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1 Il 6 dicembre 2012 con i nostri professori e la 3^ B siamo stati a Napoli per visitare La città della scienza, un museo in cui abbiamo potuto osservare e svolgere esperimenti scientifici su alcuni argomenti studiati anche in classe. La posizione che occupa il museo rispetto alla città è bellissima, infatti andando sulla parte esterna del museo si trova un cortile, che si affaccia sul Golfo di Napoli. Due guide molto esaurienti ci hanno mostrato il museo. La prima ci ha accompagnato durante il percorso La palestra della Scienza in cui abbiamo potuto svolgere numerose attività sperimentali nel campo della Fisica. Durante il percorso la guida chiamava alcuni di noi per realizzare gli esperimenti, tanti di questi sono stati molto interessanti ed entusiasmanti e abbiamo potuto comprendere molti fenomeni. Molti di noi sono stati sottoposti a esperimenti estremamente divertenti che hanno suscitato le risate del resto della classe. In seguito siamo stati accompagnati da una seconda guida in un laboratorio scientifico, dove attraverso attività di gruppo, abbiamo potuto estrarre il DNA da due vegetali quali banana e pomodoro. Siamo stati bravi nell esecuzione dell esperimento con pipette, provette e reagenti e siamo riusciti a isolare il DNA dalle cellule vegetali. E stimolante e affascinante studiare le scienze sperimentando i diversi fenomeni con l uso di strumenti e congegni, anche molto strani, osservando con attenzione ciò che accade, ricercando ipotesi per spiegarli e pervenendo a conclusioni che, in passato grandi scienziati hanno raggiunto, dopo infaticabili e continue prove sperimentali. Vi mostriamo in dettaglio alcuni degli esperimenti svolti.

2 LA PRESSIONE DELL ARIA Gli emisferi di Magdeburgo Gli emisferi di Magdeburgo consistono in due emisferi collegati ciascuno ad un asta in metallo che serve per aprirli. La sfera, quindi, è facilmente apribile grazie alle due aste. Se chiudiamo la sfera ed eliminiamo l aria al suo interno, noteremo che, pian piano, sarà impossibile aprire la sfera. Questo avviene perché eliminando l aria all interno di essa, la pressione esterna è maggiore rispetto a quella interna. Rimettendo l aria all interno della sfera, questa è, di nuovo, facilmente apribile. È stato svolto lo stesso esperimento a Magdeburgo con sedici cavalli, otto per ogni emisfero, ed è stato impossibile aprire la sfera anche con una tale forza.

3 La pressione dell aria Primo esperimento In un cilindro sono stati messi tre palloncini sgonfi e chiusi con un nodo. Iniziando a eliminare l aria all interno del cilindro, i palloncini si gonfiano. Questo avviene perché la pressione dell aria all interno del cilindro, e quindi esterna al palloncino, è minore rispetto a quella interna al palloncino. Riempiendo nuovamente il cilindro d aria i palloncini ritornano al loro stato iniziale.

4 Secondo esperimento In un altro cilindro abbiamo visto la propagazione del suono e della luce nell aria. Era stata accesa una lampadina e azionata una campanella. Pian piano l aria all interno del cilindro veniva eliminata e il suono della campanella sembrava sempre più lontano fino a scomparire del tutto; la lampadina, invece, continuava ad essere accesa. Questo dimostra che il suono senza aria non può propagarsi a differenza della luce. Terzo esperimento In un altro cilindro era stata inserita una vaschetta piena d acqua. Eliminando l aria all interno del cilindro l acqua inizia a riscaldarsi fino a

5 bollire e a condensarsi. Questo avviene perché diminuendo la pressione esterna alla vaschetta, quella interna è maggiore rispetto a quella esterna facendo così bollire l acqua a temperatura ambiente. I fulmini imprigionati All interno di una sfera se ne poteva notare una più piccola. Nello spazio fra le sfere appaiono tanti filamenti luminosi che si muovono disordinatamente. Avvicinando il dito alla sfera, i filamenti si addensano in corrispondenza del dito, diventando più luminosi. Muovendo il dito sulla sfera, si può notare che i filamenti lo seguono. Succede che nello spazio tra le due sfere vi è un gas formato da ioni e da molecole, mentre, all interno della sfera centrale, vi è un dispositivo che genera un potenziale elettrico.

6 Il campo elettrico corrispondente provoca un processo in cui scariche elettriche producono filamenti luminosi. Tra il dito e l elettrodo centrale si stabilisce, infatti, una differenza potenziale maggiore di quella esistente tra l elettrodo ed un qualsiasi altro punto della sfera. Il vortice Il fenomeno del vortice d acqua è dovuto alle forze viscose. Un classico esempio di vortice è quello che si osserva togliendo il tappo a un lavandino colmo d'acqua. Si forma grazie a molte particelle di un fluido che, seguendo movimenti a spirale, si incontrano in un punto detto "nucleo del vortice". Il verso in cui gira il vortice dipende dalla rotazione terrestre e dall emisfero in cui ci si trova, in senso antiorario nell emisfero boreale e orario in quello australe.

7 I visco - tubi All interno di tre tubi c erano tre liquidi colorati a diversa viscosità. Abbassando delle leve si immettevano delle bolle d aria all interno dei cilindri. Le bolle salivano con velocità diverse fra loro e noi abbiamo ricercato i cilindro con il liquido più viscoso. Le bolle salivano più velocemente dove c era minore viscosità, e quindi meno forza di attrito, mentre negli altri cilindri con maggiore viscosità, la velocità delle bolle diminuiva.

8 Elettricità statica Per eseguire questo esperimento hanno fatto salire la nostra compagna di classe su di una pedana con una ringhiera di metallo, dove lei doveva avere le mani appoggiate. La pedana era isolata da terra attraverso dei blocchetti di plastica e la ringhiera era collegata ad un generatore di cariche elettriche. Quando la guida ha acceso il generatore, degli elettroni hanno incominciato ad affluire attraverso la ringhiera di metallo e poi nel corpo di Vanessa, cominciando ad accumularsi ed a caricarlo negativamente. Dato che le cariche tendono a concentrarsi sull estremità del corpo e che i capelli sono molto leggeri, essi, carichi negativamente hanno cominciato ad allontanarsi e a sollevarsi. Questo esperimento dimostra la proprietà delle cariche elettriche dello stesso segno di tendere a respingersi.

9 I magneti L exhibit è costituito da un piano con due calamite frontali, quattro bacchette: una di ferro, una di stagno, una di rame ed una di ottone, due cilindri di ferro privi di base, due cilindri di plastica privi di base e due lastre rettangolari di ferro. L esperimento consiste nel verificare quale delle bacchette era attratta dalle calamite. Inizialmente, abbiamo compreso, facendo passare più bacchette di metalli diversi attraverso due magneti, che l unico metallo che viene attratto dai magneti è il ferro. Poi abbiamo osservato che, circondando i magneti, con due cilindri di ferro, il campo magnetico veniva racchiuso all interno dei cilindri facendo passare la bacchetta di ferro senza difficoltà. Ripetendo l operazione con due cilindri di plastica, abbiamo osservato che, non essendo la plastica un isolante magnetico, il campo magnetico agiva sulla bacchetta, attraendola a sè. Invece, posizionando due piccole lastre di ferro davanti ai magneti, il campo magnetico non venendo completamente schermato, attraeva comunque la bacchetta, ma in maniera più debole.

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