Il Tuo Dolore è il Mio Dolore

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1 Il Tuo Dolore è il Mio Dolore Settenario in preparazione alla Festa della Madonna Addolorata

2 Primo dolore LA PROFEZIA DI SIMEONE Il presentimento del soffrire Dal vangelo secondo Luca 2,25-35 Ora a Gerusalemme c era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d Israele; lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore. [ ] Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l anima. La profezia di Simeone è una notizia dura e inaspettata che entra nella vita di Maria. È un altra prova che la esercita nella fede e le permette di ripetere di nuovo il suo Sì. Rimane sgomenta e colpita da questa notizia, non richiesta. L annuncio di Simeone provoca in Lei una profonda confusione, dubbio, paura e insicurezza. Maria deve ritrovare ancora le sue convinzioni intime, confidare nella sua relazione con Dio e continuare con la fiducia ferma che Dio non l abbandonerà mai. Maria ci è accanto quando la voce dura della realtà trafigge il nostro cuore. Comprende tutti coloro che vivono una pena grande per la notizia di una malattia grave, per la morte improvvisa di una persona cara, la perdita inaspettata del lavoro, l ansia per l incertezza del futuro Maria ci sosterrà nella fiducia che Dio non ci abbandonerà mai e ci aiuterà sempre ad affrontare le insicurezze con coraggio.

3 Secondo dolore LA FUGA IN EGITTO Una terra sconosciuta Dal vangelo secondo Matteo 2,13-15 un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo». Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode Maria e Giuseppe sono richiesti di lasciare il loro ambiente, sicuro e familiare, per incamminarsi verso un paese strano e straniero, inoltrandosi nella vulnerabilità, nell insicurezza e nella solitudine. L adattarsi al nuovo richiede tempo ed energia. Essi devono aver coraggio per affrontare i disagi, le difficoltà e la preoccupazione per la salvezza del loro figlio. La fuga di Maria e Giuseppe da Erode è simile alla fuga di molte persone da situazioni gravi che le danneggiano: sono coloro che sono costretti a lasciare la loro terra per situazioni politiche, crisi economiche, persecuzione religiosa ed etnica, calamità naturali devastanti; sono milioni di rifugiati che lasciano la loro gente, conosciuta e amata, la loro lingua, la loro cultura e ciò che chiamano la loro casa. I loro Erodi soffocano i loro sogni, sopprimono la loro fede, rovinano la loro salute. Maria ha vissuto questo prima di noi, ha conosciuto la difficoltà dell esilio e del camminare su un territorio sconosciuto. Quando dovremo affrontare le incertezze, Ella ci mostrerà ciò che dobbiamo fare e ci guiderà verso la pace profonda e la sicurezza.

4 lo spirito generosissimo di Gesù tuo Figlio Dal vangelo secondo Luca 2,44-46 Terzo dolore LA RICERCA DI GESÙ A GERUSALEMME Cercando il tesoro perduto Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. Quando, finalmente, ritrovano Gesù, Maria non comprende ciò che è accaduto. Vive col mistero dell evento nel suo cuore. Medita e riflette su questa esperienza di vita. Questo è il dolore di tutti coloro che perdono la perla della loro esistenza, ciò che una volta possedevano ed ora non la trovano più, pure cercandola disperatamente: sono i genitori che hanno perso il loro figlio o figlia a causa della droga, prostituzione o perché hanno lasciato la casa e interrotta ogni relazione; sono coloro che soffrono la perdita di un amico, la perdita del lavoro, della salute, della sicurezza economica, della fiducia in se stessi, della pace, della fede e dei valori. Maria è vicina alle innumerevoli persone che soffrono e cercano la perla della loro vita che, nel passato, le rendeva felici, ma ora non esiste più. Ella ci invita a guardare verso nuovi orizzonti e trovare conforto e pace nei veri valori.

5 Quarto dolore MARIA INCONTRA GESU SULLA VIA DEL CALVARIO Incontrando il nostro dolore Dal vangelo secondo Luca 23,26-29 Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù. Lo seguiva una gran folla di popolo e di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù, voltandosi verso le donne, disse: «Figlie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirà: Beate le sterili e i grembi che non hanno generato e le mammelle che non hanno allattato. Quando Maria incontra Gesù sulla via del Golgota, c è un intimo intreccio di pena con pena. La sofferenza del Figlio fluisce nella Madre, che sente il suo dolore penetrare il suo corpo e il suo spirito. Maria va incontro a Gesù e vuole che sappia che Gli sarà vicino nella sua dolorosa passione. Ancora oggi, Maria continua ad incontrare tutti coloro che portano la croce: sono genitori che si prendono cura del figlio ammalato, mogli che sopportano un marito alcolizzato, anziani, soli e abbandonati, che lottano per esistere, disoccupati che cercano disperatamente un modo per vivere, persone vittime di abusi, coloro che portano il peso della colpa e del fallimento Con questo quarto dolore, Maria ci ispira e ci insegna come accettare la pena altrui e la nostra ed esserne trasformati, e ci dona la sua forza per poter condividere la sofferenza del mondo.

6 Quinto dolore MARIA PRESSO LA CROCE DI GESU LA TENACIA DELLO STARE Dal vangelo secondo Giovanni 19,25-27 Stavano in piedi presso la croce di Gesù sua madre e la sorella di sua madre, Maria quella di Cleofa e Maria Maddalena. Gesù allora, vedendo la madre e, al suo lato, il discepolo cui egli voleva bene, disse alla madre: donna ecco tuo figlio. Poi disse al discepolo: ecco tua madre. E da quell ora il discepolo la accolse a casa sua. Maria, ai piedi della croce del Figlio, rappresenta chiaramente la persona compassionevole che condivide in tutto la sofferenza altrui. Tutto quello che può fare è essere presente. Sa che Egli soffre immensamente, ma non è capace di togliere quella sofferenza. Ella è presente all intenso dolore che il Figlio subisce. La sua presenza coraggiosa è un messaggio silenzioso del suo amore inesauribile per Lui. Quando l amore è il movente, la persona può restare ai piedi della croce per lungo tempo. A volte le parole aiutano, ma spesso il solo essere accanto è più di conforto e di sostegno per chi soffre. Maria, che sta ai piedi della croce e osserva suo Figlio morire, comprende il dolore di chi, impotente, sta vicino a chi soffre, come una madre che guarda suo figlio distrutto dalla droga, genitori che agonizzano accanto al figlio che muore di AIDS, una moglie accanto al marito accusato falsamente, detenuti che attendono la giustizia e la libertà Ella ci invita a chinarsi con cuore compassionevole sulle numerose sofferenze che di continuo feriscono la vita umana oggi e ad essere generosi nell aiutare i nostri fratelli e sorelle, incoraggiandoli e confortandoli.

7 Sesto dolore MARIA ACCOGLIE IL CORPO MORTO DI GESU Abbracciando ciò che siamo chiamate a lasciare Dal vangelo secondo Luca 23,50-54 C`era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, persona buona e giusta. Non aveva aderito alla decisione e all`operato degli altri. Egli era di Arimatèa, una città dei Giudei, e aspettava il regno di Dio. Si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Lo calò dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo depose in una tomba scavata nella roccia, nella quale nessuno era stato ancora deposto. Era il giorno della parascève e già splendevano le luci del sabato. Maria riceve fra le sue braccia il corpo morto di Gesù e con Lui riceve nel suo cuore compassionevole il dolore del mondo. Abbraccia il Figlio come chi abbraccia l amore più profondo che abbia mai conosciuto. La Pietà è un ricordo intenso di quanta forza questo amore possiede e quanta potere questo amore può donare per fare ciò che deve essere compiuto. L immagine di questa Madre Addolorata rappresenta tutti coloro che, addolorati, piangono, mentre portano nel loro cuore gravi perdite e ferite. Siamo tutti chiamati ad accogliere e conservare nel nostro cuore compassionevole il dolore altrui, senza emettere alcun giudizio. Ogni volta che con amore ci rivolgiamo alla sofferenza altrui, siamo come Maria che riceve Gesù fra le sue braccia. Possiamo compiere questo, solo se agiamo con quell amore profondo che proviene dall intimo del nostro essere. Quando il nostro cuore accoglie e ama come il cuore di Maria, allora abbracceremo la sofferenza umana e sapremo ciò che significa essere una Pietà vivente.

8 Settimo dolore LA SEPOLTURA DI GESÙ In attesa dell inedito di Dio Dal Vangelo secondo Luca 23, Le donne che erano venute con Gesù dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono la tomba e come era stato deposto il corpo di Gesù, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo secondo il comandamento. Maria lascia la tomba e guarda innanzi più che volgersi al passato. Sa come continuare il cammino nella forza costante della presenza di suo Figlio accanto a Lei. Maria è una donna il cui amore è eccellente e la cui vita converge su questa profonda qualità divina. Questo dono interiore le dà la forza di porre la sua fiducia nella vita oltre quella terrena. Le grandi sofferenze della sua esistenza l hanno plasmata ed Ella ci può mostrare la via. La nostra fede in una realtà oltre la tomba ci dona forza nel tempo del dolore e ci aiuta a continuare il cammino. La fede ci dà le ragioni per sperare. Questo settimo dolore ci invita a valorizzare quello che è buono nella nostra esistenza, senza attaccarci altrimenti dimentichiamo la vera realtà oltre questa vita terrena. L amore è l unico tesoro che porteremo nell eternità.

9 Per dovere di giustizia, di verità, di gratitudine ed anche di umile devoto affetto, vi prego tutte a riguardare sempre Maria Vergine Addolorata per vostra unica e sola Madre. (R.D. p.8) Quando vi sentite angustiate non vi stancate di mettere il vostro cuore nel cuore Addolorato di Maria.