Valutazione della gestione dei rifiuti

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1 Premessa: Valutazione della gestione dei rifiuti Rifiuti derivanti da attività di trattamenti insetticida, rodenticida ecc. Analisi al fine di valutare la corretta classificazione dei rifiuti Si ritiene che i rifiuti classificati come pericolosi presentino una o più caratteristiche indicate nell'allegato I del REG CE 1272/2008 o della direttiva 91/689/CEE e, in riferimento ai codici da H3 a H8 e ai codici H 10 e H 11 del medesimo allegato: punto di infiammabilità < 55 C, una o più sostanze classificate come molto tossiche in concentrazione totale > 0,1%, una o più sostanze classificate come tossiche in concentrazione totale > 3%, una o più sostanze classificate come nocive in concentrazione totale > 25%, una o più sostanze corrosive classificate come R35 in concentrazione totale > 1%, una o più sostanze corrosive classificate come R34 in concentrazione totale > 5%, una o più sostanze irritanti classificate come R41 in concentrazione totale > 10%, una o più sostanze irritanti classificate come R36, R37, R38 in concentrazione totale > 20%, una sostanza riconosciuta come cancerogena (categorie 1 o 2) in concentrazione totale > 0, 1 %, una sostanza riconosciuta come cancerogena (categoria 3) in concentrazione totale > 0, 1 %, una sostanza riconosciuta come tossica per il ciclo riproduttivo (categorie 1 o 2) classificata come R60 o R61 in concentrazione totale > 0,5%, una sostanza riconosciuta come tossica per il ciclo riproduttivo (categoria3) classificata come R62 o R63 in concentrazione totale > 5%, una sostanza riconosciuta mutagena (categoria 1 o 2) classificata come R46 in concentrazione totale > 0,1 %, una sostanza riconosciuta mutagena (categoria 3) classificata come R68 in concentrazione totale > 1%.. È importante ribadire che il criterio della concentrazione limite introdotto dalla Decisione 2000/532/CE e s.m.i., si applica esclusivamente nei casi in cui i rifiuti possono essere classificati nelle voci speculari": Inoltre, è sancito il principio della responsabilizzazione dell industria riguardo all applicazione delle normative sulle sostanze chimiche. La conseguenza pratica di tale principio è che un utilizzatore professionale non può ignorare una classificazione provvisoria effettuata dal suo fornitore di materie prime, ma deve prenderne atto anche ai fini della corretta applicazione della normativa sui rifiuti. Ciò in quanto è impensabile dover ricercare oltre sostanze al fine di classificare un rifiuto, andranno pertanto ricercate unicamente quelle che ragionevolmente possono essere contenute in funzione della conoscenza del ciclo produttivo e/o di consumo che ha generato il rifiuto. info@ info@

2 CARATTERISTICHE DI PERICOLOSITÀ La CE a partire dalla direttiva 67/548 fornisce un elenco di classificazione ufficiale di oltre un migliaio di sostanze chimiche, che periodicamente viene aggiornato. Le sostanze che non sono comprese nell'elenco di classificazione ufficiale devono essere classificate provvisoriamente dal produttore, sulla base delle informazioni disponibili in letteratura e/o mediante l'effettuazione di test specifici. Per i preparati (miscele di sostanze) la normativa prevede la possibilità di una classificazione tossicologica stimata, attraverso un calcolo a partire dalla tossicità e dalle percentuali delle singole sostanze; è previsto invece un test per l'infiammabilità se sono presenti sostanze infiammabili. SOSTANZE PERICOLOSE Sulla base dei test e delle modalità di classificazione previsti per legge, in sintesi una sostanza o un preparato può essere: ESPLOSIVO: Può esplodere per effetto della fiamma, o è sensibile agli urti, sfregamenti o attriti. COMBURENTE: Può provocare l'accensione di materie combustibili o aggravare il rischio di incendio quando è a contatto con materiali combustibili. Può anche risultare esplosivo in miscela con materie combustibili: in questo caso è prevista la frase di rischio R9 "esplosivo in miscela con materie combustibili" ALTAMENTE INFIAMMABILE - FACILMENTE INFIAMMABILE : La normativa prevede tre livelli di infiammabilità decrescenti: ALTAMENTE INFIAMMABILE (F+): Sostanza e preparato liquido che ha un punto di infiammabilità inferiore a 0 C e un punto di ebollizione inferiore o uguale a 35 C. Queste sostanze, oltre al simbolo, hanno l'indicazione F+. FACILMENTE INFIAMMABILE (F): Sostanza non altamente infiammabile, spontaneamente infiammabile all'aria o che a contatto con l'aria, a temperatura ambiente e senza apporto di energia, può riscaldarsi e quindi infiammarsi. Oppure sostanza che può facilmente infiammarsi in seguito a un breve contatto con una sorgente di accensione e che continua a bruciare o a consumarsi anche dopo l'allontanamento di tale sorgente, o anche sostanza o preparato liquido il cui punto di infiammabilità è inferiore a 21 C, ma che non è altamente infiammabile. Queste sostanze, oltre al simbolo, hanno l'indicazione F. INFIAMMABILE: Sostanza e preparato liquido il cui punto di infiammabilità è compreso tra 21 e 55 C. In questo caso non è necessario il simbolo, ma solo la frase R10 infiammabile" in etichetta. SOSTANZE CANCEROGENE La normativa definisce 3 classi di cancerogenicità: CATEGORIA 1: Sostanze note per gli effetti cancerogeni sull'uomo. Esistono prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l'esposizione dell'uomo ad una sostanza e lo sviluppo di tumori. CATEGORIA 2: Sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l'uomo. Esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che l'esposizione dell'uomo ad una sostanza possa provocare lo sviluppo di tumori, in generale sulla base di: -adeguati studi a lungo termine effettuati su animali -altre informazioni specifiche. CATEGORIA 3: Sostanze da considerarsi con sospetto per i possibili effetti cancerogeni sull'uomo per le quali tuttavia le informazioni disponibili non sono sufficienti per procedere ad una valutazione soddisfacente. Esistono alcune prove ottenute da adeguati studi sugli animali che non bastano tuttavia per classificare la sostanza nella categoria 2. Non esiste un simbolo specifico per i cancerogeni,ma in etichetta va riportata la frase R45 "può provocare il cancro" o R49 "può provocare il cancro per inalazione" con il simbolo T+ o T, per i cancerogeni di Cat. 1 e 2, o R40 "possibilità di effetti irreversibili" unito almeno al simbolo Xn per le sostanze in Cat. 3. I reparati che contengono più dello 0,1% di sostanze delle categorie 1 e 2, o più dell' 1% di quelle in categoria 3,sono da considerare a loro volta cancerogeni, con l' obbligo della relativa frase di rischio. TOSSICO La tabella che segue fornisce i limiti delle DL50 e CL50 per le quali una sostanza e un preparato sono da classificare come molto tossici o tossici, oppure nocivi. Oltre al simbolo va indicata, per mezzo delle frasi di rischio, la via di pericolo tossicologico (ingestione, inalazione, contatto con la pelle). Sono poi eventualmente necessarie altre frasi, nel caso di rischi tossicologici specifici: ad esempio R39 " pericolo di effetti irreversibili molto gravi" se esistono valide indicazioni per ritenere che danni irreversibili potrebbero essere causati da un'unica esposizione, oppure R48 "pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata" se gravi danni potrebbero essere causati da esposizioni ripetute o prolungate. NOCIVO info@ info@

3 Se la tossicità DL50 e/o CL50 è più bassa di quella prevista per classificare la sostanza o il preparato come molto tossico o tossico, ma rientra nei limiti previsti, allora il prodotto è nocivo. TABELLA: definizione del livello di tossicità sulla base di DL50 e CL50. DL50 orale* DL50 cutanea** CL50 inalatoria* Categoria mg / Kg mg / Kg mg-litro-4 ore Molto tossiche (T+) < 25 < 50 < 0,5 Tossiche (T) ,5-2 Nocive (N) *ratto, **ratto o coniglio DL50: Dose che provoca la morte nel 50% degli animali da esperimento, va definita anche la via (orale, cutanea, etc.). Per la DL50 orale la normativa prevede l'uso del ratto come animale da esperimento. Per la DL50 cutanea è previsto l'uso del ratto o del coniglio. CL50: Concentrazione in aria che provoca la morte nel 50% degli animali da esperimento, se inalata per un determinato periodo di tempo. Per la CL50 la normativa CEE prevede l'uso del ratto come animale da esperimento, per una esposizione di 4 ore. IMBALLAGGI DI PRODOTTI PER I TRATTAMENTI DI DISINFESTAZIONE Sulla base di un analisi dei composti normalmente impiegati e dei principi attivi che li compongono, è stata redatta la seguente tabella in funzione di poter classificare correttamente gli imballaggi residui dei prodotti. Emerge che già alle condizioni di utilizzo, i principi attivi che compongono i presidi impiegati non raggiungono le concentrazioni minime per poter classificare le sostanze come Pericolose, ad eccezione di alcuni casi. È importante, però, considerare che l eventuale rifiuto prodotto è costituito dal solo imballaggio preventivamente bonificato (risciacquato con acqua, il residuo viene recuperato nella botte dell atomizzatore aziendale.). Alla luce di quanto sopra si considera la possibilità di classificare i rifiuti come semplici rifiuti plastici non pericolosi. È possibile prevedere, per i casi limite, analisi chimiche di conferma per accertare che i residui di principi attivi non superino i valori che la normativa ha definito per discernere sostanze pericolose da quelle non pericolose. I dati riportati in seguito sono stati estrapolati dal REG CE 1272/2008 e da altre fonti bibliografiche (WHO etc). Nome commerciale SOSTANZA ATTIVA [] CATEGORIA LIMITI [] PER LA CLASSIFICAZIONE DI PERICOLOSITA' DERATION BROMADIOLONE 0,005g/100g RODENTICIDA SOSTANZA TOSSICA T+ [] < 0,1% - NON CLASSIFICATO PERICOLOSO BROMRATCLOR BROMADIOLONE CLOROFACINONE 0,004g/100g 0,003g/100g RODENTICIDA SOSTANZA TOSSICA T+ [] < 0,1% - NON CLASSIFICATO PERICOLOSO CYMINA CIPERMETRINA 3,7g/100g Il principio attivo è classificato come nocivo (Xn e N) [] < 25% e irritante [] < 20% FENDONA ALFAMETRINA 5,88g/100g Il principio attivo è classificato come tossico (T) nocivo (N) [] < 3% KENYATOX 0,6g/100g 3g/100g Il principio attivo è classificato come nocivo (Xn) [] < 25% STING PRALLETRINA PERMETRINA 2g/100g 15g/100g 15g/100g I principi attivi sono nocivi [] < 25% La scheda di sicurezza riporta nelle frasi S il 60: Questo materiale ed il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi. DOBOL GEL ACETAMIPRID 2g/100g Il principio attivo è classificato come nocivo (Xn) [] < 25% e irritante [] < 20% VESPASTOP PERMETRINA 0,4g/100g 1g/100g 0,5g/100g NOCIVO E INFIAMMABILE: PERICOLOSO DECAPY FLOW DELTAMETRINA 1,33g/100g 1,25g/100g 5g/100g T e N NOCIVO [] < 3% DOBOL FUMIGANTE CIFENOTRIN 7,2g/100g Il principio attivo è classificato come nocivo (Xn) [] < 25% info@ info@

4 CYMINA ULTRA CIPERMETRINA TETRAMETRINA 3,5g/100g 1,57g/100g 4,7g/100g Xn e N N I principi attivi sono classificati come nocivi (Xn) [] < 25% TAC DELTAMETRINA ESBIOTRINA BUTANO 0,025g/100g 0,3g/100g 1,665g/100g 60g/100g Il butano è un principio attivo infiammabile: PERICOLOSO KENYASAFE TETRAMETRINA BUTANO 3,5g/100g 0,5g/100g 14g/100g q.b. a 100g Il butano è un principio attivo infiammabile: PERICOLOSO K-OTHRINE 15 DELTAMETRINA 0,73g/100g T e N [] < 3% In azzurro i prodotti destinati alla vendita. RODENTICIDI DI RECUPERO I rodenticidi normalmente impiegati utilizzano come principi attivi BROMADIOLONE e CLOROFACINONE, sostanze anticoagulanti dalle riconosciute caratteristiche tossiche (T+). Tali sostanze sono però impiegate in concentrazioni talmente ridotte ([] = 0,005%) che il preparato risulta essere classificato come NON PERICOLOSO. Pertanto si considera di classificare il preparato recuperato come rifiuto non pericoloso. Se dal punto di vista chimico, il preparato non presenta problemi, spesso viene fatta l osservazione che, nelle trappole che lo permettono, il passaggio dei muridi potrebbe comportare la presenza di deiezioni che inquinerebbero i rodenticidi con sostanze ad elevata carica batterica comprendente coliformi ed enterobatteriacee che potrebbero compromettere la salute umana ed animale. Per risolvere questa problematica si ritiene di poter selezionare i formulati interessati dalla presenza murina, accantonarli e sottoporli ad un trattamento di sterilizzazione in autoclave in recipiente ermetico. La discriminazione tra rodenticidi contaminati e non sarebbe demandata ai tecnici aziendali, formati per riconoscere tracce del passaggio e della presenza di esemplari di muridi; il trattamento termico avverrebbe in azienda con idonea attrezzatura in grado di fornire attestazione dell avvenuto trattamento (registratore di storia termica etc). il rifiuto così sanificato verrebbe classificato come NON pericoloso. CARCASSE DI RODITORI RINVENUTE IN SEDE DI MONITORAGGIO Il D.Lgs. 152/2006 Art. 185, e) esclude dal campo di applicazione le carogne e definisce: Produttore: la persona la cui attività ha prodotto rifiuti cioè il produttore iniziale e la persona che ha effettuato operazioni di pretrattamento, di miscuglio o altre operazioni che hanno mutato la natura o la composizione di detti rifiuti. Detentore: il produttore dei rifiuti o il soggetto che li detiene. Alla luce del fatto che le eventuali carcasse dovrebbero essere trattate come sottoprodotti di origine animale, ci si chiede chi abbia la responsabilità dello smaltimento, non essendo né produttori né detentori del rifiuto. L ipotesi è di demandare l onere dello smaltimento all azienda cliente che ha commissionato le attività di monitoraggio. Si potrebbe pensare ad uno smaltimento per sotterramento in area idonea o per semplice conferimento in discarica,, ma risulta difficile dimostrare che le carcasse di roditori, roditori, notoriamente portatori di problemi igienico sanitari, siano assimilabili a normali carcasse e non sia accertata la presenza di microrganismi infettivi con possibilità di trasmissione; a tal proposito, occorre la cremazione. (incenerimento). Per quanto riguarda le carcasse degli animali avvelenati, potrebbero essere considerate pericolose, poiché, possono provocare il cosiddetto avvelenamento secondario di altri animali selvatici carnivori e necrofagi come: rapaci, aquile, lupi ed in casi rari anche cani da caccia ecc. È ovvio che, per questi ed altri motivi ambientali, è più congeniale uno smaltimento drastico, ossia, l incenerimento. Laddove, l incenerimento non possa essere messo in atto, è consigliabile il sotterramento in loco, purché ciò avvenga lontano dalle aree sensibili (per le sostanze avverse (veleno) residuali nell organismo del ratto) e in linea con la norma di condotta per la protezione delle acque ecc ALTRI RIFIUTI Tutti gli altri rifiuti vengono smaltiti in accordo con la normativa vigente. info@ info@

5 Categorie presenti: * TUBI FLUORESCENTI ED ALTRI RIFIUTI CONTENENTI MERCURIO * TONER PER STAMPA ESAURITI, CONTENENTI SOSTANZE PERICOLOSE TONER PER STAMPA ESAURITI, DIVERSI DA QUELLI DI CUI ALLA VOCE * CARTA E CARTONE (RACCOLTA DIFFERENZIATA COMUNALE) Scandiano 09 novembre 2010 info@ info@

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