Studio ed analisi della suscettibilità da frana su una porzione di territorio della Provincia di Roma

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Studio ed analisi della suscettibilità da frana su una porzione di territorio della Provincia di Roma"

Transcript

1 Dip. IV Servizi di Tutela e Valorizzazione dell Ambiente Servizio 1 Difesa del Suolo Studio ed analisi della suscettibilità da frana su una porzione di territorio della Provincia di Roma Dipartimento di Scienze della Terra Università Sapienza di Roma Responsabile scientifico: Prof. Gabriele Scarascia Mugnozza Gruppo di lavoro: Dott. Carlo Esposito; Dott.ssa Anna Barra Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 1

2 Sommario 1 Introduzione Dati di partenza e progetto GIS Carta Geologica Inquadramento geomorfologico Inquadramento Geologico-Strutturale Gestione dei dati disponibili Implementazione dei dati Layer Litologia - Tabella degli attributi Sigle e classificazioni Litologia, formazione, età, classe orogenica e ambiente deposizionale Descrizione delle unità affioranti Settore occidenale Facies Sabina (di transizione) e Paleo-Piattaforma Settore orientale - Successione Laziale Abruzzese Carta Litotecnica Carta delle Coperture Carta dell uso e copertura del suolo Elaborati in formato raster Layer Frane Elaborazione e gestione del database Frane Classificazione delle frane Database Frane e tabelle degli attributi ANALISI DI SUSCETTIBILITA Metodologia Enea-Roma Tre Metodologia operativa Inclinazione del versante: parametro discriminante e predisponente Litologia: parametro discriminante e predisponente Tipo di contatto litologico Rapporto giaciturale per unità di versante Distanza da asse viario Zona tettonica per sistema di faglie e Zona tettonica per dominio strutturale Curvatura del versante Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 2

3 10 PRECIPITAZIONI ED EVENTI SISMICI IN RELAZIONE ALL INNESCO DI FRANE: CONSIDERAZIONI DATI PLUVIOMETRICI DELL AREA SISMICITA STORICA DELL AREA Conclusioni Bibliografia IN ALLEGATO: 6 CARTE DI SUSCETTIBILITA DA FRANA IN FORMATO A0 Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 3

4 1 Introduzione La Provincia di Roma, Dipartimento Servizi di Tutela e Valorizzazione dell Ambiente, servizio Difesa del Suolo, il 13 febbraio 2014 ha stipulato un contratto con il Dipartimento di Scienze della Terra dell Università Sapienza di Roma, in seguito all espletamento di un bando di gara, per la realizzazione del progetto studio ed analisi della suscettibilità da frana su una porzione di territorio della Provincia di Roma. Obiettivo dello studio è la produzione di una banca dati e cartografie tematiche in formato vettoriale e raster al fine di eseguire un analisi di suscettibilità secondo un approccio metodologico già definito e sperimentato. Tale studio costituisce infatti la continuazione di analoghi progetti realizzati negli anni precedenti, a partire dalla prima annualità, allorquando l attività è stata svolta dal Dipartimento di Scienze Geologiche dell'università Roma Tre, il quale ha dato l'impostazione metodologica che verrà sostanzialmente seguita in questa sede (Metodo ENEA Roma Tre) per motivi di continuità ed omogeneità dei risultati, ed ha attribuito al progetto il nome franarisk, che è stato mantenuto nelle annualità successive. L area di indagine si sviluppa su una superficie di 234 km 2 ed interessa i territori comunali di: San Polo dei Cavalieri (pro parte), Vicovaro (pro parte), Mandela (pro parte), Anticoli Corrado (pro parte), Roviano (pro parte), Arsoli, Marano Equo (pro parte), Agosta (pro parte), Cervara di Roma, Subiaco, Affile, Roiate (pro parte) e Jenne, quest ultimo comune, non previsto dal bando, è stato aggiunto dal Dipartimento di Scienze della Terra nella proposta di attività (Fig. 1, Fig. 2). Quest area è stata simbolicamente ridotta del 5% (di circa 12 km 2 ) a seguito della riduzione del 5% dell'importo contrattuale (Legge n. 89/2014), introdotta alla fine della prima fase del lavoro (si veda di seguito). L area da escludere dagli studi di suscettibilità è stata scelta in modo che andasse ad incidere il meno possibile sulla qualità del risultato finale: è stato ritenuto opportuno che l area ricadesse nel comune di Jenne (il quale non era previsto dal bando di gara), in una zona caratterizzata dalla totale assenza di frane. Lo studio è stato articolato in due fasi successive, come previsto dal bando di gara: - la PRIMA FASE (da concludersi entro cinque mesi dalla stipula del contratto) consiste nella realizzazione di una serie di elaborati di base (vettoriali e raster) e nella creazione di una banca dati geografica in ambiente GIS, come di seguito specificato; - la SECONDA FASE (da concludersi entro dieci mesi dalla stipula del contratto) consiste nella vera e propria analisi di suscettibilità, secondo l impostazione metodologica ENEA Roma Tre elaborata per il progetto. Per i motivi sopra descritti, gli elaborati prodotti nella prima fase del lavoro sono stati realizzati sull intera area di studio mentre i successivi rilevamenti ed analisi svolti durante la seconda fase, hanno riguardato l area ridotta del 5% (Fig. 3). Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 4

5 Fig. 1 Inquadramento dell area di studio (delineata in nero), localizzata nella porzione orientale della Provincia di Roma. Fig. 2 Dettaglio dei comuni ricadenti anche solo in parte nell area di studio (delineata in nero). Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 5

6 Fig. 3 Area di studio a seguito della riduzione del 5% (l area eliminata è segnata in nero). I primi 8 capitoli della presente relazione sono dedicati alla descrizione delle attività che hanno portato alla realizzazione del database e, nello specifico, dei layer informativi qui sotto elencati. Elaborati in formato vettoriale: - Carta Geologica (Litologia, Tettonica, Giaciture) - Carta Litotecnica - Carta delle Coperture - Carta dell Uso e Copertura del Suolo - Carta Inventario Frane - Viabilità - Reticolo Idrografico Elaborati in formato raster (con risoluzione 10x10 m 2 ): - Digital Elevation Model (DEM) - Inclinazione - Esposizione - Curvatura I capitoli successivi sono invece incentrati sullo studio di suscettibilità. Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 6

7 2 Dati di partenza e progetto GIS Molti dei dati di cui si è disposto per lo svolgimento dello studio, sono stati forniti dalla Provincia di Roma, Dipartimento IV Servizi di Tutela e Valorizzazione dell Ambiente, Servizio 6 Difesa del Suolo e dall ufficio Banche Dati e Analisi Territoriali che gestisce il Sistema Informativo Territoriale Provinciale. Alcuni dati sono stati acquisiti a seguito di un approfondita ricerca online ed altri ancora erano già disponibili presso il Dipartimento di Scienze della Terra. Ulteriori informazioni sono state raccolte direttamente attraverso sopralluoghi sul campo. Di seguito è riportato un elenco dei dati disponibili più importanti (per un elenco più dettagliato e per maggiori informazioni si rimanda alla tabella Elenco_DATI ): - Modello Digitale del Terreno (DEM) con risoluzione 10x10 m 2 - Carta Tecnica Regionale (CTR) scala 1: Carta Topografica d Italia, IGM scala 1: Ortofoto E-Geos del Ortofoto Terra Italy del Ortofoto AIMA del 1996 in bianco e nero - Uso del suolo: Corine Land Cover 2006 (ISPRA), Carta dell Uso del Suolo (CUS) della Regione Lazio - Database IFFI - Dati del Sistema Informativo Regionale Difesa del Suolo (SIRDIS) - Shapefile dei Dissesti del S.I.T della Provincia (Dissesti Catasto, Dissesti ) - Dissesti e fasce fluviali del PAI dell Autorità di Bacino del Tevere - La valutazione del rischio di frana: metodologie e applicazioni al territorio della Regione Lazio (CD con Cartografia e Allegati Grafici) - Viabilità: Autostrade, Ferrovie Regionali, Strade Statali, Strade Provinciali, Strade - Idrografia - Carta Geologica 2012 della Regione Lazio - Carta della Geodiversità del settore Sabino-Lucretile-Cornicolano - Foglio sperimentale della SGI Subiaco Il database e il progetto sono stati gestiti ed implementati in ambiente GIS, con sistema di coordinate WGS 1984 (proiezione UTM, zona 33N). I dati di cui si dispone sono in parte in proiezione UTM, fuso 33, datum ED50, ed in parte in proiezione Gauss Boaga, fuso Est, datum Roma 40 (M. Mario_Italy_2 in ArcMap): al fine di valutare la corretta sovrapposizione degli strati informativi e di intervenire per correggere eventuali errori, ci si è serviti, come base di riferimento, della carta IGM in scala 1:25.000, disponibile nel sistema di coordinate UTM-WGS84. Una volta assicurata la corretta sovrapposizione dei dati, è stata utilizzata la Carta Tecnica Regionale in scala 1:5.000 come principale base di lavoro (per raffronti topografici e localizzazione degli elementi vettoriali). Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 7

8 3 Carta Geologica In questo capitolo è riportata una descrizione geologico - geomorfologica dell area, per poi passare alla descrizione del layer Geologia e delle fasi operative che hanno portato alla redazione della Carta Geologica. 3.1 Inquadramento geomorfologico L area di studio si trova in gran parte in destra idrografica (ad esclusione dei comuni di Affile e Roiate) del settore nord-orientale del bacino idrografico del Fiume Aniene, ed include i monti Simbruini nel settore sud-orientale e i monti Lucretili nel settore occidentale, a nord della valle dell Aniene. L andamento topografico dell area è molto variabile, strettamente connesso all assetto ed all evoluzione morfo-strutturale dell Appennino Centrale: le quote maggiori sono raggiunte dai Monti Simbruini, che superano i m, seguiti dai Monti Lucretili che non raggiungono i m; le quote minori invece si trovano in corrispondenza di tutta la valle dell Aniene con le minime (116 m s.l.m.) localizzate nella zona più a ovest dell area di studio, in corrispondenza del comune S. Polo dei Cavalieri, verso la piana di Guidonia Montecelio. Entrambe le aree montuose, essendo costituite principalmente da calcari (come verrà descritto di seguito), mostrano forme dovute a processi carsici quali polje, inghiottitoi, valli e doline isolate. Molte di queste forme presentano al loro interno coperture dovute a processi di alterazione, del tipo terre rosse, o più genericamente eluviale più o meno detritica, mentre in alcuni casi le coperture sembrano essere esigue o assenti. Nella parte alta dei versanti sono presenti scarpate strutturali, impostate nei calcari, in corrispondenza di faglie dirette e fratture parallele ai fronti di sovrascorrimento. Queste scarpate sono in continua evoluzione per crolli e ribaltamenti, favoriti dall intensa fratturazione delle rocce calcaree (dovuta sia alla tettonica che a processi di alterazione fisico-chimica) ed amplificati nelle zone in cui il calcare è sovraimposto, per motivi tettonici, ai depositi a maggiore deformabilità ed erodibilità, quale per esempio il flysch. L elevata fratturazione dell ammasso roccioso per tettonica, dissoluzione carsica e crioclastismo, associata a fenomeni gravitativi, determina la presenza di falde detritiche nelle aree vallive, ai piedi dei versanti, che in alcuni casi vengono ulteriormente mobilizzate da fenomeni franosi (Chiarini & La Posta, 2008). La sovrapposizione di litotipi più permeabili e competenti su litotipi erodibili e a bassa permeabilità determina anche la presenza di una significativa circolazione idrica sotterranea che, soprattutto in termini di pressioni neutre, può amplificare l instabilità. In corrispondenza dei depositi arenaceo-pelitici sono presenti numerose frane di scorrimento (sia traslazionali che rotazionali), molte delle quali sono state innescate dal rapido approfondimento dei corsi d acqua, dalla saturazione o dall azione dell uomo. Inoltre, l alternanza di banchi di arenarie con livelli argillosi, determina l instaurarsi di una serie di falde sospese e di piccole sorgenti che vanno ad alterare ulteriormente il deposito e Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 8

9 ad intensificare i fenomeni di instabilità. Gran parte delle frane si innescano nella coltre di alterazione che generalmente ricopre i depositi flyschoidi. Il Fiume Aniene ha un andamento meandriforme che si intensifica andando dall area sorgiva verso i settori a minore energia di rilievo, dove la piana si espande e vi sono zone in cui si riconoscono alvei abbandonati. Ai margini della piana si osservano lembi di depositi alluvionali rialzati rispetto ai fondovalle attuali, riferibili a diversi ordini di terrazzi fluviali (Chiarini & La Posta, 2008). La piana è spesso intercettata da conoidi di deiezione fluviale o di detrito che spesso vanno al di sotto delle coperture alluvionali più recenti, o vengono erosi dal fiume stesso. 3.2 Inquadramento Geologico-Strutturale Prendendo in considerazione l ambiente deposizionale pre-orogenico, l area può essere facilmente suddivisa in due macro-settori: il settore orientale, dove affiorano unità relative al dominio di piattaforma carbonatica (Piattaforma Laziale Abruzzese) e il settore occidentale riconducibile al dominio bacinale di transizione (Bacino Sabino, Fig. 5, Fig. 7, Fig. 8). Ci troviamo infatti in corrispondenza della serie di sovrascorrimenti appartenenti alla nota linea Olevano-Antrodoco, elemento tettonico che in quest area divide i due settori dei Monti Simbruini e dei Monti Lucretili (propaggine meridionale dei Monti Sabini) e che, più in generale, determina la sovrapposizione delle unità sabine su quelle laziali-abruzzesi (Cavinato, et al., 1986; Cosentino & Parotto, 1992) (Fig. 5, Fig. 7). La successione Sabina, formata da calcari, calcari selciferi e marne, è caratterizzata da continui apporti detritici provenienti dallo smantellamento dell adiacente piattaforma carbonatica laziale-abruzzese, a partire dal Lias medio, quando la tettonica distensiva dovuta all apertura dell oceano Ligure Piemontese ha provocato la dislocazione ad horst e graben della paleo-piattaforma rappresentata dal Calcare Massiccio. La successione Laziale Abruzzese è caratterizzata da calcari e calcari dolomitizzati, bioclasici e organogeni: dal basso verso l alto si passa da una condizione di piattaforma tropicale ad una condizione di rampa carbonatica di tipo temperato, caratterizzata da calcareniti (Calcari a Briozoi), attraverso una lacuna stratigrafica che dura tutto il Paleogene. Tra i due settori (orientale e occidentale) si distingue una zona centrale di transizione caratterizzata da calcari, calcari marnosi e marne: la Formazione di Guadagnolo (Fig. 4, Fig. 7, Fig. 8). Quest ultima viene così descritta dalle note illustrative del foglio Tagliacozzo (Campagnoni, et al., 1994): La formazione di Guadagnolo, insieme alle sottostanti bioclastiti a macroforaminiferi, costituisce parte di un cuneo sedimentario paleogenico e bassomiocenico che, a partire dal bacino sabino (dove raggiunge i massimi spessori), si rastrema progressivamente fino a scomparire verso la Piattaforma Laziale Abruzzese, caratterizzata dalla diretta sovrapposizione del calcare langhiano sui termini cretacici. Nelle zone più marginali del bacino sabino, il litosoma spongolitico tende ad essere Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 9

10 progressivamente sostituito dal litosoma carbonatico, costituito dai depositi progradanti della piattaforma - rampa a briozoi e litotamni. La Formazione di Guadagnolo poggia in continuità sulla scaglia paleogenica con intercalazioni detritiche (carbonato-clastiche) ed al tetto presenta un hardground su cui poggiano le Marne a Orbulina (Fig. 4, Barbieri, et al., ). Fig. 4 Schema stratigrafico dei rapporti e delle sequenze dell area in esame. I litotipi 3, 4, 5 corrispondono alle tre principali porzioni in cui è stata suddivisa la Formazione di Guadagnolo. 1: calcari bioclastici e organogeni della Piattaforma Laziale Abruzzese; 2: calcari e calcari marnosi con selce e frequenti intercalazioni di calciruditi e calcareniti con macroforaminiferi (Scaglia cretacicopaleogenica); 3: marne grigie con lenti di selce e intercalazioni di calcareniti con macroforaminiferi (Aquitaniano inf.); 4: alternanza di marne, marne calcaree, calcari marnosi e calcari (Aquitaniano-Burdigaliano); 5: calcari bioclastici ( calcareniti di tetto ) in strati e banchi amalgamati (Langhiano- Serravalliano); 6: marne e marne argillose con Orbulina ( Marne a Orbulina ) (Serravalliano- Tortoniano p.p.); 7: arenarie torbiditiche della Formazione di Frosinone (Tortoniano sup.). (Barbieri, et al., ) Queste unità paleogeografico-strutturali vengono incorporate nel sistema avampaeseavanfossa-catena, dovuto agli sforzi orogenici compressivi, con una migrazione temporale e spaziale dal Tirreno verso l Adriatico (vergenza Adriatica). La spinta orogenica in quest area inizia ad essere risentita nel Serravalliano-Tortoniano con la flessurazione dell avampaese, che determina la sedimentazione di materiali terrigeni quali le Marne a Orbulina, e il successivo ambiente di avanfossa con la deposizione torbiditica della Formazione Arenaceo-Pelitica (anche detta Formazione di Frosinone, nell adiacente Valle Latina, Fig. 5 e Fig. 7). Con il procedere degli sforzi compressivi, sistemi di pieghe e sovrascorrimenti con generale vergenza a NE, portano alla formazione della catena orogenica appenninica, sviluppata in senso NW-SE e dislocata da faglie trascorrenti/transpressive con direzione antiappenninica. I Monti Sabini-Lucretili-Cornicolani sono formati da una pila di quattro falde (unità strutturali) delimitate alla base da superfici di sovrascorrimento a sviluppo regionale che affiorano come linee tettoniche (Cosentino e Parotto 1992), tra queste la linea Olevano- Antrodoco che con direzione prevalente N-S e vergenza ad E, determina, nello specifico della zona centrale dell area di studio, la sovrapposizione delle formazioni del Guadagnolo Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 10

11 e dei Calcari a Briozoi sulle Marne a Orbulina e sulle torbiditi della formazione Arenaceo- Pelitica. La dorsale dei Monti Simbruini-Ernici, allungata in direzione appenninica, risulta delimitata a nord-est dalla Val Roveto, a sud-ovest dalla Valle Latina e a nord-ovest dalla linea Olevano-Antrodoco. L ossatura carbonatica della catena è tipicamente monoclinalica, con strati quasi costantemente immergenti a N-NE. Gli elementi tettonici che caratterizzano il rilievo simbruino sono principalmente sovrascorrimenti e pieghe coricate e rovesciate con vergenza N-NE e faglie trascorrenti e trasversali (SW-NE, ma anche E-W) (Devoto, 1970). Successivamente gli stessi sistemi a falde e sovrascorrimenti vengono coinvolti dalla tettonica distensiva post-orogenica che, a partire dal Messiniano, ha coinvolto tutto il margine tirrenico dell Appennino, provocando una dislocazione ad horst e graben con conseguente ingressione marina nelle zone ribassate (l area della campagna romana) e attivazione di un vulcanismo plio-pleistocenico. Questo assetto strutturale, con la formazione di bacini intramontani bordati da faglie a direzione principalmente appenninica e antiappenninica (ma anche N-S e E-W) provoca un condizionamento del ruscellamento superficiale e del drenaggio delle acque, con una conseguente sedimentazione continentale che si concentra nelle aree depresse. La linea di riva del Mar Tirreno, nel Pliocene inferiore, si attesta in corrispondenza del versante occidentale della dorsale carbonatica dei Monti Lucretili. Tracce di questa linea di riva sono state recentemente individuate a circa 500 metri di quota, sul versante occidentale del Monte Morra (Cosentino, et al., 2009). Successivamente, nel Pliocene superiore, si ha il sollevamento dell area ed un arretramento della riva che si attesta alla quota attuale di circa 270 m (Cosentino, et al., 2009); è in questa fase che si depositano le unità marine, diffuse nel settore pedemontano dei Monti Lucretili e Cornicolani, come per esempio l Unità di Torre Baccelli affiorante nel comune di S. Polo dei Cavalieri. Nella prima parte del Pleistocene la valle dell Aniene ha ospitato un bacino lacustre che, determinato dallo sbarramento del paleo-aniene nei pressi di Anticoli Corrado (Chiarini & La Posta, 2008), si estendeva a monte fino all area di Subiaco. La sedimentazione lacustre è terminata all inizio del Pleistocene medio, seguita da una fase erosiva e dalla successiva messa in posto delle sequenze vulcaniche geneticamente legate alla Provincia Romana o a vulcanismo locale (tra cui quelle di Oricola, riferite ad un vulcanismo locale monogenico (Barbieri, et al., 2000). Altri depositi continentali, che si rinvengono nell area di studio, sono principalmente conoidi alluvionali (più o meno cementate), detriti di versante, depositi limo-sabbiosi e travertinosi (da acque percolanti, risorgenti e da cascata, in eteropia con termini fluviali e lacustri), coltri colluvo-eluviali e terre rosse (situate principalmente nelle zone montuose calcaree). Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 11

12 Fig. 5 Schema geologico strutturale dell Italia centrale. In rosso viene indicata l ubicazione dell area oggetto del presente lavoro. Per uno schema più di dettaglio si rimanda alla Fig. 7. 1: Depositi marini e continentali del Plio-Pleistocene e coperture alluvionali recenti; 2: vulcaniti (Pleistocene); 3: depositi terrigeni sintettonici (Formazione del Cellino, Pliocene inferiore); 4: depositi terrigeni sintettonici (Formazione Argilloso-arenacea, Tortoniano superiore p.p.-messiniano inferiore; Formazione della Laga, Tortoniano superiore p.p.-messiniano superiore); 5: depositi terrigeni sintettonici (Formazione di Frosinone, Tortoniano superiore p.p.); 6: depositi terrigeni sintettonici (Formazione Marnoso-arenacea, Burdigaliano p.p.-langhiano); 7: successione stratigrafica in facies di transizione (Triassico superiore- Miocene inferiore); 8: successione stratigrafica in facies di piattaforma carbonatica (Triassico superiore- Miocene medio); 9: faglia diretta; 10: faglia transtensiva; 11: faglia con cinematica complessa; 12: faglia trascorrente; 13: sovrascorrimento; 14: retro scorrimento. (Cipollari, et al., 1993) Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 12

13 3.1 Gestione dei dati disponibili La convenzione in oggetto prevede la redazione di una carta geologica in formato vettoriale, in scala 1:10.000, con caratterizzazione delle unità conforme alle norme CARG. L area in esame però non è ricoperta, neanche parzialmente, da carte disponibili redatte nell ambito del progetto CARG. Non essendo lo scopo primario di questo progetto la redazione di una cartografia geologica a scala 1:10.000, e non essendo possibile effettuare un rilevamento geologico a tale scala nell ambito dei tempi e delle risorse disponibili, allo stato attuale viene consegnato un elaborato cartografico, specificamente prodotto, in scala nominale inferiore al (circa 1:25.000). Tra le carte geologiche consultabili, sono state utilizzate quelle derivate da un rilevamento di maggiore dettaglio. La carta geologica è stata realizzata distinguendo 3 strati informativi vettoriali, corrispondenti ad altrettanti shapefile: Litologia, Giaciture e Tettonica (Fig. 9). Gran parte dell area (il 73 % circa, Fig. 6) è ricoperta dai fogli sperimentali 376, Subiaco, e 367, Tagliacozzo, pubblicati rispettivamente nel 1998 e nel 1993 e realizzati dal Servizio Geologico Italiano nella fase precedente al progetto CARG; questi fogli, in scala 1:50.000, sono elaborati da un rilevamento geologico condotto alla scala 1: Questi, disponibili in formato raster (il primo disponibile integralmente, il secondo catturato tramite screenshot sul sito dell ISPRA), sono stati prima georiferiti e poi vettorializzati, in ambiente GIS, con sistema di riferimento UTM WGS 84. I dati geologici derivanti dai fogli sperimentali di cui prima, ricoprono le zone ricadenti nei comuni di Roviano (pro parte), Arsoli, Marano Equo, Agosta, Cervara di Roma, Subiaco, Affile, Roiate e Jenne. Fig. 6 Copertura areale dalle 4 fonti geologiche utilizzate come dati di partenza del Group layer Geologia. Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 13

14 Per la restante area è stata utilizzata la Carta Geologica del 2012, in formato vettoriale, del geodatabase della Regione Lazio. Quest ultima è l unione dei dati riferibili a 13 cartografie geologiche differenti e risulta quindi essere molto disomogenea per quanto riguarda la scala del rilevamento. Nell area di studio, in corrispondenza delle zone ricadenti nei comuni di S. Polo dei Cavalieri, Vicovaro e Mandela, la carta Litologica della Regione Lazio riprende la Carta della Geodiversità del Settore Sabino-Lucretile-Cornicolano (Cosentino, et al., 2009) in scala 1:30.000, che va a coprire circa il 23% dell area totale (Fig. 6). Essendo disponibile il solo shapefile poligonale delle litologie, le informazioni relative alla tettonica ed alle giaciture sono state vettorializzate dalle carte in formato raster disponibili online. Per le aree rimanenti, non coperte dalla Carta della Geodiversità o dai fogli sperimentali, le quali rappresentano solo il 4 % del totale (aree gialle, Fig. 6), si utilizza la Carta Geologica della Regione Lazio che prende come riferimento la Carta Geologica d Italia al Anche in questo caso, non essendo disponibili in formato vettoriale le informazioni sulla tettonica (faglie e sovrascorrimenti) e sulle giaciture, queste sono state vettorializzate dalla Carta Geologica d Italia (1: ) in formato raster. 3.2 Implementazione dei dati Dopo aver acquisito i dati come sopra descritto, e averli quindi resi disponibili nel database in formato vettoriale, una seconda operazione è stata quella di controllarli e implementarli: i limiti litologici sono stati ridefiniti attraverso la fotointerpretazione (ortofoto disponibili elencate nel capitolo 2) ed il raffronto con la topografia (CTR scala 1:5.000). Inoltre sono stati aggiunti poligoni relativi ad alcune evidenze geomorfologiche e fotogeologiche di cui non vi è alcun riferimento nel dato originale, come nel caso della presenza di terreni di copertura quali coltri colluviali/eluviali, terre rosse o conoidi di deiezione. Vista l importanza dell informazione litologica ai fini dello studio di suscettibilità e visto il basso dettaglio dei dati di base, a questa operazione di implementazione è stato dedicato gran parte del tempo di questa prima fase del progetto. Un ulteriore affinamento del dato geologico è stato apportato nella fase del lavoro dedicata all inventario dei fenomeni franosi: durante la consultazione dell archivio cartaceo della Provincia di Roma, è stata posta attenzione alle informazioni geologiche riportate nei fascicoli. Queste sono il risultato di sopralluoghi o sondaggi, effettuati dalla Provincia di Roma, a fini di intervento di risanamento a seguito di dissesti. Il risultato finale del layer Litologia viene mostrato in Fig. 8, rapportato ad una rappresentazione schematica dell assetto geologico strutturale dell area (Fig. 7). Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 14

15 Fig. 7 Sovrapposizione dell area di studio (in rosso) con uno schema gologico-strutturale esplicativo. In azzurro il Fiume Aniene. 1: depositi alluvionali e colluviali; 2: depositi marini, continentali e vulcanici (Plio- Pleistocene); 3a: Formazione Frosinone (Miocene superiore); 3b: Marne a Orbulina (Miocene mediosuperiore); 4: Formazione di Guadagnolo (Miocene inferiore-medio); 5: successione pelagica Sabina (Triassico superiore-miocene inferiore); 6: successione della piattaforma carbonatica Laziale-Abruzzese (Triassico superiore-miocene superiore); 7: faglie inverse e accavallamenti; 8: faglie dirette; 9: faglie indeterminate. Modificato da Barbieri, et al., e Cipollari & Cosentino, Fig. 8 Layer geo-litologico ( Litologia ) dell area di studio. Si distinguono i due settori occidentale e orientale: il primo con una prevalenza di formazioni giurassiche (colori blu e azzurri), il secondo con una prevalenza di formazioni cretaciche e mioceniche (colori che vanno dal verde al giallo), rispettivamente attribuibili alle facies di bacino-transizione (successione Sabina) e di piattaforma carbonatica (successione Laziale Abruzzese). Nella zona centrale, in arancione acceso, si distingue la Formazione di Guadagnolo. La legenda relativa è mostrata in Fig. 10. Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 15

16 Fig. 9 In alto, un dettaglio della carta Geologica finalizzato a mostrare i layer Tettonica e Giaciture ; in basso, la legenda della simbologia untilizzata. Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 16

17 Fig. 10 Legenda del Layer Geo-Litologico. Si distinguono in alto i depositi post-orogenetici per ambiti deposizionali; in basso i depositi pre- e sin-orogenetici nelle due facies relative ai due settori occidentale (Facies Sabina) e orientale (Facies Laziale-Abruzzese). Per i depositi non riferibili ad alcuna formazione è stata inserita in legenda una descrizione litologica sintetica. Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 17

18 3.3 Layer Litologia - Tabella degli attributi Sigle e classificazioni Come illustrato, le fonti di riferimento per il layer Litologia sono 4; per questo motivo si è cercato di omogeneizzare le sigle e le nomenclature, riconoscendo dove possibile la stessa formazione sotto descrizioni e nomi diversi. Allo stesso tempo si è voluta mantenere l informazione delle sigle originali, per un più facile ritorno alla fonte a posteriori. Nella tabella degli attributi del layer Litologia, vi sono 4 sigle diverse: SIGLA, SIGLA_2, SIGLA_3 e SIGLA_CARG. Per creare una continuità con i lavori precedenti del Progetto Franarisk, e con le convenzioni del Progetto CARG, nel campo SIGLA_CARG sono riportate le sigle univoche CARG, che individuano le unità stratigrafiche riconosciute dalle norme CARG che sono riportate nell elenco scaricabile dal sito (aggiornato al 5 febbraio 2014). Il campo SIGLA è legato alla simbologia ed è quindi l unico campo dove non è possibile trovare valori nulli o caselle vuote. Quest ultimo è anche il meno omogeneo perché è stato adattato di volta in volta alle diverse fasi che hanno portato al completamento del layer: la prima fase è stata la vettorializzazione del foglio Subiaco, successivamente si è passati al foglio Tagliacozzo e per finire sono stati aggiunti i poligoni della Carta della Geodiversità e della Regione Lazio. In funzione quindi della localizzazione dei poligoni (ovvero della fonte di riferimento), il campo SIGLA può contenere: il numero della litologia riferito al foglio Subiaco, il numero della litologia del foglio Subiaco ma derivato dall associazione delle formazioni descritte nel foglio Tagliacozzo (nelle zone ricoperte da quest ultimo, come spiegato di seguito), il codice CARG o una sigla inserita dall operatore. Facendo riferimento alla Fig. 6, per i poligoni ricadenti nelle aree blu e viola i campi SIGLA e SIGLA_3 corrispondono ai numeri indicativi delle formazioni nei fogli rispettivamente di Subiaco e Tagliacozzo. Nel caso in cui è stata riconosciuta una corrispondenza tra le litologie dei due fogli, sono stati comunque riempiti entrambi i campi, ma il dato originale si trova nel campo SIGLA, se il poligono ricade nell area blu, e SIGLA_3, se ricade nell area viola (Fig. 6). Per i poligoni ricadenti nelle aree gialle e arancioni il campo SIGLA è compilato con la sigla CARG, dove disponibile, con il numero relativo al foglio Subiaco, dove riconosciuta una corrispondenza di litologie, o con una sigla decisa dall operatore, nei casi rimanenti. Il campo SIGLA_2 contiene il codice alfanumerico che si può considerare comune ad entrambi i fogli sperimentali Subiaco e Tagliacozzo. Al fine di ottenere una omogeneizzazione ed una prima semplificazione, è stato creato il campo numerico Codice_GEO_LITO, in cui le diverse litologie vengono classificate con un numero crescente in funzione dell età e accorpate in classi geo-litologiche che tengano Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 18

19 conto sia dell appartenenza ad una stessa formazione sia delle caratteristiche litotecniche (per l unità Arenaceo-Pelitica ad esempio sono state mantenute tre classi distinte data la loro netta variazione da un punto di vista litotecnico e di conseguenza del loro comportamento geomeccanico). Per quanto riguarda le coperture, data la variabilità delle descrizioni che possono essere equivoche o poco specifiche, è stato fatto un raffronto con la carta geomorfologica del foglio Subiaco. Ci si riferisce in particolare ai depositi colluviali/eluviali associati talora a terre rosse, cineriti o detriti i quali sono stati accorpati in un unica classe (classe 3). Solo pochi poligoni con descrizione litologica depositi colluviali ed eluviali, talora associati a detriti sono stai classificati insieme ai detriti di falda sciolti secondo considerazioni sul posizionamento nei confronti del versante (alla base di una scarpata o di un versante calcareo), su una ipotizzata maggiore presenza di materiale detritico (da foto interpretazione) e sul raffronto con le informazioni delle carte geomorfologiche dei fogli Subiaco e Tagliacozzo, che distinguono le coperture con una ulteriore classificazione. Più nello specifico, nel caso in cui un poligono colluviale talora con presenza di detrito ricade in corrispondenza di zone di accumulo antico dovuto ad intensi processi erosivi fluvio-denudazionali (Carta Geomorfologica Dinamica, F 367), questo è stato accorpato alla classe del detrito di versante (classe 6). Negli altri casi, se il poligono ricade in aree classificate come di accumulo carsico o in zone topograficamente elevate, in corrispondenza di uno spianamento, e mostra tessitura prevalentemente fine (da fotointerpretazione), questo è stato accorpato ai poligoni descritti come colluvi/eluvi/terre rosse (classe3). Bisogna comunque considerare la classe 3 come una classe eterogenea che spesso va a confondersi con la classe 6 per la difficile distinzione tra i due tipi di depositi e la frequente sovrapposizione degli stessi. Quest ultima considerazione si lega con la successiva classificazione litotecnica che vede entrambi i depositi inseriti nella stessa classe (si veda il capitolo 4) Litologia, formazione, età, classe orogenica e ambiente deposizionale I campi non ancora descritti della tabella degli attributi riportano le seguenti informazioni: una descrizione della litologia (campo Litologia, Fig. 11 e Fig. 12) ripresa dalle principali fonti utilizzate, il nome della formazione o unità geologica (dove possibile), l età delle litologie, un codice numerico associato all età (codice_età, crescente dalle litologie più recenti a quelle più antiche), la classe orogenica (pre-orogenesi, sin-orogenesi e post-orogenesi) e l ambito deposizionale. Quest ultimo si distingue in: paleo-piattaforma, bacino pelagico, transizione, piattaforma carbonatica, rampa carbonatica, avampaese flessurato, avanfossa, marino, continentale e vulcanico. Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 19

20 Fig. 11 Estratto della tabella degli attributi del layer Litologia. Vengono qui mostrate in maniera esemplificativa le 4 sigle di alcuni poligoni. Si può notare come non sempre è stato possibile associare una sigla CARG, perché non sempre è possibile attribuire il nome di una formazione riconosciuta e standardizzata dalle norme tecniche del progetto CARG. SIGLA: è un campo alfanumerico che, in funzione della localizzazione spaziale del poligono, assume la sigla standardizzata CARG, il codice numerico del foglio Subiaco al (codice originale, se ricadente nell area del foglio, o ricavato per associazione con il foglio Tagliacozzo) o una dicitura scelta dall operatore (non vi sono esempi di quest ultimo caso in questo estratto). Fig. 12 Estratto della tabella degli attributi del layer Litologia. Codice_GEO_LITO: è possibile vedere alcuni esempi di classificazione e accorpamenti scelti per questo campo. Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 20

21 3.4 Descrizione delle unità affioranti Di seguito si riportano le descrizioni delle unità affioranti, riprese dalle diverse fonti utilizzate come dato di partenza per la redazione della carta geologica. Le unità vengono suddivise nei due settori dell area prima descritti, orientale e occidentale, ed ancora per ambiti deposizionali e orogenici. Per la distribuzione areale delle diverse unità si rimanda alla Fig. 8, ovvero al layout della carta geo-litologica, ed alla relativa legenda in Fig Settore occidenale Facies Sabina (di transizione) e Paleo-Piattaforma Descrizioni riprese principalmente dalla legenda della Carta della Geodiversità (Cosentino, et al., 2009) e dalla carta geologica della Regione Lazio. DEPOSITI POST-OROGENETICI Deposito misto: Conglomerati da poco a parzialmente arrotondati in matrice sabbiosa, con elementi vulcanici rimaneggiati. Localizzati nel comune di San Polo dei Cavalieri, alla base dei conoidi di deiezione (SIGLA: MIST). (Pleistocene medio - Pleistocene superiore) Unità di Casale del Cavaliere (KKA): Alternanze di livelli a granulometria da centimetrico fine a cineritico grossolana, più raramente lapillosi, con scorie e litici lavici, prevalentemente litoide. (Pleistocene medio p.p.) Unità del Palatino (TPI): Deposito piroclastico massivo, generalmente semicoerente o litoide, a matrice cineritica grigio-nerastra con scorie grigie o nere, cristalli di leucite alterata, pirosseno e biotite, clasti centimetrici di lava (dal foglio CARG 374, Roma ). (Pleistocene medio p.p.) Unità di Torre Baccelli (UTB): conglomerati clasto-sostenuti, ben classati, molto arrotondati, spesso a matrice sabbiosa grossolana giallastra. Sabbie o arenarie fini, sabbie argillose, con stratificazione incrociata o piano-parallela, talvolta con strutture tipo hummocky; al top della successione sono talvolta presenti calcareniti ad Amphistegina. Argille grigie e argille siltoso-sabbiose giallastre, in genere a stratificazione pianoparallela, più raramente a stratificazione incrociata. (Pliocene superiore) Unità di Palombara Sabina (UPS): brecce massive cementate di pendio, eterometriche, a luoghi con abbondante matrice sabbiosa, frequentemente clinostratificate. (Pliocene superiore) Sintema di Mandela (UMN): depositi prevalentemente ghiaiosi a luoghi cementati in facies marina e marino-marginale lungo costa. (Pliocene superiore?) Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 21

22 DEPOSITI PRE-OROGENETICI - Successione di transizione Unità Spongolitica Membro del Guadagnolo (SPT 1 ). Litofacies marnosa (SPT 1b ): Alternanze di marne, marne calcaree e marne argillose a luoghi più calcaree, di colore grigio, avana chiaro, giallastro e bruno in potenti bancate. Si intercalano livelli di calcareniti con punti rossi, più abbondanti nella parte alta (SPT 1c ). (Burdigaliano p.p.- Langhiano p.p.); Litofacies calcarenitica (SPT 1a ): alternanze di calcareniti fini di colore avana e nocciola, con tracce puntiformi di ossidazione di colore rosso, e marne, marne calcaree di colore grigio, giallastro e avana chiaro in strati decimetrici. Nei settori più occidentali, sono presenti intervalli di marne silicizzate con orizzonti di liste e arnioni di selce nera. (Aquitaniano p.p.-burdigaliano p.p.) Scaglia Cinerea Detritica (CDZ): Alternanze di marne, calcari marnosi e marne argillose di colore grigio-verdastro, giallastro e avana, ricchi in foraminiferi planctonici disposte in strati decimetrici; presenti livelli di selce nera. Si intercalano livelli di calcitorbiditi, ricchi in macroforaminiferi, disposti in strati e corpi marcatamente lenticolari. Localmente sono presenti intervalli francamente calcarei e occasionalmente si rinvengono olistoliti calcarei plurimetrici. (Priaboniano p.p.-rupeliano p.p.) Scaglia Variegata (VAS): Alternanze di calcari marnosi, marne e marne argillose di colore rosato, avana e grigio, con foraminiferi planctonici, disposti in strati decimetrici; ad essi si intercalano calcareniti di colore biancastro con macroforaminiferi, disposti in strati da sottili a spessi ( cm). Presenti liste e noduli di selce violacea e nera. (Luteziano- Priaboniano p.p.) Scaglia Rossa (SAA): Alternanze di calcari marnosi, in strati sottili e medi, e marne, in strati e banchi, di colore rossastro ed avana, con selce rossa in liste e noduli. Sono presenti numerose intercalazioni di debriti in strati, lenti e bancate (fino a 1 m di spessore) costituiti da calcareniti e calciruditi. (Turoniano p.p.-ypresiano) Scaglia Bianca (SBI): Calcari micritici e calcari marnosi bianchi in strati decimetrici, con liste e noduli di selce nera e intercalazioni di debriti carbonati che (calcareniti, calcari cristallini). I livelli micritici sono ricchi in foraminiferi planctonici; nei livelli detritici sono abbondanti i frammenti di echinidi e di gusci di rudiste. Nella parte alta si rinviene un livello formato da marne argillose, selce e argille in straterelli sottili ( livello Bonarelli Auct.). (Cenomaniato-Turoniano p.p.) Scaglia Detritica (SCZ), suddivisa in due membri, principalmente in base al contenuto fossilifero. Membro calciruditico-calcarenitico (SCZ 2 ): Calciruditi bianche e avana, a luoghi con macroforaminiferi (nummuliti ed alveoline), e calcarenitiche, anche bioclastiche con frammenti di macroforaminiferi e con foraminiferi planctonici. Si intercalano calcari marnosi e marne calcaree si colore rosato, avana chiaro e nocciola, in strati sottili e medi con lenti di selce grigio chiaro e rossa e microfauna a foraminiferi planctonici. Verso la parte alta aumenta la componente argillosa e localmente sono presenti livelli marnoso argillosi centimetrici. (Daniano-Priaboniano p.p.); Membro Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 22

23 calcarenitico-calciruditico (SCZ 1 ): Calcari e calcari marnosi di colore bianco, avana e rosato, ben stratificati, con foraminiferi planctonici e con selce; sono frequenti intercalazioni di calcareniti e calciruditi, con frammenti di rudiste e selce in noduli. (Cenomaniano-Maastrichtiano) Marne a Fucoidi (FUC): Marne e marne argillose di colore verde e rosso, fittamente e sottilmente stratificate, localmente foliate e subordinatamente calcari marnosi. Localmente le marne risultano fortemente bioturbate. Verso il tetto della formazione si assiste a una rapida diminuzione della frazione argillosa. (Aptiano-Albiano) Maiolica (MAI): Calcari micritici di colore bianco, grigio, giallastro e nocciola chiaro, disposti in strati di cm, con liste e noduli di selce grigio chiaro. A questi si intercalano calcari finemente detritici bianchi. Al tetto della formazione sono presenti calcari scuri, con selce nerastra e intercalazioni via via più frequenti di livelli pelitici. (Titonico p.p.-barremiano) Calcari Diasprigni (CDU): Calcari marnosi, marne e argille di colore avana, verdastre e grigie, sottilmente stratificate, con liste di selce grigia e bruna. Nella parte bassa si intercalano fino a divenire prevalenti, calcari ben stratificati con abbondanti livelli di selce rossa e verde. Sono presenti inoltre calcareniti da fini a grossolane e, localmente, brecciole calcaree in spesse bancate, talora prevalenti al tetto della formazione. (Bathoniano p.p.- Titonico) Calcari Detritici con Posidonia (DPO): calcareniti prevalentemente oolitiche, di colore nocciola scuro, in strati e banchi di spessore fino a diversi metri, con livelli di brecciole più frequenti al tetto della formazione. A luoghi sono presenti corpi di brecce ed elementi di Calcare Massiccio (MAS). Si intercalano rari livelli di calcari micritici nocciola e calcareniti fini spesso ricche di filaments. Sono inoltre presenti liste e noduli di selce grigia. (Bajociano p.p.-bathoniano p.p.) Calcari e Marne a Posidonia (POD): calcari micritici nocciola, avana e grigi e calcari marnosi avana, grigio e ocra, disposti in strati decimetrici, con livelli ricchi di filaments e con rare liste e noduli di selce grigio chiaro. Sono presenti livelli calcarenitici e brecciole avana disposti in strati decimetrici. Si osservano inoltre fenomeni di deformazione sin sedimentaria tipo slumping. (Aaleniano-Bajociano p.p.) Marne di Monte Serrone (RSN): Marne, marne argillose e argille marnose, di colore variabile dal grigio-verdastro al rosso, sottilmente stratificate, localmente fogliettate; a queste si intercalano strati centimetrici di calcareniti e calcari marnosi. Verso il tetto della formazione la frazione marnoso-argillosa diminuisce, mentre compaiono livelli di calcari micritici nocciola. (Toarciano) Corniola Detritica (COK): calcari micritici, di colore nocciola chiaro biancastro ad ooidi, granuli rivestiti, peloidi e noduli algali, e livelli bioclastici biancastri. Sono presenti clasti di Calcare Massiccio (MAS) di dimensioni variabili, fino ad olistoliti. Sono massivi, o in bancate metriche, e in corpi a geometria irregolare. Localmente tra le grosse bancate, vi Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 23

24 sono lembi di dimensione metrica o deca metrica di calcari micritici grigi stratificati con liste e noduli di selce grigia. (Sinemuriano p.p.-pliensbachiano) - Successione di piattaforma pelagica (PCP) Gruppo del Bugarone (BU): Calcari nodulari grigio-verdastri e nocciola con Saccocoma, radiolari e aptici. Calcari nodulari di colore grigio e nocciola con abbondanti resti filamentosi, radiolari, spicole di spugna e ostracodi. Calcari nodulari nocciola con foraminiferi bentonici, spicole di spugna, crinoidi, gasteropodi, brachiopodi, ostracodi e ammoniti. (Pliensbachiano p.p.-titonico p.p.) - Successione di paleo-piattaforma Calcare Massiccio (MAS): Calcari micritici e calcareniti di colore biancastro e nocciola, talora d aspetto cristallino, con livelli ad ooidi, a peloidi e a noduli algali; presentano assetto massivo. (Hettangiano-Sinemuriano p.p.) Dolomia Principale (DPR): Dolomie e calcari dolomitici di colore da nocciola a grigio scuro con Megalodon spp.; le porzioni più calcaree sono organizzate in strati da spessi a medi, mentre le dolomie, spesso di colore chiaro, presentano un aspetto massivo. (Retico) Settore orientale - Successione Laziale Abruzzese Descrizioni riprese dalla legenda dei fogli Subiaco e Tagliacozzo (376 e 367). DEPOSITI POST-OROGENETICI Vulcaniti di Oricola: Vulcaniti costituite da ceneri, da fini a grossolane, di colore rossastro, talora in alternanza con argille palustri, localmente con livelli diatomitici, generalmente alterate e pedogenizzate. È presente gradazione e laminazione, sia parallela che incrociata. (Pleistocene) DEPOSITI SIN-OROGENETICI Unità Arenaceo-Pelitica (UAP). Associazione arenacea massiccia (UAPb): arenarie dal giallo al grigio, raramente a granulometria grossolana, in strati molto spessi frequentemente amalgamati; associazione arenaceo laminata (UAPc): arenarie medio-fini, giallastre, in strati spessi/molto spessi completamente laminati; associazione arenacea laminata con intercalazioni arenaceo-pelitiche (UAPc): alternanze ripetute delle due associazioni. (Tortoniano-Messiniano p.p.) Marne ad Orbulina (UAM3): alternanze di argille e marne con sottili livelli di siltiti ed arenarie fini a lamine incrociate e piano-parallele, con un livello discontinuo decimetrico di conglomerato poligenico. Argille e marne a foraminiferi e bioturbatori che localmente contengono spesse lenti di calcareniti a gradazione diretta, laminate. Calcari marnosi grigi e marne, con fosfati diffusi ed in livelli conglomeratici, e glauconite, con concentrazioni di macrofossili (molluschi, brachiopodi, echinodermi, coralli e ittiodontoliti). (Serravalliano p.p.-messiniano p.p.) Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 24

25 DEPOSITI PRE-OROGENETICI - Successione di rampa e piattaforma carbonatica (Laziale Abruzzese) Calcari/Calcareniti a Briozoi e Litotamni (CBZ/CBZ3): Calcareniti bioclastiche biancastre in strati medi e spessi con rare strutture sedimentarie (laminazione incrociata e piano-parallela), riccamente fossiliferi: briozoi, lamellibranchi, echinoidi, cirripedi, rari litotamni, brachiopodi, ecc.. La superficie superiore dell unità è costituita da un hardground di aspetto mammellonare, con incrostazioni, ciottoli fosfatici e glauconite, anche con locali concentrazioni di piccoli echinoidi irregolari. (Langhiano p.p.-serravalliano p.p.) Calcareniti Arancioni (CBZ1): Calcareniti bioclastiche ocracee con piccoli clasti ossidati, di norma paraconcordanti sul substrato del Cretacico superiore, con frammenti di echinodermi, pettinidi e con litoclasti arenitici del basamento carbonatico. (Burdigaliano?- Langhiano p.p.) Calcare Saccaroide ad Orbitoidi: Calcareniti biancastre, grossolane, in strati medi e spessi, fortemente ricristallizzate, ricche di rudiste (sia integre che in frammenti), con orbitoidi, echinoidi e rari coralli. (Campaniano? p.p.-maastrichtiano p.p.) Calcari a Radiolitidi (RDT): Calcari, e subordinati calcari dolomitici e dolomie, di colore da biancastro a marroncino, in strati da sottili a spessi, generalmente con scarsa organizzazione interna, con abbondanti rudiste (essenzialmente radiolitidi), di prevalente ambiente subtidale. Nei M. Simbruini, più marcata organizzazione ciclica, con livelli calcarenitici a gradazione diretta e con laminazione piano-parallela ed incrociata (tempestiti), rudiste anche in posizione fisiologica, rari coralli e chetetidi, laminiti cripto algali, brecce ad intraclasti piatti, sottili dolomie nodulari verdastre. (Turoniano- Campaniano p.p.) Calcari a Requienidi: Calcilutiti avana e nocciola in strati sottili e medi, a luoghi con strutture da disseccamento, e con intercalazioni subordinate di: clacilutiti nerastre bituminose, calcari a punti neri, calcareniti e calciruditi litobioclastiche, dolocalcilutiti aranciate o rossastre, argille verdastre. Con grossi bivalvi statizzati e resti di rudiste s.s. (parte alta dell unità), diceratidi, piccoli gasteropodi. Frequenti intercalazioni di dolomie cristalline talora laminate, nella zona di Agosta e Cervara di Roma. (Aptiano- Cenomaniano) Dolomie Zona indefinibile: Dolomie cristalline grigiastre o giallastre, talora con bande scure bituminose, in strati da spessi a molto spessi, a luoghi con lamine stromatolitiche. (Berriasiano Barremiano) Studio e analisi della suscettibilità da frana - Provincia di Roma - Sapienza 2014 Pagina 25

Carta geologica "CIMITERO DI LAURIA" in scala 1:2000

Carta geologica CIMITERO DI LAURIA in scala 1:2000 Carta geologica "CIMITERO DI LAURIA" in scala 1:2000 fig.16 55 Sito d' interesse N Carta geologica scala 1:2000 Carta geologica "FOSSO LO MONACO" in scala 1:2000 fig.14 Sito d' interesse N Carta geologica

Dettagli

Analisi e Mitigazione del Rischio Idrogeologico

Analisi e Mitigazione del Rischio Idrogeologico Relazione finale dell attività di tirocinio Studio ed analisi della suscettibilità all innesco di frane per una porzione del territorio della Provincia di Roma matr. 1681191 Tutor: Dott. Carlo Esposito

Dettagli

3.3 Il bacino del fiume Cavone

3.3 Il bacino del fiume Cavone 3.3 Il bacino del fiume Cavone 3.3.1 Il territorio Il bacino del fiume Cavone (superficie di 675 kmq) presenta caratteri morfologici prevalentemente collinari, ad eccezione che nella porzione settentrionale

Dettagli

Studio ed analisi della suscettibilità da frana su una porzione di territorio della Provincia di Roma

Studio ed analisi della suscettibilità da frana su una porzione di territorio della Provincia di Roma Dip. IV Servizi di Tutela e Valorizzazione dell Ambiente Servizio 1 Difesa del Suolo Studio ed analisi della suscettibilità da frana su una porzione di territorio della Provincia di Roma Dipartimento di

Dettagli

Paleofrane e MS1: il caso Pescosolido (FR)

Paleofrane e MS1: il caso Pescosolido (FR) Paleofrane e MS1: il caso Pescosolido (FR) Gabriele Leoni*, Giovanni De Caterini**, Paolo Zaffiro** *ISPRA Dip. per il Servizio Geologico d Italia ** Libero professionista OGL Il Comune di Pescosolido,

Dettagli

VARIANTE URBANISTICA AL P.R.G. VIGENTE RELATIVA A UN AREA SITA IN LOCALITA MONTE DI COLBORDOLO (SCHEDA N. 8)

VARIANTE URBANISTICA AL P.R.G. VIGENTE RELATIVA A UN AREA SITA IN LOCALITA MONTE DI COLBORDOLO (SCHEDA N. 8) Verifica di compatibilità geomorfologica VARIANTE URBANISTICA AL P.R.G. VIGENTE RELATIVA A UN AREA SITA IN LOCALITA MONTE DI COLBORDOLO (SCHEDA N. 8) VERIFICA DI COMPATIBILITÀ GEOMORFOLOGICA (ART. 89 DPR

Dettagli

Successione umbro- marchigiana. Mon2 Martani

Successione umbro- marchigiana. Mon2 Martani Successione umbro- marchigiana Mon2 Martani Carta geologica Formazione della Terra Formazione Calcari e marne a Rhaetavicula contorta - Re#co Formazioni giurassiche Calcare Massiccio ( Giurassico inf.)

Dettagli

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4 RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA DIRETTIVA 92/437CEE DPR 357/97 MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4 IT9210141 LAGO LA ROTONDA Dott.ssa SARLI Serafina INDICE PREMESSA Pag. 2

Dettagli

Particolare del calcare marnoso di colore rosso vinaccio, con caratteristica fratturazione a dente di sega. S: N 40 E,22NE.

Particolare del calcare marnoso di colore rosso vinaccio, con caratteristica fratturazione a dente di sega. S: N 40 E,22NE. Fig. 1a Affioramento ubicato a NE di Casa La Rotta (265m s.l.m.): ARGILLE SILTOSE GRIGIE (8) Sedimenti argillosi di colore grigio organizzati in strati di spessore centimetrico e decimetrico, o sottilmente

Dettagli

RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA

RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA RELAZIONE TECNICA ILLUSTRATIVA =============== Oggetto: PROGETTO PRELIMINARE PER I LAVORI DI CONSOLIDAMENTO E MESSA IN SICUREZZA DEL CENTRO URBANO DI CASTELLUCCIO VALMAGGIORE II TRAVERSA VIA ELENA 1. PREMESSA

Dettagli

Inquadramento geologico

Inquadramento geologico Pietrasecca Fig. 1 a) Schema geologico semplificato dell Italia centrale. Nel se;ore occidentale è presente la pia;aforma Laziale- Abbruzzese mentre in quello orientale è presesente la pia;aforma Apula.

Dettagli

VARIANTE URBANISTICA AL P.R.G. VIGENTE RELATIVA A UN AREA SITA IN LOCALITA MONTE DI COLBORDOLO (SCHEDA N. 40)

VARIANTE URBANISTICA AL P.R.G. VIGENTE RELATIVA A UN AREA SITA IN LOCALITA MONTE DI COLBORDOLO (SCHEDA N. 40) Verifica di compatibilità geomorfologica VARIANTE URBANISTICA AL P.R.G. VIGENTE RELATIVA A UN AREA SITA IN LOCALITA MONTE DI COLBORDOLO (SCHEDA N. 40) VERIFICA DI COMPATIBILITÀ GEOMORFOLOGICA (ART. 89

Dettagli

LIVELLO 1 Determinazione delle microzone omogenee in prospettiva sismica

LIVELLO 1 Determinazione delle microzone omogenee in prospettiva sismica LIVELLO 1 Determinazione delle microzone omogenee in prospettiva sismica Definizione delle caratteristiche litologiche e geometriche delle unità geologiche del sottosuolo (modello geologico di riferimento).

Dettagli

COMUNE DI CAPOLONA PROVINCIA DI AREZZO. Progetto: Piano di Recupero in zona A. Committente: Amministrazione Comunale di Capolona.

COMUNE DI CAPOLONA PROVINCIA DI AREZZO. Progetto: Piano di Recupero in zona A. Committente: Amministrazione Comunale di Capolona. Dott. Franco Bulgarelli - Geologo - Via del Gavardello n 73 (Arezzo) /fax - 0575/380676 E-mail: frageo@inwind.it COMUNE DI CAPOLONA PROVINCIA DI AREZZO Progetto: Piano di Recupero in zona A. Località:

Dettagli

1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO...02

1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO...02 I N D I C E PREMESSA... 01 1 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO...02 2. CARATTERIZZAZIONE LITOSTRATIGRAFICA DELL'AREA DI INTERVENO... 03 OSSERVAZIONI CONCLUSIVE... 05 ALLEGATI I. Carta Rischio Frane

Dettagli

STRATIGRAFIA SCALA 1 : 150 Pagina 1/6 Sondaggio: S35

STRATIGRAFIA SCALA 1 : 150 Pagina 1/6 Sondaggio: S35 1 2 SCALA 1 : 150 Pagina 1/6 Argilla debolmente limosa, debolmente umida, da consistente a molto consistente, plastica di colore marrone. Il terreno è prevalentemente di natura vulcanica, sono presenti

Dettagli

Lago Nero Report 2006

Lago Nero Report 2006 Lago Nero Report 2006 1.0 Premessa La presente relazione illustra i primi risultati di una campagna di indagini geognostiche eseguite in Località Lago Nero nel Comune di Tornareccio (CH), nell ambito del

Dettagli

Strutture delle rocce sedimentarie in sezione sottile

Strutture delle rocce sedimentarie in sezione sottile Strutture delle rocce sedimentarie in sezione sottile 20 ingrandimenti circa 15 ingrandimenti circa 20 ingrandimenti circa Rocce sedimentarie detritiche RUDITI (elementi > 2mm) Conglomerati/Puddinghe Rocce

Dettagli

a) SEDIMENTI CONTINENTALI QUATERNARI del BACINO del MERCURE LAO.

a) SEDIMENTI CONTINENTALI QUATERNARI del BACINO del MERCURE LAO. Relazione Geologica Integrativa relativa alle litologie potenzialmente contenenti amianto per Concessione per derivazione di acqua superficiale per uso idroelettrico nel Comune di Castelluccio Inf. Committente:

Dettagli

Cartografia geologica e microzonazione sismica

Cartografia geologica e microzonazione sismica Sala A conferenze, Terza Torre - 19 aprile 12 MICROZONAZIONE SISMICA UNO STRUMENTO CONSOLIDATO PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO L esperienza della Regione Emilia-Romagna Cartografia geologica e microzonazione

Dettagli

LEGENDA CARTA GEOLOGICA

LEGENDA CARTA GEOLOGICA LEGENDA CARTA GEOLOGICA ACCUMULI ANTROPICI Sigla ant (rigato verticale con Col. Stab. n.46 su fondo bianco o rombi neri su fondo bianco) Dimensione areale con almeno un lato di 50 metri e con spessori

Dettagli

PRINCIPI DI STRATIGRAFIA

PRINCIPI DI STRATIGRAFIA PRINCIPI DI STRATIGRAFIA STRATIGRAFIA: parte della Geologia che studia la successione delle rocce sedimentarie secondo l ordine di deposizione e cerca di ricostruire gli originari ambienti di sedimentazione.

Dettagli

Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico

Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico AUTORITA' di BACINO del RENO Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico art.1 c. 1 L. 3.08.98 n.267 e s. m. i. I RISCHIO DA FRANA E ASSETTO DEI VERSANTI Zonizzazione Aree a Rischio SCHEDA N. 116 Località:

Dettagli

ITINERARIO. Stop 2 LOCALITA IGNE L Evento Anossico Toarciano (black shale): marne e calcari marnosi della Formazione di Igne (Bacino di Belluno)

ITINERARIO. Stop 2 LOCALITA IGNE L Evento Anossico Toarciano (black shale): marne e calcari marnosi della Formazione di Igne (Bacino di Belluno) B. Figus ITINERARIO Stop 1 LAGO DI BARCIS Il Calcare di Monte Cavallo: calcari con Rudiste in posizione fisiologica, facies di margine di piattaforma carbonatica cretacica superiore (Piattaforma Friulana)

Dettagli

COMUNE DI MATELICA. Provincia di Macerata

COMUNE DI MATELICA. Provincia di Macerata DOTT. GEOL. PAOLO BOLDRINI COMUNE DI MATELICA Provincia di Macerata DOTT. GEOL. GIUSEPPE CILLA Realizzazione Scuola Federale Off Road Città di Matelica (gestione di rifiuti risultanti dall estrazione e

Dettagli

Provincia di Roma. Assessorato alle Politiche Agricole e Ambientali Dipartimento V Risorse Agricole e Ambientali Servizio 4 Geologico

Provincia di Roma. Assessorato alle Politiche Agricole e Ambientali Dipartimento V Risorse Agricole e Ambientali Servizio 4 Geologico Provincia di Roma Assessorato alle Politiche Agricole e Ambientali Dipartimento V Risorse Agricole e Ambientali Servizio 4 Geologico Realizzazione di un database e di cartografie tematiche, in formato

Dettagli

Redazione della carta dei punti di crisi

Redazione della carta dei punti di crisi Università Degli Studi di Napoli Federico II DICEA Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e Ambientale Corso Tecnici per il presidio idrogeologico del territorio Zona di allertamento 3 Redazione della

Dettagli

STUDIO SULL EROSIONE DELLA COSTA TERRITORIO COMUNALE DI TUSA

STUDIO SULL EROSIONE DELLA COSTA TERRITORIO COMUNALE DI TUSA REGIONE SICILIANA DIPARTIMENTO CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO STUDIO SULL EROSIONE DELLA COSTA TERRITORIO COMUNALE DI TUSA Dott.ssa Geol. Daniela Alario - Dr. Geol. Giovanni

Dettagli

Sistemi Deposizionali (parte III)

Sistemi Deposizionali (parte III) Corso di Geologia Stratigrafica e Sedimentologia Cap. VI Sistemi Deposizionali (parte III) Una SPIAGGIA può progradare, costruendo una sequenza sedimentaria di tipo coarsening-upward Il suo spostamento

Dettagli

COMUNE DI SERRONE Provincia di Frosinone

COMUNE DI SERRONE Provincia di Frosinone COMUNE DI SERRONE Provincia di Frosinone PROGRAMMA DI INTERVENTI DI MIGLIORAMENTO SISMICO DEGLI EDIFICI DI INTERESSE STRATEGICO PER FINALITA' DI PROTEZIONE CIVILE (ART. 2, COMMA 1, LETTERA B OCDPC 171/2014)

Dettagli

SETAC S.r.l. Servizi & Engineering: Trasporti Ambiente Costruzioni Via Don Guanella 15/B Bari Tel/Fax (2 linee) : mandante

SETAC S.r.l. Servizi & Engineering: Trasporti Ambiente Costruzioni Via Don Guanella 15/B Bari Tel/Fax (2 linee) : mandante COMUNE DI GRAVINA IN PUGLIA REGIONE PUGLIA MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE DIREZIONE GENERALE PER LA DIFESA DEL SUOLO INTERVENTI PER LA MESSA IN SICUREZZA DELL'AREA DEL

Dettagli

COMUNE DI CORTONA PROVINCIA DI AREZZO. Progetto: Variante al Piano di Recupero n 401/ Demolizione e

COMUNE DI CORTONA PROVINCIA DI AREZZO. Progetto: Variante al Piano di Recupero n 401/ Demolizione e Dott. Franco Bulgarelli - Geologo - Via del Gavardello n 73 (Arezzo) - 0575/912745 E-mail: frageo@inwind.it COMUNE DI CORTONA PROVINCIA DI AREZZO Progetto: Variante al Piano di Recupero n 401/2008 - Demolizione

Dettagli

Cartografia geologica. Geologia con Elementi di Sedimentologia F. L. Chiocci

Cartografia geologica. Geologia con Elementi di Sedimentologia F. L. Chiocci Cartografia geologica Geologia con Elementi di Sedimentologia F. L. Chiocci La base è una carta topografica. Sia i riferimenti che i tagli sono quelli dei fogli e delle tavolette topografiche (spesso non

Dettagli

COMUNE DI GUASILA. Provincia di CAGLIARI

COMUNE DI GUASILA. Provincia di CAGLIARI Timbri: COMUNE DI GUASILA Provincia di CAGLIARI Impianto di recupero rifiuti non pericolosi della ditta C.AP.R.I. s.c. a r.l. Sig. Carlo Schirru Tecnico: Dott. Ing. Pierpaolo Medda Dott. Geol. Fabio Sanna

Dettagli

LA FRANA DI TERMINI IMERESE CONTRADA FIGURELLA

LA FRANA DI TERMINI IMERESE CONTRADA FIGURELLA REGIONE SICILIANA DIPARTIMENTO CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO LA FRANA DI TERMINI IMERESE CONTRADA FIGURELLA I GEOLOGI: Dott.ssa - Daniela Alario Dott. Ambrogio Alfieri Dott.

Dettagli

Capitolo 6 Rilevamento geologico

Capitolo 6 Rilevamento geologico Capitolo 6 Rilevamento geologico Rilevamento geologico: finalizzato a fornire informazioni sulle caratteristiche geologiche (litologia rocce affioranti, datazione, rapporti spaziali) di una determinata

Dettagli

ROCCE SEDIMENTARIE ROCCE SEDIMENTARIE

ROCCE SEDIMENTARIE ROCCE SEDIMENTARIE ROCCE SEDIMENTARIE PROCESSI FORMATIVI: 1) EROSIONE 2) TRASPORTO 3) DEPOSITO DIAGENESI Insieme di trasformazioni chimiche e fisiche che un sedimento sciolto subisce col tempo dopo la sua deposizione, e

Dettagli

Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI)

Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI) Piano stralcio per l Assetto Idrogeologico (PAI) (Legge 18 Maggio 1989, n. 183, art.17 comma 6-ter) Direttiva "Attuazione del PAI nel settore urbanistico e aggiornamento dell Atlante dei rischi idraulici

Dettagli

PROGETTO DI VARIANTE

PROGETTO DI VARIANTE ALLEGATO ALLA RELAZIONE GENERALE RIPERIMETRAZIONE AL PSAI-AGGIORNAMENTO 2012 Comune di POLLICA (Sa) PIANO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO AGGIORNAMENTO (2012) RISCHIO FRANA PROGETTO DI VARIANTE REVISIONE:

Dettagli

Indagini geologiche, idrogeologiche e archeologiche preliminari

Indagini geologiche, idrogeologiche e archeologiche preliminari Indagini geologiche, idrogeologiche ed archeologiche preliminari 2 INDICE PREMESSA Tali indagini hanno lo scopo dell accertamento e della verifica delle caratteristiche geologiche ed idrogeologiche dei

Dettagli

Circolare n. Allegato A. - raccolta dati (A1a) - indagini. - eventuali nuove indagini (A1b) - cartografie di analisi (A1c)

Circolare n. Allegato A. - raccolta dati (A1a) - indagini. - eventuali nuove indagini (A1b) - cartografie di analisi (A1c) REPUBBLICA ITALIANA Assessorato Territorio ed Ambiente Circolare n. del Allegato A Elenco degli elaborati cartografici Cartografie Scala - raccolta dati (A1a) - indagini (A) Strumenti Urbanistici Generali

Dettagli

REGIONE ABRUZZO DIPARTIMENTO OPERE PUBBLICHE, GOVERNO DEL TERRITORIO E POLITICHE AMBIENTALI - DPC SERVIZIO DEL GENIO CIVILE REGIONALE DI CHIETI

REGIONE ABRUZZO DIPARTIMENTO OPERE PUBBLICHE, GOVERNO DEL TERRITORIO E POLITICHE AMBIENTALI - DPC SERVIZIO DEL GENIO CIVILE REGIONALE DI CHIETI REGIONE ABRUZZO DIPARTIMENTO OPERE PUBBLICHE, GOVERNO DEL - DPC SERVIZIO DEL GENIO CIVILE REGIONALE DI CHIETI Tipo di intervento: Elaborato ARCH_04 Progetto per la realizzazione di un polo culturale integrato

Dettagli

RELAZIONE GEOLOGICA E COMPATIBILITA SISMICA

RELAZIONE GEOLOGICA E COMPATIBILITA SISMICA TECNOGEO S.a.s. Studio Tecnico di Geologia Via Col Visentin, 7-31044 Montebelluna Tel.: 0423.303043 - Cell.: 335.6159235 P.Iva: 03549450264 Regione del Veneto COMUNE DI PEDEROBBA Provincia di Treviso VARIANTE

Dettagli

ROCCE SEDIMENTARIE. Schema di classificazione genetica delle rocce sedimentarie

ROCCE SEDIMENTARIE. Schema di classificazione genetica delle rocce sedimentarie ROCCE SEDIMENTARIE Schema di classificazione genetica delle rocce sedimentarie ROCCE SEDIMENTARIE PROCESSI FORMATIVI: 1) EROSIONE 2) TRASPORTO 3) DEPOSITO DIAGENESI Insieme di trasformazioni chimiche e

Dettagli

SCHEDA PER IL CENSIMENTO DELLE SORGENTI

SCHEDA PER IL CENSIMENTO DELLE SORGENTI SCHEDA PER IL CENSIMENTO DELLE SORGENTI 1 - DATI IDENTIFICATIVI N di riferimento e denominazione 1 / Sorgente Nuova Fiume Località Gesiola Comune Provincia Varese Sezione CTR A4C3 Coordinate chilometriche

Dettagli

Il rilevamento geologico dei depositi alluvionali e marino marginali pleistocenici e olocenici dell Appennino settentrionale e della pianura padana

Il rilevamento geologico dei depositi alluvionali e marino marginali pleistocenici e olocenici dell Appennino settentrionale e della pianura padana Il rilevamento geologico dei depositi alluvionali e marino marginali pleistocenici e olocenici dell Appennino settentrionale e della pianura padana Paolo Severi marzo 2018 1 La cartografia geologica d

Dettagli

SONDAGGI STRATIGRAFICI 2013

SONDAGGI STRATIGRAFICI 2013 SONDAGGI STRATIGRAFICI 2013 SONDAGGIO S1 General Contractor: CONSORZIO CEPAV DUE Data esecuzione: 20/02/2013 Comune di Covo (BG) Località: Coordinate WGS84: 45 30'21.75" N - 9 48'41.41" E M S P Rendering

Dettagli

Servizio Geologico e Difesa del Suolo Biellese, Vercellese, Casalese C.so Cadore Torino (TO)

Servizio Geologico e Difesa del Suolo Biellese, Vercellese, Casalese C.so Cadore Torino (TO) PROVINCIA di VERCELLI A.T.O. n. 2 ECOGEO Studio Associato Settore Turismo, Marketing Territoriale e Risorse Idriche Autorità d Ambito Territoriale Ottimale n.2 di De Luca & Morelli di Popolo e Ticineto

Dettagli

3.5 Il bacino del Bradano

3.5 Il bacino del Bradano 3.5 Il bacino del Bradano 3.5.1 Il territorio Il bacino del Bradano ha una superficie di circa 3000 kmq ed è compreso tra il bacino del fiume Ofanto a nord-ovest, i bacini di corsi d acqua regionali della

Dettagli

ANALISI DI STABILITÀ DI UN VOLUME ROCCIOSO PRESENTE SULLA SPIAGGIA DENOMINATA LE ROCCHETTE COMUNE DI ARONA RELAZIONE GEOLOGICA

ANALISI DI STABILITÀ DI UN VOLUME ROCCIOSO PRESENTE SULLA SPIAGGIA DENOMINATA LE ROCCHETTE COMUNE DI ARONA RELAZIONE GEOLOGICA PROVINCIA DI NOVARA COMUNE DI ARONA REGIONE PIEMONTE DECRETO MINISTERO INFRASTRUTTURE 14 GENNAIO 2008 "NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI Consulente Geologo Marini dr. Marco geologo Via San Luigi, 8 28041

Dettagli

Stratigrafie sondaggi meccanici

Stratigrafie sondaggi meccanici Stratigrafie sondaggi meccanici LEGENDA S1 - S11 M1 - M6 P1 B1 N1 L1 Marchese G., Ianniello G. & Leopre R. (1986) - Piano Regolatore Generale. Lioi M. (2003) - Piano particolareggiato delle zone C1 - C2

Dettagli

Escursione sui Monti Lucretili

Escursione sui Monti Lucretili Escursione sui Monti Lucretili MONTE MORRA Liceo Scientifico C. Cavour 5F Progetto Museo Diffuso Argomenti dell escursione Ubicazione dei Monti Lucretili Evoluzione dell area dei Monti Lucretili Morfologia

Dettagli

1. Premesse Schema Geologico e Geomorfologico generale Pericolosità da frana P.A.I. 5

1. Premesse Schema Geologico e Geomorfologico generale Pericolosità da frana P.A.I. 5 INDICE 1. Premesse 2 2. Schema Geologico e Geomorfologico generale 3 3. Pericolosità da frana P.A.I. 5 4. Compatibilità geomorfologica dell opera in progetto e verifica delle indicazioni del Piano di Assetto

Dettagli

DESCRIZIONE GEOSITO 15: MONTE CASOLI

DESCRIZIONE GEOSITO 15: MONTE CASOLI DESCRIZIONE GEOSITO 15: MONTE CASOLI A) DESCRIZIONE GEOLOGICA, NATURALISTICA E PAESAGGISTICA DEL GEOSITO Il geosito è situato nel territorio comunale di Bomarzo, a nord-ovest del centro abitato, in località

Dettagli

TERREMOTO CENTRO ITALIA Di.Coma.C Funzione Tecnica di Valutazione e Pianificazione. Report attività ISPRA del 01 Settembre 2016

TERREMOTO CENTRO ITALIA Di.Coma.C Funzione Tecnica di Valutazione e Pianificazione. Report attività ISPRA del 01 Settembre 2016 Report attività ISPRA del 01 Settembre 2016 Nel corso della giornata sono state operative quattro squadre sul terreno, sono stati elaborati i dati raccolti, con particolare attenzione al database IFFI.

Dettagli

LE ROCCE. (seconda parte) Lezioni d'autore. di Simona Mazziotti Tagliani

LE ROCCE. (seconda parte) Lezioni d'autore. di Simona Mazziotti Tagliani LE ROCCE (seconda parte) Lezioni d'autore di Simona Mazziotti Tagliani VIDEO VIDEO Le rocce sedimentarie (I) Le rocce sedimentarie, seppur in quantità minore nella crosta terrestre rispetto alle metamorfiche

Dettagli

PIANO REGOLATORE GENERALE

PIANO REGOLATORE GENERALE Spazio timbri REGIONE SICILIANA COMUNE DI BAGHERIA REVISIONE INTEGRALE DEL PIANO REGOLATORE GENERALE STUDIO GEOLOGICO TAVOLA LEGENDA INTEGRATIVA ALLE CARTE DELLE PERICOLOSITA' GEOLOGICHE SCALA I consulenti

Dettagli

INDICE ALLEGATI: STRALCIO CARTE GEOLOGICA, GEOMORFOLOGICA PPE PLANIMETRIE SEZIONI LITOSTRATIGRAFICHE 1 PREMESSA 2 MODELLO GEOLOGICO

INDICE ALLEGATI: STRALCIO CARTE GEOLOGICA, GEOMORFOLOGICA PPE PLANIMETRIE SEZIONI LITOSTRATIGRAFICHE 1 PREMESSA 2 MODELLO GEOLOGICO INDICE 1 PREMESSA 2 MODELLO GEOLOGICO 3 MODELLO GEOMORFOLOGICO 4 MODELLO LITOSTRATIGRAFICO 4 INDAGINE IN SITO 4 CATEGORIA DI SUOLO DI FONDAZIONE 7 COEFFICIENTE DI AMPLIFICAZIONE TOPOGRAFICA 8 CONCLUSIONI

Dettagli

CAPITOLO 6 Tettonica 6.1. Introduzione:

CAPITOLO 6 Tettonica 6.1. Introduzione: CAPITOLO 6 Tettonica 6.1. Introduzione: Al fine di chiarire il ruolo della tettonica nell evoluzione sedimentaria dell area di studio, sono stati analizzati i principali caratteri strutturali della successione

Dettagli

La suscettibilità da frana

La suscettibilità da frana Definizione dell approccio metodologico per la realizzazione di una carta di predisposizione al dissesto franoso, l individuazione dei fattori scatenanti e il calcolo delle curve di risposta, rispetto

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TORINO ESAME DI STATO PER L ABILITAZIONE ALL ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI GEOLOGO JUNIOR SECONDA SESSIONE ANNO 2016 PRIMA PROVA SCRITTA Tema n. 1 Le tecniche geofisiche sono

Dettagli

Proposta dei Piani Regionali dei Materiali da Cava e dei Materiali Lapidei di Pregio

Proposta dei Piani Regionali dei Materiali da Cava e dei Materiali Lapidei di Pregio Proposta dei Piani Regionali dei Materiali da Cava e dei Materiali Lapidei di Pregio Allegato 1a Individuazione e caratterizzazione delle aree di piano di primo livello-materiali lapidei di pregio 48

Dettagli

RELAZIONE GEOLOGICA R.04. IMPIANTO FOTOVOLTAICO DI POTENZA 7,17 MWp VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' A V.I.A. "PROGETTO DEFINITIVO" PROVINCIA LIVORNO

RELAZIONE GEOLOGICA R.04. IMPIANTO FOTOVOLTAICO DI POTENZA 7,17 MWp VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' A V.I.A. PROGETTO DEFINITIVO PROVINCIA LIVORNO REGIONE TOSCANA PROVINCIA LIVORNO IMPIANTO FOTOVOLTAICO DI POTENZA 7,17 MWp Strada Comune di Suvereto VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA' A V.I.A. "PROGETTO DEFINITIVO" RETE RINNOVABILE S.R.L. Via Galbani, 70

Dettagli

Foto 7 Ponte sul Raboso

Foto 7 Ponte sul Raboso Moriago della Battaglia (TV) Valutazione 2011 Foto 7 Ponte sul Raboso Foto 8 Confluenza tra il torrente Raboso (a sinistra nell immagine) e il torrente Rosper (a destra) H:\clie\MORI1006\Produzione\Word\12_Compatibilita_idraulica\comp_idraulica_2011_10_19.doc

Dettagli

"Vogliamo fare un parco eolico in un crinale geologicamente instabile e franoso?"

Vogliamo fare un parco eolico in un crinale geologicamente instabile e franoso? LA MONTAGNA DELL APPENNINO UN PATRIMONIO DI TUTTI DA TUTELAREE VALORIZZARE Il susseguirsi degli eventi collegati al dissesto idrogeologico che affliggono il nostro paese e ultimamente la nostra lunigiana

Dettagli

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4

MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4 RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA DIRETTIVA 92/437CEE DPR 357/97 MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE -relazione geologica- AREA 4 IT9220144 LAGO SAN GIULIANO E TIMMARI Dott.ssa SARLI Serafina INDICE PREMESSA

Dettagli

STUDIO GEOLITOLOGICO DEL BACINO IDROLOGICO SOTTESO DALLA DIGA FANACO E CALCOLO DELL INTERRIMENTO TRAMITE SOFTWARE GIS

STUDIO GEOLITOLOGICO DEL BACINO IDROLOGICO SOTTESO DALLA DIGA FANACO E CALCOLO DELL INTERRIMENTO TRAMITE SOFTWARE GIS STUDIO GEOLITOLOGICO DEL BACINO IDROLOGICO SOTTESO DALLA DIGA FANACO E CALCOLO DELL INTERRIMENTO TRAMITE SOFTWARE GIS TESI DI LAUREA DI: SALVATORE MARINO RELATORI: PROF. SALVATORE MONTELEONE DOTT. ING.

Dettagli

LETTURA ED INTERPRETAZIONE DELLE CARTE GEOLOGICHE

LETTURA ED INTERPRETAZIONE DELLE CARTE GEOLOGICHE LETTURA ED INTERPRETAZIONE DELLE CARTE GEOLOGICHE La Carta geologica è una carta tematica che fornisce una rappresentazione bidimensionale dei terreni e delle rocce affioranti in una certa regione e dei

Dettagli

Distretto Idrografico dell Appennino Meridionale

Distretto Idrografico dell Appennino Meridionale GEOLOGIA L aggiornamento dei Piani di Gestione delle Acque così come previsto dalla Dir. 2000/60/CEE prevede nell ambito della Caratterizzazione del Distretto anche l aggiornamento relativo gli aspetti

Dettagli

COMUNE DI CASTAGNOLE DELLE LANZE (Provincia di Asti) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE

COMUNE DI CASTAGNOLE DELLE LANZE (Provincia di Asti) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE COMUNE DI CASTAGNOLE DELLE LANZE (Provincia di Asti) PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE VARIANTE PARZIALE N. 9 AL VIGENTE P.R.G.C. ( ai sensi del 5 c. art. 17 della L.R. n.56/77 e s.m.i. ) MODESTE VARIAZIONI

Dettagli

Caratterizzazione geologica e geotecnica del sottosuolo della Città di Roma

Caratterizzazione geologica e geotecnica del sottosuolo della Città di Roma Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria Caratterizzazione geologica e geotecnica del sottosuolo della Città di Roma Moscatelli M. (1), Milli S. (2), Patera A.

Dettagli

VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO

VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO AREA R6 DI CASANOVA VARIANTE AL REGOLAMENTO URBANISTICO RELAZIONE GEOLOGICA DI FATTIBILITA Dott. geol. Ferruccio Capecchi Pistoia 22 marzo 2011 Largo San Biagio 149 51100 PISTOIA Tel./fax 0573 24355 e-mail:gtigeologi@tin.it

Dettagli

2 LOCALIZZAZIONE AREA DI STUDIO

2 LOCALIZZAZIONE AREA DI STUDIO SP 13 Lucito - FV Biferno prog. esec. 1/4 1 OGGETTO La presente relazione illustra i risultati dello studio geologico finalizzato alla realizzazione di un intervento su un tratto della strada SP 13 interessato

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II FACOLTÀ DI INGEGNERIA Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Geotecnica ed Ambientale Sezione di Geologia Applicata TESI DI LAUREA TRIENNALE IN INGEGNERIA PER

Dettagli

RELAZIONE INTEGRATIVA ERSU - Fondazione Brigata Sassari Studio Associato di Geologia Madau&Sechi via Pasubio 14 Sassari Tel. 0793493506896 Premessa La presente relazione definisce le caratteristiche litologico

Dettagli

A2.1 - Tabelle per il calcolo dei fattori di amplificazione sismica (secondo livello di approfondimento)

A2.1 - Tabelle per il calcolo dei fattori di amplificazione sismica (secondo livello di approfondimento) TABELLE E FORMULE PER LA STIMA DEI FATTORI DI AMPLIFICAZIONE SISMICA PER STUDI DI MICROZONAZIONE SISMICA (SECONDO LIVELLO DI APPROFONDIMENTO) DI CUI ALL OCDPC 532/2018. A2.1 - Tabelle per il calcolo dei

Dettagli

GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA DELLA BASILICATA

GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA DELLA BASILICATA A.S.C.I.L. Corso formativo sul tartufo Potenza, 10 giugno 2015 GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA DELLA BASILICATA MARCELLO SCHIATTARELLA Dipartimento di Scienze, Università degli Studi della Basilicata, Potenza

Dettagli

Relazione Geologica 1. PREMESSA

Relazione Geologica 1. PREMESSA Relazione Geologica 2 Relazione Geologica 1. PREMESSA La presente relazione riferisce dello studio geologico eseguito su un area situata in loc. Chiosca (Mo) (Fig. 1-2), in particolare espone gli aspetti

Dettagli

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO

SCHEDA DI VALUTAZIONE DEL RISCHIO COMUNE DI SAN MARCELLO PISTOIESE PROVINCIA DI PISTOIA Area 4 - Servizi allo Sviluppo ed al Territorio REGOLAMENTO URBANISTICO art.55 Legge Regionale 3 gennaio 2005 n 1 AREE DEL PAI DA SOTTOPORRE A VERIFICA

Dettagli

RAPPORTO GEOLOGICO - GEOTECNICO

RAPPORTO GEOLOGICO - GEOTECNICO UFFICIO TECNICO GEOLOGICO Dott. Roberto AMBIENTE - GEOLOGIA - MANFREDINI PROGETTAZIONI 41.027 PIEVEPELAGO (MO) Via Roma n 115 Tel. + 39 0536 / 71450 Fax + 39 0536 / 72589 Cell. +39 3356379297 geoman@msw.it

Dettagli

RELAZIONE TECNICA. a cura di Carlotta Bartelletti, Livio Bonini, Daniele Nannini UNIVERSITÀ DI PISA DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA

RELAZIONE TECNICA. a cura di Carlotta Bartelletti, Livio Bonini, Daniele Nannini UNIVERSITÀ DI PISA DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA AUTORITÀ DI BACINO INTERREGIONALE DEL FIUME MAGRA UNIVERSITÀ DI PISA DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA TERRA Digitalizzazione di carte geologiche scala 1.10.000 relative al territorio ligure ricadente nel

Dettagli

Brevi note geologiche e geomorfologiche sulla Val Rosandra

Brevi note geologiche e geomorfologiche sulla Val Rosandra Brevi note geologiche e geomorfologiche sulla Val Rosandra Il Carso Triestino fa parte di una serie di piattaforme carbonatiche che si sono depositate nella regione periadriatica in età mesozoico-terziaria.

Dettagli

SCHEDA GEOLOGICA AZIONE DI PIANO ESECUTIVO CONVENZIONATO

SCHEDA GEOLOGICA AZIONE DI PIANO ESECUTIVO CONVENZIONATO Dott. Geol. Claudio VIVIANI Dott. Geol. Roberto GRIMOLDI Sede operativa: via del Moro, 59-28047 Oleggio (No) tel. 0321/998824 info@geologiaeambiente.net Geologia Tecnica, Idrogeologia, Ingegneria del suolo,

Dettagli

Condizioni di imposta delle dighe dell Italia centro-meridionale in relazione alla stabilità dei versanti ed al rischio sismico

Condizioni di imposta delle dighe dell Italia centro-meridionale in relazione alla stabilità dei versanti ed al rischio sismico Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale Scuola Politecnica e delle Scienze di Base Università degli Studi di Napoli Federico II Tesi di laurea triennale in Ingegneria per l ambiente e il

Dettagli

E_1/D. RELAZIONE COMPATIBILITA GEOMORFOLOGICA

E_1/D. RELAZIONE COMPATIBILITA GEOMORFOLOGICA Piano ATTUATIVO Via Sant Ambrogio limitatamente ai lotti residui 2 e 3 Variante al piano particolareggiato urbanistico denominato lottizzazione Via Giuggioli anno 1999-2002 COMUNE DI OSIMO Provincia di

Dettagli

TERRE DI MONTALCINO SRL

TERRE DI MONTALCINO SRL INDICE INTRODUZIONE... PAG. 2 INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE.... PAG. 3 ASSETTO GEOLOGICO STRUTTURALE... INQUADRAMENTO IDROGEOLOGICO.... PAG.11 PAG.13 CARATTERISTICHE CHIMICHE, FISICHE E MICROBIOLOGICHE

Dettagli

Geo.Te.C. RELAZIONE GEOLOGICA. Marzo Comune di Darfo Boario Terme (Provincia di Brescia) PRIMA VARIANTE AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO

Geo.Te.C. RELAZIONE GEOLOGICA. Marzo Comune di Darfo Boario Terme (Provincia di Brescia) PRIMA VARIANTE AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO Comune di Darfo Boario Terme (Provincia di Brescia) PRIMA VARIANTE AL PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO RELAZIONE GEOLOGICA Marzo 2015 ALLEGATI A FINE TESTO : 1 Ubicazione dell area (scala 1:4.000) 2 Carta

Dettagli

ROCCE SEDIMENTARIE ROCCE SEDIMENTARIE

ROCCE SEDIMENTARIE ROCCE SEDIMENTARIE ROCCE SEDIMENTARIE Le rocce sedimentarie derivano dai processi di erosione, trasporto e deposito di sedimenti, o anche da precipitazione chimica o fissazione da parte di organismi viventi. Il sedimento

Dettagli

RELAZIONE DI INDAGINE GEOTECNICA, IDROLOGICA E IDRAULICA

RELAZIONE DI INDAGINE GEOTECNICA, IDROLOGICA E IDRAULICA RELAZIONE DI INDAGINE GEOTECNICA, IDROLOGICA E IDRAULICA PREMESSA - OGGETTO DEI LAVORI I lavori hanno per oggetto l'esecuzione delle infrastrutture di supporto al Piano per gli Insediamenti Produttivi

Dettagli

COMUNE DI CAGLIARI. Ai sensi dell'art. 39 R.E. e artt. 34, 60 delle N. d. A. del P.U.C. del Comune di Cagliari.

COMUNE DI CAGLIARI. Ai sensi dell'art. 39 R.E. e artt. 34, 60 delle N. d. A. del P.U.C. del Comune di Cagliari. COMUNE DI CAGLIARI Piano attuativo da realizzarsi in un terreno edificabile in zona S3*, unità di intervento n. 3 secondo il QN13/1, compreso fra le vie P. Berengario e dei Vittorini nel Comune di Cagliari.

Dettagli

INDAGINE PRELIMINARE GEOTECNICA - IDROGEOLOGICA

INDAGINE PRELIMINARE GEOTECNICA - IDROGEOLOGICA CICLOPISTA DEL LAGO DI GARDA REALIZZAZIONE DI UN COLLEGAMENTO CICLOPEDONALE SULLE SPONDE DEL LAGO DI GARDA, NEI TERRITORI DEI COMUNI DI LIMONE, RIVA DEL GARDA, LEDRO, NAGO-TORBOLE, MALCESINE E BRENZONE

Dettagli

dott. Bruno Prugni - Geologo Provincia di Macerata

dott. Bruno Prugni - Geologo Provincia di Macerata dott. Bruno Prugni - Geologo COMUNE di TOLENTINO Provincia di Macerata OGGETTO Valutazione modalità di smaltimento nel terreno dei liquami chiarificati, nell ambito della richiesta di Autorizzazione Integrata

Dettagli

8. APPROFONDIMENTI: RILIEVI ED INDAGINI IN SITO

8. APPROFONDIMENTI: RILIEVI ED INDAGINI IN SITO 8. APPROFONDIMENTI: RILIEVI ED INDAGINI IN SITO L indagine predisposta ha previsto l esecuzione di rilievi topografici e geologici in sito e specifici approfondimenti di carattere geognostico, nello specifico:

Dettagli

Tavv. AA.03-Carta Geomorfologica

Tavv. AA.03-Carta Geomorfologica Allegato alla delibera C.C. n 13 del 10/03/2016 RELAZIONE GEOLOGICA E GEOTECNICA DI ACCOMPAGNAMENTO INTEGRAZIONI Premessa A seguito di esplicita richiesta del competente servizio della RAS, si redige di

Dettagli

MICROZONAZIONE SISMICA DI DETTAGLIO AREE DI NUOVA URBANIZZAZIONE

MICROZONAZIONE SISMICA DI DETTAGLIO AREE DI NUOVA URBANIZZAZIONE Provincia di Perugia COMUNE DI SIGILLO PIANO REGOLATORE GENERALE MICROZONAZIONE SISMICA DI DETTAGLIO AREE DI NUOVA URBANIZZAZIONE Ai sensi del D.G.R. n. 226, 14/03/2001 Dott. Geol. Stefano Antonio Sotgia

Dettagli

Guida per la definizione delle Unita' Litotecniche

Guida per la definizione delle Unita' Litotecniche REPUBBLICA ITALIANA Assessorato Territorio ed Ambiente Circolare n. del Allegato D Guida per la definizione delle Unita' Litotecniche Guida schematica alla definizione di unità litotecniche del "substrato"

Dettagli

Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico

Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico AUTORITA' di BACINO del RENO Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico art.1 c. 1 L. 3.08.98 n.267 e s. m. i. I RISCHIO DA FRANA E ASSETTO DEI VERSANTI Zonizzazione Aree a Rischio SCHEDA N. 118 Località:

Dettagli

ALLEGATO 3 Indagini geognostiche di correlazione

ALLEGATO 3 Indagini geognostiche di correlazione STUDIO GEOLOGICO AMBIENTALE Dott. Geol. Sergio Crocetti ALLEGATO 3 Indagini geognostiche di correlazione - 18 - Struttura Resistenza roccia Inclinazione if Tipo Forma e scabrezza Riempimento Alterazione

Dettagli

COMUNE DI CASTELLANA GROTTE (BA)

COMUNE DI CASTELLANA GROTTE (BA) Cell. 333/5398952 e-mail: studiogeosc@gmail.com Via Michele Latorre, 82/B 70013 Castellana Grotte (BA) COMUNE DI CASTELLANA GROTTE (BA) RELAZIONE GEOLOGICA IN MERITO AL PROGETTO DI REALIZZAZIONE DI UN

Dettagli

Proposte di istituzione di nuovi Monumenti Naturali Balza di Seppie proposta di istituzione di Monumento Naturale Procedimento Amministrativo L istitu

Proposte di istituzione di nuovi Monumenti Naturali Balza di Seppie proposta di istituzione di Monumento Naturale Procedimento Amministrativo L istitu Proposte di istituzione di nuovi Monumenti Naturali Balza di Seppie proposta di istituzione di Monumento Naturale Procedimento Amministrativo L istituzione di Monumenti Naturali è normata dalla Legge Regionale

Dettagli