IN BICICLETTA DA SAN GERVASIO-TREZZO S ADDA A ROMA PER LA VIA FRANCIGENA

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1 IN BICICLETTA DA SAN GERVASIO-TREZZO S ADDA A ROMA PER LA VIA FRANCIGENA Dopo tanta programmazione finalmente alle ore 06:18 di Lunedì 13 Luglio 2015 io ed il mio amico Massimo, siamo partiti: destinazione Piazza San Pietro Roma. Si tanta programmazione, prima di tutto il percorso: atlanti stradali, guide sulla Via Francigena e ovviamente Google maps. Recupero della credenziale, non è altro che un pieghevole sul quale vi sono degli appositi spazi che vanno timbrati nei vari posti in cui viene ospitato il pellegrino durante il percorso fino a Roma (informazioni sul sito ). Un po di allenamento, uscite di qualche ora cercando di fare un po di salite. Riflessioni varie su abbigliamento e materiale da portarsi. In merito all abbigliamento: due paia di pantaloncini da ciclista, due magliette tecniche, pantaloni e giacca impermeabile (kway), un paio di sandali (in estate per pedalare vanno benissimo); un pantalone e un paio di magliette (polo o altro), 3 mutande e tutto il necessario per lavarsi e lavare gli indumenti, specialmente quelli da ciclista, che per l appunto sono stati lavati tutte le sere, quindi ovviamente anche corda e mollette per asciugare il tutto. Facevano parte del bagaglio anche: barrette di cioccolato, vaschette di miele o marmellata, frutta secca o disidratata, integratori per l acqua. Infine attrezzatura per la bicicletta: kit per forature, camere d aria di scorta, cavi e spazzole per i freni, chiavi e pinze per ogni evenienza, olio per ingranaggi. Tutto distribuito dentro due borse da bici poste sul portapacchi posteriore e una borsetta da accessori tecnici attaccata al telaio della bici, per un peso, alla partenza, di sei kilogrammi abbondanti. Ma torniamo a Lunedì 13 Luglio, come già detto siamo finalmente partiti. La prima tappa pianificata era Fornovo di Taro, ma quando abbiamo telefonato per chiedere ospitalità per la notte non ne abbiamo trovata, il posto era chiuso il Lunedì, quindi alla fine abbiamo optato per un B&B a Medesano, Massimo lo conosceva in quanto vi aveva soggiornato l anno scorso. Pensione essenziale e quindi economica, ma è stata l unica dove era compresa nel prezzo una ricca colazione, le mattine successive ci siamo sempre arrangiati da soli con bar e ciò che ci eravamo Segnavia lungo la Via Francigena portati dietro. Visto che ho parlato di alimentazione, durante tutto il viaggio si è fatta un abbondante colazione la mattina; panino con birra a metà mattinata; pranzo ricco di carboidrati magari accompagnato da un insalata o simile, cena ricca di proteine con contorno, poi spesso a cena abbiamo sgarrato, cioè spesso abbiamo preso anche un primo, comunque mai vino a pranzo, che però recuperavamo la sera a cena. Di seguito il percorso in dettaglio con relativa immagine tirata giù dall app GEORESQ che avevo sul mio cellulare. E un app ideata dal soccorso alpino per trovare prima possibile coloro che subiscono incidenti in montagna, ma può essere utilizzata (come vedrete) egregiamente per tracciare qualsiasi percorso a piedi, in bici o addirittura anche in auto. Ma ecco il percorso effettuato: Trezzo sull'adda, Vaprio, Groppello, Cassano, Rivolta, Spino, Boffalora, Lodi, San Martino in Strada, Ossago Lodigiano, Livraga, Senna Lodigiana, Somaglia, Fombio, Guardamiglio, San Rocco al Porto,- Piacenza, San Giovanni, Pontenure, Cadeo, Roveleto, Fontana Fredda, Fiorenzuola d'arda, Fidenza, Santa Margherita, Borghetto, Medesano. In merito a questo tratto vorrei precisare che eravamo intenzionati a non percorrere, e lo sconsigliamo a chiunque, il tratto di via Emilia compreso fra Lodi e Piacenza, troppo pericolosa la strada, stretta ed estremamente trafficata. Noi per evitarla abbiamo seguito per stradine interne che ci hanno però fatto fare qualche zig-zag di troppo, sarebbe forse stato più utile recarsi ad Orio Litta e seguire la pista ciclabile (lungo il Po ) fino a Guardamiglio/Piacenza. E stata la tappa in cui abbiamo fatto più chilometri, tutta pianeggiante fino a Fidenza (che è molto bella, specialmente il Duomo) poi qualche leggero falsopiano fino a destinazione.

2 Martedì 14 Luglio, partiti presto, abbiamo raggiunto in fretta Fornovo di Taro dove poi è cominciata l interminabile salita fino al passo della Cisa, è stata la salita più lunga che abbiamo intrapreso durante tutto il viaggio, è stata anche l unica salita dove abbiamo viaggiato per un centinaio di metri a piedi. Tappa a Berceto, gran bella cittadina dove abbiamo fatto la merenda di metà mattina poi, finalmente, arrivo al passo. Qui purtroppo il bar che c era non ci ha fatto un bel piatto di pastasciutta come avremmo voluto, ci siamo dovuti accontentare di panini e simili, ma è andato bene lo stesso anche perché poi dopo una lunga salita c è stata una lunga discesa, bisogna fare un po di attenzione perché le borse sbilanciano un po, ma si va ed è andato a meraviglia fino a Pontremoli. Breve visita della cittadina, poi ripreso il viaggio con l intenzione di arrivare fino a Sarzana. Ma la strada era ancora lunga e alla fine abbiamo optato per Aulla. Non è certo una bella città, ma l accoglienza nell Abazia di San Caprasio è stata fantastica, penso la migliore accoglienza dal punto di vista umano. Inoltre ad Aulla c è un ristorante veramente notevole: Enoteca Vico Dovana di Plicanti Enzo, dove con pochi soldi abbiamo mangiato e bevuto alla grande. Di seguito il percorso di dettaglio: Medesano, Fornovo di Taro, Felegara, Ramiola, Respiccio, Sivizzano, Bardone, Terenzo, Castello di Casola, Cassio, Castellonchio, Berceto, Montelungo, Migregno, Pontremoli, Filattiera, Villafranca di Lunigiana, La Piastra, Aulla.

3 Mercoledì 15 Luglio solita sveglia presto e partenza, abbiamo fatto colazione a Sarzana che è bellissima. Poi continuato in direzione di Lucca dove siamo arrivati verso le 11. In questo tratto ci sono parecchi pezzi di pista ciclabile, ma sono molto rovinati e pieni di vetri, spesso le campane della raccolta vetro sono sulla pista!! Vi lascio immaginare cosa c è sul manto stradale, quindi alla fine, molto spesso, le abbiamo evitate. Siamo transitati per Massa Rosa dove abbiamo fatto una salita impegnativa, la più dura anche se breve, di tutto il viaggio, poi però una discesa lunghissima senza neanche una curva, divertentissima. Arrivati in periferia a Lucca ci siamo fatti il solito panino, giro sulle mura della città poi ripresa la strada, destinazione Altopascio. Sosta a Capannori per il pranzo; dopo il riposino pomeridiano, visto il caldo sempre notevole, siamo ripartiti per Altopascio, ma una volta arrivati, valutato che c era tempo, abbiamo continuato fino a Ponte a Cappiano dove c è un ostello: Ponte De Medici, bellissimo, era una vecchia costruzione realizzata dai Medici, proprio sul ponte, che utilizzavano quando si recavano da Firenze in questi luoghi. Paesino microscopico, ma con un ristorante (Osteria numero 1), gestito da mamma e figlie (credo) dove ci siamo fatti un altra mangiata veramente notevole, sempre senza spendere troppo. Di seguito il percorso in dettaglio: Aulla, Santo Stefano di Magra, Sarzana, Massa, Pietrasanta, Massarosa, Lucca, Capannori, Porcari, Altopascio, Ponte a Cappiano. Giovedì 16 Luglio partenza per San Gimignano, prima tappa per colazione Certaldo, poi affrontando un altro po di salite, non tremende, anche perché oramai con i chilometri che avevamo nelle gambe si affrontavano meglio, siamo arrivati a San Gimignano. Massimo la conosce bene (suo cognato ci vive), mi ha permesso di visitarla proprio bene. E tutta molto bella, ma la chiesa di Sant Agostino e la Collegiata sono veramente superlative. Poi ancora bici, prima discesa e poi salita fino a Castel San Gimignano fino alla tenuta Il Palagione dove per l appunto vive il cognato di Massimo, che ci ha ospitati. Pranzo, riposino, visita ai vigneti e alle cantine, cena, interessanti chiacchierate durante tutto il pomeriggio e specialmente dopo cena, infine a nanna. Di seguito il percorso: Ponte a Cappiano, Fucecchio, San Miniato Basso, Ponte a Elsa, Fontanella, Pesciola, Le Mutate, Certaldo, Badia a Elmi, San Gimignano, San Donato, Castel San Gimignano.

4 Venerdì 17 Luglio abbiamo cominciato subito con qualche salita, ma da qui in poi lo spettacolo che ci si è offerto agli occhi è stato veramente notevole. Si penso che il pezzo più bello dal punto di vista paesaggistico, che abbiamo percorso è stato proprio da Certaldo fino a Viterbo. Nonostante bisogna star sempre molto concentrati sulla strada in quanto sono conciate veramente male: un infinità di buche e di immondizia di vario generee lungo tutto il percorso, il panorama e assolutamente stupendo. I paesi attraversati sono veramente belli. Abbiamo attraversato anche Siena, senza fermarci, e dopo la solita merenda di metà mattina siamo ripartiti per San Quirico d Orcia. Il caldo è cominciato a farsi sentire subito, niente ombra lungo non tremenda, ma tesa e continua fino la strada sempre in salita, a destinazione. Abbiamo pranzato (qui abbiamo speso un po di più del solito) poi abbiamo analizzato il percorso, la strada per arrivare alla successiva ospitalità era piuttosto lunga, quindi, anche considerando il caldo non indifferente, abbiamo deciso di fermarci. Abbiamo incontrato una coppia che sta effettuando a piedi il percorso, ma suddiviso in tappe che stanno percorrendo di anno in anno. C era anche un attempata signora americana (della Florida), che era partita da Lucca a piedi con l intenzione di arrivare a Roma, ma che ha desistito in quanto non riusciva a sopportare il caldo. Di seguito il percorso in dettaglio: Castel San Gimignano, Colle di Val d'elsa, Monteriggioni, Belverde, Siena, Isola d'arbia, Ponte d'arbia, Buonconvento, Torrenieri, San Quirico d'orcia (a fianco immagine della porta d ingresso). Sabato 18 Luglio partiti con destinazione Viterbo. Discesa iniziale fino all incrocio con Radicofani, dove la strada principale si interrompeva per un ponte pericolante. Quindi o si andava su (molto in salita) verso Radicofani o ci si avventurava per la strada interrotta. Ovviamente abbiamo scelto quest ultima, in bicicletta si poteva arrischiare, quindi ci siamo fatti un bel po di chilometri in solitaria fino al ponte dichiarato pericolante che abbiamo sorpassato senza nessuna difficoltà scavalcando con le bici il blocco che c era. Ripresa la strada siamo arrivati, dopo altra salita, ad Acquapendente. Merenda a base di frutta stavolta, poi San Lorenzo Nuovo che è un paese a nord del lago di Bolsena con una magnifica vista sullo stesso e dove abbiamo incontrato una ragazza Belga la quale ci ha raccontato che era partita 11 settimane prima da Calais e stava facendo a piedi tutto il cammino.

5 Poi Bolsena, altra merenda ed infine altra salita fino a Montefiascone per il pranzo dove, visto che oramai eravamo in zona, non ci siamo fatti mancare un piattone di bucatini all amatriciana. Visitata la cittadina, che è molto bella con le vedute sul solito lago, abbiamo ripreso la strada per Viterbo, quasi tutta in discesa ed infine pianeggiante. Lungo la discesa alla bici di Massimo è saltato un raggio, senza però nessuna conseguenza. Arrivati a Viterbo abbiamo cercato per la notte ed abbiamo trovato ospitalità presso un convento, abbiamo ascoltato la messa, cenato e poi passeggiata per Viterbo, bella, merita anche lei di essere visitata. Di seguito il percorso di dettaglio: San Quirico d'orcia, Radicofani, Acquapendente, San Lorenzo Nuovo, Bolsena, Montefiascone, Viterbo. Purtroppo la tracciaa del percorso effettuato si ferma a Montefiascone in quanto non so per quale motivo il cellulare non si è ricaricato durante il pranzo. Ogni volta che ci siamo fermati per pranzo ho chiesto di caricare il cellulare, la batteria comincia ad essere vecchia e la app consuma; comunque al dato dell app vanno aggiunti i circa 20 Km da Montefiascone a Viterbo. Domenica 19 Luglio altro giro in bicii per Viterbo, che ripeto, merita, poi destinazione La Storta. Altro gran bel paesaggio, pieno di alberi di nocciole, mai visti così tanti. Siamo passati per Sutri, altra cittadina notevole, che però stupidamente non ci siamo fermati a visitare come meriterebbe. Continuando, poco prima di arrivare a destinazione, è saltato un raggio della mia bici, ma stavolta il danno è stato superiore, un po che la mia bici ha qualche anno in più di quella di Massimo un po che i miei cerchi non devono essere il massimo della robustezza la ruota è andata fuori squadro, quindi ho dovuto sganciare il freno posteriore altrimenti non riuscivo ad andare, per fortuna che i freni anteriori erano ancora in ottimo stato. Siamo arrivati a La Storta, un postaccio, però il convento (che abbiamo fatto un po fatica a trovare) era una bell oasi di pace. Gestito dalle suore Poverelle, che Massimo conosceva in quanto una di loro (che però non era presente durante la nostra permanenza) aveva soggiornato a San Gervasio per molto tempo. Con la suora che ci ha accolto, fra l altro nativa di Filago, abbiamo avuto un interessante conversazione, sia sull ospitalità del posto (ci ha detto che loro accolgono circa 800 pellegrini l anno, quindi non sono proprio così pochi quelli che percorrono la via Francigena in vari modi), che sulle conversioni, seppur poche ce ne sono ancora, inoltre sul servizio al prossimoo in generale. Qui abbiamo perso un altro pomeriggio inutilmente, nel senso che piazza San Pietro dista 15 chilometri, quindi avremmo potuto continuare senza problemi, invece alla fine abbiamo deciso di pernottare (la notte più calda che abbia mai dovuto sopportare in vita mia). Di seguito il solito percorso in dettaglio con relativa immagine: Viterbo, Vetralla, Capranica, Sutri, San Martino, Monterosi, Campagnano di Roma, Formello, Isola Farnese, La Storta.

6 Infine Lunedì 20 Luglio, La Storta, Via Trionfale, tutte le varie borgate a nord di Roma prima di entrare veramente in città da Monte Mario, quartiere Trionfale ed infine alle ore 06:30, circa, meta raggiunta: Piazza San Pietro. Io ho sempre considerato la Basilica piuttosto brutta al contrario della piazza invece piena di significato con il colonnato del Bernini, ma quella mattina con la piazza deserta: c eravamo noi due, qualche suora e qualche agente di polizia, con il sole che progressivamentee illuminava la facciata della chiesa, mi è sembrata veramente bella.

7 Ci siamo vicendevolmente congratulati per la magnifica impresa portata a termine, poi pian pianino in bici abbiamo cominciato a girare per il centro di Roma. Senza una meta fissa così a caso, man mano che pedalavamo mi venivano in mente posti da visitare e descrivere a Massimo e siamo andati avanti per un bel po, compresa ricchissima e non economica, colazione al Sant Eustacchio è stato proprio un bel momento, che è durato fino a quando siamo tornati in Piazza San Pietro per recarci all ufficio del pellegrino, mostrare le credenziali, timbrate e ricevere il : TESTIMONIUM PEREGRINATIONIS PERACTAE AD LIMINA PETRI Grande soddisfazione, infatti appena tornato a casa, ho comprato una cornice sufficientemente grande ed ho incorniciato sia la pergamena che le credenziali, e adesso sono appese, a perenne memoria, sopra il mio comodino. Sarebbe stato bello entrare in Basilica, ma le biciclette non permettono grande libertà di movimento, non c era un posto dove lasciarle al sicuro, inoltre per entrare in San Pietro bisogna passare sotto il metal detector e la file sono sempre interminabili. Alche abbiamo ripreso a pedalare alla ricerca di un ciclista per capire se era possibile rimettere a posto i piccoli guai tecnici, (i raggi saltati), che avevano le bici, ma non è stato possibile quindi, sempre girando e visitando Roma con molta calma, ci siamo recati alla stazione Tiburtina. Abbiamo caricato le bici sul treno regionale diretto a Pescara, siamo scesi a Sambuci e abbiamo fatto l ultimo tratto in bicicletta fino a casa, a Ciciliano, naturalmente tutto in salita, ma ormai le nostre gambe dopo oltre 600 chilometri erano più che ben rodate. Dopo tutti i saluti e racconti del caso abbiamo pulito e riposto le bici in soffitta, che poi ho riportato a casa con la mia auto quando sono tornato giù per le feste di Ferragosto. Di seguito l ultima immagine del percorso effettuato da Sambuci a Ciciliano. Poi ovviamente io, mia sorella e mio cognato, abbiamo colto l occasione di far fare un giro per Roma a Massimo, che aveva già avuto modo di visitare in passato, ma che ha molto gradito di rivedere. Inoltre, stavolta solo io e lui, abbiamo visitato i Musei Vaticani, con la mitica Cappella Sistina. Infine Venerdì 24 Luglio abbiamo ripreso il bus ( che ha avuto qualche serio problema tecnico) e siamo rientrati a casa. Riguardo alla programmazione fatta prima di partire c era anche il come riportare le bici a casa, l Italia non è un paese per ciclisti.. Come già accennato le strade fanno schifo, direi che sono veramente pericolose, non solo per il traffico che in realtà non è quasi mai stato un problema, ma per il fondo veramente disastroso e la quantità impressionante di monnezza di ogni genere presente sul bordo della carreggiata. Piste ciclabili ridicole, c è qualcosa, ma non si capisce mai dove cominciano, dove portano e quasi sempre finiscono nel nulla, senza contare che sono in condizioni deprecabili, spesso abbiamo evitato di percorrerle per non perdere tempo e salvaguardare le nostre bici. Infine per riportare le bici a casa avremmo dovuto smontarle e riporle in un apposita sacca per poterle caricare sul treno (Frecce/Italo) oppure utilizzare i treni regionali, dove è possibile caricarle senza smontarle, nell apposito vagone, ma fare Roma - Milano in regionale è quasi impossibile.. Avevamo valutato un corriere e pensavamo di utilizzare questa

8 opzione in quanto era abbastanza semplice e non particolarmente costosa, ma poi visto che era possibile mettere un portabici sulla mia auto alla fine abbiamo optato per quest ultima soluzione. In conclusione una gran bella impresa, dove tutto è filato liscio, si è svolta tutta sotto un sole cocente, infatti la maggior parte dei chilometri è stata fatta la mattina presto, ma le condizioni atmosferiche non sono programmabili. Noi praticamente abbiamo perso tre pomeriggi, altrimenti saremmo potuti arrivare a destinazione con tutta tranquillità almeno un giorno prima, ma qui entrano in gioco anche altre considerazioni, ognuno può organizzare le tappe a seconda dell'impronta che vuole dare al viaggio: sociale, turistica, religiosa, ognuno è libero di dividere il percorso come meglio crede, con soste nei vari luoghi più o meno lunghe, fermo restando che bisogna fare i conti con i posti dove pernottare. Avevamo un elenco fornitoci dal tizio delle credenziali, noi in genere telefonavamo all ora di pranzo per verificare la disponibilità per la sera, ma non tutti ci hanno risposto. Dal punto di vista tecnico, un raggio rotto e nessuna foratura direi che non è niente, dal punto di vista dell organizzazione, direi perfetta; dal punto di vista della convivenza, anche questa perfetta. Anche dal punto di vista economico, abbiamo speso circa 400, compreso i soldi spesi in giro per Roma fra l arrivo a San Pietro e il ritorno a casa. Quindi un BUONA STRADA a chi volesse ripeterla. Ciao. Massimo & Massimo