotovoltaici sono modulari, possono soddisfare sia piccole richieste di energia, come singole abitazioni o utenze isolate, sia grandi richieste per gli stabilimenti produttivi. - La manutenzione è ridotta in quanto non vi sono parti in movimento. - Le perdite di energia sono minime grazie alle ridottissime distanze di trasporto dell energia: l allaccio alla rete di distribuzione si trova spesso in prossimità dell impianto. - L impatto ambientale è estremamente ridotto: non si producono emissioni di nessun tipo e la spesa di energia per la produzione dei moduli è circa il 20% dell energia prodotta durante la vita utile dell impianto. L unico impatto prodotto è quello visivo, che viene comunque annullato al termine del funzionamento dell impianto (20-30 anni). I benefici ambientali che si possono ottenere dall uso della fonte energetica solare sono proporzionali alla quantità di energia prodotta, se si ipotizza che questa vada a sostituire l energia prodotta da fonti convenzionali, in termini di CO2 prodotta. Quantitativamente, produrre 1 kwh elettrico da fonti fossili implica l immissione in atmosfera di 0,53 kg di CO2. Pertanto, una centrale fotovoltaica con una produttività annua di kwh., eviterà l emissione in atmosfera di kg di CO2. Il caso in esame presenta un ulteriore vantaggio dal punto di vista ambientale in quanto attua una riqualificazione di un area degradata quale può essere una discarica di rifiuti inerti. Localizzazione e inquadramento territoriale dell area Il sito oggetto della presente relazione si trova in località Piangipane, lungo la via Bartolotte, traversa della SS San Vitale, individuato al catasto terreni al Foglio 95, Mappale 82. Si tratta in particolare della discarica di Piangipane, localizzata alle coordinate (Lat itudine) e (Longitudine). 6

159 La centrale fotovoltaica andrà a coprire la discarica di Piangipane, composta dai lotti 2A e 2B, con un estensione di circa 3 ettari. Il sito è chiuso dal 2003 e la copertura è terminata nel Il collegamento alla rete elettrica sarà stabilito dalla soluzione tecnica fornita dal gestore di rete e verrà realizzato mediante cavo interrato MT uscente da una cabina di consegna verso la rete elettrica pubblica. L impianto Il progetto prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico non integrato di kw di potenza, installato sulla superficie della discarica di Piangipane (Comune di Ravenna) e da collegare alla rete elettrica in media tensione. Tale impianto sarà composto da 7160 moduli fotovoltaici policristallina. La superficie complessiva occupata dall impianto è di m 2, mentre la superficie totale dei moduli è di m 2. La durata dell impianto è stimata in anni. 7

160 Quadro di riferimento programmatico Nel quadro di riferimento programmatico vengono illustrati il quadro normativo, e gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti di riferimento per valutare la compatibilità ambientale del progetto in studio. Esso è stato suddiviso nei seguenti paragrafi: - Normativa di riferimento in materia di impatto ambientale; - Normativa di riferimento sulla pianificazione e programmazione di impianti da energia rinnovabile; - Pianificazione territoriale vigente; - Valutazione della coerenza del progetto con gli strumenti di pianificazione e di programmazione vigenti. Normativa di riferimento in materia di impatto ambientale Norme comunitarie Direttiva n.85/337/cee Direttiva del Consiglio concernente la valutazione dell impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati È la prima direttiva Europea in materia di Via e propone la valutazione di impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati elencati negli allegati alla Direttiva stessa al fine di valutare gli effetti diretti e indiretti di un progetto sui seguenti fattori: - l uomo; - la fauna e la flora; - il suolo, l acqua, l aria, il clima e il paesaggio; - l interazione tra i fattori di cui al punto 1 e 2; - i beni materiali ed il patrimonio culturale. In particolare il punto 3 dell allegato II riguarda l industria energetica e fa riferimento agli impianti industriali per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda. Direttiva 96/61/CE La Direttiva 96/61/CE, che modifica la Direttiva 85/337/CEE, introduce il concetto di prevenzione e riduzione integrata dell inquinamento proveniente da attività industriali (IPPC), al fine di conseguire un livello adeguato di protezione dell ambiente nel suo complesso, e introduce l AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). La direttiva tende alla promozione delle produzioni pulite, valorizzando il concetto di "migliori tecniche disponibili". Direttiva n.97/11/ce Essa modifica la Direttiva 85/337/CE e viene presentata come una sua revisione critica dopo gli anni di esperienza di applicazione delle procedure di VIA in Europa. Essa estende le categorie dei progetti interessati ed ha inserito un nuovo allegato relativo ai criteri di selezione dei progetti stessi. La direttiva introduce le fasi di screening e scoping" e fissa i principi fondamentali della VIA che i Paesi membri devono recepire. 8

161 Direttiva CEE/CEEA/CE n.35 del 26/05/2003 Tale direttiva introduce la definizione di pubblico e pubblico interessato ; l opportunità di un altra forma di valutazione in casi eccezionali di esenzione di progetti specifici dalla procedura di VIA e relativa informazione del pubblico; l accesso, opportunità di partecipazione del pubblico alle procedure decisionali, informativa al pubblico; gli obblighi riguardanti l impatto transfrontaliero; la procedura di ricorso da parte del pubblico interessato. Inoltre migliora le direttive del Consiglio 85/337/CEE e 96/61/CE relativamente alla disposizioni sull accesso alla giustizia e contribuisce all attuazione degli obblighi derivanti dalla convenzione di Århus del 25 giugno Norme nazionali Legge n. 439 del 8 luglio 1986 La normativa comunitaria è stata recepita a livello nazionale con la Legge n. 439, del 8 luglio 1986, con la quale viene istituito il Ministero dell Ambiente e, all Articolo 6 (ora abrogato dal D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006), vengono date le prime indicazioni sulla procedura di VIA. D.P.R Il D.P.C.M. n. 377, del 20 agosto 1988, individua le categorie di opere da sottoporre alla VIA e il D.P.C.M. del 27 dicembre 1988 definisce la procedura VIA, la modalità di presentazione della domanda di pronuncia sulla compatibilità ambientale di un progetto e le norme tecniche di redazione degli studi di impatto ambientale. Lo Studio di Impatto Ambientale dell opera va quindi redatto conformemente alle prescrizioni relative ai quadri di riferimento programmatico, progettuale ed ambientale ed in funzione della conseguente attività istruttoria. Legge quadro in materia di Lavori Pubblici ( L. 11/02/94, n. 109 e s.m.i.) La Legge quadro in materia di Lavori Pubblici ( L. 11/02/94, n. 109 e s.m.i.) definisce tre livelli di progettazione caratterizzati da diverso approfondimento tecnico: Progetto preliminare; Progetto definitivo; Progetto esecutivo. Relativamente agli aspetti ambientali viene stabilito che sia assoggettato alla procedura di VIA il progetto definitivo. D.P.R. del 12 aprile 1996 Il D.P.R. del 12 aprile 1996 è un atto di indirizzo e coordinamento nel quale vengono date disposizioni in materia di VIA come stabilito dalla Legge 146/94. Tale Legge prevede che il Governo, con atto di indirizzo e coordinamento, definisca le condizioni, i criteri e le norme tecniche per l applicazione della procedura di impatto ambientale ai progetti inclusi nell Allegato II alla Direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione d impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. In particolare nell Allegato A del suddetto Decreto è riportato l elenco delle opere soggette a valutazione di impatto ambientale. Nell Allegato B del Decreto è invece riportato l elenco delle opere che sono assoggettate alla procedura di valutazione d impatto ambientale nel caso in cui ricadano, anche parzialmente, all interno di aree naturali protette come definite dalla Legge n. 394, del 6 dicembre 1991, di cui all Articolo 1, comma 4 del testo di legge (Legge Quadro sulle Aree Protette). 9

162 Gli impianti fotovoltaici fanno parte dell elenco nell Allegato B, al Punto 2, lettera c). Tale voce è stata aggiunta con il D.P.C.M. 3 settembre Inoltre il DPR 12 aprile 1996 all art. 6 prevede ai fini della predisposizione dello studio di impatto ambientale, che eventuali soggetti pubblici o privati interessati alla realizzazione delle opere e/o degli impianti in oggetto, abbiamo diritto di accesso alle informazioni e ai dati disponibili presso gli uffici delle amministrazioni pubbliche. Legge Obiettivo (L.443/2001) e relativo decreto di attuazione D.Lgs n. 190/ Attuazione della legge n. 443/2001 Il D.Lgs. individua una procedura di VIA speciale, con una apposita Commissione dedicata, che regola la progettazione, l approvazione dei progetti e la realizzazione delle infrastrutture strategiche, descritte nell elenco della delibera CIPE del 21 dicembre Nell ambito della VIA speciale, è stabilito che debba essere assoggettato alla procedura il progetto preliminare dell opera. CIPE n.57/2002 Con la delibera CIPE n. 57/2002 vengono date disposizioni sulla Strategia nazionale ambientale per lo sviluppo sostenibile La protezione e la valorizzazione dell ambiente divengono fattori trasversali di tutte le politiche settoriali e delle relative programmazioni, richiamando uno dei principi del diritto comunitario espresso dall articolo 6 del Trattato di Amsterdam, che aveva come obiettivo la promozione dello sviluppo sostenibile". Nel documento si afferma la necessità di rendere più sistematica, efficiente ed efficace l applicazione della VIA (ad esempio tramite l istituzione di Osservatori ambientali, finalizzati alla verifica dell ottemperanza alle pronunce di compatibilità ambientale, nonché il monitoraggio dei problemi ambientali in fase della realizzazione delle opere) e che la VIA sulle singole opere non fosse più sufficiente a garantire la sostenibilità complessiva. Quindi si afferma come la VIA debba essere integrata a monte con Piani e Programmi che nella loro formulazione abbiano già assunto i criteri di sostenibilità ambientale, tramite la Valutazione Ambientale Strategica. D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 Sia la legge n.439 che il DPR del 12 aprile 2006 sono stati abrogati dal D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 (cosiddetto Codice ambientale ), recante Norme in materia ambientale, entrato in vigore il 29 aprile Il D. Lgs. 152/2006 ha riscritto le regole su valutazione di impatto ambientale, difesa del suolo e tutela delle acque, gestione dei rifiuti, riduzione dell inquinamento atmosferico e risarcimento dei danni ambientali, abrogando la maggior parte dei previgenti provvedimenti del settore. La parte seconda, titolo III del Decreto n. 152/2006, entrata in vigore il 31 luglio 2007, così come modificata dal D.Lgs n.4/2008 disciplina le valutazioni ambientali maggiormente rilevanti: la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), la Valutazione dell Impatto Ambientale (VIA) e l Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), coordinandole tra loro. Essa stabilisce che le strategie di sviluppo sostenibile definiscano il quadro di riferimento per le valutazioni ambientali. Attraverso la partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni, queste strategie devono assicurare la dissociazione tra la crescita economica ed il suo impatto sull ambiente, il rispetto delle condizioni di stabilità ecologica, la salvaguardia della biodiversità ed il soddisfacimento dei requisiti sociali connessi allo sviluppo delle potenzialità individuali quali presupposti necessari per la crescita della 10

163 competitività e dell occupazione. Le modifiche apportate al testo originario danno una risposta a molte delle necessità procedurali e tecniche che erano state evidenziate dalla relazione sull andamento della VIA in Europa del Il processo di VIA si conclude con il provvedimento di valutazione dell impatto ambientale emesso dall Autorità Competente, obbligatorio, vincolante e sostitutivo di ogni altro provvedimento in materia ambientale e di patrimonio culturale. Il provvedimento di valutazione d impatto ambientale fa luogo dell autorizzazione integrata ambientale (AIA), e comprende le procedure di valutazione d incidenza. Anche in questo caso è definito l ambito di applicazione e viene fornito un elenco di progetti assoggettati alla procedura di VIA. Gli impianti fotovoltaici rientrano nell Allegato III alla parte seconda del detto Decreto, nell elenco B, al Punto 2, lettera c). Rimane la condizione di assoggettabilità alla procedura di VIA nel caso in cui le opere ricadano anche parzialmente all interno di aree naturali protette e si aggiunge la discrezionalità per l Autorità competente di richiedere ugualmente lo svolgimento della procedura di valutazione di impatto ambientale, sulla base di elementi indicati nell Allegato IV alla parte seconda del Decreto, anche se le opere non ricadono in aree naturali protette. Le Regioni hanno avviato un processo di adeguamento delle norme regionali in tema di VIA, adeguando quelle esistenti o introducendone di nuove. D.Lgs n.4/2008 Il D.Lgs n.4/2008 (Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, in S.O. n. 24 alla G.U. 29 gennaio 2008 n. 24) ha integrato la Parte I, II, III e IV del T.U.A., dando completa attuazione al recepimento di alcune Direttive Europee e introducendo i principi fondamentali di: sviluppo sostenibile; prevenzione e precauzione; chi inquina paga ; sussidiarietà; libero accesso alle informazioni ambientali. D.lgs n. 128/2010 Riguarda "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69. ". Tale normativa, pur mantenendo intatto la struttura fondamentale delle procedure di VIA e screening, ha introdotto importanti novità in particolare sui tempi per la conclusione dell'istruttoria ed il coordinamento con altre normative. Norme regionali L.R. 9/1999 Disciplina la procedura di Valutazione dell Impatto Ambientale in Emilia Romagna. Delibera della Giunta Regionale n 987 del 12/07/2010 Direttiva sulle modalità di svolgimento delle procedure di verifica (screening) normate dal Titolo II e delle procedure di VIA normate dal Titolo III della L. R. N. 9 del

164 Normativa di riferimento sulla pianificazione e programmazione di impianti da energia rinnovabile Norme comunitarie Libro Bianco della Commissione Europea Energia per il futuro: le fonti di energia rinnovabili, del 20 novembre 1996 Il Libro Bianco della Commissione Europea ha lo scopo di realizzare una strategia ed un piano d azione della Comunità Europea sulle Fonti di Energia Rinnovabili (FER). Secondo quanto riportato in questo documento, le FER disponibili in Europa fino al 1996 sono sfruttate in maniera disomogenea e insufficiente. Da questa valutazione risulta che il consumo lordo globale di energia dell Unione è molto ridotto (meno del 6%). La premessa del Libro Bianco riporta che se la Comunità non riuscirà a coprire nel prossimo decennio la sua domanda di energia con una quota nettamente superiore delle rinnovabili, andrà persa un importante possibilità di sviluppo e diventerà sempre più difficile rispettare gli impegni a livello europeo e internazionale da essa sottoscritti in materia di protezione ambientale. Direttiva 96/92/CE La Direttiva 96/92/CE stabilisce norme comuni per la generazione, la trasmissione e la distribuzione dell energia elettrica. Essa definisce le norme organizzative e di funzionamento del settore dell energia elettrica, l accesso al mercato, i criteri e le procedure da applicarsi nei bandi di gara e nel rilascio delle autorizzazioni nonché della gestione delle reti. La premessa di questa direttiva fa riferimento alle fonti rinnovabili: per motivi di protezione dell ambiente, può essere data la priorità alla generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Direttiva 2001/77/CE Sulla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità. Strumento con cui la Commissione Europea prende atto del deficit di competitività e del fatto che le Fonti Energetiche Rinnovabili FER costituiscano una parte importante nelle misure necessarie per conformarsi al Protocollo di Kyoto. Viene fissato un primo obbiettivo per la produzione di elettricità nel UE da fonti rinnovabili. In Italia, il recepimento della direttiva porta alla fissazione dell obbiettivo per il raggiungimento di 75TWh nel 2010 (25% della produzione lorda di energia elettrica). Protocollo di Kyoto, del 11 dicembre 1997 Il Protocollo di Kyoto, in vigore dal 16 febbraio 2005, è un documento internazionale che affronta il problema dei cambiamenti climatici. Tale documento pone come scopo primario la riduzione di emissione di gas inquinanti e gas serra in atmosfera. Gli stati che hanno firmato il Protocollo, tra i quali l Italia, si impegnano a ridurre le emissioni di gas serra al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. Il Protocollo di Kyoto concerne le emissioni di sei gas ad effetto serra: biossido di carbonio (CO2); metano (CH4); protossido di azoto (N2O); drofluorocarburi (HFC); erfluorocarburi (PFC); esafluoro di zolfo (SF6). Tale documento rappresenta un passo importante nella lotta contro il riscaldamento planetario poiché contiene obiettivi vincolanti e quantificati di limitazione e riduzione dei gas elencati. Nell Allegato B del Protocollo di Kyoto è riportata la quantificazione degli impegni di limitazione o riduzione delle emissioni. Gli 12

165 Stati membri dell Unione Europea devono ridurre collettivamente le loro emissioni di gas ad effetto serra dell 8% tra il 2008 e il Direttiva 2003/87/CE: Emission Trading System, del 13 ottobre 2003 A seguito degli impegni presi all atto di adozione del protocollo di Kyoto, il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno approvato la Direttiva 2003/87/CE (di seguito Direttiva ETS) che ha istituito un sistema comunitario per lo scambio di quote di emissioni di gas denominato Emission Trading System (ETS) al fine di ridurre le emissioni di CO2 secondo criteri di efficacia dei costi ed efficienza economica (Art.1). Tale sistema consente di rispondere agli obblighi di riduzione delle emissioni attraverso l acquisto dei diritti di emissione. Legge Comunitaria 2004 (DDL n B) La Legge Comunitaria 2004 (DDL n B) ha recepito la Direttiva ETS delegando il Governo ad adottare, entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il decreto legislativo recante le norme occorrenti per dare attuazione alla Direttiva (Art.14). Il sistema di Emission Trading introdotto dalla Direttiva è un sistema che prevede la fissazione di un limite massimo alle emissioni realizzate dagli impianti industriali che producono gas a effetto serra (Cap&Trade); tale limite è fissato attraverso l allocazione di un determinato numero di quote di emissioni a ciascun impianto. Ogni quota (European Unit Allowance -EUA) attribuisce il diritto ad immettere una tonnellata di biossido di carbonio equivalente in atmosfera nel corso dell anno di riferimento della quota stessa; le quote vengono assegnate agli impianti regolati dalla Direttiva ETS attraverso i Piani Nazionali di Assegnazione (PNA). Questi piani sono soggetti all approvazione da parte della Commissione Europea. Norme nazionali Piano Energetico Nazionale del 1988 Il Piano Energetico Nazionale (PEN) del 1988 è stato uno dei primi strumenti governativi a sostegno delle fonti rinnovabili. Con il PEN del 1988 comincia a delinearsi la nuova politica energetica degli anni novanta, caratterizzata da una maggiore attenzione verso l'ambiente. Gli obiettivi primari presi in considerazione sono riconducibili principalmente al risparmio energetico, alla protezione dell ambiente e della salute dell uomo e all incentivazione dello sviluppo delle risorse nazionali. Legge n. 10, del 9 gennaio 1991 La Legge n. 10 del 9 gennaio 1991 demanda una serie di compiti alle Regioni (emanazione di norme attuative, attività di programmazione, concessione ed erogazione di contributi, informazione e formazione, diagnosi energetica, partecipazione e consorzi e società per realizzare interventi) e definisce le linee guida per il mercato dell energia, in conformità a quanto previsto dalle direttive Europee. In accordo con la politica energetica della Comunità Europea si stabilisce l'uso razionale dell'energia, il contenimento dei consumi di energia nella produzione e nell'utilizzo di manufatti, l'utilizzazione delle fonti rinnovabili di energia, la riduzione dei consumi specifici di energia nei processi produttivi. In particolare, l art. 1 comma 3 della legge 10/91 e ss.mm.ii. definisce come fonti rinnovabili di energia o assimilate: il sole, il vento, l'energia idraulica, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione dei rifiuti organici ed inorganici o di prodotti vegetali, nel medesimo comma sottolinea come 13

166 le suddette fonti rinnovabili siano di interesse pubblico, ovvero L'utilizzazione delle fonti di energia di cui al comma 3 e' considerata di pubblico interesse e di pubblica utilità e le opere relative sono equiparate alle opere dichiarate indifferibili e urgenti ai fini dell'applicazione delle leggi sulle opere pubbliche. Con la Conferenza Energia e Ambiente, l ENEA ha stabilito la necessità di adeguare le infrastrutture energetiche attraverso l uso di nuove tecnologie allo scopo di minimizzare il divario esistente con il resto dei paesi europei in materia di standard ambientali. Si è altresì stabilito l importanza degli investimenti in fonti rinnovabili da effettuarsi nel mezzogiorno, in quanto area privilegiata per la realizzazione di impianti da adibire alla produzione di energia verde. D. Lgs. 79/99: Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell energia elettrica, del 16 Marzo 1999 Il Decreto Legislativo n. 79/99 del 16 Marzo 1999 (G.U. N. 75 serie generale del 31 marzo 1999), detto anche decreto Bersani, sulla Attuazione della Direttiva 06/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell energia elettrica, definisce le linee generali del riassetto del settore elettrico in Italia. Tale decreto, noto anche come la legge sulla Liberalizzazione del mercato elettrico, introduce importanti innovazioni in diversi settori quali la produzione, la trasmissione e la distribuzione dell energia elettrica, l esportazione e l importazione dell energia, le concessioni idroelettriche, il nuovo assetto societario dell Enel e le fonti rinnovabili. L Articolo 11 del Decreto Legislativo esorta ed incentiva le aziende produttrici di energia elettrica ad utilizzare le fonti rinnovabili, in particolare: - dal 2001 i produttori o distributori di energia elettrica hanno l obbligo di immettere nel sistema elettrico nazionale una quota di energia elettrica prodotta da impianti da fonti rinnovabili entrati in esercizio o ripotenziati; - viene precisato che l obbligo di cui sopra si applica alle importazioni e alle produzioni di energia elettrica, al netto della cogenerazione, degli autoconsumi di centrale e delle esportazioni, eccedenti i 100 GWh, inizialmente la quota è stabilita nel 2% nell energia eccedente i 100 GWh; - i soggetti importatori o produttori di energia elettrica possono adempiere all obbligo di immettere in rete energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, anche acquistando in tutto o in parte la quota o i relativi diritti da altri produttori; - il gestore nazionale della rete elettrica deve dare la precedenza a energia elettrica prodotta da impianti utilizzanti fonti energetiche alternative, sistemi di cogenerazione, fonti nazionali di energia combustibile primaria (non superiori al15% di tutta l energia primaria necessaria per generare l energia elettrica consumata); - nel rispetto del Protocollo di Kyoto sulle emissioni inquinanti, con decreto del Ministero dell Industria Commercio e Artigianato saranno emanate le direttive per attuare quanto sopra e per gli incrementi di percentuale dell energia elettrica da fonti rinnovabili per gli anni successivi al 2002; - il CIPE e il Ministero dell Industria Commercio e Artigianato determinano per ciascuna fonte gli obiettivi pluriennali e la ripartizione tra le regioni e le province autonome delle risorse destinate all incentivazione delle fonti rinnovabili. In merito all obbligo di immettere nella rete elettrica nazionale la quota del 2% di energia proveniente da fonti rinnovabili, in attuazione delle disposizioni di cui all Art. 11 del Decreto 79/99, in data 11 Novembre 1999, è 14

167 stato emanato un decreto da parte del Ministro dell Industria, del Commercio e dell Artigianato. Delibera CIPE n. 137/98: Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra, del 19 novembre 1998 La delibera CIPE n. 137/98 assegna alla produzione di energia da FER un contributo di circa il 20% per il conseguimento degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra, ai fini del rispetto degli impegni assunti con il Protocollo di Kyoto. Essa stabilisce che l Italia deve ridurre le proprie emissioni annue di circa 100 Mt di CO2 equivalenti entro un termine compreso tra il 2008 e il 2012, con interventi sul fronte dell offerta (aumento di efficienza del parco termoelettrico, produzione di energia da fonti rinnovabili), sul fronte della domanda di energia (riduzione dei consumi nel settore dei trasporti e nei settori industriale, abitativo e terziario) e su quello degli usi non energetici Decreto Ministeriale 79/99: Direttive per l attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell Articolo 11 del Decreto Legislativo n. 79, del 16 marzo 1999, del 11 Novembre 1999 A questa legge si deve anche l introduzione dei Certificati Verdi (CV), la nuova struttura di incentivazione delle fonti rinnovabili dopo la liberalizzazione del settore dell energia disciplinata dal Decreto Bersani. La precedente normativa faceva capo alle Leggi 9/91 e 10/91 e al provvedimento CIP 6/92: a tale legislazione si riconosce il merito di aver maturato nella collettività la consapevolezza che la produzione di energia rinnovabile o pulita non è uno slogan, ma rappresenta un punto focale dello sviluppo sostenibile. Tale normativa conteneva tuttavia la equiparazione ai fini incentivanti delle fonti rinnovabili propriamente dette e di quelle assimilate, di fatto termiche con utilizzo dei reflui. Queste ultime, caratterizzate da potenze e costi impiantistici superiori di più ordini di grandezza rispetto alle fonti rinnovabili propriamente dette, hanno esaurito velocemente la capienza economica degli incentivi in conto capitale di tali leggi, penalizzando e ritardando la produzione di vera energia rinnovabile. A tale macro errore del legislatore ha però posto rimedio il Decreto Bersani, in cui è scomparso il concetto di fonti assimilate e viene data nuova forma di incentivazione alle fonti rinnovabili. Delibera CIPE 126/99 Il Governo italiano, nell ambito del processo di attuazione del Protocollo di Kyoto, ha definito gli obiettivi al 2010 di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra con la delibera CIPE 126/99, individuando gli obiettivi da perseguire per ciascuna fonte rinnovabile. Protocollo di Torino Il Protocollo d Intesa di Torino è un documento che è stato stipulato tra il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, il Ministero delle Attività Produttive, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Conferenza delle Regioni. Le Regioni riconoscono il rilievo delle fonti rinnovabili di energia come strumento per favorire lo sviluppo sostenibile dei loro territori e ciascuna di esse persegue politiche per favorire la diffusione delle fonti più idonee ai rispettivi contesti. Esse condividono inoltre l esigenza di ridurre l inquinamento connesso alla produzione di energia e in particolare le emissioni di gas serra: a questo scopo il 4 giugno 2001 hanno sottoscritto il Protocollo di Torino, con il quale si sono impegnate a predisporre entro 15

168 il 2002 i rispettivi piani energetico - ambientali che privilegino le fonti rinnovabili e la razionalizzazione della produzione elettrica e dei consumi energetici. Decreto Legislativo n. 387 del 29 dicembre 2003 Il Decreto Legislativo 387/2003 concerne l attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità. Il presente decreto, nel rispetto della disciplina nazionale, comunitaria e internazionale vigente, nonché nel rispetto dei principi e criteri direttivi stabiliti dall Articolo 43 della Legge n. 39 del 1 marzo 2002, è finalizzato a: - promuovere un maggior contributo delle fonti energetiche rinnovabili alla produzione di elettricità nel relativo mercato italiano e comunitario; - promuovere misure per il perseguimento degli obiettivi indicativi nazionali di cui all Articolo 3, comma 1; - concorrere alla creazione delle basi per un futuro quadro comunitario in materia; d) favorire lo sviluppo di impianti di micro generazione elettrica alimentati da fonti rinnovabili, in particolare per gli impieghi agricoli e per le aree montane. In particolare, l Articolo 12, comma 1, di tale decreto descrive come le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all esercizio degli stessi impianti, autorizzate ai sensi del comma 3 dello stesso, siano di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti. Il comma 3 riguarda l iter autorizzativo di tali opere e prevede che la costruzione e l esercizio delle opere connesse siano soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla regione, nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico. All art. 12 comma 10 del suddetto decreto legislativo, si prevede come unico strumento per la definizione delle linea guida, la semplificazione dell iter autorizzativo con una particolare attenzione verso l inserimento territoriale degli impianti fotovoltaici. In particolare lo stesso articolo cita Nell'ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla legge 5 marzo 2001, n. 57, articoli 7 e 8, nonché del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, articolo 14 Per quanto detto, si desume che, per l individuazione degli strumenti di pianificazione da utilizzare per la realizzazione di impianti fotovoltaici si demanda alla pianificazione a livello regionale. D.M 10 settembre 2010 Linee guida per il procedimento di cui all art. 12 del D. Lgs 387/2003 per l autorizzazione alla costruzione e all esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili nonché linee guida tecniche per gli impianti stessi. Il Quarto Conto Energia In data 5 maggio 2011 il ministro dello sviluppo economico di concerto con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare emana un Decreto Ministeriale, denominato Incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici (Quarto Conto Energia per il fotovoltaico), in cui vengono stabilite le nuove tariffe per gli incentivi verso gli impianti fotovoltaici. Il decreto si applica agli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio dopo il 31 maggio 2011 e fino al 31 dicembre

169 Il Quinto Conto Energia Con il D.M5 Luglio 2012, detto Quinto Conto Energia, introduce il meccanismo della tariffa onnicomprensiva per il fotovoltaico: si tratta di una tariffa che accorpa in sé sia il valore dell'incentivazione sia quello dell'energia ceduta alla rete. La tariffa onnicomprensiva si applica quindi all'energia immessa in rete. L'energia che invece non viene immessa, ma è autoconsumata, godrà di un premio, definito premio per l'autoconsumo. Precedentemente, invece, la tariffa incentivante era applicata su tutta l'energia prodotta dall'impianto, indipendentemente dall'uso che se ne sarebbe fatto (vendita o autoconsumo). Il presente impianto rientra in quest ultimo conto. Norme regionali L. R. n. 26 del 23 dicembre 2004 Disciplina della programmazione energetica territoriale Piano energetico regionale L Émilia Romagna è la prima Regione a dotarsi di una normativa sulla programmazione energetica: vuole infatti raggiungere al 2010 l autosufficienza tra produzione e consumo di energia elettrica, rispettando l ámbiente ed attuando per il territorio gli obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera previsti dal protocollo di Kyoto. La Legge Regionale 26/ 2004 disciplina gli atti di programmazione e gli interventi operativi della Regione e degli enti locali in materia di energia, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale garantendo che vi sia una corrispondenza tra energia prodotta, il suo uso razionale e la capacità di carico del territorio e dell'ambiente. Alcuni dei principali obiettivi della legge sono: - Ridurre le emissioni di gas serra; - Promuovere il risparmio energetico e l uso razionale delle risorse energetiche; - Favorire lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse endogene, delle fonti rinnovabili e assimilate di energia e promuovere l'autoproduzione di elettricità e calore; - Migliorare le prestazioni energetiche di sistemi urbani, edifici ed impianti, processi produttivi. Il Piano Energetico Regionale, previsto dalla Legge Regionale 26/ 2004 e approvato dall Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna 88^ seduta della VIII Legislatura del 14 novembre 2007, è lo strumento della regione di indirizzo e di programmazione energetica. DGR n gennaio 2011 Prima individuazione delle aree e dei siti per l installazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l utilizzo della fonte energetica rinnovabile solare fotovoltaica, approvata in attuazione dell art. 12, comma 10, del D. Lgs. n. 387 del 2003 e del paragrafo 1.2 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 10 settembre 2010 Linee Guida per l autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili e allegati. La presente delibera specifica le aree idonee all installazione di impianti fotovoltaici, in particolare al punto C comma 1.e. si legge quanto segue: le aree a servizio di discariche di rifiuti già esistenti, regolarmente autorizzate, anche se non più in esercizio. L impianto fotovoltaico, in tal 17

170 caso, non costituisce attività di esercizio della discarica senza limitazioni di estensione o potenza. Norme provinciali e comunali A seguito dell approvazione del Piano Energetico Regionale, la Provincia di Ravenna e il Comune di Ravenna hanno approvato rispettivamente il Piano di Azione per l Energia e lo sviluppo sostenibile e il Piano Energetico Ambientale Comunale (Approvato in Consiglio Comunale il 3/12/2007 con delibera CC n. 201/119000), i quali in coerenza con gli obiettivi generali fissati nel Piano Energetico Regionale, intendono perseguire lo sviluppo sostenibile del proprio sistema energetico e promuovere: - il risparmio energetico e l'uso efficiente delle risorse; - lo sviluppo e la valorizzazione delle fonti rinnovabili di energia; - la riduzione delle emissioni dei gas climalteranti. Il progetto in esame si inserisce all interno della politica di perseguimento dell obbiettivo di sviluppo e valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili in quanto permette la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile (la luce solare) riqualificando nello stesso tempo un area altrimenti inutilizzabile quale la superficie delle discariche. Pianificazione territoriale vigente La centrale fotovoltaica che si intende realizzare sorgerà in un area già di scarso valore ambientale in quanto si tratta di una discarica, tuttavia si vogliono presentare ugualmente i vincoli territoriali, definiti dai seguenti strumenti di pianificazione, poiché in tutta l area del ravennate sono in atto diversi procedimenti di tutela. Si vuole quindi precisare l assenza di vincoli insistenti sull area interessata e l elevata distanza dell impianto dalle zone sotto tutela. - Rete Natura 2000 (Direttiva Habitat 92/43/CEE, Direttiva Uccelli 2009/147/CE, D.P.R. n. 357 del , L.R. n.6 del 17/02/05, L.R. n. 7 del 14/04/04); - Aree protette (Legge 394/91, L.R. n.6 del 17/02/05); - Piano Territoriale Paesistico Regionale - PTCP della Provincia di Ravenna (Deliberazione G.P. n. 323 del ); - Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (DCI n.5 del 13/12/2005); - Pianificazione Comunale. Rete Natura 2000 Rete Natura 2000 è il nome che il Consiglio dei Ministri dell Unione Europea ha assegnato ad un sistema coordinato e coerente di aree destinate alla conservazione della diversità biologica presente nel territorio dell Unione stessa. Rete Natura 2000 è prevista e disciplinata dalle seguenti direttive europee: Direttiva Comunitaria HABITAT 92/43/CEE Relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna. Tale direttiva, adottata nello stesso anno del vertice di Rio de Janeiro sull'ambiente e lo sviluppo, rappresenta il principale atto legislativo comunitario a favore della conservazione della biodiversità sul territorio europeo. La direttiva, infatti, disciplina le procedure per la realizzazione del progetto di rete Natura 2000, i cui aspetti innovativi sono la definizione e la realizzazione di strategie comuni per la tutela dei Siti costituenti la rete (ossia i psic 18

171 e le ZPS). Inoltre agli articoli 6 e 7 stabilisce che qualsiasi piano o progetto, che possa avere incidenze sui Siti Natura 2000, sia sottoposto ad opportuna Valutazione delle possibili Incidenze rispetto agli obiettivi di conservazione del sito. Lo stato italiano ha recepito la Direttiva Habitat con il D.P.R. n. 357 del In seguito a tale atto le Regioni hanno designato le Zone di Protezione Speciale e hanno proposto come Siti di Importanza Comunitaria i siti individuati nel loro territorio sulla scorta degli Allegati A e B dello stesso D.P.R. Direttiva 79/409/CEE Riguarda la conservazione degli uccelli selvatici, fissa che gli Stati membri, compatibilmente con le loro esigenze economiche, mantengano in un adeguato livello di conservazione le popolazioni delle specie ornitiche. In particolare per le specie elencate nell Allegato I sono previste misure speciali di conservazione, per quanto riguarda l habitat, al fine di garantirne la sopravvivenza e la riproduzione nella loro area di distribuzione. L art. 4, infine, disciplina la designazione di Zone di Protezione Speciale (ZPS) da parte degli Stati Membri, ovvero dei territori più idonei, in numero e in superficie, alla conservazione delle suddette specie. Il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha individuato nella Provincia di Ravenna le seguenti ZPS (D.M. 19/06/09): Codice Natura 2000 Sito IT Valli di Argenta IT Valli di Comacchio IT Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del Fiume Reno, Pineta Bellocchio IT Valle del Mezzano IT Punte Alberete, Valle Mandriole IT Bardello IT Pineta San Vitale, Bassa del Pirottolo IT Pialassa della Baiona, Risega e Pontazzo IT Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini IT Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina IT Salina di Cervia IT Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano IT Pineta di Classe IT Vena del Gesso Romagnola IT Bacini di Conselice IT Bacini ex-zuccherificio di Mezzano IT Biotopi di Alfonsine e Fiume Reno IT Bacini di Russi e Fiume Lamone Il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha individuato nella Provincia di Ravenna i seguenti SIC (D.M. 25/03/05): Codice Natura 2000 Sito IT Valli di Argenta IT Valli di Comacchio IT Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del Fiume Reno, Pineta Bellocchio IT Punte Alberete, Valle Mandriole IT Bardello IT Pineta San Vitale, Bassa del Pirottolo IT Pialassa della Baiona, Risega e Pontazzo IT Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini IT Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina IT Salina di Cervia IT Pineta di Cervia IT Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano IT Pineta di Classe IT Vena del Gesso Romagnola IT Alta Valle del Torrente Sintria IT Alto Senio IT Biotopi di Alfonsine e Fiume Reno 19

172 IT IT IT IT IT Bacini di Russi e Fiume Lamone Podere Pantaleone Calanchi pliocenici dell Appennino faentino Relitto della piattaforma Paguro Pietramora, Ceparano, Rio Cozzi Aree protette La classificazione delle aree naturali protette è stata definita dalla legge 394/91, che ha istituito l'elenco ufficiale delle aree protette - adeguato col 5 Aggiornamento Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette (Delibera della Conferenza Stato Regioni del , pubblicata nel supplemento ordinario n. 144 della Gazzetta Ufficiale n. 205 del ). L'Elenco Ufficiale delle Aree Protette (EUAP) è un elenco stilato, e periodicamente aggiornato, dal Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio - Direzione per la Conservazione della Natura, che raccoglie tutte le aree naturali protette, marine e terrestri, ufficialmente riconosciute. Sono aree protette i Parchi Nazionali, i Parchi Regionali, i siti Rete Natura 2000, le Riserve Naturali e le Zone Umide. Si elencano di seguito le aree protette comprese all interno della provincia di Ravenna. Parchi Nazionali: non sono presenti. Parchi Regionali: Delta del Po, Vena del Gesso Romagnola. Riserve Naturali: Alfonsine. Zone Umide: localizzate all interno del Parco regionale del Delta del Po, già indicate come siti SIC e ZPS. Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) è parte tematica del Piano Territoriale Regionale (P.T.R., approvato dall Assemblea Legislativa Regionale con delibera n. 276 del 3 febbraio 2010) e si pone come riferimento centrale della pianificazione e della programmazione regionale dettando regole e obiettivi per la conservazione dei paesaggi regionali. Il Piano Territoriale Paesistico Regionale, formato secondo il combinato disposto dell'articolo 15 della legge regionale 5 settembre 1988, n. 36, e del punto 2 del primo comma dell'articolo 4 della legge regionale 7 dicembre 1978, n. 47, nonché per le finalità e gli effetti di cui all'articolo 1 bis della legge 8 agosto 1985, n. 431, persegue i seguenti obiettivi, determinando specifiche condizioni ai processi di trasformazione ed utilizzazione del territorio: - conservare i connotati riconoscibili della vicenda storica del territorio nei suoi rapporti complessi con le popolazioni insediate e con le attività umane; - garantire la qualità dell'ambiente, naturale ed antropizzato, e la sua fruizione collettiva; - assicurare la salvaguardia del territorio e delle sue risorse primarie, fisiche, morfologiche e culturali; - individuare le azioni necessarie per il mantenimento, il ripristino e l'integrazione dei valori paesistici e ambientali, anche mediante la messa in atto di specifici piani e progetti. Il Piano provvede a dettare disposizioni per la tutela dell'identità culturale del territorio regionale, cioè delle caratteristiche essenziali ed intrinseche di sistemi, di zone e di elementi di cui è riconoscibile l'interesse per ragioni ambientali, paesaggistiche, naturalistiche, geomorfologiche, paleontologiche, storico-archeologiche, storico-artistiche, storico-testimoniali e dell'integrità fisica del territorio regionale. Gli oggetti di tutela del Piano sono: 20

173 - sistemi, zone ed elementi di cui è necessario tutelare i caratteri strutturanti la forma del territorio (sistema dei crinali, collinare, forestale e boschivo, aree agricole, coste e arenili, acque superficiali); - zone ed elementi di specifico interesse strorico o naturalistico (zone ed elementi di interesse storicoarcheologico, insediamenti urbani storici, zone ed elementi di interesse storico-testimoniale, zone di tutela naturalistica, altre zone di interesse paesaggistico-ambientale); - aree ed elementi coincidenti con le precedenti descritte le cui specifiche caratteristiche richiedono la definizione di limitazioni alle attività di trasformazione e d uso (zone caratterizzate da fenomeni di dissesto o di instabilità, o caratterizzate da elevata permeabilità dei terreni con ricchezza di falde idriche). Il Piano individua inoltre le unità di paesaggio, intese come ambiti territoriali aventi specifiche, distintive ed omogenee caratteristiche di formazione ed evoluzione, da assumere come specifico riferimento nel processo di interpretazione del paesaggio e di attuazione del Piano stesso. Piano Stralcio per il rischio idrogeologico Principale compito dell Autorità di Bacino è, in base alla legge 183/89, la redazione del Piano di Bacino, strumento di pianificazione notevolmente complesso, che viene di norma strutturato attraverso Piani Stralcio relativi a settori territoriali e/o funzionali negli ambiti attinenti alla difesa del suolo e alla tutela delle risorse idriche e dell ambiente. L area oggetto dello studio è soggetta all Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli, istituita mediante L.R. n.14 del 29/03/1993, in attuazione della Legge 18/05/1989 n.183 recante norme per il «riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo al fine di perseguire l unitario governo dei Bacini Idrografici mediante azioni di indirizzo, coordinamento e controllo delle attività conoscitive, pianificatorie e di programmazione inerenti la conservazione del suolo, il mantenimento dei corpi idrici, la tutela dei corpi idrici, la tutela degli ecosistemi forestali e paesaggistici...». Competono all Autorità i seguenti bacini: Lamone, Fiumi Uniti, Canale Candiano, Bevano, Savio e Rubicone. Il territorio si colloca nella porzione centrale dell area romagnola che dallo spartiacque appenninico scende e occupa il versante nord-est fino al mare Adriatico. Il Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, approvato con D.G.R. n.350 del 17/03/03, si pone i seguenti obiettivi: - la riduzione del rischio idrogeologico, il riequilibrio del territorio ed il suo utilizzo nel rispetto del suo Stato, della sua tendenza evolutiva e delle sue potenzialità d uso; - la riduzione del rischio idraulico e il raggiungimento di livelli di rischio socialmente accettabili; - la individuazione, la salvaguardia e la valorizzazione delle aree di pertinenza fluviale in base alle caratteristiche morfologiche, naturalistico ambientali e idrauliche. Il Piano Stralcio regolamenta l assetto della rete idrografica e idrogeologico mediante i seguenti metodi: - individua gli alvei fluviali e le aree di esondazione così classificate: Aree ad elevata probabilità di esondazione; Aree a moderata probabilità di esondazione; Aree a bassa probabilità di esondazione; Aree di potenziale allagamento. Per ogni area vengono specificate le attività consentite e non consentite e le indicazioni per gli strumenti urbanistici. - Fissa i criteri per garantire l invarianza idraulica; 21

174 - Fissa le distanze di rispetto dai corpi arginali; - Individua le aree a rischio di frana e le classifica secondo il grado di rischio: molto elevato (R4), elevato (R3), medio (R2) e moderato (R1). In particolare, provvede alla suddivisione in tre zone a diverso grado di pericolosità le aree a rischio R4 e R3. - Specifica le attività conentite e non consentite nelle zone di rischio; - Fornisce prescrizioni per la gestione dei suoli agricoli al fine di limitare l erosione del suolo e la regimazione delle acque. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Ravenna La Provincia di Ravenna è dotata di un Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale adottato il ed approvato dalla Regione il ai sensi della l.r. 6/1995. Il PTCP è stato inoltre modificato con variante adottata il ed approvata dalla Regione il La l.r. 20/2000, al comma secondo dell art. 43, prevede che le Province già dotate di un PTCP prodotto ai sensi della previgente l.r. 6/1995 provvedano all adeguamento dello strumento, adeguamento approvato mediante Deliberazione C.P. n. 9 del 28/02/06. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) considera la totalità del territorio provinciale ed è lo strumento di pianificazione che definisce l'assetto del territorio con riferimento agli interessi sovracomunali, articolando sul territorio le linee di azione della programmazione regionale. Il PTCP è sede di raccordo e verifica delle politiche settoriali della Provincia e strumento di indirizzo e coordinamento per la pianificazione urbanistica comunale. In particolare, definisce le caratteristiche di vulnerabilità, criticità e potenzialità delle singole parti e dei sistemi naturali ed antropici del territorio e le conseguenti tutele paesaggistico ambientali. Pianificazione comunale A livello locale, lo strumento urbanistico di riferimento è il Piano Regolatore Generale. Come indicato dalla LR 20/2000 Disciplina generale sulla tutela e l uso del territorio, il nuovo Piano Regolatore Generale (PRG 2003) del Comune di Ravenna è articolato in Piano strutturale comunale (PSC), Regolamento urbanistico ed edilizio (RUE) e Piano operativo comunale (POC). La disciplina di PSC è finalizzata a stabilire gli obiettivi prestazionali ed i campi di variazione delle previsioni, mentre le regole delle trasformazioni sono definitivamente disciplinate dal RUE o dal POC. La pianificazione dell area in esame viene rimandata dal PSC al POC, in base a quanto definito dall Art.22 (Titolo I, Capo 6 ), comma 4. La destinazione d uso dell area è stata già normata dal RUE, art III.6 come Zona di recente rimboschimento. Nell Elaborato Prescrittivo del POC n. POC.4d Repertorio delle Schede d Ambito delle aree oggetto di Accordi di 2 livello già inseriti nel PSC è stata ripianificata consentendo, rispetto a quanto già descritto dal RUE, gli usi ecologico-ambientali, sulla base di uno specifico PUC da definire, tra cui la produzione di energia da fonti alternative (ad esclusione delle biomasse). Coerenza del progetto con gli strumenti di pianificazione e di programmazione vigenti In allegato si riportano le tavole di inquadramento programmatico suddivise per argomento. 22

175 Rete Natura 2000 e Aree Protette Carta delle Aree Naturali protette e dei siti Rete Natura In tabella sono riportate le distanze dai principali siti tutelati: Sito SIC-ZPS IT Bacini di Russi e Fiume Lamone Distanza 6,5 km SIC-ZPS IT Bacini ex-zuccherificio di Mezzano 4,6 km Parco Regionale Delta del Po (nord) Parco Regionale Delta del Po (sud) Riserva Naturale di Alfonsine 9 km 8,2 km 10 km L impianto non si colloca all interno di Aree Protette né interessa SIC o ZPS, ma può essere considerato come area di collegamento ecologico tra vari siti, dunque il progetto è sottoposto a procedura di prevalutazione d incidenza. Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) L area di impianto, coincidente con la discarica di Piangipane, si trova in una zona non soggetta a vincoli paesaggistici. Nelle vicinanze non sono presenti altri vincoli.. PTCP Provincia di Ravenna (Piangipane) Per quanto riguarda gli Elaborati Grafici di Piano, l impianto si colloca su aree così di seguito classificate. Tavola 2: Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico culturali L area di impianto si trova distante da aree di particolare interesse ambientale. Nelle vicinanze ( m) si rilevano zone a paleo-dossi fluviali. Tavola 5: Assetto strategico della mobilità, poli funzionali, ambiti produttivi di rilievo sovracomunale, articolazione del territorio rurale L area di impianto è classificata come Territorio urbanizzato, confinante con Ambiti rurali a prevalente vocazione produttiva e agricola. Tutta l area vicina è classificata come ambiti e aggregati per attività produttive. Tavola 6: Progetto reti ecologiche L area di impianto non è interessata da reti ecologiche esistenti o in progetto, né se ne trovano nelle vicinanze. L area è inserita all interno di Ambiti omogenei di paesaggio (Terre vecchie e Ville). Per quanto riguarda gli Elaborati Grafici di del Quadro Conoscitivo, l impianto si colloca su aree così di seguito classificate. Tavola B 1.1.1: Assetto e tutela della rete idrografica e rischio idraulico Questa tavola del PTCP recepisce la tavola del Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, redatta dall Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli. L area di impianto si trova in una zona a moderata probabilità di 23

176 esondare (Art. 4 del Piano Stralcio), in particolare Aree di potenziale allagamento, trovandosi tra il fiume Montone e il fiume Lamone. Tavola B 1.1.2: Rischio di frana L area d impianto si trova in una zona non soggetta a rischio di frana. Tavola B 3.1.1: Aree soggette a tutela paesaggistica ai sensi del D. Lgs. 42/04 L area d impianto si trova in una zona non soggetta a tutela. Tavola C 3.1.1: Capacità d uso dei suoli L area d impianto si trova in una zona classificata come Territorio urbanizzato adiacente ad aree definite Classe II Suoli con talune limitazioni. Tavola C 3.2.1: Uso del suolo. sintesi della carta dell uso reale del suolo 2000 L area di impianto è classificata come Zone urbane, estensive e analoghe. Tutta l area vicina è classificata come Colture estensive. Tavola C 3.2.1: Uso del suolo. sintesi della carta dell uso reale del suolo 2000 L area di impianto è classificata come Zone urbane, estensive e analoghe. Tutta l area vicina è classificata come Colture estensive e Aree forestali e castagneti. Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Piano stralcio per il rischio idrogeologico - Perimetrazione aree a rischio idrogeologico L impianto si trova all interno di un area a potenziale allagamento, come definito nella Relazione Tecnica del Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico. In particolare, l art. 6 di detta relazione definisce tali aree stabilisce che la realizzazione di nuovi manufatti edilizi, opere infrastrutturali, reti tecnologiche, impiantistiche e di trasporto di energia siano subordinate all adozione di misure in termini di protezione dall evento e/o di riduzione della vulnerabilità, tenuto conto che il tirante idrico di riferimento da considerate sia di 50 cm. L impianto fotovoltaico in esame verrà realizzato sopra la copertura della discarica Piangipane, pertanto in una posizione rialzata rispetto al piano di campagna. Si sottolinea inoltre che la presenza stessa della discarica garantisce l esistenza di un sistema di prevenzione dagli allagamenti potenziali. Pianificazione Comunale Elaborati descrittivi PSC 2.1 Sintesi degli spazi e dei sistemi L area di impianto è classificata come Spazio Urbano, le aree circostanti come Spazio Rurale. PSC 2.2 Spazio naturalistico Niente da segnalare 24

177 PSC 2.3 Sistema paesaggistico - ambientale L area di impianto non ricade in zone contemplate da questa tavola. Nelle immediate vicinanze si riscontra una Rete ecologica connessione secondaria. Elaborati gestionali Tavola D.1.1.a Carta dei vincoli sovraordinati: sintesi del PTCP Niente da segnalare Tavola D.1.1.c Piani di Bacino: aree a rischio di inondabilità L area, come già citato, si trova entro un Area di potenziale allagamento. Si rimanda al paragrafo relativo al PSAI per approfondimenti. Tavola G.1.1 Aree soggette a vincolo paesaggistico Niente da segnalare. Tavola G.1.2 Carta dei vincoli paesaggistici vigenti Niente da segnalare. Tavola G.1.3 Carta dei vincoli ambientali vigenti Niente da segnalare. Elaborati prescrittivi PSC3 Spazi e sistemi Foglio 12 Piangipane L area in esame si trova all interno di una zona regolamentata dal POC, citata nei paragrafi precedenti. Dall analisi esposta, si evince che l opera non presenta conflittualità con gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti, risultando pienamente compatibile e coerente con i vincoli e le norme insistenti sul territorio. Si sottolinea inoltre come l area sia già provvista di misure di mitigazione, in quanto ospitante un impianto di trattamento rifiuti. 25

178 Quadro di riferimento progettuale UBICAZIONE DELL IMPIANTO Identificativo dell impianto Discarica Piangipane Comune Ravenna (RA) CAP COMMITTENTE Nome Cognome Luca Pantieri Codice Fiscale PNTLCU71L30D704R Data di nascita 30/07/1971 Luogo di nascita FORLI Indirizzo Via Brugnola Malmissole, 12A Comune FORLI (FC) CAP Ruolo Amministratore Ragione Sociale SolHarPiangipane Srl P. IVA Indirizzo V.le Carlo Berti Pichat 2/4 Comune BOLOGNA (BO) CAP TECNICO Ragione Sociale Fase Engineering S.r.l. Nome Cognome Andrea Pantieri Qualifica Progettista e Collaudatore Codice Fiscale PNTNDR77B60D704X P.IVA Albo Periti Indirizzo Via Ettore Benini, 45 Comune FORLI (FC) CAP Telefono Fax fase@fasenet.it 26

179 Premessa I dati riportai di seguito sono tratti da progetto realizzato dal proponente. Valenza dell iniziativa Con la realizzazione dell impianto, denominato Discarica Piangipane, si intende conseguire un significativo risparmio energetico per la struttura servita, mediante il ricorso alla fonte energetica rinnovabile rappresentata dal Sole. Il ricorso a tale tecnologia nasce dall esigenza di coniugare: - La compatibilità con esigenze architettoniche e di tutela ambientale; - Nessun inquinamento acustico; - Un risparmio di combustibile fossile; - Una produzione di energia elettrica senza emissioni di sostanze inquinanti. Attenzione per l ambiente Ad oggi la produzione di energia elettrica è per la quasi totalità proveniente da impianti termoelettrici che utilizzano combustibili sostanzialmente di origine fossile. Quindi, considerando l energia stimata come produzione del primo anno, kwh, e la perdita di efficienza annuale, 0.9%, le considerazioni successive valgono per il tempo di vita pari a 20 anni. Risparmio sul combustibile Un utile indicatore per definire il risparmio di combustibile derivante dall utilizzo di fonti energetiche rinnovabili è il fattore di conversione dell energia elettrica in energia primaria [TEP/MWh]. Questo coefficiente individua le T.E.P. (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) necessarie per la realizzazione di 1 MWh di energia, ovvero le T.E.P risparmiate con l adozione di tecnologie fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica. Risparmio di combustibile Risparmio di combustibile in TEP Fattore di conversione dell energia elettrica in energia primaria [TEP/MWh] TEP risparmiate in un anno TEP risparmiate in 20 anni Fonte dati: Delibera EEN 3/08, art.2 Normativa di riferimento Gli impianti devono essere realizzati a regola d arte, come prescritto dalle normative vigenti, ed in particolare dal DM 22 gennaio 2008, n.37. Le caratteristiche degli impianti stessi, nonché dei loro componenti, devono essere in accordo con le norme di legge e di regolamento vigenti ed in particolare essere conformi: - Alle prescrizioni di autorità locali, comprese quelle dei VVFF; - Alle prescrizioni e indicazioni della Società Distributrice di energia elettrica; 27

180 - Alle prescrizioni del gestore della rete; - Alle norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) L elenco completo delle norme alla base della progettazione è riportato in appendice A. Sito di installazione Premessa Il dimensionamento energetico dell'impianto fotovoltaico connesso alla rete del distributore è stato effettuato tenendo conto, oltre che della disponibilità economica, di: - disponibilità di spazi sui quali installare l'impianto fotovoltaico; - disponibilità della fonte solare; - fattori morfologici e ambientali (ombreggiamento e albedo). Disponibilità di spazi sui quali installare l impianto fotovoltaico La descrizione del sito in cui verrà installato l impianto è la seguente: Impianto fotovoltaico a terra. Disponibilità della fonte solare La disponibilità della fonte solare per il sito di installazione è verificata utilizzando i dati UNI relativi a valori giornalieri medi mensili della irradiazione solare sul piano orizzontale. Per la località sede dell intervento, ovvero il Comune di RAVENNA (RA) avente latitudine N, longitudine E e altitudine di 4 m.s.l.m.m., i valori giornalieri medi mensili della irradiazione solare sul piano orizzontale stimati sono pari a: Irradiazione giornaliera media mensile sul piano orizzontale [MJ/m²] Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Fig. 1: Irradiazione giornaliera media mensile sul piano orizzontale [kwh/m 2 ]- Fonte dati: UNI

181 Quindi i valori della irradiazione solare annua sul piano orizzontale sono pari a kwh/m 2 (Fonte dati: UNI 10349). Fattori morfologici e ambientali Ombreggiamento Gli effetti della schermatura da parte dei volumi all orizzonte, dovuti ad elementi naturali (rilievi, alberi) o artificiali (edifici), determinano la riduzione degli apporti solari e il tempo di ritorno dell investimento. Il coefficiente di ombreggiamento, funzione della morfologia del luogo, è pari a Di seguito il diagramma solare per il comune di Ravenna: Fig. 2: Diagramma solare Albedo Per tener conto del plus di radiazione dovuta alla riflettenza delle superfici della zona in cui è inserito l impianto, si sono stimati valori medi mensili di albedo, considerando anche i valori presenti nella norma UNI 8477: Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic L albedo medio annuo è pari a 0.2. Fase di realizzazione dell impianto Qui di seguito si mostra il diagramma di Gantt relativo alle attività di cantiere per la realizzazione dell impianto: 29

182 A B ALLESTIMENTO CANTIERE (MOB) SCAVI E POSA TUBAZIONI +POSA POZZETTI Giorni Uomini Viaggi C FONDAZIONI CABINA 2 4 D E F INSTALLAZIONE CABINE PREFABBRICATE Ipo. Montaggio 1 cabina ogni 2 giorni ALLESTIMENTO SCOMPARTI CABINA MT POSIZIONAMENTO ZAVORRE (STRUTTURE) Nr. 355 zavorre 22 moduli (250W) Nr. 1 zavorre 30 moduli (250W) Camion G MONTAGGIO STRUTTURE Nr. 356 strutture Settimane Nr. 3 al giorno ogni 4 persone Nr. 16 al giorno x32 persone H MONTAGGIO PANNELLI FV Ipo. Modulo (250 W) x 1,96 MW Nr. Moduli 7840 Ipo. 60 moduli per persona Ipo.10 uomini I INFILAGGIO CAVI ELETTRICI 10 6 L INSTALLAZIONE QUADRI DI CAMPO 4 2 M CABLAGGIO IMPIANTO 8 4 N IMPIANTO ELETTRODOTTO (IMP. DI RETE) SCAVI E POSA TUBAZIONI, POSA POZZETTI 2 2 O INFILAGGIO CAVI ELETTRICI 3 2 P COLLEGAMENTI 3 2 Q START UP 2 2 R COLLAUDO 2 4 S SMANTELLAMENTO CANTIERE 3 4 La durata dell attività di cantiere è pari indicativamente a 6 settimane ed impiegherà un numero massimo di 52 persone contemporaneamente durante la fase di montaggio delle strutture e dei pannelli e l infilaggio dei cavi elettrici. 30

183 Il flusso massimo di camion è previsto pari a 20 al giorno durante le fasi di posizionamento dei vari componenti. Dimensionamento dell impianto Procedure di calcolo Criterio generale di progetto Il principio progettuale normalmente utilizzato per un impianto fotovoltaico è quello di massimizzare la captazione della radiazione solare annua disponibile. Nella generalità dei casi, il generatore fotovoltaico deve essere esposto alla luce solare in modo ottimale, scegliendo prioritariamente l orientamento a Sud e evitando fenomeni di ombreggiamento. In funzione degli eventuali vincoli architettonici della struttura che ospita il generatore stesso, sono comunque adottati orientamenti diversi e sono ammessi fenomeni di ombreggiamento, purch, adeguatamente valutati. Perdite d energia dovute a tali fenomeni incidono sul costo dei kwh prodotti e sul tempo di ritorno dell investimento. Dal punto di vista dell inserimento architettonico, nel caso di applicazioni su coperture a falda, la scelta dell orientazione e dell inclinazione va effettuata tenendo conto che è generalmente opportuno mantenere il piano dei moduli parallelo o addirittura complanare a quello della falda stessa. Ciò in modo da non alterare la sagoma dell edificio e non aumentare l azione del vento sui moduli stessi. In questo caso, è utile favorire la circolazione d aria fra la parte posteriore dei moduli e la superficie dell edificio, al fine di limitare le perdite per temperatura. Criterio di stima dell energia prodotta L energia generata dipende: - Dal sito di installazione (latitudine, radiazione solare disponibile, temperatura, reflettanza della superficie antistante i moduli); - Dall esposizione dei moduli: angolo di inclinazione (Tilt) e angolo di orientazione (Azimut); - Da eventuali ombreggiamenti o insudiciamenti del generatore fotovoltaico; - Dalle caratteristiche dei moduli: potenza nominale, coefficiente di temperatura, perdite per disaccoppiamento o mismatch; - Dalle caratteristiche del BOS (Balance Of System). Il valore del BOS può essere stimato direttamente oppure come completamento all unità del totale delle perdite, calcolate mediante la seguente formula: Totale perdite [%] = [1 - (1 - a - b) x (1 - c - d) x (1 - e) x (1 - f)] + g Per i seguenti valori: a= Perdite per riflessione b= Perdite per ombreggiamento c= Perdite per mismatching d= Perdite per effetto della temperatura e= Perdite nei circuiti in continua 31

184 f= Perdite negli inverter g= Perdite nei circuiti in alternata. Criterio di verifica elettrica In corrispondenza dei valori minimi della temperatura di lavoro dei moduli (-10 C) e dei valori massim i di lavoro degli stessi (70 C), sono verificate le segu enti disuguaglianze: TENSIONI MPPT Tensione nel punto di massima potenza, Vm a 70 C ma ggiore della Tensione MPPT minima. Tensione nel punto di massima potenza, Vm a -10 C m inore della Tensione MPPT massima. Nelle quali i valori di MPPT rappresentano i valori minimo e massimo della finestra di tensione utile per la ricerca del punto di funzionamento alla massima potenza. TENSIONE MASSIMA Tensione a circuito aperto, Voc a -10 C inferiore a lla tensione massima dell inverter. TENSIONE MASSIMA MODULO Tensione di circuito aperto, Voc a -10 C inferiore alla tensione massima di sistema del modulo. CORRENTE MASSIMA Corrente massima (corto circuito) generata, Isc inferiore alla corrente massima dell inverter. DIMENSIONAMENTO Dimensionamento compreso tra il 70% e 120%. Per dimensionamento si intende il rapporto percentuale tra la potenza nominale dell inverter e la potenza del generatore fotovoltaico ad esso collegato (nel caso di sottoimpianti MPPT, il dimensionamento è verificato per il sottoimpianto MPPT nel suo insieme). Impianto discarica di Piangipane L impianto, denominato Discarica Piangipane, è di tipo grid-connected, la tipologia di allaccio è trifase in media tensione. Ha una potenza totale pari a kw e una produzione di energia annua pari a kw/h (equivalente a kwh/kw), derivante da 7160 moduli che occupano una superficie di m 2. Ed è composto da 1 generatori. I singoli moduli poggeranno su piedi di fondazione di dimensione 3x0.8 m. Le serie di pannelli saranno distanziate l una dall altra di 4m. I pannelli saranno inclinati di 30 rispetto al piano orizzontale e raggiungeranno una quota di 4.5 m dal piano campagna. 32

185 SCHEDA TECNICA DELL IMPIANTO Dati generali Committente SolHarPiangipane Srl CAP Comune (Provincia) Ravenna (RA) Latitudine N Longitudine E Altitudine 4m Irradiazione solare annua sul piano orizzontale kwh/m 2 Dati tecnici Superficie totale moduli m 2 Numero totale moduli 7160 Numero totale inverte 4 Energia totale annua kwh Potenza totale kw Potenza fase L kw Potenza Fase L kw Potenza fase L kw BOS % ENERGIA PRODOTTA L energia totale annua prodotta dall impianto è kwh. Nel grafico si riporta l energia prodotta mensilmente: Fig. 3: Energia mensile prodotta dall impianto 33

186 GENERATORE 1 Il generatore denominato Generatore 1 ha una potenza pari a kw e una produzione di energia annua pari a kwh, derivante da 7160 moduli con una superficie totale dei moduli di m 2. Il generatore ha una connessione trifase. Qui di seguito si riporta la scheda tecnica: Dati generali Posizionamento dei moduli Non complanare alle superfici Struttura di sostegno Fissa Inclinazione dei moduli (Tilt) 30 Orientazione dei moduli(azimut) 0 Irradiazione solare annua sul piano dei moduli kwh/m 2 Potenza totale kw Energia totale annua kwh Modulo Marca-modello ZNSHINE-ZX260MS Numero totale moduli 7160 Numero di stringhe per ogni inverter 149 Numero di moduli per ogni stringa 12/13 Superficie totale moduli m 2 Inverter Marca-modello CEHE-EHE-N500KTL Numero totale 4 Dimensionamento inverter % (VERIFICATO) Tipo fase trifase VERIFICHE ELETTRICHE In corrispondenza dei valori minimi della temperatura di lavoro dei moduli (-10 C) e dei valori massim i di lavoro degli stessi (70 ) sono verificate le seguen ti disuguaglianze: TENSIONI MPPT Vm a 70 C ( V) maggiore di Vmppt min. ( V) VERIFICATO Vm a -10 C ( V) minore di Vmppt max. ( V) VERIFICATO TENSIONE MASSIMA Voc a -10 C ( V) inferiore alla tensione max. dell inverter ( V) VERIFICATO TENSIONE MASSIMA MODULO Voc a -10 C ( V) inferiore alla tensione max. di sistema del modulo ( V) VERIFICATO CORRENTE MASSIMA Corrente max generata ( A) inferiore alla corrente max. VERIFICATO 34

187 dell inverter ( A). ALLACCIAMENTO ALLA RETE ENEL L impianto sarà allacciato alla rete di distribuzione tramite realizzazione di una nuova cabina di consegna collegata in entra-esce su linea MT esistente DECO, uscente dalla cabina primaria AT/MT RA CANALA. Tale soluzione prevede la realizzazione dei seguenti impianti: - Allestimento cabina di consegna entra-esce; - Giunti di inserimento in rete per soluzione di connessione cabina consegna con entra-esce in cavo interrato; - Giunti di inserimento per soluzione di connessione cabina di consegna con entra-esci in cavo interrato; - Linea in cavo sotterraneo Al 185 mm 2 su strada asfaltata con riempimenti in inerte naturale e ripristini (esclusi costi delle servitù): 35m; - Linea di cavo sotterraneo Al 185 mm 2 su terreno naturale (esclusi costi della servitù):35m. La linea di collegamento tra l impianto e la cabina ENEL presenta una lunghezza molto limitata e fuoriesce dal area interessata dall attività di discarica solamente per la larghezza della strada. GESTIONE DELLE AZIONI CAUSATE DAL PROCESSO PRODUTTIVO Fenomeno di abbagliamento Tale fenomeno è stato registrato esclusivamente per le superfici fotovoltaiche a specchio montate sulle architetture verticali degli edifici. Vista l inclinazione contenuta (pari a circa il 30%), si considera ininfluente un fenomeno di abbagliamento per gli impianti posizionati su suolo nudo. Inoltre i nuovi sviluppi tecnologici per la produzione delle celle fotovoltaiche, fanno sì che aumentando il coefficiente di efficienza delle stesse, diminuisca ulteriormente la quantità di luce riflessa (riflettenza superficiale caratteristica del pannello) e conseguentemente la probabilità di abbagliamento. Non esistono studi che analizzino la possibilità di generazione di incendi per effetto della riflessione dei raggi solari (principio degli specchi ustori di Archimede), e in ogni caso la riflessione dei pannelli stessi si perde a cielo libero. Inoltre l inclinazione e il posizionamento dei pannelli non disturba ne strade ne centri abitati. Variazione del campo termico Ogni pannello fotovoltaico genera nel suo intorno un campo termico che può arrivare anche a temperature dell'ordine di 70 C. Questo comporta la variazione del microclima sottostante i pannelli ed il riscaldamento dell'aria. Per questo motivo è garantita una sufficiente circolazione d'aria al di sotto dei pannelli, per semplice moto convettivo o per aerazione naturale, tale surriscaldamento non causa particolari modificazioni ambientali. Occupazione del suolo Uno degli impatti più rilevanti nell'installazione di un parco fotovoltaico è rappresentato dall'occupazione del suolo. 35

188 Nel nostro caso questo impatto viene superato, anzi si riesce ad utilizzare un terreno di altrimenti difficile impiego. Impatti in fase di dismissione dell impianto Gli impatti della fase di dismissione dell'impianto sono relativi alla produzione di rifiuti essenzialmente dovuti a: - Dismissione dei pannelli fotovoltaici di silicio cristallino; - Dismissione dei telai in alluminio (supporto dei pannelli); - Dismissione dei supporti in HDPE - Dismissione di eventuali cavidotti ed altri materiali elettrici (compresa la cabina di trasformazione BT/MT in prefabbricato). Accortezze: in fase di dismissione degli impianti fotovoltaici, le varie parti dell'impianto dovranno essere separate in base alla composizione chimica in modo da poter riciclare il maggior quantitativo possibile dei singoli elementi, quali alluminio e silicio, presso ditte che si occupano di riciclaggio e produzione di tali elementi; i restanti rifiuti dovranno essere inviati in discarica autorizzata. APPENDICE A Gli impianti fotovoltaici e i relativi componenti devono rispettare, ove di pertinenza, le prescrizioni contenute nelle seguenti norme di riferimento, comprese eventuali varianti, aggiornamenti ed estensioni emanate successivamente dagli organismi di normazione citati. Si applicano inoltre i documenti tecnici emanati dai gestori di rete riportanti disposizioni applicative per la connessione di impianti fotovoltaici collegati alla rete elettrica e le prescrizioni di autorità locali, comprese quelle dei VVFF. Leggi e decreti Normativa generale Decreto Legislativo n. 504 del , aggiornato : Testo Unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative. Decreto Legislativo n. 387 del : attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità. Legge n. 239 del : riordino del settore energetico, nonchè delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia. Decreto Legislativo n. 192 del : attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia. Decreto Legislativo n. 311 del : disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia. Decreto Legislativo n. 26 del : attuazione della direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità. Decreto Legge n. 73 del : testo coordinato del Decreto Legge 18 giugno 2007, n. 73. Decreto Legislativo del : attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE. 36

189 Decreto : disposizioni in materia di incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Legge n. 99 del 23 luglio 2009: disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia. Legge 13 Agosto 2010, n. 129 (GU n. 192 del ): Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 8 luglio 2010, n. 105, recante misure urgenti in materia di energia. Proroga di termine per l'esercizio di delega legislativa in materia di riordino del sistema degli incentivi. (Art. 1-septies Ulteriori disposizioni in materia di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili) Decreto legislativo del 3 marzo 2011, n. 28: Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Sicurezza D.Lgs. 81/2008: (testo unico della sicurezza): misure di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e succ. mod. e int. DM 37/2008: sicurezza degli impianti elettrici all'interno degli edifici. Secondo conto energia Decreto : criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, in attuazione dell'articolo 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n Legge n. 244 del (Legge finanziaria 2008): disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Decreto Attuativo Finanziaria DM 02/03/2009: Disposizioni in materia di incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Terzo conto energia Decreto 6 agosto 2010: Incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Norme tecniche Normativa fotovoltaica CEI Edizione terza (2010): guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di Media e Bassa Tensione. CEI EN (CEI 82-1): dispositivi fotovoltaici Parte 1: Misura delle caratteristiche fotovoltaiche tensionecorrente. CEI EN (CEI 82-2): dispositivi fotovoltaici - Parte 2: Prescrizione per le celle fotovoltaiche di riferimento. CEI EN (CEI 82-3): dispositivi fotovoltaici - Parte 3: Principi di misura per sistemi solari fotovoltaici per uso terrestre e irraggiamento spettrale di riferimento. CEI EN (CEI 82-8): moduli fotovoltaici in silicio cristallino per applicazioni terrestri. Qualifica del progetto e omologazione del tipo. 37

190 CEI EN (82-12): moduli fotovoltaici (FV) a film sottile per usi terrestri - Qualifica del progetto e approvazione di tipo. CEI EN (CEI 82-15): rilievo delle prestazioni dei sistemi fotovoltaici - Linee guida per la misura, lo scambio e l'analisi dei dati. CEI EN (CEI 82-27): Qualificazione per la sicurezza dei moduli fotovoltaici (FV) - Parte 1: Prescrizioni per la costruzione. CEI EN (CEI 82-28): Qualificazione per la sicurezza dei moduli fotovoltaici (FV) - Parte 2: Prescrizioni per le prove. CEI EN (82-30): Moduli e sistemi fotovoltaici a concentrazione (CPV) - Qualifica di progetto e approvazione di tipo. CEI EN (CEI 82-24): componenti di sistemi fotovoltaici - moduli esclusi (BOS) - Qualifica di progetto in condizioni ambientali naturali. CEI EN (CEI 82-22): fogli informativi e dati di targa per moduli fotovoltaici. CEI EN (CEI 82-31): Connettori per sistemi fotovoltaici - Prescrizioni di sicurezza e prove. CEI EN (CEI 82-34): Fogli informativi e dati di targa dei convertitori fotovoltaici. CEI EN (CEI 82-35): Rendimento globale degli inverter per impianti fotovoltaici collegati alla rete elettrica. EN (CEI 82-38): Grid connected photovoltaic systems - Minimum requirements for system documentation, commissioning tests and inspection. CEI 20-91: Cavi elettrici con isolamento e guaina elastomerici senza alogeni non propaganti la fiamma con tensione nominale non superiore a V in corrente alternata e V in corrente continua per applicazioni in impianti fotovoltaici. UNI 8477: energia solare - Calcolo degli apporti per applicazioni in edilizia - Valutazione dell'energia raggiante ricevuta. UNI 10349: riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Altra normativa sugli impianti elettrici CEI 0-2: guida per la definizione della documentazione di progetto per impianti elettrici. CEI 0-16: regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica. CEI 11-20: impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria. CEI EN (CT 311-1): Prescrizioni per la connessione di micro-generatori in parallelo alle reti di distribuzione pubblica in bassa tensione. CEI 64-8: impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. CEI EN (CEI 37-1): Scaricatori - Parte 1: Scaricatori a resistori non lineari con spinterometri per sistemi a corrente alternata. CEI EN (CEI 17-13): apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). CEI EN (CEI 16-2): Principi base e di sicurezza per l'interfaccia uomo-macchina, marcatura e identificazione - Individuazione dei morsetti e degli apparecchi e delle estremità dei conduttori designati e regole generali per un sistema alfanumerico. 38

191 CEI EN (CEI 70-1): Gradi di protezione degli involucri (codice IP). CEI EN (CEI 77-2): disturbi nelle reti di alimentazione prodotti da apparecchi elettrodomestici e da equipaggiamenti elettrici simili - Parte 1: Definizioni. CEI EN (CEI ): compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 3: Limiti - Sezione 2: Limiti per le emissioni di corrente armonica (apparecchiature con corrente di ingresso " = 16 A per fase). CEI EN (CEI 13-43): apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Prescrizioni particolari - Parte 21: Contatori statici di energia attiva (classe 1 e 2). CEI EN (CEI 13-45): apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Prescrizioni particolari - Parte 23: Contatori statici di energia reattiva (classe 2 e 3). CEI EN (CEI 13-52): Apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Parte 1: Prescrizioni generali, prove e condizioni di prova - Apparato di misura (indici di classe A, B e C). CEI EN (CEI 13-54): Apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Parte 3: Prescrizioni particolari - Contatori statici per energia attiva (indici di classe A, B e C). CEI EN (CEI 81-10): protezione contro i fulmini. CEI 81-3: Valori medi del numero di fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato. CEI 20-19: Cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750 V. CEI 20-20: Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V. CEI 13-4: Sistemi di misura dell'energia elettrica - Composizione, precisione e verifica. CEI UNI EN ISO/IEC 17025:2008: Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e di taratura. Delibere AEEG Connessione Delibera ARG-elt n : condizioni tecniche per la connessione alle reti di distribuzione dell'energia elettrica a tensione nominale superiore ad 1 kv. Delibera ARG-elt n : disposizioni inerenti l'applicazione della deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas ARG/elt 33/08 e delle richieste di deroga alla norma CEI 0-16, in materia di connessioni alle reti elettriche di distribuzione con tensione maggiore di 1 kv. Ritiro dedicato Delibera ARG-elt n : modalit e condizioni tecnico-economiche per il ritiro dell'energia elettrica ai sensi dell'articolo 13, commi 3 e 4, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n , e del comma 41 della legge 23 agosto 2004, n Servizio di misura Delibera ARG-elt n : disposizioni in materia di misura dell'energia elettrica prodotta da impianti di generazione. Tariffe Delibera ARG-elt n : condizioni per l'erogazione del pubblico servizio di dispacciamento dell'energia elettrica sul territorio nazionale e per l'approvvigionamento delle relative risorse su base di merito economico, ai sensi degli articoli 3 e 5 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n

192 Delibera ARG-elt n : approvazione del Testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di vendita dell'energia elettrica di maggior tutela e di salvaguardia ai clienti finali ai sensi del decreto legge 18 giugno 2007, n. 73/07. Allegato A -TIV- Delibera ARG-elt n : testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di vendita dell'energia elettrica di maggior tutela e di salvaguardia ai clienti finali ai sensi del Decreto Legge 18 giugno 2007 n. 73/07. Delibera ARG-elt n : testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica per il periodo di regolazione e disposizioni in materia di condizioni economiche per l'erogazione del servizio di connessione. Allegato A -TIT- Delibera n : testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica. Allegato B -TIC- Delibera n (ex 30-08): condizioni economiche per l'erogazione del servizio di connessione. Deliberazione ARG-elt n : Aggiornamento per l'anno 2011 delle tariffe per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica e delle condizioni economiche per l'erogazione del servizio di connessione. Aggiornamento della componente UC6. Allegato A -TIS- Delibera ARG-elt n (aggiornato): Testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas in ordine alla regolazione delle partite fisiche ed economiche del servizio di dispacciamento (Settlement). Deliberazione ARG-elt : Aggiornamento per l'anno 2011 dei corrispettivi di dispacciamento di cui agl articoli 45, 46, 48 e 73 dell'allegato A alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 9 giugno 2006, n. 111/06. Modificazioni per l'anno 2011 delle disposizioni di cui all'allegato A alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 9 giugno 2006, n. 111/06 e dell'allegato A alla deliberazione 30 luglio 2009, ARG/elt 107/09 (Testo Integrato Settlement, TIS). Deliberazione ARG-elt : Aggiornamento per il trimestre gennaio - marzo 2011 delle condizioni economiche del servizio di vendita di maggior tutela, determinazione del corrispettivo a copertura dei costi di funzionamento di Acquirente unico S.p.A. per l'attività di acquisto e vendita di energia elettrica per i clienti in maggior tutela a titolo di acconto per l'anno 2011 e modifiche al TIV. Deliberazione ARG-com : Aggiornamento per il trimestre gennaio - marzo 2011 delle componenti tariffarie destinate alla copertura degli oneri generali e di ulteriori componenti del settore elettrico e del settore gas e disposizioni alla Cassa conguaglio per il settore elettrico. Delibera ARG-elt n : determinazione dell'autorità in merito alle richieste di ammissione al regime di reintegrazione dei costi presentate dagli utenti del dispacciamento ai sensi dell'articolo 63, comma 63.11, dell'allegato A alla deliberazione n. 111/06 per l'anno 2011 e seguenti, nonchè modificazioni e integrazioni alla deliberazione medesima. TICA Delibera ARG-elt n.90-07: attuazione del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 19 febbraio 2007, ai fini dell'incentivazione della produzione di energia elettrica mediante impianti fotovoltaici. 40

193 Delibera ARG-elt n TICA: testo integrato delle condizioni tecniche ed economiche per la connessione alle reti elettriche con obbligo di connessione di terzi degli impianti di produzione di energia elettrica (Testo integrato delle connessioni attive - TICA). Delibera ARG-elt n : Modifiche delle modalità e delle condizioni per le comunicazioni di mancato avvio dei lavori di realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica di cui alla deliberazione ARG- elt (TICA). Deliberazione 4 agosto ARG/elt 124/10: Istituzione del sistema di Gestione delle Anagrafiche Uniche Degli Impianti di produzione e delle relative unità (GAUDÞ) e razionalizzazione dei flussi informativi tra i vari soggetti operanti nel settore della produzione di energia elettrica. Deliberazione 4 agosto ARG/elt 125/10: Modifiche e integrazioni alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas ARG/elt 99/08 in materia di condizioni tecniche ed economiche per la connessione alle reti con obbligo di connessione di terzi degli impianti di produzione (TICA). Deliberazione ARG-elt n : attuazione del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 6 agosto 2010, ai fini dell'incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Delibera ARG-elt n : integrazione dell'allegato A alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 20 ottobre 2010, ARG/elt 181/10, ai fini dell'attivazione degli indennizzi previsti dal decreto ministeriale 6 agosto 2010 in materia di impianti fotovoltaici. TISP Delibera ARG-elt n : definizione del soggetto attuatore e delle modalità per l'erogazione delle tariffe incentivanti degli impianti fotovoltaici, in attuazione dell'articolo 9 del decreto del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, 28 luglio 2005 (deliberazione n. 188/05). Delibera ARG-elt n : modificazione ed integrazione della deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 14 settembre 2005, n. 188/05 in materia di misura dell'energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici. Delibera ARG-elt n TISP: testo integrato delle modalità e delle condizioni tecnico-economiche per lo scambio sul posto (TISP). Delibera ARG-elt n.1-09: attuazione dell'articolo 2, comma 153, della legge n. 244/07 e dell'articolo 20 del decreto ministeriale 18 dicembre 2008, in materia di incentivazione dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili tramite la tariffa fissa onnicomprensiva e di scambio sul posto. TEP Delibera EEN 3/08: aggiornamento del fattore di conversione dei kwh in tonnellate equivalenti di petrolio connesso al meccanismo dei titoli di efficienza energetica. PREZZI MINIMI Prezzi minimi garantiti per l'anno AGENZIA DELLE ENTRATE Circolare n. 46/E del 19/07/2007: articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n Disciplina fiscale degli incentivi per gli impianti fotovoltaici. Circolare n. 66 del 06/12/2007: tariffa incentivante art. 7, c. 2, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n Circolare n. 46/E del 19 luglio 2007 Precisazione. 41

194 Circolare n. 38/E del 11/04/2008: articolo 1, commi , della legge 27 dicembre 2006, n Credito d'imposta per acquisizioni di beni strumentali nuovi in aree svantaggiate. Risoluzione n. 21/E del 28/01/2008: istanza di Interpello- Aliquota Iva applicabile alle prestazioni di servizio energia - nn. 103) e 122) della Tabella A, Parte terza, d.p.r. 26/10/1972, n Alfa S.p.A. Risoluzione n. 22/E del 28/01/2008: istanza di Interpello - Art. 7, comma 2, d. lgs. vo n. 387 del 29 dicembre Risoluzione n. 61/E del 22/02/2008: trattamento fiscale ai fini dell'imposta sul valore aggiunto e dell'applicazione della ritenuta di acconto della tariffa incentivante per la produzione di energia fotovoltaica di cui all'art. 7, comma 2, del d.lgs. n. 387 del 29 dicembre Risoluzione n. 13/E del 20/01/2009: istanza di interpello - Art. 11 Legge 27 luglio 2000, n. 212 Gestore dei Servizi Elettrici, SPA -Dpr 26 ottobre 1972, n. 633 e Dpr 22 dicembre 1986, n Risoluzione n. 20/E del 27/01/2009: interpello - Art. 11 Legge 27 luglio 2000, n ALFA - art.9, DM 2 febbraio Circolare del 06/07/2009 n. 32/E: imprenditori agricoli - produzione e cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche nonchè di carburanti e di prodotti chimici derivanti prevalentemente da prodotti del fondo: aspetti fiscali. Articolo 1, comma 423, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 e successive modificazioni. AGENZIA DEL TERRITORIO Risoluzione n. 3/2008: accertamento delle centrali elettriche a pannelli fotovoltaici. GSE Il CONTO ENERGIA 2011/2013: novità contenute nel decreto ministeriale DM 6 Agosto 2010 Guida alle applicazioni innovative finalizzate all'integrazione architettonica del fotovoltaico terzo conto energia (dicembre 2010). Guida alla richiesta degli incentivi per gli impianti fotovoltaici: Decreto 6 agosto Ed. n. 1 Gennaio Regole tecniche per il riconoscimento delle tariffe incentivanti previste dal dm 6 agosto 2010 terzo conto energia per il fotovoltaico (gennaio 2011). Guida alle applicazioni innovative finalizzate all'integrazione architettonica del fotovoltaico (gennaio 2011). Guida all'utilizzo dell'applicazione web per la richiesta degli incentivi per il fotovoltaico con il "III conto energia" - DM 6/8/2010, Delibera Arg/elt 181/10 Estratto della risoluzione della Agenzia delle Entrate: "trattamento fiscale del contributo in conto scambio di cui alla delibera AEEG n.74/2008". Regole tecniche sulla disciplina dello scambio sul posto, ed. III (gennaio 2011). Prezzi medi mensili per fascia oraria e zona di mercato. TERNA Gestione transitoria dei flussi informativi per GAUDÞ. GAUDÞ - Gestione anagrafica unica degli impianti e delle unità di produzione. FAQ GAUDÞ (Versione aggiornata il 11 aprile 2011). 42

195 I riferimenti di cui sopra possono non essere esaustivi. Ulteriori disposizioni di legge, norme e deliberazioni in materia, anche se non espressamente richiamati, si considerano applicabili. APPENDICE B Definizioni-Rete elettrica Distributore Persona fisica o giuridica responsabile dello svolgimento di attività e procedure che determinano il funzionamento e la pianificazione della rete elettrica di distribuzione di cui è proprietaria. Rete del distributore Rete elettrica di distribuzione AT, MT e BT alla quale possono collegarsi gli utenti Rete BT del distributore Rete a tensione nominale superiore a 50 V fino a V compreso in c.a Rete MT del distributore Rete a tensione nominale superiore a V in c.a. fino a V compreso Utente Soggetto che utilizza la rete del distributore per cedere o acquistare energia elettrica Gestore di rete Il Gestore di rete è la persona fisica o giuridica responsabile, anche non avendone la proprietà della gestione della rete elettrica con obbligo di connessione di terzi a cui è connesso l'impianto (Deliberazione dell'aeeg n. 28/06). Gestore Contraente Il Gestore Contraente è l'impresa distributrice competente nell'ambito territoriale in cui è ubicato l'impianto fotovoltaico (Deliberazione dell'aeeg n. 28/06). Definizioni-Impianto fotovoltaico Angolo di inclinazione (o di Tilt) Angolo di inclinazione del piano del dispositivo fotovoltaico rispetto al piano orizzontale (da IEC/TS 61836). Angolo di orientazione (o di azimut) L'angolo di orientazione del piano del dispositivo fotovoltaico rispetto al meridiano corrispondente. In pratica, esso misura lo scostamento del piano rispetto all'orientazione verso SUD (per i siti nell'emisfero terrestre settentrionale) o verso NORD (per i siti nell'emisfero meridionale). Valori positivi dell'angolo di azimut indicano un orientamento verso ovest e valori negativi indicano un orientamento verso est (CEI EN 61194). BOS (Balance Of System o Resto del sistema) Insieme di tutti i componenti di un impianto fotovoltaico, esclusi i moduli fotovoltaici Generatore o Campo fotovoltaico Insieme di tutte le schiere di moduli fotovoltaici in un sistema dato (CEI EN 61277). Cella fotovoltaica Dispositivo fotovoltaico fondamentale che genera elettricità quando viene esposto alla radiazione solare (CEI EN ). Si tratta sostanzialmente di un diodo con grande superficie di giunzione, che esposto alla radiazione solare si comporta come un generatore di corrente, di valore proporzionale alla radiazione incidente su di esso. Condizioni di Prova Standard (STC) 43

196 Comprendono le seguenti condizioni di prova normalizzate (CEI EN ): - Temperatura di cella: 25 ø ñ2 øcc - Irraggiamento: 1000 W/m2, con distribuzione spettrale di riferimento (massa d'aria AM 1,5). Dispositivo del generatore Dispositivo installato a valle dei terminali di ciascun generatore dell'impianto di produzione (CEI 11-20). Dispositivo di interfaccia Dispositivo installato nel punto di collegamento della rete di utente in isola alla restante parte di rete del produttore, sul quale agiscono le protezioni d'interfaccia (CEI 11-20); esso separa l'impianto di produzione dalla rete di utente non in isola e quindi dalla rete del Distributore; esso comprende un organo di interruzione, sul quale agisce la protezione di interfaccia. Dispositivo generale Dispositivo installato all'origine della rete del produttore e cioè immediatamente a valle del punto di consegna dell'energia elettrica dalla rete pubblica (CEI 11-20). Effetto fotovoltaico Fenomeno di conversione diretta della radiazione elettromagnetica (generalmente nel campo della luce visibile e, in particolare, della radiazione solare) in energia elettrica mediante formazione di coppie elettrone- lacuna all'interno di semiconduttori, le quali determinano la creazione di una differenza di potenziale e la conseguente circolazione di corrente se collegate ad un circuito esterno. Efficienza nominale di un generatore fotovoltaico Rapporto fra la potenza nominale del generatore e l'irraggiamento solare incidente sull'area totale dei moduli, in STC; detta efficienza può essere approssimativamente ottenuta mediante rapporto tra la potenza nominale del generatore stesso (espressa in kwp) e la relativa superficie (espressa in m2), intesa come somma dell'area dei moduli. Efficienza nominale di un modulo fotovoltaico Rapporto fra la potenza nominale del modulo fotovoltaico e il prodotto dell'irraggiamento solare standard (1000 W/m2) per la superficie complessiva del modulo, inclusa la sua cornice. Efficienza operativa media di un generatore fotovoltaico Rapporto tra l'energia elettrica prodotta in c.c. dal generatore fotovoltaico e l'energia solare incidente sull'area totale dei moduli, in un determinato intervallo di tempo. Efficienza operativa media di un impianto fotovoltaico Rapporto tra l'energia elettrica prodotta in c.a. dall'impianto fotovoltaico e l'energia solare incidente sull'area totale dei moduli, in un determinato intervallo di tempo. Energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico L'energia elettrica (espressa in kwh) misurata all'uscita dal gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata, resa disponibile alle utenze elettriche e/o immessa nella rete del distributore. Gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata (o Inverter) Apparecchiatura, tipicamente statica, impiegata per la conversione in corrente alternata della corrente continua prodotta dal generatore fotovoltaico. Impianto (o Sistema) fotovoltaico Impianto di produzione di energia elettrica, mediante l'effetto fotovoltaico; esso è composto dall'insieme di moduli fotovoltaici (Campo fotovoltaico) e dagli altri componenti (BOS), tali da consentire di produrre energia elettrica e fornirla alle utenze elettriche e/o di immetterla nella rete del distributore. 44

197 Impianto (o Sistema) fotovoltaico collegato alla rete del distributore Impianto fotovoltaico in grado di funzionare (ossia di fornire energia elettrica) quando è collegato alla rete del distributore. Inseguitore della massima potenza (MPPT) Dispositivo di comando dell'inverter tale da far operare il generatore fotovoltaico nel punto di massima potenza. Esso può essere realizzato anche con un convertitore statico separato dall'inverter, specie negli impianti non collegati ad un sistema in c.a. Energia radiante Energia emessa, trasportata o ricevuta in forma di onde elettromagnetiche. Irradiazione Rapporto tra l'energia radiante che incide su una superficie e l'area della medesima superficie. Irraggiamento solare Intensità della radiazione elettromagnetica solare incidente su una superficie di area unitaria. Tale intensità è pari all'integrale della potenza associata a ciascun valore di frequenza dello spettro solare (CEI EN ). Modulo fotovoltaico Il più piccolo insieme di celle fotovoltaiche interconnesse e protette dall'ambiente circostante (CEI EN ). Modulo fotovoltaico in c.a. Modulo fotovoltaico con inverter integrato; la sua uscita è solo in corrente alternata: non è possibile l'accesso alla parte in continua (IEC ). Pannello fotovoltaico Gruppo di moduli fissati insieme, preassemblati e cablati, destinati a fungere da unit installabili (CEI EN 61277). Perdite per mismatch (o per disaccoppiamento) Differenza fra la potenza totale dei dispositivi fotovoltaici connessi in serie o in parallelo e la somma delle potenze di ciascun dispositivo, misurate separatamente nelle stesse condizioni. Deriva dalla differenza fra le caratteristiche tensione corrente dei singoli dispositivi e viene misurata in W o in percentuale rispetto alla somma delle potenze (da IEC/TS 61836). Potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un generatore fotovoltaico Potenza elettrica (espressa in Wp), determinata dalla somma delle singole potenze nominali (o massime o di picco o di targa) di ciascun modulo costituente il generatore fotovoltaico, misurate in Condizioni di Prova Standard (STC). Potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un impianto fotovoltaico Per prassi consolidata, coincide con la potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) del suo generatore fotovoltaico. Potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un modulo fotovoltaico Potenza elettrica (espressa in Wp) del modulo, misurata in Condizioni di Prova Standard (STC). Potenza effettiva di un generatore fotovoltaico Potenza di picco del generatore fotovoltaico (espressa in Wp), misurata ai morsetti in corrente continua dello stesso e riportata alle Condizioni di Prova Standard (STC) secondo definite procedure (CEI EN 61829). Potenza prodotta da un impianto fotovoltaico Potenza di un impianto fotovoltaico (espressa in kw) misurata all'uscita dal gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata, resa disponibile alle utenze elettriche e/o immessa nella rete del distributore. Radiazione solare Integrale dell'irraggiamento solare (espresso in kwh/m2), su un periodo di tempo specificato (CEI EN ). Sezioni "...l'impianto fotovoltaico può essere composto anche da sezioni di impianto a condizione che: 45

198 a) all'impianto corrisponda un solo soggetto responsabile; b) ciascuna sezione dell'impianto sia dotata di autonoma apparecchiatura per la misura dell'energia elettrica; c) il soggetto responsabile consenta al soggetto attuatore l'acquisizione per via telematica delle misure rilevate dalle apparecchiature per la misura di cui alla precedente lettera b), qualora necessaria per gli adempimenti di propria competenza. Tale acquisizione può avvenire anche per il tramite dei gestori di rete sulla base delle disposizioni di cui all'articolo 6, comma 6.1, lettera b), della deliberazione n. 88/07; d) a ciascuna sezione corrisponda una sola tipologia di integrazione architettonica di cui all'articolo 2, comma 1, lettere da b1) a b3) del decreto ministeriale 19 febbraio 2007, ovvero corrisponda la tipologia di intervento di cui all'articolo 6, comma 4, lettera c), del medesimo decreto ministeriale; e) la data di entrata in esercizio di ciascuna sezione sia univocamente definibile..." (ARG-elt 161/08). Soggetto responsabile Il soggetto responsabile è la persona fisica o giuridica responsabile della realizzazione e dell'esercizio dell'impianto fotovoltaico. Sottosistema fotovoltaico Parte del sistema o impianto fotovoltaico; esso è costituito da un gruppo di conversione c.c./c.a. e da tutte le stringhe fotovoltaiche che fanno capo ad esso. Stringa fotovoltaica Insieme di moduli fotovoltaici collegati elettricamente in serie per ottenere la tensione d'uscita desiderata. Temperatura nominale di lavoro di una cella fotovoltaica (NOCT) Temperatura media di equilibrio di una cella solare all'interno di un modulo posto in particolari condizioni ambientali (irraggiamento: 800 W/m2, temperatura ambiente: 20 C, velocità del vento: 1 m/s), elettricamente a ci rcuito aperto ed installato su un telaio in modo tale che a mezzogiorno solare i raggi incidano normalmente sulla sua superficie esposta (CEI EN ). Articolo 2, comma 2 (D. Lgs. N del )79 Autoproduttore è la persona fisica o giuridica che produce energia elettrica e la utilizza in misura non inferiore al 70% annuo per uso proprio ovvero per uso delle società controllate, della società controllante e delle società controllate dalla medesima controllante, nonché per uso dei soci delle società cooperative di produzione e distribuzione dell'energia elettrica di cui all'articolo 4, numero 8, della legge 6 dicembre 1962, n. 1643, degli appartenenti ai consorzi o società consortili costituiti per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili e per gli usi di fornitura autorizzati nei siti industriali anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto. Art. 9, comma 1 (D. Lgs. N del ) L'attivit à di distribuzione79 Le imprese distributrici hanno l'obbligo di connettere alle proprie reti tutti i soggetti che ne facciano richiesta, senza compromettere la continuità del servizio e purchè siano rispettate le regole tecniche nonchè le deliberazioni emanate dall'autorità per l'energia elettrica e il gas in materia di tariffe, contributi ed oneri. Le imprese distributrici operanti alla data di entrata in vigore del presente decreto, ivi comprese, per la quota diversa dai propri soci, le società cooperative di produzione e distribuzione di cui all'articolo 4, numero 8, della legge 6 dicembre 1962, n. 1643, continuano a svolgere il servizio di distribuzione sulla base di concessioni rilasciate entro il 31 marzo 2001 dal Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato e aventi scadenza il 31 dicembre Con gli stessi provvedimenti sono individuati i responsabili della gestione, della manutenzione e, se necessario, dello sviluppo delle reti di distribuzione e dei relativi dispositivi di interconnessione, che devono mantenere il segreto sulle informazioni commerciali riservate; le concessioni prevedono, tra l'altro, misure di incremento dell'efficienza energetica degli usi finali di energia secondo obiettivi quantitativi determinati con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato di concerto con il Ministro dell'ambiente entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Definizione di Edificio: ".un sistema costituito dalle strutture edilizie esterne che delimitano uno spazio di volume definito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume e da tutti gli impianti e dispositivi tecnologici che si trovano stabilmente al suo interno; la superficie esterna che delimita un edificio può confinare con tutti o alcuni di questi 46

199 elementi: l'ambiente esterno, il terreno, altri edifici; il termine può riferirsi a un intero edificio ovvero a parti di edificio progettate o ristrutturate per essere utilizzate come unità immobiliari a se stanti". (D. Lgs. n. 192 del 19 agosto 2005, articolo 2). 47

200 Quadro di riferimento ambientale ANALISI DELLA COMPONENTE SUOLO, SOTTOSUOLO E ACQUE SOTTERRANEE L area della discarica di Piangipane è ubicata nel comune di Ravenna, a circa 4,8 Km a Est del centro abitato di Ravenna e a circa 5.2 Km a SSE della frazione di Mezzano. 1 Inquadramento IGM 223SW Per quanto riguarda l idrografia superficiale, sono presenti presso l area fossi di scolo minori e lo scolo Canale a Nord. Il Fiume più vicino è il Lamone che scorre alla distanza di 6 km a Ovest. Sulla base del Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, l area di impianto si trova in una zona a moderata probabilità di esondazione, in Figura 2: Estratto Piano Stralcio Rischio Idrogeologico 48

201 particolare Aree di potenziale allagamento, trovandosi tra il fiume Montone e il fiume Lamone. Caratteristiche geomorfologiche, geologiche e idrogeologiche Il sito di progetto ricade all interno di un area perfettamente pianeggiante a quote comprese tra m circa sul livello del mare. Esso è caratterizzato da un punto di vista geologico da depositi alluvionali di pianura di natura limosoargillosa, riconducibili all Unità di Modena. Dal punto di vista pedologico, il sito ricade all interno delle delineazioni dei suoli La Boaria, di natura argilloso limosa. Sulla base di prove penetrometriche condotte presso l area e pubblicate dalla regione Emilia Romagna, la falda è stata rilevata a quote indicativamente di 2 m dal piano campagna. Modalità costruttive del capping Il capping della discarica di Piangipane, secondo gli elaborati del progetto, è composto da circa 2 m di terreno e/o materiale di riporto a partire dalla superficie regolarizzata dei rifiuti inerti. Interferenze con il sistema geologico e idrogeologico locale Il progetto è stato modificato per ridurre la struttura fondale dei pannelli al fine di limitarne l impatto. 49

202 Infatti i pannelli saranno sostenuti di 3 piedi posti su tre fondazioni a plinto di dimensione 3 x 0,8 metri (si vedano sezioni allegate) appoggiate al terreno. Il peso dell intera vela è di 20 kg e quindi il carico unitario sul terreno trasmesso da ogni plinto è: 20/(80x300x3) = 0,00027 kg/cm 2. I plinti saranno posti sul terreno opportunamente preparato mediante pochi cm di scotico e rullatura per il livellamento e per il mantenimento del deflusso delle acque superficiali. Lo scotico sarà limitato ai pochi cm di profondità del terreno interessato dall apparato radicale della vegetazione esistente. MODELLO GEOTECNICO Considerando le modalità d intervento sopra esposte, il modello geotecnico realizzato nella precedente relazione, può essere aggiornato considerando anche il fenomeno dei cedimenti. La stratigrafia schematica della discarica è la seguente: Non essendo possibile condurre indagini geognostiche all interno di un corpo di discarica, si confermano i valori geotecnici prodotti nella precedente relazione: Livello Descrizione γ ϕ cu E m t/m 3 Kg/cm 2 Kg/cm Terreno Inerti Limi e argille Data l esiguo carico unitario sul terreno e i valori geotecnici sopra riportati l intervento con le fondazioni sopra descritte è possibile senza creare elementi di instabilità. Per quanto concerne la tematica dei cedimenti, si consideri che la cava è terminata da circa 10 anni e quindi i terreni limosi e argillosi sottostanti hanno avuto tutto il tempo di assorbire gli eventuali cedimenti indotti dal carico degli inerti riportati. 50

203 325 Casadio & Co geologia acustica ambiente Il carico aggiunto dal peso dei pannelli è così ridotto per cui si prevedono cedimenti irrilevanti. PIAN GIPAN E SIMULAZIONE FUTURA ACCESSO ENEL ALLE CABI NE URBA NI ZZAZI ONE E RELATI VE FASCE DI RIS PETTO A LLEGATO 2B3 SCHEDA POC NUOVA SIEPE MI TI GA NTE A CCE SSO SECONDARI O PALO FINE LI NEA DIREZIONI DI SCOLO DELLE ACQUE METEORICHE S.S. SAN VITALE DISTANZA DELL' AREA OCCUPATA DAI PANNELLI FOTOVOLTAICI DAL LIMITE D' INTE RVE NTO FILARE DI ALBE RI ES IS TE NTE CAB INA ENE L CA BI NA UTENTE SOLHA R PI ANGI PANE FILARE DI ALBERI ESI STENTE NUOVA SIEPE MITI GANTE NUOVA SIEPE MI TI GA NTE FA SCI A DI RI SPE TTO PA RI A 5 mt. DISTANZA DELL' AREA OCCUPATA DAI PA NNE LLI FOTOVOLTA ICI, ZNS HI NE MONOCRISTALLINO 260 Wp, DAL LIMITE DI I NTE RVE NTO 51

204 PARTICOLARE SEZIONI STRUTTURALI PANNELLI Scala 1:25 157,5 157,5 20, ,5 157,5 157,5 4,5 4,5 PA NNE LLO FOTOVOLTAICO ZNSHINE SOLAR ,5 ZX5M MONOCRI STA LLINO 260 Wp STRUTTURA di SOSTEGNO PANNELLI ,0 STRUTTURA DI SOSTEGNO IN C.A ,6 4 36, PARTICOLARE PROSPETTO VELA FOTOVOLTAICO Scala 1:25 80 STRUTTUR A DI SOSTEGNO IN C.A. ARGINE MITIGANTE ALTEZZA Mt. 2, AREA OCCUPATA DALLE PLATEE IN C.A. DELLE VELE FV: Mq.3.00 x Mq.0.80 = 2.40Mq./platea x n 3/vela x n 3 58 vele Fv. Tot. Mq occupati dalle platee sulla discarica , 0 L impianto fotovoltaico viene completamente edificato entro il perimetro dell area di discarica. 52

205 L impianto fotovoltaico, inteso nella sua completezza (pannelli, strutture di sostegno, drenaggi, cabina elettrica e cavi di connessione) non apporta modificazioni al sistema geologico e idrogeologico della zona, poiché non ha alcuna interferenza diretta né indiretta con essi. Le interferenze dirette si possono avere solamente nei confronti del capping e degli inerti immediatamente al di sotto. Come specificatamente descritto nel Progetto dell Impianto fotovoltaico, le strutture che reggono i pannelli fotovoltaici sono dei piedi di dimensione 3 x 0.8, e di altezza 0.33 m, appoggiati sulla superficie del capping, dopo una leggera operazione di scotico. Il sistema dei pannelli fotovoltaici non è comunque un sistema rigido e pertanto è in grado di sopportare, senza alterazioni sostanziali, i cedimenti a cui il corpo rifiuti potrebbe ancora subire. ACQUE SUPERFICIALI Aspetti qualitativi dei corsi d acqua ARPA svolge periodicamente dei controlli presso alcuni punti significativi di tutta la reta fluviale della Regione Emilia Romagna e quindi anche della provincia di Ravenna. Ai sensi del Dlgs 152/99 quindi a ciascuna stazione indagata viene attribuita la classificazione ecologica (SECA) peggiore tra quelle indicate dai parametri macrodescrittori (LIM) e dall indice biotico I.B.E. Il sito più vicino all area di studio, su cui sono state svolte delle analisi, è il Fiume Lamone, nel punto del Ponte 100 m. I dati del 2008, i più recenti ritrovati indicano un valore di LIM pari a 285, indicativo di uno stato di qualità buono, gli indicatori IBE (5) e SECA mostrano invece condizioni scadenti. Sintesi degli impatti sui corsi d acqua In conclusione, va sottolineato che l impianto in esame non produrrà alcune alterazione a carico della rete idrica superficiale, né dal punto di vista idraulico, né tantomeno da quello della qualità delle acque. VEGETAZIONE E FLORA La vegetazione del territorio Lo studio del territorio è stato effettuato tramite una preliminare analisi aerofotogrammetria e da una successiva indagine in sito. L area in cui verrà operato l intervento si colloca all interno di un contesto che non vede la presenza di elementi floristici di interesse naturalistico. L area di discarica presenta una copertura a prato incolto, mentre nell intorno, in particolar modo a SW le attività di ripristino della passata attività di cava hanno realizzato rimboschimenti con essenze comuni e tipiche dell area: salici, aceri, olmi... 53

206 Potenziali Interferenze dell impianto sulla vegetazione L opera non sembra poter avere alcun impatto dell opera sulla vegetazione né sull aspetto complessivo del paesaggio. FAUNA Le forme di vita animale che popolano i territori analizzati sono di scarso rilievo naturalistico. L area di discarica non costituisce un habitat per le specie faunisitiche presenti nell area. Il sito non ricade all interno di aree SIC o ZPS, ma può essere considerato come area di corridoio tra aree suddette presenti nel territorio ravennate, soprattutto relativo all avifauna. A tal proposito è avviata una pratica di prevalutazione di incidenza, concomitante alla presente pratica di screening. Gli impatti potenziali sulla componente faunistica L analisi della componente ha cercato di individuare specifiche problematiche associate ad effetti di abbagliamento, senza peraltro trovare riscontro in letteratura o nella documentazione disponibile in rete e pressi i siti dedicati. 54

207 Le specie migratrici che attraversano il sito durante gli spostamenti pre riproduttivi o post riproduttivi potranno subire un incidenza negativa relativamente alla possibile confusione dei pannelli solari con gli specchi d acqua, anche se tale eventualità è scarsamente documentata e supportata da bibliografia scientifica (Royal Society for the Protection of Birds, March 2011 Solar Power ). Ulteriori impatti sono stati individuati nella riduzione di superficie quale sito di alimentazione per i granivori e indirettamente gli insettivori, che può essere individuata nella superficie interessata dalla disposizione dei pannelli fotovoltaici. Si conclude affermando che il progetto di realizzazione dell impianto fotovoltaico con potenza di 1MWp non rappresenta un fattore di rischio per la fauna locale. Si allega al presente studio a pre-valutazione di incidenza già effettuata in fase di screening. PAESAGGIO Introduzione Il concetto di paesaggio assume una pluralità di significati, non sempre di immediata identificazione, che fanno riferimento sia al quadro culturale e naturalistico, sia alla disciplina scientifica che ne fa uso. Il paesaggio infatti è costituito da forme concrete, oggetto della visione di chi ne è circondato, ma anche dalla componente riconducibile all immagine mentale, ovvero alla percezione umana. Anche a livello normativo, per molto tempo non è esistita, di fatto, alcuna definizione univoca, poiché sia le leggi n del 1939 (beni ambientali e le bellezze d insieme) e n del 1939 (beni culturali) sia la successiva legge n. 431 del1985 ( legge Galasso ) tendevano a ridurre il paesaggio ad una sommatoria di fattori antropici e geografici variamente distribuiti sul territorio. Solo di recente la Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000) e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. n. 42/2004) hanno definito in modo sufficientemente organico il concetto di paesaggio. L art. 1 della Convenzione Europea indica che paesaggio designa una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. Il codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ha fatto proprie le indicazioni della Convenzione Europea e all art. 131 afferma: - per paesaggio si intende una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni; - la tutela e la valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili. Da queste definizioni si desume che è di fondamentale importanza, per l analisi di un paesaggio, lo studio dell evoluzione dello stesso nel corso dei secoli, e identificazione delle parti omogenee, ovvero delle unità di paesaggio. Per procedere alla valutazione su base storica del paesaggio in un dato territorio è necessario compiere un analisi delle categorie principali di elementi che lo costituiscono: - la morfologia del suolo; - l assetto strutturale e infrastrutturale del territorio (presenza di case, strade, corsi d acqua, opere di 55

208 bonifica e altri manufatti); - le sistemazioni idrauliche agrarie, le dimensioni degli appezzamenti - le coltivazioni e la vegetazione. Quest ultime consentono di individuare anche le già accennate unità di paesaggio, ossia le porzioni omogenee in termini di visualità e percezione in un determinato territorio. Riguardo il valore del paesaggio, è necessario distinguere tra valore intrinseco, ossia percepito sulla base di sensibilità innate, e valore dato dalla nostra cultura. I caratteri del paesaggio sono l unicità, la rilevanza e l integrità, mentre le qualità possono variare da straordinarie, notevoli, interessanti fino a deboli o tipiche degli ambienti degradati. Frideldey (1995) ha cercato di riassumere quali sono i fattori che influenzano l apprezzamento del paesaggio; tra gli attributi del paesaggio che aumentano il gradimento, egli individua la complessità (da moderata ad elevata), le proprietà strutturali di tale complessità (che consentono di individuare un punto focale), la profondità di campo visivo (da media a elevata), la presenza di una superficie del suolo omogenea e regolare, la presenza di viste non lineari, l identificabilità e il senso di familiarità. La qualità del paesaggio della pianura romagnola è andata progressivamente peggiorando negli ultimi decenni sia dal punto di vista percettivo che da quello storico-culturale. La crescita insediativa nella regione negli anni 90 ha assunto ritmi mai registrati in precedenza specie per quanto riguarda la costruzione di fabbricati non residenziali. Vaste porzioni del territorio rurale sono state interessate visivamente dalla presenza di fabbricati (specie di tipo industriale e commerciale) che, per tipologia edilizia, sono fortemente incoerenti con il territorio rurale circostante e ne determinano un degrado profondo e stabile nel tempo. Va anche evidenziato che, al contrario di quanto avvenuto per il boom edilizio degli anni 70, in questo caso la crescita insediativa è avvenuta nell ambito di piani urbanistici adottati dai singoli Comuni e approvati dalla Regione. Il degrado paesaggistico delle zone rurali sperimentato negli anni 90 ha dimostrato chiaramente che la normativa urbanistica in vigore all epoca si è rivelata del tutto incapace di favorire un adeguato grado di tutela del paesaggio, con la sola esclusione di alcune aree di particolare importanza naturalistica, in cui sono stati realizzati parchi e riserve naturali, e, in quanto tali, espressamente tutelate a livello regionale tramite il PTRC. Non va inoltre trascurato che alcuni elementi positivi sono comunque emersi anche negli anni 90 e con il nuovo millennio sul fonte delle politiche agro-ambientali e paesaggistiche. Per la prima volta infatti la politica agricola comunitaria si è fatta carico di un consistente programma finanziario finalizzato alla riduzione dell impatto ambientale delle tecniche produttive agricole ed al miglioramento del paesaggio. Caratteristiche del territorio L'attuale assetto del territorio è il risultato di due principali processi: - una millenaria e diffusa antropizzazione, finalizzata al massimo beneficio agricolo, in condizioni pedologiche ed ambientali favorevoli; - l'espansione urbanistica e infrastrutturale, spesso incontrollata, che ha interessato il territorio della pianura padana negli ultimi 60 anni. 56

209 La foresta mesofila che originariamente occupava gran parte della pianura risultava quasi totalmente scomparsa già in epoca romana. Dopo una parziale espansione della copertura vegetale nell'alto medioevo, il territorio è stato quasi completamente dissodato per lasciar spazio alle attività agricole. Gli effetti di tali azioni comportarono dei cambiamenti non solo degli aspetti naturalistici, ma anche di carattere pedologico: la perdita di sostanza organica, la regimazione delle acque superficiali ecc. I sistemi meno alterati occupano le aree economicamente marginali e in prossimità di zone umide (valli, lagune, alvei e rive fluviali). L'intensità delle alterazioni dell'ambiente naturale è legata al grado di fertilità del terreno e alla loro appetibilità dal punto di vista economico: quanto più le condizioni pedo-climatiche e infrastrutturali sono vantaggiose tanto più l'attività antropica manifesta la sua influenza; al contrario nelle situazioni meno favorevoli (zone umide, colli, aste fluviali ecc.) le attività produttive si riducono o addirittura scompaiono. Le zone trascurate dallo sviluppo industriale e da quello agricolo hanno conservato le loro risorse naturali. Il loro carattere limitante sta nella loro marginalità e frammentarietà. Descrizione particolare dell area di indagine Come già detto, riguardo gli aspetti propriamente paesaggistici, l area è caratterizzata dalla presenza contigua di 4 ambienti: ossia l ambiente agricolo a seminativo, il rimboschimento, l attività di recupero inerti ed i bacini artificiali derivanti dall antica attività di cava. Dal punto di vista infrastrutturale, il sito è prossimo all A14 bis, diramazione per Ravenna ed è accessibile da Via Bartolotte, una via di importanza minore che collega la SP 253 San Vitale a Via Canala. Sono presenti nell area rare abitazioni sparse, alcune a carattere rurale, e il centro urbano più prossimo è Piangipane. Sono presenti inoltre alcune aree produttive di medio - piccole dimensioni immediatamente a sud-ovest del sito di intervento. Sulla base della classificazione delle Unità di Paesaggio inserite nel PTCP, l area di Piangipane ricade all interno dell unità 10 Terre Vecchie, chiamate così perché i terreni compresi all interno dei questa U. di P. sono terreni alti (10-20 metri) rispetto alla quota del livello del mare, perché furono i primi, in tempi remoti, ad essere stati interessati da fenomeni alluvionali in contrapposizione alle terre basse della parte orientale della Provincia, emerse dopo ingenti opere di bonifica. Presso il sito di studio non si rilevano elementi di particolare interesse storico archeologico o paesaggistico ambientale. Nella figura qui di seguito (Fonte Regione Emilia Romagna) esposta sono rappresentati ed evidenziati gli usi del suolo presso il sito di studio aggiornata al 2008, dove l area è erroneamente inquadrata come estrattiva: 57

210 Di seguito si riportano inoltre alcune riprese fotografiche dei luoghi. 58

211 Nelle foto prese presso l area e la foto aerea si ritrovano le constatazioni fatte in precedenza: il paesaggio dominante è quello agricolo dei campi aperti, coltivati principalmente a seminativo. Si ritrovano poi gli alberi realizzati durante la fase di rimboschimento ed i capannoni destinati alle attività produttive. Impatto paesaggistico dell opera Il progetto consiste nella realizzazione di un parco fotovoltaico di tipo non integrato (dunque al livello del suolo, non potendo usufruire di strutture edilizie esistenti), costituito da serie di stringhe di pannelli fotovoltaici di dimensioni contenute che occupano, assieme ai relativi manufatti ed impianti, circa 3 ettari di un area agricola precedentemente adibita a discarica che necessita di riqualificazione ambientale e funzionale. È necessario evidenziare il fatto che l area in esame non presenta particolari valori paesaggistici; non si riscontrano infatti particolari qualità uniche, rilevanti e/o riconducibili ad alto grado di integrità del territorio. La complessità delle forme è medio-bassa, come pure la profondità di campo visivo e la presenza di viste non lineari, tutti fattori di apprezzamento paesaggistico. 59

212 Al di la di ciò, è indubbio il fatto che il progetto vada a modificare l uso dei luoghi, introducendo elementi comunque estranei al paesaggio tipicamente agricolo del territorio ravennate, per cui si riscontra la presenza di impatti di tipo paesaggistico dei quali è necessaria una definizione e descrizione. Per far ciò, nel seguito della trattazione si fa riferimento alle fasi di realizzazione ed esercizio dell opera. Fase di realizzazione Gli impatti riconducibili alla fase di costruzione dell opera sono particolarmente contenuti nel caso in esame. Per la realizzazione dell opera è necessario prevedere un area di cantiere di circa 300 mq, ubicata presso l area per servizi collegati alla discarica, all interno della quale possano essere alloggiati le infrastrutture temporanee per le maestranze a per il magazzino delle apparecchiature da installare in campo. L area sarà recintata e saranno create apposite piste in terra battuta per i mezzi di cantiere. Non sono previste comunque particolari movimentazioni/passaggi di mezzi tali da alterare significativamente le condizioni locali di traffico e dunque la fruizione dei luoghi. Il progetto non comporta sgombro di terreni e/o sbancamenti. I lavori si riducono ad un modesto scavo del terreno fino a cm di profondità solo per l interramento di tubazioni portacavo ad una profondità limitata a circa 30 cm dalla superficie unicamente nel tratto di collegamento dai quadri di campo alla cabina di conversione e controllo. Tale operazioni, in sostanza, non andranno ad alterare la morfologia dei luoghi, già di per sè comunque compromessa dalla presenza della precedente discarica. Si adotteranno in ogni caso in questa fase tutti gli accorgimenti per minimizzare gli impatti sul paesaggio, ad esempio si provvederà al mascheramento delle aree di cantiere, alla localizzazione ottimale di tali aree, in modo da ottimizzare i tempi di esecuzione dell opera e contemporaneamente ridurre al minimo indispensabile l occupazione del suolo. La durata del cantiere è prevista in circa 6 settimane. I potenziali effetti della fase di cantiere sono dunque di carattere temporaneo e reversibile, dato che lo stato dei luoghi e dei terreni sarà riportato alle condizioni originarie alla fine del lavori. Fase di esercizio In riferimento al rapporto opera - paesaggio, per quanto detto in precedenza riguardo la natura del progetto in relazione alla vocazione ed alle caratteristiche dei luoghi, si ritiene di poter affermare, con ragionevole certezza, quanto segue. La nuova opera prevede la riqualificazione di un area di discarica, modificando dunque sia pur con connotazione positiva l uso attuale dei luoghi; tale modifica non si pone però come elemento di sostituzione del paesaggio o come elemento forte, di dominanza. L obiettivo è infatti quello di realizzare un rapporto opera paesaggio di tipo integrativo. In altre parole, la finalità è quella di inserire l opera in modo discreto e coerente nel paesaggio agricolo periurbano ravennate. Le forme tipiche degli ambienti in cui si inserisce il progetto, rimarranno sostanzialmente le stesse. In termini di impatto visivo e percettivo, è necessario evidenziare innanzitutto che l altezza dei pannelli fotovoltaici, orientati verso sud ed inclinati di 30 rispetto il livello del suolo, è di 4,5 m circa da terra. I moduli inoltre sono opachi, non riflettono dunque la luce e sono ben mimetizzati nel terreno circostante. 60

213 Gli elementi maggiormente visibili ed estranei al paesaggio circostante sono costituiti dalle componenti accessorie dell impianto (locali tecnici della cabina elettrica, recinzioni, sistemi di illuminazione). In ogni caso, l inserimento delle nuove strutture sarà attenuato dalla presenza dei manufatti relativi alla discarica e l attività di recupero inerti già esistenti. In termini puramente percettivo-identitari, un elemento positivo non trascurabile è dato dal valore aggiunto ambientale ed etico che la nuova proposta impiantistica può apportare con la propria presenza sul territorio. L osservatore infatti potrà percepire in modo positivo la finalità di riqualificazione di un area degradata e l utilizzo della stessa per scopi maggiormente virtuosi ed in linea con gli obiettivi nazionali di potenziamento della produzione energetica mediante FER. Il progetto stesso potrà contribuire, sia pur entro i propri limiti dimensionali, a diffondere i valori del buon progettare e a porsi come esempio virtuoso di riqualificazione ambientale. L inserimento di un parco fotovoltaico in un area periurbana ancora oggi è percepito come elemento sostanzialmente estraneo al paesaggio agricolo, ma nell immediato futuro, grazie anche al contributo di opere come quella in esame, potrà assumere connotazioni identitarie dei luoghi, avvalorate dalla possibilità/opportunità di recuperare in modo funzionale aree degradate. Considerando infine anche la medio-bassa naturalità dei luoghi, la scarsa rilevanza ed integrità degli stessi in termini paesaggistici, il livello di impatto sul paesaggio non può ritenersi del tutto trascurabile, ma comunque è definibile con ragionevole certezza come contenuto, localizzato, mitigabile e totalmente reversibile, data la natura ed il tempo di vita dell opera (20-30 anni). Riguardo le mitigazioni, la presenza del rimboschimento già in essere costituisce una barriera visiva efficace al sito. Da progetto, infine, è prevista l installazione di una siepe mitigante, al fine di coprire parzialmente l impatto visivo dei pannelli. ATMOSFERA L analisi della componente, per il progetto allo studio, si limita alla definizione del livello qualitativo ante operam, anche se la realizzazione dell impianto fotovoltaico non è destinata a produrre modifiche (se non in modo molto contenuto in fase di cantiere, come si dirà nel seguito) ai livelli attualmente osservabili. Non 61

214 vengono invece presi in considerazione gli aspetti meteoclimatici in quanto non influenti per l opera in progetto. Nel seguito vengono stimati gli effetti derivanti dalla realizzazione dell opera, sia in fase di cantiere che di esercizio, proponendo una valutazione data la tipologia progettuale delle ricadute a livello locale e globale. Stato attuale La Rete Regionale di monitoraggio della Qualità dell Aria (RRQA) è presente sul territorio della Provincia di Ravenna con diverse stazioni di misura, quella più vicina al sito è relativo alla stazione di Zalamella, in contesto di traffico urbano, non propriamente rappresentativo della situazione presente presso il sito. Il territorio urbano di Piangipane ricade all interno dell Agglomerato R9 di Ravenna. Riassumendo quanto esposto sul Rapporto sulla qualità dell aria per la Provincia di Ravenna dell anno 2010 (attualmente il più recente), redatto a cura del Servizio Sistemi Ambientali Area Valutazione e Monitoraggio Aria, Rumore, CEM dell Arpa di Ravenna, i valori del Biossido di Azoto e Ossidi di Azoto, Monossidi di Carbonio e IPA rimangono entro i limiti normativi. Per quanto riguarda le PM 10, nel 2010 il numero di superamenti medio giornaliero di 50 µg/m3 (35 volte all anno) è stato superato. Effetti dell opera In fase di cantiere si potrà verificare un leggero peggioramento della qualità dell aria a livello strettamente locale (area prospiciente il sito di realizzazione delle opere), dovuto ad un aumento nel livello delle polveri causato dalla movimentazione del terreno durante le operazioni di scavo necessarie per la posa dei cavi. L attività è limitata nel tempo oltre che circoscritta spazialmente, per cui il disturbo effettivo dovrebbe essere sostanzialmente contenuto. Irrilevante appare invece il contributo dovuto al movimento dei mezzi meccanici, per il trasporto di mezzi e persone e per l operatività del cantiere: la durata complessiva della fase di costruzione è stimata in sei settimane e il progetto richiede uno sforzo minimo relativamente alle lavorazioni. Anche il movimento delle maestranze da e per il cantiere non è in grado di determinare un aggravio al traffico locale, se non del tutto temporaneo e ridotto. In fase di esercizio l impianto non dà luogo ad alcun tipo di interferenza sulla qualità dell aria. Si registra, invece, un effetto positivo consentito dal progetto. L impianto fotovoltaico consente la riduzione di emissioni in atmosfera delle sostanze che hanno effetto inquinante e che contribuiscono all effetto serra. Emissioni evitate in atmosfera Emissioni evitate in atmosfera di CO 2 SO 2 NO X Polveri Emissioni specifiche in atmosfera [g/kwh] Emissioni evitate in un anno [kg] Emissioni evitate in 20 anni [kg] Fonte dati: Rapporto ambientale ENEL 2008 Studio sul traffico Descrizione della rete viaria 62

215 L area in oggetto è collocata in Via Bartolotte, a Ravenna, ed è raggiungibile teoricamente percorrendo la SP253 oppure la Via Canala, essendo la Via Bartolotte una congiungente le due strade. Si veda l immagine seguente per un migliore dettaglio: La Via Bartolotte è una strada che, se percorsa dalla SP253 è interrotta all altezza del cavalcavia sull autostrada; dunque l unico modo per accedere all area è passare dalla Via Canala. Lo svincolo che regola l accesso alla Via Bartolotte dalla Via Canala è un incrocio a raso, come da immagine seguente: 63

216 e la Via Bartolotte da questo lato si presenta come una strada inizialmente asfaltata poi sterrata. Situazione attuale e di progetto La situazione attuale si presenta già caratterizzata da un discreto livello di traffico dovuto alla presenza di un impianto di lavorazione inerti proprio in area retrostante all area di studio. Nonostante l area si collocata in aperta campagna, la Via Bartolotte presenta già allo stato attuale un movimento veicolare, ascrivibile per la maggior parte a traffico di veicoli pesanti, non irrilevante. Il flusso su questa via si può riassumere come il passaggio di mediamente 15 mezzi all ora, che porta a determinare circa 120 mezzi al giorno. Ora, questa valutazione è basata sull osservazione diretta della durata di un ora nella mattinata di una giornata lavorativa. Occorre tener presente, tuttavia, che il flusso è sempre variabile dunque supporre 10 mezzi all ora come ordine di grandezza può portare a sopravalutare il problema. Si ritiene dunque che una descrizione veritiera e significativa di questa casistica sia quella di assegnare un numero di veicoli pesanti variabile tra 80 mezzi al giorno (mediamente). Per quanto riguarda la situazione di progetto, l istallazione dei pannelli comporta l utilizzo di mezzi pesanti per il trasporto degli stessi e dei mezzi utilizzati dai dipendenti atti all installazione. Tuttavia si ritiene che l apporto più significativo alla congestione del traffico sia rappresentato dal flusso di mezzi pesanti. Come da quanto riportato nell inquadramento progettuale dello screening, si stima un numero pari a 20 camion al giorno utilizzati per le fasi di posizionamento dei vari componenti, e la durata del cantiere è stimata in 6 settimane. Rispetto agli attuali 80 veicoli pesanti che percorrono la strada, dunque, si avrebbe un aumento del 25% del traffico di mezzi pesanti sulla Via Bartolotte. La Via Bartolotte, tuttavia, è una strada chiusa (poiché il 64

217 cavalcavia sull autostrada è attualmente interdetto al traffico) ed è una strada a servizio esclusivamente delle attività ivi presenti, il che non conduce a situazioni di congestione per il traffico locale. Per quanto riguarda la situazione in Via Canala, si consideri che i camion che percorrono la Via Bartolotte saranno gli stessi ad immettersi in Via Canala. Via Canala conta un passaggio attualmente di 5 mezzi pesanti all ora da sommarsi ad un flusso di circa 115 auto/ora. L incremento di 20 camion/ora si ritiene non essere determinante sulla situazione attuale di traffico di Via Canala. Inoltre lo svincolo che rappresenta l immissione di Via Bartolotte su Via Canala risulta essere adeguatamente dimensionato per la situazione attuale e anche per la situazione di cantiere futura, vista la dimensione della carreggiata e dell incrocio. Fondamentale alla valutazione del presente studio è la considerazione della limitata durata nel tempo del cantiere (6 settimane). Conclusioni Si consideri che l area oggetto di installazione dei pannelli è collocata in fondo alla Via Bartolotte (si intende in fondo perché attualmente il cavalcavia sull autostrada è chiuso al traffico), dunque non vi è un flusso di traffico bidirezionale che si avrebbe se la via fosse aperta al traffico. Questo fatto, unito all assenza di abitazioni (e quindi di automobili legate alle residenze) fa in modo che l introduzione dei mezzi pesanti dovuti al cantiere non incida sul normale flusso di traffico, arrecando congestioni veicolari o intoppi. In considerazione di quanto appena detto e del fatto che la strada è percorsa già da mezzi pesanti e che al momento questo flusso non crea situazioni di disagio vista l adeguatezza della Via Bartolotte e dell immissione della stessa in Via Canala, si può concludere che l incremento momentaneo del traffico vista la durata molto limitata nel tempo (6 settimane) sia un fenomeno fisiologico di qualsiasi attività di cantiere. RUMORE Le caratteristiche dell intervento in oggetto (installazione di stringhe di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia da fonte solare), e la sua localizzazione (sul capping di una discarica chiusa e collaudata, in fase di gestione post-mortem), portano ad alcune considerazioni che coinvolgono la componente rumore. La prima consiste nell attuale presenza di attività significative dal punto di vista acustico, che consistono sostanzialmente nello sfalcio del cotico erboso della discarica e soprattutto nell attività di recupero inerti con l impiego del frantoio ed il passaggio degli automezzi in primis. La fase di cantiere sarà ridotta nel tempo e comporterà pochi viaggi per il trasporto dei pannelli e delle strutture; più avanti, per completezza, si riporta comunque una valutazione di impatto acustico relativa alla fase di cantiere. In sintesi, le attività legate alla realizzazione dell impianto e al suo esercizio comporteranno ridottissime emissioni acustiche. Per questi motivi l analisi della componente rumore verrà svolta sulla base delle indicazioni contenute nel Piano di classificazione acustiche del Comune di Ravenna, ritenendo più che sufficienti i rilievi realizzati allo scopo. 65

218 Classificazione acustica dell area in esame e limiti di riferimento I limiti di rumorosità previsti dalla normativa e individuati dalla zonizzazione acustica si possono distinguere in: limiti assoluti di emissione, che rappresenta il valore massimo di rumore che può essere emesso da una specifica sorgente sonora presente in un determinato luogo, in facciata agli edifici o in prossimità di spazi occupati da persone o comunità; limiti assoluti di immissione, che rappresenta il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore presente in un determinato luogo, in facciata agli edifici o in prossimità di spazi occupati da persone o comunità. Valori limite di emissione Valori limite di immissione Sulla base della classificazione acustica del Comune di Ravenna, l area di studio ricade in classe IV, Aree di intensa attività umana. Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da inteso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole industrie. 66

219 Per le aree in classe IV i limiti diurni sono pari a 60 db(a) in emissione e 65 db(a) in immission ed i limiti notturni sono pari a 50 db(a) e 55 db(a). Caratterizzazione acustica nella fase di cantierizzazione Obiettivo dei successivi paragrafi è quello di prescrivere le adeguate misure che l impresa esecutrice dovrà attuare per potere recare il minor disturbo possibile ai ricettori più prossimi all area di cantiere e lungo la viabilità locale. Gli interventi di mitigazione Gli interventi di mitigazione possono essere suddivisi in: PRELIMINARI Sono preliminari tutti gli interventi di dislocazione, organizzazione e pianificazione del cantiere che per la loro stessa natura contribuiscono a tenere minimi i livelli di emissione di rumore. ATTIVI Tutte le procedure operative che comportano una riduzione delle emissioni rispetto ai valori standard che si avrebbero in condizioni normali. PASSIVI Non essendo ulteriormente riducibile l emissione di rumore si interviene sulla propagazione nell ambiente esterno con lo scopo di ridurre l immissione sui ricettori sensibili. In termini generali è certamente più corretto ridurre l emissione di rumore alla fonte piuttosto che cercare di limitare i danni. Di seguito si indicano gli interventi di mitigazione preliminare, che l impresa esecutrice dovrà attuare in accordo con il Direttore dei Lavori nella scelta delle macchine di cantiere e della dislocazione dei vari apprestamenti di cantiere: - Selezione di macchine conformi alle norme - Impiego di macchine per il movimento terra gommate anziché cingolate - Installazione di silenziatori e marmitte catalitiche sulle macchine eventualmente sprovviste - Dislocazione di impianti fissi (con limitata produzione di rumore) in posizione schermante rispetto alle sorgenti interne - Orientamento adeguato di impianti con emissione di rumore a forte direttività - Dislocazione degli impianti rumorosi alla massima distanza possibile dai ricettori - Utilizzo di macchine di recente costruzione (gruppi elettrogeni, compressori, martelli demolitori, ) - Continua manutenzione dei mezzi e delle attrezzature (Lubrificazione, sostituzione pezzi usurati o inefficienti, controllo e serraggio giunzioni, bilanciatura, verifica allineamenti, verifica tenuta pannelli di chiusura ) - Manutenzione della viabilità interna. Per quel che riguarda gli interventi di mitigazione attiva si impone che: - nel tratto di viabilità utilizzata per il trasporto dei materiali, si dispone che ciascun camion venga caricato non oltre il 70% della portata ammissibile con obbligo di velocità massima inferiore a 40 Km/h. - vi sia l esclusione di tutte le operazioni rumorose non strettamente necessarie all'attività di cantiere e che la conduzione di quelle necessarie avvenga con tutte le cautele atte a ridurre al minimo l'impatto acustico (es. divieto d uso contemporaneo di macchinari particolarmente rumorosi); 67

220 - i motori a combustione interna siano tenuti ad un regime di giri non troppo elevato e neppure troppo basso; - vengano fissati adeguatamente gli elementi di carrozzeria, i carter, ecc. in modo che non emettano vibrazioni; - vengano evitati i rumori inutili che possono aggiungersi a quelli dell attrezzo di lavoro che non sono di fatto riducibili; - vengano tenuti chiusi gli sportelli, le bocchette, le ispezioni, ecc. delle macchine silenziate; - venga segnalata a chi di dovere l eventuale diminuzione dell efficacia dei dispositivi silenziatori; - le apparecchiature che difficilmente possono essere adeguatamente silenziate, quali i piccoli compressori o simili, quando devono essere usate in luoghi chiusi, vengano ubicate, per quanto possibile, in locali attigui a quelli in cui si svolgono le lavorazioni; - non vengano tenuti in funzione gli apparecchi e le macchine, esclusi casi particolari, durante le soste delle lavorazioni. Sorgenti di rumore presenti nell area di cantiere Nell ipotesi che l impresa esecutrice predisponga tutti gli interventi appena descritti si stima di seguito il rumore prodotto dall intervento in fase di cantierizzazione. Le attività presenti all interno del cantiere potenzialmente critiche sono: - passaggio automezzi per il trasporto del materiale e degli elementi utili alla realizzazione del campo - impiego mezzi per il posizionamento delle varie strutture (cabine prefabbricate, zavorre...) Sintesi degli impatti in fase di esercizio Con la realizzazione dell impianto fotovoltaico la produzione di energia elettrica sfruttando i raggi solari non genererà alcun tipo di rumore, per cui non sono previste mitigazioni specifiche. Sulla base delle precedenti indicazioni è stata realizzata una valutazione previsionale di impatto acustico più specifica, con apposite mappe isofoniche, che si riporta qui di seguito. Specifica valutazione previsionale di impatto acustico della fase di cantiere La valutazione dell impatto acustico verrà eseguita considerando che il cantiere durerà 6 settimane e che vi sarà una percorrenza massima al giorno di 20 camion. L attività si svolgerà esclusivamente in intervallo diurno. Poiché nell intorno di 400 m non ci sono recettori, le valutazioni saranno svolte unicamente circa il contributo alle immissioni acustiche generate dal traffico indotto. Foto satellitare con individuazione dei ricettori presenti nell area Il clima dell area è controllato principalmente dal traffico veicolare sull autostrada per Ravenna e dal traffico sulla Via Canala. La Via Bartolotte è dotata di traffico modesto in quanto strada interrotta a Sud in prossimità del ponte. L unico recettore è ubicato in corrispondenza dell incrocio tra Via Bartolotte e Via Canala. 68

221 Recettore Rottamaio Impianto frantumazione Futuro cantiere Strada chiusa Stato attuale Allo stato attuale si stima, mediante un rilievo a campione dei passaggi lungo Via Bartolotte, la presenza di circa 15 camion all ora dalle 7 alle 18 diretti alla discarica e all autodemolizione. In termini di passaggi si tratta di 30 passaggi/ora dalle 7 alle 18, e di circa 21 passaggi ora in intervallo diurno (6-22). I passaggi sulla Via Canala sono invece dell ordine di circa 120 auto/ora. 69

222 Stato futuro Considerando che l attività di cantiere necessiterà di un massimo di 20 camion (ovvero 40 passaggi per andata/ritorno) al giorno, si produrrà nell intervallo diurno (16 ore) un incremento di passaggi pari a 2,5 camion/ora su Via Bartolotte e Via Canala. Questo incremento produrrà emissioni acustiche modeste in quanto: - Nell area è presente un solo recettore. - Il recettore è posto in prossimità dell incrocio. Non si produrranno emissioni per rotolamento degli pneumatici dovuto alla velocità dei mezzi. - Il traffico attuale su Via Canala è prevalente e controlla il clima acustico intorno al recettore. L incremento del traffico non modificherà il clima attuale intorno al recettore. - L incremento del traffico è modesto. Quantificazione del possibile incremento delle immissioni acustiche mediante formule previsionali Incremento immissioni acustiche lato recettore fronte Via Canala Distanza r da Via Canala = 40 m Portata attuale strada = 115 auto/ora, 5 camion/ora Portata futura = 115 auto/ora, 7,5 camion/ora Velocità mezzi = 70 Km/h Modello CETUR traffico urbano aperto Attuale Leq = log(Ql + EQp) + 20logV - 12log(d+lc/3) + 10log(Q/180) = 59,4 dba 70

223 Futuro Leq = log(Ql + EQp) + 20logV - 12log(d+lc/3) + 10log(Q/180) = 60 dba L incremento potrà essere dell ordine di 0,6 db. Incremento immissioni acustiche lato recettore fronte Via Bartolotte Distanza r da Via Bartolotte = 11 m Portata attuale strada = 21 camion/ora Portata futura = 23,5 camion/ora Velocità mezzi = 10 Km/h Modello CETUR traffico urbano aperto Attuale Leq = log(Ql + EQp) + 20logV - 12log(d+lc/3) + 10log(Q/180) = 49,3 dba Futuro Leq = log(Ql + EQp) + 20logV - 12log(d+lc/3) + 10log(Q/180) = 49,8 dba L incremento potrà essere dell ordine di 0,5 db. Conclusioni L analisi qualitativa e quantitativa delle immissioni acustiche che saranno prodotte dall attività di cantiere dimostra che l impatto acustico sarà modesto, dell ordine di 0,5 db e che pertanto non modificherà sostanzialmente il clima acustico attuale dell area. Si raccomanda di svolgere le attività esclusivamente entro l intervallo diurno (6:00 22:00). SALUTE PUBBLICA Nell area dell intervento le operazioni di deposito di rifiuti inerti sono terminate nel 2003, anno in cui è iniziata la fase di gestione post operativa. Dalle informazioni raccolte lo stato attuale del fattore salute pubblica non risulta negativamente connotato dalla presenza nel passato recente della discarica: il disturbo causato dalla sua presenza, di carattere reversibile, può essere giudicato ormai terminato, senza avere segnato il benessere delle popolazioni residenti. Attualmente, l area presenta una copertura erbacea continua. I campi elettromagnetici Quando si parla di inquinamento elettromagnetico e di campi elettromagnetici (CEM) ci si riferisce alle radiazioni non ionizzanti (NIR) con frequenza inferiore a quella della luce infrarossa. 71

224 Possiamo tentare una classificazione sommaria degli effetti dei campi elettromagnetici sugli individui umani, basata sulla distinzione tra effetti acuti e cronici. Effetti acuti: immediati ed oggettivi, accertabili sperimentalmente su volontari al di là di ogni possibile dubbio: - a bassa frequenza: imputabili alla corrente indotta; - ad alta frequenza: imputabili al riscaldamento dei tessuti. Effetti sanitari a lungo termine, in cui è difficile accertare il rapporto causa effetto (indagini con metodi epidemiologici): - con sintomi più o meno soggettivi (affaticamento, irritabilità, difficoltà di concentrazione, cefalee, insonnia, ecc.); - con sintomi oggettivi ed in genere gravissimi (tumori, malattie degenerative). Il quadro degli effetti biologici è completato dagli effetti su colture cellulari, tessuti ed organi escissi (effetti in vitro) e da quelli su animali da laboratorio sottoposti ad esposizione forzata e controllata (effetti in vivo). Effetti previsti e indicazioni per la mitigazione In fase di cantiere si rilevano i seguenti impatti: a causa della movimentazione del terreno per la posa dei pannelli e dei loro supporti sul terreno, sarà rilevabile un disturbo moderato a carico della componente a causa del locale peggioramento della qualità dell aria, dovuto all aumento delle polveri derivanti dalle suddette operazioni. Contemporaneamente, l installazione del cantiere provocherà un locale aumento del traffico nella zona, dovuto al movimento di uomini (il cantiere richiederà un numero compreso tra 10 e 50 unità di personale per la sua conduzione) e materiale da e verso l area di cantiere. Considerando le dimensioni dell area di cantiere e la limitata entità dell intervento, il disturbo è da ritenersi di lieve entità, oltre che totalmente reversibile, anche in considerazione del fatto che la realizzazione del campo fotovoltaico dovrebbe essere completata in sei settimane. I normali accorgimenti per la corretta gestione di un cantiere (bagnatura dei tratti non pavimentati, lavaggio delle ruote dei mezzi, ) saranno sufficienti a contenere l impatto; - analogamente a quanto sopra si stima come poco rilevante l interferenza sulla componente causata dalla emissione di rumore: le attività necessarie per la realizzazione delle opere (compresa la costruzione del locale tecnico per la centrale elettrica) sono ridotte e verranno comunque svolte nei normali orari lavorativi; - non si rilevano ulteriori effetti sulla salute pubblica dovuti alla realizzazione delle opere: le normali precauzioni permetteranno di evitare ogni interferenza con la componente della acque superficiali e sotterranee, che non risultano comunque interessate dalla fase di cantiere. In fase di esercizio non sono rilevabili impatti a carico della salute pubblica: l impianto nel suo funzionamento non prevede nessun tipo di emissione, né fisica né chimica e gli interventi di manutenzione sono limitati e circoscritti. Per quanto riguarda la tematica delle radiazioni non ionizzanti, la disposizione di pannelli solari non dà luogo alla produzione di campi elettromagnetici, mentre in merito alla cabina di trasformazione, ogni sistema che compie al suo interno una trasformazione di energia elettrica (inverter) dà luogo alla generazione di campi elettromagnetici, benché di piccola entità. 72

225 È comunque sufficiente evitare di posizionare l inverter in vicinanza dei ricettori sensibili. Si precisa comunque tutti gli inverter installati in Italia devono rispondere alle norme Europee per l emissione di campi elettromagnetici. È appena il caso di sottolineare che oltre alla mancanza di veri riscontri relativamente agli effetti dei campi elettromagnetici sulla salute l impianto si trova in una zona non residenziale, priva di ricettori sensibili. INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI Nel presente capitolo si illustrano le modalità di individuazione e definizione degli impatti. Per prima cosa è stata creata una matrice (Matrice Azioni-Impatti) che nelle righe contiene l elenco delle principali attività previste. All interno di tali macroattività sono state quindi individuate ed elencate le lavorazioni significative: - scavi e riporti: o scotico di pochi centimetri del capping per la posa dei cavi; o posa delle strutture di supporto dei pannelli; o montaggio dei pannelli; - Opere elettriche: o cablatura e collegamento dei pannelli; o realizzazione della cabina elettrica; o collegamento alla rete di distribuzione; - Esercizio dell impianto : o manutenzione degli spazi tra le stringhe di pannelli; o pulizia periodica dei pannelli; Tali azioni si vanno a ripercuotere su alcune delle componenti che sono state analizzate nel corso dello Studio di Impatto Ambientale, che risentono direttamente o indirettamente delle ricadute dovute alla realizzazione dell'opera (matrice qualitativa azioni-impatti). Nella colonna di destra sono stati elencati tutti gli impatti (potenziali e reali) che possono ragionevolmente verificarsi in seguito alla produzione delle azioni e alla realizzazione delle opere in esame, riassumibili nelle categorie delle alterazioni, delle interferenze e delle sottrazioni. In corrispondenza di ciascun impatto sono stati quindi stimati gli esiti con la relativa significatività per una o più componenti. Le tipologie di impatto utilizzate sono cinque e corrispondono ad: - impatti non mitigabili (per esempio nel caso delle sottrazioni di suolo); - impatti parzialmente mitigabili (per esempio nel caso delle alterazioni delle visuali paesaggistiche); - impatti mitigabili (per esempio nel caso del collettamento delle acque meteoriche che scorrono sui pannelli); - impatti trascurabili (per esempio nel caso dell alterazione della visuale paesaggistica); - impatti positivi (per esempio nel caso della riduzione delle emissioni in atmosfera per la produzione di energia da fonti rinnovabili anziché da fonti fossili); Matrice qualitativa degli impatti Sulla base delle 'attività' di progetto desumibili dal Q.R. Progettuale, è possibile delineare un panorama sintetico di previsione delle relazioni che si instaurano tra opera e ambiente. Ciò si ottiene attraverso una 73

226 check-list complessiva, che compone e riassume sistematicamente il metodo alla base delle valutazioni fin qui riportate. Nella Matrice qualitativa degli impatti, riportata di seguito, le diverse tipologie di progetto vengono 'incrociate' con le componenti ambientali al fine di produrre un elenco esaustivo di tutti gli impatti previsti. La matrice prende dunque in carico i presumibili impatti destinati ad assumere carattere permanente. Dal punto di vista generale si può affermare che gli impatti provocati dalla 'presenza' dell'opera, nonché dalle sue condizioni in esercizio, sono prodotti e riconducibili alle seguenti tipologie di intervento o categorie di azioni: - Usi alternativi di un suolo già profondamente rimaneggiato; - alterazione delle visuali paesaggistiche; 74

227 Tabella degli impatti, delle mitigazioni e delle compensazioni Le azioni che causano gli impatti più significativi sono state riprese nella seguente tabella Impatti, mitigazioni e compensazioni che riporta tutte le forme di mitigazione e compensazione che sono state previste nel corso della realizzazione dell impianto fotovoltaico. Componente Attività di progetto Effetto Mitigazione o compensazione Geologia e Scotico del capping idrogeologia Posa delle strutture e dei pannelli Alterazione morfologica del capping Possibile alterazione di idrodinamica locale Vegetazione e flora Scotico del capping Sottrazione delle formazioni vegetazionali esistenti Fauna Paesaggio Rumore Posa di pannelli fotovoltaici Realizzazione delle cabine Posa dei pannelli fotovoltaici Realizzazione delle cabine Operazioni di movimentazione e posizionamento delle strutture Sottrazione di habitat di alimentazione Sottrazione di habitat di alimentazione Alterazione della morfologia dello stato attuale Alterazione della morfologia dello stato attuale Disturbo acustico Effetto Trascurabile - l abbassamento temporaneo del capping ha lo scopo di smuovere lo strato superficiale del terreno per creare la base di appoggio delle strutture, che saranno affondate per qualche cm in questa porzione di copertura. Al termine delle attività di movimentazione del terreno l aspetto morfologico rimarrà uguale a quello iniziale. La durata dell attività di movimentazione del terreno è pari a circa 2 settimane Effetto Trascurabile la posa delle strutture su cui verranno ancorati i pannelli non inciderà sulla dinamica delle acque sotterranee soprattutto perché la componente è stata completamente alterata con la realizzazione della discarica e la sua impermeabilizzazione. Effetto Parzialmente Mitigabile Si tratta comunque di un cotico erboso di scarso pregio naturalistico occupato in gran parte da graminacee infestanti e da specie ruderali, compensato dalla presenza del rimboschimento in atto nei pressi del campo Effetto Parzialmente mitigabile- La sottrazione di habitat è compensata dalla presenza del rimboschimento in atto nei pressi del campo, in grado di produrre bacche e altri frutti appetiti dalla fauna locale. Effetto Parzialmente mitigabile - La sottrazione di habitat è compensata dalla presenza del rimboschimento in atto nei pressi del campo, in grado di produrre bacche e altri frutti appetiti dalla fauna locale. Effetto Mitigabile- La modificazione della visuale paesaggistica avrà effetti reali assai contenuti, data la fruibilità dell area dal punto di vista visivo, la presenza delle alberature, l accesso ridotto relativo a Via Bartolotte ed il passaggio veloce per la diramazione A14; altri punti di vista sono rappresentati dalle costruzioni prossime alla discarica (capannoni e attività produttive), risentono ancora meno dell alterazione della percezione. In generale vale quanto detto nel punto precedente. Effetto Trascurabile- Il rumore prodotto dall impianto va distinto tra fase di cantiere e fase di esercizio. In fase di esercizio il funzionamento dei pannelli è esente da qualsiasi rumore; le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria porteranno alla riduzione dei rumori attualmente prodotti negli sfalci dell erba per la riduzione di superficie relativa. Per quanto riguarda la fase di costruzione, le 75

228 Atmosfera Scotico del capping e posizionamento strutture Produzione energia elettrica Emissione di polveri e sostanze gassose dei mezzi d opera Riduzione delle emissioni di polveri e sostanze gassose dalla produzione di energia da combustibili fossili attività che potranno produrre rumore sono quelle relative alla movimentazione ed al posizionamento delle strutture, che durerà circa 2 settimane (da cronoprgramma delle opere). Secondo lo studio specifico delle attività di cantiere, le immissioni acustiche che saranno prodotte saranno dell ordine di 0.5 db, dunque l impatto risulterà modesto e comunque tale da non modificare le condizioni di clima acustico dell area. Effetto Trascurabile- La movimentazione degli inerti comporterà ridotti effetti di sollevamento di polveri sia per la superficie interessata che per la durata dei lavori stessi (2 settimane). Si ritiene quindi che durante la cantierizzazione l opera non generi un incremento significativo delle emissioni inquinanti. Le eventuali mitigazioni consistono comunque nella bagnatura periodica dei cumuli di inerte, delle piste bianche, nella pulizia delle strade da residui di terre. Effetto Positivo- l opera produce a regime minori emissioni di anidride carbonica per 1007 t/anno. Considerando le emissioni di CO2 equivalente (unità di misura che riconduce l effetto serra prodotto da una serie di gas a quello prodotto dall anidride carbonica), mentre nell impianto in questione è possibile risparmiare TEP Tonnellate Equivalenti Petrolio), su una produzione netta di energia elettrica di 1 MWh Monitoraggio Il monitoraggio ha come finalità quella di rilevare lo stato qualitativo e monitorare il suo evolversi con riferimento alle condizioni di esercizio in modo da determinare la dinamica dei fenomeni e verificare che sia coerente rispetto alle previsioni dello studio di impatto ambientale. Rispetto al progetto oggetto di analisi, e vista la modesta entità degli impatti analizzati nel paragrafo precedente, si può ritenere che le azioni di monitoraggio siano limitate, e si possono riassumere come segue. In fase di messa a regime dell impianto si può monitorare la corretta manutenzione delle siepi che circonderanno l area al fine di mitigare il già bassissimo impatto paesaggistico. Inoltre, il routinario controllo del corretto funzionamento dei pannelli potrà essere anche occasione di monitoraggio degli stessi, al fine di limitare gli sprechi energetici. 76

229 Casadio & Co Studio Tecnico Associato V.le Vittorio Veneto 1bis Forlì Tel/Fax STUDIO DI IMPATTO AMBIENTALE ai sensi del D.Lgs 152/06 e della L.R. 9/99 e ss.mm.ii. Committente: SolHar Piangipane Srl Novembre 2012 REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO CONNESSO ALLA RETE ELETTRICA DI DISTRIBUZIONE Potenza = kw SITO PRESSO LA DISCARICA DI PIANGIPANE, COMUNE DI RAVENNA Geol. Mario Casadio

230 Casadio & Co. geologia acustica ambiente 2

231 Casadio & Co. geologia acustica ambiente Indice PREMESSA ED OBIETTIVI... 5 MOTIVAZIONI... 5 LOCALIZZAZIONE E INQUADRAMENTO TERRITORIALE DELL AREA... 6 L IMPIANTO... 7 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO... 8 NORMATIVA DI RIFERIMENTO IN MATERIA DI IMPATTO AMBIENTALE... 8 Norme comunitarie... 8 Norme nazionali... 9 Norme regionali NORMATIVA DI RIFERIMENTO SULLA PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE DI IMPIANTI DA ENERGIA RINNOVABILE. 12 Norme comunitarie Norme nazionali Norme regionali Norme provinciali e comunali PIANIFICAZIONE TERRITORIALE VIGENTE Rete Natura Aree protette Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) Piano Stralcio per il rischio idrogeologico Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Ravenna Pianificazione comunale COERENZA DEL PROGETTO CON GLI STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE E DI PROGRAMMAZIONE VIGENTI Rete Natura 2000 e Aree Protette Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) PTCP Provincia di Ravenna (Piangipane) Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Pianificazione Comunale QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE PREMESSA Valenza dell iniziativa Attenzione per l ambiente Normativa di riferimento SITO DI INSTALLAZIONE Premessa Disponibilità di spazi sui quali installare l impianto fotovoltaico Disponibilità della fonte solare Fattori morfologici e ambientali FASE DI REALIZZAZIONE DELL IMPIANTO DIMENSIONAMENTO DELL IMPIANTO Procedure di calcolo

232 Casadio & Co. geologia acustica ambiente Criterio di stima dell energia prodotta Criterio di verifica elettrica Impianto discarica di Piangipane QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ANALISI DELLA COMPONENTE SUOLO, SOTTOSUOLO E ACQUE SOTTERRANEE Caratteristiche geomorfologiche, geologiche e idrogeologiche Modalità costruttive del capping Interferenze con il sistema geologico e idrogeologico locale ACQUE SUPERFICIALI Aspetti qualitativi dei corsi d acqua Sintesi degli impatti sui corsi d acqua VEGETAZIONE E FLORA La vegetazione del territorio Potenziali Interferenze dell impianto sulla vegetazione FAUNA Gli impatti potenziali sulla componente faunistica PAESAGGIO Introduzione Caratteristiche del territorio Descrizione particolare dell area di indagine Impatto paesaggistico dell opera ATMOSFERA Stato attuale Effetti dell opera Studio sul traffico RUMORE Classificazione acustica dell area in esame e limiti di riferimento Caratterizzazione acustica nella fase di cantierizzazione Specifica valutazione previsionale di impatto acustico della fase di cantiere SALUTE PUBBLICA I campi elettromagnetici Effetti previsti e indicazioni per la mitigazione INDIVIDUAZIONE DEGLI IMPATTI POTENZIALI Matrice qualitativa degli impatti Tabella degli impatti, delle mitigazioni e delle compensazioni MONITORAGGIO

233 Premessa ed obiettivi Il presente studio riguarda la realizzazione di una centrale fotovoltaica della potenza nominale di kwp di tipo non integrato, da posizionarsi sulla superficie di una discarica di inerti sita nel Comune di Ravenna, presso la discarica di Piangipane. In particolare, le caratteristiche del progetto in esame che sfrutta la risorsa rinnovabile determinata dalla luce solare, qualificano l iniziativa come impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili non programmabili, ai sensi dell Art. 2, comma 1 c) del D. Lgs. 387/03, anche per l ottenimento dell Autorizzazione alla costruzione ed esercizio. Per questa tipologia di impianto, è previsto il procedimento di verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale, in quanto l opera ricade tra le attività riportate nell allegato B.2 della LR 9/99 integrata con D. Lgs 4/08 Disciplina della procedura di valutazione dell impatto ambientale. In particolare, il punto B.2.5 industria energetica, impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda con potenza superiore a 1 MW. Questo documento ha l obiettivo di fornire all Autorità Competente tutti gli elementi necessari alla valutazione della compatibilità dell impianto in progetto con il contesto ambientale in cui sarà inserito. A seguito della Delibera della Provincia di Ravenna, si è deciso di sottoporre il progetto a VIA. Il presente lavoro rappresenta la studio di impatto ambientale del progetto. Lo studio si compone delle seguenti parti: - Quadro di riferimento programmatico, in cui è riportato il quadro normativo relativo alla valutazione di impatto ambientale e alla realizzazione di impianti fotovoltaici a livello comunitario, nazionale e regionale e nel quale si è valutata la conformità dell opera con la pianificazione e la programmazione vigente in materia urbanistica, ambientale e paesaggistica. - Quadro di riferimento progettuale, in cui è descritto l impianto, le opere accessorie, gli aspetti tecnici e progettuali. - Quadro di riferimento ambientale, in cui sono analizzati lo stato dell ambiente e gli impatti che la realizzazione della centrale potrebbe avere su ogni comparto ambientale nelle varie fasi progettuali. Motivazioni Sono definite rinnovabili, le fonti di energia che per le loro caratteristiche intrinseche si rigenerano o non sono esauribili nella scala dei tempi umani ed il cui sfruttamento non pregiudichi il loro utilizzo per le generazioni future. L utilizzo di fonti rinnovabili fa parte degli strumenti individuati a livello internazionale per limitare la dipendenza dalle fonti fossili. L Unione Europea ha fissato l obiettivo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili pari al 2 % del consumo totale, da perseguire entro il L Italia ha posto come obiettivo per il fotovoltaico il raggiungimento, entro il 2020, di una produzione di MW di potenza, pari a circa 13,20 TWh di energia prodotta. A livello regionale, la politica energetica è decollata, facendo registrare nell anno 2010 il raggiungimento e il superamento degli obiettivi di insediamento di produzione di energia con fonti rinnovabili fissati dal Piano Energetico Regionale.

234 La tecnologia fotovoltaica ha indubbi vantaggi rispetto ad altre fonti energetiche, quali: - Possibilità di installare l impianto in qualsiasi punto, purchè esposto al sole continuo. Infatti sulla superficie terrestre l irraggiamento solare arriva ovunque. - Gli impianti fotovoltaici sono modulari, possono soddisfare sia piccole richieste di energia, come singole abitazioni o utenze isolate, sia grandi richieste per gli stabilimenti produttivi. - La manutenzione è ridotta in quanto non vi sono parti in movimento. - Le perdite di energia sono minime grazie alle ridottissime distanze di trasporto dell energia: l allaccio alla rete di distribuzione si trova spesso in prossimità dell impianto. - L impatto ambientale è estremamente ridotto: non si producono emissioni di nessun tipo e la spesa di energia per la produzione dei moduli è circa il 20% dell energia prodotta durante la vita utile dell impianto. L unico impatto prodotto è quello visivo, che viene comunque annullato al termine del funzionamento dell impianto (20-30 anni). I benefici ambientali che si possono ottenere dall uso della fonte energetica solare sono proporzionali alla quantità di energia prodotta, se si ipotizza che questa vada a sostituire l energia prodotta da fonti convenzionali, in termini di CO2 prodotta. Quantitativamente, produrre 1 kwh elettrico da fonti fossili implica l immissione in atmosfera di 0,53 kg di CO2. Pertanto, una centrale fotovoltaica con una produttività annua di kwh., eviterà l emissione in atmosfera di kg di CO2. Il caso in esame presenta un ulteriore vantaggio dal punto di vista ambientale in quanto attua una riqualificazione di un area degradata quale può essere una discarica di rifiuti inerti. Localizzazione e inquadramento territoriale dell area Il sito oggetto della presente relazione si trova in località Piangipane, lungo la via Bartolotte, traversa della SS San Vitale, individuato al catasto terreni al Foglio 95, Mappale 82. Si tratta in particolare della discarica di Piangipane, localizzata alle coordinate (Lat itudine) e (Longitudine). 6

235 La centrale fotovoltaica andrà a coprire la discarica di Piangipane, composta dai lotti 2A e 2B, con un estensione di circa 3 ettari. Il sito è chiuso dal 2003 e la copertura è terminata nel Il collegamento alla rete elettrica sarà stabilito dalla soluzione tecnica fornita dal gestore di rete e verrà realizzato mediante cavo interrato MT uscente da una cabina di consegna verso la rete elettrica pubblica. L impianto Il progetto prevede la realizzazione di un impianto fotovoltaico non integrato di kw di potenza, installato sulla superficie della discarica di Piangipane (Comune di Ravenna) e da collegare alla rete elettrica in media tensione. Tale impianto sarà composto da 7160 moduli fotovoltaici policristallina. La superficie complessiva occupata dall impianto è di m 2, mentre la superficie totale dei moduli è di m 2. La durata dell impianto è stimata in anni. 7

236 Quadro di riferimento programmatico Nel quadro di riferimento programmatico vengono illustrati il quadro normativo, e gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti di riferimento per valutare la compatibilità ambientale del progetto in studio. Esso è stato suddiviso nei seguenti paragrafi: - Normativa di riferimento in materia di impatto ambientale; - Normativa di riferimento sulla pianificazione e programmazione di impianti da energia rinnovabile; - Pianificazione territoriale vigente; - Valutazione della coerenza del progetto con gli strumenti di pianificazione e di programmazione vigenti. Normativa di riferimento in materia di impatto ambientale Norme comunitarie Direttiva n.85/337/cee Direttiva del Consiglio concernente la valutazione dell impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati È la prima direttiva Europea in materia di Via e propone la valutazione di impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati elencati negli allegati alla Direttiva stessa al fine di valutare gli effetti diretti e indiretti di un progetto sui seguenti fattori: - l uomo; - la fauna e la flora; - il suolo, l acqua, l aria, il clima e il paesaggio; - l interazione tra i fattori di cui al punto 1 e 2; - i beni materiali ed il patrimonio culturale. In particolare il punto 3 dell allegato II riguarda l industria energetica e fa riferimento agli impianti industriali per la produzione di energia elettrica, vapore e acqua calda. Direttiva 96/61/CE La Direttiva 96/61/CE, che modifica la Direttiva 85/337/CEE, introduce il concetto di prevenzione e riduzione integrata dell inquinamento proveniente da attività industriali (IPPC), al fine di conseguire un livello adeguato di protezione dell ambiente nel suo complesso, e introduce l AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale). La direttiva tende alla promozione delle produzioni pulite, valorizzando il concetto di "migliori tecniche disponibili". Direttiva n.97/11/ce Essa modifica la Direttiva 85/337/CE e viene presentata come una sua revisione critica dopo gli anni di esperienza di applicazione delle procedure di VIA in Europa. Essa estende le categorie dei progetti interessati ed ha inserito un nuovo allegato relativo ai criteri di selezione dei progetti stessi. La direttiva introduce le fasi di screening e scoping" e fissa i principi fondamentali della VIA che i Paesi membri devono recepire. 8

237 Direttiva CEE/CEEA/CE n.35 del 26/05/2003 Tale direttiva introduce la definizione di pubblico e pubblico interessato ; l opportunità di un altra forma di valutazione in casi eccezionali di esenzione di progetti specifici dalla procedura di VIA e relativa informazione del pubblico; l accesso, opportunità di partecipazione del pubblico alle procedure decisionali, informativa al pubblico; gli obblighi riguardanti l impatto transfrontaliero; la procedura di ricorso da parte del pubblico interessato. Inoltre migliora le direttive del Consiglio 85/337/CEE e 96/61/CE relativamente alla disposizioni sull accesso alla giustizia e contribuisce all attuazione degli obblighi derivanti dalla convenzione di Århus del 25 giugno Norme nazionali Legge n. 439 del 8 luglio 1986 La normativa comunitaria è stata recepita a livello nazionale con la Legge n. 439, del 8 luglio 1986, con la quale viene istituito il Ministero dell Ambiente e, all Articolo 6 (ora abrogato dal D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006), vengono date le prime indicazioni sulla procedura di VIA. D.P.R Il D.P.C.M. n. 377, del 20 agosto 1988, individua le categorie di opere da sottoporre alla VIA e il D.P.C.M. del 27 dicembre 1988 definisce la procedura VIA, la modalità di presentazione della domanda di pronuncia sulla compatibilità ambientale di un progetto e le norme tecniche di redazione degli studi di impatto ambientale. Lo Studio di Impatto Ambientale dell opera va quindi redatto conformemente alle prescrizioni relative ai quadri di riferimento programmatico, progettuale ed ambientale ed in funzione della conseguente attività istruttoria. Legge quadro in materia di Lavori Pubblici ( L. 11/02/94, n. 109 e s.m.i.) La Legge quadro in materia di Lavori Pubblici ( L. 11/02/94, n. 109 e s.m.i.) definisce tre livelli di progettazione caratterizzati da diverso approfondimento tecnico: Progetto preliminare; Progetto definitivo; Progetto esecutivo. Relativamente agli aspetti ambientali viene stabilito che sia assoggettato alla procedura di VIA il progetto definitivo. D.P.R. del 12 aprile 1996 Il D.P.R. del 12 aprile 1996 è un atto di indirizzo e coordinamento nel quale vengono date disposizioni in materia di VIA come stabilito dalla Legge 146/94. Tale Legge prevede che il Governo, con atto di indirizzo e coordinamento, definisca le condizioni, i criteri e le norme tecniche per l applicazione della procedura di impatto ambientale ai progetti inclusi nell Allegato II alla Direttiva 85/337/CEE concernente la valutazione d impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati. In particolare nell Allegato A del suddetto Decreto è riportato l elenco delle opere soggette a valutazione di impatto ambientale. Nell Allegato B del Decreto è invece riportato l elenco delle opere che sono assoggettate alla procedura di valutazione d impatto ambientale nel caso in cui ricadano, anche parzialmente, all interno di aree naturali protette come definite dalla Legge n. 394, del 6 dicembre 1991, di cui all Articolo 1, comma 4 del testo di legge (Legge Quadro sulle Aree Protette). 9

238 Gli impianti fotovoltaici fanno parte dell elenco nell Allegato B, al Punto 2, lettera c). Tale voce è stata aggiunta con il D.P.C.M. 3 settembre Inoltre il DPR 12 aprile 1996 all art. 6 prevede ai fini della predisposizione dello studio di impatto ambientale, che eventuali soggetti pubblici o privati interessati alla realizzazione delle opere e/o degli impianti in oggetto, abbiamo diritto di accesso alle informazioni e ai dati disponibili presso gli uffici delle amministrazioni pubbliche. Legge Obiettivo (L.443/2001) e relativo decreto di attuazione D.Lgs n. 190/ Attuazione della legge n. 443/2001 Il D.Lgs. individua una procedura di VIA speciale, con una apposita Commissione dedicata, che regola la progettazione, l approvazione dei progetti e la realizzazione delle infrastrutture strategiche, descritte nell elenco della delibera CIPE del 21 dicembre Nell ambito della VIA speciale, è stabilito che debba essere assoggettato alla procedura il progetto preliminare dell opera. CIPE n.57/2002 Con la delibera CIPE n. 57/2002 vengono date disposizioni sulla Strategia nazionale ambientale per lo sviluppo sostenibile La protezione e la valorizzazione dell ambiente divengono fattori trasversali di tutte le politiche settoriali e delle relative programmazioni, richiamando uno dei principi del diritto comunitario espresso dall articolo 6 del Trattato di Amsterdam, che aveva come obiettivo la promozione dello sviluppo sostenibile". Nel documento si afferma la necessità di rendere più sistematica, efficiente ed efficace l applicazione della VIA (ad esempio tramite l istituzione di Osservatori ambientali, finalizzati alla verifica dell ottemperanza alle pronunce di compatibilità ambientale, nonché il monitoraggio dei problemi ambientali in fase della realizzazione delle opere) e che la VIA sulle singole opere non fosse più sufficiente a garantire la sostenibilità complessiva. Quindi si afferma come la VIA debba essere integrata a monte con Piani e Programmi che nella loro formulazione abbiano già assunto i criteri di sostenibilità ambientale, tramite la Valutazione Ambientale Strategica. D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 Sia la legge n.439 che il DPR del 12 aprile 2006 sono stati abrogati dal D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 (cosiddetto Codice ambientale ), recante Norme in materia ambientale, entrato in vigore il 29 aprile Il D. Lgs. 152/2006 ha riscritto le regole su valutazione di impatto ambientale, difesa del suolo e tutela delle acque, gestione dei rifiuti, riduzione dell inquinamento atmosferico e risarcimento dei danni ambientali, abrogando la maggior parte dei previgenti provvedimenti del settore. La parte seconda, titolo III del Decreto n. 152/2006, entrata in vigore il 31 luglio 2007, così come modificata dal D.Lgs n.4/2008 disciplina le valutazioni ambientali maggiormente rilevanti: la Valutazione Ambientale Strategica (VAS), la Valutazione dell Impatto Ambientale (VIA) e l Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), coordinandole tra loro. Essa stabilisce che le strategie di sviluppo sostenibile definiscano il quadro di riferimento per le valutazioni ambientali. Attraverso la partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni, queste strategie devono assicurare la dissociazione tra la crescita economica ed il suo impatto sull ambiente, il rispetto delle condizioni di stabilità ecologica, la salvaguardia della biodiversità ed il soddisfacimento dei requisiti sociali connessi allo sviluppo delle potenzialità individuali quali presupposti necessari per la crescita della 10

239 competitività e dell occupazione. Le modifiche apportate al testo originario danno una risposta a molte delle necessità procedurali e tecniche che erano state evidenziate dalla relazione sull andamento della VIA in Europa del Il processo di VIA si conclude con il provvedimento di valutazione dell impatto ambientale emesso dall Autorità Competente, obbligatorio, vincolante e sostitutivo di ogni altro provvedimento in materia ambientale e di patrimonio culturale. Il provvedimento di valutazione d impatto ambientale fa luogo dell autorizzazione integrata ambientale (AIA), e comprende le procedure di valutazione d incidenza. Anche in questo caso è definito l ambito di applicazione e viene fornito un elenco di progetti assoggettati alla procedura di VIA. Gli impianti fotovoltaici rientrano nell Allegato III alla parte seconda del detto Decreto, nell elenco B, al Punto 2, lettera c). Rimane la condizione di assoggettabilità alla procedura di VIA nel caso in cui le opere ricadano anche parzialmente all interno di aree naturali protette e si aggiunge la discrezionalità per l Autorità competente di richiedere ugualmente lo svolgimento della procedura di valutazione di impatto ambientale, sulla base di elementi indicati nell Allegato IV alla parte seconda del Decreto, anche se le opere non ricadono in aree naturali protette. Le Regioni hanno avviato un processo di adeguamento delle norme regionali in tema di VIA, adeguando quelle esistenti o introducendone di nuove. D.Lgs n.4/2008 Il D.Lgs n.4/2008 (Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del Dlgs 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, in S.O. n. 24 alla G.U. 29 gennaio 2008 n. 24) ha integrato la Parte I, II, III e IV del T.U.A., dando completa attuazione al recepimento di alcune Direttive Europee e introducendo i principi fondamentali di: sviluppo sostenibile; prevenzione e precauzione; chi inquina paga ; sussidiarietà; libero accesso alle informazioni ambientali. D.lgs n. 128/2010 Riguarda "Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale, a norma dell'articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69. ". Tale normativa, pur mantenendo intatto la struttura fondamentale delle procedure di VIA e screening, ha introdotto importanti novità in particolare sui tempi per la conclusione dell'istruttoria ed il coordinamento con altre normative. Norme regionali L.R. 9/1999 Disciplina la procedura di Valutazione dell Impatto Ambientale in Emilia Romagna. Delibera della Giunta Regionale n 987 del 12/07/2010 Direttiva sulle modalità di svolgimento delle procedure di verifica (screening) normate dal Titolo II e delle procedure di VIA normate dal Titolo III della L. R. N. 9 del

240 Normativa di riferimento sulla pianificazione e programmazione di impianti da energia rinnovabile Norme comunitarie Libro Bianco della Commissione Europea Energia per il futuro: le fonti di energia rinnovabili, del 20 novembre 1996 Il Libro Bianco della Commissione Europea ha lo scopo di realizzare una strategia ed un piano d azione della Comunità Europea sulle Fonti di Energia Rinnovabili (FER). Secondo quanto riportato in questo documento, le FER disponibili in Europa fino al 1996 sono sfruttate in maniera disomogenea e insufficiente. Da questa valutazione risulta che il consumo lordo globale di energia dell Unione è molto ridotto (meno del 6%). La premessa del Libro Bianco riporta che se la Comunità non riuscirà a coprire nel prossimo decennio la sua domanda di energia con una quota nettamente superiore delle rinnovabili, andrà persa un importante possibilità di sviluppo e diventerà sempre più difficile rispettare gli impegni a livello europeo e internazionale da essa sottoscritti in materia di protezione ambientale. Direttiva 96/92/CE La Direttiva 96/92/CE stabilisce norme comuni per la generazione, la trasmissione e la distribuzione dell energia elettrica. Essa definisce le norme organizzative e di funzionamento del settore dell energia elettrica, l accesso al mercato, i criteri e le procedure da applicarsi nei bandi di gara e nel rilascio delle autorizzazioni nonché della gestione delle reti. La premessa di questa direttiva fa riferimento alle fonti rinnovabili: per motivi di protezione dell ambiente, può essere data la priorità alla generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Direttiva 2001/77/CE Sulla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità. Strumento con cui la Commissione Europea prende atto del deficit di competitività e del fatto che le Fonti Energetiche Rinnovabili FER costituiscano una parte importante nelle misure necessarie per conformarsi al Protocollo di Kyoto. Viene fissato un primo obbiettivo per la produzione di elettricità nel UE da fonti rinnovabili. In Italia, il recepimento della direttiva porta alla fissazione dell obbiettivo per il raggiungimento di 75TWh nel 2010 (25% della produzione lorda di energia elettrica). Protocollo di Kyoto, del 11 dicembre 1997 Il Protocollo di Kyoto, in vigore dal 16 febbraio 2005, è un documento internazionale che affronta il problema dei cambiamenti climatici. Tale documento pone come scopo primario la riduzione di emissione di gas inquinanti e gas serra in atmosfera. Gli stati che hanno firmato il Protocollo, tra i quali l Italia, si impegnano a ridurre le emissioni di gas serra al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile. Il Protocollo di Kyoto concerne le emissioni di sei gas ad effetto serra: biossido di carbonio (CO2); metano (CH4); protossido di azoto (N2O); drofluorocarburi (HFC); erfluorocarburi (PFC); esafluoro di zolfo (SF6). Tale documento rappresenta un passo importante nella lotta contro il riscaldamento planetario poiché contiene obiettivi vincolanti e quantificati di limitazione e riduzione dei gas elencati. Nell Allegato B del Protocollo di Kyoto è riportata la quantificazione degli impegni di limitazione o riduzione delle emissioni. Gli 12

241 Stati membri dell Unione Europea devono ridurre collettivamente le loro emissioni di gas ad effetto serra dell 8% tra il 2008 e il Direttiva 2003/87/CE: Emission Trading System, del 13 ottobre 2003 A seguito degli impegni presi all atto di adozione del protocollo di Kyoto, il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno approvato la Direttiva 2003/87/CE (di seguito Direttiva ETS) che ha istituito un sistema comunitario per lo scambio di quote di emissioni di gas denominato Emission Trading System (ETS) al fine di ridurre le emissioni di CO2 secondo criteri di efficacia dei costi ed efficienza economica (Art.1). Tale sistema consente di rispondere agli obblighi di riduzione delle emissioni attraverso l acquisto dei diritti di emissione. Legge Comunitaria 2004 (DDL n B) La Legge Comunitaria 2004 (DDL n B) ha recepito la Direttiva ETS delegando il Governo ad adottare, entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, il decreto legislativo recante le norme occorrenti per dare attuazione alla Direttiva (Art.14). Il sistema di Emission Trading introdotto dalla Direttiva è un sistema che prevede la fissazione di un limite massimo alle emissioni realizzate dagli impianti industriali che producono gas a effetto serra (Cap&Trade); tale limite è fissato attraverso l allocazione di un determinato numero di quote di emissioni a ciascun impianto. Ogni quota (European Unit Allowance -EUA) attribuisce il diritto ad immettere una tonnellata di biossido di carbonio equivalente in atmosfera nel corso dell anno di riferimento della quota stessa; le quote vengono assegnate agli impianti regolati dalla Direttiva ETS attraverso i Piani Nazionali di Assegnazione (PNA). Questi piani sono soggetti all approvazione da parte della Commissione Europea. Norme nazionali Piano Energetico Nazionale del 1988 Il Piano Energetico Nazionale (PEN) del 1988 è stato uno dei primi strumenti governativi a sostegno delle fonti rinnovabili. Con il PEN del 1988 comincia a delinearsi la nuova politica energetica degli anni novanta, caratterizzata da una maggiore attenzione verso l'ambiente. Gli obiettivi primari presi in considerazione sono riconducibili principalmente al risparmio energetico, alla protezione dell ambiente e della salute dell uomo e all incentivazione dello sviluppo delle risorse nazionali. Legge n. 10, del 9 gennaio 1991 La Legge n. 10 del 9 gennaio 1991 demanda una serie di compiti alle Regioni (emanazione di norme attuative, attività di programmazione, concessione ed erogazione di contributi, informazione e formazione, diagnosi energetica, partecipazione e consorzi e società per realizzare interventi) e definisce le linee guida per il mercato dell energia, in conformità a quanto previsto dalle direttive Europee. In accordo con la politica energetica della Comunità Europea si stabilisce l'uso razionale dell'energia, il contenimento dei consumi di energia nella produzione e nell'utilizzo di manufatti, l'utilizzazione delle fonti rinnovabili di energia, la riduzione dei consumi specifici di energia nei processi produttivi. In particolare, l art. 1 comma 3 della legge 10/91 e ss.mm.ii. definisce come fonti rinnovabili di energia o assimilate: il sole, il vento, l'energia idraulica, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione dei rifiuti organici ed inorganici o di prodotti vegetali, nel medesimo comma sottolinea come 13

242 le suddette fonti rinnovabili siano di interesse pubblico, ovvero L'utilizzazione delle fonti di energia di cui al comma 3 e' considerata di pubblico interesse e di pubblica utilità e le opere relative sono equiparate alle opere dichiarate indifferibili e urgenti ai fini dell'applicazione delle leggi sulle opere pubbliche. Con la Conferenza Energia e Ambiente, l ENEA ha stabilito la necessità di adeguare le infrastrutture energetiche attraverso l uso di nuove tecnologie allo scopo di minimizzare il divario esistente con il resto dei paesi europei in materia di standard ambientali. Si è altresì stabilito l importanza degli investimenti in fonti rinnovabili da effettuarsi nel mezzogiorno, in quanto area privilegiata per la realizzazione di impianti da adibire alla produzione di energia verde. D. Lgs. 79/99: Attuazione della direttiva 96/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell energia elettrica, del 16 Marzo 1999 Il Decreto Legislativo n. 79/99 del 16 Marzo 1999 (G.U. N. 75 serie generale del 31 marzo 1999), detto anche decreto Bersani, sulla Attuazione della Direttiva 06/92/CE recante norme comuni per il mercato interno dell energia elettrica, definisce le linee generali del riassetto del settore elettrico in Italia. Tale decreto, noto anche come la legge sulla Liberalizzazione del mercato elettrico, introduce importanti innovazioni in diversi settori quali la produzione, la trasmissione e la distribuzione dell energia elettrica, l esportazione e l importazione dell energia, le concessioni idroelettriche, il nuovo assetto societario dell Enel e le fonti rinnovabili. L Articolo 11 del Decreto Legislativo esorta ed incentiva le aziende produttrici di energia elettrica ad utilizzare le fonti rinnovabili, in particolare: - dal 2001 i produttori o distributori di energia elettrica hanno l obbligo di immettere nel sistema elettrico nazionale una quota di energia elettrica prodotta da impianti da fonti rinnovabili entrati in esercizio o ripotenziati; - viene precisato che l obbligo di cui sopra si applica alle importazioni e alle produzioni di energia elettrica, al netto della cogenerazione, degli autoconsumi di centrale e delle esportazioni, eccedenti i 100 GWh, inizialmente la quota è stabilita nel 2% nell energia eccedente i 100 GWh; - i soggetti importatori o produttori di energia elettrica possono adempiere all obbligo di immettere in rete energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, anche acquistando in tutto o in parte la quota o i relativi diritti da altri produttori; - il gestore nazionale della rete elettrica deve dare la precedenza a energia elettrica prodotta da impianti utilizzanti fonti energetiche alternative, sistemi di cogenerazione, fonti nazionali di energia combustibile primaria (non superiori al15% di tutta l energia primaria necessaria per generare l energia elettrica consumata); - nel rispetto del Protocollo di Kyoto sulle emissioni inquinanti, con decreto del Ministero dell Industria Commercio e Artigianato saranno emanate le direttive per attuare quanto sopra e per gli incrementi di percentuale dell energia elettrica da fonti rinnovabili per gli anni successivi al 2002; - il CIPE e il Ministero dell Industria Commercio e Artigianato determinano per ciascuna fonte gli obiettivi pluriennali e la ripartizione tra le regioni e le province autonome delle risorse destinate all incentivazione delle fonti rinnovabili. In merito all obbligo di immettere nella rete elettrica nazionale la quota del 2% di energia proveniente da fonti rinnovabili, in attuazione delle disposizioni di cui all Art. 11 del Decreto 79/99, in data 11 Novembre 1999, è 14

243 stato emanato un decreto da parte del Ministro dell Industria, del Commercio e dell Artigianato. Delibera CIPE n. 137/98: Linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra, del 19 novembre 1998 La delibera CIPE n. 137/98 assegna alla produzione di energia da FER un contributo di circa il 20% per il conseguimento degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni di gas serra, ai fini del rispetto degli impegni assunti con il Protocollo di Kyoto. Essa stabilisce che l Italia deve ridurre le proprie emissioni annue di circa 100 Mt di CO2 equivalenti entro un termine compreso tra il 2008 e il 2012, con interventi sul fronte dell offerta (aumento di efficienza del parco termoelettrico, produzione di energia da fonti rinnovabili), sul fronte della domanda di energia (riduzione dei consumi nel settore dei trasporti e nei settori industriale, abitativo e terziario) e su quello degli usi non energetici Decreto Ministeriale 79/99: Direttive per l attuazione delle norme in materia di energia elettrica da fonti rinnovabili di cui ai commi 1, 2 e 3 dell Articolo 11 del Decreto Legislativo n. 79, del 16 marzo 1999, del 11 Novembre 1999 A questa legge si deve anche l introduzione dei Certificati Verdi (CV), la nuova struttura di incentivazione delle fonti rinnovabili dopo la liberalizzazione del settore dell energia disciplinata dal Decreto Bersani. La precedente normativa faceva capo alle Leggi 9/91 e 10/91 e al provvedimento CIP 6/92: a tale legislazione si riconosce il merito di aver maturato nella collettività la consapevolezza che la produzione di energia rinnovabile o pulita non è uno slogan, ma rappresenta un punto focale dello sviluppo sostenibile. Tale normativa conteneva tuttavia la equiparazione ai fini incentivanti delle fonti rinnovabili propriamente dette e di quelle assimilate, di fatto termiche con utilizzo dei reflui. Queste ultime, caratterizzate da potenze e costi impiantistici superiori di più ordini di grandezza rispetto alle fonti rinnovabili propriamente dette, hanno esaurito velocemente la capienza economica degli incentivi in conto capitale di tali leggi, penalizzando e ritardando la produzione di vera energia rinnovabile. A tale macro errore del legislatore ha però posto rimedio il Decreto Bersani, in cui è scomparso il concetto di fonti assimilate e viene data nuova forma di incentivazione alle fonti rinnovabili. Delibera CIPE 126/99 Il Governo italiano, nell ambito del processo di attuazione del Protocollo di Kyoto, ha definito gli obiettivi al 2010 di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra con la delibera CIPE 126/99, individuando gli obiettivi da perseguire per ciascuna fonte rinnovabile. Protocollo di Torino Il Protocollo d Intesa di Torino è un documento che è stato stipulato tra il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, il Ministero delle Attività Produttive, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e la Conferenza delle Regioni. Le Regioni riconoscono il rilievo delle fonti rinnovabili di energia come strumento per favorire lo sviluppo sostenibile dei loro territori e ciascuna di esse persegue politiche per favorire la diffusione delle fonti più idonee ai rispettivi contesti. Esse condividono inoltre l esigenza di ridurre l inquinamento connesso alla produzione di energia e in particolare le emissioni di gas serra: a questo scopo il 4 giugno 2001 hanno sottoscritto il Protocollo di Torino, con il quale si sono impegnate a predisporre entro 15

244 il 2002 i rispettivi piani energetico - ambientali che privilegino le fonti rinnovabili e la razionalizzazione della produzione elettrica e dei consumi energetici. Decreto Legislativo n. 387 del 29 dicembre 2003 Il Decreto Legislativo 387/2003 concerne l attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell elettricità. Il presente decreto, nel rispetto della disciplina nazionale, comunitaria e internazionale vigente, nonché nel rispetto dei principi e criteri direttivi stabiliti dall Articolo 43 della Legge n. 39 del 1 marzo 2002, è finalizzato a: - promuovere un maggior contributo delle fonti energetiche rinnovabili alla produzione di elettricità nel relativo mercato italiano e comunitario; - promuovere misure per il perseguimento degli obiettivi indicativi nazionali di cui all Articolo 3, comma 1; - concorrere alla creazione delle basi per un futuro quadro comunitario in materia; d) favorire lo sviluppo di impianti di micro generazione elettrica alimentati da fonti rinnovabili, in particolare per gli impieghi agricoli e per le aree montane. In particolare, l Articolo 12, comma 1, di tale decreto descrive come le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonché le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all esercizio degli stessi impianti, autorizzate ai sensi del comma 3 dello stesso, siano di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti. Il comma 3 riguarda l iter autorizzativo di tali opere e prevede che la costruzione e l esercizio delle opere connesse siano soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla regione, nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico. All art. 12 comma 10 del suddetto decreto legislativo, si prevede come unico strumento per la definizione delle linea guida, la semplificazione dell iter autorizzativo con una particolare attenzione verso l inserimento territoriale degli impianti fotovoltaici. In particolare lo stesso articolo cita Nell'ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla legge 5 marzo 2001, n. 57, articoli 7 e 8, nonché del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, articolo 14 Per quanto detto, si desume che, per l individuazione degli strumenti di pianificazione da utilizzare per la realizzazione di impianti fotovoltaici si demanda alla pianificazione a livello regionale. D.M 10 settembre 2010 Linee guida per il procedimento di cui all art. 12 del D. Lgs 387/2003 per l autorizzazione alla costruzione e all esercizio di impianti di produzione di elettricità da fonti rinnovabili nonché linee guida tecniche per gli impianti stessi. Il Quarto Conto Energia In data 5 maggio 2011 il ministro dello sviluppo economico di concerto con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare emana un Decreto Ministeriale, denominato Incentivazione della produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici (Quarto Conto Energia per il fotovoltaico), in cui vengono stabilite le nuove tariffe per gli incentivi verso gli impianti fotovoltaici. Il decreto si applica agli impianti fotovoltaici che entrano in esercizio dopo il 31 maggio 2011 e fino al 31 dicembre

245 Il Quinto Conto Energia Con il D.M5 Luglio 2012, detto Quinto Conto Energia, introduce il meccanismo della tariffa onnicomprensiva per il fotovoltaico: si tratta di una tariffa che accorpa in sé sia il valore dell'incentivazione sia quello dell'energia ceduta alla rete. La tariffa onnicomprensiva si applica quindi all'energia immessa in rete. L'energia che invece non viene immessa, ma è autoconsumata, godrà di un premio, definito premio per l'autoconsumo. Precedentemente, invece, la tariffa incentivante era applicata su tutta l'energia prodotta dall'impianto, indipendentemente dall'uso che se ne sarebbe fatto (vendita o autoconsumo). Il presente impianto rientra in quest ultimo conto. Norme regionali L. R. n. 26 del 23 dicembre 2004 Disciplina della programmazione energetica territoriale Piano energetico regionale L Émilia Romagna è la prima Regione a dotarsi di una normativa sulla programmazione energetica: vuole infatti raggiungere al 2010 l autosufficienza tra produzione e consumo di energia elettrica, rispettando l ámbiente ed attuando per il territorio gli obiettivi di riduzione delle emissioni in atmosfera previsti dal protocollo di Kyoto. La Legge Regionale 26/ 2004 disciplina gli atti di programmazione e gli interventi operativi della Regione e degli enti locali in materia di energia, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale garantendo che vi sia una corrispondenza tra energia prodotta, il suo uso razionale e la capacità di carico del territorio e dell'ambiente. Alcuni dei principali obiettivi della legge sono: - Ridurre le emissioni di gas serra; - Promuovere il risparmio energetico e l uso razionale delle risorse energetiche; - Favorire lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse endogene, delle fonti rinnovabili e assimilate di energia e promuovere l'autoproduzione di elettricità e calore; - Migliorare le prestazioni energetiche di sistemi urbani, edifici ed impianti, processi produttivi. Il Piano Energetico Regionale, previsto dalla Legge Regionale 26/ 2004 e approvato dall Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna 88^ seduta della VIII Legislatura del 14 novembre 2007, è lo strumento della regione di indirizzo e di programmazione energetica. DGR n gennaio 2011 Prima individuazione delle aree e dei siti per l installazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l utilizzo della fonte energetica rinnovabile solare fotovoltaica, approvata in attuazione dell art. 12, comma 10, del D. Lgs. n. 387 del 2003 e del paragrafo 1.2 del Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico del 10 settembre 2010 Linee Guida per l autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili e allegati. La presente delibera specifica le aree idonee all installazione di impianti fotovoltaici, in particolare al punto C comma 1.e. si legge quanto segue: le aree a servizio di discariche di rifiuti già esistenti, regolarmente autorizzate, anche se non più in esercizio. L impianto fotovoltaico, in tal 17

246 caso, non costituisce attività di esercizio della discarica senza limitazioni di estensione o potenza. Norme provinciali e comunali A seguito dell approvazione del Piano Energetico Regionale, la Provincia di Ravenna e il Comune di Ravenna hanno approvato rispettivamente il Piano di Azione per l Energia e lo sviluppo sostenibile e il Piano Energetico Ambientale Comunale (Approvato in Consiglio Comunale il 3/12/2007 con delibera CC n. 201/119000), i quali in coerenza con gli obiettivi generali fissati nel Piano Energetico Regionale, intendono perseguire lo sviluppo sostenibile del proprio sistema energetico e promuovere: - il risparmio energetico e l'uso efficiente delle risorse; - lo sviluppo e la valorizzazione delle fonti rinnovabili di energia; - la riduzione delle emissioni dei gas climalteranti. Il progetto in esame si inserisce all interno della politica di perseguimento dell obbiettivo di sviluppo e valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili in quanto permette la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile (la luce solare) riqualificando nello stesso tempo un area altrimenti inutilizzabile quale la superficie delle discariche. Pianificazione territoriale vigente La centrale fotovoltaica che si intende realizzare sorgerà in un area già di scarso valore ambientale in quanto si tratta di una discarica, tuttavia si vogliono presentare ugualmente i vincoli territoriali, definiti dai seguenti strumenti di pianificazione, poiché in tutta l area del ravennate sono in atto diversi procedimenti di tutela. Si vuole quindi precisare l assenza di vincoli insistenti sull area interessata e l elevata distanza dell impianto dalle zone sotto tutela. - Rete Natura 2000 (Direttiva Habitat 92/43/CEE, Direttiva Uccelli 2009/147/CE, D.P.R. n. 357 del , L.R. n.6 del 17/02/05, L.R. n. 7 del 14/04/04); - Aree protette (Legge 394/91, L.R. n.6 del 17/02/05); - Piano Territoriale Paesistico Regionale - PTCP della Provincia di Ravenna (Deliberazione G.P. n. 323 del ); - Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico (DCI n.5 del 13/12/2005); - Pianificazione Comunale. Rete Natura 2000 Rete Natura 2000 è il nome che il Consiglio dei Ministri dell Unione Europea ha assegnato ad un sistema coordinato e coerente di aree destinate alla conservazione della diversità biologica presente nel territorio dell Unione stessa. Rete Natura 2000 è prevista e disciplinata dalle seguenti direttive europee: Direttiva Comunitaria HABITAT 92/43/CEE Relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna. Tale direttiva, adottata nello stesso anno del vertice di Rio de Janeiro sull'ambiente e lo sviluppo, rappresenta il principale atto legislativo comunitario a favore della conservazione della biodiversità sul territorio europeo. La direttiva, infatti, disciplina le procedure per la realizzazione del progetto di rete Natura 2000, i cui aspetti innovativi sono la definizione e la realizzazione di strategie comuni per la tutela dei Siti costituenti la rete (ossia i psic 18

247 e le ZPS). Inoltre agli articoli 6 e 7 stabilisce che qualsiasi piano o progetto, che possa avere incidenze sui Siti Natura 2000, sia sottoposto ad opportuna Valutazione delle possibili Incidenze rispetto agli obiettivi di conservazione del sito. Lo stato italiano ha recepito la Direttiva Habitat con il D.P.R. n. 357 del In seguito a tale atto le Regioni hanno designato le Zone di Protezione Speciale e hanno proposto come Siti di Importanza Comunitaria i siti individuati nel loro territorio sulla scorta degli Allegati A e B dello stesso D.P.R. Direttiva 79/409/CEE Riguarda la conservazione degli uccelli selvatici, fissa che gli Stati membri, compatibilmente con le loro esigenze economiche, mantengano in un adeguato livello di conservazione le popolazioni delle specie ornitiche. In particolare per le specie elencate nell Allegato I sono previste misure speciali di conservazione, per quanto riguarda l habitat, al fine di garantirne la sopravvivenza e la riproduzione nella loro area di distribuzione. L art. 4, infine, disciplina la designazione di Zone di Protezione Speciale (ZPS) da parte degli Stati Membri, ovvero dei territori più idonei, in numero e in superficie, alla conservazione delle suddette specie. Il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha individuato nella Provincia di Ravenna le seguenti ZPS (D.M. 19/06/09): Codice Natura 2000 Sito IT Valli di Argenta IT Valli di Comacchio IT Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del Fiume Reno, Pineta Bellocchio IT Valle del Mezzano IT Punte Alberete, Valle Mandriole IT Bardello IT Pineta San Vitale, Bassa del Pirottolo IT Pialassa della Baiona, Risega e Pontazzo IT Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini IT Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina IT Salina di Cervia IT Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano IT Pineta di Classe IT Vena del Gesso Romagnola IT Bacini di Conselice IT Bacini ex-zuccherificio di Mezzano IT Biotopi di Alfonsine e Fiume Reno IT Bacini di Russi e Fiume Lamone Il Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha individuato nella Provincia di Ravenna i seguenti SIC (D.M. 25/03/05): Codice Natura 2000 Sito IT Valli di Argenta IT Valli di Comacchio IT Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del Fiume Reno, Pineta Bellocchio IT Punte Alberete, Valle Mandriole IT Bardello IT Pineta San Vitale, Bassa del Pirottolo IT Pialassa della Baiona, Risega e Pontazzo IT Pineta di Casalborsetti, Pineta Staggioni, Duna di Porto Corsini IT Pialassa dei Piomboni, Pineta di Punta Marina IT Salina di Cervia IT Pineta di Cervia IT Ortazzo, Ortazzino, Foce del Torrente Bevano IT Pineta di Classe IT Vena del Gesso Romagnola IT Alta Valle del Torrente Sintria IT Alto Senio IT Biotopi di Alfonsine e Fiume Reno 19

248 IT IT IT IT IT Bacini di Russi e Fiume Lamone Podere Pantaleone Calanchi pliocenici dell Appennino faentino Relitto della piattaforma Paguro Pietramora, Ceparano, Rio Cozzi Aree protette La classificazione delle aree naturali protette è stata definita dalla legge 394/91, che ha istituito l'elenco ufficiale delle aree protette - adeguato col 5 Aggiornamento Elenco Ufficiale delle Aree Naturali Protette (Delibera della Conferenza Stato Regioni del , pubblicata nel supplemento ordinario n. 144 della Gazzetta Ufficiale n. 205 del ). L'Elenco Ufficiale delle Aree Protette (EUAP) è un elenco stilato, e periodicamente aggiornato, dal Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio - Direzione per la Conservazione della Natura, che raccoglie tutte le aree naturali protette, marine e terrestri, ufficialmente riconosciute. Sono aree protette i Parchi Nazionali, i Parchi Regionali, i siti Rete Natura 2000, le Riserve Naturali e le Zone Umide. Si elencano di seguito le aree protette comprese all interno della provincia di Ravenna. Parchi Nazionali: non sono presenti. Parchi Regionali: Delta del Po, Vena del Gesso Romagnola. Riserve Naturali: Alfonsine. Zone Umide: localizzate all interno del Parco regionale del Delta del Po, già indicate come siti SIC e ZPS. Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (P.T.P.R.) è parte tematica del Piano Territoriale Regionale (P.T.R., approvato dall Assemblea Legislativa Regionale con delibera n. 276 del 3 febbraio 2010) e si pone come riferimento centrale della pianificazione e della programmazione regionale dettando regole e obiettivi per la conservazione dei paesaggi regionali. Il Piano Territoriale Paesistico Regionale, formato secondo il combinato disposto dell'articolo 15 della legge regionale 5 settembre 1988, n. 36, e del punto 2 del primo comma dell'articolo 4 della legge regionale 7 dicembre 1978, n. 47, nonché per le finalità e gli effetti di cui all'articolo 1 bis della legge 8 agosto 1985, n. 431, persegue i seguenti obiettivi, determinando specifiche condizioni ai processi di trasformazione ed utilizzazione del territorio: - conservare i connotati riconoscibili della vicenda storica del territorio nei suoi rapporti complessi con le popolazioni insediate e con le attività umane; - garantire la qualità dell'ambiente, naturale ed antropizzato, e la sua fruizione collettiva; - assicurare la salvaguardia del territorio e delle sue risorse primarie, fisiche, morfologiche e culturali; - individuare le azioni necessarie per il mantenimento, il ripristino e l'integrazione dei valori paesistici e ambientali, anche mediante la messa in atto di specifici piani e progetti. Il Piano provvede a dettare disposizioni per la tutela dell'identità culturale del territorio regionale, cioè delle caratteristiche essenziali ed intrinseche di sistemi, di zone e di elementi di cui è riconoscibile l'interesse per ragioni ambientali, paesaggistiche, naturalistiche, geomorfologiche, paleontologiche, storico-archeologiche, storico-artistiche, storico-testimoniali e dell'integrità fisica del territorio regionale. Gli oggetti di tutela del Piano sono: 20

249 - sistemi, zone ed elementi di cui è necessario tutelare i caratteri strutturanti la forma del territorio (sistema dei crinali, collinare, forestale e boschivo, aree agricole, coste e arenili, acque superficiali); - zone ed elementi di specifico interesse strorico o naturalistico (zone ed elementi di interesse storicoarcheologico, insediamenti urbani storici, zone ed elementi di interesse storico-testimoniale, zone di tutela naturalistica, altre zone di interesse paesaggistico-ambientale); - aree ed elementi coincidenti con le precedenti descritte le cui specifiche caratteristiche richiedono la definizione di limitazioni alle attività di trasformazione e d uso (zone caratterizzate da fenomeni di dissesto o di instabilità, o caratterizzate da elevata permeabilità dei terreni con ricchezza di falde idriche). Il Piano individua inoltre le unità di paesaggio, intese come ambiti territoriali aventi specifiche, distintive ed omogenee caratteristiche di formazione ed evoluzione, da assumere come specifico riferimento nel processo di interpretazione del paesaggio e di attuazione del Piano stesso. Piano Stralcio per il rischio idrogeologico Principale compito dell Autorità di Bacino è, in base alla legge 183/89, la redazione del Piano di Bacino, strumento di pianificazione notevolmente complesso, che viene di norma strutturato attraverso Piani Stralcio relativi a settori territoriali e/o funzionali negli ambiti attinenti alla difesa del suolo e alla tutela delle risorse idriche e dell ambiente. L area oggetto dello studio è soggetta all Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli, istituita mediante L.R. n.14 del 29/03/1993, in attuazione della Legge 18/05/1989 n.183 recante norme per il «riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo al fine di perseguire l unitario governo dei Bacini Idrografici mediante azioni di indirizzo, coordinamento e controllo delle attività conoscitive, pianificatorie e di programmazione inerenti la conservazione del suolo, il mantenimento dei corpi idrici, la tutela dei corpi idrici, la tutela degli ecosistemi forestali e paesaggistici...». Competono all Autorità i seguenti bacini: Lamone, Fiumi Uniti, Canale Candiano, Bevano, Savio e Rubicone. Il territorio si colloca nella porzione centrale dell area romagnola che dallo spartiacque appenninico scende e occupa il versante nord-est fino al mare Adriatico. Il Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, approvato con D.G.R. n.350 del 17/03/03, si pone i seguenti obiettivi: - la riduzione del rischio idrogeologico, il riequilibrio del territorio ed il suo utilizzo nel rispetto del suo Stato, della sua tendenza evolutiva e delle sue potenzialità d uso; - la riduzione del rischio idraulico e il raggiungimento di livelli di rischio socialmente accettabili; - la individuazione, la salvaguardia e la valorizzazione delle aree di pertinenza fluviale in base alle caratteristiche morfologiche, naturalistico ambientali e idrauliche. Il Piano Stralcio regolamenta l assetto della rete idrografica e idrogeologico mediante i seguenti metodi: - individua gli alvei fluviali e le aree di esondazione così classificate: Aree ad elevata probabilità di esondazione; Aree a moderata probabilità di esondazione; Aree a bassa probabilità di esondazione; Aree di potenziale allagamento. Per ogni area vengono specificate le attività consentite e non consentite e le indicazioni per gli strumenti urbanistici. - Fissa i criteri per garantire l invarianza idraulica; 21

250 - Fissa le distanze di rispetto dai corpi arginali; - Individua le aree a rischio di frana e le classifica secondo il grado di rischio: molto elevato (R4), elevato (R3), medio (R2) e moderato (R1). In particolare, provvede alla suddivisione in tre zone a diverso grado di pericolosità le aree a rischio R4 e R3. - Specifica le attività conentite e non consentite nelle zone di rischio; - Fornisce prescrizioni per la gestione dei suoli agricoli al fine di limitare l erosione del suolo e la regimazione delle acque. Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Ravenna La Provincia di Ravenna è dotata di un Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale adottato il ed approvato dalla Regione il ai sensi della l.r. 6/1995. Il PTCP è stato inoltre modificato con variante adottata il ed approvata dalla Regione il La l.r. 20/2000, al comma secondo dell art. 43, prevede che le Province già dotate di un PTCP prodotto ai sensi della previgente l.r. 6/1995 provvedano all adeguamento dello strumento, adeguamento approvato mediante Deliberazione C.P. n. 9 del 28/02/06. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) considera la totalità del territorio provinciale ed è lo strumento di pianificazione che definisce l'assetto del territorio con riferimento agli interessi sovracomunali, articolando sul territorio le linee di azione della programmazione regionale. Il PTCP è sede di raccordo e verifica delle politiche settoriali della Provincia e strumento di indirizzo e coordinamento per la pianificazione urbanistica comunale. In particolare, definisce le caratteristiche di vulnerabilità, criticità e potenzialità delle singole parti e dei sistemi naturali ed antropici del territorio e le conseguenti tutele paesaggistico ambientali. Pianificazione comunale A livello locale, lo strumento urbanistico di riferimento è il Piano Regolatore Generale. Come indicato dalla LR 20/2000 Disciplina generale sulla tutela e l uso del territorio, il nuovo Piano Regolatore Generale (PRG 2003) del Comune di Ravenna è articolato in Piano strutturale comunale (PSC), Regolamento urbanistico ed edilizio (RUE) e Piano operativo comunale (POC). La disciplina di PSC è finalizzata a stabilire gli obiettivi prestazionali ed i campi di variazione delle previsioni, mentre le regole delle trasformazioni sono definitivamente disciplinate dal RUE o dal POC. La pianificazione dell area in esame viene rimandata dal PSC al POC, in base a quanto definito dall Art.22 (Titolo I, Capo 6 ), comma 4. La destinazione d uso dell area è stata già normata dal RUE, art III.6 come Zona di recente rimboschimento. Nell Elaborato Prescrittivo del POC n. POC.4d Repertorio delle Schede d Ambito delle aree oggetto di Accordi di 2 livello già inseriti nel PSC è stata ripianificata consentendo, rispetto a quanto già descritto dal RUE, gli usi ecologico-ambientali, sulla base di uno specifico PUC da definire, tra cui la produzione di energia da fonti alternative (ad esclusione delle biomasse). Coerenza del progetto con gli strumenti di pianificazione e di programmazione vigenti In allegato si riportano le tavole di inquadramento programmatico suddivise per argomento. 22

251 Rete Natura 2000 e Aree Protette Carta delle Aree Naturali protette e dei siti Rete Natura In tabella sono riportate le distanze dai principali siti tutelati: Sito SIC-ZPS IT Bacini di Russi e Fiume Lamone Distanza 6,5 km SIC-ZPS IT Bacini ex-zuccherificio di Mezzano 4,6 km Parco Regionale Delta del Po (nord) Parco Regionale Delta del Po (sud) Riserva Naturale di Alfonsine 9 km 8,2 km 10 km L impianto non si colloca all interno di Aree Protette né interessa SIC o ZPS, ma può essere considerato come area di collegamento ecologico tra vari siti, dunque il progetto è sottoposto a procedura di prevalutazione d incidenza. Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) L area di impianto, coincidente con la discarica di Piangipane, si trova in una zona non soggetta a vincoli paesaggistici. Nelle vicinanze non sono presenti altri vincoli.. PTCP Provincia di Ravenna (Piangipane) Per quanto riguarda gli Elaborati Grafici di Piano, l impianto si colloca su aree così di seguito classificate. Tavola 2: Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico culturali L area di impianto si trova distante da aree di particolare interesse ambientale. Nelle vicinanze ( m) si rilevano zone a paleo-dossi fluviali. Tavola 5: Assetto strategico della mobilità, poli funzionali, ambiti produttivi di rilievo sovracomunale, articolazione del territorio rurale L area di impianto è classificata come Territorio urbanizzato, confinante con Ambiti rurali a prevalente vocazione produttiva e agricola. Tutta l area vicina è classificata come ambiti e aggregati per attività produttive. Tavola 6: Progetto reti ecologiche L area di impianto non è interessata da reti ecologiche esistenti o in progetto, né se ne trovano nelle vicinanze. L area è inserita all interno di Ambiti omogenei di paesaggio (Terre vecchie e Ville). Per quanto riguarda gli Elaborati Grafici di del Quadro Conoscitivo, l impianto si colloca su aree così di seguito classificate. Tavola B 1.1.1: Assetto e tutela della rete idrografica e rischio idraulico Questa tavola del PTCP recepisce la tavola del Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, redatta dall Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli. L area di impianto si trova in una zona a moderata probabilità di 23

252 esondare (Art. 4 del Piano Stralcio), in particolare Aree di potenziale allagamento, trovandosi tra il fiume Montone e il fiume Lamone. Tavola B 1.1.2: Rischio di frana L area d impianto si trova in una zona non soggetta a rischio di frana. Tavola B 3.1.1: Aree soggette a tutela paesaggistica ai sensi del D. Lgs. 42/04 L area d impianto si trova in una zona non soggetta a tutela. Tavola C 3.1.1: Capacità d uso dei suoli L area d impianto si trova in una zona classificata come Territorio urbanizzato adiacente ad aree definite Classe II Suoli con talune limitazioni. Tavola C 3.2.1: Uso del suolo. sintesi della carta dell uso reale del suolo 2000 L area di impianto è classificata come Zone urbane, estensive e analoghe. Tutta l area vicina è classificata come Colture estensive. Tavola C 3.2.1: Uso del suolo. sintesi della carta dell uso reale del suolo 2000 L area di impianto è classificata come Zone urbane, estensive e analoghe. Tutta l area vicina è classificata come Colture estensive e Aree forestali e castagneti. Progetto di Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico Piano stralcio per il rischio idrogeologico - Perimetrazione aree a rischio idrogeologico L impianto si trova all interno di un area a potenziale allagamento, come definito nella Relazione Tecnica del Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico. In particolare, l art. 6 di detta relazione definisce tali aree stabilisce che la realizzazione di nuovi manufatti edilizi, opere infrastrutturali, reti tecnologiche, impiantistiche e di trasporto di energia siano subordinate all adozione di misure in termini di protezione dall evento e/o di riduzione della vulnerabilità, tenuto conto che il tirante idrico di riferimento da considerate sia di 50 cm. L impianto fotovoltaico in esame verrà realizzato sopra la copertura della discarica Piangipane, pertanto in una posizione rialzata rispetto al piano di campagna. Si sottolinea inoltre che la presenza stessa della discarica garantisce l esistenza di un sistema di prevenzione dagli allagamenti potenziali. Pianificazione Comunale Elaborati descrittivi PSC 2.1 Sintesi degli spazi e dei sistemi L area di impianto è classificata come Spazio Urbano, le aree circostanti come Spazio Rurale. PSC 2.2 Spazio naturalistico Niente da segnalare 24

253 PSC 2.3 Sistema paesaggistico - ambientale L area di impianto non ricade in zone contemplate da questa tavola. Nelle immediate vicinanze si riscontra una Rete ecologica connessione secondaria. Elaborati gestionali Tavola D.1.1.a Carta dei vincoli sovraordinati: sintesi del PTCP Niente da segnalare Tavola D.1.1.c Piani di Bacino: aree a rischio di inondabilità L area, come già citato, si trova entro un Area di potenziale allagamento. Si rimanda al paragrafo relativo al PSAI per approfondimenti. Tavola G.1.1 Aree soggette a vincolo paesaggistico Niente da segnalare. Tavola G.1.2 Carta dei vincoli paesaggistici vigenti Niente da segnalare. Tavola G.1.3 Carta dei vincoli ambientali vigenti Niente da segnalare. Elaborati prescrittivi PSC3 Spazi e sistemi Foglio 12 Piangipane L area in esame si trova all interno di una zona regolamentata dal POC, citata nei paragrafi precedenti. Dall analisi esposta, si evince che l opera non presenta conflittualità con gli strumenti di pianificazione e programmazione vigenti, risultando pienamente compatibile e coerente con i vincoli e le norme insistenti sul territorio. Si sottolinea inoltre come l area sia già provvista di misure di mitigazione, in quanto ospitante un impianto di trattamento rifiuti. 25

254 Quadro di riferimento progettuale UBICAZIONE DELL IMPIANTO Identificativo dell impianto Discarica Piangipane Comune Ravenna (RA) CAP COMMITTENTE Nome Cognome Luca Pantieri Codice Fiscale PNTLCU71L30D704R Data di nascita 30/07/1971 Luogo di nascita FORLI Indirizzo Via Brugnola Malmissole, 12A Comune FORLI (FC) CAP Ruolo Amministratore Ragione Sociale SolHarPiangipane Srl P. IVA Indirizzo V.le Carlo Berti Pichat 2/4 Comune BOLOGNA (BO) CAP TECNICO Ragione Sociale Fase Engineering S.r.l. Nome Cognome Andrea Pantieri Qualifica Progettista e Collaudatore Codice Fiscale PNTNDR77B60D704X P.IVA Albo Periti Indirizzo Via Ettore Benini, 45 Comune FORLI (FC) CAP Telefono Fax fase@fasenet.it 26

255 Premessa I dati riportai di seguito sono tratti da progetto realizzato dal proponente. Valenza dell iniziativa Con la realizzazione dell impianto, denominato Discarica Piangipane, si intende conseguire un significativo risparmio energetico per la struttura servita, mediante il ricorso alla fonte energetica rinnovabile rappresentata dal Sole. Il ricorso a tale tecnologia nasce dall esigenza di coniugare: - La compatibilità con esigenze architettoniche e di tutela ambientale; - Nessun inquinamento acustico; - Un risparmio di combustibile fossile; - Una produzione di energia elettrica senza emissioni di sostanze inquinanti. Attenzione per l ambiente Ad oggi la produzione di energia elettrica è per la quasi totalità proveniente da impianti termoelettrici che utilizzano combustibili sostanzialmente di origine fossile. Quindi, considerando l energia stimata come produzione del primo anno, kwh, e la perdita di efficienza annuale, 0.9%, le considerazioni successive valgono per il tempo di vita pari a 20 anni. Risparmio sul combustibile Un utile indicatore per definire il risparmio di combustibile derivante dall utilizzo di fonti energetiche rinnovabili è il fattore di conversione dell energia elettrica in energia primaria [TEP/MWh]. Questo coefficiente individua le T.E.P. (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) necessarie per la realizzazione di 1 MWh di energia, ovvero le T.E.P risparmiate con l adozione di tecnologie fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica. Risparmio di combustibile Risparmio di combustibile in TEP Fattore di conversione dell energia elettrica in energia primaria [TEP/MWh] TEP risparmiate in un anno TEP risparmiate in 20 anni Fonte dati: Delibera EEN 3/08, art.2 Normativa di riferimento Gli impianti devono essere realizzati a regola d arte, come prescritto dalle normative vigenti, ed in particolare dal DM 22 gennaio 2008, n.37. Le caratteristiche degli impianti stessi, nonché dei loro componenti, devono essere in accordo con le norme di legge e di regolamento vigenti ed in particolare essere conformi: - Alle prescrizioni di autorità locali, comprese quelle dei VVFF; - Alle prescrizioni e indicazioni della Società Distributrice di energia elettrica; 27

256 - Alle prescrizioni del gestore della rete; - Alle norme CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) L elenco completo delle norme alla base della progettazione è riportato in appendice A. Sito di installazione Premessa Il dimensionamento energetico dell'impianto fotovoltaico connesso alla rete del distributore è stato effettuato tenendo conto, oltre che della disponibilità economica, di: - disponibilità di spazi sui quali installare l'impianto fotovoltaico; - disponibilità della fonte solare; - fattori morfologici e ambientali (ombreggiamento e albedo). Disponibilità di spazi sui quali installare l impianto fotovoltaico La descrizione del sito in cui verrà installato l impianto è la seguente: Impianto fotovoltaico a terra. Disponibilità della fonte solare La disponibilità della fonte solare per il sito di installazione è verificata utilizzando i dati UNI relativi a valori giornalieri medi mensili della irradiazione solare sul piano orizzontale. Per la località sede dell intervento, ovvero il Comune di RAVENNA (RA) avente latitudine N, longitudine E e altitudine di 4 m.s.l.m.m., i valori giornalieri medi mensili della irradiazione solare sul piano orizzontale stimati sono pari a: Irradiazione giornaliera media mensile sul piano orizzontale [MJ/m²] Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic Fig. 1: Irradiazione giornaliera media mensile sul piano orizzontale [kwh/m 2 ]- Fonte dati: UNI

257 Quindi i valori della irradiazione solare annua sul piano orizzontale sono pari a kwh/m 2 (Fonte dati: UNI 10349). Fattori morfologici e ambientali Ombreggiamento Gli effetti della schermatura da parte dei volumi all orizzonte, dovuti ad elementi naturali (rilievi, alberi) o artificiali (edifici), determinano la riduzione degli apporti solari e il tempo di ritorno dell investimento. Il coefficiente di ombreggiamento, funzione della morfologia del luogo, è pari a Di seguito il diagramma solare per il comune di Ravenna: Fig. 2: Diagramma solare Albedo Per tener conto del plus di radiazione dovuta alla riflettenza delle superfici della zona in cui è inserito l impianto, si sono stimati valori medi mensili di albedo, considerando anche i valori presenti nella norma UNI 8477: Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic L albedo medio annuo è pari a 0.2. Fase di realizzazione dell impianto Qui di seguito si mostra il diagramma di Gantt relativo alle attività di cantiere per la realizzazione dell impianto: 29

258 A B ALLESTIMENTO CANTIERE (MOB) SCAVI E POSA TUBAZIONI +POSA POZZETTI Giorni Uomini Viaggi C FONDAZIONI CABINA 2 4 D E F INSTALLAZIONE CABINE PREFABBRICATE Ipo. Montaggio 1 cabina ogni 2 giorni ALLESTIMENTO SCOMPARTI CABINA MT POSIZIONAMENTO ZAVORRE (STRUTTURE) Nr. 355 zavorre 22 moduli (250W) Nr. 1 zavorre 30 moduli (250W) Camion G MONTAGGIO STRUTTURE Nr. 356 strutture Settimane Nr. 3 al giorno ogni 4 persone Nr. 16 al giorno x32 persone H MONTAGGIO PANNELLI FV Ipo. Modulo (250 W) x 1,96 MW Nr. Moduli 7840 Ipo. 60 moduli per persona Ipo.10 uomini I INFILAGGIO CAVI ELETTRICI 10 6 L INSTALLAZIONE QUADRI DI CAMPO 4 2 M CABLAGGIO IMPIANTO 8 4 N IMPIANTO ELETTRODOTTO (IMP. DI RETE) SCAVI E POSA TUBAZIONI, POSA POZZETTI 2 2 O INFILAGGIO CAVI ELETTRICI 3 2 P COLLEGAMENTI 3 2 Q START UP 2 2 R COLLAUDO 2 4 S SMANTELLAMENTO CANTIERE 3 4 La durata dell attività di cantiere è pari indicativamente a 6 settimane ed impiegherà un numero massimo di 52 persone contemporaneamente durante la fase di montaggio delle strutture e dei pannelli e l infilaggio dei cavi elettrici. 30

259 Il flusso massimo di camion è previsto pari a 20 al giorno durante le fasi di posizionamento dei vari componenti. Dimensionamento dell impianto Procedure di calcolo Criterio generale di progetto Il principio progettuale normalmente utilizzato per un impianto fotovoltaico è quello di massimizzare la captazione della radiazione solare annua disponibile. Nella generalità dei casi, il generatore fotovoltaico deve essere esposto alla luce solare in modo ottimale, scegliendo prioritariamente l orientamento a Sud e evitando fenomeni di ombreggiamento. In funzione degli eventuali vincoli architettonici della struttura che ospita il generatore stesso, sono comunque adottati orientamenti diversi e sono ammessi fenomeni di ombreggiamento, purch, adeguatamente valutati. Perdite d energia dovute a tali fenomeni incidono sul costo dei kwh prodotti e sul tempo di ritorno dell investimento. Dal punto di vista dell inserimento architettonico, nel caso di applicazioni su coperture a falda, la scelta dell orientazione e dell inclinazione va effettuata tenendo conto che è generalmente opportuno mantenere il piano dei moduli parallelo o addirittura complanare a quello della falda stessa. Ciò in modo da non alterare la sagoma dell edificio e non aumentare l azione del vento sui moduli stessi. In questo caso, è utile favorire la circolazione d aria fra la parte posteriore dei moduli e la superficie dell edificio, al fine di limitare le perdite per temperatura. Criterio di stima dell energia prodotta L energia generata dipende: - Dal sito di installazione (latitudine, radiazione solare disponibile, temperatura, reflettanza della superficie antistante i moduli); - Dall esposizione dei moduli: angolo di inclinazione (Tilt) e angolo di orientazione (Azimut); - Da eventuali ombreggiamenti o insudiciamenti del generatore fotovoltaico; - Dalle caratteristiche dei moduli: potenza nominale, coefficiente di temperatura, perdite per disaccoppiamento o mismatch; - Dalle caratteristiche del BOS (Balance Of System). Il valore del BOS può essere stimato direttamente oppure come completamento all unità del totale delle perdite, calcolate mediante la seguente formula: Totale perdite [%] = [1 - (1 - a - b) x (1 - c - d) x (1 - e) x (1 - f)] + g Per i seguenti valori: a= Perdite per riflessione b= Perdite per ombreggiamento c= Perdite per mismatching d= Perdite per effetto della temperatura e= Perdite nei circuiti in continua 31

260 f= Perdite negli inverter g= Perdite nei circuiti in alternata. Criterio di verifica elettrica In corrispondenza dei valori minimi della temperatura di lavoro dei moduli (-10 C) e dei valori massim i di lavoro degli stessi (70 C), sono verificate le segu enti disuguaglianze: TENSIONI MPPT Tensione nel punto di massima potenza, Vm a 70 C ma ggiore della Tensione MPPT minima. Tensione nel punto di massima potenza, Vm a -10 C m inore della Tensione MPPT massima. Nelle quali i valori di MPPT rappresentano i valori minimo e massimo della finestra di tensione utile per la ricerca del punto di funzionamento alla massima potenza. TENSIONE MASSIMA Tensione a circuito aperto, Voc a -10 C inferiore a lla tensione massima dell inverter. TENSIONE MASSIMA MODULO Tensione di circuito aperto, Voc a -10 C inferiore alla tensione massima di sistema del modulo. CORRENTE MASSIMA Corrente massima (corto circuito) generata, Isc inferiore alla corrente massima dell inverter. DIMENSIONAMENTO Dimensionamento compreso tra il 70% e 120%. Per dimensionamento si intende il rapporto percentuale tra la potenza nominale dell inverter e la potenza del generatore fotovoltaico ad esso collegato (nel caso di sottoimpianti MPPT, il dimensionamento è verificato per il sottoimpianto MPPT nel suo insieme). Impianto discarica di Piangipane L impianto, denominato Discarica Piangipane, è di tipo grid-connected, la tipologia di allaccio è trifase in media tensione. Ha una potenza totale pari a kw e una produzione di energia annua pari a kw/h (equivalente a kwh/kw), derivante da 7160 moduli che occupano una superficie di m 2. Ed è composto da 1 generatori. I singoli moduli poggeranno su piedi di fondazione di dimensione 3x0.8 m. Le serie di pannelli saranno distanziate l una dall altra di 4m. I pannelli saranno inclinati di 30 rispetto al piano orizzontale e raggiungeranno una quota di 4.5 m dal piano campagna. 32

261 SCHEDA TECNICA DELL IMPIANTO Dati generali Committente SolHarPiangipane Srl CAP Comune (Provincia) Ravenna (RA) Latitudine N Longitudine E Altitudine 4m Irradiazione solare annua sul piano orizzontale kwh/m 2 Dati tecnici Superficie totale moduli m 2 Numero totale moduli 7160 Numero totale inverte 4 Energia totale annua kwh Potenza totale kw Potenza fase L kw Potenza Fase L kw Potenza fase L kw BOS % ENERGIA PRODOTTA L energia totale annua prodotta dall impianto è kwh. Nel grafico si riporta l energia prodotta mensilmente: Fig. 3: Energia mensile prodotta dall impianto 33

262 GENERATORE 1 Il generatore denominato Generatore 1 ha una potenza pari a kw e una produzione di energia annua pari a kwh, derivante da 7160 moduli con una superficie totale dei moduli di m 2. Il generatore ha una connessione trifase. Qui di seguito si riporta la scheda tecnica: Dati generali Posizionamento dei moduli Non complanare alle superfici Struttura di sostegno Fissa Inclinazione dei moduli (Tilt) 30 Orientazione dei moduli(azimut) 0 Irradiazione solare annua sul piano dei moduli kwh/m 2 Potenza totale kw Energia totale annua kwh Modulo Marca-modello ZNSHINE-ZX260MS Numero totale moduli 7160 Numero di stringhe per ogni inverter 149 Numero di moduli per ogni stringa 12/13 Superficie totale moduli m 2 Inverter Marca-modello CEHE-EHE-N500KTL Numero totale 4 Dimensionamento inverter % (VERIFICATO) Tipo fase trifase VERIFICHE ELETTRICHE In corrispondenza dei valori minimi della temperatura di lavoro dei moduli (-10 C) e dei valori massim i di lavoro degli stessi (70 ) sono verificate le seguen ti disuguaglianze: TENSIONI MPPT Vm a 70 C ( V) maggiore di Vmppt min. ( V) VERIFICATO Vm a -10 C ( V) minore di Vmppt max. ( V) VERIFICATO TENSIONE MASSIMA Voc a -10 C ( V) inferiore alla tensione max. dell inverter ( V) VERIFICATO TENSIONE MASSIMA MODULO Voc a -10 C ( V) inferiore alla tensione max. di sistema del modulo ( V) VERIFICATO CORRENTE MASSIMA Corrente max generata ( A) inferiore alla corrente max. VERIFICATO 34

263 dell inverter ( A). ALLACCIAMENTO ALLA RETE ENEL L impianto sarà allacciato alla rete di distribuzione tramite realizzazione di una nuova cabina di consegna collegata in entra-esce su linea MT esistente DECO, uscente dalla cabina primaria AT/MT RA CANALA. Tale soluzione prevede la realizzazione dei seguenti impianti: - Allestimento cabina di consegna entra-esce; - Giunti di inserimento in rete per soluzione di connessione cabina consegna con entra-esce in cavo interrato; - Giunti di inserimento per soluzione di connessione cabina di consegna con entra-esci in cavo interrato; - Linea in cavo sotterraneo Al 185 mm 2 su strada asfaltata con riempimenti in inerte naturale e ripristini (esclusi costi delle servitù): 35m; - Linea di cavo sotterraneo Al 185 mm 2 su terreno naturale (esclusi costi della servitù):35m. La linea di collegamento tra l impianto e la cabina ENEL presenta una lunghezza molto limitata e fuoriesce dal area interessata dall attività di discarica solamente per la larghezza della strada. GESTIONE DELLE AZIONI CAUSATE DAL PROCESSO PRODUTTIVO Fenomeno di abbagliamento Tale fenomeno è stato registrato esclusivamente per le superfici fotovoltaiche a specchio montate sulle architetture verticali degli edifici. Vista l inclinazione contenuta (pari a circa il 30%), si considera ininfluente un fenomeno di abbagliamento per gli impianti posizionati su suolo nudo. Inoltre i nuovi sviluppi tecnologici per la produzione delle celle fotovoltaiche, fanno sì che aumentando il coefficiente di efficienza delle stesse, diminuisca ulteriormente la quantità di luce riflessa (riflettenza superficiale caratteristica del pannello) e conseguentemente la probabilità di abbagliamento. Non esistono studi che analizzino la possibilità di generazione di incendi per effetto della riflessione dei raggi solari (principio degli specchi ustori di Archimede), e in ogni caso la riflessione dei pannelli stessi si perde a cielo libero. Inoltre l inclinazione e il posizionamento dei pannelli non disturba ne strade ne centri abitati. Variazione del campo termico Ogni pannello fotovoltaico genera nel suo intorno un campo termico che può arrivare anche a temperature dell'ordine di 70 C. Questo comporta la variazione del microclima sottostante i pannelli ed il riscaldamento dell'aria. Per questo motivo è garantita una sufficiente circolazione d'aria al di sotto dei pannelli, per semplice moto convettivo o per aerazione naturale, tale surriscaldamento non causa particolari modificazioni ambientali. Occupazione del suolo Uno degli impatti più rilevanti nell'installazione di un parco fotovoltaico è rappresentato dall'occupazione del suolo. 35

264 Nel nostro caso questo impatto viene superato, anzi si riesce ad utilizzare un terreno di altrimenti difficile impiego. Impatti in fase di dismissione dell impianto Gli impatti della fase di dismissione dell'impianto sono relativi alla produzione di rifiuti essenzialmente dovuti a: - Dismissione dei pannelli fotovoltaici di silicio cristallino; - Dismissione dei telai in alluminio (supporto dei pannelli); - Dismissione dei supporti in HDPE - Dismissione di eventuali cavidotti ed altri materiali elettrici (compresa la cabina di trasformazione BT/MT in prefabbricato). Accortezze: in fase di dismissione degli impianti fotovoltaici, le varie parti dell'impianto dovranno essere separate in base alla composizione chimica in modo da poter riciclare il maggior quantitativo possibile dei singoli elementi, quali alluminio e silicio, presso ditte che si occupano di riciclaggio e produzione di tali elementi; i restanti rifiuti dovranno essere inviati in discarica autorizzata. APPENDICE A Gli impianti fotovoltaici e i relativi componenti devono rispettare, ove di pertinenza, le prescrizioni contenute nelle seguenti norme di riferimento, comprese eventuali varianti, aggiornamenti ed estensioni emanate successivamente dagli organismi di normazione citati. Si applicano inoltre i documenti tecnici emanati dai gestori di rete riportanti disposizioni applicative per la connessione di impianti fotovoltaici collegati alla rete elettrica e le prescrizioni di autorità locali, comprese quelle dei VVFF. Leggi e decreti Normativa generale Decreto Legislativo n. 504 del , aggiornato : Testo Unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative. Decreto Legislativo n. 387 del : attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità. Legge n. 239 del : riordino del settore energetico, nonchè delega al Governo per il riassetto delle disposizioni vigenti in materia di energia. Decreto Legislativo n. 192 del : attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico nell'edilizia. Decreto Legislativo n. 311 del : disposizioni correttive ed integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell'edilizia. Decreto Legislativo n. 26 del : attuazione della direttiva 2003/96/CE che ristruttura il quadro comunitario per la tassazione dei prodotti energetici e dell'elettricità. Decreto Legge n. 73 del : testo coordinato del Decreto Legge 18 giugno 2007, n. 73. Decreto Legislativo del : attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE. 36

265 Decreto : disposizioni in materia di incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Legge n. 99 del 23 luglio 2009: disposizioni per lo sviluppo e l'internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia. Legge 13 Agosto 2010, n. 129 (GU n. 192 del ): Conversione in legge, con modificazioni, del decretolegge 8 luglio 2010, n. 105, recante misure urgenti in materia di energia. Proroga di termine per l'esercizio di delega legislativa in materia di riordino del sistema degli incentivi. (Art. 1-septies Ulteriori disposizioni in materia di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili) Decreto legislativo del 3 marzo 2011, n. 28: Attuazione della direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili. Sicurezza D.Lgs. 81/2008: (testo unico della sicurezza): misure di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e succ. mod. e int. DM 37/2008: sicurezza degli impianti elettrici all'interno degli edifici. Secondo conto energia Decreto : criteri e modalità per incentivare la produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare, in attuazione dell'articolo 7 del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n Legge n. 244 del (Legge finanziaria 2008): disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato. Decreto Attuativo Finanziaria DM 02/03/2009: Disposizioni in materia di incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Terzo conto energia Decreto 6 agosto 2010: Incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Norme tecniche Normativa fotovoltaica CEI Edizione terza (2010): guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di Media e Bassa Tensione. CEI EN (CEI 82-1): dispositivi fotovoltaici Parte 1: Misura delle caratteristiche fotovoltaiche tensionecorrente. CEI EN (CEI 82-2): dispositivi fotovoltaici - Parte 2: Prescrizione per le celle fotovoltaiche di riferimento. CEI EN (CEI 82-3): dispositivi fotovoltaici - Parte 3: Principi di misura per sistemi solari fotovoltaici per uso terrestre e irraggiamento spettrale di riferimento. CEI EN (CEI 82-8): moduli fotovoltaici in silicio cristallino per applicazioni terrestri. Qualifica del progetto e omologazione del tipo. 37

266 CEI EN (82-12): moduli fotovoltaici (FV) a film sottile per usi terrestri - Qualifica del progetto e approvazione di tipo. CEI EN (CEI 82-15): rilievo delle prestazioni dei sistemi fotovoltaici - Linee guida per la misura, lo scambio e l'analisi dei dati. CEI EN (CEI 82-27): Qualificazione per la sicurezza dei moduli fotovoltaici (FV) - Parte 1: Prescrizioni per la costruzione. CEI EN (CEI 82-28): Qualificazione per la sicurezza dei moduli fotovoltaici (FV) - Parte 2: Prescrizioni per le prove. CEI EN (82-30): Moduli e sistemi fotovoltaici a concentrazione (CPV) - Qualifica di progetto e approvazione di tipo. CEI EN (CEI 82-24): componenti di sistemi fotovoltaici - moduli esclusi (BOS) - Qualifica di progetto in condizioni ambientali naturali. CEI EN (CEI 82-22): fogli informativi e dati di targa per moduli fotovoltaici. CEI EN (CEI 82-31): Connettori per sistemi fotovoltaici - Prescrizioni di sicurezza e prove. CEI EN (CEI 82-34): Fogli informativi e dati di targa dei convertitori fotovoltaici. CEI EN (CEI 82-35): Rendimento globale degli inverter per impianti fotovoltaici collegati alla rete elettrica. EN (CEI 82-38): Grid connected photovoltaic systems - Minimum requirements for system documentation, commissioning tests and inspection. CEI 20-91: Cavi elettrici con isolamento e guaina elastomerici senza alogeni non propaganti la fiamma con tensione nominale non superiore a V in corrente alternata e V in corrente continua per applicazioni in impianti fotovoltaici. UNI 8477: energia solare - Calcolo degli apporti per applicazioni in edilizia - Valutazione dell'energia raggiante ricevuta. UNI 10349: riscaldamento e raffrescamento degli edifici. Dati climatici. Altra normativa sugli impianti elettrici CEI 0-2: guida per la definizione della documentazione di progetto per impianti elettrici. CEI 0-16: regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti AT ed MT delle imprese distributrici di energia elettrica. CEI 11-20: impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati a reti di I e II categoria. CEI EN (CT 311-1): Prescrizioni per la connessione di micro-generatori in parallelo alle reti di distribuzione pubblica in bassa tensione. CEI 64-8: impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua. CEI EN (CEI 37-1): Scaricatori - Parte 1: Scaricatori a resistori non lineari con spinterometri per sistemi a corrente alternata. CEI EN (CEI 17-13): apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT). CEI EN (CEI 16-2): Principi base e di sicurezza per l'interfaccia uomo-macchina, marcatura e identificazione - Individuazione dei morsetti e degli apparecchi e delle estremità dei conduttori designati e regole generali per un sistema alfanumerico. 38

267 CEI EN (CEI 70-1): Gradi di protezione degli involucri (codice IP). CEI EN (CEI 77-2): disturbi nelle reti di alimentazione prodotti da apparecchi elettrodomestici e da equipaggiamenti elettrici simili - Parte 1: Definizioni. CEI EN (CEI ): compatibilità elettromagnetica (EMC) - Parte 3: Limiti - Sezione 2: Limiti per le emissioni di corrente armonica (apparecchiature con corrente di ingresso " = 16 A per fase). CEI EN (CEI 13-43): apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Prescrizioni particolari - Parte 21: Contatori statici di energia attiva (classe 1 e 2). CEI EN (CEI 13-45): apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Prescrizioni particolari - Parte 23: Contatori statici di energia reattiva (classe 2 e 3). CEI EN (CEI 13-52): Apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Parte 1: Prescrizioni generali, prove e condizioni di prova - Apparato di misura (indici di classe A, B e C). CEI EN (CEI 13-54): Apparati per la misura dell'energia elettrica (c.a.) - Parte 3: Prescrizioni particolari - Contatori statici per energia attiva (indici di classe A, B e C). CEI EN (CEI 81-10): protezione contro i fulmini. CEI 81-3: Valori medi del numero di fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato. CEI 20-19: Cavi isolati con gomma con tensione nominale non superiore a 450/750 V. CEI 20-20: Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale non superiore a 450/750 V. CEI 13-4: Sistemi di misura dell'energia elettrica - Composizione, precisione e verifica. CEI UNI EN ISO/IEC 17025:2008: Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e di taratura. Delibere AEEG Connessione Delibera ARG-elt n : condizioni tecniche per la connessione alle reti di distribuzione dell'energia elettrica a tensione nominale superiore ad 1 kv. Delibera ARG-elt n : disposizioni inerenti l'applicazione della deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas ARG/elt 33/08 e delle richieste di deroga alla norma CEI 0-16, in materia di connessioni alle reti elettriche di distribuzione con tensione maggiore di 1 kv. Ritiro dedicato Delibera ARG-elt n : modalit e condizioni tecnico-economiche per il ritiro dell'energia elettrica ai sensi dell'articolo 13, commi 3 e 4, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n , e del comma 41 della legge 23 agosto 2004, n Servizio di misura Delibera ARG-elt n : disposizioni in materia di misura dell'energia elettrica prodotta da impianti di generazione. Tariffe Delibera ARG-elt n : condizioni per l'erogazione del pubblico servizio di dispacciamento dell'energia elettrica sul territorio nazionale e per l'approvvigionamento delle relative risorse su base di merito economico, ai sensi degli articoli 3 e 5 del decreto legislativo 16 marzo 1999, n

268 Delibera ARG-elt n : approvazione del Testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di vendita dell'energia elettrica di maggior tutela e di salvaguardia ai clienti finali ai sensi del decreto legge 18 giugno 2007, n. 73/07. Allegato A -TIV- Delibera ARG-elt n : testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di vendita dell'energia elettrica di maggior tutela e di salvaguardia ai clienti finali ai sensi del Decreto Legge 18 giugno 2007 n. 73/07. Delibera ARG-elt n : testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica per il periodo di regolazione e disposizioni in materia di condizioni economiche per l'erogazione del servizio di connessione. Allegato A -TIT- Delibera n : testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica. Allegato B -TIC- Delibera n (ex 30-08): condizioni economiche per l'erogazione del servizio di connessione. Deliberazione ARG-elt n : Aggiornamento per l'anno 2011 delle tariffe per l'erogazione dei servizi di trasmissione, distribuzione e misura dell'energia elettrica e delle condizioni economiche per l'erogazione del servizio di connessione. Aggiornamento della componente UC6. Allegato A -TIS- Delibera ARG-elt n (aggiornato): Testo integrato delle disposizioni dell'autorità per l'energia elettrica e il gas in ordine alla regolazione delle partite fisiche ed economiche del servizio di dispacciamento (Settlement). Deliberazione ARG-elt : Aggiornamento per l'anno 2011 dei corrispettivi di dispacciamento di cui agl articoli 45, 46, 48 e 73 dell'allegato A alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 9 giugno 2006, n. 111/06. Modificazioni per l'anno 2011 delle disposizioni di cui all'allegato A alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 9 giugno 2006, n. 111/06 e dell'allegato A alla deliberazione 30 luglio 2009, ARG/elt 107/09 (Testo Integrato Settlement, TIS). Deliberazione ARG-elt : Aggiornamento per il trimestre gennaio - marzo 2011 delle condizioni economiche del servizio di vendita di maggior tutela, determinazione del corrispettivo a copertura dei costi di funzionamento di Acquirente unico S.p.A. per l'attività di acquisto e vendita di energia elettrica per i clienti in maggior tutela a titolo di acconto per l'anno 2011 e modifiche al TIV. Deliberazione ARG-com : Aggiornamento per il trimestre gennaio - marzo 2011 delle componenti tariffarie destinate alla copertura degli oneri generali e di ulteriori componenti del settore elettrico e del settore gas e disposizioni alla Cassa conguaglio per il settore elettrico. Delibera ARG-elt n : determinazione dell'autorità in merito alle richieste di ammissione al regime di reintegrazione dei costi presentate dagli utenti del dispacciamento ai sensi dell'articolo 63, comma 63.11, dell'allegato A alla deliberazione n. 111/06 per l'anno 2011 e seguenti, nonchè modificazioni e integrazioni alla deliberazione medesima. TICA Delibera ARG-elt n.90-07: attuazione del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 19 febbraio 2007, ai fini dell'incentivazione della produzione di energia elettrica mediante impianti fotovoltaici. 40

269 Delibera ARG-elt n TICA: testo integrato delle condizioni tecniche ed economiche per la connessione alle reti elettriche con obbligo di connessione di terzi degli impianti di produzione di energia elettrica (Testo integrato delle connessioni attive - TICA). Delibera ARG-elt n : Modifiche delle modalità e delle condizioni per le comunicazioni di mancato avvio dei lavori di realizzazione degli impianti di produzione di energia elettrica di cui alla deliberazione ARG- elt (TICA). Deliberazione 4 agosto ARG/elt 124/10: Istituzione del sistema di Gestione delle Anagrafiche Uniche Degli Impianti di produzione e delle relative unità (GAUDÞ) e razionalizzazione dei flussi informativi tra i vari soggetti operanti nel settore della produzione di energia elettrica. Deliberazione 4 agosto ARG/elt 125/10: Modifiche e integrazioni alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas ARG/elt 99/08 in materia di condizioni tecniche ed economiche per la connessione alle reti con obbligo di connessione di terzi degli impianti di produzione (TICA). Deliberazione ARG-elt n : attuazione del decreto del Ministro dello Sviluppo Economico, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 6 agosto 2010, ai fini dell'incentivazione della produzione di energia elettrica mediante conversione fotovoltaica della fonte solare. Delibera ARG-elt n : integrazione dell'allegato A alla deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 20 ottobre 2010, ARG/elt 181/10, ai fini dell'attivazione degli indennizzi previsti dal decreto ministeriale 6 agosto 2010 in materia di impianti fotovoltaici. TISP Delibera ARG-elt n : definizione del soggetto attuatore e delle modalità per l'erogazione delle tariffe incentivanti degli impianti fotovoltaici, in attuazione dell'articolo 9 del decreto del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, 28 luglio 2005 (deliberazione n. 188/05). Delibera ARG-elt n : modificazione ed integrazione della deliberazione dell'autorità per l'energia elettrica e il gas 14 settembre 2005, n. 188/05 in materia di misura dell'energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici. Delibera ARG-elt n TISP: testo integrato delle modalità e delle condizioni tecnico-economiche per lo scambio sul posto (TISP). Delibera ARG-elt n.1-09: attuazione dell'articolo 2, comma 153, della legge n. 244/07 e dell'articolo 20 del decreto ministeriale 18 dicembre 2008, in materia di incentivazione dell'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili tramite la tariffa fissa onnicomprensiva e di scambio sul posto. TEP Delibera EEN 3/08: aggiornamento del fattore di conversione dei kwh in tonnellate equivalenti di petrolio connesso al meccanismo dei titoli di efficienza energetica. PREZZI MINIMI Prezzi minimi garantiti per l'anno AGENZIA DELLE ENTRATE Circolare n. 46/E del 19/07/2007: articolo 7, comma 2, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n Disciplina fiscale degli incentivi per gli impianti fotovoltaici. Circolare n. 66 del 06/12/2007: tariffa incentivante art. 7, c. 2, del decreto legislativo 29 dicembre 2003, n Circolare n. 46/E del 19 luglio 2007 Precisazione. 41

270 Circolare n. 38/E del 11/04/2008: articolo 1, commi , della legge 27 dicembre 2006, n Credito d'imposta per acquisizioni di beni strumentali nuovi in aree svantaggiate. Risoluzione n. 21/E del 28/01/2008: istanza di Interpello- Aliquota Iva applicabile alle prestazioni di servizio energia - nn. 103) e 122) della Tabella A, Parte terza, d.p.r. 26/10/1972, n Alfa S.p.A. Risoluzione n. 22/E del 28/01/2008: istanza di Interpello - Art. 7, comma 2, d. lgs. vo n. 387 del 29 dicembre Risoluzione n. 61/E del 22/02/2008: trattamento fiscale ai fini dell'imposta sul valore aggiunto e dell'applicazione della ritenuta di acconto della tariffa incentivante per la produzione di energia fotovoltaica di cui all'art. 7, comma 2, del d.lgs. n. 387 del 29 dicembre Risoluzione n. 13/E del 20/01/2009: istanza di interpello - Art. 11 Legge 27 luglio 2000, n. 212 Gestore dei Servizi Elettrici, SPA -Dpr 26 ottobre 1972, n. 633 e Dpr 22 dicembre 1986, n Risoluzione n. 20/E del 27/01/2009: interpello - Art. 11 Legge 27 luglio 2000, n ALFA - art.9, DM 2 febbraio Circolare del 06/07/2009 n. 32/E: imprenditori agricoli - produzione e cessione di energia elettrica e calorica da fonti rinnovabili agroforestali e fotovoltaiche nonchè di carburanti e di prodotti chimici derivanti prevalentemente da prodotti del fondo: aspetti fiscali. Articolo 1, comma 423, della legge 23 dicembre 2005, n. 266 e successive modificazioni. AGENZIA DEL TERRITORIO Risoluzione n. 3/2008: accertamento delle centrali elettriche a pannelli fotovoltaici. GSE Il CONTO ENERGIA 2011/2013: novità contenute nel decreto ministeriale DM 6 Agosto 2010 Guida alle applicazioni innovative finalizzate all'integrazione architettonica del fotovoltaico terzo conto energia (dicembre 2010). Guida alla richiesta degli incentivi per gli impianti fotovoltaici: Decreto 6 agosto Ed. n. 1 Gennaio Regole tecniche per il riconoscimento delle tariffe incentivanti previste dal dm 6 agosto 2010 terzo conto energia per il fotovoltaico (gennaio 2011). Guida alle applicazioni innovative finalizzate all'integrazione architettonica del fotovoltaico (gennaio 2011). Guida all'utilizzo dell'applicazione web per la richiesta degli incentivi per il fotovoltaico con il "III conto energia" - DM 6/8/2010, Delibera Arg/elt 181/10 Estratto della risoluzione della Agenzia delle Entrate: "trattamento fiscale del contributo in conto scambio di cui alla delibera AEEG n.74/2008". Regole tecniche sulla disciplina dello scambio sul posto, ed. III (gennaio 2011). Prezzi medi mensili per fascia oraria e zona di mercato. TERNA Gestione transitoria dei flussi informativi per GAUDÞ. GAUDÞ - Gestione anagrafica unica degli impianti e delle unità di produzione. FAQ GAUDÞ (Versione aggiornata il 11 aprile 2011). 42

271 I riferimenti di cui sopra possono non essere esaustivi. Ulteriori disposizioni di legge, norme e deliberazioni in materia, anche se non espressamente richiamati, si considerano applicabili. APPENDICE B Definizioni-Rete elettrica Distributore Persona fisica o giuridica responsabile dello svolgimento di attività e procedure che determinano il funzionamento e la pianificazione della rete elettrica di distribuzione di cui è proprietaria. Rete del distributore Rete elettrica di distribuzione AT, MT e BT alla quale possono collegarsi gli utenti Rete BT del distributore Rete a tensione nominale superiore a 50 V fino a V compreso in c.a Rete MT del distributore Rete a tensione nominale superiore a V in c.a. fino a V compreso Utente Soggetto che utilizza la rete del distributore per cedere o acquistare energia elettrica Gestore di rete Il Gestore di rete è la persona fisica o giuridica responsabile, anche non avendone la proprietà della gestione della rete elettrica con obbligo di connessione di terzi a cui è connesso l'impianto (Deliberazione dell'aeeg n. 28/06). Gestore Contraente Il Gestore Contraente è l'impresa distributrice competente nell'ambito territoriale in cui è ubicato l'impianto fotovoltaico (Deliberazione dell'aeeg n. 28/06). Definizioni-Impianto fotovoltaico Angolo di inclinazione (o di Tilt) Angolo di inclinazione del piano del dispositivo fotovoltaico rispetto al piano orizzontale (da IEC/TS 61836). Angolo di orientazione (o di azimut) L'angolo di orientazione del piano del dispositivo fotovoltaico rispetto al meridiano corrispondente. In pratica, esso misura lo scostamento del piano rispetto all'orientazione verso SUD (per i siti nell'emisfero terrestre settentrionale) o verso NORD (per i siti nell'emisfero meridionale). Valori positivi dell'angolo di azimut indicano un orientamento verso ovest e valori negativi indicano un orientamento verso est (CEI EN 61194). BOS (Balance Of System o Resto del sistema) Insieme di tutti i componenti di un impianto fotovoltaico, esclusi i moduli fotovoltaici Generatore o Campo fotovoltaico Insieme di tutte le schiere di moduli fotovoltaici in un sistema dato (CEI EN 61277). Cella fotovoltaica Dispositivo fotovoltaico fondamentale che genera elettricità quando viene esposto alla radiazione solare (CEI EN ). Si tratta sostanzialmente di un diodo con grande superficie di giunzione, che esposto alla radiazione solare si comporta come un generatore di corrente, di valore proporzionale alla radiazione incidente su di esso. Condizioni di Prova Standard (STC) 43

272 Comprendono le seguenti condizioni di prova normalizzate (CEI EN ): - Temperatura di cella: 25 ø ñ2 øcc - Irraggiamento: 1000 W/m2, con distribuzione spettrale di riferimento (massa d'aria AM 1,5). Dispositivo del generatore Dispositivo installato a valle dei terminali di ciascun generatore dell'impianto di produzione (CEI 11-20). Dispositivo di interfaccia Dispositivo installato nel punto di collegamento della rete di utente in isola alla restante parte di rete del produttore, sul quale agiscono le protezioni d'interfaccia (CEI 11-20); esso separa l'impianto di produzione dalla rete di utente non in isola e quindi dalla rete del Distributore; esso comprende un organo di interruzione, sul quale agisce la protezione di interfaccia. Dispositivo generale Dispositivo installato all'origine della rete del produttore e cioè immediatamente a valle del punto di consegna dell'energia elettrica dalla rete pubblica (CEI 11-20). Effetto fotovoltaico Fenomeno di conversione diretta della radiazione elettromagnetica (generalmente nel campo della luce visibile e, in particolare, della radiazione solare) in energia elettrica mediante formazione di coppie elettrone- lacuna all'interno di semiconduttori, le quali determinano la creazione di una differenza di potenziale e la conseguente circolazione di corrente se collegate ad un circuito esterno. Efficienza nominale di un generatore fotovoltaico Rapporto fra la potenza nominale del generatore e l'irraggiamento solare incidente sull'area totale dei moduli, in STC; detta efficienza può essere approssimativamente ottenuta mediante rapporto tra la potenza nominale del generatore stesso (espressa in kwp) e la relativa superficie (espressa in m2), intesa come somma dell'area dei moduli. Efficienza nominale di un modulo fotovoltaico Rapporto fra la potenza nominale del modulo fotovoltaico e il prodotto dell'irraggiamento solare standard (1000 W/m2) per la superficie complessiva del modulo, inclusa la sua cornice. Efficienza operativa media di un generatore fotovoltaico Rapporto tra l'energia elettrica prodotta in c.c. dal generatore fotovoltaico e l'energia solare incidente sull'area totale dei moduli, in un determinato intervallo di tempo. Efficienza operativa media di un impianto fotovoltaico Rapporto tra l'energia elettrica prodotta in c.a. dall'impianto fotovoltaico e l'energia solare incidente sull'area totale dei moduli, in un determinato intervallo di tempo. Energia elettrica prodotta da un impianto fotovoltaico L'energia elettrica (espressa in kwh) misurata all'uscita dal gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata, resa disponibile alle utenze elettriche e/o immessa nella rete del distributore. Gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata (o Inverter) Apparecchiatura, tipicamente statica, impiegata per la conversione in corrente alternata della corrente continua prodotta dal generatore fotovoltaico. Impianto (o Sistema) fotovoltaico Impianto di produzione di energia elettrica, mediante l'effetto fotovoltaico; esso è composto dall'insieme di moduli fotovoltaici (Campo fotovoltaico) e dagli altri componenti (BOS), tali da consentire di produrre energia elettrica e fornirla alle utenze elettriche e/o di immetterla nella rete del distributore. 44

273 Impianto (o Sistema) fotovoltaico collegato alla rete del distributore Impianto fotovoltaico in grado di funzionare (ossia di fornire energia elettrica) quando è collegato alla rete del distributore. Inseguitore della massima potenza (MPPT) Dispositivo di comando dell'inverter tale da far operare il generatore fotovoltaico nel punto di massima potenza. Esso può essere realizzato anche con un convertitore statico separato dall'inverter, specie negli impianti non collegati ad un sistema in c.a. Energia radiante Energia emessa, trasportata o ricevuta in forma di onde elettromagnetiche. Irradiazione Rapporto tra l'energia radiante che incide su una superficie e l'area della medesima superficie. Irraggiamento solare Intensità della radiazione elettromagnetica solare incidente su una superficie di area unitaria. Tale intensità è pari all'integrale della potenza associata a ciascun valore di frequenza dello spettro solare (CEI EN ). Modulo fotovoltaico Il più piccolo insieme di celle fotovoltaiche interconnesse e protette dall'ambiente circostante (CEI EN ). Modulo fotovoltaico in c.a. Modulo fotovoltaico con inverter integrato; la sua uscita è solo in corrente alternata: non è possibile l'accesso alla parte in continua (IEC ). Pannello fotovoltaico Gruppo di moduli fissati insieme, preassemblati e cablati, destinati a fungere da unit installabili (CEI EN 61277). Perdite per mismatch (o per disaccoppiamento) Differenza fra la potenza totale dei dispositivi fotovoltaici connessi in serie o in parallelo e la somma delle potenze di ciascun dispositivo, misurate separatamente nelle stesse condizioni. Deriva dalla differenza fra le caratteristiche tensione corrente dei singoli dispositivi e viene misurata in W o in percentuale rispetto alla somma delle potenze (da IEC/TS 61836). Potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un generatore fotovoltaico Potenza elettrica (espressa in Wp), determinata dalla somma delle singole potenze nominali (o massime o di picco o di targa) di ciascun modulo costituente il generatore fotovoltaico, misurate in Condizioni di Prova Standard (STC). Potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un impianto fotovoltaico Per prassi consolidata, coincide con la potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) del suo generatore fotovoltaico. Potenza nominale (o massima, o di picco, o di targa) di un modulo fotovoltaico Potenza elettrica (espressa in Wp) del modulo, misurata in Condizioni di Prova Standard (STC). Potenza effettiva di un generatore fotovoltaico Potenza di picco del generatore fotovoltaico (espressa in Wp), misurata ai morsetti in corrente continua dello stesso e riportata alle Condizioni di Prova Standard (STC) secondo definite procedure (CEI EN 61829). Potenza prodotta da un impianto fotovoltaico Potenza di un impianto fotovoltaico (espressa in kw) misurata all'uscita dal gruppo di conversione della corrente continua in corrente alternata, resa disponibile alle utenze elettriche e/o immessa nella rete del distributore. Radiazione solare Integrale dell'irraggiamento solare (espresso in kwh/m2), su un periodo di tempo specificato (CEI EN ). Sezioni "...l'impianto fotovoltaico può essere composto anche da sezioni di impianto a condizione che: 45

274 a) all'impianto corrisponda un solo soggetto responsabile; b) ciascuna sezione dell'impianto sia dotata di autonoma apparecchiatura per la misura dell'energia elettrica; c) il soggetto responsabile consenta al soggetto attuatore l'acquisizione per via telematica delle misure rilevate dalle apparecchiature per la misura di cui alla precedente lettera b), qualora necessaria per gli adempimenti di propria competenza. Tale acquisizione può avvenire anche per il tramite dei gestori di rete sulla base delle disposizioni di cui all'articolo 6, comma 6.1, lettera b), della deliberazione n. 88/07; d) a ciascuna sezione corrisponda una sola tipologia di integrazione architettonica di cui all'articolo 2, comma 1, lettere da b1) a b3) del decreto ministeriale 19 febbraio 2007, ovvero corrisponda la tipologia di intervento di cui all'articolo 6, comma 4, lettera c), del medesimo decreto ministeriale; e) la data di entrata in esercizio di ciascuna sezione sia univocamente definibile..." (ARG-elt 161/08). Soggetto responsabile Il soggetto responsabile è la persona fisica o giuridica responsabile della realizzazione e dell'esercizio dell'impianto fotovoltaico. Sottosistema fotovoltaico Parte del sistema o impianto fotovoltaico; esso è costituito da un gruppo di conversione c.c./c.a. e da tutte le stringhe fotovoltaiche che fanno capo ad esso. Stringa fotovoltaica Insieme di moduli fotovoltaici collegati elettricamente in serie per ottenere la tensione d'uscita desiderata. Temperatura nominale di lavoro di una cella fotovoltaica (NOCT) Temperatura media di equilibrio di una cella solare all'interno di un modulo posto in particolari condizioni ambientali (irraggiamento: 800 W/m2, temperatura ambiente: 20 C, velocità del vento: 1 m/s), elettricamente a ci rcuito aperto ed installato su un telaio in modo tale che a mezzogiorno solare i raggi incidano normalmente sulla sua superficie esposta (CEI EN ). Articolo 2, comma 2 (D. Lgs. N del )79 Autoproduttore è la persona fisica o giuridica che produce energia elettrica e la utilizza in misura non inferiore al 70% annuo per uso proprio ovvero per uso delle società controllate, della società controllante e delle società controllate dalla medesima controllante, nonché per uso dei soci delle società cooperative di produzione e distribuzione dell'energia elettrica di cui all'articolo 4, numero 8, della legge 6 dicembre 1962, n. 1643, degli appartenenti ai consorzi o società consortili costituiti per la produzione di energia elettrica da fonti energetiche rinnovabili e per gli usi di fornitura autorizzati nei siti industriali anteriormente alla data di entrata in vigore del decreto. Art. 9, comma 1 (D. Lgs. N del ) L'attivit à di distribuzione79 Le imprese distributrici hanno l'obbligo di connettere alle proprie reti tutti i soggetti che ne facciano richiesta, senza compromettere la continuità del servizio e purchè siano rispettate le regole tecniche nonchè le deliberazioni emanate dall'autorità per l'energia elettrica e il gas in materia di tariffe, contributi ed oneri. Le imprese distributrici operanti alla data di entrata in vigore del presente decreto, ivi comprese, per la quota diversa dai propri soci, le società cooperative di produzione e distribuzione di cui all'articolo 4, numero 8, della legge 6 dicembre 1962, n. 1643, continuano a svolgere il servizio di distribuzione sulla base di concessioni rilasciate entro il 31 marzo 2001 dal Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato e aventi scadenza il 31 dicembre Con gli stessi provvedimenti sono individuati i responsabili della gestione, della manutenzione e, se necessario, dello sviluppo delle reti di distribuzione e dei relativi dispositivi di interconnessione, che devono mantenere il segreto sulle informazioni commerciali riservate; le concessioni prevedono, tra l'altro, misure di incremento dell'efficienza energetica degli usi finali di energia secondo obiettivi quantitativi determinati con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato di concerto con il Ministro dell'ambiente entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. Definizione di Edificio: ".un sistema costituito dalle strutture edilizie esterne che delimitano uno spazio di volume definito, dalle strutture interne che ripartiscono detto volume e da tutti gli impianti e dispositivi tecnologici che si trovano stabilmente al suo interno; la superficie esterna che delimita un edificio può confinare con tutti o alcuni di questi 46

275 elementi: l'ambiente esterno, il terreno, altri edifici; il termine può riferirsi a un intero edificio ovvero a parti di edificio progettate o ristrutturate per essere utilizzate come unità immobiliari a se stanti". (D. Lgs. n. 192 del 19 agosto 2005, articolo 2). 47

276 Quadro di riferimento ambientale ANALISI DELLA COMPONENTE SUOLO, SOTTOSUOLO E ACQUE SOTTERRANEE L area della discarica di Piangipane è ubicata nel comune di Ravenna, a circa 4,8 Km a Est del centro abitato di Ravenna e a circa 5.2 Km a SSE della frazione di Mezzano. 1 Inquadramento IGM 223SW Per quanto riguarda l idrografia superficiale, sono presenti presso l area fossi di scolo minori e lo scolo Canale a Nord. Il Fiume più vicino è il Lamone che scorre alla distanza di 6 km a Ovest. Sulla base del Piano Stralcio per il Rischio Idrogeologico, l area di impianto si trova in una zona a moderata probabilità di esondazione, in Figura 2: Estratto Piano Stralcio Rischio Idrogeologico 48

277 particolare Aree di potenziale allagamento, trovandosi tra il fiume Montone e il fiume Lamone. Caratteristiche geomorfologiche, geologiche e idrogeologiche Il sito di progetto ricade all interno di un area perfettamente pianeggiante a quote comprese tra m circa sul livello del mare. Esso è caratterizzato da un punto di vista geologico da depositi alluvionali di pianura di natura limosoargillosa, riconducibili all Unità di Modena. Dal punto di vista pedologico, il sito ricade all interno delle delineazioni dei suoli La Boaria, di natura argilloso limosa. Sulla base di prove penetrometriche condotte presso l area e pubblicate dalla regione Emilia Romagna, la falda è stata rilevata a quote indicativamente di 2 m dal piano campagna. Modalità costruttive del capping Il capping della discarica di Piangipane, secondo gli elaborati del progetto, è composto da circa 2 m di terreno e/o materiale di riporto a partire dalla superficie regolarizzata dei rifiuti inerti. Interferenze con il sistema geologico e idrogeologico locale Il progetto è stato modificato per ridurre la struttura fondale dei pannelli al fine di limitarne l impatto. 49

278 Infatti i pannelli saranno sostenuti di 3 piedi posti su tre fondazioni a plinto di dimensione 3 x 0,8 metri (si vedano sezioni allegate) appoggiate al terreno. Il peso dell intera vela è di 20 kg e quindi il carico unitario sul terreno trasmesso da ogni plinto è: 20/(80x300x3) = 0,00027 kg/cm 2. I plinti saranno posti sul terreno opportunamente preparato mediante pochi cm di scotico e rullatura per il livellamento e per il mantenimento del deflusso delle acque superficiali. Lo scotico sarà limitato ai pochi cm di profondità del terreno interessato dall apparato radicale della vegetazione esistente. MODELLO GEOTECNICO Considerando le modalità d intervento sopra esposte, il modello geotecnico realizzato nella precedente relazione, può essere aggiornato considerando anche il fenomeno dei cedimenti. La stratigrafia schematica della discarica è la seguente: Non essendo possibile condurre indagini geognostiche all interno di un corpo di discarica, si confermano i valori geotecnici prodotti nella precedente relazione: Livello Descrizione γ ϕ cu E m t/m 3 Kg/cm 2 Kg/cm Terreno Inerti Limi e argille Data l esiguo carico unitario sul terreno e i valori geotecnici sopra riportati l intervento con le fondazioni sopra descritte è possibile senza creare elementi di instabilità. Per quanto concerne la tematica dei cedimenti, si consideri che la cava è terminata da circa 10 anni e quindi i terreni limosi e argillosi sottostanti hanno avuto tutto il tempo di assorbire gli eventuali cedimenti indotti dal carico degli inerti riportati. 50

279 325 Casadio & Co geologia acustica ambiente Il carico aggiunto dal peso dei pannelli è così ridotto per cui si prevedono cedimenti irrilevanti. PIAN GIPAN E SIMULAZIONE FUTURA ACCESSO ENEL ALLE CABI NE URBA NI ZZAZI ONE E RELATI VE FASCE DI RIS PETTO A LLEGATO 2B3 SCHEDA POC NUOVA SIEPE MI TI GA NTE A CCE SSO SECONDARI O PALO FINE LI NEA DIREZIONI DI SCOLO DELLE ACQUE METEORICHE S.S. SAN VITALE DISTANZA DELL' AREA OCCUPATA DAI PANNELLI FOTOVOLTAICI DAL LIMITE D' INTE RVE NTO FILARE DI ALBE RI ES IS TE NTE CAB INA ENE L CA BI NA UTENTE SOLHA R PI ANGI PANE FILARE DI ALBERI ESI STENTE NUOVA SIEPE MITI GANTE NUOVA SIEPE MI TI GA NTE FA SCI A DI RI SPE TTO PA RI A 5 mt. DISTANZA DELL' AREA OCCUPATA DAI PA NNE LLI FOTOVOLTA ICI, ZNS HI NE MONOCRISTALLINO 260 Wp, DAL LIMITE DI I NTE RVE NTO 51

280 PARTICOLARE SEZIONI STRUTTURALI PANNELLI Scala 1:25 157,5 157,5 20, ,5 157,5 157,5 4,5 4,5 PA NNE LLO FOTOVOLTAICO ZNSHINE SOLAR ,5 ZX5M MONOCRI STA LLINO 260 Wp STRUTTURA di SOSTEGNO PANNELLI ,0 STRUTTURA DI SOSTEGNO IN C.A ,6 4 36, PARTICOLARE PROSPETTO VELA FOTOVOLTAICO Scala 1:25 80 STRUTTUR A DI SOSTEGNO IN C.A. ARGINE MITIGANTE ALTEZZA Mt. 2, AREA OCCUPATA DALLE PLATEE IN C.A. DELLE VELE FV: Mq.3.00 x Mq.0.80 = 2.40Mq./platea x n 3/vela x n 3 58 vele Fv. Tot. Mq occupati dalle platee sulla discarica , 0 L impianto fotovoltaico viene completamente edificato entro il perimetro dell area di discarica. 52

281 L impianto fotovoltaico, inteso nella sua completezza (pannelli, strutture di sostegno, drenaggi, cabina elettrica e cavi di connessione) non apporta modificazioni al sistema geologico e idrogeologico della zona, poiché non ha alcuna interferenza diretta né indiretta con essi. Le interferenze dirette si possono avere solamente nei confronti del capping e degli inerti immediatamente al di sotto. Come specificatamente descritto nel Progetto dell Impianto fotovoltaico, le strutture che reggono i pannelli fotovoltaici sono dei piedi di dimensione 3 x 0.8, e di altezza 0.33 m, appoggiati sulla superficie del capping, dopo una leggera operazione di scotico. Il sistema dei pannelli fotovoltaici non è comunque un sistema rigido e pertanto è in grado di sopportare, senza alterazioni sostanziali, i cedimenti a cui il corpo rifiuti potrebbe ancora subire. ACQUE SUPERFICIALI Aspetti qualitativi dei corsi d acqua ARPA svolge periodicamente dei controlli presso alcuni punti significativi di tutta la reta fluviale della Regione Emilia Romagna e quindi anche della provincia di Ravenna. Ai sensi del Dlgs 152/99 quindi a ciascuna stazione indagata viene attribuita la classificazione ecologica (SECA) peggiore tra quelle indicate dai parametri macrodescrittori (LIM) e dall indice biotico I.B.E. Il sito più vicino all area di studio, su cui sono state svolte delle analisi, è il Fiume Lamone, nel punto del Ponte 100 m. I dati del 2008, i più recenti ritrovati indicano un valore di LIM pari a 285, indicativo di uno stato di qualità buono, gli indicatori IBE (5) e SECA mostrano invece condizioni scadenti. Sintesi degli impatti sui corsi d acqua In conclusione, va sottolineato che l impianto in esame non produrrà alcune alterazione a carico della rete idrica superficiale, né dal punto di vista idraulico, né tantomeno da quello della qualità delle acque. VEGETAZIONE E FLORA La vegetazione del territorio Lo studio del territorio è stato effettuato tramite una preliminare analisi aerofotogrammetria e da una successiva indagine in sito. L area in cui verrà operato l intervento si colloca all interno di un contesto che non vede la presenza di elementi floristici di interesse naturalistico. L area di discarica presenta una copertura a prato incolto, mentre nell intorno, in particolar modo a SW le attività di ripristino della passata attività di cava hanno realizzato rimboschimenti con essenze comuni e tipiche dell area: salici, aceri, olmi... 53

282 Potenziali Interferenze dell impianto sulla vegetazione L opera non sembra poter avere alcun impatto dell opera sulla vegetazione né sull aspetto complessivo del paesaggio. FAUNA Le forme di vita animale che popolano i territori analizzati sono di scarso rilievo naturalistico. L area di discarica non costituisce un habitat per le specie faunisitiche presenti nell area. Il sito non ricade all interno di aree SIC o ZPS, ma può essere considerato come area di corridoio tra aree suddette presenti nel territorio ravennate, soprattutto relativo all avifauna. A tal proposito è avviata una pratica di prevalutazione di incidenza, concomitante alla presente pratica di screening. Gli impatti potenziali sulla componente faunistica L analisi della componente ha cercato di individuare specifiche problematiche associate ad effetti di abbagliamento, senza peraltro trovare riscontro in letteratura o nella documentazione disponibile in rete e pressi i siti dedicati. 54

283 Le specie migratrici che attraversano il sito durante gli spostamenti pre riproduttivi o post riproduttivi potranno subire un incidenza negativa relativamente alla possibile confusione dei pannelli solari con gli specchi d acqua, anche se tale eventualità è scarsamente documentata e supportata da bibliografia scientifica (Royal Society for the Protection of Birds, March 2011 Solar Power ). Ulteriori impatti sono stati individuati nella riduzione di superficie quale sito di alimentazione per i granivori e indirettamente gli insettivori, che può essere individuata nella superficie interessata dalla disposizione dei pannelli fotovoltaici. Si conclude affermando che il progetto di realizzazione dell impianto fotovoltaico con potenza di 1MWp non rappresenta un fattore di rischio per la fauna locale. Si allega al presente studio a pre-valutazione di incidenza già effettuata in fase di screening. PAESAGGIO Introduzione Il concetto di paesaggio assume una pluralità di significati, non sempre di immediata identificazione, che fanno riferimento sia al quadro culturale e naturalistico, sia alla disciplina scientifica che ne fa uso. Il paesaggio infatti è costituito da forme concrete, oggetto della visione di chi ne è circondato, ma anche dalla componente riconducibile all immagine mentale, ovvero alla percezione umana. Anche a livello normativo, per molto tempo non è esistita, di fatto, alcuna definizione univoca, poiché sia le leggi n del 1939 (beni ambientali e le bellezze d insieme) e n del 1939 (beni culturali) sia la successiva legge n. 431 del1985 ( legge Galasso ) tendevano a ridurre il paesaggio ad una sommatoria di fattori antropici e geografici variamente distribuiti sul territorio. Solo di recente la Convenzione Europea del Paesaggio (Firenze, 2000) e il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio (D.Lgs. n. 42/2004) hanno definito in modo sufficientemente organico il concetto di paesaggio. L art. 1 della Convenzione Europea indica che paesaggio designa una determinata parte del territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. Il codice dei Beni Culturali e del Paesaggio ha fatto proprie le indicazioni della Convenzione Europea e all art. 131 afferma: - per paesaggio si intende una parte omogenea di territorio i cui caratteri derivano dalla natura, dalla storia umana o dalle reciproche interrelazioni; - la tutela e la valorizzazione del paesaggio salvaguardano i valori che esso esprime quali manifestazioni identitarie percepibili. Da queste definizioni si desume che è di fondamentale importanza, per l analisi di un paesaggio, lo studio dell evoluzione dello stesso nel corso dei secoli, e identificazione delle parti omogenee, ovvero delle unità di paesaggio. Per procedere alla valutazione su base storica del paesaggio in un dato territorio è necessario compiere un analisi delle categorie principali di elementi che lo costituiscono: - la morfologia del suolo; - l assetto strutturale e infrastrutturale del territorio (presenza di case, strade, corsi d acqua, opere di 55

284 bonifica e altri manufatti); - le sistemazioni idrauliche agrarie, le dimensioni degli appezzamenti - le coltivazioni e la vegetazione. Quest ultime consentono di individuare anche le già accennate unità di paesaggio, ossia le porzioni omogenee in termini di visualità e percezione in un determinato territorio. Riguardo il valore del paesaggio, è necessario distinguere tra valore intrinseco, ossia percepito sulla base di sensibilità innate, e valore dato dalla nostra cultura. I caratteri del paesaggio sono l unicità, la rilevanza e l integrità, mentre le qualità possono variare da straordinarie, notevoli, interessanti fino a deboli o tipiche degli ambienti degradati. Frideldey (1995) ha cercato di riassumere quali sono i fattori che influenzano l apprezzamento del paesaggio; tra gli attributi del paesaggio che aumentano il gradimento, egli individua la complessità (da moderata ad elevata), le proprietà strutturali di tale complessità (che consentono di individuare un punto focale), la profondità di campo visivo (da media a elevata), la presenza di una superficie del suolo omogenea e regolare, la presenza di viste non lineari, l identificabilità e il senso di familiarità. La qualità del paesaggio della pianura romagnola è andata progressivamente peggiorando negli ultimi decenni sia dal punto di vista percettivo che da quello storico-culturale. La crescita insediativa nella regione negli anni 90 ha assunto ritmi mai registrati in precedenza specie per quanto riguarda la costruzione di fabbricati non residenziali. Vaste porzioni del territorio rurale sono state interessate visivamente dalla presenza di fabbricati (specie di tipo industriale e commerciale) che, per tipologia edilizia, sono fortemente incoerenti con il territorio rurale circostante e ne determinano un degrado profondo e stabile nel tempo. Va anche evidenziato che, al contrario di quanto avvenuto per il boom edilizio degli anni 70, in questo caso la crescita insediativa è avvenuta nell ambito di piani urbanistici adottati dai singoli Comuni e approvati dalla Regione. Il degrado paesaggistico delle zone rurali sperimentato negli anni 90 ha dimostrato chiaramente che la normativa urbanistica in vigore all epoca si è rivelata del tutto incapace di favorire un adeguato grado di tutela del paesaggio, con la sola esclusione di alcune aree di particolare importanza naturalistica, in cui sono stati realizzati parchi e riserve naturali, e, in quanto tali, espressamente tutelate a livello regionale tramite il PTRC. Non va inoltre trascurato che alcuni elementi positivi sono comunque emersi anche negli anni 90 e con il nuovo millennio sul fonte delle politiche agro-ambientali e paesaggistiche. Per la prima volta infatti la politica agricola comunitaria si è fatta carico di un consistente programma finanziario finalizzato alla riduzione dell impatto ambientale delle tecniche produttive agricole ed al miglioramento del paesaggio. Caratteristiche del territorio L'attuale assetto del territorio è il risultato di due principali processi: - una millenaria e diffusa antropizzazione, finalizzata al massimo beneficio agricolo, in condizioni pedologiche ed ambientali favorevoli; - l'espansione urbanistica e infrastrutturale, spesso incontrollata, che ha interessato il territorio della pianura padana negli ultimi 60 anni. 56

285 La foresta mesofila che originariamente occupava gran parte della pianura risultava quasi totalmente scomparsa già in epoca romana. Dopo una parziale espansione della copertura vegetale nell'alto medioevo, il territorio è stato quasi completamente dissodato per lasciar spazio alle attività agricole. Gli effetti di tali azioni comportarono dei cambiamenti non solo degli aspetti naturalistici, ma anche di carattere pedologico: la perdita di sostanza organica, la regimazione delle acque superficiali ecc. I sistemi meno alterati occupano le aree economicamente marginali e in prossimità di zone umide (valli, lagune, alvei e rive fluviali). L'intensità delle alterazioni dell'ambiente naturale è legata al grado di fertilità del terreno e alla loro appetibilità dal punto di vista economico: quanto più le condizioni pedo-climatiche e infrastrutturali sono vantaggiose tanto più l'attività antropica manifesta la sua influenza; al contrario nelle situazioni meno favorevoli (zone umide, colli, aste fluviali ecc.) le attività produttive si riducono o addirittura scompaiono. Le zone trascurate dallo sviluppo industriale e da quello agricolo hanno conservato le loro risorse naturali. Il loro carattere limitante sta nella loro marginalità e frammentarietà. Descrizione particolare dell area di indagine Come già detto, riguardo gli aspetti propriamente paesaggistici, l area è caratterizzata dalla presenza contigua di 4 ambienti: ossia l ambiente agricolo a seminativo, il rimboschimento, l attività di recupero inerti ed i bacini artificiali derivanti dall antica attività di cava. Dal punto di vista infrastrutturale, il sito è prossimo all A14 bis, diramazione per Ravenna ed è accessibile da Via Bartolotte, una via di importanza minore che collega la SP 253 San Vitale a Via Canala. Sono presenti nell area rare abitazioni sparse, alcune a carattere rurale, e il centro urbano più prossimo è Piangipane. Sono presenti inoltre alcune aree produttive di medio - piccole dimensioni immediatamente a sud-ovest del sito di intervento. Sulla base della classificazione delle Unità di Paesaggio inserite nel PTCP, l area di Piangipane ricade all interno dell unità 10 Terre Vecchie, chiamate così perché i terreni compresi all interno dei questa U. di P. sono terreni alti (10-20 metri) rispetto alla quota del livello del mare, perché furono i primi, in tempi remoti, ad essere stati interessati da fenomeni alluvionali in contrapposizione alle terre basse della parte orientale della Provincia, emerse dopo ingenti opere di bonifica. Presso il sito di studio non si rilevano elementi di particolare interesse storico archeologico o paesaggistico ambientale. Nella figura qui di seguito (Fonte Regione Emilia Romagna) esposta sono rappresentati ed evidenziati gli usi del suolo presso il sito di studio aggiornata al 2008, dove l area è erroneamente inquadrata come estrattiva: 57

286 Di seguito si riportano inoltre alcune riprese fotografiche dei luoghi. 58

287 Nelle foto prese presso l area e la foto aerea si ritrovano le constatazioni fatte in precedenza: il paesaggio dominante è quello agricolo dei campi aperti, coltivati principalmente a seminativo. Si ritrovano poi gli alberi realizzati durante la fase di rimboschimento ed i capannoni destinati alle attività produttive. Impatto paesaggistico dell opera Il progetto consiste nella realizzazione di un parco fotovoltaico di tipo non integrato (dunque al livello del suolo, non potendo usufruire di strutture edilizie esistenti), costituito da serie di stringhe di pannelli fotovoltaici di dimensioni contenute che occupano, assieme ai relativi manufatti ed impianti, circa 3 ettari di un area agricola precedentemente adibita a discarica che necessita di riqualificazione ambientale e funzionale. È necessario evidenziare il fatto che l area in esame non presenta particolari valori paesaggistici; non si riscontrano infatti particolari qualità uniche, rilevanti e/o riconducibili ad alto grado di integrità del territorio. La complessità delle forme è medio-bassa, come pure la profondità di campo visivo e la presenza di viste non lineari, tutti fattori di apprezzamento paesaggistico. 59

288 Al di la di ciò, è indubbio il fatto che il progetto vada a modificare l uso dei luoghi, introducendo elementi comunque estranei al paesaggio tipicamente agricolo del territorio ravennate, per cui si riscontra la presenza di impatti di tipo paesaggistico dei quali è necessaria una definizione e descrizione. Per far ciò, nel seguito della trattazione si fa riferimento alle fasi di realizzazione ed esercizio dell opera. Fase di realizzazione Gli impatti riconducibili alla fase di costruzione dell opera sono particolarmente contenuti nel caso in esame. Per la realizzazione dell opera è necessario prevedere un area di cantiere di circa 300 mq, ubicata presso l area per servizi collegati alla discarica, all interno della quale possano essere alloggiati le infrastrutture temporanee per le maestranze a per il magazzino delle apparecchiature da installare in campo. L area sarà recintata e saranno create apposite piste in terra battuta per i mezzi di cantiere. Non sono previste comunque particolari movimentazioni/passaggi di mezzi tali da alterare significativamente le condizioni locali di traffico e dunque la fruizione dei luoghi. Il progetto non comporta sgombro di terreni e/o sbancamenti. I lavori si riducono ad un modesto scavo del terreno fino a cm di profondità solo per l interramento di tubazioni portacavo ad una profondità limitata a circa 30 cm dalla superficie unicamente nel tratto di collegamento dai quadri di campo alla cabina di conversione e controllo. Tale operazioni, in sostanza, non andranno ad alterare la morfologia dei luoghi, già di per sè comunque compromessa dalla presenza della precedente discarica. Si adotteranno in ogni caso in questa fase tutti gli accorgimenti per minimizzare gli impatti sul paesaggio, ad esempio si provvederà al mascheramento delle aree di cantiere, alla localizzazione ottimale di tali aree, in modo da ottimizzare i tempi di esecuzione dell opera e contemporaneamente ridurre al minimo indispensabile l occupazione del suolo. La durata del cantiere è prevista in circa 6 settimane. I potenziali effetti della fase di cantiere sono dunque di carattere temporaneo e reversibile, dato che lo stato dei luoghi e dei terreni sarà riportato alle condizioni originarie alla fine del lavori. Fase di esercizio In riferimento al rapporto opera - paesaggio, per quanto detto in precedenza riguardo la natura del progetto in relazione alla vocazione ed alle caratteristiche dei luoghi, si ritiene di poter affermare, con ragionevole certezza, quanto segue. La nuova opera prevede la riqualificazione di un area di discarica, modificando dunque sia pur con connotazione positiva l uso attuale dei luoghi; tale modifica non si pone però come elemento di sostituzione del paesaggio o come elemento forte, di dominanza. L obiettivo è infatti quello di realizzare un rapporto opera paesaggio di tipo integrativo. In altre parole, la finalità è quella di inserire l opera in modo discreto e coerente nel paesaggio agricolo periurbano ravennate. Le forme tipiche degli ambienti in cui si inserisce il progetto, rimarranno sostanzialmente le stesse. In termini di impatto visivo e percettivo, è necessario evidenziare innanzitutto che l altezza dei pannelli fotovoltaici, orientati verso sud ed inclinati di 30 rispetto il livello del suolo, è di 4,5 m circa da terra. I moduli inoltre sono opachi, non riflettono dunque la luce e sono ben mimetizzati nel terreno circostante. 60

289 Gli elementi maggiormente visibili ed estranei al paesaggio circostante sono costituiti dalle componenti accessorie dell impianto (locali tecnici della cabina elettrica, recinzioni, sistemi di illuminazione). In ogni caso, l inserimento delle nuove strutture sarà attenuato dalla presenza dei manufatti relativi alla discarica e l attività di recupero inerti già esistenti. In termini puramente percettivo-identitari, un elemento positivo non trascurabile è dato dal valore aggiunto ambientale ed etico che la nuova proposta impiantistica può apportare con la propria presenza sul territorio. L osservatore infatti potrà percepire in modo positivo la finalità di riqualificazione di un area degradata e l utilizzo della stessa per scopi maggiormente virtuosi ed in linea con gli obiettivi nazionali di potenziamento della produzione energetica mediante FER. Il progetto stesso potrà contribuire, sia pur entro i propri limiti dimensionali, a diffondere i valori del buon progettare e a porsi come esempio virtuoso di riqualificazione ambientale. L inserimento di un parco fotovoltaico in un area periurbana ancora oggi è percepito come elemento sostanzialmente estraneo al paesaggio agricolo, ma nell immediato futuro, grazie anche al contributo di opere come quella in esame, potrà assumere connotazioni identitarie dei luoghi, avvalorate dalla possibilità/opportunità di recuperare in modo funzionale aree degradate. Considerando infine anche la medio-bassa naturalità dei luoghi, la scarsa rilevanza ed integrità degli stessi in termini paesaggistici, il livello di impatto sul paesaggio non può ritenersi del tutto trascurabile, ma comunque è definibile con ragionevole certezza come contenuto, localizzato, mitigabile e totalmente reversibile, data la natura ed il tempo di vita dell opera (20-30 anni). Riguardo le mitigazioni, la presenza del rimboschimento già in essere costituisce una barriera visiva efficace al sito. Da progetto, infine, è prevista l installazione di una siepe mitigante, al fine di coprire parzialmente l impatto visivo dei pannelli. ATMOSFERA L analisi della componente, per il progetto allo studio, si limita alla definizione del livello qualitativo ante operam, anche se la realizzazione dell impianto fotovoltaico non è destinata a produrre modifiche (se non in modo molto contenuto in fase di cantiere, come si dirà nel seguito) ai livelli attualmente osservabili. Non 61

290 vengono invece presi in considerazione gli aspetti meteoclimatici in quanto non influenti per l opera in progetto. Nel seguito vengono stimati gli effetti derivanti dalla realizzazione dell opera, sia in fase di cantiere che di esercizio, proponendo una valutazione data la tipologia progettuale delle ricadute a livello locale e globale. Stato attuale La Rete Regionale di monitoraggio della Qualità dell Aria (RRQA) è presente sul territorio della Provincia di Ravenna con diverse stazioni di misura, quella più vicina al sito è relativo alla stazione di Zalamella, in contesto di traffico urbano, non propriamente rappresentativo della situazione presente presso il sito. Il territorio urbano di Piangipane ricade all interno dell Agglomerato R9 di Ravenna. Riassumendo quanto esposto sul Rapporto sulla qualità dell aria per la Provincia di Ravenna dell anno 2010 (attualmente il più recente), redatto a cura del Servizio Sistemi Ambientali Area Valutazione e Monitoraggio Aria, Rumore, CEM dell Arpa di Ravenna, i valori del Biossido di Azoto e Ossidi di Azoto, Monossidi di Carbonio e IPA rimangono entro i limiti normativi. Per quanto riguarda le PM 10, nel 2010 il numero di superamenti medio giornaliero di 50 µg/m3 (35 volte all anno) è stato superato. Effetti dell opera In fase di cantiere si potrà verificare un leggero peggioramento della qualità dell aria a livello strettamente locale (area prospiciente il sito di realizzazione delle opere), dovuto ad un aumento nel livello delle polveri causato dalla movimentazione del terreno durante le operazioni di scavo necessarie per la posa dei cavi. L attività è limitata nel tempo oltre che circoscritta spazialmente, per cui il disturbo effettivo dovrebbe essere sostanzialmente contenuto. Irrilevante appare invece il contributo dovuto al movimento dei mezzi meccanici, per il trasporto di mezzi e persone e per l operatività del cantiere: la durata complessiva della fase di costruzione è stimata in sei settimane e il progetto richiede uno sforzo minimo relativamente alle lavorazioni. Anche il movimento delle maestranze da e per il cantiere non è in grado di determinare un aggravio al traffico locale, se non del tutto temporaneo e ridotto. In fase di esercizio l impianto non dà luogo ad alcun tipo di interferenza sulla qualità dell aria. Si registra, invece, un effetto positivo consentito dal progetto. L impianto fotovoltaico consente la riduzione di emissioni in atmosfera delle sostanze che hanno effetto inquinante e che contribuiscono all effetto serra. Emissioni evitate in atmosfera Emissioni evitate in atmosfera di CO 2 SO 2 NO X Polveri Emissioni specifiche in atmosfera [g/kwh] Emissioni evitate in un anno [kg] Emissioni evitate in 20 anni [kg] Fonte dati: Rapporto ambientale ENEL 2008 Studio sul traffico Descrizione della rete viaria 62

291 L area in oggetto è collocata in Via Bartolotte, a Ravenna, ed è raggiungibile teoricamente percorrendo la SP253 oppure la Via Canala, essendo la Via Bartolotte una congiungente le due strade. Si veda l immagine seguente per un migliore dettaglio: La Via Bartolotte è una strada che, se percorsa dalla SP253 è interrotta all altezza del cavalcavia sull autostrada; dunque l unico modo per accedere all area è passare dalla Via Canala. Lo svincolo che regola l accesso alla Via Bartolotte dalla Via Canala è un incrocio a raso, come da immagine seguente: 63

292 e la Via Bartolotte da questo lato si presenta come una strada inizialmente asfaltata poi sterrata. Situazione attuale e di progetto La situazione attuale si presenta già caratterizzata da un discreto livello di traffico dovuto alla presenza di un impianto di lavorazione inerti proprio in area retrostante all area di studio. Nonostante l area si collocata in aperta campagna, la Via Bartolotte presenta già allo stato attuale un movimento veicolare, ascrivibile per la maggior parte a traffico di veicoli pesanti, non irrilevante. Il flusso su questa via si può riassumere come il passaggio di mediamente 15 mezzi all ora, che porta a determinare circa 120 mezzi al giorno. Ora, questa valutazione è basata sull osservazione diretta della durata di un ora nella mattinata di una giornata lavorativa. Occorre tener presente, tuttavia, che il flusso è sempre variabile dunque supporre 10 mezzi all ora come ordine di grandezza può portare a sopravalutare il problema. Si ritiene dunque che una descrizione veritiera e significativa di questa casistica sia quella di assegnare un numero di veicoli pesanti variabile tra 80 mezzi al giorno (mediamente). Per quanto riguarda la situazione di progetto, l istallazione dei pannelli comporta l utilizzo di mezzi pesanti per il trasporto degli stessi e dei mezzi utilizzati dai dipendenti atti all installazione. Tuttavia si ritiene che l apporto più significativo alla congestione del traffico sia rappresentato dal flusso di mezzi pesanti. Come da quanto riportato nell inquadramento progettuale dello screening, si stima un numero pari a 20 camion al giorno utilizzati per le fasi di posizionamento dei vari componenti, e la durata del cantiere è stimata in 6 settimane. Rispetto agli attuali 80 veicoli pesanti che percorrono la strada, dunque, si avrebbe un aumento del 25% del traffico di mezzi pesanti sulla Via Bartolotte. La Via Bartolotte, tuttavia, è una strada chiusa (poiché il 64

293 cavalcavia sull autostrada è attualmente interdetto al traffico) ed è una strada a servizio esclusivamente delle attività ivi presenti, il che non conduce a situazioni di congestione per il traffico locale. Per quanto riguarda la situazione in Via Canala, si consideri che i camion che percorrono la Via Bartolotte saranno gli stessi ad immettersi in Via Canala. Via Canala conta un passaggio attualmente di 5 mezzi pesanti all ora da sommarsi ad un flusso di circa 115 auto/ora. L incremento di 20 camion/ora si ritiene non essere determinante sulla situazione attuale di traffico di Via Canala. Inoltre lo svincolo che rappresenta l immissione di Via Bartolotte su Via Canala risulta essere adeguatamente dimensionato per la situazione attuale e anche per la situazione di cantiere futura, vista la dimensione della carreggiata e dell incrocio. Fondamentale alla valutazione del presente studio è la considerazione della limitata durata nel tempo del cantiere (6 settimane). Conclusioni Si consideri che l area oggetto di installazione dei pannelli è collocata in fondo alla Via Bartolotte (si intende in fondo perché attualmente il cavalcavia sull autostrada è chiuso al traffico), dunque non vi è un flusso di traffico bidirezionale che si avrebbe se la via fosse aperta al traffico. Questo fatto, unito all assenza di abitazioni (e quindi di automobili legate alle residenze) fa in modo che l introduzione dei mezzi pesanti dovuti al cantiere non incida sul normale flusso di traffico, arrecando congestioni veicolari o intoppi. In considerazione di quanto appena detto e del fatto che la strada è percorsa già da mezzi pesanti e che al momento questo flusso non crea situazioni di disagio vista l adeguatezza della Via Bartolotte e dell immissione della stessa in Via Canala, si può concludere che l incremento momentaneo del traffico vista la durata molto limitata nel tempo (6 settimane) sia un fenomeno fisiologico di qualsiasi attività di cantiere. RUMORE Le caratteristiche dell intervento in oggetto (installazione di stringhe di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia da fonte solare), e la sua localizzazione (sul capping di una discarica chiusa e collaudata, in fase di gestione post-mortem), portano ad alcune considerazioni che coinvolgono la componente rumore. La prima consiste nell attuale presenza di attività significative dal punto di vista acustico, che consistono sostanzialmente nello sfalcio del cotico erboso della discarica e soprattutto nell attività di recupero inerti con l impiego del frantoio ed il passaggio degli automezzi in primis. La fase di cantiere sarà ridotta nel tempo e comporterà pochi viaggi per il trasporto dei pannelli e delle strutture; più avanti, per completezza, si riporta comunque una valutazione di impatto acustico relativa alla fase di cantiere. In sintesi, le attività legate alla realizzazione dell impianto e al suo esercizio comporteranno ridottissime emissioni acustiche. Per questi motivi l analisi della componente rumore verrà svolta sulla base delle indicazioni contenute nel Piano di classificazione acustiche del Comune di Ravenna, ritenendo più che sufficienti i rilievi realizzati allo scopo. 65

294 Classificazione acustica dell area in esame e limiti di riferimento I limiti di rumorosità previsti dalla normativa e individuati dalla zonizzazione acustica si possono distinguere in: limiti assoluti di emissione, che rappresenta il valore massimo di rumore che può essere emesso da una specifica sorgente sonora presente in un determinato luogo, in facciata agli edifici o in prossimità di spazi occupati da persone o comunità; limiti assoluti di immissione, che rappresenta il valore massimo di rumore che può essere immesso da una o più sorgenti sonore presente in un determinato luogo, in facciata agli edifici o in prossimità di spazi occupati da persone o comunità. Valori limite di emissione Valori limite di immissione Sulla base della classificazione acustica del Comune di Ravenna, l area di studio ricade in classe IV, Aree di intensa attività umana. Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da inteso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali; le aree con limitata presenza di piccole industrie. 66

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