Aspetti normativi e legislativi nella valutazione del rischio negli ambienti di lavoro. M. del Gaudio

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1 Corso di Aggiornamento Il Benessere Termoigrometrico Polo Universitario di Frosinone 16 Febbraio 2006 Aspetti normativi e legislativi nella valutazione del rischio negli ambienti di lavoro M. del Gaudio 1

2 Riferimenti legislativi D.P.R. 303 del 19 marzo 1956 aggiornato dal Decreto Legislativo 19/09/94 n Art. 6. altezza, cubatura e superficie. a) altezza netta non inferiore a m. 3; b) cubatura non inferiore a mc. 10 per lavoratore; c) ogni lavoratore occupato in ciascun ambiente deve disporre di una superficie di almeno mq , l'organo di vigilanza competente per territorio può consentire altezze minime inferiori a quelle sopra indicate e prescrivere che siano adottati adeguati mezzi di ventilazione dell'ambiente. art. 8. locali sotterranei.è vietato adibire al lavoro locali chiusi sotterranei o semi-sotterranei.in deroga alle disposizioni del precedente comma, possono essere destinati al lavoro locali sotterranei o semisotterranei, quando ricorrano particolari esigenze tecniche. In tali casi si deve provvedere con mezzi idonei alla aereazione, 2

3 Riferimenti legislativi D.P.R. 303 del 19 marzo 1956 aggiornato dal Decreto Legislativo 19/09/94 n art.. 9. aerazione dei luoghi di lavoro chiusi. 1. Nei luoghi di lavoro chiusi, è necessario far sì che tenendo conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali sono sottoposti i lavoratori, essi dispongano di aria salubre in quantità sufficiente anche ottenuta con impianti di aerazione.2. Se viene utilizzato un impianto di aerazione, esso deve essere sempre mantenuto funzionante. 4. Qualsiasi sedimento o sporcizia che, potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori, dovuto all'inquinamento dell'aria respirata, deve essere eliminato rapidamente art. 11. temperatura dei locali. 1. La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori La temperatura dei locali di riposo, dei locali per il personale di sorveglianza, dei servizi igienici, delle mense e dei locali di pronto soccorso deve essere conforme alla destinazione specifica di questi locali. 3

4 Riferimenti legislativi D.P.R. 303 del 19 marzo 1956 aggiornato dal Decreto Legislativo 19/09/94 n Le finestre, i lucernari e le pareti vetrate devono essere tali da evitare un soleggiamento eccessivo dei luoghi di lavoro, tenendo conto del tipo di attività e della natura del luogo di lavoro. 5. Quando non é conveniente modificare la temperatura di tutto l'ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi personali di protezione. art. 13. umidità.nei locali chiusi di lavoro delle aziende industriali nei quali l'aria è soggetta ad inumidirsi notevolmente per ragioni di lavoro, si deve evitare, per quanto è possibile, la formazione della nebbia, mantenendo la temperatura e l'umidità nei limiti minimi compatibili con le esigenze tecniche. 4

5 Riferimenti legislativi Decreto Ministeriale 18 Dicembre 1975 Norme tecniche aggiornate relative all'edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica. (aggiornato secondo D.M ). 5. Norme relative alle condizioni di abitabilità La temperatura degli ambienti adibiti ad usi scolastici dovrà essere assicurata, in condizioni invernali, da un adatto impianto di riscaldamento capace di assicurare in tutti gli ambienti, quando all'esterno si verificano le condizioni invernali di progetto, le seguenti condizioni interne: -Temperatura 20 C ± 2 o C salvo non sia diversamente prescritto per locali ad uso speciale. E' consigliabile che vengano assicurati adatti valori della umidità relativa negli ambienti interni adibiti ad attività didattiche e collettive nel periodo invernale, mediante un trattamento di umificazione dell'aria esterna effettuato dall'impianto di ventilazione idoneo a realizzare un'umidità relativa dell'aria ambiente del 45-55% e a mantenere negli ambienti T = 20 C Purezza dell'aria. Dovrà essere assicurata l'introduzione delle seguenti portate d'aria esterna, mediante opportuni sistemi: I) Ambienti adibiti ad attività didattica collettiva o attività di gruppo. Per scuole materne ed elementari coefficienti di ricambio 2,5. Per scuole medie coefficiente di ricambio 3,5. Per scuole secondarie di secondo grado coefficiente di ricambio 5. II) Altri ambienti di passaggio, uffici. Coefficiente di ricambio 1,5. III) Servizi igienici, palestre, refettori. Coefficiente di ricambio 2,5. 5

6 Riferimenti legislativi Decreto Ministeriale 18 Dicembre Trattamento dell'aria esterna. Nelle zone in cui si verificano condizioni particolarmente gravi di inquinamento atmosferico dovrà porsi particolare cura per quanto riguarda la resa dell'aria esterna Prescrizioni relative alla tenuta d'aria. La chiusura esterna considerata nel suo insieme (comprendente, cioè, tutti gli elementi che la compongono quali infissi, giunti, ecc.) deve assicurare nel locale, delimitato da chiusure considerate stagne e dalla chiusura in esame, una tenuta tale che sia possibile realizzare nell'ambiente anzidetto una pressione statica di 10 mm di colonna d'acqua con un ventilatore di portata non superiore a 10 mc/h per ciascun metro quadro di superficie frontale della chiusura considerata Prescrizioni termoigrometriche. Negli edifici muniti di impianti di riscaldamento atti a realizzare e mantenere la temperatura interna di 20 o C, nelle condizioni invernali, in nessun punto della superficie interna delle chiusure esterne opache delimitanti ogni ambiente la temperatura superficiale deve risultare inferiore alla temperatura di 14 o C in corrispondenza della temperatura esterna di progetto Prescrizioni relative alla condensazione. I materiali porosi, isolanti termici, devono essere opportunamente protetti dai fenomeni di condensazione con idonee barriere antivapore. 6

7 Riferimenti legislativi Decreto Del Presidente Della Repubblica 14 Gennaio 1997 n. 37. Atto d indirizzo e coordinamento alle regioni e alle province autonome di Trento e di Bolzano, in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private. requisiti minimi strutturali requisiti minimi impiantistici requisiti minimi tecnologici requisiti minimi organizzativi 7

8 Riferimenti legislativi Decreto Del Presidente Della Repubblica 14 Gennaio 1997 n. 37. il reparto operatorio: Requisiti minimi impiantistici La sala operatoria deve essere dotata di condizionamento ambientale che assicuri le seguenti caratteristiche igrotermiche: temperatura interna invernale e estiva compresa tra gradi C. umidita' relativa estiva e invernale 40-60%. ricambi aria/ora (aria esterna senza ricircolo) 15 v/h. filtraggio aria 99.97%. Circolare del Ministero dei LL. PP. N del Requisiti fisico-tecnici ospedaliere. per le costruzioni edilizie 8

9 Regolamenti Urbanistici Regolamento edilizio Leggi in materia di edilizia e risparmio energetico 9

10 Normativa Tecnica www. cenorm.be 10

11 Normativa Tecnica UNI UNI EN ISO 7726 ( 2002 ) Ergonomia degli ambienti termici. Strumenti per la misurazione delle grandezze fisiche. UNI EN ISO 8996 (2005) Ergonomia dell'ambiente termico - Determinazione del metabolismo energetico. UNI EN ISO 9920 (2004) Ergonomia degli ambienti termici - Valutazione dell'isolamento termico e della resistenza evaporativa dell'abbigliamento. UNI EN ISO 9886 (2002) - Evaluation of thermal strain by physiological measurements. UNI EN ISO (2002) Ergonomia degli ambienti termici - Valutazione dell'influenza dell'ambiente termico mediante scale di giudizio soggettivo UNI EN ISO (2001) - Ergonomics of the thermal environment - Principles and application of relevant International Standards. UNI EN ISO (2004) Ergonomia degli ambienti termici - Vocabolario e simboli UNI EN ISO 7730 (1997) ISO 7730 (2005) Ambienti termici moderati. Determinazione degli indici PMV e PPD e specifica delle condizioni di benessere termico. 11

12 Normativa Tecnica UNI UNI EN ISO 9241 part. 6 (2001) - Requisiti ergonomici per il lavoro di ufficio con videoterminali (VDT) UNI EN (1996) Microclimi severi caldi. Valutazione dello stress termico per l'uomo negli ambienti di lavoro, basata sull'indice WBGT (temperatura a bulbo umido e del globotermometro). UNI EN ISO 7933 (2005), Ergonomia dell'ambiente termico - Determinazione analitica ed interpretazione dello stress termico da calore mediante il calcolo della sollecitazione termica prevedibile; UNI ENV ISO (2001) Microclimi severi freddi. Determination of requisite clothing insulation (IREC). UNI EN ISO (2002) Ergonomia degli ambienti termici Supervisione medica per persone esposte ad ambienti molto caldi o molto freddi. UNI (1995) Impianti aeraulici al fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d'offerta, l'offerta, l'ordine e la fornitura 12

13 Riferimento Daniela Marverti, tel , www. ausl.mo.it 13

14 Ambiente di Lavoro Moderato Severo Caldo Freddo Comfort Stress 14

15 Ambiente di Lavoro Valutazione del Rischio Moderabili Vincolati Caldo Freddo Comfort Stress 15

16 Ambienti moderati UNI EN ISO 7730 Limiti di validità del metodo Parametro M I cl t a Min. Max. 46 W/m 2 (0.8 met) 232 W/m 2 (4.0 met) 0 m 2. C/W (0 clo ) 0,310m 2. C/W ( 2 clo) 10 C 30 C pa 0 Pa 2700 Pa t r 10 C 40 C v a 0 m/s 1 m/s 16

17 Ambienti termici severi Omeotermia Esposizione ad alte temperature Esposizione a basse temperature Termodispersione: dispersione del calore Processi Termogenesi : produzione di calore Crampi da calore Esaurimento da calore Colpo di calore Colpo di sole. Patologie Edemi da freddo. Assideramento. Congelamento. 17

18 Ambienti termici severi caldi Forni fusori per lega d alluminio a 700 C ta = 32 C tr = 66 C 18

19 Ambienti termici severi caldi Cantiere luglio ore 15:00 ta = 33 C tr = 74 C 19

20 Ambienti termici severi caldi Ufficio soleggiato ta = 36 C tr = 41 C 20

21 Ambienti termici severi caldi UNI EN ISO 7243 Indice WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) Espresso in C Valutazione rapida dell esposizione ad ambienti termici severi caldi per lunghi periodi tempo Prevenzione mediante la riduzione dei tempi di esposizione. Utilizzo di ulteriori sistemi di valutazione nei casi di stress accertati. Applicabile ad esposizioni di durata non inferiore ai 30 min. Calcolato per un isolamento termico del vestiario I = 0,6 clo. Si può utilizzare il coefficiente CAF calcolato dall ACGIH per correggere il valore finale di WBGT. Non tiene conto della risposta fisiologica dell organismo. 21

22 Ambienti termici severi caldi UNI EN ISO 7243 Indice WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) WBGT = 0.7 twn +0.2 tg ta WBGT = 0.7 twn tg Grandezze derivate : twn = temperatura di bulbo umido a ventilazione naturale. tg = temperatura di globo. Grandezze fondamentali : ta = temperatura dell aria. 22

23 Ambienti termici severi caldi UNI EN ISO 7243 Indice WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) Specifiche di misura : Ambienti non omogenei Misura liv. Testa livell. Addome liv. Caviglie Media pesata con valore doppio per la misura a livello addome Ambienti omogenei Una sola misura del valore massimo Ambienti non stazionari Misure delle grandezze in tutto il periodo. Media pesata secondo la durata di ciascun intervallo. 23

24 Ambienti termici severi caldi UNI EN ISO 7243 Indice WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) PROSPETTO DEI VALORI LIMITE DELL'INDICE DI STRESS TERMICO WBGT Tasso metabolico, M Valore limite di WBGT Classe di tasso metabolic a Relativa ad un area unitaria di superficie della pelle W/m 2 Totale ( per un area media della superfi-cie della pelle di 1,8 m 2 ) W Persona acclimatata al calore C Persona non acclimatata al calore C 0 (a riposo) M 65 M < M < M < M < M < M < M 468 Aria stagnant e 25 Aria non stagnant e 26 Aria stagnante 22 Aria non stagnante 26 4 M > 260 M > Nota - I valori dati sono stati stabiliti prendendo come riferimento una temperatura rettale massima di 38 C per le persone in esame. 24

25 Ambienti termici severi caldi UNI EN ISO 7243 Indice WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) Tempi di esposizione e di riposo 1) 25% lavoro 75% riposo 2) 50% lavoro 50% riposo 3) 75% lavoro 25% riposo 4) lavoro continuo Y WBGT C X W/m 2 Z Lavoro metabolico W I valori sono calcolati su base 1 h per ambienti di riposo con condizioni molto prossime a quelle di lavoro 25

26 UNI EN ISO 7933 (2005) Gli scambi termici in ambienti severi caldi. Ereq = M W CRES ERES C R dseq * dseq potenza termica associata all incremento di temperatura del corpo umano La temperatura corporea tende a diventare troppo alta ed allora il sistema termoregolatore si attiva al fine di dissipare calore attraverso la vasodilatazione, la sudorazione e la diminuzione della produzione di calore e, quindi, di limitare l accumulo termico. Quando i meccanismi di termoregolazione non sono più sufficienti a mantenere l'equilibrio termico, la temperatura corporea interna si innalza provocando manifestazioni patologiche anche gravi che, se non trattate, possono avere conseguenze persino fatali 26

27 Metodo UNI EN ISO 7933 (2005), Calcolo PHS. Negli ambienti severi la sudorazione svolge un ruolo primario nella conservazione della neutralità termica. L equazione del bilancio termico viene risolta in termini di potenza termica da dissipare con l evaporazione. A partire dai parametri misurati nell ambiente e tenendo conto dell attività svolta e dell abbigliamento utilizzato si calcolano i seguenti indici di stress fisiologico : SW max rappresenta la massima potenza termica dissipabile per sudorazione w max massima frazione di pelle dalla quale può essere realisticamente fatto evaporare il sudore; D max stabilisce la massima perdita d acqua t re,max rappresenta il valore massimo accettabile della temperatura rettale Il tempo necessario a raggiungere il valore limite per almeno uno degli indici di stress costituisce il tempo massimo di esposizione Dlim. E inoltre possibile calcolare la durata delle pause necessarie. 27

28 PHS Intervalli di applicabilità Quantità velocità dell'aria attività metabolica isolamento termico del vestiario Simbo lo temperatura dell'aria t a C differenza fra t a e t r t r t a C pressione parziale del p a Pa vapore acqueo 0,1 1 Viene richiesta una supervisione medica diretta e personalizzata sui soggetti a rischio quando : La pressione del vapore acqueo in aria è tale da impedire la sudorazione Tempo massimo di esposizione Dlim < 30 minuti v a M I cl Intervallo utile Unità di misura m/s W clo 28

29 Il calcolo degli indici sintetici di stress (SWreq, wreq) e di strain (D, tre), può venire eseguito con facilità mediante il software PHS, che fa parte del pacchetto hytrprogrammes.exe scaricabile gratuitamente alla pagina web: 29

30 la massa corporea è fissata a 75 kg e di conseguenza il valore limite per la perdita di liquidi Dmax95 è fissato a 3750 g (libero accesso a liquidi). 30

31 Confronto fra i metodi di valutazione di ambienti severi caldi Punto WBGT Swreq DLE PHS ta UR tg tnw va met clo N.A. all. N.A. per. A. all. A. per N.A. A Lav. carni Lav. carni Lav. carni Lav. carni Lav. cibi Lav. cibi Lav. cibi Lav. cibi TAV TAV TAV Asfalti Asfalti Fonderia Fonderia Fonderia Fonderia Fonderia Fonderia Ceramica Ceramica Ceramica Ceramica Ceramica Ceramica Ceramica Ceramica Ceramica Ceramica Ceramica Ceramica Ceramica Ceramica

32 Controllo del microclima in ambienti termici severi caldi interposizione di schermi che evitino l esposizione diretta del soggetto alla radiazione o installazione di cabine climatizzate 32

33 Estrazione di grandi volumi di aria dalle immediate vicinanze delle sorgenti di calore 33

34 la somministrazione di abbondanti liquidi da quella dei sali minerali che vengono persi con la sudorazione, in particolar modo sodio e potassio l acclimatamento progressivo in occasione di esposizioni sistematiche 34

35 UTILIZZO DI DPI CERTIFICATI PER LA PROTEZIONE DAL CALORE 35

36 Ambienti termici severi freddi UNI ENV ISO 11079:2001 Isolamento richiesto Principi del metodo : Lo stress da freddo viene valutato in termini di raffreddamento di tutto il corpo o di una parte del corpo Raffreddamento corpo intero 1.Calcolo Isolamento del vestiario richiesto (IREQ) 2.Confronto con vestiario utilizzato 3.Calcolo DLE Raffreddamento di parti del corpo Raffreddamento convettivo Calcolo Wind Chill Index 36

37 METODO UNI ENV ISO 11079:2001 CALCOLO Isolamento richiesto. L equazione del bilancio energetico viene risolta in due diverse ipotesi per il calcolo di due diversi valori di IREQ : IREQmin capace di assicurare condizioni minime accettabili ( con presenza di una sensibile, ma tollerabile, sensazione di freddo) IREQneutra capace di assicurare condizioni di neutralità termica Dal confronto di queste due quantità con l isolamento termico Iclr effettivamente garantito dall abbigliamento utilizzato Iclr < IREQmin implica protezione insufficiente, e conseguente rischio di ipotermia; IREQmin Iclr IREQneutral definisce l intervallo di accettabilità Iclr > IREQneutral implica iper-protezione, e conseguente rischio di sudorazione 37

38 UNI ENV ISO 11079:2001 Tempi di esposizione L esposizione ad ambienti severi freddi risulta limitata ad una durata massima: DLE = Qlim / S E possibile calcolare le pause con le quali interrompere l attività negli ambienti severi freddi, onde permettere un adeguato recupero termico. RT ( Recovery Time) può essere calcolata con lo stesso metodo con il quale viene calcolato DLE, ovvero come: RT = Qlim / S 38

39 UNI ENV ISO Indici di rischio locale Specifiche parti del corpo (mani, piedi, testa) sono esposte ad un eccessivo raffreddamento perchè particolarmente sensibili al raffreddamento di tipo convettivo dovuto alla azione combinata della bassa temperatura e del vento. L indice sintetico utilizzato è il chilling temperature tch = 33 WCI / 25,5 dove l indice WCI (Wind Chill Index) è funzione della temperatura dell aria e della velocità del vento secondo l espressione WCI = 1,16 (10, va va) (33 ta) (2.10) I valori limite di tch contenuti nella norma tecnica UNI ENV ISO 11079:2001 sono di 14 C (soglia di allarme) e di 30 C (soglia di pericolo). Quest ultimo valore corrisponde al livello al quale si ha congelamento della parte esposta in un ora. 39

40 Ambienti termici severi freddi UNI ENV ISO 11079:2001 WCI - t ch ed effetti su parti del corpo nude direttamente esposte WCI (W/m 2 ) t ch ( C) effetto Freddo intenso Limite congelamento Congelamento dopo 1 ora Congelamento dopo 1 minuto Congelamento dopo 30 secondi t ch in funzione della temperatura attuale t a e della velocità del vento v a 40

41 UNI ENV ISO 11079:2001 LIMITI DI APPLICABILITA Quantità Simbol o Intervallo utile Unità di misura temperatura dell'aria t a < +10 C temperatura media radiante t r t a C pressione parziale del vapore acqueo p a Pa velocità relativa dell'aria v ar 0,4 18 m/s attività metabolica M 1 5 met isolamento termico del vestiario I cl clo 41

42 Il calcolo degli indici globale e locali nonché delle pause può essere fatto online al sito Klimatfiler/IREQ2002alfa.htm 42

43 Controllo del microclima in ambienti termici severi freddi Riduzione della velocità dell aria, con l eventuale utilizzo di schermi o diffusori porosi. 43

44 installazione di uffici/box/cabine o utilizzo di muletti opportunamente climatizzati e ben isolati. 44

45 Celle automatizzate senza l accesso del personale 45

46 la realizzazione di un percorso controllato nei tempi e nei parametri termo-igrometrici tra le condizioni esterne (che in estate possono superare i 40 C) e gli ambienti di lavoro 46

47 UTILIZZO DI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE CERTIFICATI CONTRO IL FREDDO 47

48 ISO Si basa su metodi già esistenti PMV WBGT ecc. Propone una metodologia che prevede tre fasi Observation Analysis Expertise. Observation Attraverso una scala di giudizio si riportano le condizioni ambientali evidenziando le situazioni in cui ci sono valori fuori dalle situazioni di comfort. Quando non è possibile trovare una soluzione rapida ( nei luoghi in cui non ci sono esigenze produttive) può esser necessario passare alla fase 2 di analysis. Analysis Serve a quantificare il rischio di discomfort o sforzo in funzione dei minimi e massimi dei parametri climatici, determinare il massimo dell organizzazione del lavoro e verificare la necessità dell expertise. I dati vanno elaborati per calcolare gli indici di valutazione PMV Ireq WBGT PHS /DLE Expertise Ulteriore approfondimento per risolvere i problemi o proteggere i lavoratori. 48

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