Marpi L elefantino settembre 2011

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Virgilio Bartolini
7 anni fa
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1 L'elefantino Verso il tramonto, un gruppo di elefanti si sta muovendo in direzione del fiume per abbeverarsi. Aveva passato la calda giornata dentro la boscaglia, all'ombra. Tutti si erano nutriti in abbondanza con le foglie degli alberi e le bacche succose dei cespugli. Ora procedono lentamente e senza preoccupazioni. Da molte stagioni la vita trascorre placida e senza pericoli. Le elefantesse più vecchie raccontano con terrore i giorni di caccia nei quali molti di loro erano morti. Ma si tratta di fatti capitati così tanto tempo prima che solo in poche se ne ricordano. I cuccioli non vogliono crederci. Come spesso capita ai giovani, mettono in dubbio ciò che viene loro detto. Pensano che sia una scusa per impedire loro di allontanarsi e sentirsi liberi. E, come spesso capita ai giovani, non c'è cosa più bella che disobbedire. Anche ora, mentre il giorno sta per diventare sera, gli elefanti avanzano in ordine sparso. I piccoli si rincorrono. I richiami degli anziani sono inascoltati. Gli stessi vecchi pachidermi si dimostrano poco convincenti nelle loro grida. In fondo, si sentono sicuri e non insistono più di tanto nei rimproveri. Giunti allo scoperto, vicino alla riva del fiume, gli elefantini si mettono a correre verso l'acqua e i grandi si avviano lentamente dietro di loro. Prima i cuccioli e poi gli altri si buttano nell'acqua e con la proboscide assorbono il liquido, si riempiono la bocca e poi, soddisfatti, si bagnano sul capo e su tutto il corpo. Si immergono, rotolano e si spruzzano a vicenda. I piccoli riprendono a rincorrersi, si tuffano, gridano e scherzano. Al primo sparo, qualche esemplare drizza le orecchie, ma senza allarme. Si pensa a possibili tuoni lontani che preannunciano pioggia. Segue una serie violenta di colpi. Molti elefanti sentono bruciarsi dentro. Le urla di terrore si diffondono. Le vecchie elefantesse gridano, quasi nello stesso tempo, I cacciatori! Scappiamo nel bosco!. Cadute di elefanti nell'acqua. Fughe precipitose. Urla di dolore e di paura. Un elefantino, il più piccolo del gruppo, corre affannato fino al bosco, nessuno lo insegue, perché è troppo

2 minuto. Corre. E spaventato per le urla e gli spari, ma anche perché non sta più sentendo nessuno intorno a sé. Vorrebbe fermarsi, chiamare sua madre o correre dietro qualcuno del gruppo. Non osa fermarsi e si allontana sempre più. Quando, sfinito, smette di scappare è già buio. Si guarda intorno. Non vede nessuno. Prova a barrire. Al suo richiamo, non sente risposte. Vorrebbe tornare indietro, ma è spaventato per ciò che ha visto e sentito. Sta fermo e... piange. Prima adagio, tra sé e sé. Poi un po' più forte. Alla fine urla, attirando così l'attenzione di un ibis, chiamato anche airone guardabuoi, che stava dormendo sui rami alti di un albero lì vicino. Cosa c'è? - dice il volatile. L'elefantino smette all'improvviso, prestando attenzione alla direzione da cui sente arrivare la voce. Quando vede che è solo un uccellino, quasi si rimette a piangere sconsolato. L airone lo previene, chiedendogli: Piccolo elefante raccontami cosa ti sta capitando e non piangere, vedrai che ti aiuterò io. L'elefantino trova la voce rassicurante e poi gli sembra di non poter fare altro; quindi racconta, tra le lacrime e i singhiozzi, i fatti della giornata. Adesso non posso fare nulla perché è buio,- lo rincuora l ibis- ma domani mattina mi metterò in volo e andrò verso il fiume per vedere dove sono gli altri elefanti. Dopo tornerò da te e ti guiderò da loro. Ora riposa e stai tranquillo. L'elefantino si rilassa. Aveva pianto e corso tanto. Ora si sente improvvisamente stanco e si addormenta. Alle prime luci del giorno successivo si sveglia e cerca il nuovo amico, che già sta volteggiando nel cielo alla ricerca della direzione verso cui volare. Tornerò presto - si sente urlare l'elefantino, che tranquillo si mette a mangiare alcune foglie prelibate.

3 Dopo tempo, il volatile torna e grida felice: Li ho trovati, li ho trovati! Presto vieni con me. Il cucciolo guarda in alto per capire da dove viene la voce. Alla fine vede l airone e si lancia verso di lui. Corre tutto il giorno e solo verso sera esce dalla boscaglia in una radura dove alcuni elefanti stanno cibandosi. Si dirige di corsa verso di loro. Sono pochi, stanchi e spaventati. Vedendolo, sorridono per la prima volta dalla tragedia. Un altro di loro è salvo! Sono pochi e tra loro l'elefantino non vede la sua mamma. Si allarma e sta per piangere, quando viene a sapere che lei non è lì perché lo sta cercando. Lui chiede degli altri, in particolare dei suoi compagni di gioco. Nessuno risponde. Non ci sono più le vecchie elefantesse. Tra i sopravvissuti una che si è improvvisamente trovata a dover fare il capo branco risponde che gli altri sono dispersi e che si spera che nei prossimi giorni ritornino esattamente come aveva fatto lui. L'elefantino dice che è stato fortunato, perché è stato aiutato dal suo amico ibis. Nel dire si guarda intorno per cercarlo e lo chiama. Alla fine lo vede in cima ad un albero e gli dice di avvicinarsi. Il giovane airone si posa sul suo capo e si sente ringraziare da tutti. Il piccolo chiede quindi Chissà dov'è mia madre? Ho capito! Vuoi che vada a fare un giro per cercarla? Sì, e riportamela qui.- dice l elefantino con delicatezza, ma dimostrando tutta l'ansia che sta provando per la mamma lontana. L airone vola e si allontana in una direzione, poi si sposta da un'altra parte, fino a quando vede l'elefantessa che sta tornando al fiume, proprio verso dove ci sono ancora i cacciatori e molti elefanti distesi a terra senza vita.

4 Il pennuto sbatte le ali più veloce possibile e punta sul grosso animale come un siluro, sperando di arrivare in tempo. La raggiunge, ma ci mette un po' a fermarla, perché lei non gli vuole dare ascolto, ha fretta, deve andare dal suo cucciolo. Quando sente che l ibis ha notizie proprio del figlio, si ferma, lo ascolta e, felice della notizia, lo segue fino alla radura dove ritrova il piccolo e il branco. Tutti gli elefanti fanno festa per quanto è possibile dopo la tragedia. Sono più sereni, perché sperano che ne tornino altri, anche se non osano andare a cercarli, per timore di scoprire la verità. Per un po' nessuno pensa più all ibis, che se ne sta solo sul solito albero. L'elefantino si gira verso di lui e lo chiama. Anche gli altri gli sono intorno e scoprono che lui non ha famiglia. Gli propongono di restare con loro. Sono diversi, ma nessuno ci vuole fare caso. Ha aiutato un loro piccolo e la sua mamma e questo basta per considerarlo parte del gruppo.

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