MILJENKO JURKOVIĆ, GIAN PIETRO BROGIOLO, JAVIER ARCE, IVA MARIĆ, ALEXANDRA CHAVARRÍA ARNAU

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1 MILJENKO JURKOVIĆ, GIAN PIETRO BROGIOLO, JAVIER ARCE, IVA MARIĆ, ALEXANDRA CHAVARRÍA ARNAU La villa romana di Kaštelina (isola di Rab). Indagini archeologiche L isola di Rab: cenni geografici e storici L isola di Rab-Arbe (Croazia) fa parte delle cosiddette isole Quarnerine Orientali o Inferiori, assieme all isola di Pag, e ha un superficie di 90,8 km 2. L isola ha molte delle caratteristiche ambientali dell ambito carsico: nella zona nordest, nella penisola di Kalifront si trovano numerose doline, mentre i settori estnordest e nordovest sono vere e proprie pietraie calcaree, che non consentono lo sviluppo di una vegetazione diffusa. È probabile che in età antica e anche più recente (in particolare sotto la dominazione veneziana) alcune di queste zone fossero più fertili e che fenomeni di disboscamento, come quello antico documentato anche nel Carso triestino, abbiano condotto all attuale situazione. La condizione ambientale cambia solo scendendo verso i versanti di sud-sudovest, dove le condizioni pedologiche (il terreno è il flysch, la terra rossa dalle diverse componenti e tipica delle zone costiere marine, che consente la messa a coltura) e meteorologiche permettono in genere uno sfruttamento più intensivo del territorio e le specie arboree sono in numero maggiore e più diffuse. Territorio insediato sin dal Medio Paleolitico, come dimostrerebbero le indagini archeologiche condotte in prevalenza sulla penisola di Lopar, l isola di Rab vede nell Età del Bronzo la comparsa di alcuni castellieri e tombe dello stesso periodo. Alla fine dell Età del Bronzo, giunse a Rab la tribù illirica dei liburni; è a questo periodo che risalirebbero nomi d origine illirica, come Kalifront e Čifnata. In questa fase gli abitati si formarono accorpando i diversi castellieri, e costruendone di nuovi. In alcuni di essi, come per quelli di Rab e Lopar, sono stati trovati materiali di vario tipo tra cui soprattutto vasi dipinti, che documenterebbero traffici commerciali con Grecia, Italia e Liburnia. 1 A partire dalla conquista romana nel III secolo a.c., i liburni vennero sottomessi a Roma e la città di Rab divenne uno dei porti militari della marina, con lo statuto di municipium, retto da due magistrati e da un consiglio cittadino nel I secolo a.c., quando venne dotata anche di mura di fortificazione. 2 Nel territorio si dif- 1. Š. Batović, Prapovijesni ostaci na otoku Rabu, in «Rapski Zbornik», Zagreb 1987, pp CIL ; M. Suić, Antički grad na istočnome Jadranu, Zagreb 2003 (prima edizione 1976), p Sullo sviluppo urbano di Arbe vedi il contributo recente di N. Budak, Urban development of Rab a hypothesis, in «Hortus Artium Medievalium», 12 (2006), pp

2 92 Jurković, Brogiolo, Arce, Marić, Chavarría Arnau fondono le ville, documentate sia nella costa spesso in posizioni privilegiate (a Lopar 3 e a Kampor nella penisola di Kaštelina) 4 sia nell area interna dell isola, dove la maggior parte dei castellieri viene apparentemente abbandonata. Nel 493 Rab cadde, assieme alle altre città dell Adriatico orientale, sotto il dominio ostrogoto e vi rimase sino alla prima metà del VI secolo, quando l imperatore Giustiniano riuscì a riprendere possesso dell isola e a ricondurla entro i confini dell impero romano d Oriente. Da questo momento la sua vita politica venne legata a quella della Dalmazia, al tempo retta da un governatore proconsole dell Impero. I primi riferimenti a un organizzazione cristiana dell isola risalgono al VI secolo quando la figura del vescovo Tiziano è ricordata per aver partecipato, tra 530 e 533, ai lavori del Sinodo di Salona. 5 La presenza di una nutrita comunità cristiana sia nella città di Arbe sia sul territorio è suggerita da alcuni monumenti parzialmente conservati riferibili a quel periodo: la cattedrale di Santa Maria, 6 le rovine del monastero delle benedettine di San Giovanni Evangelista 7 e i resti delle chiese di San Damiano a Barbat e di San Cipriano nel circondario Kalifront. 8 Dalla fine del VI secolo iniziarono le prime incursioni slave, ma la città di Rab venne risparmiata; ciò non impedì un innesto di nuove popolazioni che si insediarono inizialmente all esterno delle città e successivamente anche entro il perimetro urbano. A questo periodo storico risalirebbero dunque tutti i nomi d origine slava che si ritrovano nell isola e la stessa Arbe, per traslitterazione, divenne Rab. I periodi successivi videro l isola sottratta per un breve periodo alla Dalmazia dai franchi, uno stato di cose che sarebbe durato solo fino all 812; nel frattempo tutte le città dalmate, Rab compresa, erano entrate a far parte di una nuova entità politica voluta dall imperatore bizantino Basilio I, ancora non allarmate dal fatto che alle loro spalle cresceva intanto lo stato croato. 9 Al re di questo nuovo stato era stata riconosciuta da Bisanzio la nomina di priore di Rab, che faceva parte del consiglio municipale. Lo stato croato così formato divenne indipendente sotto il duca Branimir ( ) e l isola di Rab, anche se riconosciuta autonoma e con un suo statuto, cominciò a gravitare nella sua sfera d influenza Ž. Tomičić, Auf der Spur der Reconquista Iustiniana: spätantike Befestigungs anlagen an der Nordküste Kroatiens, in «Prilozi Instituta za arheologiju», 10 (1993), p. 111; G. Skelac, I. Radić Rossi, Punta Zidine, in Hrvatski arheološki godišnjak, II, Zagreb 2005, pp Ž. Tomičić, Arheološka svjedočanstva o ranobizantskom vojnom graditeljsvtu na sjevernojadranskim otocima, in «Prilozi Instituta za arheologiju», 5/6 (1990), p P. Chevalier, Salona II - Ecclesiae Dalmatiae, architecture paléochrétienne en Dalmatie en dehors de la capitale Salona, 2 voll., Rome-Split 1995, I, pp M. Domijan, Rab città d arte, Zagreb 2007 (2001 per l edizione croata), pp M. Jurković, Oratorij-relikvijarij i deambulatorij crkve Sv. Ivana u Rabu, in «Radovi IPU», 14 (1990), pp Chevalier, Salona II, I, pp e Per una migliore conoscenza degli eventi, sia politici che di altro genere, relativi alla costa adriatica orientale durante la tarda antichità e l alto medioevo vedi Bizantini, Croati, Carolingi: alba e tramonto di regni e imperi, catalogo della mostra, a cura di C. Bertelli et al., Brescia Domijan, Rab città d arte, pp

3 La villa romana di Kaštelina (isola di Rab) La villa di Kaštelina: scavi Nell isola di Rab il toponimo Kaštelina designa due distinte località: una nella zona di Lopar oggetto di studio negli anni Settanta, 11 l altra, oggetto della presente ricerca archeologica, un promontorio a nord di Kampor, alto circa 30 metri s.l.m., che si protende per 360 metri circa (Figure 1-3). 12 Il versante ovest e il versante nord della penisola di Kaštelina sono fortemente scoscesi con pareti subverticali, quello sud, dove si inerpica il sentiero di accesso alla sommità, è più dolce, mentre quello est è terrazzato artificialmente con tre terrazze principali e proprietà recintate da muri a secco, alle quali si accede tramite un sentiero centrale e uno più a valle. Anche la sommità è divisa in distinti settori da muri a secco, ed è delimitata a nord e a est da un muro, in gran parte ricostruito a secco nel tratto nord, mentre a ovest il limite è costituito dal dirupo naturale. Al centro della sommità si trova un rilievo di forma ellittica che si eleva per un massimo di 18 m rispetto a un area pianeggiante verso ovest e a nord. L indagine archeologica, cominciata nell estate del 2005 e seguita da due campagne negli anni 2006 e 2007, si colloca all interno di un progetto di ricerca nato dalla collaborazione tra l Università di Zagabria, l Università di Lille 3 e l Università di Padova, sotto la direzione scientifica di M. Jurković, J. Arce e G.P. Brogiolo. La bibliografia, ancor prima delle iniziali indagini archeologiche, accenna al sito di Kaštelina definendolo un castelliere risalente all età del ferro frequentato sporadicamente e ipotizzandone la funzione di rifugio e di vedetta. 13 Tuttavia, sia lo stesso toponimo che indica la presenza di rovine, sia la tradizione locale che definisce i resti architettonici esistenti con la denominazione di «Città greca», indicavano l esistenza di un sito archeologico di dimensioni piuttosto ampie. Un ulteriore conferma di tale ipotesi giunge dal contenuto delle cronache di Kampor 14 e da alcuni reperti archeologici conservati presso la collezione del convento francescano di Sant Eufemia, ubicato nell omomima località. Alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso un équipe dell Istituto di Archeologia, dopo aver effettuato una dettagliata ricognizione del sito e un rilievo delle strutture architettoniche visibili, 15 elaborò un interpretazione delle strutture individuate e documentate proprio sulla base dei risultati acquisiti attraverso tali prospezioni. Il sito di Kaštelina fu identificato come una fortificazione bizantina facente parte del sistema di difesa della rotta marittima lungo la costa dell Adriatico orientale che all epoca dell esarcato ravennate collegava Costantinopoli con Ravenna. Dal punto di vista archeologico un valido confronto può essere avanzato con alcune fortificazioni analoghe come, per esempio, quelle di San Damiano so- 11. M. Malez, Paleolitsko nalazište Lopar na otoku Rabu, in «Vijesti muzealaca i konzerv. Hrv.», XXIII, 5-6 (1974); Batović, Prapovijesni, pp Le coordinate precise del sito sono latitudine nord ; longitudine est Batović, Prapovijesni, p Si tratta di manoscritto custodito presso il convento francescano di Sant Eufemia a Kampor, redatto alla metà del XX secolo da O. Badurina nel quale si menziona il rinvenimento di ampie porzioni di un mosaico policromo nell area di Kaštelina, di tombe e di monete nelle baie Kamporska draga e Miral ai piedi di Kaštelina. 15. Tomičić, Arheološka svjedočanstva, pp , p. 50, tav. 10.

4 94 Jurković, Brogiolo, Arce, Marić, Chavarría Arnau Figura 1. Isola di Rab, montaggio delle fotografie aeree dell isola con principali toponimi e posizione del sito di Kaštelina (da M. Girotto, Archeologia dei paesaggi dell isola di Rab (Croazia): una introduzione, tesi di specializzazione, Scuola di Specializzazione in Archeologia, Università degli Studi di Padova, a.a )

5 La villa romana di Kaštelina (isola di Rab) 95 Figura 2. Fotografia del sito di Kaštelina visto da nord: 1. area 1000; 2. area 2000 pra Barbat. 16 Le strutture documentate furono interpretate come contorni principali della pianta di un vasto complesso fortificato, all interno del quale vennero identificate alcune strutture caratteristiche di tale tipologia architettonica: le torri poste sulla parte orientale del promontorio, le cisterne collocate in quella settentrionale 17 nonché le tracce di un supposto edificio di culto sito nel punto più elevato della penisola. L autore, parlando di una lunga frequentazione del sito, oltre al già menzionato castelliere liburnico, ipotizza anche l esistenza di un edificio rustico o, ancora più probabile, di una villa rustica di età romana nel sito di Miral ai piedi di Kaštelina. Le indagini prima condotte non hanno peraltro documentato né una fortificazione né un luogo di culto. Hanno invece portato all individuazione di: a) nel dosso centrale (area 1000) un grande edificio del quale allo stato non sono precisabili né la funzione né la cronologia; b) nell area a nord della penisola (area 2000) vari ambienti di grandi dimensioni, con enormi lacerti di opus signinum e di materiale romano in superficie (soprattutto ceramica e una grande quantità di tessere musive), ci hanno indotto fin da subito a proporre un identificazione dei resti monumentali come villa romana, plausibilmente di tipo marittimo M. Domijan, Ranobizantska utvrda sv Kuzme i Damjana u Barbatu na Rabu, in «Diadora», 14, Zadar Vedi infra: ambiente C dell area Su questo tipo di villa si veda X. Laffon, Villa marittima. Recherches sur les villes littorales de l Italie romaine, Roma, Sulle ville romane della costa adriatica orientale, soprattutto sulle ville marittime, si veda V. Begović, I. Schrunk, Rimske vile Istre i Dalmacije, I. dio: pregled lokaliteta, in

6 96 Jurković, Brogiolo, Arce, Marić, Chavarría Arnau Figura 3. Sito di Kaštelina, aree di scavo

7 La villa romana di Kaštelina (isola di Rab) Lo scavo dell area 1000 L area 1000 occupa l altipiano di forma conica ricoperto da una rigogliosa vegetazione. Quest ultima, nonché la configurazione del terreno, è la causa del ridotto potenziale archeologico. 19 All interno del settore 1000 (Figure 4-5) si è identificato l ambiente A, l ipotizzato edificio cultuale, la cui estensione è stata riconosciuta solo parzialmente. Si tratta di un vano di pianta rettangolare lungo circa 26,5 m e largo 9,6 m che si sviluppa in direzione est-ovest. Già durante la prima campagna di indagini si è constatato che non si trattava di un luogo di culto, ossia che i muri semicircolari ubicati lungo il lato orientale della struttura, interpretati come abside, 20 non esistevano. Neanche a est di questo vano, nella porzione più pianeggiante del settore 1000, sono stati scoperti segmenti di muri che si legano al vano citato oppure seguono un orientamento nordsud. Le caratteristiche di tali murature, come anche alcune irregolarità dei muri che formano l ambiente A, fanno ipotizzare che non si tratti semplicemente di un vano rettangolare costruito durante un unica fase edilizia. L ambiente A è delimitato dai muri USM 101 (lato nord), USM 102 (lato est), USM 104 (lato ovest) e dal muro USM 111 (lato sud). Questi muri, seppure in connessione tra loro, non sono del tutto identici. Il muro 101, posto perpendicolarmente rispetto al pendio scosceso che declina verso uno dei terrazzamenti del promontorio, si può seguire per l intera lunghezza dell ambiente in quanto si è conservato per lo più al livello della fondazione, costruita in grandi pietre non sbozzate, più larga di circa 20 cm rispetto al muro che ha uno spessore di circa 60 cm. L angolo nordorientale e quello nordoccidentale dell ambiente A, quindi i punti in cui il muro 101 si congiunge ad angolo retto con i muri 102 e 104, risultano così rafforzati alla base. Tali muri sono stati costruiti con la stessa tecnica utilizzata per il muro 101: un paramento di pietre non lavorate e parzialmente sbozzate di medie dimensioni legate con malta molto tenace. Il paramento interno del muro 102, lungo 5,4 m e conservato per alcuni tratti fino all altezza di 50 cm, è costruito contro terra, mentre il paramento esterno è rivestito da uno strato di intonaco bianco. Il muro 104, lungo 9,5 m, indagato solo superficialmente, forma con il muro 111 l angolo sudoccidentale del vano. Tuttavia, al posto di un rinforzo della struttura, qui è stato inaspettatamente rinvenuto uno strato di crollo contenente frammenti di malta, laterizi e blocchi di pietra di dimensioni minori. Il muro 111 largo, attorno ai 65 cm, si estende in lunghezza solo per 1,6 m, per poi interrompersi in modo inatteso e irregolare. Appare problematico anche l angolo sud orientale: nel punto in cui si ipotizzava la sua presenza, a circa 3 m dalla fine del muro 102, si mette in luce un segmento del muro 103, con orientamento e larghezza analoghi a quelli del muro 102, che è stato seguito in direzione sud per una lunghezza di 3,2 m. Al muro 103 si appoggia perpendicolarmente il muro 105, di «Prilozi Instituta za arheologiju», 19 (2002), pp ; V. Begović, I. Schrunk, Rimske vile Istre i Dalmacije, II. dio: tipologija vila, in «Prilozi Instituta za arheologiju», 20 (2003), pp ; V. Begović-Dvorźak, I. Dvorźak-Schrunk, Roman Villas in Istria and Dalmatia, Part III: Maritime Villas, in «Prilozi Instituta za arheologiju», 21 (2004), pp Non siamo riusciti a ottenere dal titolare del terreno il permesso di abbattere alcuni alberi. 20. Tomičić, Arheološka svjedočanstva, p. 33, p. 50, tav. 10.

8 98 Jurković, Brogiolo, Arce, Marić, Chavarría Arnau Figura 4. Area 1000, settore sudoccidentale (USM104 e USM 111) dell edificio A larghezza variabile tra i 90 e i 75 cm, che costituirebbe il proseguimento e la conclusione del muro 111. Parallelamente ad esso e appoggiato ad angolo retto alla parte terminale del muro 102 corre un segmento del muro 106, lungo 60 cm, che penetra all interno dell ambiente A. Per il momento non è stato trovato il livello pavimentale di questo vano che di certo è stato organizzato o diviso in qualche modo, conclusione alla quale conduce il ritrovamento di un pilastro in muratura di sezione rettangolare (80 90 cm) collocato rispettivamente a 1,7 m dal muro 101 e 5,3 m dal muro 102. Per quanto attiene alla sequenza cronologica attualmente si può solo affermare che i muri 106 e 105 sono stati aggiunti in un secondo momento, come attesta anche la quota del basamento più elevato. Ciò, tuttavia, non deve necessariamente significare che non fossero in funzione nello stesso periodo. Appare altrettanto probabile che tale fase rappresenti nel contempo anche l ultima fase edilizia di questa area del sito che crollò dopo l abbandono, conclusione avvalorata dalla presenza di strati di macerie tra i muri 105 e 106 (US 1014) e nella zona posta davanti ai muri 102 (US 1012), 103 (US 1003) e 111 (US 1022). A est dell ambiente A, nel prosieguo del muro 101, è stato aggiunto il muro 107 conservatosi al livello della fondazione per una lunghezza di 4,4 m. In questo punto esso forma un doppio angolo: si lega al muro 108 (conservato in elevato per una trentina di centimetri) il cui tracciato si è potuto seguire per 2 m in direzione sud, mentre sul suo lato settentrionale gli si appoggia il muro 109 che segue il pendio e, dopo un

9 La villa romana di Kaštelina (isola di Rab) 99 Figura 5. Area 1000 USM 105 e USM 103 dell edificio A tratto di 1,8 m, forma un angolo retto e prosegue verso est (muro USM 110). La configurazione del terreno e la sua erosione hanno permesso di constatare solo l orientamento e la larghezza approssimativa di questi muri (tra i 60 e gli 80 cm). Il muro 110 raggiunge apparentemente la lunghezza complessiva di 14,4 m. Attualmente non si può dire se si tratta di strutture che servivano come murature di sostegno dei terrazzamenti, oppure di una corte che si apriva in questo punto del settore In ogni caso, qui non si è conservato nessun tipo di struttura poiché ad est del muro 108 si raggiunge la roccia viva a soli 15 cm di profondità. Solo nell angolo meridionale di questo plateau spianato è stato scoperto il segmento di un muro (USM 112) conservato al livello di fondazione che potrebbe essere la continuazione del muro 108, anche se presenta un orientamento leggermente diverso rispetto a quest ultimo. Sporadici ritrovamenti in superficie di tessere musive, di frammenti di ceramica e di una moneta di epoca del tardo impero 21 non sono sufficientemente indicativi per poter contribuire alla datazione precisa delle strutture messe in luce che risalirebbero alla fine dell epoca tardoantica. Solo le ulteriori indagini permetteranno di identificare le costruzioni ubicate in questa parte del sito di Kaštelina e di determinarne se- 21. Si tratta da una moneta di Claudius II ( ).

10 100 Jurković, Brogiolo, Arce, Marić, Chavarría Arnau quenza cronologica, funzione, nonché eventuali connessioni con le strutture scoperte nel settore 2000, tutti elementi non proponibili in assenza di dati probanti. 4. Lo scavo dell area 2000 Come area 2000 sono stati identificati il settore nord e ovest della penisola (Figura 6). Nell area vicina al limite nord del pianoro sommitale sono state mese in luce numerose strutture murarie appartenenti a un muro perimetrale e all articolazione interna di un grandioso edificio. Per il momento sono stati individuati sei ambienti, alcuni di notevoli dimensioni, caratterizzati da pavimentazioni in opus signinum (D, E e plausibilmente C) e in mosaici (A, B e ambiente ad ovest dello scavo) di colore bianco e nero molto grossolani in alcuni casi (ambiente A) con il bordo inclinato di 45 gradi. Alcuni muri erano rivestiti di intonaci non dipinti e l ambiente B presentava i muri rivestiti in cocciopesto. Varie canalizzazioni costruite in muratura e con il fondo di laterizio sono state messe parzialmente in luce in questa area. In generale i materiali rinvenuti durante gli scavi sono di tipo ceramico (fondamentalmente ceramica comune, anfore e poca ceramica da mensa), qualche vetro e monete. Oltre alle tessere musive, in questo settore non sono stati rinvenuti elementi che facciano pensare a un apparato decorativo significativo. Tutti questi dati ci portano a interpretare le strutture rinvenute come le aree di servizio di una villa. La parte residenziale del complesso si trovava plausibilmente più a sud, in posizione più elevata e orientata verso la baia a sud dove è probabile che si trovasse il porto della villa. 22 La sequenza stratigrafica ha permesso per il momento di proporre un articolazione del complesso in quattro periodi: due di epoca romana, un periodo post-romano con strutture di carattere povero e infine la riduzione a coltura del sito. Periodo I: alto impero A questa prima fase si riferiscono varie strutture murarie e canalizzazioni che conformano due ambienti (D e F). Il muro meglio conservato (USM 2046) con orientamento est-ovest è costituito da un paramento di pietre sbozzate delle dimensioni medie di cm; disposte in corsi orizzontali, sono legate con abbondante malta e conservate fino a un massimo di tre corsi in alzato. L emplékton è formato da litoidi di medie e piccole dimensioni, laterizi frammentati e abbondante malta gettata alla rinfusa. Il legante è di colore biancastro, grossolano e molto tenace. Lo spessore totale della muratura è di m 0,80. Verso est è stato documentato un altro lacerto dello stesso muro, rialzato in epoca successiva a secco. Verso ovest gli si appoggia un lacerto di muratura con il quale forma un angolo retto. Plausibilmente durante questo periodo il muro era rivestito di intonaco. A una distanza di 2,60 m dal muro 2046, in direzione sud, si trova un ambiente denominato F, di cui sono stati messi in luce i perimetrali ovest, nord ed est (Figura 22. Si tratta della baia dove ancora a tutt oggi si trova il porto di Kampor.

11 La villa romana di Kaštelina (isola di Rab) 101 Figura 6. Strutture rinvenute nell area 2000

12 102 Jurković, Brogiolo, Arce, Marić, Chavarría Arnau Figura 7. Ambiente F appartenente alla prima fase delle strutture rinvenute 7). La tecnica costruttiva è simile a quella del muro L ambiente F doveva essere seminterrato poiché l interno risulta intonacato, mentre l esterno è costruito contro terra. Non ne è stato individuato il piano di calpestio. Parallela al muro USM 2046, a una distanza di 96 cm da esso, si trova una canaletta (2100), realizzata in muratura con pietre sbozzate delle dimensioni di cm circa, legate tra loro da malta biancastra, grossolana e molto tenace, e rivestite da uno strato di intonaco bianco; il fondo è costituito da tegole poste orizzontalmente, delle dimensioni di cm (Figura 8). Un altra canaletta con orientamento nord-sud (2071) è stata trovata nell area

13 La villa romana di Kaštelina (isola di Rab) 103 Figura 8. Ambiente D: 1. USM 2046 (1 a fase); 2. canaletta US 2100 (1 a fase); 3. pavimento (2 a fase); 4. strati di crollo e abbandono nord (Figura 9). La parte messa in luce aveva le spalle in malta mentre il fondo è costituito da due tegole bollate poste orizzontalmente. Uno dei bolli (Figura 10) è stato identificato come Q(uinti) Clodi Ambrosi, una produzione aquileiese a cavallo tra I e II secolo d.c. ampiamente diffusa in tutti i porti dell Adriatico. 23 Tutte e due le condutture verranno abbandonate nella fase successiva. Periodo II: III-IV secolo? In un momento successivo il primo impianto della villa viene parzialmente demolito. Questa fase è documentata dalla presenza di intonaco proveniente dalle pareti e dal soffitto trovato nel riempimento della canaletta nord-sud, che aveva evidentemente perso la sua copertura. 23. B. Slapšak, Tegola Q. Clodi Ambrosi, in «Situla», (1974), pp R. Matijašić, I bolli laterizi dell area istriana, in V. Righini (a cura di), Le fornaci romane. Produzione di anfore e laterizi con marchi di fabbrica nella Cispadania orientale e nell Alto Adriatico, Rimini 1998, pp (in part. p. 98); C. Zaccaria, C. Gomezel, Aspetti della produzione e circolazione dei laterizi nell area adriatica settentrionale tra II secolo a.c. e II secolo d.c., in La brique antique et médiévale. Production et commercialisation d un matériau, Paris 2000 (Collection de l École française de Rome, 272), pp (in part. pp ).

14 104 Jurković, Brogiolo, Arce, Marić, Chavarría Arnau Figura 9. Canaletta US 2071 appartenente alla prima fase delle strutture rinvenute In questa fase la villa subisce riforme strutturali e vengono edificati nuovi ambienti con altro orientamento. Viene costruito il muro USM 2044 che costituisce il perimetrale nord e ovest del nuovo edificio. Questa muratura e tutte quelle che le si appoggiano sono costituite da un paramento in pietre parzialmente sbozzate, di grandi dimensioni, legate con malta molto tenace. Le pietre sono rifinite con stilatura a cazzuola sia nei letti che nei giunti. L emplékton è composto da litoidi di piccole dimensioni e malta gettata alla rinfusa. La struttura presenta orientamento est-ovest, il suo spessore è di circa 1,10 m.

15 La villa romana di Kaštelina (isola di Rab) 105 Figura 10. Tegola con bollo Q(uinti) Clodi Ambrosi della canaletta US 2071 Appartengono a questa fase altre due murature (USM 2095 e USM 2053) rinvenute nell area ovest dello scavo. Entrambe si appoggiano al muro 2044 (=2043) e presentano la stessa tecnica costruttiva a stilature delle murature di seconda fase. A est del muro 2095 si trova il focolare 2096 di forma rettangolare, la cui struttura è costituita sul lato nord da una pietra tagliata a spigoli vivi della misura di cm, che poggia su uno strato di malta; sul lato est è composta da due corsi di pietre sbozzate delle dimensioni di cm; i lati nord e ovest sono costituiti rispettivamente dal muro 2044 e dal muro Il piano del focolare è formato da uno strato inferiore di malta, cui si sovrappone un secondo strato di concotto e infine un terzo strato di argilla scottata. Sempre nell area ovest si trovano i resti di un lacerto di muratura (US 2053) della quale restano cinque pietre legate con malta. Nell area più a ovest è venuto alla luce un piccolo lacerto di mosaico in posto di colore bianco e nero (US 2052) (Figura 11). Paralleli al grande muro perimetrale 2044 sono stati individuati sette pilastri posti a tre metri di distanza l uno dall altro. Sono di forma quadrangolare, delle dimensioni di cm circa, e sono costruiti con pietre squadrate legate con abbondante malta biancastra. Le pietre sono rifinite poi con una stilatura a cazzuola sia sui letti che sui giunti, nello stesso modo delle murature appena descritte (Figura 12). Durante questa fase l ambiente D viene dotato di un pavimento in opus signinum (US 2045) del quale sono stati rinvenuti ampi lacerti ben conservati che si appoggiavano al muro 2046 (coprendo la canaletta 2100, già defunzionalizzata) e in altri punti dello stesso ambiente e di quello E, in alcuni casi molto usurato. Un orientamento diverso rispetto alle murature del periodo I presentano pure gli ambienti A, B e C nell area est dello scavo. L ambiente A è delimitato dai muri USM

16 106 Jurković, Brogiolo, Arce, Marić, Chavarría Arnau Figura 11. Frammento di mosaico (US 2052) rinvenuto nel settore più occidentale dell area (lati nord e ovest in connessione tra loro) e dal muro 2013 a est (non in connessione, ma plausibilmente in fase con gli altri due), mentre non sono noti né la terminazione meridionale, né la presenza di eventuali divisori, ipotesi quest ultima probabilmente da scartare perché vi è documentato, per una fascia larga 0,9 1,35 m, un unico pavimento a mosaico di tessere grossolane (dimensioni medie cm 1,50 1,50 per altezza 3,0), di pietra calcarea di colore biancastro (Figura 13). L ambiente B corrisponde a un corridoio largo m 2,4, delimitato a sud dal muro 2006, a nord dal muro 2007 sovrapposto a 2008, compreso dunque tra gli ambienti A e C. Durante lo scavo di questo ambiente, del quale è stata ipotizzata una funzione di corridoio di accesso in salita, è stato rinvenuto un piccolo lacerto di mosaico (US 2003) con tessere grossolane di colore bianco e nero. L ambiente C è delimitato a sud dal muro 2008/2007, a ovest dal muro 2010 (forse in connessione con 2008), a nord dal muro 2018, a est dal muro Ne conosciamo la dimensione est-ovest, pari a m 6,75, mentre quella nord-sud potrebbe essere di m 16,5, se il muro 2018 lo delimita a nord. Il muro 2008 presentava nell angolo con 2010 un rivestimento di cocciopesto fino a una profondità non accertata.

17 La villa romana di Kaštelina (isola di Rab) 107 Figura 12. Pilastri rinvenuti nell area 2000 appartenenti alla seconda fase delle strutture L abbandono e distruzione della villa sono testimoniati dal crollo in posto del tetto dell edificio, rinvenuto tra i pilastri e al di sopra della struttura Le murature vengono rasate a una quota generale di circa 20 m s.l.m, il muro 2046 risulta in parte spoliato, e il pavimento in cocciopesto, per lo più distrutto forse a causa dell usura, viene coperto da uno strato di macerie per livellare il terreno. Solo il muro 2044 non viene demolito, almeno in questa fase. I materiali rinvenuti all interno della canaletta 2071 e quelli degli strati di abbandono (US 2039 bis), tra cui ceramica e numerose monete di metà III secolo, situano la fine di questa villa in un momento imprecisato di età tardoantica. Dopo l abbandono, tutta l area viene sigillata da uno strato di ghiaia (US 2082).

18 108 Jurković, Brogiolo, Arce, Marić, Chavarría Arnau Figura 13. Pavimento musivo rinvenuto nell ambiente A (area 2000) Periodo III In varie aree del settore 2000 sono state mese in luce alcune murature costruite in una tecnica decisamente diversa rispetto a quelle dei periodi precedenti (pietre di piccole dimensioni legate con scarsa malta e terra e disposte in modo irregolare o a secco) e tracce di edifici in materiali deperibili posteriori alla demolizione delle murature sopra descritte. In assenza di dati probanti, deve essere lasciata in sospeso l interpretazione della funzionalità e della cronologia di queste strutture. Periodo IV L intera area viene messa a coltivo grazie al riporto di vari livelli di terreno (US 2085). 5. Conclusioni I dati acquisiti durante le prime tre campagne di scavo ci permettono di fare varie considerazioni. Il sito di Kaštelina è da identificare, almeno per l epoca romana, come una villa marittima collocata in altura. La villa presenta due fasi costruttive: la

19 La villa romana di Kaštelina (isola di Rab) 109 prima del I-II secolo e la seconda successiva quando le strutture precedenti vengono notevolmente ampliate. L abbandono di queste strutture è da collocarsi in un momento ancora imprecisato del periodo tardoantico. L area indagata in questi anni è da intendersi molto probabilmente come l area di servizio della villa. Per il momento non ci sono dati per confermare l esistenza di una fortificazione di epoca bizantina come ipotizzato dalla bibliografia precedente. 24 Restano ancora da risolvere la cronologia delle diverse fasi della villa romana, l ubicazione e l estensione della pars urbana, le modalità e la cronologia dell abbandono e la natura e cronologia delle fasi post-romane, tra le quali si colloca anche l eventuale conversione della villa in fortificazione bizantina, proposta dalla storio - grafia. 24. Tomičić, Arheološka svjedočanstva, pp

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