PEDAGOGIA E DIDATTICA SPECIALE. Dott.ssa Caterina Bembich

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1 PEDAGOGIA E DIDATTICA SPECIALE Dott.ssa Caterina Bembich caterina.bembich@gmail.com

2 Parte 1 DSA: UN QUADRO INTRODUTTIVO CLASSIFICAZIONE E LINEE GUIDA

3 1. Dubbi e domande iniziali: Chi è il DSA? E intelligente Non ha disturbi sensoriali Non ha gravi disturbi nella relazione Non ha un marcato svantaggio socioculturale Ha avuto normali opportunità per apprendere 1. Dubbi e domande iniziali

4 Dubbi? Difficoltà ad avere un un immagine chiara del disturbo: - Causa organica non ben definita - Molta variabilità - Diverse teorie e modelli 1. Dubbi e domande iniziali

5 Cosa significa DSA? DSA: Disturbi Specifici dell Apprendimento Serie di difficoltà in ambito scolastico Ragazzi normalmente scolarizzati Assenza di patologie (neuromotorie, cognitive, psicopatologiche e/o sensoriali) 1. Dubbi e domande iniziali

6 DSA: Deficit evolutivo : non deriva da nessun episodio specifico Deficit funzionale: natura costituzionale con base genetica. Familiarità per il disturbo nel 60-70% dei casi. 1. Dubbi e domande iniziali

7 DSA: Presente fin dalla nascita: manifestazione più evidenti durante la scolarizzazione. La DE rappresenta il più noto dei DSA (confusione tra i due termini: non sono sinonimi!) Non scompare mai completamente Incidenza nella popolazione scolastica italiana 3-4%

8 DSA: Segnalabili in quanto tali soltanto in bambini o ragazzi con Quoziente di Intelligenza nella norma Non sono inseribili nel quadro delle certificazioni di handicap (Legge 104/92) 1. Dubbi e domande iniziali

9 Pensieri del genitore Difficoltà inattesa Spesso non ci sono segnale premonitori o non sono notati. Sconcerto, frustrazione, disorientamento Pensiero di fondo: Credevo di avere un figlio intelligente e a scuola è incapace di imparare, forse privo di motivazione 1. Dubbi e domande iniziali

10 Pensiero del bambino L ingresso a scuola del bambino con DSA: Molte difficoltà: Le attività per lui complesse e faticose: - Confronto negativo con il gruppo classe - Senso di incapacità e incompetenza Progressivo autoconvincimento di non esser capace: - Immagine di se negativa - Sfiducia Continue sollecitazioni all impegno e all esercizio: - Senso di colpa in quanto si sente responsabile delle sue difficoltà; 1. Dubbi e domande iniziali

11 Pensiero del bambino Dinamiche relazionali e comportamentali negative (fare il bullo, o il buffone): Disturbi oppositivo provocatori: Rifiuto/Opposizione Pensiero di fondo: Nessuno è soddisfatto di me Inibizione e chiusura: - Passività - Ansia da prestazione,depressione, somatizzazioni. 1. Dubbi e domande iniziali

12 Pensieri dell insegnate Perché il suo rendimento è così basso? Perché è disinteressato? Eppure è un ragazzo, allora perché tanti errori (anche grossolani)? Più lo sollecito ad impiegarsi meno ottengo, come mai? 1. Dubbi e domande iniziali

13 Quali reazioni? Faticosi e interminabili pomeriggi trascorsi a fare i compiti: Aumento della frustrazione Senso di impotenza Rabbia 1. Dubbi e domande iniziali

14 Reazioni Diverse reazioni: 1. Coalizione scuola e famiglia: - condivisione totale - accanita esercitazione: saturazione del bambino stesso; 2. Contrapposizione: - non accettazione - Guerra alla scuola: mio figlio è la vittima la scuola sbaglia - pellegrinaggio da specialisti, cambiamento della scuola. 3. Collaborativo-sinergico: - famiglia e scuola aiutano reciprocamente, - Volontà di capire meglio la situazione - Si chiede un aiuto esterno. - Triangolazione valorizzante: famiglia, scuola, bambino a vantaggio di tutti. 1. Dubbi e domande iniziali META DA RAGGIUNGERE

15 L unione fa la forza bambino scuola famiglia

16 Insuccesso scolastico e DSA

17 L insuccesso scolastico Uno studente su cinque incontra durante il suo percorso scolastico delle difficoltà che in alcuni casi lo inducono all insuccesso (Cornoldi, 1999). Le cause di queste difficoltà possono essere varie, possono essere l espressione di: una normale fase adolescenziale, un problema motivazionale, un mancato consolidamento dei processi cognitivi di base, una condizione psicopatologica (disabilità o disturbi di personalità) un Disturbo Specifico dell Apprendimento (DSA).

18 L insuccesso scolastico BRS: Basso rendimento scolastico DISABILITÀ/DISTURBO SPECIFICO: Disturbo dell attenzione, Disturbi del linguaggio, Ritardo mentale DSA: Disturbo Specifico dell apprendimento

19 CAUSE INSUCCESSO SCOLASTICO FATTORI ESTERNI FATTORI INTERNI LIVELLO DI ISTRUZIONE PERSONALITA MOTIVAZIONE INTERESSE E VALORE VERSO IL PROCESSO DI APPRENDIMENTO AUTOSTIMA

20 L insuccesso scolastico E opportuno distinguere tra: difficoltà di apprendimento disturbo dell apprendimento non innato modificabile con interventi didattici mirati riguardano il 20% della popolazione in età evolutiva italiana innato resistente all intervento riguardano il % della popolazione in età evolutiva italiana (Consensus Conference, 2010)

21 L insuccesso scolastico Con il termine difficoltà di apprendimento si fa riferimento a qualsiasi tipo di difficoltà incontrata da uno studente durante la sua carriera scolastica e che è causa di scarso rendimento. Col termine disturbo dell apprendimento si indica una sindrome clinica legata in modo specifico all apprendimento scolastico ed in particolare all apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo.

22 I disturbi specifici dell apprendimento I DSA costituiscono un gruppo eterogeneo di disordini che si manifestano con significative difficoltà nell acquisizione e nell uso di abilità di comprensione del linguaggio orale, espressione linguistica, lettura, scrittura, ragionamento o matematica. Questi disordini sono intrinseci all individuo, presumibilmente legati a disfunzioni del sistema nervoso centrale e sono generalmente presenti lungo intero arco di vita. (National Joint Committee on Learning Disabilities, 1988).

23 DSA: DISLESSIA (DE) : disturbo specifico di lettura DISORTOGRAFIA: disturbo specifico di scrittura nella componente ortografica DISGRAFIA : disturbo specifico del tratto grafico DISCALCULIA : disturbo del calcolo 1. Dubbi e domande iniziali

24 Fattori da considerare per porre la diagnosi Momento transitorio di difficoltà o disturbo? In quale età si presenta? Qual è la situazione familiare e scolastica? C è un deficit cognitivo generale alla base? I problemi sono presenti fin dall inizio del percorso scolastico?

25 DSA la possibile catena causale

26 DSA (lettura)- possibili deficit neurocognitivicognitivi Sistema magnocellulare (A): deficit dei meccanismi sensoriali non linguistici che alterano i processi di base di elaborazione visiva e uditiva dello stimolo. Anomalie nelle aree occipitoparietali coinvolte nell acuità visiva e nel controllo del movimento oculare (Livingstone, 1991; Stein, 1997). Deficit fonologico (B): alterazioni dei circuiti occipito-temporali deputati all elaborazione e alla manipolazione fonologica (Ramus 2003).

27 DSA (lettura)- possibili deficit neurocognitivitivi Sistema cerebellare: sviluppo immaturo del cervelletto coinvolto sia nell articolazione ed elaborazione dei suoni, sia negli aspetti motori, legati al movimento e all equilibrio (goffagine motoria, motricità fine, lateralizzazione), Nicolson, 2001.

28 Fattori Genetici Familiarità: un padre dislessico ha il 40% di rischio in più di avere un figlio dislessico (Lyytinen H.2001; Torppa M., 2006). Coinvolgimento del cromosoma 6 (Kaplan, 2002; Fisher e Francks, 2006).

29 Classificazioni

30 Classificazione ICD-10 F81 - Disturbi evolutivi specifici delle abilità scolastiche Disordini in cui le normali modalità di acquisizione delle competenze sono disturbate fin dai primi stadi di sviluppo. Ciò non in diretta conseguenza di una mancata opportunità di apprendimento, non come risultato di un ritardo mentale e non in conseguenza di alcuna forma di trauma cerebrale o di deficit F81.0 Disturbo specifico della lettura F81.1 Disturbo specifico della compitazione F81.2 Disturbo specifico delle abilità aritmetiche F81.3 Disturbi misti delle abilità scolastiche F81.8 Altri disturbi evolutivi delle abilità scolastiche F81.9 Disordine evolutivo di abilità scolastiche non meglio specificato

31 Classificazione ICD-10 F.81.0 Disturbo specifico delle lettura Specifica e significativa compromissione nello sviluppo della capacità di lettura, che non è spiegata solamente dall'età mentale, da problemi di acutezza visiva o da inadeguata istruzione scolastica. La capacità di comprensione della lettura, il riconoscimento della parola nella lettura, la capacità di leggere ad alta voce e le prestazioni nei compiti che richiedono la lettura possono essere tutti interessati. Difficoltà nella compitazione sono frequentemente associate con il disturbo specifico della lettura e spesso persistono nell' adolescenza I disturbi specifici della lettura frequentemente sono preceduti da una storia di disturbi evolutivi specifici dell'eloquio e del linguaggio. Disturbi emozionali e comportamentali associati sono anche comuni durante il periodo dell' età scolare.

32 Classificazione ICD-10 F 81.1 DISTURBO SPECIFICO DELLA COMPITAZIONE: Specifica e rilevante compromissione nello sviluppo delle capacità di compitazione, in assenza di una storia di disturbo specifico della lettura e non solamente spiegata da una ridotta età mentale, da problemi di acutezza visiva o da inadeguata istruzione scolastica. L'abilità a compitare oralmente ed a trascrivere correttamente le parole sono entrambe interessate. Difficoltà nella compitazione sono state presenti sin dalle prime fasi di apprendimento dell'ortografia. I disturbi interferiscono significativamente con il profitto scolastico o con le attività quotidiane che richiedono abilità nella lettura.

33 Classificazione ICD-10 F 81.2 DISTURBO SPECIFICO DELLE ABILITÀ ARITMETICHE Specifica compromissione delle abilità aritmetiche che non è solamente spiegabile in base ad un ritardo mentale globale o ad un'istruzione scolastica inadeguata. Deficit nella padronanza delle capacità di calcolo fondamentali, come addizione, sottrazione, moltiplicazione e divisione, piuttosto nelle capacità di calcolo matematico più astratto coinvolte dell'algebra, nella trigonometria o nella geometria.

34 Classificazione ICD-10 F 81.3 DISTURBI MISTI DELLE ABILITÀ SCOLASTICHE: Disturbi nei quali sono significativamente compromesse sia le funzioni aritmetiche sia quelle di lettura o di compitazione, ma nei quali il quadro non è solamente spiegabile come conseguenza di un ritardo mentale globale o di un'istruzione scolastica inadeguata.

35 Epidemiologia e Prognosi

36 Epidemiologia in Italia 3.1/ 3.2 % (Barbiero et al, 2012) 2.9% (AIRIPA)

37 Quali fattori legati alla prognosi? Indicatori prognostici: Fattori individuali: - Gravità (iniziale) del DSA - Livello cognitivo e metacognitivo - Profilo neuropsicologico - Struttura psichica - Comorbidità Tempestività ed adeguatezza degli interventi sanitari Tempestività ed adeguatezza degli interventi pedagogici Compliance ambientale

38 Quali fattori legati alla prognosi? Programmare interventi con un carattere preventivocompensativo Monitorare lo sviluppo: agire in modo più specifico ed intensivo Se la diagnosi è tardiva: Cmq importante! Dà un senso retrospettivamente alla loro storia

39 Prognosi nello sviluppo atipico FUNZIONAMENTO e ADATTAMENTO alla sua situazione di vita Fattori di Vulnerabilità Fattori di Protezione Percorsi Comportamentali ADATTIVI DISADATTIVI

40 Prognosi Prevenzione dei comportamenti a rischio psicologico e sociale nell età evolutiva. Relazione della Commissione Interministeriale di Studio, Aprile VULNERABILITÀ INDIVIDUALE Deficit cognitivi Handicaps fisici Disturbi dell affettività DIFFICOLTÀ FAMILIARI Perdita Conflitto Rifiuto Abuso MECCANISMI DI RISCHIO NELLA RELAZIONE - Incompatibilità Bambino-Genitore (Temperamentali e di Personalità) - Processi di Attribuzione e di Valutazione DISFUNZIONI DEI SISTEMI DI SOSTEGNO SOCIALE - Affiliazione a gruppi devianti - Difficoltà economiche - Emarginazione Sociale DISADATTAMENTO SOCIALE INDICATORI DI RISCHIO - Abbandono scolastico - Abuso di droghe - Comportamento deliquenziale - Violazione delle norme

41 La diagnosi: FATTORI CORRELATI ALLA PROGNOSI (1) La diagnosi non promuove alcun cambiamento in senso migliorativo (adattamento funzionale ed emotivo) se non è condivisa e compresa da genitori e ambiente scolastico Effetto retrospettivo: Chiave di lettura delle difficoltà scolastiche

42 FATTORI CORRELATI ALLA PROGNOSI (2) L AMBIENTE FAMIGLIARE Accettazione delle caratteristiche neuropsicologiche del figlio Valorizzazione delle competenze (extrascolastiche)

43 FATTORI CORRELATI ALLA PROGNOSI (3) ESPERIENZE POSITIVE Sperimentare situazioni e contesti extrascolastici in cui sentirsi competente (attività sportiva, hobby) In adolescenza utilizzare competenze che orientino verso scelte di studio o lavorative

44 FATTORI CORRELATI ALLA PROGNOSI (4) AMBIENTE SCOLASTICO Presenza di un clima di collaborazione fra alunno, genitori e insegnanti Soluzioni pedagogiche personalizzate: convinzione che possono apprendere Aiuto abilitativo

45 Cosa può fare la scuola? Informarsi sui DSA Riconoscere un ragazzo con DSA (in qualsiasi ordine e grado di scuola) Invitare la famiglia alla diagnosi Attivare un piano didattico personalizzato

46 Cosa può fare la scuola? 1. Importanza del lavoro di rete e di un alleanza tra i genitori, insegnanti ed esperti del settore 2. Aiutare lo studente a prendere consapevolezza delle sue difficoltà e del suo diverso funzionamento intellettivo 3. Accettare queste differenze per trovare strategie alternative nell affrontare i vari compiti scolastici

47 Cosa può fare la scuola? Diventate un talent scout: identificare i punti di forza del ragazzo/a e rinforzarli pubblicamente invitare a mostrare le sue capacità dimostrategli chiaramente apprezzamento e supporto Lavoro di gruppo: far lavorare il ragazzo/a con un compagno accettante e supportivo con elevate abilità sociali attivare momenti di apprendimento cooperativo

48 Cosa può far la scuola? Invitare a NON abbandonare le attività extrascolastiche (sport, danza, musica ): sono una delle poche isole vincenti e di scarico sano della tensione! Evitare che il ragazzo/a si trovi nella condizione di essere l ultimo scelto nelle attività di gruppo Supportarlo nell introduzione in classe degli strumenti dispensativi e compensativi Parlando alla classe dei DSA (in accordo con lui/lei) e spiegando che non è un trattamento di favore ma una necessità per allineare le abilità

49 Cosa può fare la scuola? Adotta modalità valutative che consentono all alunno con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto Stabilire le misure che determinino le condizioni ottimali per l espletamento della prestazione (tempi di effettuazione e alle modalità di strutturazione delle prove) Dare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all abilità deficitaria.

50 Quale messaggio passare? Spingere il ragazzo con DSA alla Proattività NO Sono dislessico, la mia organizzazione è dunque mediocre SI Sono dislessico, quindi devo elaborare un piano d azione per superare le mie difficoltà tramite l organizzazione personale

51 Cosa può fare la scuola? Il ragazzo con DSA è intelligente: - Seguirà il normale percorso scolastico - I contenuti non vanno modificate Modificare le modalità e i tempi! 7. Trovare le giuste risorse

52 Parte 2 Normative

53 Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 Strumenti d intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica Direttiva ridefinisce e completa il tradizionale approccio all integrazione scolastica, basato sulla certificazione della disabilità, estendendo il campo di intervento e di responsabilità di tutta la comunità educante all intera area dei Bisogni Educativi Speciali (BES) La Direttiva estende pertanto a tutti gli studenti in difficoltà il diritto alla personalizzazione dell apprendimento, richiamandosi espressamente ai principi enunciati dalla Legge 53/2003.

54 Bes Il BES è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e/o di apprendimento Consiste in un funzionamento problematico per il soggetto, in termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall eziologia Necessita di educazione speciale individualizzata

55 Bes Bisogni Educativi Speciali (Special Educational Needs): disabilità; disturbi evolutivi specifici: disturbi specifici dell apprendimento, deficit del linguaggio, deficit delle abilità non verbali, deficit della coordinazione motoria, disturbo dell attenzione e dell iperattività svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale.

56 Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 Strumenti d intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica Adozione di una personalizzazione della didattica ed eventualmente di misure compensative o dispensative Prospettiva di una presa in carico globale ed inclusiva di tutti gli alunni Percorso individualizzato e personalizzato, redatto in un Piano Didattico Personalizzato (PDP): definire, monitorare e documentare le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti. strumento in cui si potranno includere progettazioni didatticoeducative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita (di cui moltissimi alunni con BES firmato dal Dirigente scolastico, dai docenti e dalla famiglia.

57 STRUMENTI D INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI Modello diagnostico ICF (International Classification of Functioning) dell OMS: considera la persona nella sua totalità, in una prospettiva bio-psicosociale. si fonda sul profilo di funzionamento e sull analisi del contesto consente di individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES) dell alunno i individuare i Bisogni Educativi Speciali (BES) dell alunno prescindendo da preclusive tipizzazioni (Disabile vs non disabile) Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali. offrire adeguata e personalizzata risposta.

58 Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 Strumenti d intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica DSA «Per quanto riguarda gli alunni in possesso di una diagnosi di DSA rilasciata da una struttura privata, si raccomanda - nelle more del rilascio della certificazione da parte di strutture sanitarie pubbliche o accreditate di adottare preventivamente le misure previste dalla Legge 170/2010, qualora il Consiglio di classe o il team dei docenti della scuola primaria ravvisino e riscontrino, carenze fondatamente riconducibili al disturbo.» «Si evidenzia pertanto la necessità di superare e risolvere le difficoltà legate ai tempi di rilascio delle certificazioni (in molti casi superiori ai sei mesi) adottando comunque un piano didattico individualizzato e personalizzato nonché tutte le misure che le esigenze educative riscontrate richiedono». «Negli anni terminali di ciascun ciclo scolastico, in ragione degli adempimenti connessi agli esami di Stato, le certificazioni dovranno essere presentate entro il termine del 31 marzo, come previsto all art.1 dell Accordo sancito in Conferenza Stato-Regioni sulle certificazioni per i DSA (R.A. n. 140 del 25 luglio 2012)».

59 Direttiva Ministeriale 27 dicembre 2012 Strumenti d intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l inclusione scolastica Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale: «ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o anche per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta. Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla base di elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche» Per questi alunni, è possibile attivare percorsi individualizzati e personalizzati, oltre che adottare strumenti compensativi e misure dispensative (ad esempio la dispensa dalla lettura ad alta voce e le attività ove la lettura è valutata, la scrittura veloce sotto dettatura, ecc.) A differenza delle situazioni di disturbo documentate da diagnosi, le misure dispensative, nei casi sopra richiamati, avranno carattere transitorio e attinente aspetti didattici,

60 Il quadro normativo previsto dalla legge 8 ottobre 2010 n. 170 La legge 170/2010: apre un diverso canale di cura educativa, concretizza i principi di personalizzazione dei percorsi di studio enunciati nella legge 53/2003 prospettiva di presa in carico dell alunno con BES da parte di ciascun docente curricolare e di tutto il team di docenti coinvolto, non solo dall insegnante per il sostegno

61 LEGGE n. 170/2010 Art. 1. (Riconoscimento e definizione di dislessia, disgrafia,disortografia e discalculia) 1. La presente legge riconosce la dislessia, la disgrafia, la disortografia e la discalculia quali disturbi specifici di apprendimento, di seguito denominati «DSA», che si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana.

62 LEGGE n. 170/2010 Art. 2. (Finalità) a) Garantire il diritto all istruzione; b) Favorire il successo scolastico; c) Ridurre i disagi relazionali ed emozionali; d) Adottare forme di verifica e di valutazione adeguate alle necessità formative degli studenti; e) Preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori; f) Favorire la diagnosi precoce e percorsi didattici riabilitativi; g) Incrementare la comunicazione e la collaborazione tra famiglia, scuola e servizi sanitari; h) Assicurare eguali opportunità di sviluppo delle capacità in ambito sociale e professionale

63 LEGGE n. 170/2010 Art. 3. (Diagnosi) 1. La diagnosi di DSA è effettuata nell ambito dei trattamenti specialistici assicurati dal Servizio sanitario nazionale ed è comunicata dalla famiglia alla scuola ; 2. È compito delle scuole di ogni ordine e grado attivare interventi tempestivi idonei ad individuare i casi sospetti di DSA (l esito di tali attività non costituisce comunque una diagnosi).

64 LEGGE n. 170/2010 Individuare precocemente i segnali di DSA rientra in una serie di attività indicate all art. 3 a) comunicare alle famiglie difficoltà persistenti nonostante recupero didattico mirato b) attivare interventi tempestivi idonei ad individuare i casi sospetti

65 LEGGE n. 170/2010 Art. 5. (Misure educative e didattiche di supporto) 1. Gli studenti con diagnosi di DSA hanno diritto a fruire di appositi provvedimenti dispensativi e compensativi e di flessibilità didattica nel corso dei cicli di istruzione e formazione e negli studi universitari. 2. Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche garantiscono: l uso di una didattica individualizzata e personalizzata, con forme efficaci e flessibili di lavoro scolastico che tengano conto anche di caratteristiche peculiari dei soggetti, quali il bilinguismo, adottando una metodologia e una strategia educativa adeguate; l introduzione di STRUMENTI COMPENSATIVI, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonché MISURE DISPENSATIVE da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualità dei concetti da apprendere; per l insegnamento delle lingue straniere, l uso di strumenti compensativi che favoriscano la comunicazione verbale e che assicurino ritmi graduali di apprendimento, prevedendo anche, ove risulti utile, la possibilità dell esonero

66 LEGGE n. 170/ Le misure di cui al comma 2 devono essere sottoposte periodicamente a monitoraggio per valutarne l efficacia e il raggiungimento degli obiettivi. 4. Agli studenti con DSA sono garantite, durante il percorso di istruzione e di formazione scolastica e universitaria, adeguate forme di verifica e di valutazione, anche per quanto concerne gli esami di Stato e di ammissione all università nonché gli esami universitari. Art. 6. (Misure per i familiari) 1. I familiari fino al primo grado di studenti del primo ciclo dell istruzione con DSA impegnati nell assistenza alle attività scolastiche a casa hanno diritto di usufruire di orari di lavoro flessibili.

67 Bibliografia " Dislessia e altri DSA a scuola. Strategie efficaci per insegnanti. Le guide Erickson, (2013), Erickson. Ianes D., Cramerotti S. (2013). Alunni con BES - Bisogni Educativi Speciali Indicazioni operative per promuovere l'inclusione scolastica sulla base della DM e della Circolare Ministeriale n. 8 del 6 marzo Ed. Erickson.

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