da mercoledì 13 a sabato 16 ottobre - ore domenica 17 - ore LA LOCANDIERA

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2 da mercoledì 13 a sabato 16 ottobre - ore domenica 17 - ore LA LOCANDIERA di Carlo Goldoni regia, scene e costumi di Pietro Carriglio musiche di Matteo D Amico luci di Gigi Saccomandi personaggi e interpreti (in ordine di entrata) Marchese di Forlipopoli Conte d Albafiorita Fabrizio Cavaliere di Ripafratta Mirandolina Servitore del Conte Altro servitore del Conte e musico Domestica e cantante Servitore del Cavaliere Ortensia Dejanira Nello Mascia Sergio Basile Luciano Roman Luca Lazzareschi Galatea Ranzi Maurilio Giaffreda / Domenico Bravo Samuel Kwaku Gyamfi Jennifer Schittino Domenico Bravo / Maurilio Giaffreda Aurora Falcone Eva Drammis una produzione: Teatro Biondo Stabile di Palermo/Teatro Stabile di Catania Tutto il mio piacere consiste in vedermi servita, vagheggiata, adorata. Questa è la mia debolezza, e questa è la debolezza di quasi tutte le donne. In bilico sul vuoto della vita dopo aver giocato, fino a spezzarla, sulla corda tesa della seduzione: ecco la sorprendente Mirandolina di Galatea Ranzi. Ed ecco, tra sorrisi e amarezza, La locandiera di Pietro Carriglio, affrancata dagli stereotipi del goldonismo per mettere a nudo lo straordinario meccanismo teatrale dell opera. Una commedia a orologeria, implacabile e perfetta, sempre capace di rivelarsi profondamente moderna. Sempre capace di rinnovarsi. Prerogativa, questa, che appartiene soltanto ai veri classici. NOTE DI REGIA La locandiera è considerata una delle più belle commedie del mondo, definizione che è ricaduta su Il matrimonio di Figaro di Beaumarchais, su La mandragola di Machiavelli e su La brocca rotta di Kleist. Il suo fascino sta oggi nell essere una commedia della seduzione: è questa la sua modernità. La Ranzi, sia detto senza cautele, la più grande attrice in Italia della sua generazione, è l interprete giusta per farci ascoltare la commedia nel rovescio del segno: il suo diritto è risaputo. E Goldoni ritorna con una grandissima prova attorale di tutta la Compagnia dello Stabile di Palermo nella sua attualità, necessaria. Vi è un sottile piacere del teatro, del fare teatro che coinvolge e che stupisce. La locandiera è un orologio, un orologio del gran 700, scandisce il tempo che passa inesorabilmente, senza la possibilità di essere fermato dai virtuosismi o dal gioco sottile che muove gli ingranaggi: e amareggia profondamente. Pietro Carriglio

3 GOLDONI, NOSTRO CONTEMPORANEO Ogni testo di un grande drammaturgo non cessa mai di farsi nostro contemporaneo, se riletto con la dovuta sensibilità artistica. Accade all allestimento de La locandiera, commedia capolavoro che Pietro Carriglio ha realizzato con una cura davvero singolare per conto del Teatro Biondo Stabile di Palermo e del Teatro Stabile di Catania. Il suo progetto di messinscena palesa, infatti, l antefatto di uno studio meticoloso sul significato di una rappresentazione che sospinge la sfida tra universo maschile e comportamento femminile alle estreme conseguenze; la riporta, cioè, allo stadio puro, privo di motivazioni storico-politiche, ma fitto di esiti metaforici. La regia, che controlla attentamente la recitazione, l ambientazione scenografica e i costumi, lascia aperte le possibili contraddizioni caratteriali dei personaggi; in tal modo, i protagonisti di una storia fin troppo conosciuta si mascherano e si smascherano di continuo, fanno i conti anzitutto con se stessi, mentre si rivelano figure improbabili e incerte nella ricerca della memoria perduta. La scena diviene, allora, una scatola chiusa, simile a un laboratorio in cui si realizza un esperimento di sezione della coscienza collettiva, in cui si possono verificare le relazioni tra uomini simili, eppure diversissimi uno dall altro. Carmelo Alberti DUE ATTRICI IN UNA Una serva-padrona che non cede alle lusinghe della adorazione maschile o del salto sociale, una imprenditrice del terziario per cui il cliente ha sempre ragione, ma solo nei limiti di una corretta legge della domanda e dell offerta; se superati, l immagine dell azienda stessa ne verrebbe danneggiata e con essa i profitti. Questa, in sintesi, una rilettura in chiave contemporanea della più celebre commedia del teatro italiano; ma all interno dell oliatissimo meccanismo dal ritmo perfetto ne troviamo un altro, altrettanto miracoloso, quello del gioco del teatro nel teatro. In virtù dei costanti riferimenti al mondo dello spettacolo, alle sue leggi e al perturbante scambio tra vita in scena e vita oltre la scena. Molto, ad esempio, si è scritto sulle nozze senza idillio del finale, oggi sappiamo che la commedia coincise con il rientro all ordine coniugale della prima protagonista, dopo anni di libero vagare affrancata dal matrimonio, ritorno ad un marito, celebre Brighella (un servitore come Fabrizio) della compagnia Medebach. Forse non abbiamo mai riflettuto seriamente sulla genialità racchiusa nel nome Mirandolina. Il diminutivo ne caratterizza l ascendenza servile come in tutta la storia del ruolo nel teatro drammatico; ma quell essere da ammirare, miranda, nasconde nel nostro classico una doppia, speculare, potenzialità di meraviglia. Per il fascino personale, l abilità del personaggio ad uscire vincitrice dal quadrilatero maschile, per l arte dell attrice necessaria ad interpretarlo nelle sue molteplici sfumature. Nella vicenda la locandiera si tramuta per burla in attrice per eccellenza, interprete sopraffina che si pronuncia apertamente contro la simulazione delle altre donne, e al tempo stesso ne approfitta al

4 massimo grado. La scommessa di conquista spinge in avanti la fascinazione dell interprete a giocare con verità e finzione, per sedurre il pubblico in sala, ma sottilmente anche quello in palcoscenico: il Cavaliere. Ogni trucco di scena è impiegato, dai più sfruttati in secoli di pratica femminile, lacrime, sospiri e mancamenti, ai più sensualmente ambigui che implicano un uso perturbante della comunicazione corporea: il brindisi, i gesti del nutrire e della cura. Pensiamo al servire un manicaretto che in realtà è una marcia d avvicinamento al nemico o a quella biancheria così esibita per il suo implicito riferimento al cibo e al letto eppure anche oggetto-segno del successo della impresa economica di Mirandolina. Due attrici in una: sul piano dell intreccio il finto cameratismo contrapposto alle smancerie interessate delle comiche. Sul piano dell arte, la sfida della primadonna dinnanzi all alfabeto del mestiere di palcoscenico: lo svenimento, l incantesimo vocale, l uso di uno spazio domestico come fosse una sala del trono. Per Maddalena Raffi Marliani prima protagonista la sfida fu di tramutare un ruolo in un carattere; ma la sua persona reale esaltata dai biografi e romanzieri per la naturalezza del porsi, la vivacità e facilità di eloquio, ha lasciato tracce indelebili dentro il personaggio creato per lei da Goldoni. Oggi per le nostre attrici il compito è togliere la patina del goldonismo - del 700 un po da Rondò Veneziano che la Ristori volle sottolineare e la Duse a seguire - per giocare il personaggio tra emancipazione femminile e solidità borghese. A partire dalla rivoluzionaria Mirandolina di Visconti nel 1952, quando Rina Morelli, quarantenne asciutta all epoca delle maggiorate, si mosse in una scenografia ispirata a Longhi e a Giorgio Morandi, per abbattere con le armi della mente il Cavaliere Mastroianni. Una Locandiera moderna, a cui seguì nel 1972 l altrettanto innovatrice Annamaria Guarnieri che per Mario Missiroli, nella temperie sessantottesca, la tramutò in carnale, aggressiva bottegaia, attratta dal Cavaliere, ma sposa al duro sottoproletario Fabrizio (Franco Citti). In questa direzione con la regia di Giancarlo Cobelli, Carla Gravina, nel 1980, dando al personaggio un sottofondo di scetticismo naturalistico, divenne volitiva imprenditrice che spalanca le finestre per cambiar l aria della sua locanda, viziata dagli umori di una aristocrazia putrefatta. Nelle recentissime interpretazioni, prevale una vena di amaro disincanto sulle sorti progressive dell incipiente mondo rivoluzionario che spa zzerà l aristocrazia e i suoi valori. Una proiezione della nostra crisi che offusca anche la leggerezza del gioco di seduzione, ormai nella nostra sensibilità, più vicino ad un antagonismo maschile/femminile. Mirandolina come ogni grande testo continuerà a camminare nel futuro del teatro, dalle glorie di due secoli e mezzo di interpretazioni, una sfida per ogni attrice, anzi per due attrici in una. Annamaria Cecconi CARLO GOLDONI È, senza dubbio, il maggior commediografo italiano e uno dei più importanti drammaturghi della tradizione occidentale. Figlio di un medico, avviato allo studio della giurisprudenza, abbandonò l avvocatura per dedicarsi esclusivamente alla professione di autore teatrale. Ebbe un primo contratto, tra il 1748 e il 1752, con Girolamo Medebach (uno dei maggiori impresari attivi, al tempo, in Italia settentrionale), cui fece seguito una scrittura con i fratelli Vendramin, tra il 1753 e il 1762, anno in cui, a seguito delle polemiche - non solo artistiche - sorte con Carlo Gozzi, decise di abbandonare Venezia per recarsi a Parigi. Autore di 134 commedie, di un centinaio fra intermezzi e libretti d opera, di numerose liriche e delle Memorie, Goldoni fu ideatore di una importante riforma in ambito drammaturgico, che portò alla creazione di un modello teatrale alternativo a quello della commedia dell Arte. La sostituzione del canovaccio con un testo drammatico scritto in ogni sua parte, l eliminazione delle maschere fisse, l introduzione di caratteri scolpiti a tutto tondo, l uso di argomenti che si fanno portavoce della moralità borghese contrapposta a quella decadente dell aristocrazia, sono alcuni fra gli aspetti più significativi del suo percorso artistico. Per lungo tempo relegato, a livello critico, entro le coordinate del realismo, Goldoni è stato in tempi recenti studiato in modo più approfondito: l occasione del bicentenario del 1993, ha fornito la possibilità di avviare nuove ricerche, che hanno portato alla luce una immagine più completa e veritiera del grande commediografo veneziano. Non ultima la sua battaglia, combattuta attraverso la sistematica pubblicazione di tutte le commedie, in favore del riconoscimento della paternità dell opera teatrale: proprio da tali posizioni prende avvio, in Italia, la lotta per il riconoscimento del diritto d autore, che troverà soluzione appena nel 1882, con la fondazione della SIA (Società Italiana degli Autori) a opera di Marco Praga. Testi a cura di Gianmatteo Pellizzari

5 A TEATRO PER STARE BENE Stagione 2010/2011 Fondazione Teatro Nuovo Giovanni da Udine Via Trento, Udine Tel giovedì 14 ottobre - dalle 9.00 alle OraDiTeatro La locandiera Presentazione dello spettacolo con approfondimenti da parte di docenti universitari, attori, musicisti ed esperti della materia in una forma professionale, ma non accademica. (info - ufficioscuola@teatroudine.it) martedì 19 ottobre - delle 9.00 alle OraDiMusica : Orchestre des Champs-Élysées Presentazione dello spettacolo con approfondimenti da parte di docenti universitari, attori, musicisti ed esperti della materia in una forma professionale, ma non accademica. (info - ufficioscuola@teatroudine.it) martedì 19 ottobre - ore Musica Orchestre des Champs-Élysées Collegium Vocale Gent & Accademia Chigiana Siena Philippe Herreweghe direttore Nathalie Gaudefroy soprano Ingeborg Danz mezzosoprano Robert Getchell tenore Wilhelm Schwinghammer basso Mozart Sinfonia in sol minore KV 550 Mozart Requiem in re minore KV 626 venerdì 22 ottobre - ore Crossover GIAN BURRASCA testo e supervisione registica di Lina Wertmüller musiche originali di Nino Rota trascrizione di Giacomo Scaramuzza con ELIO e con Corrado Giuffredi clarinetto Cesare Chiacchiaretta fisarmonica Giampaolo Bandini chitarra Enrico Fagone contrabbasso Danilo Grassi percussioni una produzione: Parmaconcerti domenica 24 ottobre - ore Musica Orchestra Giovanile Italiana The Hilliard Ensemble Sandro Cappelletto voce recitante Vladimir Jurowski direttore Stravinskij Monumentum pro Gesualdo da Venosa ad CD annum D Amico Fuga da Bisanzio Mahler Sinfonia n. 1 in re maggiore ottobre - ore Prosa GIORNI FELICI di Samuel Beckett traduzione di Carlo Fruttero regia, scene e ideazione luci di Robert Wilson con Adriana Asti nel ruolo di Winnie e Giovanni Battista Storti nel ruolo di Willie un progetto di Change Performing Arts commissionato da Spoleto52 Festival dei 2 Mondi e Grand Théâtre de Luxembourg una produzione: CRT Artificio, Milano ottobre - Sala Fantoni I Nuovi Suoni 60x60 Images Mostra di arti dell immagine Visite: dalle alle e in orario di spettacolo per gli spettatori. Chiusure: domeniche e 18 ottobre ingresso libero Una collaborazione tra Teatro Nuovo Giovanni da Udine e Delta Produzioni Associazione Culturale/Tem-Taukay Edizioni Musicali Biglietteria on line: biglietteria@teatroudine.it Prevendite per gli spettacoli di novembre dal 25 ottobre Studio Patrizia Novajra ph: Franco Lannino / Studio Camera stampa: Grafiche Filacorda