MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE Report unificato AREA 4

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1 RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE Report unificato AREA 4 IT LAGO PANTANO DI PIGNOLA MAGGIO /237

2 SIC IT LAGO PANTANO DI PIGNOLA RETE NATURA 2000 REGIONE BASILICATA SCHEDA DI SINTESI DEL RAPPORTO N 1 Data: 21/05/2012 Area numero: 4 Denominazione: IT LAGO PANTANO DI PIGNOLA Responsabile di progetto: Maria Antonietta PONTRANDOLFI Gruppo di lavoro: me Titolo Ruolo Giorgio MUSCETTA zoologo progettista Maria BERILLO ing. ambientale progettista Serafina SARLI geologo progettista Vito E. SELLITRI forestale progettista Vito SANTARCANGELO zoologo progettista Massimo COSOLA ing. ambientale progettista Maria Antonietta PONTRANDOLFI botanica progettista Temi Autori Zoologia Giorgio MUSCETTA, Vito SANTARCANGELO Botanica Maria Antonietta PONTRANDOLFI Zootecnia Intero gruppo ATO 4 Agronomia Intero gruppo ATO 4 Impatti Ambientali Maria BERILLO, Serafina SARLI, Massimo COSOLA Selvicoltura Vito E. SELLITRI rmativa Maria BERILLO Geologia Serafina SARLI Misure proposte Intero gruppo ATO 4 2/237

3 Sommario Sommario... 3 METODOLOGIA QUADRO CONOSCITIVO SCHEDE HABITAT Habitat 3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition Quadro riassuntivo habitat n favorevole Inadeguato Habitat 3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba Quadro riassuntivo habitat n favorevole Inadeguato Habitat 3290 Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion Quadro riassuntivo habitat n favorevole Inadeguato Habitat 6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio- Holoschoenion Quadro riassuntivo habitat n favorevole Inadeguato SCHEDE SPECIE FLORISTICHE Alnus glutinosa (L.) Gaertner Anacamptis pyramidalis (L.) L.C. Rich Carex otrubae Podp Cerathophyllum demersum L Cyperus glaber L Eleocharis palustris (L.) R. et S Elodea canadensis Michx Juncus bufonius L Juncus conglomeratus L Myriophyllum spicatum L Orchis italica Poiret Orchis morio L Orchis purpurea Hudson Phragmites australis (Cav.) Trin Polygonum amphibium L Populus alba L Populus nigra L Populus tremula L Potamogeton crispus L Potamogeton lucens L Potamogeton natans L Potamogeton pectinatus L Salix alba L Salix purpurea L Schoenoplectus lacustris L.(Palla, 1888) Serapias parviflora Parl /237

4 Typha angustifolia L SCHEDE SPECIE FAUNISTICHE Uccelli elencati nell allegato I della direttiva 79/409/CEE Ixobrychus minutus (Linnaeus, 1766) Nycticorax nycticorax (Linnaeus, 1758) Egretta alba (Linnaeus, 1758) Egretta garzetta (Linnaeus, 1766) Alcedo atthis (Linnaeus, 1758) Milvus milvus (Linnaeus, 1758) Milvus migrans (Boddaert, 1783) Falco peregrinus (Linnaeus, 1758) Lullula arborea (Linnaeus, 1758) Anfibi e Rettili elencati nell allegato II della Direttiva 92/43/CEE Elaphe quatuorlineata (Lacépède, 1789) Emys orbicularis (Linnaeus, 1758) Triturus carnifex (Laurenti, 1768) Bombina pachypus (Bonaparte, 1838) Insetti elencati nell allegato II della Direttiva 92/43/CEE Cerambyx cerdo (Linnaeus, 1758) Melanargia arge (Sulzer, 1776) Pesci elencati nell allegato II della Direttiva 92/43/CEE Rutilus rubilio (Bonaparte, 1837) STATO DI CONSERVAZIONE DEL SIC SULLA BASE DEGLI INDICATORI INDICATORI SPAZIALI [Habitat cod 3150] Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition [Habitat cod 3280] Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba [Habitat cod 3290] Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion [Habitat cod 6420] Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio- Holoschoenion Indicatori di complessità del paesaggio INDICATORI FLORO-VEGETAZIONALI INDICATORI FORESTALI E COMPONENTE AGRONOMICA E ZOOTECNICA Principali caratteri dei soprassuoli forestali La gestione forestale, le utilizzazioni e l uso pastorale del lago del Lago Pantano di Pignola. 96 Dati climatici ed incidenza di eventi climatici estremi INDICATORI FAUNISTICI INQUADRAMENTO GEOLOGICO E ASSETTO IDROBIOLOGICO FATTORI DI DISTURBO E DI ALTERAZIONE AMBIENTALE Urbanizzazione, industrializzazione e attività similari Trasporto e comunicazioni Inquinamento e altre attività umane Modifiche umane delle condizioni idrauliche Processi naturali Quadro riassuntivo degli impatti in relazione a ciascun habitat HABITAT: 3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition HABITAT: 3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba /237

5 HABITAT: 3290 Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion HABITAT: 6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio- Holoschoenion INDICATORI SOCIOECONOMICI Il Lago Pantano di Pignola Il contesto socio-economico Il ruolo urbanistico-funzionale dell ambito Pantano di Pignola nella realtà dell Alto Basento Il ruolo ambientale dell ambito Pantano di Pignola nel sistema dell Appennino Lucano Il regime urbanistico dell area del Lago Pantano di Pignola Elementi di sintesi della lettura paesaggistica ed ambientale La gestione del sito QUADRI RIASSUNTIVI SULLO STATO DEGLI HABITAT E DELLE SPECIE A LIVELLO NAZIONALE E BIOGEOGRAFICO HABITAT Habitat 3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition Habitat 3280: Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba Habitat 3290: Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion Habitat 6420: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio- Holoschoenion SPECIE Elaphe quatorlineata Triturus carnifex Emys orbicularis Bombina pachypus Cerambyx cerdo Melanargia arge Rutilus rubilio INVENTARIO DELLE NORMATIVE APPLICABILI Quadro di sintesi dei piani, programmi, progetti ed interventi sottoposti a procedura di Valutazione d Incidenza interessanti i siti Natura 2000 dell area Di seguito si riportano informazioni di sintesi estratte dal database VdI, messo a disposizione dalla Regione Basilicata (aggiornato al 2010), riportanti, sito per sito, piani programmi progetti ed interventi sottoposti a procedura di Valutazione d Incidenza, e se del caso di VIA e VAS Elenco rme comunitarie e Nazionali su Rete Natura 2000 aree protette Elenco rme Regione Basilicata su Parchi, Riserve e Rete Natura Quadro di sintesi fenomeni e attività nei siti Natura 2000 dell area Inventario della normativa ambientale interessante l area 4 organizzata secondo allegato e della 97/266/CE MISURE DI TUTELA E CONSERVAZIONE MISURE SPECIFICHE Azioni per la tutela (TUT.) Azioni per la conservazione (CONS.) MISURE INCIDENTI Integrazioni (INT.) Azioni di tutela delle aree contigue (CONT.) /237

6 5.3 MISURE GESTIONALI (GEST.) MISURE AMMINISTRATIVE E REGOLAMENTARI (REG.) VALUTAZIONE DELLE MISURE Misura TUT 1 - Verifica habitat non segnalati precedentemente alla Fase di Monitoraggio Misura TUT. 2 - Monitoraggio permanente habitat ambienti umidi ed eventualmente habitat strettamente correlati ad essi Misura TUT. 3 - Censimento e monitoraggio specie avifaunistiche, dei siti di nidificazione e delle coppie nidificanti Misura TUT. 4 Censimento e monitoraggio altre specie faunistiche: invertebrati, pesci, anfibi, rettili, mammiferi Misura TUT. 5 - Censimento e monitoraggio specie floristiche di pregio (flora vascolare) Misura TUT. 6 - Censimento e monitoraggio specie della flora algale ed eventualmente Briofite Misura TUT. 7 - Monitoraggio specie alloctone ed invasive, sia vegetali che animali Misura TUT. 8 - Controllo e monitoraggio chimico e biologico per l individuazione di fonti inquinanti derivate da attività agricole, zootecniche ed industriali Misura TUT. 9 - Controllo e monitoraggio delle captazioni idriche con particolare attenzione al rilascio di deflusso minimo vitale Misura TUT Monitoraggio del livello idrico e di eventuale riduzione di isole e zone affioranti, in modo particolare in relazione alla stagione riproduttiva dell avifauna Misura TUT Individuazione, verifica e controllo della salvaguardia di elementi di interesse ecologico e paesaggistico (relativamente ad aspetti naturali, seminaturali ed agropastorali) nel sito e nelle aree immediatamente circostanti Misura TUT Controllo e pianificazione situazioni di disturbo per la fauna (fonti sonore, fonti luminose, ostacoli di varia natura come elettrodotti ecc., presenza antropica presso i principali siti di nidificazione durante la stagione riproduttiva ecc.) Misura TUT Verifica periodica della idoneità della recinzione perimetrale del sito e vigilanza accessi abusivi Misura TUT Controllo del calpestio nelle aree interne alla recinzione perimetrale del sito, sia pedonale, in bicicletta che dovuto a mezzi di servizio Misura TUT Controllo randagismo entro la recinzione perimetrale del sito e nelle zone immediatamente circostanti Misura TUT Vigilanza e sorveglianza relativamente a situazioni di bracconaggio Misura TUT Adeguare la recinzione perimetrale del lago per impedire l accesso di ovicaprini e di cani Misura TUT Vigilanza eventuali incendi entro la recinzione perimetrale del sito e nelle zone immediatamente circostanti e pianificazione degli interventi da attuare sia in via preventiva che di pronto intervento Misura CONS. 1 - Verifica, vigilanza ed eventuale rimozione di rifiuti presenti nelle aree interne alla recinzione perimetrale e lungo la viabilità esterna immediatamente circostante il sito Misura CONS. 2 - Conservazione e/o ripristino profilo irregolare dei contorni della zona umida e di isole e zone affioranti Misura CONS. 3 - Ripristino e/o mantenimento della vegetazione sommersa, natante ed emersa e di aspetti tendenzialmente naturali dei terreni circostanti l area umida Misura CONS. 4 - Rimozione e/o contenimento piante alloctone ed invasive (arboree; arbustive; erbacee) Misura CONS. 5 - Controllo eliminazione piante malate e/o prelievo piante morte o parti di esse, da lasciare, in linea generale, sul posto, compatibilmente con eventuali situazioni di pericolo (motivi fitosanitari, sicurezza persone ed animali, sicurezza viabilità ecc.) /237

7 Misura CONS. 6 - Individuazione e conservazione delle piante con cavità ed altre caratteristiche adatte alla nidificazione Misura CONS. 7 - Verifica di fattibilità per un eventaule ripopolamento faunistico non a scopo venatorio Misura CONS. 8 - Integrazione contenitori per raccolta rifiuti (es. cestini, cassonetti medi e grandi ecc.) e verifica periodica di avvenuto smaltimento e di integrità ed idoneità dei contenitori Misura CONS. 9 - Integrazione azioni informative relative alla conservazione ambientale dell area ed in generale delle zone umide e promozione di azioni di scambio, integrazione e condivisione (es. informazioni, dati, pareri, ecc.) con amministrazioni ed enti vari, nazionali ed internazionali Misura INT. 1 - Incentivazioni per la conversione al sistema biologico e/o integrato delle attività agricole e zootecniche nel Sic e nelle aree limitrofe Misura INT. 2 - Incentivazione per il restauro, ripristino e mantenimento degli elementi di continuità ecologica e delle aree contigue, per la tutela della biodiversità, del paesaggio e mosaico agrario, nel Sic e nella aree limitrofe Misura CONT. 1 - Monitoraggio e/o contenimento di fenomeni idrogeologici e geologici che possono avere influenza diretta o indiretta con l assetto idrogeologico del sito Misura CONT. 2 - Divieto di abbattimento, in data antecedente al 1 ottobre, di particolari specie faunistiche nelle aree contigue al sito Misura CONT. 3 - Controllo e pianificazione randagismo nelle aree contigue al sito Misura CONT. 4 - Vigilanza e sorveglianza relativamente a situazioni di bracconaggio nelle aree contigue al sito Misura CONT. 5 - Controllo del pascolo nelle aree contigue alla recinzione perimetrale del sito Misura CONT. 6 - Controllo e pianificazione situazioni di disturbo per la fauna (fonti sonore, fonti luminose, ostacoli di varia natura come elettrodotti, presenza antropica presso i principali siti di nidificazione durante la stagione riproduttiva) nelle aree contigue al sito Misura CONT. 7 - Divieto di inserimento parchi eolici e fotovoltaici oltre che nel sito anche in aree contigue Misura CONT. 8 - Regolamentazione ed eventuale divieto di ripopolamenti faunistici a scopo venatorio in aree contigue al sito Misura GEST. 1 - Gestione habitat naturali per favorire: rimozione e/o contenimento piante alloctone ed invasive, ripristino e/o mantenimento specie arboree presenti all interno della perimetrazione con tendenza all evoluzione verso l alto fusto ed alla disetaneità, aumento biomassa vegetale morta Misura GEST. 2 - Gestione aspetti agropastorali per favorire l inserimento, la convesrione e/o l integrazione di attività tradizionali ed ecocompatibili Misura GEST. 3 - Gestione attività ricreative per favorire l integrazione di azioni informative relative alla conoscenza, tutela e salvaguardia ambientale dell area, ed in generale delle zone umide, e relative all uso corretto di tale bene da parte del singolo cittadino attraverso: indicazioni (specifica cartellonistica) sulle attività ricreative permesse e le relative modalità e sugli usi non corretti da evitare, sulle sanzioni in caso di uso non corretto del bene, la segnalazione di punti raccolta rifiuti, l integrazione dei contenitori per raccolta rifiuti e la verifica periodica di avvenuto smaltimento e di integrità ed idoneità di detti contenitori, la fruizione dei percorsi naturalistici (anche mediante sistemazione, miglioramento dei percorsi esistenti), il controllo e la regolamentazione del calpestio, sia pedonale, in bicicletta che dovuto a mezzi di servizio Misura GEST. 4 - Gestione attività sportive per favorire: l integrazione azioni informative relative alla conoscenza, tutela e salvaguardia ambientale dell area, ed in generale delle zone umide, e relative all uso corretto di tale bene da parte del singolo cittadino; le indicazioni 7/237

8 (mediante specifica cartellonistica) sulle attività sportive permesse e le relative modalità e sugli usi non corretti da evitare; le indicazioni dettagliate (mediante specifica cartellonistica) sulle sanzioni in caso di uso non corretto del bene Misura GEST. 5 - Pianificazione e gestione azioni di prevenzione e contenimento di situazioni di emergenza ambientale (es. incendi ecc.), con azioni informative rivolte anche all utenza. 221 Misura REG. 1 - Regolamentazione nelle aree contigue al sito dell attività venatoria (es. obbligo utilizzo munizioni in lega) con adattamento del calendario venatorio ed eventuale sospensione in situazioni di criticità climatiche Misura REG. 2 - Modificazioni ed aggiornamenti all attuale regolamentazione della pesca. 223 Misura REG. 3 - Regolamentazione della gestione della vegetazione naturale e seminaturale all interno delle zone umide, con particolari precauzioni durante il periodo riproduttivo dell avifauna Misura REG. 4 - Regolamentazione del controllo della vegetazione della rete idraulica artificiale, con particolari precauzioni durante il periodo riproduttivo dell avifauna Misura REG. 5 - Regolamentazione controllo zanzare mediante prodotti chimici di sintesi e/o con metodi di lotta biologica Misura REG. 6 - Regolamentazione e controllo del prelievo idrico nell area SIC/ZPS e nella parte di bacino idrologico che alimenta la zona umida Misura REG. 7 - Regolamentazione inserimento strutture ed infrastrutture ed in partciolare di quelle per scopi energetici Misura REG. 8 - Regolamentazione edificazioni e/o ampliamenti Misura REG. 9 - Regolamentazione attività ricreative Misura REG Regolamentazione attività sportive Misura REG Aggiornamento elenco flora regionale protetta ITINERARIO ESCURSIONISTICO BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA CONSULTATA te: /237

9 METODOLOGIA La metodologia adottata è coerente con i documenti di riferimento prodotti dall Unione Europea e dal Ministero dell Ambiente della Tutela del Territorio, nonché con quelli elaborati a livello regionale, ed in particolare: - Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio, Servizio Conservazione della Natura. Manuale per gestione dei Siti Natura 2000; - Documenti Comunità Europea, La gestione dei siti della rete Natura Guida all interpretazione dell articolo 6 della direttiva «Habitat» 92/43/CEE; - Decreto del Ministero dell'ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 3 settembre Linee guida sui piani di gestione delle aree SIC, pubblicato sulla G.U.R.I. n. 224 del 24 settembre 2002; - Manuali e linee guida 26/ APAT. Agenzia per la Protezione dell Ambiente e per i servizi Tecnici. Istituto Nazionale Urbanistica (APAT-INU). Gestione delle aree di collegamento ecologico funzionale - Indirizzi e modalità operative per l adeguamento degli strumenti di pianificazione del territorio in funzione della costruzione di reti ecologiche a scala locale; - Decreto del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali del 21 dicembre Disciplina del regime di condizionalità della PAC e abrogazione del D.M. 15 dicembre 2005, pubblicato sul Suppl. Ordinario della G.U.R.I. n. 301 del 29 dicembre 2006; - Documento di lavoro del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Aspetti applicativi della Direttiva 79/409/CEE e della Direttiva 92/43/CEE (Atto A1 e Atto A5) nel quadro della condizionalità; - Decreto del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 17 ottobre Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e a Zone di Protezione Speciale (ZPS), pubblicato sulla G.U.R.I. n. 258 del 6 novembre 2007; - DGR n. 978 del 4/06/2003 Pubblicazione dei siti Natura 2000 della Regione Basilicata, attività ed azioni inerenti il Complemento di Programmazione del POR Basilicata 2000/ 2006; - Quadro Comunitario di Sostegno Obiettivo / (QCS 3.2 Asse I Risorse Naturali) - Strategia del QCS per la Rete Ecologica, nuovi indirizzi e criteri di attuazione - - DGR n. 1484/06 (proposta di costituzione dell Osservatorio regionale degli habitat naturali e delle popolazioni faunistiche). Il quadro conoscitivo del SIC e la valutazione dello stato di conservazione (ovvero i primi due capitoli del presente report) sono stati redatti utilizzando i report redatti durante la fase di progetto denominata "monitoraggio", nonché banche dati, studi di base (geologici, floro-vegetazionali, faunistici ed agronomici) e strumenti di pianificazione in possesso delle amministrazioni regionale e provinciale e dei comunali, integrati dai dati reperibili nella letteratura scientifica e da informazioni inedite raccolte durante i sopralluoghi in campo o fornite da esperti e professionisti. I primi due capitoli del presente report hanno per finalità una "verifica di idoneità" dei siti, in applicazione dei parametri disciplinati dalla direttiva habitat; in particolare, per ciascun tipo di habitat naturale (allegato A al DPR 357/97 e smi) e ciascuna specie (allegato B al DPR 357/97b e smi), vengono evidenziati il grado di rappresentatività ed il livello di conservazione, sulla base di opportuni indicatori (commentati nel capitolo 2) e di expert-based assessment. Ulteriori indicazioni metodologiche sono contenute nell'iter metodologico approntato dalla cabina di regia e a singole sezioni del presente report. Ad esse si rimanda per ulteriori dettagli ed approfondimenti. 9/237

10 1. QUADRO CONOSCITIVO Codice habitat Denominazione Elementi di pregio Elementi caratterizzanti Specie esotiche Permanenze/cambia menti 3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition Flora: Alisma plantagoaquatica, Alisma lanceolata, Sparganium erectum, Potamogeton spp., Ceratophyllum demersum. Fauna: Potamogeton lucens, P. coloratus, P. crispus, P. natans, P. pectinatus, Persicaria amphibia, Ceratophyllum demersum, Myriophyllum spicatum, Lemna minor*, L. gibba*. Elodea canadensis - Phalacrocorax pygmeus - Phalacrocorax carbo sinensis - Cygnus olor - Anas strepera - Anas penelope - Anas platyrhynchos - Anas clypeata - Aythya ferina - Rallus aquaticus - Fulica atra - Vanellus vanellus - Tringa totanus - Tringa nebularia - Bombina pachypus, - Emys orbicularis - Salamandrina terdigitata - Triturus carnifex - Alburnus albidus - Rutilus rubilio 3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo- Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba Flora: Fraxinus oxycarpa, Salix fragilis, Potamogeton pectinatus L., Potamogeton perfoliatus L. Fauna: - Lullula arborea - Acrocephalus melanopogon Paspalum paspaloides (Michx.) Scribner, Polypogon viridis (Gouan) Breistr., Salix sp. pl.. Saponaria officinalis, Rumex sp.pl., Cynodon dactylon, Populus nigra Ranunculus repens L.. Xanthium italicum, Cynodon dactylon, Paspalum paspaloides 10/237

11 Codice habitat Denominazione Elementi di pregio Elementi caratterizzanti Specie esotiche Permanenze/cambia menti 3290 Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo- Agrostidion Flora: Potamogeton pectinatus L., P. perfoliatus L., Cyperus glaber. Fauna: - Botaurus stellaris - Ixobrychus minutus - Nycticorax nycticorax - Ardeola ralloides - Egretta garzetta - E. alba - Plegadis falcinellus - Platalea leucorodia - Himantopus himantopus - Tringa glareola - Alcedo atthis - Acrocephalus melanopogon Polygonum amphibium, Potamogeton natans, P. pectinatus, Agrostis stolonifera, Polypogon viridis, Paspalum sp. pl., Bidens sp. pl., Myriophyllum sp. pl., Veronica beccabunga. Agrostis stolonifera, Bidens tripartita, Paspalum paspaloides 6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio- Holoschoenion Flora: Neotinea tridentata, Ophrys apifera, Orchis morio, Serapias parviflora, Lythrum salicaria, Hordelymus caput-medusae ssp. caput-medusae, Veronica anagallis aquatica, Ornithogalum umbellatum Scirpus holoschoenus, Agrostis stolonifera, Briza minor, Eupatorium cannabinum, Pulicaria dysenterica, Oenanthe pimpinelloides L., Trifolium resupinatum L. Robinia pseudoacacia Fauna: - Cerambyx cerdo - Melanargia arge - Coturnix coturnix 11/237

12 1.1 SCHEDE HABITAT Habitat 3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition Denominazione Habitat: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition N Codice Habitat: 3150 Percentuale di copertura: 16% Descrizione: comunità idrofitiche paucispecifiche, con pochissime specie dominanti (anche solo 1-2) accompagnate da poche specie sporadiche. Si tratta di vegetazione dulcacquicola azonale, sommersa o natante, flottante o radicante, ad ampia distribuzione. Si sviluppa in specchi d acqua di dimensione variabile (anche in corpi idrici di estensione lineare), talora anche nelle chiarie dei magnocariceti o all interno delle radure di comunità elofitiche a dominanza di Phragmites australis, Typha sp.pl., Schoenoplectus sp.pl., instaurando contatti di tipo catenale. Nel SIC è presente vegetazione ad idrofite radicate. Rappresentatività, grado di conservazione e valutazione globale buoni. Riferimento sintassonomico: classe Potametea Tx. et Prsg 1942 Specie guida: Specie floristiche (specie presenti nel SIC altamente caratterizzanti l habitat) Cerathophyllum demersum, Elodea canadensis, Lemna sp. pl., Myriophyllum spicatum, Polygonum amphibium, Potamogeton crispus, Potamogeton lucens, Potamogeton natans, Potamogeton pectinatus Specie faunistiche (specie presenti nel SIC altamente caratterizzanti l habitat): Phalacrocorax pygmeus, Phalacrocorax carbo sinensis, Cygnus olor, Anas strepera, Anas penelope, Anas platyrhynchos, Anas clypeata, Aythya ferina, Rallus aquaticus, Fulica atra, Vanellus vanellus, Tringa totanus, Tringa nebularia, Bombina pachypus, Emys orbicularis, Salamandrina terdigitata, Triturus carnifex, Alburnus albidus, Rutilus rubilio. Distribuzione: appartiene alla regione biogeografica mediterranea. In Italia l habitat 3150 è presente in Piemonte, Valle d Aosta, Liguria, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. In Basilicata ha una significativa (buona) presenza in ambienti lacustri, naturali e seminaturali. Nel SIC occupa una superficie di 26,36 ha (rappresentatività buona) ed è presente abbondantemente in corrispondenza dello specchio d acqua, procedendo dalla cintura con vegetazione ad elofite fino al centro del lago, in corrispondenza di acque non molto profonde. Esigenze ecologiche: vegetazione legata alla presenza di acque ferme stagnanti o debolmente correnti, eutrofiche e ricche di basi e soprattutto legata al regime idrico. Ogni comunità rappresenta una permaserie (non soggetta a fenomeni dinamico-successionali) e pertanto accumulo di sedimento sui fondali o alterazione artificiale del regime idrico possono provocare una alterazione irreversibile dell habitat, sostituendo tale vegetazione con altre tipologie. Conservazione e protezione: (99% proprietà pubblica - 1% proprietà privata) SIC/ZPS Riserva naturale regionale; Bellezze naturali Convenzione di Ramsar estensione precedentemente occupata dall'habitat: habitat precedentemente segnalato. Si evidenzia l attuale assenza di specie precedentemente censite: Aldrovanda vesciculosa (specie a rischio di estinzione), Iris pseudacorus (specie minacciata e vulnerabile), Knautia lucana (specie endemica). 12/237

13 Stato di conservazione attuale: buono Prospettive per il futuro: buone Criticità e minacce: (nel sito) gestione del livello idrometrico, eutrofizzazione, calpestio eccessivo. normativa che regolamenta le attività umane responsabili delle minacce: Riserva naturale regionale Azioni utili per la conservazione: azioni utili per preservare e migliorare: regimentazione della captazione dell acqua, monitoraggio della qualità dell acqua (in particolare delle acque in immissione). Comunità ad idrofite acquatiche presenti nel SIC Potamogetonetum lucentis Hueck 1931 In acque calme e basse (0,3-0,5 m), lungo le sponde e su substrato melmoso e sabbioso; presenza indicatrice di acque eutrofiche a scarso ricambio idrico. Caratteristica di associazione Potamogeton lucens Potamogeton crispus Cerathophyllum demersum Myriophyllum spicatum Polygonum amphibium Potamogeton natans agg. a Potamogeton pectinatus In acque correnti, in sostituzione dei popolamenti precedenti. Si lega dinamicamente con i popolamenti di sponda a Schoenoplectus lacustris, non sempre a contatto con questi. La presenza di Elodea canadensis indica acque correnti notevolmente eutrofizzate, ricche di composti minerali ed organici di origine agro-pastorale. Caratteristica di aggregazione Potamogeton pectinatus Cerathophyllum demersum Elodea canadensis Myriophyllum spicatum Potamogeton crispus Potamogeton crispus Potamogeton lucens Potamogeton natans agg. a Cerathophyllum demersum e Myriophyllum spicatum In acque profonde; ampiamente diffusa, a partire dalla fascia ad alofite (profondità 0,3-2,5 m, anche fino a 5 m). Cerathophyllum demersum Myriophyllum spicatum Potamogeton crispus Potamogeton pectinatus facies a Polygonum amphibium In condizioni di semiemersione, in periodi di livello idrico minimo, sui rilievi del fondale. Polygonum amphibium Cerathophyllum demersum Myriophyllum spicatum Potamogeton crispus Potamogeton lucens Potamogeton natans 13/237

14 Quadro riassuntivo habitat 3150 Il quadro è stato compilato con dati pubblicati per l intera regione biogeografica mediterranea, disponibili sul sito Parametri Range 1 Area coperta dall habitat all interno del range 2 Strutture e funzioni specifiche (incluse le specie tipiche 3 ) Favorevole ('verde') Stabile (perdite ed incrementi si bilanciano) o in aumento E non più piccolo del 'range favorevole di riferimento' Stabile (perdite ed incrementi si bilanciano) o in aumento E non più piccolo del 'range favorevole di riferimento' E senza cambiamenti significativi nel pattern di distribuzione all interno del range (se il dato è disponibile) Strutture e funzioni (incluse le specie tipiche) in buone condizioni e senza degradi/pressioni significativi. Stato di Conservazione dell'habitat n favorevole Inadeguato ('giallo') Ogni altra combinazione Ogni altra combinazione Ogni altra combinazione n favorevole - Cattivo ('rosso') Grande declino: Equivalente a una perdita di più dell 1% l anno nell ambito del periodo specificato dallo SM O Più del 10% sotto il range favorevole di riferimento Grande declino dell area: Equivalente a una perdita di più dell 1% l anno (valore indicativo, lo SM può deviare da questo se adeguatamente giustificato) nell ambito del periodo specificato dallo SM E Con perdite importanti nel pattern di distribuzione all interno del range O Più del 10% sotto l area favorevole di riferimento Più del 25% dell area non è favorevole per le strutture e funzioni specifiche (incluse le specie tipiche) 4 Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti 1 Range di distribuzione all interno della regione biogeografica interessata (per la definizione, si veda l Allegato F. Ulteriori chiarimenti su come definire il range (scale e metodi) daranno forniti in un documento di linee guida che verrà elaborato dall ETC-BD in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Scientifico. 2 Possono esserci situazioni in cui l area dell habitat, sebbene superiore all area favorevole di riferimento, ha subito un decremento come risultato di misure di gestione adottate per ripristinare un altro habitat dell Allegato I o una specie dell Allegato II. L habitat in questione potrebbe ancora essere considerato in uno Stato di Conservazione Favorevole ma in questi case si prega di fornire i dettagli nella sezione delle informazioni complementari (Altre Informazioni) dell Allegato D. 3 Una definizione di specie tipiche sarà elaborata nell ambito del documento di indirizzo dell ETC-BD in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Scientifico. 14/237

15 Parametri Prospettive future (rigurdanti range, area coperta e strutture e funzioni specifiche) Valutazione globale dello Stato di Conservazio ne 5 Favorevole ('verde') Le prospettive future per l habitat sono eccellenti/buone, non è prevedibile nessun impatto significativo; la vitalità a lungo termine è assicurata. Tutti verdi O tre verdi e uno sconosciuto Stato di Conservazione dell'habitat n favorevole Inadeguato ('giallo') Ogni altra combinazione Uno o più gialli ma nessun rosso n favorevole - Cattivo ('rosso') Le prospettive per l habitat sono cattive, sono prevedibili gravi impatti; la vitalità a lungo termine non è assicurata. Uno i più rossi Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti Due o più sconosciuti combinati con verdi O tutti sconosciuti 4 Ad es. a causa delle cessazione della gestione precedente, o è sotto la pressione di significativi impatti negativi, ad es. sono stati superati i carichi critici di inquinanti. 5 Nelle categorie non favorevoli si può usare un simbolo specifico (es. freccia) per indicare habitat in ripresa. 15/237

16 Habitat 3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba Denominazione Habitat: Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba N Codice Habitat: 3280 Percentuale di copertura: 14% Descrizione: vegetazione igro-nitrofila paucispecifica presente lungo i corsi d acqua mediterranei a flusso permanente, su suoli permanentemente umidi e temporaneamente inondati. Si presenta come un pascolo perenne denso, prostrato, quasi monospecifico dominato da graminacee rizomatose. Occupa spazi potenzialmente colonizzabili dai boschi planiziali (es. habitat 92A0). Si instaurano contatti catenali con la vegetazione idrofitica dei corsi d acqua, nello specifico con l habitat Rappresentatività e grado di conservazione buoni, valutazione globale significativa. Riferimento sintassonomico: classe Molinio-Arrhenatheretea Specie guida: Specie floristiche (specie altamente caratterizzanti l habitat): Cynodon dactylon, Paspalum paspaloides (specie alloctona), Polypogon viridis, Populus sp.pl., Salix sp.pl., Saponaria officinalis, Ranunculus repens, Rumex sp.pl., Xanthium italicum (specie alloctona) Specie faunistiche (specie presenti nel SIC altamente caratterizzanti l habitat): Lullula arborea, Acrocephalus melanopogon Distribuzione: appartiene alla regione biogeografica mediterranea. In Italia l habitat 3280 è presente in Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. In Basilicata ha una buona presenza in ambienti umidi, naturali e seminaturali. Nel SIC occupa una superficie di 22,97 ha (rappresentatività buona) ed è presente in modo più che significativo: gli aspetti arborei in spazi limitati ma con elevata densità, in particolare a sud-est e a nord-est; gli aspetti arbustivi lungo le sponde del lago; gli aspetti erbacei contornano le aree precedenti e si rintracciano più o meno lungo il lago, in modo particolare a sud sud-ovest. Esigenze ecologiche: colonizza depositi fluviali a granulometria fine (limosa), molto umidi e sommersi durante la maggior parte dell anno, ricchi di materiale organico proveniente da acque eutrofiche. Conservazione e protezione: (99% proprietà pubblica - 1% proprietà privata) SIC/ZPS Riserva naturale regionale; Bellezze naturali Convenzione di Ramsar estensione precedentemente occupata dall'habitat: habitat precedentemente segnalato stato di conservazione attuale: buono prospettive per il futuro: (buone) Criticità e minacce: (nel sito) (gestione del livello idrometrico, eutrofizzazione) calpestio eccessivo, sentieri e piste. (nell area circostante) coltivazione ed irrigazione, allevamento animali e pascolo, abitazioni disperse e strutture agricole, canalizzazione e modifica delle strutture di corsi d acqua interni. normativa che regolamenta le attività umane responsabili delle minacce: Riserva naturale regionale Azioni utili per la conservazione: azioni utili per preservare e migliorare: (regimentazione della captazione dell acqua, monitoraggio della qualità dell acqua), regolamentazione e controllo della pressione antropica (turismo, agricoltura ed urbanizzazione sparsa) e delle attività di allevamento e pascolo. 16/237

17 Quadro riassuntivo habitat 3280 Il quadro è stato compilato con dati pubblicati per l intera regione biogeografica mediterranea, disponibili sul sito Parametri Range 6 Area coperta dall habitat all interno del range 7 Strutture e funzioni specifiche (incluse le specie tipiche 8 ) Favorevole ('verde') Stabile (perdite ed incrementi si bilanciano) o in aumento E non più piccolo del 'range favorevole di riferimento' Stabile (perdite ed incrementi si bilanciano) o in aumento E non più piccolo del 'range favorevole di riferimento' E senza cambiamenti significativi nel pattern di distribuzione all interno del range (se il dato è disponibile) Strutture e funzioni (incluse le specie tipiche) in buone condizioni e senza degradi/pressioni significativi. Stato di Conservazione dell'habitat n favorevole Inadeguato ('giallo') Ogni altra combinazione Ogni altra combinazione Ogni altra combinazione n favorevole - Cattivo ('rosso') Grande declino: Equivalente a una perdita di più dell 1% l anno nell ambito del periodo specificato dallo SM O Più del 10% sotto il range favorevole di riferimento Grande declino dell area: Equivalente a una perdita di più dell 1% l anno (valore indicativo, lo SM può deviare da questo se adeguatamente giustificato) nell ambito del periodo specificato dallo SM E Con perdite importanti nel pattern di distribuzione all interno del range O Più del 10% sotto l area favorevole di riferimento Più del 25% dell area non è favorevole per le strutture e funzioni specifiche (incluse le specie tipiche) 9 Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti 6 Range di distribuzione all interno della regione biogeografica interessata (per la definizione, si veda l Allegato F. Ulteriori chiarimenti su come definire il range (scale e metodi) daranno forniti in un documento di linee guida che verrà elaborato dall ETC-BD in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Scientifico. 7 Possono esserci situazioni in cui l area dell habitat, sebbene superiore all area favorevole di riferimento, ha subito un decremento come risultato di misure di gestione adottate per ripristinare un altro habitat dell Allegato I o una specie dell Allegato II. L habitat in questione potrebbe ancora essere considerato in uno Stato di Conservazione Favorevole ma in questi case si prega di fornire i dettagli nella sezione delle informazioni complementari (Altre Informazioni) dell Allegato D. 8 Una definizione di specie tipiche sarà elaborata nell ambito del documento di indirizzo dell ETC-BD in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Scientifico. 17/237

18 Parametri Prospettive future (rigurdanti range, area coperta e strutture e funzioni specifiche) Valutazione globale dello Stato di Conservazio ne 10 Favorevole ('verde') Le prospettive future per l habitat sono eccellenti/buone, non è prevedibile nessun impatto significativo; la vitalità a lungo termine è assicurata. Tutti verdi O tre verdi e uno sconosciuto Stato di Conservazione dell'habitat n favorevole Inadeguato ('giallo') Ogni altra combinazione Uno o più gialli ma nessun rosso n favorevole - Cattivo ('rosso') Le prospettive per l habitat sono cattive, sono prevedibili gravi impatti; la vitalità a lungo termine non è assicurata. Uno i più rossi Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti Due o più sconosciuti combinati con verdi O tutti sconosciuti 9 Ad es. a causa delle cessazione della gestione precedente, o è sotto la pressione di significativi impatti negativi, ad es. sono stati superati i carichi critici di inquinanti. 10 Nelle categorie non favorevoli si può usare un simbolo specifico (es. freccia) per indicare habitat in ripresa. 18/237

19 Habitat 3290 Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo- Agrostidion Denominazione Habitat: Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion N Codice Habitat: 3290 Percentuale di copertura: 11% Descrizione: questo habitat è in buona parte riconducibile all habitat 3280, caratterizzandosi e quindi differenziandosi dal precedente per l intermittenza del flusso idrico che determina durante parte dell anno la presenza di situazioni completamente asciutte e secche con sporadiche pozze residue. Tutto ciò provoca un avvicendamento delle comunità tipiche di questi due habitat (3290/3280) e riferibili all alleanza Paspalo-Agrostidion con quelle tipiche dell habitat 3150 e riferibili alla classe Potametea. Si instaurano contatti catenali con la vegetazione idrofitica, in particolare con l habitat Rappresentatività significativa, grado di conservazione buono, valutazione globale significativa. Riferimento sintassonomico: classe Molinio-Arrhenatheretea Specie guida: Specie floristiche (specie altamente caratterizzanti l habitat): Myriophyllum sp.pl, Paspalum sp.pl., Polygonum amphibium, Polypogon viridis Potamogeton natans (predominanza in corrispondenza di livello idrico minimo), Potamogeton pectinatus (in corrispondenza di acque debolmente correnti), Veronica beccabunga Specie faunistiche (specie presenti nel SIC altamente caratterizzanti l habitat): Botaurus stellaris, Ixobrychus minutus, Nycticorax nycticorax, Ardeola rallide, Egretta garzetta, E. alba, Plegadis falcinellus, Platalea leucorodia, Himantopus himantopus, Tringa glareola, Alcedo attui, Acrocephalus melanopogo Distribuzione: appartiene alla regione biogeografica mediterranea. In Italia l habitat 3290 è presente in Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Abruzzo, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. In Basilicata ha una significativa/buona presenza in ambienti umidi, naturali e seminaturali. Nel SIC occupa una superficie di 18,55 ha (rappresentatività significativa) ed è presente in modo quasi continuo intorno al lago, in particolare in continuità specifica con l habitat 3150 oltre che con gli altri habitat presenti. Esigenze ecologiche: è presente in corrispondenza di depositi fluviali a granulometria fine, colonizzando aree caratterizzate dall intermittenza del flusso idrico che determina durante parte dell anno la presenza di situazioni completamente asciutte e secche con sporadiche pozze residue. Conservazione e protezione: (99% proprietà pubblica - 1% proprietà privata) SIC/ZPS Riserva naturale regionale; Bellezze naturali Convenzione di Ramsar estensione precedentemente occupata dall'habitat: NON SEGNALATO PRECEDENTEMENTE stato di conservazione attuale: buono prospettive per il futuro: (buone) Criticità e minacce: (nel sito) (gestione del livello idrometrico, eutrofizzazione) calpestio eccessivo, sentieri e piste. (nell area circostante) coltivazione ed irrigazione, allevamento animali e pascolo, abitazioni disperse e strutture agricole, canalizzazione e modifica delle strutture di corsi d acqua interni. normativa che regolamenta le attività umane responsabili delle minacce: Riserva naturale regionale Azioni utili per la conservazione: azioni utili per preservare e migliorare: (regimentazione della captazione dell acqua, monitoraggio della qualità dell acqua), regolamentazione e controllo della pressione antropica (turismo, agricoltura ed urbanizzazione sparsa) e delle attività di allevamento e pascolo. 19/237

20 Quadro riassuntivo habitat 3290 Il quadro è stato compilato con dati pubblicati per l intera regione biogeografica mediterranea, disponibili sul sito Parametri Range 11 Area coperta dall habitat all interno del range 12 Strutture e funzioni specifiche (incluse le specie tipiche 13 ) Favorevole ('verde') Stabile (perdite ed incrementi si bilanciano) o in aumento E non più piccolo del 'range favorevole di riferimento' Stabile (perdite ed incrementi si bilanciano) o in aumento E non più piccolo del 'range favorevole di riferimento' E senza cambiamenti significativi nel pattern di distribuzione all interno del range (se il dato è disponibile) Strutture e funzioni (incluse le specie tipiche) in buone condizioni e senza degradi/pressioni significativi. Stato di Conservazione dell'habitat n favorevole Inadeguato ('giallo') Ogni altra combinazione Ogni altra combinazione Ogni altra combinazione n favorevole - Cattivo ('rosso') Grande declino: Equivalente a una perdita di più dell 1% l anno nell ambito del periodo specificato dallo SM O Più del 10% sotto il range favorevole di riferimento Grande declino dell area: Equivalente a una perdita di più dell 1% l anno (valore indicativo, lo SM può deviare da questo se adeguatamente giustificato) nell ambito del periodo specificato dallo SM E Con perdite importanti nel pattern di distribuzione all interno del range O Più del 10% sotto l area favorevole di riferimento Più del 25% dell area non è favorevole per le strutture e funzioni specifiche (incluse le specie tipiche) 14 Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti 11 Range di distribuzione all interno della regione biogeografica interessata (per la definizione, si veda l Allegato F. Ulteriori chiarimenti su come definire il range (scale e metodi) daranno forniti in un documento di linee guida che verrà elaborato dall ETC-BD in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Scientifico. 12 Possono esserci situazioni in cui l area dell habitat, sebbene superiore all area favorevole di riferimento, ha subito un decremento come risultato di misure di gestione adottate per ripristinare un altro habitat dell Allegato I o una specie dell Allegato II. L habitat in questione potrebbe ancora essere considerato in uno Stato di Conservazione Favorevole ma in questi case si prega di fornire i dettagli nella sezione delle informazioni complementari (Altre Informazioni) dell Allegato D. 13 Una definizione di specie tipiche sarà elaborata nell ambito del documento di indirizzo dell ETC-BD in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Scientifico. 20/237

21 Parametri Prospettive future (rigurdanti range, area coperta e strutture e funzioni specifiche) Valutazione globale dello Stato di Conservazio ne 15 Favorevole ('verde') Le prospettive future per l habitat sono eccellenti/buone, non è prevedibile nessun impatto significativo; la vitalità a lungo termine è assicurata. Tutti verdi O tre verdi e uno sconosciuto Stato di Conservazione dell'habitat n favorevole Inadeguato ('giallo') Ogni altra combinazione Uno o più gialli ma nessun rosso n favorevole - Cattivo ('rosso') Le prospettive per l habitat sono cattive, sono prevedibili gravi impatti; la vitalità a lungo termine non è assicurata. Uno i più rossi Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti Due o più sconosciuti combinati con verdi O tutti sconosciuti 14 Ad es. a causa delle cessazione della gestione precedente, o è sotto la pressione di significativi impatti negativi, ad es. sono stati superati i carichi critici di inquinanti. 15 Nelle categorie non favorevoli si può usare un simbolo specifico (es. freccia) per indicare habitat in ripresa. 21/237

22 Habitat 6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio- Holoschoenion Denominazione Habitat: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio- Holoschoenion N Codice Habitat: 6420 Percentuale di copertura: 6% Descrizione: praterie umide seminaturali con piante erbacee alte (es. giuncheti mediterranei, formazioni erbacee igrofile di taglia elevata del Molinio-Holoschoenion). Nel SIC è presente la seguente seriazione ad elofite (specie con apparato vegetativo e riproduttore aereo e apparato radicale sommerso ed ancorato nel substrato saturo di acqua): in posizione esterna (livello dell acqua minimo in inverno/assente in estate) popolamenti a Phragmites communis; in posizione intermedia (livello dell acqua fino a circa un metro) popolamenti a Typha angustifolia; in posizione interna (livello dell acqua significativo) popolamenti a Schoenoplectus lacustris o Eleocharis palustris. Si instaurano contatti catenali con gli habitat 3150 e 3280/3290. Rappresentatività significativa, grado di conservazione buono e valutazione globale significativa. Riferimento sintassonomico: classe Phragmitetea Tx. et Prsg. 1942; classe Potametea Tx. et Prsg 1942; (classe Juncetalia maritimi Br.-Bl. 1947) Specie guida: Specie floristiche (specie presenti nel SIC altamente caratterizzanti l habitat): Eleocharis palustris, Genista tinctoria, Phragmites communis, Schoenoplectus lacustris, Typha angustifolia, Typha latifolia Specie faunistiche (specie presenti nel SIC altamente caratterizzanti l habitat): Cerambyx cerdo, - Melanargia arge, Coturnix coturnix Distribuzione: appartiene alla regione biogeografia mediterranea. In Italia l habitat 6420 è presente in Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna. In Basilicata ha una significativa presenza in ambienti umidi, naturali e seminaturali. Nel SIC occupa una superficie di 9,90 ha (rappresentatività significativa) ed è presente in modo non del tutto continuo a nord, nord-ovest e ad est rispetto allo specchio d acqua: a nord i popolamenti sono discontinui ma completi, a nord-ovest sono presenti solo i popolamenti a Phragmites australis, ad est la seriazione è completa ma non molto diversificata; si ritrovano, inoltre, popolamenti nella zona del canale artificiale e su diversi affioramenti. Esigenze ecologiche: presente lungo le coste, su suoli sabbioso-argillosi, ma anche, come in questo SIC, in ambienti umidi interni capaci di tollerare fasi temporanee di aridità. Conservazione e protezione: (99% proprietà pubblica - 1% proprietà privata) SIC/ZPS Riserva naturale regionale; Bellezze naturali Convenzione di Ramsar estensione precedentemente occupata dall'habitat: habitat precedentemente segnalato stato di conservazione attuale: buono prospettive per il futuro: (buone) Criticità e minacce: (nel sito) (gestione del livello idrometrico, eutrofizzazione) calpestio eccessivo, sentieri e piste. (nell area circostante) coltivazione ed irrigazione, allevamento animali e pascolo, abitazioni disperse e strutture agricole, canalizzazione e modifica delle strutture di corsi d acqua interni. normativa che regolamenta le attività umane responsabili delle minacce: Riserva naturale regionale 22/237

23 Azioni utili per la conservazione: azioni utili per preservare e migliorare: (regimentazione della captazione dell acqua, monitoraggio della qualità dell acqua), regolamentazione e controllo della pressione antropica (turismo, agricoltura ed urbanizzazione sparsa) e delle attività di allevamento e pascolo. Comunità ad elofite presenti nel SIC Classe Phragmitetea Tx. et Prsg associazione Scirpetum lacustris Schmale 1939 In acque calme o debolmente correnti da eutrofiche a mesotrofiche (profondità maggiore di 30 cm). Schoenoplectus lacustris facies a Eleocharis palustris In condizioni ambientali simili alle precedenti ma in presenza di substrato sabbioso o ciottoloso. Eleocharis palustris (specie vicariante di Schoenoplectus lacustris) associazione Typhetum angustifoliae Pign In acque con maggiore eutrofizzazione e ristagno idrico (profondità 3-15 dm). Typha angustifolia associazione Typhetum latifoliae Lang Typha latifolia associazione Phragmitetum communis Schmale 1939 In acque meso-eutrofiche e su substrati fangosi. Phragmites communis Alisma plantago-aquatica Galium palustre Lycopus europalus Sparganium erectum Classe Potametea Tx. et Prsg 1942 Magnocaricion elatae (Koch) Br.-Bl Myriophyllum spicatum Polygonum amphibium Potamogeton natans Cerathophyllum demersum Classe Juncetalia maritimi Br.-Bl Carex flacca Carex otrubae Juncus conglomeratus Juncus subnodulosus Menta suaveolens 23/237

24 Quadro riassuntivo habitat 6420 Il quadro è stato compilato con dati pubblicati per l intera regione biogeografica mediterranea, disponibili sul sito Parametri Range 16 Area coperta dall habitat all interno del range 17 Strutture e funzioni specifiche (incluse le specie tipiche 18 ) Favorevole ('verde') Stabile (perdite ed incrementi si bilanciano) o in aumento E non più piccolo del 'range favorevole di riferimento' Stabile (perdite ed incrementi si bilanciano) o in aumento E non più piccolo del 'range favorevole di riferimento' E senza cambiamenti significativi nel pattern di distribuzione all interno del range (se il dato è disponibile) Strutture e funzioni (incluse le specie tipiche) in buone condizioni e senza degradi/pressioni significativi. Stato di Conservazione dell'habitat n favorevole Inadeguato ('giallo') Ogni altra combinazione Ogni altra combinazione Ogni altra combinazione n favorevole - Cattivo ('rosso') Grande declino: Equivalente a una perdita di più dell 1% l anno nell ambito del periodo specificato dallo SM O Più del 10% sotto il range favorevole di riferimento Grande declino dell area: Equivalente a una perdita di più dell 1% l anno (valore indicativo, lo SM può deviare da questo se adeguatamente giustificato) nell ambito del periodo specificato dallo SM E Con perdite importanti nel pattern di distribuzione all interno del range O Più del 10% sotto l area favorevole di riferimento Più del 25% dell area non è favorevole per le strutture e funzioni specifiche (incluse le specie tipiche) 19 Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti 16 Range di distribuzione all interno della regione biogeografica interessata (per la definizione, si veda l Allegato F. Ulteriori chiarimenti su come definire il range (scale e metodi) daranno forniti in un documento di linee guida che verrà elaborato dall ETC-BD in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Scientifico. 17 Possono esserci situazioni in cui l area dell habitat, sebbene superiore all area favorevole di riferimento, ha subito un decremento come risultato di misure di gestione adottate per ripristinare un altro habitat dell Allegato I o una specie dell Allegato II. L habitat in questione potrebbe ancora essere considerato in uno Stato di Conservazione Favorevole ma in questi case si prega di fornire i dettagli nella sezione delle informazioni complementari (Altre Informazioni) dell Allegato D. 18 Una definizione di specie tipiche sarà elaborata nell ambito del documento di indirizzo dell ETC-BD in collaborazione con il Gruppo di Lavoro Scientifico. 24/237

25 Parametri Prospettive future (rigurdanti range, area coperta e strutture e funzioni specifiche) Valutazione globale dello Stato di Conservazio ne 20 Favorevole ('verde') Le prospettive future per l habitat sono eccellenti/buone, non è prevedibile nessun impatto significativo; la vitalità a lungo termine è assicurata. Tutti verdi O tre verdi e uno sconosciuto Stato di Conservazione dell'habitat n favorevole Inadeguato ('giallo') Ogni altra combinazione Uno o più gialli ma nessun rosso n favorevole - Cattivo ('rosso') Le prospettive per l habitat sono cattive, sono prevedibili gravi impatti; la vitalità a lungo termine non è assicurata. Uno i più rossi Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Informazioni attendibili non disponibili o insufficienti Due o più sconosciuti combinati con verdi O tutti sconosciuti 19 Ad es. a causa delle cessazione della gestione precedente, o è sotto la pressione di significativi impatti negativi, ad es. sono stati superati i carichi critici di inquinanti. 20 Nelle categorie non favorevoli si può usare un simbolo specifico (es. freccia) per indicare habitat in ripresa. 25/237

26 1.2 SCHEDE SPECIE FLORISTICHE Alnus glutinosa (L.) Gaertner Famiglia: BETULACEAE me volgare: ontano comune. Biologia: fanerofita arborea (raramente cespugliosa) di 2-25 m, con ramificazione rada ed espansa, corteccia verde-bruna e lucida, foglie vischiose e infiorescenze già pronte in inverno. Pianta monoica con infiorescenze maschili e femminili sullo stesso ramo. A fecondazione avvenuta le infiorescenze femminili si accrescono, assumendo la forma e la consistenza di piccoli strobili di forma ovale oblunga (pseudostrobili). Fioritura fra marzo e aprile. Distribuzione: specie eurasiatica in senso lato e presente anche nel rdafrica; in Italia è comune in tutte le regioni. In Basilicata è presente nei boschi dei Comuni di Muro Lucano, Pignola (M.te Arioso), M.te Volturino, Lagopesole, laghi di Monticchio, presso il fiume Basento, nel Parco regionale di Gallipoli-Cognato e Piccole Dolomiti lucane, presso il Pantano di Policoro. Nel SIC occupa spazi molto limitati nell'area sud-orientale e nord-orientale del lago. Ecologia: specie presente in boschi e cespuglieti di ambiente umido, sulle sponde dei corsi d acqua esposti alla luce e su suoli torbosi asfittici; cresce su suolo preferibilmente calcareo. Limiti altitudinali fra m, raramente 1200 m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. Codice Corine Biotopes: Banchi di fango fluviali con vegetazione a carattere mediterraneo. Minacce: variazione del livello idrometrico dovuto alla canalizzazione e alla modifica della struttura dei corsi d'acqua interni. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine) a causa della sua limitata presenza nel SIC. Conservazione e protezione: è inserita nelle Liste Rosse Regionali delle piante d'italia, (Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997) per la Regione Umbria. 26/237

27 1.2.2 Anacamptis pyramidalis (L.) L.C. Rich. (Orchis pyramidalis L.) Famiglia: ORCHIDACEAE me volgare: orchidea piramidale. Biologia: geofita bulbosa con fusto eretto, foglioso fino all'infiorescenza, glabro e lucido. Foglie lineari carenate, le cauline proporzionalmente ridotte e avvolgenti il fusto. Infiorescenza dapprima conica, quindi allungata che attraversa tutte le tonalità del rosa. Fioritura tra fine aprile e inizio luglio. Il frutto è una capsula che contiene numerosissimi semi. Distribuzione: specie eurimediterranea, con areale centrato sulle coste mediterranee; in Italia è presente in tutte le regioni ma meno nella zona padana e sui litorali. In Basilicata risulta piuttosto comune nel piano termo e mesomediterraneo, in particolar modo nelle praterie moderatamente disturbate dal pascolo come, ad esempio, nei pressi del Lago del Pertusillo, nei pressi di Moliterno, nel territorio di Sarconi, nella faggeta di Rifreddo. Nel SIC è presente in forma sparsa nell'area prativa intorno al lago. Ecologia: specie che vegeta su prati incolti, umidi, scarpate e bordi strada, prediligendo terreni calcarei. Eliofila e moderatamente mesofila, tollera un tenore medio-alto di disturbo da pascolo e incendio. I limiti altitudinali sono compresi tra m. s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion. Codice Corine Biotopes: Prati umidi di erbe alte mediterranee. Minacce: manomissione dell area, raccolta degli scapi fiorali, scarsa presenza di pascolo ovino con l innescarsi di processi di successione progressiva. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie è presente nella Convenzione di Washington (CITES), Allegato B del Regolamento (CE) n. 2307/97, oltre che nelle Liste Rosse Regionali delle piante d'italia, (Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997) di Campania, Emilia Romagna e Toscana. Come tutte le Orchidee è inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005, art.2. 27/237

28 1.2.3 Carex otrubae Podp. (C. nemorosa Rebentisch; C. vulpina var. nemorosa Koch; C. lamprophysa Samuelsson) Famiglia: CYPERACEAE me volgare: carice volpina. Biologia: emicriptofita cespugliosa, perenne, di 3-8 dm, densamente cespugliosa, formante zolle compatte, con fusto eretto e robusto; foglie color verde pallido, con ligula più lunga che larga; spighe molto numerose formanti un'inflorescenza compatta. I fiori inferiori sono maschili, quelli superiori sono femminili. Fioritura fra maggio e luglio. Distribuzione: specie eurimediterranea-atlantica, comune in tutto il territorio italiano. In Basilicata è riscontrabile anche nei pressi di altre aree umide. Nel SIC si rinviene nei prati che contornano la vegetazione forestale riparia. Ecologia: specie presente in ambienti umidi, anche salmastri, prati, paludi e boschi. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion. Codice Corine Biotopes: Prati umidi di erbe alte mediterranee. Minacce: eccessiva pressione antropica, carico di pascolo. Livello di minaccia nel SIC: basso (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: questa specie non figura nelle convenzioni internazionali o nazionali, né nei provvedimenti di tutela regionali. 28/237

29 1.2.4 Cerathophyllum demersum L. Famiglia: CERATOPHYLLACEAE me volgare: ceratofillo comune. Biologia: idrofita radicante perenne di 5-20 dm, con fusti tenaci e flessuosi, foglie verticillate a 4-12, lunghe 1-2 cm, le inferiori capillari e le superiori larghe fino a 1 cm. Fiori unisessuali su peduncoli ascellari, con perianzio sepaloide. Fioritura fra giugno e settembre. Distribuzione: specie presente in quasi tutte le zone del mondo; in Italia è presente in quasi tutte le regioni con esclusione del Molise, Puglia e Calabria e nelle isole maggiori. In Basilicata si rinviene nei laghi vulcanici di Monticchio. Nel SIC forma un denso tappeto a volte in contatto con la fascia ad elofite e si presenta in popolamenti monospecifici. Ecologia: specie tipica delle acque stagnanti o lentamente correnti; cresce in acque ricche di sostanze nutritive ed anche eutrofizzate, spesso caratterizzate da un certo riscaldamento estivo. Limiti altitudinali fra m s.l.m.. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. Codice Corine Biotopes: Acque eutrofiche. Minacce: lo stato di conservazione risulta buono e non si evidenziano particolari minacce se non la possibile alterazione del regime idrico. Livello di minaccia nel SIC: basso (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: è inserita nelle Liste Rosse Regionali delle piante d'italia (Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997) per la Regione Umbria. 29/237

30 1.2.5 Cyperus glaber L. Famiglia: CYPERACEAE me volgare: zigolo glabro. Biologia: terofita scaposa, annuale, di 1-5 dm, con fusti eretti e rigidi, foglie con guaina scura o violacea, brattee fogliacee molto più lunghe dei fiori che presentano stami con filamenti rossobruni. Fioritura fra giugno e settembre. Distribuzione: specie eurasiatica in senso lato; rara, quasi ovunque scomparsa; in Italia è presente a nord fino alla Toscana ed anche nel Meridione ed in Sicilia. In Basilicata cresce lungo torrenti, canali e laghi. Nel SIC si ritrova lungo la cintura elofitica più interna, dove l'inclinazione del fondale è minima. Ecologia: specie tipica di incolti umidi, che spesso trova condizioni ottimali nelle risaie. n tollera molto condizioni di siccità e predilige terreni argillosi, argilloso - limosi o limosi. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion. Codice Corine Biotopes: Corsi d acqua intermittenti. Minacce: alterazione del regime idrometrico dovuto alla canalizzazione dei corsi d'acqua affluenti al lago. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: E' presente nella Lista Rossa della Basilicata tra le specie a minor rischio (LR). 30/237

31 1.2.6 Eleocharis palustris (L.) R. et S. Famiglia: CYPERACEAE me volgare: giunchina comune. Biologia: geofita rizomatosa, perenne, di cm, con fusto verde-scuro ed opaco, con 20 o più fasci vascolari; foglie ridotte alle guaine, spiga unica terminale. Fioritura fra luglio e settembre. Distribuzione: specie sub-cosmopolita; presente in tutto il territorio italiano. In Basilicata è comune anche nei pressi delle altre aree umide. Nel SIC concorre a formare la cintura elofitica dove il substrato diviene sabbioso o ciottoloso e lungo l'emissario del lago dove le infiltrazioni d'acqua e lo straripamento del canale creano nel terreno zolle e pozze emerse. Ecologia: specie presente in ambienti umidi, paludi e bordi degli stagni, spesso sommersa alla base. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion. Codice Corine Biotopes: Prati umidi di erbe alte mediterranee. Minacce: la variazione del substrato, associato ad una riduzione delle aree semisommerse potrebbe creare un'alterazione al popolamento. Anche il pascolo può determinare una minaccia, come già accaduto per la cintura elofitica, lungo la sponda meridionale del lago. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: questa entità non figura in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 31/237

32 1.2.7 Elodea canadensis Michx. (Anacharis canadensis Planchon) Famiglia: HYDROCHARITACEAE me volgare: peste d acqua comune. Biologia: idrofita radicante perenne di cm, con fusti sommersi e ramosi, foglie verticillate e fiori dioici con petali bianchi, caratterizzata dalla propagazione solo per via vegetativa. Fioritura fra giugno e luglio. Distribuzione: specie nordamericana, introdotta in Europa come pianta ornamentale e successivamente ritrovata in forma avventizia; in Italia è presente in quasi tutte le regioni con esclusione dell Abruzzo, Molise, Puglia, Calabria ed isole maggiori. Nel SIC si rinviene lungo la sponda occidentale, in corrispondenza dello sbocco dell'immissario. Ecologia: specie sia di acque correnti che stagnanti; attualmente divenuta più rara in quanto non cresce in acque fortemente eutrofizzate. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: 3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. Codice Corine Biotopes: Acque eutrofiche. Minacce: aumento eccessivo dei fenomeni di eutrofizzazione dovuto alla mancanza di monitoraggio della qualità delle acque di immissione. Livello di minaccia nel SIC: basso (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: questa entità non figura in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 32/237

33 1.2.8 Juncus bufonius L. Famiglia: JUNCACEAE me volgare: giunco annuale. Biologia: terofita cespitosa, annuale, di 5-25 cm, con fusti robusti fascicolati in piccoli e densi cespugli, con foglie setacee e guaine strette, infiorescenza costituita da fiori isolati, tepali verdastri o paglierini ed ineguali. Fioritura fra maggio e settembre. Distribuzione: specie cosmopolita, è considerata infestante in molte aree; comune in tutto il territorio italiano. Nel SIC è presente nell'area nord-occidentale del lago. Ecologia: specie presente in ambienti umidi e fangosi, anche sub-salsi. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion. Codice Corine Biotopes: Prati umidi di erbe alte mediterranee. Minacce: alterazione dell'habitat, pressione antropica. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: questa entità non figura in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 33/237

34 1.2.9 Juncus conglomeratus L. Famiglia: JUNCACEAE me volgare: giunco contratto. Biologia: emicriptofita cespitosa (neofita rizomatosa), perenne, di 5-12 dm, con fusti striati almeno sotto l infiorescenza che risulta contratta, di colore rosso-brunastro, subsferica e a rami brevi. Capsula ellissoide con apice tronco avente una papilla sulla quale è inserito lo stilo. Fioritura fra maggio e luglio. Distribuzione: specie eurosiberiana; presente nell Italia settentrionale (comune) ed in quasi tutto il meridione più rara, comprese la Sicilia e la Corsica. Nel SIC individua l'area del vecchio immissario del lago, lungo l'area nord-occidentale del lago. Ecologia: specie presente in ambienti umidi, paludi e prati. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion. Codice Corine Biotopes: Prati umidi di erbe alte mediterranee. Minacce: variazione del livello idrico dovuto anche alla modifica dei corsi d'acqua affluenti, con conseguente riduzione delle aree di ristagno. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: questa entità non figura in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 34/237

35 Myriophyllum spicatum L. Famiglia: HALORAGACEAE me volgare: millefoglio d acqua comune. Biologia: idrofita radicante perenne di 3-30 dm, con fusti molli e sommersi, foglie in verticilli di quattro, lunghe 2-4 cm, divise in segmenti lineari pennati opposti. Infiorescenza terminale eretta; fiori unisessuali, in glomeruli verticillati all'ascella di brattee lineari, petali rosei. Fioritura fra giugno e novembre. Distribuzione: specie presente in quasi tutte le zone del mondo temperate; in Italia è presente in quasi tutte le regioni con esclusione della Puglia e Calabria e nelle isole maggiori. Nel SIC forma un denso tappeto a volte in contatto con la fascia a elofite della sponda. Ecologia: specie tipica delle acque stagnanti o lentamente correnti; cresce in acque eutrofiche o mesotrofe, con substrati limoso-melmosi. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: 3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. Codice Corine Biotopes: Acque eutrofiche. Minacce: aumento eccessivo dei fenomeni di eutrofizzazione dovuto alla mancanza di monitoraggio della qualità delle acque di immissione, ma anche l'alterazione del regime idrico. Livello di minaccia nel SIC: basso (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: questa entità non figura in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 35/237

36 Orchis italica Poiret (O. longicruris Link) Famiglia: ORCHIDACEAE me volgare: orchidea italiana, uomo nudo. Biologia: neofita bulbosa, perenne, di 2-5 dm, con foglie quasi tutte basali, opache e a margini ondulati, con infiorescenza densa, tepali esterni roseo-violacei, labello roseo simile ad una figura umana. Fioritura fra marzo e aprile. Distribuzione: specie steno-mediterranea; rara, in Italia è presente a partire dall Emilia Romagna verso sud ed in Sicilia. In Basilicata è abbastanza comune. Nel SIC è presente nella formazione prativa che contorna il lago. Ecologia: specie tipica di macchie e prati aridi. Limiti altitudinali fra m s.l.m., m nell Italia settentrionale fino a 1100 m in Calabria e 1800 m in Sicilia. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion. Codice Corine Biotopes: Prati umidi di erbe alte mediterranee. Minacce: il suo mantenimento deriva da un regime di disturdo moderato. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie è iscritta nella Lista Rossa IUCN, nella Convenzione di Washington (CITES), Allegato B del Regolamento (CE) n. 2307/97, nonchè nelle Liste Rosse Regionali delle piante d'italia, (Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997) per la Regione Umbria e Campania. Come tutte le Orchidee è inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005, art.2. 36/237

37 Orchis morio L. Famiglia: ORCHIDACEAE me volgare: orchide minore, giglio caprino. Biologia: geofita bulbosa perenne di 8-40 cm, estremamente polimorfa con fiori di colorazione variabilissima generalmente rosso-violacea scura, più raramente rosea o bianco-lattea e labello con colore o con macchie più scure, di solito sbiadite nella zona mediana, spesso si ibrida con O. papilionacea L. Fioritura fra aprile e giugno. Distribuzione: specie con areale europeo e caucasico; in Italia è generalmente presente in tutte le regioni, rara in particolare nel meridione e nelle isole maggiori. In Basilicata è abbastanza diffusa e può osservare, ad esempio, sul massiccio del Pollino, sulla murgia materana, nel Parco Nazionale Val d'agri Lagonegrese. Nel SIC è presente nella formazione prativa che circonda il bacino lacustre. Ecologia: specie rintracciabile in prati aridi e cespuglieti. Tollerante dal punto di vista ecologico gli ambienti più vari. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion. Codice Corine Biotopes: Prati umidi di erbe alte mediterranee. Minacce: avanzamento della formazione boschiva riparia nelle aree prative. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie è iscritta nella Lista Rossa IUCN, nella Convenzione di Washington (CITES), Allegato B del Regolamento (CE) n. 2307/97, nonchè nelle Liste Rosse Regionali delle piante d'italia, (Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997) per la Regione Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Lazio e Campania. Come tutte le Orchidee è inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005, art.2. 37/237

38 Orchis purpurea Hudson (O. fusca Jacq.) Famiglia: ORCHIDACEAE me volgare: orchidea maggiore. Biologia: geofita bulbosa, perenne, di 3-8 dm, con fusto robusto e generalmente sguainato nella metà inferiore con foglie oblunghe e lucide le superiori avvolgenti il fusto, con infiorescenza densa e multiflora, tepali esterni purpurei, labello con lobi tutti biancastri o rosei con macchie scure. L'impollinazione è entomofila. La disseminazione è anemocora. Fioritura fra aprile e giugno. Distribuzione: specie eurasiatica, presente dall Inghilterra meridionale fino al Caucaso; comune nell Italia settentrionale tranne la Valle d'aosta, più rara nel meridione, assente in Puglia, Calabria e Sicilia. In Basilicata è molto diffusa nell'area appenninica e nel Vulture - Melfese. Nel SIC si incontra nella formazione prativa che contorna il lago. Ecologia: specie tipica di boschi xerofili e cespuglieti. Predilige i margini delle radure, le macchie, le chiarìe nei boschi, i prati ed i pascoli sia in posizione di piena luce che di mezz ombra. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion. Codice Corine Biotopes: Prati umidi di erbe alte mediterranee. Minacce: alterazione dell' habitat di pertinenza, raccolta degli scapi fiorali in virtù delle vistose ed attraenti fioriture. Livello di minaccia nel SIC: alto (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie è iscritta nella Lista Rossa IUCN, nella Convenzione di Washington (CITES), Allegato B del Regolamento (CE) n. 2307/97, nonchè nelle Liste Rosse Regionali delle piante d'italia, (Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997) per la Regione Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Umbria e Campania. Come tutte le Orchidee è inserita nel novero delle specie a protezione assoluta della flora lucana, ai sensi del DPGR 55/2005, art.2. 38/237

39 Phragmites australis (Cav.) Trin. (Arundo phragmites L., Phragmites communis Trin.) Famiglia: GRAMINACEAE me volgare: cannuccia di palude. Biologia: geofita rizomatosa, munita di un grosso rizoma orizzontale ipogeo che ogni anno emette radici e fusti avventizi. Foglie lanceolato-lineari, larghe fino a 2-3 cm, di colore grigiastro o verde glauco, di consistenza cartilaginea. Infiorescenza riunita in un'ampia pannocchia ricca di colore bruno-violaceo, generalmente unilaterale, lunga cm, inclinata nella maturazione. Fioritura tra giugno e ottobre. Distribuzione: specie sub-cosmopolita presente in tutto il territorio nazionale. In Basilicata è ampiamente diffusa intorno alle aree umide ed ai canali irrigui. Nel SIC rappresenta la zona esterna della cintura elofitica e viene in contatto con le circostanti formazioni a pascolo. Ecologia: Pianta elofita che cresce su paludi, sponde dei laghi, argini dei fiumi, stagni, fossi, in acque poco profonde, ambienti umidi anche lievemente salmastri. Specie invasiva che sviluppa densi fragmiteti. Limiti altitudinali fra (max 2000) m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: 3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. Codice Corine Biotopes: Acque eutrofiche. Minacce: non risultano particolari minacce in quanto si evidenzia un cospicuo popolamento in buone condizioni. Livello di minaccia nel SIC: trascurabile (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie non risulta iscritta in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 39/237

40 Polygonum amphibium L. Famiglia: POLYGONACEAE me volgare: poligono anfibio. Biologia: geofita rizomatosa, avente rizoma rossastro strisciante e nodoso, con fusto cavo generalmente sommerso. Foglie lanceolate con base tronca, arrotondata o debolmente cuoriforme, galleggianti. Fusti eretti fino a 7 cm sopra il livello idrico. Fiori spesso unisessuali, bianco purpurei riuniti in spighe terminali erette, cilindriche. Fioritura tra giugno e settembre. Distribuzione: specie sub-cosmopolita. E' presente in tutte le regioni d'italia. Nel SIC forma vere e proprie isolette di vegetazione dove il livello idrico è minimo. Ecologia: pianta idrofita che predilige condizioni di semiemersione in acque stagnanti o a lento scorrimento. La sua grande capacità di adattamento le permette di colonizzare ambienti con fortissime variazioni stagionali del livello dell acqua. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion. Codice Corine Biotopes: Corsi d acqua intermittenti. Minacce: l'alterazione del livello idrico associato ad un aumento dei fenomeni di eutrofizzazione potrebbero determinare un pericolo per il popolamento. Livello di minaccia nel SIC: basso (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie non risulta iscritta in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 40/237

41 Populus alba L. Famiglia: SALICACEAE me volgare: pioppo bianco, gattice. Biologia: fanerofita arborea di 1-25 m, con corteccia biancastra, rami giovani con lanugine bianca e foglia glabra verde-scura di sopra e bianca di sotto. Fioritura fra febbraio e marzo. Distribuzione: specie tipicamente mediterranea; in Italia è comunemente presente in tutte le regioni. In Basilicata cresce spontaneo lungo i numerosi corsi d acqua nei territori di: Potenza, Marsicovetere, Muro Lucano, Baragiano, nel Parco Regionale di Gallipoli-Cognato e Piccole Dolomiti lucane, in Val Sarmento e nella valle dell Ofanto, ai piedi del massiccio del Pollino. Nel SIC si può osservare nella parte sud-orientale del lago ed ancora lungo la sponda nord-orientale. Ecologia: specie mediamente eliofila, termofila, presente in ambienti prevalentemente umidi, boschivi e più raramente di pianura. Tollera male il ristagno idrico. Limiti altitudinali fra (max 1500) m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. Codice Corine Biotopes: Banchi di fango fluviali con vegetazione a carattere mediterraneo. Minacce: la pressione antropica ed il pascolo potrebbero comprometterne la rinnovazione. Livello di minaccia nel SIC: basso (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie non risulta iscritta in direttive o convenzioni internazionali o nazionali; lo stato di conservazione della formazione forestale in cui la specie è presente risulta generalmente buono. 41/237

42 Populus nigra L. Famiglia: SALICACEAE me volgare: pioppo nero, pioppo d'italia, pioppo cipressino. Biologia: fanerofita arborea di 1-30 m, con portamento variabile, spesso piramidale o colonnare. Corteccia profondamente fessurata e scura. Foglie ovato-triangolari, acuminate, dentellate sul bordo. Frutti in capsule glabre e semi molto piccoli provvisti di pappo cotonoso bianco per la disseminazione anemofila. Fioritura fra marzo e maggio. Distribuzione: specie paleotemperata, occupa un vasto areale europeo centro-meridionale, asiatico occidentale ed, in parte, africano mediterraneo. In Italia, forma boschi puri di una certa consistenza in Val Padana, ma è comunemente presente in tutte le regioni; è spesso coltivato, soprattutto in filari e all'interno di parchi a scopo ornamentale. In Basilicata si ritrova lungo i numerosi corsi d acqua, soprattutto nella formazione ripariale del fiume Basento. Nel SIC si può osservare consociato agli altri pioppi nella parte sud-orientale del lago ed ancora lungo la sponda nord-orientale. Ecologia: lucivago e mediamente termofilo, è presente presso i fiumi e i laghi, in terreni umidi, freschi e profondi, anche periodicamente inondati, ma non disdegna suoli poveri sabbiosi e ghiaiosi, purché la falda idrica sia raggiungibile dalle radici. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. Codice Corine Biotopes: Banchi di fango fluviali con vegetazione a carattere mediterraneo. Minacce: la pressione antropica ed il pascolo potrebbero rendere difficile la rinnovazione. Livello di minaccia nel SIC: basso (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie è iscritta nelle Liste Rosse Regionali delle piante d'italia, (Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997) per la Regione Umbria. 42/237

43 Populus tremula L. (Populus australis Ten.) Famiglia: SALICACEAE me volgare: pioppo tremulo. Biologia: fanerofita arborea di 5-20 m, dioica, con corteccia bianco-grigiastra, rami giovani bruni e vischiosi e foglia verde-scura di sopra e bianco-lanosa di sotto, caratterizzata dal picciolo lungo quanto la lamina che permettono alle foglie di essere tremule. Fioritura fra marzo e maggio. Distribuzione: specie euro-siberiana con areale nelle zone fredde e temperato-fredde dell Eurasia; in Italia è comunemente presente in tutte le regioni. In Basilicata è presente lungo le rive ed i greti dei corsi d acqua, favorendo la stabilizzazione del terreno. Si ritrova in Val Basento, a Muro Lucano, a San Severino Lucano, presso il Monte Vulture, in Val d Agri. Nel SIC contribuisce a formare la vegetazione forestale ripariale nell'area sud-orientale del lago. Ecologia: specie presente in ambienti umidi o inondati e terreni freschi e fertili. E' il più montano dei pioppi indigeni. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. Codice Corine Biotopes: Banchi di fango fluviali con vegetazione a carattere mediterraneo. Minacce: la pressione antropica, il pascolo e l'alterazione delle condizioni generali di vegetazione potrebbero comprometterne la rinnovazione. Livello di minaccia nel SIC: basso (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie non risulta iscritta in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 43/237

44 Potamogeton crispus L. Famiglia: POTAMOGETONACEAE me volgare: brasca increspata, erba gala, lattuga ranina. Biologia: idrofita radicante perenne con fusti quadrangolari in grado di raggiungere lunghezze superiori a 2 metri. Le foglie, tutte sommerse e disposte a spirale, sono lanceolate e ondulate sul margine con una lunghezza di 4-6 cm. L'infiorescenza è corta e con pochi fiori. Fioritura tra aprile e maggio. Distribuzione: specie sub-cosmopolita originaria dell' Europa sud-orientale ed Asia sudoccidentale, tuttavia ha avuto notevole diffusione per mezzo dell'uomo ma anche grazie alla sua adattabilità che ne fa una specie potenzialmente molto invasiva. Presente su tutto il territorio nazionale. In Basilicata si rinviene nell'area umida del Lago S. Giuliano ma anche dei laghi di Monticchio. Nel SIC è localizzata lungo le sponde con profondità fino a 0,5 m, su un substrato melmoso o sabbioso. Ecologia: cresce in acque mesotrofe ed eutrofe, sia correnti che stagnanti. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: 3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. Codice Corine Biotopes: Acque eutrofiche. Minacce: l'alterazione del substrato, l'eccessiva eutrofizzazione, ma anche la mancanza di controllo sulla captazione delle acque costituiscono delle fonti di pericolo. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie non risulta iscritta in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 44/237

45 Potamogeton lucens L. Famiglia: POTAMOGETONACEAE me volgare: brasca trasparente, erba tinca. Biologia: idrofita radicante perenne di 2-4 m, con fusto ramoso e foglie tutte simili immerse, subsessili, membranose, con nervatura reticolata trasparente; lamina lanceolata, dentellata sul bordo, terminante in un mucrone. Stipole persistenti, lanceolate. Fioritura fra aprile ed agosto, che emerge per favorire l'impollinazione anemofila. Distribuzione: specie circumboreale con areale in corrispondenza delle zone fredde e temperatofredde dell Europa, Asia e nord America. In Italia è presente in tutte le regioni tranne Puglia, Calabria e Sardegna. In Basilicata si rinviene nell'area umida del Lago S. Giuliano ed anche dei laghi di Monticchio. Nel SIC è localizzata lungo le sponde in acque con profondità non superiore a 0,5 m. Ecologia: cresce in acque mesotrofe ed eutrofiche, calme, con profondità variabile da pochi centimetri a 3 m. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: 3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. Codice Corine Biotopes: Acque eutrofiche. Minacce: la mancanza di controllo nel regime di captazione delle acque può creare alterazioni alle condizioni peculiari di sviluppo della specie. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie non risulta iscritta in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 45/237

46 Potamogeton natans L. Famiglia: POTAMOGETONACEAE me volgare: brasca comune, lingua d'acqua. Biologia: idrofita radicante con fusti ramosi, cilindrici, sommersi. Foglie primordiali nastriformi, le successive lanceolate con lamina ellittica. Spiga cilindrica di 3-6 cm posta su un picciolo sottile. Fioritura tra aprile e luglio. Distribuzione: specie sub-cosmopolita; in Italia è presente su tutto il territorio anche se in modo comune soltanto nell'area padana e sulle Alpi. In Basilicata si rinviene anche nell'area umida del Lago S. Giuliano e nei pressi del lago Laudemio. Nel SIC è localizzata nel canale di deflusso delle acque. Ecologia: cresce in acque mesotrofe, con andamento debolmente corrente. Limiti altitudinali fra (max 1930) m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. Codice Corine Biotopes: Acque eutrofiche. Minacce: l abbassamento del livello idrico legato ad un eccessivo prelievo delle acque e la mancanza di monitoraggio della qualità delle acque presenti e di immissione costituisce una minaccia per il popolamento vegetale. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie non risulta iscritta in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. Tuttavia è necessario evitare l insediamento di specie vegetali ubiquitarie che abbasserebbero notevolmente il pregio naturalistico del biotopo. 46/237

47 Potamogeton pectinatus L. Famiglia: POTAMOGETONACEAE me volgare: brasca delle lagune. Biologia: idrofita radicante avente fusti cilindrici, tenaci e molto ramificati. Foglie con lamina lunga fino a 10 cm. Spiga interrotta di 3-5 cm su peduncoli filiformi. Fioritura tra giugno e agosto. Distribuzione: specie sub-cosmopolita presente su tutto il territorio nazionale soprattutto lungo le coste ma anche sui monti. In Basilicata si rinviene nell'area umida del Lago S. Giuliano ed anche nei laghi di Monticchio. Nel SIC occupa le acque con andamento anche debolmente corrente in quanto grazie alla sua morfologia si adatta meglio ai corpi idrici in movimento. Ecologia: cresce in acque sia dolci che salmastre di stagni, fosse e canali. E' specie indicatrice di acque eutrofizzate e ricche di composti minerali ed organici per lo più di origine agro-pastorale. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. Codice Corine Biotopes: Acque eutrofiche. Minacce: una minaccia per questi sistemi di acqua dolce deriva proprio dai fenomeni di interrimento provocati dall accumulo di sedimento sui fondali o dall alterazione artificiale del regime idrico che, se particolarmente accentuati, possono provocare l irreversibile alterazione dell habitat e l insediarsi di altre tipologie vegetazionali. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie non risulta iscritta in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 47/237

48 Salix alba L. Famiglia: SALICACEAE me volgare: salice comune. Biologia: fanerofita arborea di 3-20 metri, dioica e con elevata frequenza di ibridazione, con foglie grigio-argentine e pubescenti di sotto; spesso si ritrovano ibridi con S. fragilis L. Fioritura fra febbraio e aprile. Distribuzione: specie paleotemperata - eurasiatica in senso lato presente anche nel rdafrica; in Italia è presente in tutte le regioni; in Puglia vegeta solo nella zona settentrionale. In Basilicata vegeta lungo i corsi d acqua e sui terreni alluvionali ed umidi del Vulture-melfese, lungo il Basento, il Val Sarmento, al Pantano di Salandra. Nel SIC è presente sia in forma arborea che arbustiva nella parte sud-orientale del lago, dove si snoda il percorso WWF e sulla sponda nord- orientale. Ecologia: specie arborea tipica dei luoghi umidi, predilige terreni sciolti, limosi o sabbiosi, tollera le periodiche esondazioni. Limiti altitudinali fra , raramente 1600 m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. Codice Corine Biotopes: Banchi di fango fluviali con vegetazione a carattere mediterraneo. Minacce: non sono stati individuati fattori di minaccia realmente incidenti tranne una certa pressione antropica dovuta alle presenze turistiche nell'area. Livello di minaccia nel SIC: basso (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie non risulta iscritta in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. Lo stato di conservazione delle formazioni forestali in cui la specie è presente risulta generalmente buono. 48/237

49 Salix purpurea L. Famiglia: SALICACEAE me volgare: salice rosso. Biologia: fanerofita arborea/cespugliosa di 1-8 metri, dioica e con elevata frequenza di ibridazione, caratterizzata da rami giovani rossastri, con foglie lineari-spatolate, lucide e scure di sopra e glauche di sotto; spesso si ritrovano ibridi. Fioritura fra marzo e aprile, precede di poco l'emissione delle foglie. Distribuzione: specie eurasiatica in aree temperate; in Italia è presente su tutto il territorio. In Basilicata si rinviene sulle sponde dei corsi d'acqua soprattutto in forma cespugliosa. Nel SIC contribuisce a formare la vegetazione forestale riparia nell'area sud-orientale del lago e lungo la riva nord-orientale. Ecologia: specie presente lungo i greti dei corsi d acqua, preferibilmente su substrati calcarei; spesso presente anche in forma coltivata. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. Codice Corine Biotopes: Banchi di fango fluviali con vegetazione a carattere mediterraneo. Minacce: la pressione antropica e l'eventuale alterazione delle condizioni generali di vegetazione della specie potrebbero comprometterne lo sviluppo. Livello di minaccia nel SIC: basso (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie non risulta iscritta in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 49/237

50 Schoenoplectus lacustris L.(Palla, 1888) (Scirpus lacustris L.) Famiglia: CYPERACEAE me volgare: lisca lacustre, giunco, giunco da stuoie, biodo, pàvera. Biologia: geofita rizomatosa con rizoma grosso, orizzontale, affondato nel fango e lungamente strisciante. Fusti eretti, allineati e distanziati di colore verde. Foglie inferiori ridotte alla guaina. Numerose spighe fusiformi. Fioritura tra maggio e agosto. Distribuzione: specie sub-cosmopolita presente su tutto il territorio nazionale. In Basilicata si ritrova sulle rive dei corsi d'acqua e sugli argini di canali e fossi. Nel SIC va a formare la zona più interna della cintura elofitica che risulta perennemente inondata o con brevi periodi di emersione durante la stagione asciutta. Ecologia: specie che predilige le acque stagnanti di fossi e paludi. Limiti altitudinali fra m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition. Codice Corine Biotopes: Acque eutrofiche. Minacce: la minaccia principale è costituita dall'alterazione del livello idrico del bacino lacustre. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie non risulta iscritta in direttive o convenzioni internazionali o nazionali. 50/237

51 Serapias parviflora Parl. Famiglia: ORCHIDACEAE me volgare: serapide minore. Biologia: geofita bulbosa (bulbi ovoidi castano-chiari) perenne di cm, con fusto eretto, infiorescenze lasse con fiori molto piccoli. Per la riproduzione attua l autoimpollinazione (cleistogamia) prima ancora di schiudersi. Fioritura fra aprile e maggio. Distribuzione: specie con areale steno-mediterraneo occidentale; in Italia è presente in Liguria, Toscana, Lazio, Marche, Umbria, Campania, Puglia, Molise, Basilicata, Calabria ed isole, generalmente rara. Nel SIC si rinviene nell'area prativa. Ecologia: specie rintracciabile nei prati, sui bordi stradali con substrato calcareo o poco acido. Limiti altitudinali fra (max 1200) m s.l.m. Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion. Codice Corine Biotopes: Prati umidi di erbe alte mediterranee. Minacce: costituiscono motivo di minaccia l'eccessivo calpestio, la raccolta indiscriminata degli scapi fiorali dovuta all'attraente fioritura ed anche l'alterazione dell'habitat di pertinenza. Livello di minaccia nel SIC: molto alto (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie è iscritta nella Lista Rossa IUCN, nella Convenzione di Washington (CITES), Allegato B del Regolamento (CE) n. 2307/97, nelle Liste Rosse Regionali delle piante d'italia, (Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997) per la Regione Campania, nonché nella "Lista Rossa delle piante della Basilicata" nella sezione LR (a minor rischio). 51/237

52 Typha angustifolia L. Famiglia: TYPHACEAE me volgare: lisca a foglie strette. Biologia: geofita rizomatosa con foglie molto strette (3-10 mm) e più lunghe dei fusti. Infiorescenze maschili e femminili separate da un asse nudo lungo 2-4 cm. Fioritura fra giugno e luglio. Distribuzione: specie cosmopolita senza notevoli discontinuità. In Italia è presente, anche se in modo raro in tutte le regioni, ad eccezione della Valle d'aosta. In Basilicata è presente nei pressi delle aree umide. Nel SIC occupa una posizione intermedia tra le cenosi a Schoenoplectus lacustris, più interne e quelle a Phragmites australis, più esterne. Ecologia: specie tipica di paludi e fossi che ben sopporta l'eutrofizzazione e il ristagno idrico. Limiti altitudinali fra m s.l.m., Habitat e/o biotopo elettivo/i all interno del SIC: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion. Codice Corine Biotopes: Prati umidi di erbe alte mediterranee. Minacce: la minaccia principale è costituita dall'alterazione del livello idrico del bacino lacustre. Livello di minaccia nel SIC: medio (expert-based assessment su breve-medio termine). Conservazione e protezione: la specie è annoverata nelle Liste Rosse Regionali delle piante d'italia, (Conti F., Manzi A., Pedrotti F., 1997) per la Regione Campania, Lombardia, Toscana. 52/237

53 1.3 SCHEDE SPECIE FAUNISTICHE Uccelli elencati nell allegato I della direttiva 79/409/CEE Ixobrychus minutus (Linnaeus, 1766) me scientifico: ORDINE Ciconiiformes, FAMIGLIA Ardeidae, SPECIE Ixobrychus minutus, (Linnaeus, 1766). me volgare: Tarabusino Biologia: Ardeide di piccole dimensioni legato per la nidificazione a corpi d acqua con presenza di abbondante vegetazione ripariale; giunge nei territori di nidificazione in primavera per poi trascorrere l inverno in Africa. A differenza di altri aironi non costruisce il nido su alberi o arbusti, ma preferisce utilizzare i folti canneti dove nidifica in coppie isolate. Il nido viene costruito al centro di un grande canneto, ha la forma di una grande piattaforma più o meno galleggiante, di cannucce, tife e altre piante palustri, ancorata a fragmiti secchi. Distribuzione: Tranne che nelle Americhe, si trova in tutto il resto del mondo, nidifica in tutta l'italia, in ambienti collinari, non molto distanti da dove ci sia acqua. Predilige esclusivamente le zone umide con vegetazione densa, sulle rive dei fiumi e degli stagni. Durante l'inverno o nel periodo migratorio si può osservare sul litorale marino. Habitat: Il tarabusino frequenta tutte le zone umide con una sufficiente copertura vegetale, in particolar modo di canne e tife, dove forma piccole colonie. Durante le migrazioni non è raro trovare individui stremati negli ambienti più disparati, comprese alcune zone umide urbane. Trascorre l inverno in Africa. Alimentazione: i nutre di pesci, rane, girini, insetti acquatici, costruisce il nido le canne o altra vegetazione di riva a circa 50 cm dal suolo. Il nido viene costruito al centro di un grande canneto, ha la forma di una grande piattaforma più o meno galleggiante, di cannucce, tife e altre piante palustri, ancorata a fragmiti secchi. Consistenza delle popolazioni: Maschi in canto (oltre a ripetute osservazioni anche di femmine) sono stati uditi in periodo riproduttivo in varie zone della riserva, sempre in corrispondenza di ampie fasce di canneto. Apparentemente le densità più elevate potrebbero trovarsi in corrispondenza della zona di canneto adiacente ad un lembo di bosco ripariale che fisicamente divide la palude in due differenti laghi. Specie in declino in tutto il suo areale di nidificazione per la contrazione degli habitat idonei alla riproduzione, è senz altro una presenza di notevole valore conservazionistico per la riserva. Minacce: In Italia ed in Basilicata i principali fattori di minaccia sono costituiti dalla modificazione degli habitat riproduttivi (canneti e cespuglieti ripari) dovuta sia a sottrazione diretta mediante taglio o bruciatura, sia alla variazione del livello delle acque durante il periodo riproduttivo. anche il disturbo durante la nidificazione a seguito di attività turistiche o di sport nautici, costituisce un serio fattore di minaccia. 53/237

54 A livello del suo areale sono segnalati problemi ambientali nelle aree africane di sosta durante la migrazione e lo svernamento, per problemi di siccità e di desertificazione (Hagemeijer and Blair, 1997). Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e Protezione: SPEC 3; Dir. Uccelli CEE All I; Lista Rossa Nazionale: A più basso rischio. La specie non è inserita tra quelle cacciabili nella legislazione che regola l attività venatoria e tutelano la fauna selvatica (Legge Nazionale n. 157/1992). Quadro riassuntivo Parametri Stato di Conservazione della Specie Range Area coperta dall habitat all interno del range Strutture e funzioni specifiche (incluse le specie tipiche) Prospettive future (rigurdanti range, area coperta e strutture e funzioni specifiche) Valutazione globale dello Stato di Conservazione Favorevole ('verde') n favorevole Inadeguato ('giallo') n favorevole - Cattivo ('rosso') Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) 54/237

55 1.3.2 Nycticorax nycticorax (Linnaeus, 1758) me scientifico: ORDINE Ciconiiformes, FAMIGLIA Ardeidae, SPECIE Nycticorax nycticorax, (Linnaeus, 1758) me volgare: Nitticora Biologia: È un airone coloniale di medie dimensioni di colore bianco, caratterizzato da un collo corto. Il dorso è grigio così come la testa. Le ali sono grigiastre, più chiare rispetto al dorso. Spicca l'occhio di un color rosso molto acceso. Le zampe sono relativamente corte, gialle ed il becco è nero. Le dimensioni da adulto possono raggiungere i 58 fino a 65 cm di grandezza ed un peso compreso tra 727 e 1014 grammi. Nello stadio giovanile il colore del corpo è molto più uniforme, di colore marrone ambrato e macchiettato di bianco. Inoltre l'occhio è di color giallo-arancio. L'apertura alare supera solitamente il metro. Con abitudini crepuscolari e notturne, arriva nei quartieri di nidificazione in Marzo-Aprile per poi, in Settembre, raggiungere nuovamente i settori sub sahariani dell Africa ove trascorre l Inverno. Distribuzione: È presente in quasi tutto il mondo tranne in Oceania. Frequenta zone paludose, fiumi, torrenti e le rive di piccoli laghi. In Italia giunge tra aprile e maggio, per riprodursi. Habitat: La garzaia generalmente è localizzata sui saliceti dei generi (Salix sinerea, S. alba) ad un'altezza approssimativa di due o tre metri dal livello delle acque. Oltre agli ambienti lentici salmastri e dulcaquicoli, la specie utilizza anche le fasce ripariali degli ambienti lotici. Alimentazione: L'alimentazione è costituita da piccoli pesci, anfibi, vermi, larve di insetti, girini, rettili e piccoli mammiferi. Caccia generalmente in acque poco profonde afferrando la preda con il suo forte becco. Consistenza delle popolazioni: La specie è strettamente gregaria e nidifica in colonie anche consistenti di diverse decine di individui, spesso mista ad altri ardeidi quali Garzetta (Egretta garzetta), Sgarza ciuffetto (Ardeola ralloides) e Airone guardabuoi (Bubulcus ibis). Alcuni individui (fino ad un massimo di 4) sono stati osservati in estate nell area di studio in alimentazione o in riposo su grandi salici. nostante l area di studio sia idonea alla nidificazione di questo ardeide, non sono state raccolte prove certe, in quanto non sono stati osservato nidi né tanto meno giovani dell anno. Minacce: La forte pressione antropica esercitata dalla pesca, almeno in alcuni settori della riserva, potrebbe causare disturbo ad eventuali coppie che intendono stabilirsi in loco. I principali fattori di criticità per i siti di riproduzione e di alimentazione della specie possono essere costituidi da attività di bonifica, sovrappascolo, taglio dei boschi igrofili e ripari (Brunelli et al., 2004) Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e Protezione: SPEC 3; Dir. Uccelli CEE All I; Lista Rossa Nazionale: A più basso rischio. La specie non è inserita tra quelle cacciabili nella legislazione che regola l attività venatoria e tutelano la fauna selvatica (Legge Nazionale n. 157/1992) 55/237

56 Quadro riassuntivo Parametri Stato di Conservazione della Specie Range Area coperta dall habitat all interno del range Strutture e funzioni specifiche (incluse le specie tipiche) Prospettive future (rigurdanti range, area coperta e strutture e funzioni specifiche) Valutazione globale dello Stato di Conservazione Favorevole ('verde') n favorevole Inadeguato ('giallo') n favorevole - Cattivo ('rosso') Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) 56/237

57 1.3.3 Egretta alba (Linnaeus, 1758) me scientifico: ORDINE Ciconiiformes, FAMIGLIA Ardeidae, SPECIE Egretta alba me volgare: Airone bianco maggiore Biologia: Grande ardeide di recente immigrazione in Italia come nidificante con primi casi accertati in Pianura padana occidentale. Attualmente nidifica anche in altre aree della penisola e il fenomeno di ampliamento di areale sembrerebbe continuare a crescere. Distribuzione: L'Airone bianco maggiore è il più grande tra gli Ardeidae presenti in Europa. Ha il piumaggio completamente bianco che non cambia nell'arco dell'anno. Il becco è generalmente giallo e le zampe sono di colore nerastro o giallo sbiadito alla base durante l'anno. Come tutti gli aironi ha però un abito nuziale nella stagione riproduttiva. In questo periodo il becco diventa nerastro e le zampe diventano più gialle fino a rossastre. Il piumaggio è più brillante e le piume si estendono come un ventaglio sulla parte inferiore del dorso. In volo appare molto massiccio e come tutti gli aironi tiene il collo piegato a S. Si distingue dalla garzetta per: le sue maggiori dimensioni, i battiti più lenti delle ali ed il becco giallo nella stagione invernale. Habitat: In Italia è considerata specie migratrice regolare e in seconda istanza svernante e nidificante (dagli anni novanta) in rd Italia e Delta del Po. Frequenta ambienti umidi, specialmente i canneti, le praterie umide, le rive di laghi e fiumi; occasionalmente la si può trovare in zone marine come banchi di alghe e zone scoperte di marea. La si può trovare anche in zone agricole specialmente nelle risaie allagate. Alimentazione: Si nutre in maniera solitaria, a volte in piccoli gruppi, principalmente in zone umide. Usa solitamente la tecnica "walking slowly". Si nutre generalmente di pesci ma anche di insetti, anfibi e rettili; occasionalmente cattura anche piccoli mammiferi (roditori) o nidiacei di uccelli. Consistenza delle popolazioni: Nella riserva l Airone bianco maggiore è stato osservato con un numero variabile da 1 a 3 soggetti durante l estate, la presenza sembrerebbe essere più consistente in autunno e in inverno (Fulco, dati inediti). La presenza come estivante durante il periodo riproduttivo è probabilmente un fenomeno recente, in linea con quanto osservato nel resto di Italia. Minacce: La forte pressione antropica esercitata dalla pesca, almeno in alcuni settori della riserva, potrebbe causare disturbo ad eventuali coppie che intendono stabilirsi in loco. Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e Protezione: Dir.Uccelli CEE All I; Lista Rossa: n valutata di recente Immigrazione. La specie non è inserita tra quelle cacciabili nella legislazione che regola l attività venatoria e tutelano la fauna selvatica (Legge Nazionale n. 157/1992) 57/237

58 1.3.4 Egretta garzetta (Linnaeus, 1766) me scientifico: ORDINE Ciconiiformes, FAMIGLIA Ardeidae, SPECIE Egretta garzetta (Linnaeus, 1766) me volgare: Garzetta Biologia: Si tratta di un airone coloniale di medie dimensioni, che tende a nidificare su alberelli o piccoli arbusti tipici della boscaglia igrofila. Si nutre prevalentemente di pesci e anfibi che cattura nelle acque basse ma può integrare la sua dieta con rettili e piccoli mammiferi. La garzetta è lunga circa cm, il suo peso varia da 350 a 650 g ed ha un'apertura alare di cm. Il piumaggio è interamente bianco, il lungo becco è nero, come le zampe, mentre i piedi sono giallastri. L'iride è gialla. In abito nuziale questo airone sviluppa alcune penne ornamentali molto lunghe sulla nuca, alla base del collo e sul mantello. n esiste una caratteristica evidente che differenzia i due sessi. Aiutandosi con le lunghe zampe e sfruttando la rapidità e la precisione dei suoi colpi di becco, caccia le sue piccole prede in acque basse. Spesso la si può osservare in piccoli gruppi o insieme ad altri aironi. Durante il suo volo lento e regolare, la garzetta ripiega il collo verso il corpo formando una caratteristica "S". Distribuzione: La garzetta, come del resto quasi tutti gli aironi, è un uccello molto legato all'acqua. Infatti frequenta prevalentemente ambienti acquitrinosi, sponde di fiumi, laghi e stagni. Ed è un uccello migratore, svernante e nidificante. È presente in quasi tutto il bacino del Mediterraneo, Africa, Asia meridionale, Australia e Indonesia. Le popolazioni italiane di garzetta sono in parte migratrici e in parte stanziali. Quelle migratrici nidificano nella pianura padana e svernano in Africa oppure sono popolazioni nidificanti in Europa centrale che vengono a svernare nel nostro Paese. Habitat: In Italia è considerata specie migratrice regolare e in seconda istanza svernante e nidificante (dagli anni novanta) in rd Italia e Delta del Po. Frequenta ambienti umidi, specialmente i canneti, le praterie umide, le rive di laghi e fiumi; occasionalmente la si può trovare in zone marine come banchi di alghe e zone scoperte di marea. La si può trovare anche in zone agricole specialmente nelle risaie allagate. Alimentazione: La garzetta si nutre di piccoli vertebrati come pesciolini, anfibi e rettili e invertebrati quali crostacei, molluschi e insetti che cattura con colpi precisi del becco da un posatoio emerso o inseguendoli con i lunghi trampoli in acque basse. Consistenza delle popolazioni: E sempre presente nell area di studio, con un netto aumento delle presenze in autunno-inverno (Fulco, dati inediti) dove tuttavia non nidifica. Minacce: Tra i principali fattori limitanti, oltre alla marcata localizzazione, si possono annotare: la pressione antropica e l'abusivismo a carattere estivo-residenziale, come pure lo sfoltimento degli alberi nei filari più prossimi ai siti di nidificazione della specie. Tra i predatori naturali si segnalano i Corvidae (specialmente Pica pica) ed i Roditori (Rattus rattus e Rattus norvegicus) che appaiono incidere specialmente sui nidi con uova ancora non schiuse esercitando una diretta predazione di quest'ultime. E possibile che anche per la Garzetta all'interno della riserva si verifichi un'azione di disturbo antropico che rende vano ogni tentativo di nidificazione. Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e Protezione: Dir.Uccelli CEE All I; Lista Rossa: a basso rischio. La specie non è inserita tra quelle cacciabili nella legislazione che regola l attività venatoria e tutelano la fauna selvatica (Legge Nazionale n. 157/1992). 58/237

59 1.3.5 Alcedo atthis (Linnaeus, 1758) me scientifico: ORDINE Coraciiformes, FAMIGLIA Alcedinidae, SPECIE Alcedo atthis (Linnaeus, 1758) me volgare: Martin Pescatore Biologia: Piccolo uccello ittiofago frequentatore di corpi d acqua di diversa conformazione e struttura. Per la nidificazione scava tunnel negli argini di fiumi o laghi e spesso utilizza posatoi fissi da cui si lancia per catturare le prede sotto la superficie dell acqua. Caratterizzato da una livrea che lo rende riconoscibile anche agli occhi dei meno esperti, il Martin Pescatore ha una lunghezza di circa 18 cm, becco lungo, testa grande rispetto al resto del corpo, coda molto corta, ventre color arancione, rossiccio, e dorso verde azzurro. Dal colore del becco è possibile distinguerne il sesso: il maschio ha il becco per almeno i due terzi di colore nero, la femmina ha la mandibola inferiore in gran parte di colore rosso-arancio. Distribuzione: È molto diffuso in Europa, Asia e Africa. La specie nella Regione ha una distribuzionedifferenziata a aseconda della fenologia: piuttosto localizzata come nidificante in prossimità dei corpi idrici come avviene nella Riserva Pantano di Pignola. Habitat: L'habitat ideale per il Martin Pescatore sono i luoghi dove è presente acqua e cibo, ossia pesci, che costituiscono la sua alimentazione. Alimentazione: La dieta del Martin Pescatore è infatti quasi esclusivamente a base di pesce. nostante la modesta grandezza, il Martin Pescatore riesce a catturare prede anche più grandi del suo corpo. In alcune occasioni, in mancanza delle sue prede preferite, cattura piccoli animali acquatici quali larve, insetti acquatici come le libellule o piccoli granchi, a volte anche molluschi. Quando ha catturato la preda, il Martin Pescatore ritorna sul masso e a colpi di beccate l'uccide e l'ammorbidisce. n essendo in grado di mangiare tutto il corpo degli animali, lische e scaglie vengono rigurgitate costituendo i cosiddetti boli. Consistenza delle popolazioni: E presente nell area di studio, dove diversi individui sono stati osservati durante la ricerca. nostante non sia stato trovato alcun nido, è altamente probabile che la specie nidifichi all interno del perimetro della riserva, dove spesso utilizza le canne come posatoi per la caccia. Minacce: Mancano studi specifici condotti sul territorio regionale; in generale i principali fattori di minaccia sono costituiti dalla distruzione e/o modifica dell'habitat della specie; in particolare i fattori di disturbo sono legati al sito di nidificazione (pulizia, rimodellamento o cementificazione degli argini) o alla sfera trofica (inquinamento delle acque, prelievo atropico o contaminazione delle prede. Anche gli inverni rigidi possono provocare estese mortalità ed anche l'estinzione locale dei nuclei nidificanti. Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e Protezione: SPEC 3; Dir.Uccelli CEE All I; Lista Rossa: a basso rischio. La specie non è inserita tra quelle cacciabili nella legislazione che regola l attività venatoria e tutelano la fauna selvatica (Legge Nazionale n. 157/1992) 59/237

60 1.3.6 Milvus milvus (Linnaeus, 1758) me scientifico: ORDINE Falconiformes, FAMIGLIA Accipitridae, SPECIE Milvus milvus (Linnaeus, 1758) me volgare: Nibbio reale Biologia: Rapace di medie dimensioni sensibilmente più grande e snello della Poiana (Buteo buteo). Silhouette simile a quella del Nibbio bruno (Milvus migrans) ma più slanciata con coda lunga e profondamente forcuta. Colorazione, inoltre, più vivace, con evidenti tinte rossicce e pannelli bianchi in corrispondenza delle remiganti primarie. Le ali lunghe e relativamente sottili rendono il suo volo agile e leggero. Migratore parziale, con le popolazioni nord-orientali migratrici che tendono a svernare nella parte sud dell areale fino al Mediterraneo (Italia, Francia, Spagna). Distribuzione: Specie politipica a distribuzione europea, con due nuclei principali concentrati in Germania e Spagna. In Italia è sedentaria e nidificante nelle regioni centro-meridionali e insulari anche se la distribuzione non è uniforme ma localizzata in tre nuclei distinti: 1) Basilicata, Puglia, Calabria 2) Molise-Abruzzo 3) Monti della Tolfa (VT) Scomparsa dalle parti settentrionali dell areale toscano negli anni dello scorso secolo. In tempi storici ritenuta nidificante comune nella penisola, ma già considerata in decremento. Sono in corso due progetti di reintroduzione nelle Marche e in Toscana. In Basilicata diffusa in quasi tutto il territorio ed estremamente comune. Assente solo nelle due fasce costiere e in un area rd-orientale al confine con le Province di Bari e Foggia. Habitat: nidifica in ambienti di varia natura e composizione in presenza di macchie boscate o foreste mature di latifoglie, in prossimità di ampie zone aperte incolte o coltivate dove si alimenta. In Basilicata è frequente soprattutto negli ambiti collinari e lungo le ampie valli fluviali, dove frequenta pascoli cespugliati, aree agricole eterogenee e piccoli lembi di bosco. Come il nibbio bruno viene spesso osservato presso discariche di rifiuti solidi urbani e in prossimità di aree umide. In svernamento forma dormitori di diverse decine di individui. Diffusa soprattutto in area collinare, occasionalmente può essere osservata anche ad altitudini superiori ai m. Soprattutto in questo caso non è possibile inserire il codice degli habitat di riferimento, vista l ampia gamma di habitat frequentata da questa specie Alimentazione: opportunista, ha uno spettro alimentare molto vasto, nutrendosi di piccoli mammiferi, uccelli, rettili, carcasse rinvenute lungo le strade a scorrimento veloce, rifiuti, ecc Consistenza delle popolazioni: La popolazione europea viene stimata tra le e le coppie, di cui il 50% in Germania. In Italia stimate 300/400 coppie con tendenza al decremento o fluttuazioni annuali. In Basilicata stimate 200/250 coppie nidificanti (Allavena et alii, 2008). La Basilicata, dunque, ha un ruolo strategico per la conservazione della specie in Italia, ospitando oltre il 60% della popolazione nazionale. Durante l inverno, inoltre, la popolazione lucana è ulteriormente incrementata da contingenti svernanti provenienti dalle aree più settentrionali dell areale, dunque di notevole interesse conservazionistico risultano i tipici assembramenti invernali osservabili per questa specie. 60/237

61 Nella nostra regione il Nibbio reale è una presenza costante e visibile in ogni ambiente; questa prerogativa, però, non deve portare ad una sottovalutazione dell importanza di questa specie a livello nazionale ed europeo. Minacce: Il principale fattore di minaccia per la specie, nonché l'elemento maggiormente limitante all'espansione del sua areale riproduttivo, è la distruzione e trasformazione dell habitat agropastorali erosi da un progressivo e capillare processo di penetrazione delle attività umane sotto forma di insediamenti abitativi o industriali, interventi alla viabilità spietramenti, messa a coltura dei pascoli, ecc. Il pascolo brado, sempre meno diffuso, rappresenta un importante risorsa alimentare per questa specie (carcasse, placente,) oltre a consentire il mantenimento di quelle condizioni di eterogeneità ambientale tanto ricercate dal rapace. Minacce derivano anche da una gestione inadeguata dei boschi ed al disturbo legato alle attività ricreative come ad esempio la circolazione dei fuoristrada e, nel caso degli svernanti, la caccia, oltra al bracconaggio, la contaminazione da pesticidi e metalli pesanti ed il disturbo ai nidi. Una grave minaccia è rappresentata dai progetti di impianti eolici. Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e Protezione: SPEC 4; Dir.Uccelli CEE All I; Berna All II; Bonn All. II; CITES app. I; PArt. Prot. 157/92; Lista Rossa: in pericolo. La specie non è inserita tra quelle cacciabili nella legislazione che regola l attività venatoria e tutelano la fauna selvatica (Legge Nazionale n. 157/1992) 61/237

62 1.3.7 Milvus migrans (Boddaert, 1783) me scientifico: ORDINE Falconiformes, FAMIGLIA Accipitridae, SPECIE Milvus migrans (Boddaert, 1783). me volgare: Nibbio bruno Biologia: Rapace di medie dimensioni sensibilmente più grande e snello della Poiana (Buteo buteo). Silhouette simile a quella del Nibbio reale (Milvus milvus) ma meno slanciato con coda più corta e meno forcuta, che quando aperta appare di forma triangolare; colorazione più uniforme e meno contrastata. Nidifica su grossi alberi dove costruisce un nido di rami ben nascosto tra le fronde. Specie migratrice a lungo raggio, giunge nei quartieri di nidificazione in marzo-aprile dove si trattiene fino ad agosto. Sverna prevalentemente in Africa Sub-sahariana. Distribuzione: specie politipica con distribuzione Paleartica-paleotropicale-australasiana. Popolazione europea concentrata in Russia, ma consistenti popolazioni riguardano Spagna, Francia e Italia. In Italia la distribuzione frammentata, più uniforme nei settori prealpini, lungo il versante tirrenico centrale e sull appenino meridionale. E presente una piccola popolazione in Sicilia occidentale. In Basilicata nidifica diffusamente in gran parte del territorio regionale, risultando assente o molto raro solo dai settori spiccatamente appenninici. Habitat: aree boscate con foreste miste di latifoglie, lembi di boschi in aree aperte, ambienti planiziali o rupestri circondate da zone aperte utilizzate per la caccia. Spesso osservato in prossimità di discariche di rifiuti solidi urbani e in prossimità di aree umide. Diffusa tra i 200 e 700 m di altitudine anche se in migrazione lo si osserva in una più ampia varietà di ambienti, anche in zone montuose. La specie si muove in un territorio molto ampio utilizzando una vasta gamma di ambienti e risulta estremamente difficile elencarli. In questo caso è quindi impossibile attribuire il codice degli habitat di riferimento in quanto si tratterebbe di una forzatura. Alimentazione: Opportunista, si nutre di un ampia gamma di alimenti tra cui rettili, piccoli mammiferi, carcasse rinvenute lungo le strade a scorrimento veloce, rifiuti, ma anche cadaveri di pesci, invertebrati, ecc Consistenza delle popolazioni: In Italia stimate coppie nidificanti con tendenza al decremento o fluttuazioni annuali. In Basilicata stimate coppie nidificanti. Nel periodo che precede la migrazione post-riproduttiva (prima decade di Agosto) in Basilicata si concentrano stormi numerosi (fino ad oltre 700 individui) presumibilmente provenienti anche da altre regioni. Sotto questo profilo la Basilicata si pone come un sito strategico per la conservazione della specie. Minacce: Distruzione e trasformazione habitat riproduttivo, disboscamento, abbandono del pascolo, agricoltura intensiva, bracconaggio, contaminazione da pesticidi e metalli pesanti, diminuzione delle risorse trofiche, disturbo ai nidi. Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e Protezione: SPEC 3; Dir.Uccelli CEE All I; Berna All II; Bonn All. II; CITES app. I; PArt. Prot. 157/92; Lista Rossa: Vulnerabile. La specie non è inserita tra quelle cacciabili nella legislazione che regola l attività venatoria e tutelano la fauna selvatica (Legge Nazionale n. 157/1992). 62/237

63 1.3.8 Falco peregrinus (Linnaeus, 1758) me scientifico: ORDINE Falconiformes, FAMIGLIA Accipitridae, SPECIE Falco peregrinus (Linnaeus, 1758) me volgare: Falco pellegrino Biologia: Il corpo compatto e aerodinamico, le ali arcuate a balestra, la coda relativamente corta contraddistinguono la silhouette in volo. Risulta potente, caratterizzato da forti colpi d ala. Il piumaggio è caratterizzato dal forte contrasto fra bianco del petto e delle guance e il nero della testa. Nidifica prevalentemente sulle rocce scoscese e spesso sui nidi abbandonati da altri rapaci. Il nido è costruito generalmente in posizioni strategiche che gli permettono un ottima visione del territorio circostante. Depone, tra la fine di febbraio e l inizio di aprile, dalle 2 alle 4 uova (1-5). La cova è portata avanti sia dal maschio che dalla femmina e la coppia rimane unita per la vita. Distribuzione: Sedentario, in parte migratore erratico. Il Falco pellegrino che abita la regione Mediterranea viene attribuito formalmente alla sottospecie brookei. In Italia manca nelle pianure. Stanziale, in Sardegna ha colonizzato tutte le principali coste rocciose dell isola raggiungendo in alcune zone densità molto elevate. Anche le aree interne risultano densamente popolate con coppie territoriali presenti praticamente in tutte le emergenze rocciose. Habitat: nidifica soprattutto su pareti rocciose. In inverno anche in zone umide ed estuari. Frequenta scogliere, montagne, colline, ambienti aperti con emergenze rocciose. Alimentazione: Ornitofago, più del 90% della sua alimentazione è rappresentata da uccelli le cui dimensioni vanno da quelle di un passero a quelle di un anatra. Raramente si ciba di piccoli mammiferi e insetti. La caccia è eseguita sia in volo esplorativo che in agguato. Si lancia sulla preda in volo, con velocità che possono toccare i 200 km/h. Domina dall alto il paesaggio, pronto ad individuare con la sua vista acuta la vittima Consistenza delle popolazioni: Minacce: Alterazione e distruzione degli habitat, uso indiscriminato dei pesticidi. Minacce: In passato ha subito forti perdite a causa della persecuzione diretta e del furto di uova e piccoli, che costituiva un fattore limitante importante per la popolazione nidificante. Attualmente questi fenomeni si sono notevolmente ridotti, pur persistendo in alsune realtà locali, e ciò ha determinato una ripresa delle popolazione (Allavena e Brunelli, 2003). Altri fattori di disturbo sono costituiti dal disturbo provocato dall'attività venatoria presso i siti di riproduzione, dall'impatto con le linee elettriche, dall'arrampicata sportiva. Ulteriore fattore di rischio può essere rappresentato dagli impianti eolici. Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e Protezione: Convenzione di Berna, All. II; DIR. CEE 409/79, All. I. 63/237

64 1.3.9 Lullula arborea (Linnaeus, 1758) me scientifico: ORDINE Passeriformes, FAMIGLIA Alaudidae, SPECIE Lullula arborea (Linnaeus, 1758) me volgare: Tottavilla Biologia: Raggiunge la lunghezza di 15 cm. L'apertura alare è di cm. Si presenta con il becco sottile, le guance di colore bruno tendente al rossiccio, i segni sopraciliari che si congiungono alla nuca. La marca sopra-alare è bianca. La coda è corta. Mentre canta in volo, la tottavilla vola a spirale verso il cielo spesso partendo dalla cima di un albero. A parte questo, è soprattutto un uccello terrestre che si nutre di insetti catturati nel terreno arido. Allo stesso modo costruisce il nido sul suolo. Il nido è ben mimetizzato fra i ciuffi d'erba. I pulcini lo lasciano prima di saper volare. Nidifica sul terreno. Ha un periodo di nidificazione molto lungo, da Marzo, fino ad Agosto. La covata è composta da 3 a 6 uova biancastre picchiettate di marrone. Fa da 1 a 2 covate all'anno. Distribuzione: Vive in quasi tutta l'eurasia, ed Africa, nidifica in tutta l'italia, in habitat collinari, e di montagna molto vari. In Italia è comune ovunque come uccello stazionario, di passo e invernale. Il passo primaverile ha luogo in aprile, quello autunnale da metà ottobre a metà novembre. Habitat: Alaudide tipico di radure e zone adiacenti a boschetti e arbusteti. Nidifica sul terreno dove si nutre di piccoli invertebrati. È considerata una specie bioindicatrice dell integrità degli ecosistemi aperti e della diversità ambientale. Frequenta ambienti aperti e semi-aperti, in cui zone a vegetazione molto bassa si alternano a boschi o gruppi di alberi e cespugli: la si trova in brughiere, radure forestali, rimboschimenti di giovani alberi, vigneti, pascoli semi-abbandonati, campi e prati adiacenti a foreste oppure intervallati a siepi e boschetti. Generalmente include nel proprio territorio porzioni di terreno nudo o con vegetazione molto rada. Si tratta di una specie meso-xerofila, presente -negli ambienti adatti- dal livello del mare ad oltre 2000 m, ma mai veramente comune. Alimentazione: La sua dieta consiste in insetti e semi Consistenza delle popolazioni: Nidifica nei territori limitrofi alla riserva, in ambienti di pascoli cespugliati e arborati, soprattutto in prossimità di lembi di bosco o filari di querce. Individui in canto sono stati uditi durante l intero corso della ricerca, e piccoli gruppi familiari sono stati osservati in alimentazione sui prati umidi cespugliati adiacenti al canneto. Minacce: L'habitat originario della specie si sta riducendo a seguito delle modifiche ambientali che stanno avvenendo nei paesaggi collinari e montani. Intensificazione delle pratiche agricole e, all'opposto, abbandono di campi e pascoli con conseguente invasione di alberi e arbusti, creano un serio impatto alla specie. Oltre ai cambiamenti dell'uso del suolo e all'intensificazione dell'agricoltura, un fattore decisivo appare la riduzione degli ambienti aperti per la diminuzione delle aree pascolate, l'abbandono delle attività agricole tradizionali, e la ricrescita spontanea del bosco in zone alto collinari e montane. Livello di minaccia nel SIC: basso Conservazione e Protezione: Convenzione di Berna, All. II; DIR. CEE 409/79, All. I. 64/237

65 Anfibi e Rettili elencati nell allegato II della Direttiva 92/43/CEE Elaphe quatuorlineata (Lacépède, 1789) me scientifico: ORDINE Reptilia- Serpentes FAMIGLIA, Colubridae SPECIE Elaphe quatuorlineata (Lacépède, 1789). me volgare: Cervone Biologia: serpente di grandi dimensioni caratterizzato, allo stadio adulto, da quattro strie scure longitudinali che ne percorrono i fianchi e il dorso. L accoppiamento avviene tra aprile e maggio e la deposizione delle uova tra giugno e fine luglio (in aree umide e termicamente stabili). La livrea giovanile conferisce un aspetto marcatamente reticolato all animale che risulta, dunque, estremamente diverso dall adulto. Distribuzione: La specie è un entità appenninico balcanica. In Italia centro-meridionale è distribuito in maniera abbastanza disomogenea, sebbene tale dato potrebbe derivare da difetto di ricerca. Il limite settentrionale italiano è costituito da Toscana e Marche. Per la Basilicata, i dati ufficiali riportano una distribuzione della specie estremamente discontinua e prevalentemente concentrata verso i confini con Puglia e Calabria. Tuttavia tale distribuzione frammentaria è da attribuire a difetto di ricerca essendo il Cervone tra i più comuni colubri della regione. Habitat: frequenta un' ampia varietà di ambienti (da praterie a faggete), ma soprattutto la fascia collinare a macchia mediterranea. Il Cervone sembra prediligere zone limitrofe a corsi d acqua, anche se di modesta portata, o comunque zone umide nei pressi di stagni e laghi. La specie si rinviene dal livello del mare fino a poco più di 1000 metri (il limite altitudinale italiano è stato registrato in Basilicata). Alimentazione: si nutre prevalentemente di micro- e meso-mammiferi (da toporagni a donnole, da arvicole a conigli), lacertidi, uccelli di piccole e media taglia nonché loro nidiacei e uova. Consistenza delle popolazioni: n esistono dati tali poter stabilire la consistenza delle popolazioni in Italia se non su scala locale. n esistono dati demografici noti per il SIC. Minacce: La principale minaccia è costituita dagli incendi estivi delle zone di macchia ove vive la specie, dallo spietramento, e dalla "pulizia" dei muri a secco e in generale da tutti quei fattori che producono la perdita di habitat. La specie potrebbe anche essere a rischio per via del progressivo isolamento delle varie popolazioni (con conseguente perdita della variabilità genetica ed instaurarsi di problemi da "imbreeding"), soprattutto in ambiente planiziale. All interno del suo areale è in decremento per la frammentazione e riduzione dell habitat, l utilizzo di pesticidi agricoli che ne riducono le prede, talvolta da impatti stradali particolarmente frequenti, nonché per persecuzioni da parte dei locali. Livello di minaccia nel SIC: Basso Conservazione e Protezione: E' una specie protetta per il suo elevato valore biogeografico e conservazionistico, sia dalle direttiva comunitarie (allegato II e IV dir. 92/43/CEE) che da altre convenzioni internazionali (Berna, Allegato 2). Nella categorie di minaccia di estinzione previste dalla IUCN è considerata quasi in pericolo (inserita nel livello Near Threatened). 65/237

66 Parametri Stato di Conservazione della Specie Range Favorevole ('verde') n favorevole Inadeguato ('giallo') n favorevole - Cattivo ('rosso') Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Area coperta dalla specie all interno del range Prospettive future (rigurdanti range, area coperta e strutture e funzioni specifiche) Valutazione globale dello Stato di Conservazione 66/237

67 Emys orbicularis (Linnaeus, 1758) me scientifico: ORDINE Reptilia-Chelonii FAMIGLIA, Emydidae SPECIE Emys orbicularis (Linnaeus, 1758). me volgare: Testuggine palustre europea Biologia: il periodo di attività varia a seconda dell' andamento climatico. Generalmente l attività comincia in marzo e si protrae fino a tutta l estate e l autunno. In ambiente particolarmente caldi dell Italia meridionale, se frequenta raccolte d acqua temporanee, esistono due periodi di latenza, uno invernale ed uno estivo. La riproduzione avviene una o due volte l anno (in alcune popolazioni dell Italia meridionale) con la deposizione di 3-9 uova in nidi scavati fino a 1000 metri (ma generalmente entro 100 m) di distanza dalla raccolta d acqua frequentata. Distribuzione: la specie è diffusa dal rd Africa all Europa centrale e meridionale sino a Danimarca, Polonia e Lituania; da ovest verso est dal Portogallo al Lago d Aral. Emys orbicularis è diffusa in tutta Italia (incluse Sardegna; le popolazioni Siciliane sono state recentemente ascritte ad una nuova specie: Emys trinacris), soprattutto lungo le aree costiere e pianeggianti ma anche in montagna. In base ai dati ufficiali la specie in Basilicata, dove raggiunge il suo limite altitudinale (1540 m s.l.m., zona del Pollino lucano), risulta estremamente localizzata e rara ma tale dato scaturisce da difetto di ricerca. Habitat: Gli habitat acquatici prediletti dalla specie sono riconducibili a due tipi: acque lentiche costituite da stagni, paludi, acquitrini, cave dismesse allagate e laghi bassi e acque lotiche a corso estremamente lento con flusso laminare, come canali di bonifica e di irrigazione, in entrambi i casi possibilmente con vegetazione ripariale. Frequentano sia zone boscate che aperte. Alimentazione: Emys orbicularis ha una dieta prettamente carnivora costituita da molluschi, crostacei e insetti (nonché loro uova e larve) e, raramente, da piccoli vertebrati acquatici (anfibi e pesci), che integra con minimi apporti vegetali (alghe). Consistenza delle popolazioni: n esistono dati tali poter stabilire la consistenza delle popolazioni in Italia se non su scala locale. n esistono dati demografici noti per il SIC. Minacce: Le principali minacce per la Testuggine palustre europea sono rappresentate dall'alterazione, inquinamento, frammentazione e distruzione dell habitat, sia acquatico che terrestre circostante. Un fattore di impatto decisivo sulla specie è rappresentato dall'introduzione di specie alloctone come la Testuggine palustre rossa, Trachemys scripta, presente, peraltro, con piu' di una sottospecie, ormai in numerosi ambienti acquatici della Basilicata. Nel caso di Panano di Pignola, anche il traffico stradale rappresenta un problema per la dispersione della specie. Livello di minaccia nel SIC: Medio in quanto risente della competizione con la specie alloctona Trachemys scripta per l habitat e le risorse. Conservazione e Protezione: è una specie protetta sia dalle direttiva comunitarie (allegato II e IV dir. 92/43/CEE) che da altre convenzioni internazionali (Berna, Allegato 2). Nella categorie di minaccia di estinzione previste dalla IUCN è considerata quasi in pericolo (inserita nel livello di minaccia imminente). 67/237

68 Parametri Stato di Conservazione della Specie Range Favorevole ('verde') n favorevole Inadeguato ('giallo') n favorevole - Cattivo ('rosso') Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Area coperta dalla specie all interno del range Prospettive future (rigurdanti range, area coperta e strutture e funzioni specifiche) Valutazione globale dello Stato di Conservazione 68/237

69 Triturus carnifex (Laurenti, 1768) me scientifico: ORDINE Amphibia, Caudata FAMIGLIA, Salamandridae SPECIE Triturus carnifex (Laurenti, 1768). me volgare: Tritone crestato italiano Biologia: Tritone di grossa taglia, precedentemente ritenuto una sottospecie di T. cristatus e poi elevato a rango specifico negli anni 80 e 90 rispettivamente in base a criteri biochimici e morfologici. La specie si accoppia e riproduce in acqua, tipicamente in primavera. Distribuzione: La specie è nativa dell Italia continentale e peninsulare, in Albania; Austria; Bosnia and Erzegovina, Croazia, Repubblica Ceca, Grecia, Ungheria; Macedonia, ex Yugoslavia; Montenegro; Serbia; Slovenia; Svizzera ma è stata introdotta anche in altri paesi europei (Olanda, Azzorre, UK). In Basilicata la specie risulta piuttosto rara in base ai dati ufficiali ma tale valutazione è dovuta a difetto di ricerca e la specie risulta ben rappresentata nella regione. Habitat: È presente dal livello del mare fino a 2000 metri di quota, prediligendo tuttavia la fascia collinare attorno ai 400 m. Si riproduce in ambienti acquatici di vario tipo (anse laterali di torrenti, sorgenti e piccoli invasi artificiali quali fontanili-abbeveratoio e vasche a scopo irriguo, pozze residuali in ambiente torrentizio e di fiumara), preferendo comunque discreti volumi d acqua relativamente profondi e, possibilmente, permanenti. Alimentazione: si nutre prevalentemente di artropodi ma anche molluschi e anellidi. Consistenza delle popolazioni: n esistono dati tali poter stabilire la consistenza delle popolazioni se non su scala strettamente locale. n esistono dati demografici noti per il SIC. Minacce: Le alterazioni di tipo chimico degli ambienti di riproduzione della specie, l'alterazione e la distruzione dei corpi idrici nonche' l'introduzione di specie ittiche, sono le cause principali di estinzioni delle popolazioni. Recenti studi condotti su diverse popolazioni del Laio, suggeriscono inoltre una sensibilità della specie ad agenti chimico-radioattivi. (D'Amen et al, 2006). Livello di minaccia nel SIC: Medio Conservazione e Protezione: è una specie protetta per il suo valore biogeografico e conservazionistico, sia dalle direttiva comunitarie (allegato II e IV dir. 92/43/CEE) che da altre convenzioni internazionali (Berna, Allegato 2). Nelle categorie di minaccia di estinzione previste dalla IUCN è inserita nel livello Least Concern. Parametri Favorevole ('verde') Stato di Conservazione della Specie n favorevole Inadeguato ('giallo') n favorevole - Cattivo ('rosso') Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Range Popolazione Habitat della specie Prospettive future (relativamente alla popolazione, range e disponibilità di habitat) Valutazione globale dello Stato di Conservazione 69/237

70 Bombina pachypus (Bonaparte, 1838) me scientifico: ORDINE Amphibia, Anura FAMIGLIA, Bombinatoridae SPECIE Bombina pachypus (Bonaparte, 1838). me volgare: Ululòne appenninico Biologia: Piccolo rospo caratterizzato dalla vivace colorazione gialla e nera delle parti ventrali, precedentemente considerato una sottospecie di B. variegata di cui ne deve essere ancora considerato parte nella dir.92/43/cee. Distribuzione: La specie è endemica dell Italia peninsulare, dalla Liguria all estremità della Calabria. In Basilicata la specie risulta rara in base ai dati ufficiali ma tale valutazione è dovuta a difetto di ricerca e la specie risulta ben rappresentata nella regione. Habitat: frequenta, si accoppia e si riproduce in un ampia varietà di ambienti umidi: raccolte temporanee di modeste dimensioni, pozze residuali in ambiente torrentizio ed di fiumara, grandi pozzi, sorgenti e altri invasi artificiali quali fontanili-abbeveratoio e vasche a scopo irriguo (peschiere o cibbie), nonché acque debolmente correnti (piccoli torrenti o anse laterali di torrenti di maggior portata). È presente dal livello del mare fino a 1600 metri di quota, ma predilige la fascia collinare e medio montana ( m slm). Alimentazione: si nutre prevalentemente di artropodi ma anche molluschi. Consistenza delle popolazioni: n esistono dati tali poter stabilire la consistenza delle popolazioni se non su scala strettamente locale. I dati disponibili per alcune attestano che la maggior parte di esse è costituita da un esiguo numero (da poche unità ad alcune decine) di individui riproduttori. Minacce: Le principali cause di minaccia per la conservazione di questa specie riguardano la distruzione degli habitat, in particolare quelli riproduttivi in seguito a captazioni delle acque, regimazioni dei torrenti, e dei piccoli ruscelli, interventi drastici di pulizia delle pozze di abbeveraggio per l bestiame, introduzione di specie ittiche nelle raccolte di acqua in cui si riproduce. La sempre maggiore diffusione di patogeni fungini (Batrachochytrium dendrobatidis) a cui la specie sembra particolarmente sensibile è considerata tra i principali cause di estinzione su scala locale. Nel complesso la specie è considerata alto rischio di estinzione. Livello di minaccia nel SIC: Medio-basso Conservazione e Protezione: è una specie altamente protetta per il suo elevato valore biogeografico, conservazionistico, e per il trend negativo su scala nazionale. È protetta dalla direttiva comunitarie (allegato II e IV dir. 92/43/CEE come parte di B. variegata) e da altre convenzioni internazionali (es., Berna, Allegato 2). Nella categorie di minaccia di estinzione previste dalla IUCN è inserita, dal 2009, tra le specie a maggio rischio di estinzione (Endangered) 70/237

71 Parametri Stato di Conservazione della Specie Favorevole ('verde') n favorevole Inadeguato ('giallo') n favorevole - Cattivo ('rosso') Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Range Area coperta dalla specie all interno del range Prospettive future (rigurdanti range, area coperta e strutture e funzioni specifiche) Valutazione globale dello Stato di Conservazione 71/237

72 Insetti elencati nell allegato II della Direttiva 92/43/CEE Cerambyx cerdo (Linnaeus, 1758) me scientifico: ORDINE, Insecta Coleoptera FAMIGLIA, Cerambycidae SPECIE Cerambyx cerdo (Linnaeus, 1758). me volgare: Cerambice della quercia Biologia: Cerambicide di grandi dimensioni, di colore nero con apice delle elitre rossastro, dalle antenne molto sviluppate. La larva si sviluppa all'interno del tronco e dei rami maggiori delle querce ma anche, subordinatamente, di altre latifoglie. Le piante vecchie e malate vengono preferite. Il periodo ninfale si compie durante l'estate e l'adulto schiude a settembre ma rimane nella celletta fino all estate successiva quando, con i primi caldi primaverili-estivi (tra maggio e giugno), sfarfalla attraverso un foro nella corteccia. Completa il ciclo vitale in 3-5 anni. Distribuzione: La specie è distribuita nel Paleartico occidentale ed è presente in tutta Europa, rd Africa e Asia Minore. In Italia è diffusa su tutto il territorio (Sardegna e Sicilia comprese) ad eccezione della parte più meridionale della Puglia. In Basilicata risulta fortemente localizzata nel settore meridionale, verosimilmente a causa di difetto di ricerca. Habitat: Generalmente frequenta zone collinari senza spingersi a quote elevate. Spesso più frequente in ambienti parzialmente antropizzati, come zone agricole tradizionali o foreste semi-naturali. Alimentazione: La specie è prettamente xilofaga e saproxilica. Consistenza delle popolazioni: n esistono dati tali poter stabilire la consistenza delle popolazioni. n esistono dati demografici noti per il SIC. Minacce: La specie appare in riduzione in numerosi paesi centro-europei, per la riduzione e la scomparsa di habitat. Le principali minacce sono la riduzione di alberi vetusti, la proliferazione di specie esotiche (es. anche rimboschimenti a conifere) in sostituzione o nelle vicinanze dei querceti o di altri boschi naturali, azioni mirate alla sua distruzione qualora la specie venga considerata un danno per il legname. Livello di minaccia nel SIC: Basso Conservazione e Protezione: è una specie protetta per il suo elevato valore biogeografico e conservazionistico, sia dalle direttiva comunitarie (allegato II e IV dir. 92/43/CEE) che da altre convenzioni internazionali (Berna, Allegato 2). Nella categorie di minaccia di estinzione previste dalla IUCN è inserita, dal 2010, nel livello Near Threatened. Parametri Stato di Conservazione della Specie Favorevole ('verde') n favorevole Inadeguato ('giallo') n favorevole - Cattivo ('rosso') Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Range Area coperta dalla specie all interno del range Prospettive future (rigurdanti range, area coperta e strutture e funzioni specifiche) Valutazione globale dello Stato di Conservazione 72/237

73 Melanargia arge (Sulzer, 1776) me scientifico: ORDINE Insecta, Lepidoptera FAMIGLIA, Satyridae SPECIE Melanargia arge (Sulzer, 1776). me volgare: Arge Biologia: elegante lepidottero dalla livrea bianco e nera, ha una sola generazione all anno (specie univoltina) e l adulto vola per sole tre settimane tra maggio e la fine di giugno, a seconda delle zone. Distribuzione: La specie è endemica dell'italia centro meridionale (assente dalla Sardegna) ed ha il suo margine distributivo settentrionale in Abruzzo, Umbria e Toscana meridionale. In Basilicata la specie risulta poco nota e le segnalazioni provengono prevalentemente dalle aree limitrofe alla Campania (Moliterno), Calabria (zona del Pollino lucano), Puglia (Motemilone, PZ), chiaramente per difetto di ricerca. Habitat: specie stenoecia, xero-termofila, legata a praterie xeriche rocciose e sassose (come gli ampelodesmeti) di suoli calcarei, spesso con qualche sparso albero ad alto fusto. Alimentazione: le piante nutrici sono Ampelodesmos mauritanicus, Stipa pennata, Brachypodium retusum e altre Poaceae. Consistenza delle popolazioni: n esistono dati tali poter stabilire la consistenza delle popolazioni. n esistono dati demografici noti per il SIC. Minacce: Il forte declino di questa specie negli ultimi anni, non è facilmente spiegabile. Fra le cause principali di minaccia è sicuramente da considerare l'urbanizzazione dei biotopi e gli incendi che ogni anno riducono sempre di più le popolazioni di questa specie, distruggendo le piante nutrici e gli stadi preimaginali. Livello di minaccia nel SIC: bassa Conservazione e Protezione: è una specie protetta per il suo elevato valore biogeografico e conservazionistico, inserita negli allegati II e IV della dir. 92/43/CEE, e nella convenzione di Berna (all. II). Tra le categorie di minaccia stilate dalla IUCN la specie è considerata Least Concern. Parametri Stato di Conservazione della Specie Favorevole ('verde') n favorevole Inadeguato ('giallo') n favorevole - Cattivo ('rosso') Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Range Area coperta dalla specie all interno del range Prospettive future (rigurdanti range, area coperta e strutture e funzioni specifiche) Valutazione globale dello Stato di Conservazione 73/237

74 Pesci elencati nell allegato II della Direttiva 92/43/CEE Rutilus rubilio (Bonaparte, 1837) me scientifico: ORDINE, Cypriniformes FAMIGLIA, Cyprinidae SPECIE Rutilus rubilio me volgare: Rovella Biologia: La Rovella è una specie con discreta valenza ecologica, in grado di occupare diversi tratti dei fiumi e dei corsi d'acqua di minori dimensioni. Preferisce percio' le zone dove l'acqua è moderatamente corrente e poco profonda, con fondo sabbioso o ghiaioso e la modesta presenza di macrofite; Tale preferenza per i corsi medio -alti dei corsi d'acqua è piu' evidente nei bacini dove sono presenti popolazioni alloctone di altri Ciprinidi, come l'alborella e il Triotto, con i quali si istaurano fenomeni di esclusione competitiva. Nella gran parte degli ambienti è attivo tutto l'anno, ma dove la temperatura è piu' bassala ricerca del cibo subisce un consistente rallentamento o cessa del tutto. L'età massima riscontrata in natura è di 7 anni e si riferisce esclusivamente ad individui di sesso femminile, che risultano piu' longevi. La riproduzione ha luogo quando la temperatura dell'acqua reggiunge circa 16, tra marzo e luglio, in relazione alla posizione geografica e alle caratteristiche termiche dei corpi d'acqua. La maggior parte delle popolazioni, si riproduce durante il periodo Aprile-Maggio. Le uova vengono deposte in acque limpide e profonde pochi decimetri sulla vegetazione acquatica e sulla ghiaia durante giornate assolate. Distribuzione: La specie è endemica della Regione Italico-peninsulare, diffuso in gran parte della penisola; R. rubilio è segnalato anche nei bacini della Dalmazia, Albania e Grecia, ma probabilmente trattasi di popolazioni diverse dal taxon delle popolazioni italiane. In seguito ad immissioni accidentali legate ai cosiddetti ripopolamenti a favore della pesca sportiva, la specie è presente anche nei corsi d'acqua dell'appennino romagnolo e della Sicilia. Habitat: Predilige acque con una leggera corrente e ricche di piante acquatiche. Vive anche nei laghi e in torrenti a fondo sabbioso e ghiaioso mentre è rara negli stagni Alimentazione: La Rovella è onnivora e ricerca il cibo sul fondo o a mezz'acqua; la dieta comprende piccoli molluschi e crostacei, larve e adulti di insetti, alghe e macrofite; Consistenza delle popolazioni: n esistono dati tali poter stabilire la consistenza delle popolazioni. n esistono dati demografici noti per il SIC. Minacce: Risente di alterazioni consistenti degli habitat: canalizzazioni ed altri interventi sugli alvei fluviali, come i prelievi di ghiaia e sabbia possono causare la riduzione delle idonee aree di frega, con la conseguente rarefazione della specie in un sistema idrografico. In alcuni ambienti le popolazioni sono in forte contrazione numerica e corrono il serio rischio di estinzione in seguito all'immissione o all'acclimatazione di Ciprinidi alloctoni come il Triotto, avente la stessa nicchia ecologica. Dove ha luogo la simpatria artificiale tra la Rovella ed il Triotto, le due specie entrano in competizione e si osservano decrementi nella popolazione di Rovella negli ambienti dove l'acqua è lenta o poco corrente; in alcuni ambienti, la specie alloctona ha quasi eliminato completamente la specie autoctona. Livello di minaccia nel SIC: Media 74/237

75 Conservazione e Protezione: è una specie protetta per il suo elevato valore biogeografico e conservazionistico, inserita negli allegati II della dir. 92/43/CEE. Tra le categorie di minaccia stilate dalla IUCN la specie è considerata Least Concern. Parametri Stato di Conservazione della Specie Favorevole ('verde') n favorevole Inadeguato ('giallo') n favorevole - Cattivo ('rosso') Sconociuto (informazioni insufficienti a fare una valutazione) Range Area coperta dalla specie all interno del range Prospettive future (rigurdanti range, area coperta e strutture e funzioni specifiche) Valutazione globale dello Stato di Conservazione 75/237

76 2. STATO DI CONSERVAZIONE DEL SIC SULLA BASE DEGLI INDICATORI 2.1. INDICATORI SPAZIALI Nella tabella seguente è riportata la superficie totale del comune di Pignola (PZ) in cui ricade il SIC/ZPS LAGO PANTANO DI PIGNOLA IT , la superficie comunale ricadente nel sito e la percentuale di territorio comunale interessata dal sito. Tab COMUNE SUPERFICIE TOTALE DEL COMUNE (ha) SUPERFICIE COMUNALE RICADENTE NEL SIC/ZPS IT (ha) SUPERFICIE COMUNALE RICADENTE NEL SIC/ZPS IT (%) PIGNOLA ,68 2,96 Nel sito SIC/ZPS LAGO PANTANO DI PIGNOLA IT sono presenti i seguenti habitat: Tab [cod 3150] Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition [cod 3280] Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba [cod 3290] Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion [cod 6420] Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion Essi ricoprono 47,23% della superficie totale, ovvero 77,78ha dei 164,68ha del SIC/ZPS. L estensione e la distribuzione percentuale rispetto alla superficie totale del SIC/ZPS di ogni habitat sono riportati nella tabella seguente: Tab CODICE HABITAT ESTENSIONE COMPLESSIVA [HA] % SULLA SUPERFICIE TOTALE DEL SIC/ZPS 3150* 26,36 16, ,97 13, ,55 11, ,90 6,01 TOTALE 77,78 47,23 Al fine di ottenere alcune utili informazioni sulla complessità e sull organizzazione degli habitat all interno del SIC/ZPS, sono stati ricavati alcuni indicatori a partire da informazioni spaziali. In particolare, si tratta di: indicatori di sensibilità ecologica (Sensitivity), intesa come predisposizione più o meno grande di un habitat al rischio di subire un danno o alterazione della propria integrità o identità, e indicatori di pressione antropica, correlati al tipo ed intensità dell'uso antropico del territorio, con riferimento sia all'habitat medesimo, sia alle aree immediatamente contigue. La descrizione, il significato e i valori assunti da essi sono descritti di seguito. A partire da considerazioni sugli habitat presenti e dall analisi della cartografia, delle ortofotocarte del territorio e della carta dell uso del suolo, sono stati valutati gli INDICATORI: a) adiacenza a detrattori ambientali: percentuale di adiacenza perimetrale a cave e/o discariche rispetto al poligono dell habitat; b) appartenenza all elenco delle tipologie di habitat a rischio a scala europea comunitaria: appartenenza dell habitat a quelli indicati come prioritari nella Direttiva Habitat; 76/237

77 c) consumo di habitat: percentuale di habitat potenziale stabilmente occupato da manufatti antropici all interno del SIC; d) costrizione dell habitat: percentuale di adiacenza perimetrale ad un area cementificata rispetto al poligono dell habitat; e) densità di nodi viari entro l habitat: numero di nodi viari per ettaro di habitat; f) grado di frammentazione dell habitat: numero di frammenti per ettaro in cui l habitat è suddiviso dal network viario e dall attività antropica; g) eutrofizzazione delle acque superficiali: desunto da osservazioni nel sito; h) pressione agricola sull habitat: percentuale di adiacenza perimetrale ad attività agricole impattanti rispetto al poligono dell habitat; i) rischio di franosità: presenza di aree a rischio; j) vicinanza alla rete viaria: distanza dell habitat dal segmento viario più prossimo. La tabella seguente riporta schematicamente i valori di tali indicatori per gli habitat del SIC/ZPS. Tab UNITÀ DI MISURA INDICATORE HABITAT 3150* a) Adiacenza a detrattori ambientali % b) Appartenenza all elenco delle tipologie di habitat a rischio a scala europea comunitaria 0/ c) Consumo di habitat % d) Costrizione dell habitat % 6 11,5 1,5 0 e) Densità di nodi viari entro l habitat nodi/ha f) Grado di frammentazione dell habitat framm/ha 0 * 0 * g) Eutrofizzazione delle acque superficiali % h) Pressione agricola sull habitat R i) Rischio di franosità R ha di aree a R rischio R j) Vicinanza alla rete viaria m Commentando gli indicatori elencati nella precedente tabella si può evidenziare che gli indicatori (entro il perimetro del SIC/ZPS) - a) adiacenza a detrattori ambientali, c) consumo di habitat, e) Densità di nodi viari entro l habitat ed h) pressione agricola sull habitat - assumono valore nullo. L indicatore d) costrizione dell habitat assume valore: nullo per l habitat 6420; esiguo per gli habitat 3290 e 3150*; relativamente significativo per l habitat L indicatore f) grado di frammentazione dell habitat assume valori prossimi allo zero. L indicatore g) eutrofizzazione delle acque superficiali (desunto da osservazioni nel sito / inteso in termini di % perimetro habitat interessato da eutrofizzazione di spessore maggiore di 3m) assume valore nullo per gli habitat 3290 e 6420 mentre assume valore abbastanza significativo per l habitat 3280 e un valore decisamente consistente per l habitat prioritario 3150*. L indicatore i) rischio di franosità è stato valutato come estensione in ha delle aree a rischio così come determinate dall Autorità Interregionale di Bacino della Basilicata nel Piano Stralcio per l'assetto Idrogeologico: R1: rischio moderato, R2: rischio medio, R3: rischio elevato, R4: rischio molto elevato (rilevato valore nullo c/o tutti gli habitat). 77/237

78 Altri INDICATORI SPAZIALI sono stati determinati applicando i software ESRI ArcMap 9.x l e Fragstats (Spatial Pattern Analysis Program for Quantyfing Landscape Structure by K. McGarigal) v In particolare, mediante il software ArcMap, dallo shape file della Carta degli Habitat (formato vettoriale), sono stati calcolati per ogni habitat i seguenti indicatori: - estensione complessiva di ciascun habitat: la superficie occupata da un habitat è spesso strettamente legata allo stato di conservazione ed alla consistenza numerica delle sue popolazioni e rappresenta quindi un indicatore significativo nella valutazione della complessità ed organizzazione del mosaico territoriale; - numero di poligoni di cui è costituito l habitat; - area del poligono più esteso di ciascun habitat: questa informazione è particolarmente utile per la valutazione delle possibilità di sopravvivenza a lungo termine delle specie tipiche dell habitat; - dimensione media dei poligoni dell habitat; - perimetro di ogni poligono dell habitat; - perimetro totale dell habitat (somma dei perimetri di tutti i poligoni). - rapporto perimetro/superficie di ciascun poligono di cui è costituito l habitat: maggiore il rapporto, maggiore la vulnerabilità dell'habitat; il suo valore infatti cresce al diminuire dell estensione del poligono, oppure con l aumento della tortuosità del perimetro; - rapporto perimetro/superficie medio: media dei rapporti perimetro/superficie di tutti i poligoni che compongono l habitat. Per determinare i valori di metriche di definizione più complessa si è scelto di utilizzare FRAGSTAT 3.3 (McGarigal e Marks,1995), un software libero e di facile accesso. Con il software Fragstats è possibile estrarre diverse tipologie di metriche, suddivise in tre livelli: per ogni poligono o patch, per ogni classe o tipologia di patch (nel caso in esame habitat) e per l'intero territorio (landscape). Tali metriche si possono riassumere nei seguenti gruppi: AREA/DENSITY/EDGE METRICS: descrivono le dimensioni delle patch e del loro perimetro. SHAPE METRICS: descrivono la forma delle patch, a livello di singolo poligono, di classe e di paesaggio. Molte di queste metriche fanno riferimento al rapporto areaperimetro. CORE AREA METRICS: determinano l area all interno di un poligono ad una fissata distanza dal suo contorno. ISOLATION/PROXIMITY METRICS: definiscono diversi parametri basati sulla distanza tra i poligoni. CONTRAST METRICS: metriche basate sulle differenze tra poligoni adiacenti ed appartenenti a diverse classi. CONTAGION/INTERSPERSION METRICS: basate sulla tendenza delle patch ad essere spazialmente aggregati. CONNECTIVITY METRICS: quantificano la connettività, cioè il grado con cui un paesaggio facilita o impedisce i flussi ecologici. DIVERSITY METRICS: calcolate solo a livello di landscape, quantificano la composizione della scena e non sono condizionate dalla diversa disposizione. Sono state calcolate le seguenti METRICHE SUI POLIGONI o patch: - indice di forma (SHAPE): è calcolato come rapporto tra il perimetro del poligono (espresso in numero di celle) e il perimetro del più grande quadrato inscrivibile in esso (espresso in numero di celle); la metrica fornisce valore 1 per poligoni quadrati, altrimenti il suo valore cresce senza limiti; 78/237

79 - dimensione frattale (grado di convoluzione) FRAC: si calcola con la formula 2ln(perimetro)/ln(area) e assume valori tra 1 e 2; la dimensione frattale fa riferimento alla complessità del bordo della figura, è prossima a 1 per poligoni con un perimetro molto regolare (quadrato o rettangolo), mentre tende a 2 per poligoni con un perimetro articolato e complesso. - rapporto di circolarità (grado di compattezza dell habitat) CIRCLE: rapporto fra l area del poligono e l area del più piccolo cerchio circoscritto. Fornisce una misura dell'allungamento dell'area, ed assume valori prossimi allo 0 in presenza di forme circolari, prossimi all 1 per forme allungate; - indice di contiguità (CONTIG): si calcola dividendo la somma dei valori delle celle diviso per il numero totale di pixel nella patch meno 1, moltiplicato per la somma dei valori dei modelli (13 in questo caso) meno 1. Assume valore 0 per una patch costituita da un solo pixel e aumenta fino al valore1 all aumentare della contiguità. L indice di contiguità valuta la connessione spaziale, o contiguità, di celle all'interno di una griglia di patch, per fornire un indice di configurazione di patch di confine, valutando quindi la forma della patch. Di conseguenza, grandi poligoni contigui forniscono come risultato valori più grandi dell indice di contiguità. - distanza minima tra poligoni (isolamento) (ENN): distanza minima bordo-bordo (in m) di ogni poligono dal poligono della stessa classe ad esso più vicino, molto utilizzata per quantificare l isolamento dei poligoni. Si avvicina al valore zero al diminuire della distanza dal bordo. ENN assume valore indefinito (N/A) quando il poligono non ha vicino altri poligoni della stessa classe. Sono inoltre state calcolate le seguenti METRICHE SUGLI HABITAT (o classi): - edge density (ED): Con il termine edge si indica il confine tra due habitat differenti. La Edge Density, misurata in metri per ettaro, si calcola come somma delle lunghezze (m) di tutti i segmenti di confine dei poligoni di un habitat, divisa per la superficie totale indagata, moltiplicata per (per convertirla in ettari). L indice è un espressione della forma e della complessità di patch di un habitat, oltre che dell eterogeneità del mosaico che costituisce la scena. Assume valore zero quando non è presente alcun limite di classe nell intero paesaggio, e può assumere valori sempre crescenti senza limiti, al crescere della complessità e dell eterogeneità del mosaico. Il valore di ED è stato messo in relazione con il disturbo subito da un ambiente. Il crescente disturbo porta ad una frammentazione dei patch e quindi ad una crescita del valore dell indice. Un disturbo troppo elevato, tuttavia, può portare le patch a fondersi tra loro, portando ad una nuova riduzione dell indicatore. Pertanto un disturbo elevato e modesto possono portare allo stesso valore di ED. - indice di forma del territorio (LSI): Questa metrica può essere interpretata come una misura della maggiore/minore aggregazione dei diversi habitat. Fornisce una misura standardizzata del bordo totale; è l equivalente, a livello del territorio, della metrica SHAPE, in particolare misura il rapporto fra il perimetro totale dell habitat e il perimetro del più grande quadrato inscritto in esso; aumenta quando la forma del territorio diventa molto irregolare e/o quando la lunghezza del bordo all interno del territorio cresce. - indice di forma medio (SHAPE_MN): è il valore mediato su tutti i poligoni che compongono l habitat della metrica SHAPE. - dimensione frattale media (FRAC_MN): media delle dimensioni frattali di tutti i poligoni che compongono l habitat. - rapporto di circolarità medio (CIRCLE_MN): media dei rapporti di circolarità di tutti i poligoni che compongono l habitat. - indice di contiguità medio (CONTIG_MN): è pari alla media dell indice di contiguità di tutti i poligoni che compongono l habitat. 79/237

80 - media delle distanze minime tra poligoni della stessa classe (ENN_MN): Assume valore indefinito (N/A) quando i poligoni di un habitat non hanno vicini altri poligoni appartenenti allo stesso habitat; - clumpiness index (CLUMPY): è calcolato a partire dalla matrice di adiacenza, che mostra la frequenza con cui le diverse coppie di patch appartenenti allo stesso habitat (comprese le adiacenze tra patch dello stesso tipo) appaiono sulla mappa. Assume valore pari a -1 quando l habitat è fortemente disaggregato; è uguale a 0 quando l habitat è distribuito in modo casuale, e tende ad 1 quando la classe è fortemente aggregata. L indice non è definito ed assume valore N/A quando l habitat consiste di una singola cella, quando comprende tutti i poligoni eccetto una cella, oppure quando comprende l'intero paesaggio, perché in questi casi è impossibile distinguere tra le distribuzioni raggruppata, casuale e dispersa. - percentage of like adjacencies (PLADJ): si calcola a partire dalla matrice di adiacenza, che mostra la frequenza con cui diverse coppie di habitat risultano adiacenti sulla mappa. L indice, espresso in percentuale, misura il grado di aggregazione dell habitat. Quindi, è una misura di contagio specifico per la classe. L indice sarà minimo e pari a zero se l habitat è estremamente disperso (o disaggregato), ossia ogni cella costituisce una diversa patch, e sarà massimo e pari a 100 se l habitat è massimamente contagioso. E da notare che questo parametro misura solo la dispersione e non la interspezione, e quindi può essere un utile indice di frammentazione dell habitat. - interspersion and juxtaposition index (PLADJ): Considera in maniera esplicita la configurazione spaziale delle patch, rappresentando il livello di interspersione ; essa indica cioè come sono intervallati nella scena gli habitat. Ciascuna classe o habitat è valutata quindi in riferimento alla vicinanza/prossimità rispetto agli altri habitat. L indice è definito in percentuale rispetto alla massima dispersione possibile, dato il numero di classi (McGarigal et al, 1994); valori bassi di IJI caratterizzano paesaggi in cui i patch delle classi sono distribuiti non proporzionalmente o sono fortemente aggregati, tende a 100 (valore massimo) quando l habitat considerato è ugualmente adiacente a tutti gli altri habitat. IJI= 61% IJI= 73% IJI= 97% Uguale area per ciascuna classe La maggiore complessità si traduce in una crescita dell indice IJI, che raggiunge il valore massimo quando gli habitat sono ugualmente adiacenti tra di loro e quando la lunghezza dei confini tra essi è uguale. - indice di coesione del territorio (COHESION): la connettività si riferisce al grado per cui un territorio facilita o impedisce i flussi ecologici (per esempio, il movimento degli organismi fra le zone di un habitat e quindi il tasso di movimento fra le popolazioni locali). L indice di coesione misura la connessione fisica dell habitat esaminato ed aumenta quanto più l habitat è raggruppato o aggregato, quindi, più collegato fisicamente. I valori della metrica sono compresi tra 0 e 100; si avvicina a 0 quando la porzione di territorio diminuisce ed è sempre più suddivisa e meno connessa. 80/237

81 - landscape division index (DIVISION): Si calcola come: 2 ij n a DIVISION 1 j 1 A con a ij superficie (m 2 ) della patch ij; A superficie totale del paesaggio (m 2 ). L indice è basato sulla distribuzione cumulativa dei patch appartenenti allo stesso habitat e viene interpretato come la probabilità che due pixel scelti a caso nel paesaggio non si trovino nella stessa patch del corrispondente habitat. Assume valore zero quando la scena è costituita da una singola patch. Al diminuire della probabilità e quindi al ridursi delle dimensioni delle patch l indice DIVISION si avvicina al valore 1. - Splitting Index (SPLIT): Si calcola come: SPLIT 2 A n 2 a ij j 1 con a ij superficie (m 2 ) della patch ij; A superficie totale del paesaggio (m 2 ). SPLIT è pari ad 1 quando il paesaggio è costituito da una singola patch. Aumenta quando la classe considerata riduce la superficie ed è suddivisa in patch sempre più piccole. Il limite superiore è dato dal rapporto tra l'area del paesaggio e la dimensione di cella e si realizza quando la classe corrispondente è costituita da un singolo pixel di patch. L indice è basato sulla distribuzione cumulativa dei patch e viene interpretato come il numero effettivo di maglie, o il numero di patch con una dimensione costante di patch, quando l habitat corrispondente è suddiviso in S patch, dove S è il valore dello splitting index. - indice di aggregazione del territorio (AI): numero di adiacenze per un determinato habitat diviso per il numero massimo di adiacenze possibili per quell habitat. La metrica assume valori in percentuale. Risulta 0 quando la classe i-esima, in questo caso l habitat i-esimo, è massimamente disaggregata, mentre cresce quando aumenta l aggregazione del territorio; è pari a 100% quando il territorio è costituito da una singola patch compatta. AI è indefinito, e fornisce come risultato N/A, se ogni habitat è costituito da un singola cella. L'indice di aggregazione è calcolato dalla matrice delle adiacenze, che mostra la frequenza con cui le diverse coppie di habitat (comprese le adiacenze nella stessa classe) appaiono adiacenti sulla mappa. L Indice di aggregazione prende in considerazione solo le adiacenze che coinvolgono la singola classe e non le adiacenze con altre classi. Inoltre, a differenza di tutti gli altri parametri basati sulle adiacenze, l'indice di aggregazione si basa sulle adiacenze calcolate con il metodo del single-count, in cui ciascun lato della cella viene contato una sola volta. - indice normalizzato di forma del territorio (NLSI): L indice normalizzato di forma del paesaggio è la versione normalizzata dell'indice di forma del paesaggio (LSI) e, come tale, fornisce una semplice misura di aggregazione. Così come LSI e l'indice di aggregazione (AI) sono strettamente correlati, anche la versione normalizzata di questi parametri sono correlati. 81/237

82 Fig (*da report fase monitoraggio) Fig (**da shape file fase misure tutela e conservazione) 82/237

83 Nelle tabelle riportate di seguito sono esposti i risultati delle elaborazioni per ciascun habitat [Habitat cod 3150] Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition Sono habitat (prioritari) lacustri, palustri e di acque stagnanti eutrofiche ricche di basi con vegetazione dulciacquicola idrofitica azonale, sommersa o natante, flottante o radicante, ad ampia distribuzione, riferibile alle classi Lemnetea e Potametea. Le comunità idrofitiche sono paucispecifiche, colonizzano stagni e vasche, con forte dominanza di 1-2 specie, accompagnate da poche sporadiche compagne. Per l Italia si riportano: Lemna spp., Spirodela spp., Wolffia spp., Hydrocharis morsus-ranae, Utricularia australis, U. vulgaris, Potamogeton lucens, P. praelongus, P. perfoliatus, Azolla spp., Riccia spp., Ricciocarpus spp., Aldrovanda vesiculosa, Stratiotes aloides. L habitat 3150 ricopre 16,01% della superficie del SIC/ZPS, ed è costituito da quattro poligoni di cui uno relativamente predominante di ca.16ha ed altri tre aventi approssimativamente la stessa estensione e la stessa forma. I poligoni distano ca. 67 m l uno dall altro. I valori bassi del rapporto perimetro/superficie (il più basso fra gli habitat del sito), della dimensione frattale indicano una certa regolarità e l indice di aggregazione alto un habitat compatto, essendo legato a condizioni geologiche ed ecologiche particolari per la presenza di acqua. In generale l indice di forma del territorio è alto (ca.5), un rapporto di circolarità medio alto (forma allungata), rapporto frattale ovvero convoluzione basso (habitat con perimetro regolare); inoltre il territorio dell habitat risulta aggregato (AI ca. 96%) e con una coesione alta (habitat molto raggruppato e connesso). Tutti i valori degli indicatori spaziali sono riportati nelle tabelle che seguono. Tab Tabella delle metriche sugli habitat (classi): INDICATORE UNITÀ DI RANGE VALORE MISURA Estensione complessiva ha - 26,36 Numero di poligoni di cui è costituito l habitat adim - 4 Area del poligono più esteso ha - 16,55 Perimetro totale dell habitat m ,39 Dimensione media dei poligoni ha - 6,59 Rapporto perimetro/superficie medio adim - 0,033 Indice di forma del territorio LSI adim 1-4,767 Rapporto di circolarità medio CIRCLE_MN adim 0-1 0,7487 Dimensione frattale media FRAC_MN adim 1-2 1,144 Indice di aggregazione del territorio AI % ,2853 Indice di coesione del territorio COHESION % ,9643 Media delle distanze minime tra poligoni della stessa classe ENN_MN m - 67,1424 Tab Tabella delle metriche sui poligoni dell habitat (patch): POLIGONO PERIMETRO [m] SUPERFICIE [ha] RAPPORTO PERIMETRO/ SUPERFICIE [adim] INDICE DI FORMA SHAPE [adim] RAPPORTO DI CIRCOLARITÀ CIRCLE [adim] DIMENSIONE FRATTALE FRAC [adim] DISTANZA MINIMA TRA POLIGONI ENN [m] 1 844,95 2,495 0,034 1,7976 0,6617 1, ,47 2,928 0,042 3,5153 0,811 1, , ,34 16,551 0,028 2,2174 0,7562 1, ,63 4,387 0,027 1,6406 0,7658 1, , /237

84 L estensione dell habitat è la più significativa rispetto al SIC/ZPS, tuttavia la struttura è piuttosto degradata con insoddisfacenti prospettive di conservazione per la persistente presenza di impatti dovuti a Modifiche del Funzionamento Idrografico in Generale / gestione del livello idrometrico (possibile captazione dell acqua ed inquinamento), Evoluzione della Biocenosi / eutrofizzazione, Reti di Comunicazioni / sentieri, piste ciclabili / Calpestio Eccessivo. I poligoni di cui è costituito l habitat sono quattro e l area del poligono più esteso è sufficientemente consistente ca.16ha; tuttavia si ritiene che basterebbero poche, ed apparentemente insignificanti, modifiche delle condizioni attuali per compromettere irreversibilmente lo stato di conservazione dell habitat. Il rapporto perimetro/superficie di ciascun poligono di cui è costituito l habitat ed il rapporto perimetro/superficie medio, assumono valori favorevoli mentre l indice di forma (SHAPE) di due poligoni hanno valori piuttosto sfavorevoli alla conservazione dell habitat. Il rapporto di circolarità (grado di compattezza dell habitat) CIRCLE_MN è vicino al valore massimo, indice di un habitat dalla forma allungata e quindi molto vulnerabile. La dimensione frattale (grado di convoluzione) FRAC indica la presenza di un perimetro dell habitat poco articolato e forma del territorio piuttosto regolare, tuttavia l indice di forma del territorio (LSI) è alto (ca.5). L indice di aggregazione del territorio (AI) indica che i poligoni dell habitat presentano un elevato grado di compattezza, l indice di coesione del territorio (COHESION) indica che sono abbastanza facilitati i flussi ecologici (per esempio, il movimento degli organismi fra le zone di un habitat e quindi il tasso di movimento fra le popolazioni locali). Si può dedurre che l habitat, pur avendo forma allungata, nel suo complesso risulta aggregato e compatto, scenario dunque in cui è favorita la connessione spaziale. Complessivamente gli indicatori spaziali forniscono valori tali da considerare abbastanza favorevole lo stato di conservazione dell habitat valutandone come limiti l esiguità dell estensione e le forme allungate [Habitat cod 3280] Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba Sono habitat che colonizzano i depositi fluviali con granulometria fine (limosa), molto umidi e sommersi durante la maggior parte dell anno, ricchi di materiale organico proveniente dalle acque eutrofiche. Vegetazione igro-nitrofila paucispecifica presente lungo i corsi d acqua mediterranei a flusso permanente, su suoli permanentemente umidi e temporaneamente inondati. È un pascolo perenne denso, prostrato, quasi monospecifico dominato da graminacee rizomatose del genere Paspalum, al cui interno possono svilupparsi alcune piante come Cynodon dactylon e Polypogon viridis. Le specie guida sono Polypogon viridis, Elymus repens, Rumex sp. pl., Cynodon dactylon, Salix sp. pl., Populus alba. Sono cenosi vulnerabili anche perché nel sito Lago Pantano di Pignola si rinvengono prevalentemente su piccole superfici a contatto con le praterie umide. L habitat 3280 ricopre il 13,95% della superficie del SIC/ZPS, ed è costituito da sei poligoni. Il poligono più esteso ha una superficie di circa 16ha (indice di sufficiente possibilità di sopravvivenza a lungo termine delle specie tipiche dell habitat), tre poligoni di 1-2ha mentre gli altri due hanno superfici ancora più esigue (0,7ha e 0,2ha). Il poligono più esteso presenta indicatori spaziali migliori rispetto agli altri due, ha una forma regolare e si trova relativamente distanziato da tre dei poligoni più piccoli che invece sono vicini tra loro. 84/237

85 In generale l habitat ha un indice di forma abbastanza elevato sintomo di un territorio dalla forma irregolare, un rapporto di circolarità medio piuttosto elevato (forma allungata), rapporto frattale ovvero convoluzione basso (habitat con perimetro regolare); inoltre il territorio dell habitat risulta aggregato (AI del 94%) e con una coesione molto alta (habitat molto raggruppato e connesso). Si riportano di seguito tutti i valori degli indicatori spaziali. Tab Tabella delle metriche sugli habitat (classi): INDICATORE UNITÀ DI RANGE VALORE MISURA Estensione complessiva ha - 22,97 Numero di poligoni di cui è costituito l habitat adim - 6 Area del poligono più esteso ha - 16,28 Perimetro totale dell habitat m ,33 Dimensione media dei poligoni ha - 0,07 Rapporto perimetro/superficie medio adim - 0,07 Edge density (ED) m/ha 0-116,19 Indice di forma del territorio LSI adim 1-6,3646 Rapporto di circolarità medio CIRCLE_MN adim 0-1 0,8126 Dimensione frattale media FRAC_MN adim 1-2 1,1929 Indice di aggregazione del territorio AI % ,3444 Indice di coesione del territorio COHESION % ,7191 Media delle distanze minime tra poligoni della stessa classe ENN_MN m - 82,4612 Tab Tabella delle metriche sui poligoni dell habitat (patch): POLIGONO PERIMETRO [m] SUPERFICIE [ha] RAPPORTO PERIMETRO/ SUPERFICIE [adim] INDICE DI FORMA SHAPE [adim] RAPPORTO DI CIRCOLARITÀ CIRCLE [adim] DIMENSIONE FRATTALE FRAC [adim] DISTANZA MINIMA TRA POLIGONI ENN [m] ,02 16,28 0,032 2,05 0,7707 1, , ,30 0,75 0,093 2,6415 0,8648 1, , ,07 1,79 0,086 1,5 0,6976 1, , ,16 0,25 0,097 3,6296 0,9011 1, , ,70 1,68 0,067 2,5429 0,7783 1, , ,065 2,21 0,045 3,9753 0,8631 1, ,205 L estensione complessiva dell habitat è abbastanza ridotta rispetto al sito ma la struttura piuttosto conservata consente di prevedere buone prospettive di conservazione; i poligoni di cui è costituito l habitat sono sei e solo l area del poligono più esteso è significativa. Il rapporto perimetro/superficie di ciascun poligono di cui è costituito l habitat ed il rapporto perimetro/superficie medio, hanno valori favorevoli alla conservazione dell habitat. L indice di forma (SHAPE) assume valori piuttosto elevati, i poligoni sono quasi tutti molto diversi da un quadrato. La edge density assume valori alti indice di un moderato disturbo subito dall habitat. Il rapporto di circolarità (grado di compattezza dell habitat) CIRCLE_MN è più vicino al valore massimo, indice di un habitat dalla forma allungata e quindi vulnerabile. La dimensione frattale (grado di convoluzione) FRAC indica la presenza di un perimetro dell habitat poco articolato. L indice di forma del territorio (LSI) invece presenta un valore molto alto denotando forma del territorio irregolare e scarsa aggregazione dell habitat rendendolo vulnerabile sotto questo aspetto (si tratta dell habitat più disaggregato del sito). L indice di aggregazione del territorio (AI) indica che ciascun poligono dell habitat risulta abbastanza compatto, l indice di coesione del territorio (COHESION) indica che sono piuttosto facilitati i flussi ecologici, tuttavia i valori di questi indici sono inficiati dal fatto che esiste un poligono molto più grande degli altri e molto compatto, il quale pesa molto sul valore dell indice riferito a tutto l habitat.. 85/237

86 Complessivamente gli indicatori spaziali forniscono valori tali da considerare poco favorevole lo stato di conservazione dell habitat valutandone come limite l accentuata disaggregazione dell habitat, il disturbo, l esiguità dell estensione della maggior parte dei poligoni ed una forma del territorio irregolare [Habitat cod 3290] Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo- Agrostidion Fiumi mediterranei a flusso intermittente (alveo asciutto durante parte dell anno con sporadiche pozze residue) con comunità del Paspalo-Agrostion. ed un avvicendamento con altre della Potametea che colonizzano le pozze d acqua residue. L habitat nel caso specifico del sito Lago Pantano di Pignola presenta un contatto catenale con la vegetazione igrofila di acque ferme (3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition ). L habitat 3290 ricopre 11,26% della superficie del SIC/ZPS, ed è costituito da sette poligoni di cui quattro predominanti di oltre 3ha ed altri tre aventi approssimativamente la stessa estensione di ca.1ha e forma simile. I poligoni distano ca. 44 m l uno dall altro. I valori molto bassi del rapporto perimetro/superficie, della dimensione frattale indicherebbero una certa regolarità e l indice di aggregazione elevato un habitat compatto, essendo legato a condizioni geologiche ed ecologiche particolari per la presenza di acqua, tuttavia l indice di forma del territorio è alto (ca.6) quindi si tratta di un territorio dalla forma piuttosto irregolare. Si riscontra un rapporto di circolarità medio elevato (forma allungata), un rapporto frattale ovvero convoluzione piuttosto basso (habitat con perimetro regolare), inoltre il territorio dell habitat risulta aggregato (AI ca. 94%) e con una coesione molto alta (habitat molto raggruppato e connesso). Si riportano di seguito tutti i valori degli indicatori spaziali. Tab Tabella delle metriche sugli habitat (classi): INDICATORE UNITÀ DI RANGE VALORE MISURA Estensione complessiva ha - 18,55 Numero di poligoni di cui è costituito l habitat adim - 7 Area del poligono più esteso ha - 3,85 Perimetro totale dell habitat m ,18 Dimensione media dei poligoni ha - 2,65 Rapporto perimetro/superficie medio adim - 0,045 Edge density (ED) m/ha 0-128,346 Indice di forma del territorio LSI adim 1-6,0231 Rapporto di circolarità medio CIRCLE_MN adim 0-1 0,7337 Dimensione frattale media FRAC_MN adim 1-2 1,152 Indice di aggregazione del territorio AI % ,0711 Indice di coesione del territorio COHESION % ,6219 Media delle distanze minime tra poligoni della stessa classe ENN_MN m - 44, /237

87 Tab Tabella delle metriche sui poligoni dell habitat (patch): POLIGONO PERIMETRO [m] SUPERFICIE [ha] RAPPORTO PERIMETRO/ SUPERFICIE [adim] INDICE DI FORMA SHAPE [adim] RAPPORTO DI CIRCOLARITÀ CIRCLE [adim] DIMENSIONE FRATTALE FRAC [adim] DISTANZA MINIMA TRA POLIGONI ENN [m] 1 689,32 1,67 0,041 2,9873 0,8806 1, , ,97 1,85 0,035 2,0921 0,7401 1, , ,63 3,09 0,046 2,9437 0,9027 1, ,86 1,39 0,052 1,9167 0,7679 1, , ,02 3,09 0,055 2,5493 0,8498 1, , ,83 3,59 0,035 1,4727 0,4995 1, ,55 3,85 0,049 1,6154 0,4955 1, ,3113 L estensione complessiva dell habitat è piuttosto ridotta rispetto al SIC/ZPS ma la struttura è con buone prospettive di conservazione. I poligoni di cui è composto l habitat sono sette e sempre piuttosto custoditi dagli altri habitat del sito, l area dei quattro poligoni più estesi è relativamente consistente (oltre 3ha ciascuno) se rapportata alla forma prevalentemente allungata; si ritiene che peggioramenti delle condizioni attuali di tale habitat possono avere, con ragionevole certezza, significative ripercussioni sullo stato di conservazione degli altri habitat, tutti più vulnerabili, presenti nel sito. Il rapporto perimetro/superficie di ciascun poligono di cui è costituito l habitat, il rapporto perimetro/superficie medio, e spesso anche l indice di forma (SHAPE) hanno valori discretamente favorevoli alla conservazione dell habitat. Il rapporto di circolarità (grado di compattezza dell habitat) CIRCLE_MN è più vicino al valore massimo, indice di un habitat dalla forma piuttosto allungata. La dimensione frattale (grado di convoluzione) FRAC indica la presenza di un perimetro dell habitat poco articolato e forma del territorio piuttosto regolare, tuttavia l indice di forma del territorio (LSI) è molto alto (ca.6) sintomo di un territorio irregolare con bassa aggregazione dell habitat. La edge density assume i valori più elevati del sito indice di un forte disturbo subito dall habitat. L indice di aggregazione del territorio (AI) indica che ciascun poligono dell habitat presenta un alto grado di compattezza, l indice di coesione del territorio (COHESION) indica che sono abbastanza facilitati i flussi ecologici (per esempio, il movimento degli organismi fra le zone di un habitat e quindi il tasso di movimento fra le popolazioni locali). Complessivamente gli indicatori spaziali forniscono valori tali da considerare abbastanza favorevole lo stato di conservazione dell habitat pur valutandone come limite il disturbo, la disaggregazione, la complessiva esiguità dell estensione e la forma allungata [Habitat cod 6420] Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion Sono praterie ad alte erbe, allagate per gran parte del periodo autunnale e primaverile, che si prosciugano progressivamente durante l estate. L habitat 6420 (il più piccolo degli habitat del sito) ricopre il 6% della superficie del SIC/ZPS, ed è costituito da tre poligoni. In questo caso due poligoni hanno estensione quasi doppia rispetto al terzo (4ha e 3,9ha contro 2ha circa). Due, dei tre, poligoni sono piuttosto contigui tra loro. L indice di forma dei poligoni maggiori è superiore a quello del poligono con minore estensione (i poligoni maggiori si discostano dalla forma quadrata), mentre gli altri indicatori spaziali assumono valori simili per i tre poligoni. 87/237

88 L habitat presenta un basso rapporto perimetro/superficie, dimensione frattale media prossima al valore minimo (perimetro regolare). L indice di forma del territorio è abbastanza alto (globalmente l habitat ha forma piuttosto irregolare e disaggregata). Il territorio dell habitat risulta piuttosto aggregato (AI del 92%) e con una coesione molto elevata (habitat molto raggruppato e connesso). Si riportano di seguito i valori degli indicatori spaziali. Tab Tabella delle metriche sugli habitat (classi): INDICATORE UNITÀ DI RANGE VALORE MISURA Estensione complessiva ha - 9,90 Numero di poligoni di cui è costituito l habitat adim - 3 Area del poligono più esteso ha - 4,05 Perimetro totale dell habitat m ,86 Dimensione media dei poligoni ha - 3,30 Rapporto perimetro/superficie medio adim - 0,068 Edge density (ED) m/ha 0-51,5441 Indice di forma del territorio LSI adim 1-6,2063 Rapporto di circolarità medio CIRCLE_MN adim 0-1 0,9336 Dimensione frattale media FRAC_MN adim 1-2 1,2485 Indice di aggregazione del territorio AI % ,5703 Indice di coesione del territorio COHESION % ,8161 Media delle distanze minime tra poligoni della stessa classe ENN_MN m - 195,3318 Tab Tabella delle metriche sui poligoni dell habitat (patch): POLIGONO PERIMETRO [m] SUPERFICIE [ha] RAPPORTO PERIMETRO/ SUPERFICIE [adim] INDICE DI FORMA SHAPE [adim] RAPPORTO DI CIRCOLARITÀ CIRCLE [adim] DIMENSIONE FRATTALE FRAC [adim] DISTANZA MINIMA TRA POLIGONI ENN [m] ,53 1,96 0,093 2,7722 0,9027 1, , ,65 4,05 0,066 4,2099 0,9367 1, , ,68 3,89 0,046 3,9643 0,9613 1, ,5792 L estensione complessiva dell habitat è molto ridotta rispetto al sito e ciò lo rende vulnerabile, i poligoni di cui è costituito l habitat sono tre di cui due con estensione più significativa. Il rapporto perimetro/superficie di ciascun poligono di cui è costituito l habitat ed il rapporto perimetro/superficie medio, hanno valori favorevoli alla conservazione dell habitat. L indice di forma (SHAPE) assume valori piuttosto elevati, i poligoni sono significativamente diversi da un quadrato. La edge density indica un disturbo subito dall habitat (probabilmente dovuto anche all influsso in tal senso positivo della attuale recinzione in cemento e rete). Il rapporto di circolarità (grado di compattezza dell habitat) CIRCLE_MN è più vicino al valore massimo, indice di un habitat dalla forma allungata e quindi vulnerabile. La dimensione frattale (grado di convoluzione) FRAC indica la presenza di un perimetro dell habitat poco articolato. L indice di forma del territorio (LSI) invece presenta un valore molto elevato denotando forma del territorio irregolare e scarsa aggregazione dell habitat rendendolo vulnerabile sotto questo aspetto (si tratta dell habitat con LSI più elevato del sito quindi il più disaggregato). L indice di aggregazione del territorio (AI) indica che ciascun poligono dell habitat risulta abbastanza compatto, l indice di coesione del territorio (COHESION) indica che sono molto facilitati i flussi ecologici. L habitat tuttavia è il meno esteso e con la forma più allungata presente nel sito, oltre ad essere l habitat più vicino alle attività antropiche, e dunque anche l habitat potenzialmente più vulnerabile. Complessivamente gli indicatori spaziali forniscono valori tali da considerare poco favorevole lo stato di conservazione dell habitat valutandone come limite l accentuata disaggregazione dell habitat, l esiguità dell estensione della maggior parte dei poligoni, la vicinanza alle attività antropiche e la forma del territorio irregolare. 88/237

89 2.1.5 Indicatori di complessità del paesaggio Sono stati calcolati, infine, i seguenti indicatori di COMPLESSITÀ DEL PAESAGGIO: - indice di forma del territorio (LSI): L indice è pari alla lunghezza totale del confine del paesaggio divisa per la lunghezza totale minima possibile del confine, che si ottiene quando il paesaggio è costituito da un singolo poligono. LSI è pari ad 1 quando il paesaggio è costituito da un poligono quadrato (o quasi quadrato); aumenta fino a valori infiniti quando la forma del paesaggio diventa più irregolare. - Contagion Index (CONTAG): CONTAG si avvicina a 0 quando le classi sono disaggregate al massimo (cioè, ogni cella appartiene ad una classe diversa) e intervallati. CONTAG è pari a 100, quando tutte le classi sono aggregati al massimo, cioè quando il paesaggio è costituito da singole patch. CONTAG non è definito se il numero di tipologie di patch è inferiore a 2. L indice è inversamente proporzionale alla Edge Density. Quando la Edge Density è molto bassa, per esempio quando una singola classe occupa una percentuale molto elevata del paesaggio, CONTAG è alto, e viceversa. Inoltre, si noti che il CONTAG è influenzato sia dalla dispersione che dalla interspersione dei tipi di patch. Bassi livelli di dispersione delle tipologie di patch (cioè, alta percentuale di adiacenze simili) e bassi livelli di patch interspersion danno come conseguenza un valore elevato di CONTAG e viceversa. - Interspersion and Juxtaposition Index (IJI): IJI si avvicina a 0 quando la distribuzione di adiacenze tra i tipi di patch diventa sempre più irregolare. IJI è pari a 100 quando tutte le tipologie di patch sono ugualmente vicino a tutti i tipi di patch (ossia, interspersion massimo e giustapposizione). IJI non è definito se il numero di tipologie di patch è inferiore a 3. - Landscape Division Index (DIVISION): DIVISION è basato sulla distribuzione cumulativa dei patch e viene interpretato come la probabilità che due pixel scelti a caso nel paesaggio non si trovino nella stessa patch. Si noti la somiglianza con l indice di diversità di Simpson; in questo caso la somma è tutta l'area di ogni patch, piuttosto che l'area di ciascuna tipologia di patch nel paesaggio. L indice è pari a 0 quando il paesaggio è costituito da singole patch e raggiunge il suo valore massimo quando il paesaggio è suddiviso al massimo, ossia quando ogni cella è una patch separata. - Shannon diversity index (SHDI): misura la diversità degli elementi costitutivi del paesaggio a partire dalle entità relative delle diverse tipologie ambientali presenti. L indice di Shannon, può variare tra zero e l infinito, aumenta al crescere del numero dei tipi di elementi e/o quando la distribuzione dell'area tra i tipi di patch è più equilibrata. Tale metrica è una delle più utilizzate ed è basata sulla teoria dell informazione (Shannon, 1948; Shannon and Weaver, 1949). Si ha: m SHDI P ln P i i 1 i con p i porzione di territorio occupata da una tipologia di territorio; i e m l ammontare delle tipologie presenti. L indice ha valore zero quando c è una sola tipologia presente e cresce all aumentare del numero e della diversificazione degli habitat (Gustafson and Parker, 1992). - Simpson's Diversity Index (SIDI): Si calcola come: SIDI 1 m i 1 2 ip con P i porzione di territorio occupata dalla tipologia di habitat (classe) i. 89/237

90 SIDI è pari a 0 quando il paesaggio contiene solo una patch (nessuna diversità), mentre tende ad 1 quando il numero di tipi diversi di patch (cioè la ricchezza di patch, PR) aumenta e la ripartizione proporzionale tra i tipi di patch diventa più equa. Il valore dell'indice di Simpson rappresenta la probabilità che 2 pixel scelti a caso appartengano a classi differenti.- Simpson's Evenness Index (SIEI): Si calcola come: m 2 1 Pi i 1 SIEI 1 1 m con P i porzione di territorio occupata da una tipologia di patch (classe/habitat) i ed m numero di classi presenti nel paesaggio, escluso il confine del paesaggio, se presente. SIDI è pari a 0 quando il paesaggio contiene solo una sola patch (cioè nessuna diversità) e si avvicina a 0 quando la distribuzione del territorio tra i diversi habitat diventa sempre più irregolare (cioè, dominato da 1 tipo). SIDI è pari ad 1 quando la distribuzione dell area tra le classi è perfettamente uniforme. L Indice di regolarità di Simpson è espresso in modo tale che una distribuzione uniforme dell area tra le classi fornisca uniformità massima. - Shannon evenness index (SHEI): E rappresentato dal rapporto tra l indice di Shannon ed il logaritmo del numero di tipologie analizzate. Questo indice computa la distribuzione e l abbondanza delle patch considerate. m Pi lnp i i 1 SHEI lnm con P i porzione di territorio occupata da una tipologia di territorio; i e m numero di classi presenti nel paesaggio, escluso il confine del paesaggio, se presente. L indice esprime quanto un sistema, a prescindere dal numero di elementi che contiene, si avvicina al perfetto equilibrio fra le estensioni relative delle diverse tipologie ambientali. Valori dell'indice prossimi a 1, indicano che il paesaggio considerato è formato da elementi con estensioni relative simili. Bassi valori, prossimi a 0, indicano che il paesaggio è dominato da elementi con estensioni relative molto diverse (O Neill et al, 1988). - Indice di aggregazione del territorio (AI): AI è uguale al numero di adiacenze che coinvolgono la classe corrispondente, diviso per il numero massimo possibile di adiacenze che coinvolgono la classe corrispondente, che si ottiene quando la classe è massimamente raggruppata in un unico, compatto patch, moltiplicato per la percentuale del paesaggio composto dalla classe corrispondente, calcolata cumulativamente su tutte le classi e moltiplicata per 100 (per convertirla in percentuale). AI è uguale a 0 quando le classi sono massimamente disaggregate (cioè, quando non ci sono adiacenze); aumenta quando il paesaggio è sempre più aggregato ed assume valore pari a 100 quando il paesaggio è costituito da una singola patch. AI non è definito se ogni classe è costituita da una singola cella (e quindi è indefinito). L'indice di aggregazione è calcolato dalla matrice di adiacenza al livello di classe. A livello di paesaggio, l'indice è calcolato semplicemente come un indice di aggregazione di classe medio ponderato sull area, dove ogni classe è ponderata con la sua porzione di area occupata nel paesaggio. L'indice viene scalato per tenere conto del numero massimo possibile di adiacenze. 90/237

91 Tab Tabella degli indicatori di paesaggio (classi): INDICATORE UNITÀ DI MISURA RANGE VALORE Indice di forma del paesaggio (LSI) adim 1-7,228 Contagion Index (CONTAG) adim ,4133 Interspersion and Juxtaposition Index (IJI) % ,8736 Landscape Division Index (DIVISION) adim 0-1 0,8884 Shannon diversity index (SHDI) adim 1-1,3309 Simpson's Diversity Index (SIDI) adim 0-1 0,7247 Simpson's Evenness Index (SIEI) adim 0-1 0,9663 Shannon evenness index (SHEI) adim 0-1 0,96 Indice di aggregazione del territorio (AI) % ,5847 Per quanto riguarda la complessità ed organizzazione del mosaico territoriale si può evidenziare che il paesaggio, considerevolmente aggregato [Indice di aggregazione del territorio (AI) elevato / paesaggio costituito da poche patch], è costituito da un poligono irregolare [Indice di forma del paesaggio (LSI) alto] abbastanza suddiviso [Landscape Division Index (DIVISION) alto] ed è formato da elementi con estensioni relative simili [Shannon evenness index (SHEI) quasi massimo]. La ripartizione fra le tipologie di poligoni è piuttosto equa [Simpson's Diversity Index (SIDI) alto] e tutte le tipologie di patch sono quasi ugualmente vicino a tutti i tipi di patch [Interspersion and Juxtaposition Index (IJI) alto]. Nel sito SIC/ZPS LAGO PANTANO DI PIGNOLA IT sono presenti solo quattro habitat [Shannon diversity index (SHDI) basso indicante un esiguo numero e diversificazione degli habitat], tipicamente riscontrati in presenza d acqua, di cui uno prioritario, essi ricoprono circa la metà della superficie totale del sito, per un estensione complessiva di circa 77ha. La complessità strutturale del paesaggio è piuttosto articolata ciò dovuto in particolare agli habitat piuttosto disaggregati ed intervallati [Contagion Index (CONTAG) di valore medio]. Per ciascuno degli habitat, pur nelle discrete e relative prospettive di conservazione, si riscontrano diversi limiti dovuti alla disaggregazione degli stessi, al disturbo, all esiguità delle estensioni dei poligoni ed a una forma del territorio prevalentemente irregolare. 91/237

92 2.2. INDICATORI FLORO-VEGETAZIONALI La riserva naturale lago Pantano di Pignola si localizza alla base di cime importanti dell Appennino Lucano, in particolare le cime del Monte Pierfaone-Sellata e la catena dei Monti della Maddalena. Il lago è situato ad un altitudine media di 750 m s.l.m. ed occupa una superficie complessiva di 155 ettari. L importanza del SIC è già stata in passato ratificata sulla base della Convenzione di Ramsar (Iran), grazie a cui il Lago di Pignola dal 1984 risulta tutelato per la sua rilevanza naturalistica. Gli scopi della Convenzione sono quelli di favorire la conservazione delle zone definite "umide" e degli uccelli acquatici mediante la loro individuazione e delimitazione, lo studio degli aspetti caratteristici e la messa in atto di programmi che ne consentano la conservazione e la valorizzazione. Alla preziosa biodiversità in termini di avifauna che caratterizza il sito, si uniscono una ricchezza e complessità di ambienti vegetazionali in cui si rinvengono molte specie importanti dal punto di vista ecologico e biogeografico. Gli habitat presenti sono i seguenti: Habitat 3150: Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition Habitat 3280: Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo- Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. Habitat 3290: Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion Habitat 6420: Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion Per quanto riguarda l habitat 3150, presso il lago Pantano, le specie maggiormente caratterizzanti la cenosi dal punto di vista fisionomico sono quelle afferenti al genere Potamogeton quali Potamogeton crispus, P. natans, P.coloratus, P. pectinatus. Si rinvengono come specie non peculiari anche P. perfoliatus e P. lucens. Tra queste Potamogeton crispus può essere considerata specie indicatrice di un moderato grado di inquinamento in quanto preferisce acque ricche di sostanze nutritive Nessuna tra le specie citate riveste particolare valore biogeografico in quanto la distribuzione può dirsi abbastanza continua nell intero territorio italiano. Nell ambito della cenosi in questione, si rinviene Myriophyllum spicatum, specie cosmopolita ed in via di diffusione per la sua elevata capacità di adattamento, grazie a cui spesso soppianta altri elementi delle comunità acquatiche. Ceratophyllum demersum è invece specie da considerare buon indicatore dal punto di vista ecologico, in quanto, per la sue caratteristiche di sciafilia, riesce a svilupparsi anche al di sotto di uno strato piuttosto compatto per la capacità di fotosintetizzare anche a bassa intensità luminosa conferendo maggiore complessità ecologica all ecosistema, favorevole alla componente faunistica. Infine, Elodea canadensis è anch essa specie tipica dell habitat ma di nessun valore biogeografico perché aliena e indicatrice di ambienti eutrofizzati. In generale può dirsi che la cenosi nell insieme non racchiude in sé grosso valore biogeografico: infatti, il tipo corologico dominante è il subcosmopolita. L Habitat 3280 comprende aspetti vegetazionali in contatto catenale con le comunità idrofitiche afferenti all habitat All interno del Sic Pantano, dal punto di vista delle specie caratterizzanti si rinviene Paspalum paspaloides, da considerare tra gli elementi discriminanti per quanto riguarda la individuazione dell habitat. Dal punto di vista biogeografico, la specie non riveste particolare valore, in quanto è classificata come alloctona anche se naturalizzata. Inoltre, il paspalo è indicatore di una certa eutrofizzazione delle acque, legata probabilmente ad attività pabulari che si verificano lungo le sponde del lago Pantano e che favoriscono l ingresso di specie nitrofile quali Xanthium italicum e che risultano decisamente negative per ambienti così importanti e vulnerabili quali quelli acquatici. La stessa specie riduce il valore biogeografico dell habitat essendo specie alloctona. Della stessa natura, la presenza di Cynodon dactylon che, per la sua capacità di resistere al calpestio, si sviluppa a scapito di altre specie di maggior valore ecologico. Le cenosi dell alleanza Paspalo-Agrostidion occupano gli spazi che potenzialmente sarebbero dovute essere occupate dalle formazioni del 92A0 Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba e ciò si evince dalla presenza 92/237

93 di elementi arborei appartenenti prevalentemente al genere Salix. La boscaglia igrofila tipica si rinviene soprattutto lungo il versante sud-occidentale del lago ed è fisionomicamente caratterizzato dalla presenza di Salix alba e Salix purpurea; solo secondariamente si rinvengono Salix caprea e Populus nigra e Fraxinus oxycarpa, elemento di pregio in termini ecologici e distributivi. Tra queste, di minore valore in termini di indicatore è Salix caprea, più ubiquitaria come specie, rinvenibile anche in contesti non strettamente ripariali ma caratterizzati sempre da elevata umidità edafica (es. forre, depressioni all interno di cenosi arboree etc.). La presenza di un discreto numero di specie arboree fa pensare ad una tendenza evolutiva della cenosi verso forme più complesse, anche se in alcuni settori la presenza di specie del genere Rubus contrasta in la diffusione delle specie caratteristiche sopra riportate. In posizione di avvicendamento con le formazioni riferibili all Habitat 3280 e con quelle riferibili alla classe Potametea che si sviluppano all interno di pozze d acqua in cui permane la presenza dell acqua, le formazioni caratteristiche dell habitat 3290 (Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion), costituiscono una nuova preziosa segnalazione rispetto all aggiornamento dei siti Rete Natura 2000 effettuato nel Si colloca lì dove la presenza dell acqua non è permanente e, come si evince dal manuale, corrisponde dal punto di vista vegetazionale all habitat A Pignola si rinvengono due specie di Potamogeton (P. natans e P. pectinatus) indicatrici specifiche della presenza dell habitat, a cui sono correlate specie caratteristiche degli habitat precedentemente descritti (Paspalum sp.pl, Myriophyllum sp.pl. etc.). Tra le entità vegetali non caratterizzanti, si rinviene Agrostis stolonifera ma comunque individuata a livello nazionale come elemento costante dell habitat. Specie indicatrice di pregio è Polygonum amphibium, una Polygonacea presente sul territorio italiano ma che mostra una certa rarefazione legata a due motivi in particolare: la bonifica dei luoghi umidi e l inquinamento. Ciò fa della specie un entità importante a livello conservazionistico. Tra gli elementi di scarso valore in termini ecologici vi è invece Bidens tripartita che, in contesti vegetazionali differenti, è da considerarsi infestante. L Habitat 6420 (Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion) presenta, nel complesso, una conservazione che può dirsi discreta e per esso non si rinvengono variazioni di rilievo rispetto alla caratterizzazione risalente al Queste cenosi sono da considerarsi in equilibrio con le attività antropiche, in particolare con quella pabulare che non permette l ingressione di specie arbustive in grado di ridurre la presenza delle specie erbacee tipiche. La buona struttura della cenosi è indicata dal numero elevato di specie tipiche che sono state rinvenute a Pignola: diverse specie di giunchi (Juncus articulatus, J. conglomeratus, J. effusus etc.) e di carici (es. Carex riparia), Lythrum salicaria dalla splendida fioritura etc. Di particolare pregio in termini naturalistici la presenza di un congruo numero di orchidee quali: Neotinea tridentata, Ophrys apifera, Orchis morio. Di contro, si rinvengono specie poco caratterizzanti, ubiquitarie e nitrofile quali Centaurea soltitialis, specie tipicamente legata ad attività pabulari. Ancora da rilevare, anche se con sporadici individui, la presenza di Robinia pseudoacacia, specie aliena dalla ben nota capacità adattativa. Nel complesso, si può sicuramente affermare come l intero SIC sia caratterizzato dalla presenza di ambienti vegetazionali peculiari e di pregio per cui l attenzione a livello gestionale deve essere elevato e supportato da misure di conservazione ben contestualizzate. 93/237

94 2.3. INDICATORI FORESTALI E COMPONENTE AGRONOMICA E ZOOTECNICA Principali caratteri dei soprassuoli forestali Per la caratterizzazione dei soprassuoli forestali si riprendono brani delle descrizioni riportate nel Report conclusivo della 1 Fase (Monitoraggio). La componente forestale occupa la gran parte il perimetro esterno del SIC/ZPS, ad esclusione dello specchio lacuale. Nel sito SIC/ZPS LAGO PANTANO DI PIGNOLA IT sono presenti i seguenti habitat: Tab [cod 3150] Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition [cod 3280] Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba [cod 3290] Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion [cod 6420] Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion Essi ricoprono 47,23% della superficie totale, ovvero 77,78 ha dei 164,68 ha del SIC/ZPS. L estensione e la distribuzione percentuale rispetto alla superficie totale del SIC/ZPS di ogni habitat sono riportati nella tabella seguente: Tab CODICE HABITAT ESTENSIONE COMPLESSIVA [HA] % SULLA SUPERFICIE TOTALE DEL SIC/ZPS 3150* 26,36 16, ,97 13, ,55 11, ,90 6,01 TOTALE 77,78 47,23 Questi dati ripresi dagli indicatori spaziali del I report, sono stati così elaborati negli indicatori forestali. In particolare è stata riconosciuta 1 categoria di I livello, secondo la classificazione della Carta Forestale Regionale (ed. 2006). Formazioni igrofile (categoria M). Esse rappresentano la fisionomia prevalente, diffusa sopratutto lungo le sponde del lago soggetta a periodiche sommersioni. Queste formazioni possono essere inquadrate nella categoria M1 formazioni ripariali a salice. Detta tipologia è stata attribuita all habitat prioritario 3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. In particolare, sono stati riscontrati 5 nuclei di popolamento forestale, ognuno con caratteristiche proprie. Il primo nucleo, costituito da una fustaia composta prevalentemente da Salix sp. con struttura disetanea pluristratificata, di estensione limitata pari a circa due ettari, è ubicata su un terreno pressoché pianeggiante, localizzato al margine meridionale del lago piccolo, nel punto di coordinate E: N: ,62. Il soprassuolo in quest area è attraversato dal percorso turistico che si sviluppa tra il lago piccolo ed il lago grande, costituendone un interferenza. La copertura è discontinua, con aree a densità colma alternate a radure. Le condizioni vegetative ed il portamento riscontrato dei soggetti arborei sono modeste. Frequenti sono le biforcazioni e l eccessiva ramificazione anche nella parte basale del tronco. Rilevanti sono le quantità di necromassa dovuto prevalentemente ai fenomeni di auto potatura. Il diametro medio dei tronchi è 94/237

95 di circa 15 cm, con esemplari che raggiungono i 40 cm, mentre l altezza media stimata pari a circa 10-12m. La rinnovazione è diffusa ed ha sia origine gamica che agamica. Il sottobosco arbustivo è costituito prevalentemente da Cornus sanguinea, Malus silvestris, Pyrus pyraster, Rosa canina, mentre quello erbaceo è rappresentato soprattutto da Ranunculus sp. Menta acquatica, Alisma plantago acquatica, Carex sp. e Solanum dulcamara. Lo spessore della lettiera è di circa 7 cm, con un buon grado di decomposizione. Il soprassuolo risulta periodicamente sommerso, per circa 50 cm del tronco, dalle acque del lago nei periodi invernali, tale fenomeno è evidenziato dall assenza di licheni (Xanthoria parietina) sulla parte basale del tronco. La fasce vegetazionali di contatto sono rappresentate da fragmiteto e tifeto nella fascia nord orientale in prossimità delle rive del lago, e dalla prateria arbustata nelle fasce occidentale e meridionale. Il secondo nucleo di popolamento forestale è rappresentato da una fustaia coetaneiforme a struttura monoplana, costituita prevalentemente da Salix sp. Questa tipologia di soprassuolo si sviluppa su terreno pressoché pianeggiante dell estensione di circa due ettari, localizzata al margine meridionale del lago grande, nel punto di coordinate E: N: Le condizioni vegetative dei soggetti arborei sono modeste. I fusti appaiono ben conformati, con chioma spostata nell ultimo terzo di altezza. Il diametro medio dei tronchi è di circa 30 cm, e l altezza è stimata pari a circa 15 m. La densità è discontinua, con piante distribuite per piccoli gruppi e si evidenziano aree con densità colma, alternate a piccole radure spesso generate da schianti. La quantità di necromassa a terra e in piedi è rilevante. La rinnovazione è scarsa e relegata ai margini e nelle piccole chiarie. Il sottobosco è costituito prevalentemente da specie erbacee quali Ranunculus sp. e Mentha sp, mentre in corrispondenza delle aperture di chioma, prevalgono le graminacee. Il soprassuolo risulta periodicamente sommerso, per circa 50 cm del tronco, dalle acque del lago nei periodi invernali particolarmente piovosi. Il terno nucleo di popolamento forestale è costituito da una perticaia costituita prevalentemente da Salix sp. con struttura coetaneiforme monoplana, di estensione limitata e pari a circa un ettaro, con giacitura pressoché pianeggiante, localizzata al margine sud occidentale del lago nel punto di coordinate E: N: La copertura è colma ed influisce negativamente sulle condizioni vegetative ed il portamento dei fusti, i quali si presentano eccessivamente filati e suscettibili a danni di origine abiotica. Rilevanti sono le quantità di necromassa sia a terra che in piedi, dovuto prevalentemente ai fenomeni di auto potatura e danni da vento. Il diametro medio dei tronchi è di circa 8 cm, mentre l altezza media è stimata pari a circa 8-10 m. La giovane età delle piante e le scarse condizioni di luce al suolo non consentono l affermazione della rinnovazione e limitano fortemente la presenza di specie del sottobosco. Queste, infatti, sono limitate ai margini del popolamento ed essenzialmente costituite da specie erbacee quali graminacee, appartente alle famiglie di Ranunculus sp., Equisetum sp, e Galium sp. La lettiera, parzialmente indecomposta, ha uno spessore di circa 5 cm. Il soprassuolo è attraversato da alcune linee di drenaggio (che in inverno si trasformano in piccoli corsi d acqua), nei periodi particolarmente piovosi viene sommerso, per circa 50 cm del tronco. La fasce vegetazionali di contatto sono rappresentate da fragmiteto e tifeto nella fascia prossima alle rive del lago, e dalla prateria arbustata nella fascia meridionale. 95/237

96 Il quarto nucleo di popolamento forestale è rappresentato da una fustaia costituita prevalentemente da Salix sp. e caratterizzata dalla presenza di piante mature o stramature molto distanziate tra di loro. Copertura rada. L estensione di questa tipologia di soprassuolo è limitata a circa 9000 mq su terreno a giacitura pressoché pianeggiante, localizzata sul versante sud occidentale del lago grande nel punto di coordinate E: N: Si osservano pochi soggetti arborei con fusti rastremati e biforcati nella parte basale del tronco. Il diametro medio dei tronchi è di circa cm con esemplari che raggiungono gli 80 cm, mentre l altezza media è pari a circa 15 m. La rinnovazione è assente a causa dell abbondante diffusione del fragmiteto. La distanza tra le piante di salice e la vicinanza con la sponda del lago hanno favorito l affermazione della Phragmites australis a discapito della rinnovazione di alberi ed arbusti. La quantità di necromassa sia in piedi che a terra è rilevante e lo spessore della lettiera è di circa 15 cm. Il soprassuolo risulta periodicamente sommerso dalle acque del lago, che coprono il tronco per circa 50 cm. La fasce vegetazionali di contatto sono rappresentate da fragmiteto e tifeto nella fascia in prossimità della sponda del lago, e dalla prateria arbustata nella parte meridionale. Il quinto nucleo di popolamento forestale è rappresentato da una fustaia a prevalenza di Salix alba, con struttura disetanea pluristratificata, di estensione pari a circa un ettaro, localizzata al margine occidentale del lago nel punto di coordinate E: N: ,61. La copertura è discontinua, con aree a densità colma alternate a piccole aperture. Le condizioni vegetative sono modeste e le piante presentano un eccessiva ramificazione. La maggior parte dei rami nella parte basale del tronco (fino ad un metro di altezza) sono disseccati e risulta rilevante la quantità di necromassa a terra. Il diametro medio dei tronchi è di circa 20 cm con poche piante che raggiungono i 40 cm; l altezza media è pari a circa 8-10m. La rinnovazione è scarsa ed è diffusa soprattutto ai margini del popolamento. Le plantule di Salice nascono sia da seme che da talea, ma hanno origine prevalentemente agamica. Il sottobosco, prevalentemente erbaceo, è costituito da graminacee nelle aree più soleggiate e da Ranunculus sp. e Galium sp. nelle aree umide. Lo spessore della lettiera è di circa 7 cm con un buon grado di decomposizione. Il soprassuolo è attraversato da due linee di impluvio che nella stagione invernale si trasformano in piccoli immissari, mentre nei periodi molto piovosi il soprassuolo viene sommerso anche da 50 cm di acqua. La fasce vegetazionali di contatto sono rappresentate da fragmiteto (Phragmites australis) e tifeto (Typha angustifolia) in prossimità delle rive del lago, e dalla prateria arbustata nella parte meridionale. La gestione forestale, le utilizzazioni e l uso pastorale del lago del Lago Pantano di Pignola. Per quanto riguarda la gestione del SIC, il Comune di Pignola si è dotato di un Piano di Assestamento Forestale per il periodo approvato con D.G.R. n. 255 del , reso esecutivo dal Presidente della Giunta Regionale con D.P.G.R. n. 48 del Le linee guida di gestione forestale che qui si propongono devono assicurare le seguenti misure di salvaguardia: a) la conservazione di specie animali e vegetali, di associazioni vegetali o forestali, di singolarità biologiche, di comunità biologiche, di biotopi, di valori paesaggistici, di processi naturali, di equilibri idraulici e idrogeologici, di equilibri ecologici; b) l applicazione di metodi di gestione e di restauro ambientale idonei a realizzare un integrazione tra uomo ed ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia dei valori 96/237

97 antropologici, archeologici, storici, architettonici e delle attività agro silvo pastorali tradizionali; c) la promozione di attività di educazione, di formazione e di ricerca scientifica, nonché attività ricreative ecocompatibili; d) la difesa e la ricostituzione degli equilibri idraulici ed idrogeologici. attraverso le seguenti linee guida per la pianificazione della gestione forestale: mantenimento, conservazione e miglioramento della biodiversità degli ecosistemi; conservazione delle funzioni protettive della gestione forestale, della difesa del suolo e della regimazione delle acque; tutela e miglioramento delle risorse forestali e della loro funzione quale serbatoi di Carbonio (sink); miglioramento della fruibilità di talune aree boscate a fini turistico ricreativi e regolamentazione di altre funzioni socio economiche. In sostanza, la pianificazione della gestione forestale deve tendere al mantenimento, alla conservazione ed al miglioramento della biodiversità a livello di ecosistema e di specie, alla perpetuità dei popolamenti forestali, preservando comunque i valori panoramici e paesaggistici nel rispetto del Codice del Paesaggio ed assicurando una funzione protettiva del bosco nel rispetto del R.D.L. 30 dicembre 1923, n. 3267, nonché la funzione ecologica e turistico ricreativa, disciplinata dall Ente gestore dell area protetta. L Ufficio Foreste della Amministrazione Provinciale di Potenza, sta orientando i suoi interventi forestali secondo tecniche di selvicoltura naturalistica che prevedono interventi puntuali che assecondano processi evolutivi naturali, con tagli di utilizzazione contenuti, continui e graduali, tali da garantire la perpetuazione del bosco ed il miglioramento colturale del soprassuolo e della sua messa in sicurezza. n bisogna, comunque, dimenticare, data la valenza della componente faunistica, che, ove possibile, le utilizzazioni devono essere realizzate, sempre nell ambito delle Prescrizioni di Massima e di Polizia Forestale vigenti per la Provincia di Potenza, al di fuori della stagione riproduttiva principale della fauna selvatica, ossia da ottobre a fine febbraio. n solo la tempistica delle utilizzazioni è così normata, ma occorre anche distinguere la tipologia di soggetti arborei su cui va applicata, poiché, al fine di aumentare la biodiversità, non si deve solo badare alle utilizzazioni dal solo punto di vista economico effettuando una sorta di selezione al rovescio dove vengono prelevati solo i soggetti arborei migliori, ma occorre anche salvaguardare le piante ed il loro intorno: nidi, fori, cavità vive o secche sono salvaguardate, come le piante monumentali, gli alberi stramaturi ad eccezione di di cause per pubblica e privata incolumità e per problemi fitosanitari del bosco. Vanno, inoltre, tutelati gli alberi e gli arbusti da bacca e da frutto, per le loro finalità di alimentazione per le specie faunistiche. Nell ambito degli habitat forestali, occorre individuare i boschi da seme per la produzione di materiale forestale di propagazione. Occorre, poi, intervenire sulle aree in via di ricolonizzazione da parte del bosco, orientate alla ricostruzione di fasce più o meno continue lungo i versanti degradanti verso il lago, con interventi di recupero, ospitanti, ora un tipo di agricoltura intesiva. Questo, per fermare l apporto solido di materiale verso lo specchio lacuale e diminuire i problemi di interrimento. Occorre, poi, conservare il mosaico costituito dai nuclei di macchia mediterranea, con interventi di ampliamento e/o ricostituzione dei corridoi boscati con strato arbustivo che collegano le varie aree boscate con corridoi ecologici locali. Occorre, poi, procedere all individuazione delle tipologie forestali e preforestali delle aree boscate presenti. Occorrerà, poi, assicurare la rinnovazione naturale del popolamento forestale; preservare al taglio i soggetti più maturi, sopratutto di specie sporadiche e rare; salvaguardare le specie minori e di 97/237

98 maggior interesse ambientale da intendersi come prescrizione, sia nei boschi pubblici che privati, come da Regolamento; non praticare il taglio a raso. Occorrerà promuovere la diversificazione strutturale sia in senso orizzontale che verticale. Popolamenti disetaneiformi e la mescolanza di specie (i c.d. boschi misti) devono costituire la maggioranza della proprietà, ovvero della compresa, ai fini della conservazione ed il ripristino della biodiversità ed ai fini paesaggistici. Questo anche perché i boschi impiantati nei pressi dello specchio lacuale, sono spesso realizzati con Conifere. La funzione produttiva rientra nei criteri generali di gestione forestale sostenibile, secondo le Linee guida operative pan europee. Per quanto riguarda il dato relativo agli incendi boschivi nell area SIC, da informazioni acquisite presso il Sistema Informativo della Montagna, in uso presso il Corpo Forestale dello Stato e da ricerche effettuate presso il Comando Provinciale di Potenza (competente per il territorio di Pignola), negli ultimi dieci anni non risultano eventi riportati. Essendo l attività agricola prevalente intorno allo specchio lacuale, tali aree sono state invece interessate dalla bruciatura di stoppie, non interessanti gli habitat rinvenuti. Vi è da precisare che tale sistema informativo rilascia ai Comuni interessati la scheda AIB/FN, ovvero il report che riporta tutte le indicazioni di un incendio (addirittura anche le eventuali cause, oltre che coordinate del perimetro e tipologia di bosco coinvolto). Tale scheda serve al Comune per effettuare l'aggiornamento del catasto degli incendi e per apporre il successivo vincolo di inedificabilità, come per Legge. L unità minima di superficie percorsa da incendio ed acquisita al sistema è di 500 mq, per cui, superficie inferiori percorse da incendio, come rilevato dall estensore delle presenti note, non viene preso in considerazione. Dati climatici ed incidenza di eventi climatici estremi Il reperimento dei dati pluviometrici è stato assai faticoso sia per la dispersione dei dati nei diversi Enti (ALSIA, Protezione Civile, ARPAB) e sia per i permessi al rilascio delle informazioni stesse. Per ultimo, il l ARPAB ha cessato il servizio meteo, che è transitato alla Protezione Civile della Regione Basilicata. Componente agronomica e zootecnica Il metodo di coltivazione è di tipo biologico ad indirizzo monocolturale che prevede la coltivazione di cereali autunno-vernini quali grano duro, orzo ed avena quest ultima coltivata soprattutto per la produzione di foraggio. Tuttavia nell area del lago si sviluppano piccole aziende familiari che si occupano della coltivazione di questi piccoli poderi e dell allevamento estensivo stanziale di ovini (30-40 capi) principalmente di razza merinos prettamente specializzati nella produzione di carne e l allevamento stanziale di bovini di razza podolica (20-30 capi) per la produzione di carne e latte. Entrambe le produzioni sono destinate al consumo familiare proprio per l esiguo numero di capi che comunque ben si adatta alla superficie del lago senza che ci sia un carico eccessivo di animali. Va segnalata l attività di pascolo in prevalenza bovino all interno dell area protetta per buona parte dell anno, questo a causa della mancanza di un sistema di recinzione adeguata in più punti del perimetro del SIC. Ci sono intorno al lago agriturismi, ristoranti e molti fabbricati in costruzione che attestano il grado di antropizzazione dell area, fattore questo che può incidere negativamente sull equilibrio eco sistemico del lago. 98/237

99 2.4. INDICATORI FAUNISTICI La Riserva Naturale Lago Pantano di Pignola ha un altitudine media di circa 750 m s.l.m. e si pone come una vasta palude incastonata tra i rilievi dell Appennino Lucano. In particolare la vicinanza alle cime del Monte Pierfaone - Sellata e alla catena dei monti della Maddalena rende il sito particolarmente interessante per il transito migratorio, in quanto rappresenta l unica potenziale area di foraggiamento all interno del sistema montuoso appenninico. Importantissima zona umida inserità nella Convenzione di Ramsar, ospita habitat prioritari con diverse specie protette di notevole importanza, la cui salvaguardia è affidata a diversi strumenti normativi regionali, nazionali e comunitari. L aspetto più rilevante e di assoluto prestigio per la riserva è rappresentato dalla grande varietà di specie ornitiche stanziali e migratrici ivi presenti, molte delle quali sono inserite nell allegato I della Direttiva 79/409 CEE nonché nella più recente Direttiva 2009/147 CEE. In particolare, si è rilevata la presenza di 92 specie ornitiche censite all interno della Riserva, di cui 14 sono inserite nella Direttiva Uccelli CEE 409/79, 23 nella Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia. Ben 42 specie ornitiche, tra le 92 osservate nella Riserva Lago Pantano di Pignola, sono risultate essere di interesse conservazionistico. Da sottolineare la presenza di specie esotiche invasive di grande importanza che richiederebbero un adeguato approccio gestionale con appropriati metodi di controllo, contenimento o di totale eradicazione là dove possibile. L intero bacino acquatico è caratterizzato da elementi di disturbo come: Trachemys scripta, T. s. elegans, entrambe specie Sudamericane così ben insediata nell ambiente acquatico tanto da causare la progressiva rarefazione dell autoctona Emys orbicularis che risente della competizione per habitat e risorse trofiche. Altre specie esotiche riscontrabili in entrambe i laghi sono: Esox lucius, Micropterus salmoides, Carassius carassius, Perca fluviatilis, fonte di profondo disturbo per la competizione che innescano verso le specie autoctone con le quali condividono la nicchia ecologica e, in particolare, le fonti alimentari ed i substrati riproduttivi. Tali specie sono inoltre in grado di innescare meccanismi di ibridazione con le specie autoctone e conseguente inquinamento genetico. Gli indicatori faunistici proposti per il SIC sono legati alla presenza delle seguenti specie: Milvus milvus, Milvus migrans. Esse, insieme a Salamandrina terdigitata, Triturus carnifex, Cerambix cerdo, Malanargia Arge, rivestono particolare interesse conservazionistico. Milvus milvus (Nibbio reale), inserito nella Dir. Uccelli CEE All I; Berna All II; Bonn All. II; protetta dalla L.N. n. 157/1992, sedentario e svernante in Italia con diffusione concentrata nelle regioni centro-meridionali e isole maggiori, anche se con areale frammentato, è considerato in declino a livello europeo; la Basilicata con le sue 150/200 coppie nidificanti (in Italia 300/400) rappresenta una delle aree più importanti per la conservazione della specie. In Italia il trend della popolazione è: 30% che equivale ad una perdita netta di circa il 30%; una stima di popolazione del 2006 indica 293/400 coppie. Tenuto conto che la MVP (Minima Popolazione Vitale) è indicata pari a 1700 individui, corrispondenti a circa coppie; è stato proposto un FRV (Valore di Riferimento Favorevole) di 670 coppie per l Italia peninsulare (LIPU, Valutazione dello stato di conservazione dell avifauna italiana, 2009). La Basilicata si pone quindi come area determinante per la conservazione della specie a livello nazionale. n esistono dati demografici noti per il SIC. Milvus migrans (Nibbio bruno) inserito nella Dir. Uccelli CEE All I; Berna All II; Bonn All. II; protetta dalla L.N. n. 157/1992, migratore e nidificante in Italia, specie abbondante ma le cui popolazioni mostrano consistenti fluttuazioni e fenomeni più o meno vistosi di calo demografico, solo in alcuni casi seguiti da ripresa delle popolazioni. La Basilicata con le sue 200/300 coppie nidificanti (in Italia 700/1200) si colloca come una delle aree più importanti per la conservazione della specie in Italia. n esistono dati demografici noti per il SIC. 99/237

100 Salamandrina terdigitata (Salamandrina dagli occhiali meridionale; Salamandrina meridionale) è una specie protetta per il suo elevato valore biogeografico e conservazionistico, sia dalle direttiva comunitarie (allegato II e IV dir. 92/43/CEE) che da altre convenzioni internazionali (Berna, Allegato 2). Nella categorie di minaccia di estinzione previste dalla IUCN è inserita nel livello Least Concern. La specie è endemica del Sud Italia. Nel Sic è stata rilevata in entrambe i bacini acquatici e nelle zone ripariali. n esistono dati demografici noti per il SIC. Triturus carnifex (Tritone crestato italiano), è una specie protetta per il suo valore biogeografico e conservazionistico, sia dalle direttiva comunitarie (allegato II e IV dir. 92/43/CEE) che da altre convenzioni internazionali (Berna, Allegato 2). Nella categorie di minaccia di estinzione previste dalla IUCN è inserita nel livello Least Concern. Nel Sic è stata rilevata in ambienti acquatici, presente anche in piccoli invasi quali, stagno didattico nei pressi dell oasi, e in pozze residuali. n esistono dati demografici noti per il SIC. Oltre alle specie nominate perché ritenute indicatori faunistici è opportuno rilevare come nell area oggetto di studio sia presente una ricca componente faunistica che richiede una più costante tutela investigata. nostante la ridotta superficie dell area, molte specie di Ardeidi e di Anatidi estivano nella riserva, trascorrono cioè il periodo riproduttivo senza tuttavia portare a termine la nidificazione. La presenza di esemplari quali il Tarabusino (Ixobrychus minutus), il Porciglione (Rallus aquaticus) o di recente il Marangone minore (Phalacrocorax pygmeus), e, tra le altre specie faunistiche identificate, la Testuggine palustre (Emys orbicularis), il Tritone crestato (Triturus carnifex) e l Alborella del Vulture (Alburnus albidus), sono uno stimolo in più per favorire la conservazione del sito. Grazie ad un monitoraggio costante nel tempo, infatti, sarebbe possibile comprendere i meccanismi che regolano l andamento delle comunità e quindi valutare eventuali modifiche dell ecosistema. Sarebbe opportuno un monitoraggio della fauna per un periodo almeno biennale. 8 specie di uccelli inserite nell allegato I della Direttiva 91/244/CEE (che modifica la direttiva 79/409/CEE) concernente la conservazione degli uccelli selvatici, per le quali sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l habitat, per garantirne la sopravvivenza e la riproduzione : Ciconia nigra, Dendrocopos medius, Ficedula albicollis, Lanius collurio, Lullula arborea, Milvus migrans, Milvus milvus, Pernis apivorus, due specie di anfibi (Triturus carnifex e Salamandrina terdigitata) inserite nell All. II e IV Direttiva 92/43/CEE come specie di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di Zone Speciali di Conservazione. Una specie di mammiferi (Pipistrellus pipistrellus), 4 di rettili (Elaphe quatuorlineata, Hierophis viridiflavus, Natrix tessellata, Podarcis muralis) e 2 di Anfibi (Lissotriton italicus, in Dir. 92/43/CEE come Triturus italicus), Bufo balearicus, in Dir. 92/43/CEE come parte di Bufo viridis), sono protette dalla "Direttiva Habitat" 92/43 CEE all'allegato IV del documento: come "specie animali e vegetali d'interesse comunitario che richiedono una protezione rigorosa". 100/237

101 2.5. INQUADRAMENTO GEOLOGICO E ASSETTO IDROBIOLOGICO Il presente lavoro è stato redatto a seguito dell incarico conferitomi da parte della Regione Basilicata come geologo dell area 4, Lago Pantano di Pignola codice IT (Foto 1). Nella presente relazione si descrivono le caratteristiche geologiche, geomorfologiche del sito ricadente nel Comune di Potenza facente parte del progetto Rete Natura 2000 dove è prevista l istituzione di aree protette ( habitat ) di rilevanza comunitaria per la conservazione della biodiversità denominate Zone di Protezione Speciale sulla base della direttiva Uccelli e Zone Speciali di Conservazione sulla base della direttiva Habitat (Fig.1). Foto 1: Lago Pantano di Pignola. 101/237

102 Fig. 1: localizzazione area di studio, Lago Pantano di Pignola. 102/237

103 Il Lago Pantano di Pignola è un sito sia SIC che ZPS, oltre che area definita Ramsaar (Fig.2) e presenta una superficie di 164,68 ha. Fig. 2: Lago Pantano di Pignola, area SIC e ZPS; il riquadro rappresenta l area analizzata. Il sito in esame si sviluppa da una quota di circa 900 metri sul livello medio del mare ed ha coordinate geografiche pari a N e E (Fig. 3) riferite al centro dell area. 103/237

104 Fig. 3: ortofoto Lago Pantano di Pignola. I fogli catastali in cui ricade l area in oggetto sono G 663_ , G 663_ , G 663_ e G 663_ (Fig.4). 104/237

105 Fig. 4 : fogli catastali del Lago Pantano di Pignola. 105/237

106 L area di studio ricade in un settore di Appennino meridionale che, dal punto di vista tettonicostrutturale, rappresenta un classico esempio di sistema orogenico formato dal sistema catena avanfossa avampaese (Fig. 5). Fig. 5: Schema tettonico dell Appennino Meridionale, nel quale sono rappresentate le principali unità tettono-stratigrafiche. Da Menardi guera e Rea, La catena appenninica meridionale è un edificio a falde a vergenza orientale in cui le unità stratigrafico-strutturali risultano impilate in un prisma di accrezione sviluppatosi durante il Neogene al di sopra della zolla Adria in subduzione verso SO. Le unità più interne sormontano le esterne e assieme si accavallano verso est sino a sovrapporsi all Avampaese. Hanno ampia diffusione potenti corpi carbonatici di piattaforma, i massicci calcareo dolomitici, ma sono presenti depositi del dominio oceanico ligure e depositi neogenici sedimentati in bacini trasportati, di avanfossa e di avampaese. Le principali unità stratigrafico-strutturali del settore di catena dell Appennino sono, dall interno verso l esterno: 1. Unità Liguridi o Sicilidi, costituite da successioni scollate dall originario dominio oceanico della Neotetide e dai suoi margini; l età di queste successioni è variabile dal Triassico all Eocene. In particolare, nelle unità Liguridi si rinvengono sequenze ofiolitiche che indicano una provenienza oceanica. Le unità Sicilidi e Liguridi sono regionalmente ricoperte da successioni sin-tettoniche flyschioidi mioceniche (Amore et al.,1988). 106/237

107 2. Unità della piattaforma Appenninica, costituite da successioni di piattaforma carbonatica ed età tardo triassica-terziaria (Boni et al., 1974; D Argenio et al., 1974; Marsella & Pappone, 1986). All interno di queste unità possono essere individuate successioni di scogliera, retroscogliera, laguna e scarpata. Menardi guera & Rea (2000), retrodeformando sezioni geologiche regionali, stimano in almeno 75 km l estensione laterale della Piattaforma Appenninica. 3. Unità Lagonegresi, costituite da successioni bacinali in facies da prossimale a distale, originariamente localizzate ad est della Piattaforma Appenninica. L età della successione è triassico-miocenica. L ampiezza media stimata del bacino di Lagonegro varia, a seconda delle ricostruzioni effettuate, da circa 120 km (Prosser et al., 1996) a meno di 50 km (Monaco et al., 1998). Il pianoro del lago Pantano di Pignola, inserito in un vasto ed articolato sistema montuoso, vera ossatura centrale dell' Appennino meridionale lucano, fa parte della complessa catena denominata Monti Sellata-Volturino-Viggiano e Monti della Maddalena che si suddivide in due catene principali che, aprendosi a ventaglio in direzione nord-ovest/sud-est, delimitano l alta valle del fiume Agri. Esso si sviluppa all interno delle formazioni dei calcari compatti e cretacei, degli scisti silicei, costituite da una alternanza di marne grige, calcari marnosi, diaspri, argilliti silicifere con alternanza di marne e calcareniti a grana molto fine (Scandone, 1967 e 1971), del flysch galestrino caratterizzato dalla presenza di calcilutiti, calcari marnosi siliciferi e non, marne e argilliti, subordinatamente brecciole, e delle argille scagliose fortemente tettonizzate con lenti di calcilutiti silicee. 107/237

108 CARTA GEOLOGICA D ITALIA SCALA 1: LEGENDA Detrito di falda sciolto e coni di deiezione attivi. OLOCENE Scisti silicei. GIURASSICO SUP. TIAS SUP. Depostiti alluvionli recenti terrazzati, ciottolosi e sabbiosi, poco elevati sugli alvei attuali. Depositi lacustri recenti. OLOCENE Conglomerati poligenici a matrice sabbiosa. PLIOCENE INFERIORE Flysch Galstrino. CRETACICO INFRIORE GIURASSICO SUP. Fig. 6: inquadramento geologico dell area oggetto di studio. Calcari a liste e noduli di selce. TRIAS SUP. Marne argillose grige e rosse; marne calcaree e calcari marnosi di colore grigio o verdino, calcareniti e arenarie (Formaione di Corleto Perticara, SELLI 1962). OLIGOCENE Unità Toppo Camposanto (tav. Picerno): calcareniti con intercalazioni di marne calcaree rosse e iallo-verdognole. Presenza di diaspri rossi e banchi di calcareniti e calciruditi. EOCENE CRETACICO 108/237

109 Il lago di Pantano ricade nel comune di Pignola; è un sito posto a circa 900 metri sul livello del mare che si estende per 164,68 ha nell Appennino lucano centrale. E caratterizzato da una morfologia sia collinare che montuosa, infatti si passa da rilievi montuosi con paesaggio aspro e deciso a rilievi collinari con profilo meno accentuato (Fig.7). L area di indagine non è caratterizzata dalla presenza di movimenti gravitativi pregressi ed attivi, ma si possono notare nel circondario dell area alcuni movimenti superficiali legati alle caratteristiche litologiche che costituiscono la zona. Inoltre il territorio è attraversato da ruscelli e torrenti, importanti apporti idrici per i due invasi, Lago Piccolo e Lago Grande. 109/237

110 Fig. 7: Carta geomorfologica. 110/237

111 Per l area oggetto di studio è stata redatta una carta dell uso del suolo (Fig.8); si tratta di una carta tematica di base che rappresenta lo stato attuale di utilizzo del territorio. La carta dell uso del suolo, elaborata in conformità delle direttive comunitarie, si fonda su di una classe principale (Aree naturali non agricole) e si sviluppa per successivi livelli di dettaglio in funzione della scala di rappresentazione. Inoltre, rappresenta un ausilio indispensabile per la pianificazione e gestione dei vari ambiti territoriali nonché per le scienze naturali. 111/237

112 Fig. 8: Carta dell uso del suolo. 112/237

113 Assetto idrobiologico Dal punto di vista idrogeologico i terreni affioranti possono essere distinti in tre gruppi principali: terreni a permeabilità nulla o scarsa, terreni a permeabilità primaria e terreni a permeabilità secondaria. Tutte le formazioni argillose e/o fliscioidi risultano impermeabili o scarsamente permeabili: in queste aree la circolazione le acque sotterranee avviene quasi esclusivamente nei terreni di copertura, permeabili per porosità. Le sorgenti presenti sono risultate molto numerose ma dotate di portate modeste: le captazioni presenti sono esclusivamente per uso domestico o agricolo. I terreni a permeabilità primaria corrispondono alle coperture di fondovalle, ed in particolare a quelle di origine fluvio-lacustre. In questi terreni le misure di falda effettuate sui pochi pozzi presenti nella zona di località Pantanelle, hanno messo in evidenza come la falda acquifera sia presente a profondità superiori ai metri dal piano di campagna. Questo dato, unitamente alla modesta presenza dei pozzi, fa ritenere che in questi terreni i materiali fini siano prevalenti rispetto a quelli grossolani, e tali da determinare un grado di permeabilità molto basso. Gli acquiferi veri e propri sono rappresentati dai terreni a permeabilità secondaria, e corrispondenti alle formazioni lapidee degli Scisti silicei e dei calcari con selce. In quest ultima formazione, inoltre, il maggior grado di permeabilità, riscontrabile dalla presenza di numerose ed abbondanti sorgenti, è imputabile ad un maggior grado di tettonizzazione subito. Dal punto di vista genetico le sorgenti presenti in questi terreni possono essere classificate come sorgenti per soglia di permeabilità ; esse risultano abbastanza frequenti nell Appennino Meridionale. Le maggiori manifestazioni sono ubicate nel settore sud-occidentale, nella località Fossa Cupa, dove le sorgenti, in gran parte captate, presentano portate anche superiori a 5-10 litri/secondo. Il lago di Pignola occupa una depressione naturale ed è stato classificato come tipico, classico esempio di costipamento alluvionale (Corbetta F.). Gli apporti idrici naturali al lago sono rappresentati dalle acque meteoriche ricadenti nel bacino come prima definito e, prevalentemente, dagli afflussi del Vallone Petrucco che comunque assume un carattere torrentizio. Negli anni più recenti, altri apporti più consistenti vengono assicurati artificialmente da una condotta forzata che si alimenta a monte dell invaso e versa sulla sponda sud-est del lago. L ambiente del lago ha subito significative trasformazioni nel corso dei secoli, in stretta relazione con le diverse modalità di uso dell area e delle risorse ivi contenute. E possibile, in sostanza, identificare tre diverse modalità di uso dell area, succedutesi in momenti storici differenti ed a cui corrispondono altrettante fisionomie dell ambito. Vi è un primo periodo, relativamente lungo, in cui l assetto fisionomico dell area risulta relativamente consolidato essendo utilizzato principalmente come fonte di approvvigionamento di risorse alimentari (pesce) e di materiale (canne, paglia, creta) dalle popolazioni locali. Tali modalità di uso dell area sono ben documentate fin dai primi del 1700 e si mantengono tali fino agli interventi di bonifica realizzati nel ventennio fascista. Più precisamente tale primo periodo può essere inizialmente datato in modo convenzionale al 1702, allorquando la prima esatta indicazione del lago viene riportata nella tavola topografica dell abitato di Pignola del Pacichelli (Settembrino G., 1990). Nella carta storica dell I.G.M. il toponimo del lago si conserva nel 1881 (carta in scala 1: , foglio 199, edizione 1898). Il secondo periodo corrisponde all intervento di bonifica dell area, avviato nel ventennio fascista e limitato, almeno inizialmente, alla realizzazione di fossi drenanti che convogliavano le acque sorgive e meteoriche nel lago. Si presume che fino al 1934 l area conservasse comunque la sua fisionomia di lago giacché il Gavioli, in quella data, pubblica il primo ed esaustivo studio della flora e della vegetazione del Lago di Pignola (Gavioli O., 1934). L autore fa fra l altro riferimento ad 113/237

114 opere idrauliche di regimazione delle acque a valle del lago: la periferia del lago è tutta invasa da lussureggiante vegetazione palustre, la quale si spinge lungo i fossi in mezzo ai pascoli ed alle colture, specialmente lungo l emissario che accompagna per oltre un chilometro con una fascia larga una cinquantina di metri. Detto emissario, quasi sempre asciutto durante l estate, d inverno e primavera scarica le acque del lago nel torrente Tora, affluente della riva sinistra del Basento; fino a pochi anni fa lo scolo delle acque era regolato da una saracinesca, che ora non esiste più per la caduta dei muri laterali di sostegno (.). I risultati dell opera di bonifica sono ben visibili nella cartografia aereofotogrammetrica. L area risulta, infatti, solcata da un collettore principale e due laterali disposti a spina di pesce, questi ultimi ulteriormente suddivisi in canali secondari trasversali. Il collettore principale denominato Canale Artificiale tributa i suoi deflussi nel Torrente del Lago, affluente in destra del Torrente La Tora. Risultano dissodate e coltivate soprattutto le sponde settentrionali, mentre la restante parte dell attuale lago sembra essere rappresentata, prevalentemente, da terreni adibiti a pascolo. Un terzo momento viene, infine, fatto coincidere con la recente realizzazione degli insediamenti industriali nella piana di Tito. L esigenza di disporre di risorse idriche per scopi industriali ridefinisce l assetto idraulico dell area, trasformandola in un bacino lacustre arginato dallo sbarramento sull emissario e relative opere complementari realizzate nell arco di un ventennio ( ). L insieme di questi interventi, sebbene finalizzati alla creazione di un bacino artificiale, grazie alla permanenza di un consistente volume d acqua, ha consentito il ritorno della flora e della fauna che preesisteva in questo ambiente umido. In altre parole sono state, inconsapevolmente, ridefinite in positivo le componenti naturali dell area tanto che la regione Basilicata ha ritenuto opportuno sottoporre a regime di tutela l ambito con DPGR 795 del 1984 inserendo il Lago Pantano di Pignola nell elenco delle aree naturali protette ai sensi della Legge Regionale n.42/1980. Attualmente sul lago coesistono due forme di uso: una legata all utilizzo della risorsa idrica a scopi industriali, l altra legata alla tutela delle componenti naturalistiche, affermatesi grazie alla realizzazione dell invaso e valorizzate dall attività didattica-divulgativa svolta dal WWF che gestisce la Riserva. Oggi, ad opere idrauliche ultimate, il lago viene fatto coincidere con l area della Riserva naturale, il cui contorno risulta ben individuato da una recinzione che corre lungo tutto il perimetro. Essa si sviluppa in maniera contigua alla viabilità circumlacuale, tranne che per due brevi tratti in corrispondenza dei lati sud-est e nord-ovest. Immediatamente a ridosso della recinzione, in particolare sui lati est ed ovest, si trovano arginature in gabbioni di recente realizzazione. Lo sbarramento dell invaso è ubicato nell angolo nord-est ed è stato realizzato nei primi anni 70. Sulla sponda nord, in prossimità della Masseria del Lago, in corrispondenza di una cabina elettrica, vi è un molo in cemento collegato attraverso l arginatura in gabbioni alla sponda ovest. Tale sbarramento ha definito una piccola area umida disgiunta dal lago principale nell angolo nord-ovest. Una seconda area umida, anch essa separata dal lago principale e di maggiore dimensione, è stata ottenuta a seguito della costruzione di un altra arginatura in gabbioni che collega i fianchi orientale ed occidentale della zona sud del lago. A completamento delle opere di adeguamento e valorizzazione dell area come Riserva naturale, nella parte a sud è stato edificato un Centro visite su di un terrapieno riempito di terreno di riporto. Lungo alcuni tratti di sponda, inoltre, o in loro prossimità erano state realizzate alcune opere di microinfrastrutturazione (percorsi pedonali, staccionate, camminamenti sospesi, capanni di osservazione, isole di legno galleggianti). Dai dati disponibili in letteratura risulta che il volume di massimo invaso è pari a 5,1 milioni di metri cubi mentre il volume minimo di invaso è stato determinato in 1,8 milioni di metri cubi; tali valori corrispondono ad una escursione massima del pelo libero rispetto alla quota massima di 114/237

115 invaso pari a m. 2,60 e sono tratti dal provvedimento di regolamentazione del prelievo per scopi industriali della risorsa idrica adottato nel 1987 (autorizzazione 379/87 del Dipartimento Assetto del Territorio della Regione Basilicata) ad evitare il rischio di un significativo arretramento della zona umida. I valori di profondità variano da 7,5 metri (profondità massima) a 5 metri (profondità massima). Lo stato trofico del lago è stato studiato in due indagini (Padula, 1991; Palese, 1992). Da essi si desume, fra l altro, l elevata concentrazione di fosforo totale misurato, per cui il lago risulta essere un corpo idrico estremamente produttivo. Le maggiori fonti di generazione di fosforo sono individuate (Palese, 1992) nel terreno non soggetto a coltivazione (37%), nella popolazione residente e non (25%), nel suolo coltivato (20%), nelle attività zootecniche (13%) e nel turismo di passaggio (5%). Da ciò consegue che la fonte di rilascio sulla quale è possibile un adeguato controllo è rappresentata dalla popolazione residente e non dal turismo di passaggio e che tale controllo consentirebbe il mantenimento di una condizione di equilibrio mesotrofico che può essere realizzata mediante opportuni sistemi di allontanamento, trattamento e smaltimento dei liquami. E da rilevare, al riguardo, che sono in fase di completamento rilevanti opere di collettamento dei reflui prodotti dagli insediamenti a corona del lago e che, quindi, occorrerà, una volta entrato in funzione l impianto, verificare gli eventuali effetti benefici dell opera. L area del lago Pantano di Pignola si caratterizza, in generale, come un mosaico di ambienti in gran parte risultati dall azione antropica, laddove l uomo ha, quasi sempre, semplificato la complessità ecologica o, nei casi estremi, ne ha stravolto la complessità originaria. In generale si manifesta una tendenza all espansione delle superfici boscate delle aree adiacenti il lago. Caratteri meno alterati dall attività antropica presentano le formazioni ripariali di alcuni tratti di fossi dove si riscontra la presenza di salici, pioppo, ontano nero, etc.. Anche questa vegetazione ha segnalato una netta ripresa rispetto al 1950 sia in termini di espansione lineare che trasversale. Ciò è verosimilmente da ascriversi all attenuazione dei fenomeni erosivi lineari e di versante, particolarmente attivi negli anni 50 lungo diverse incisioni idrografiche. In questo contesto il lago rappresenta l ambiente più importante dell area Pantano di Pignola sotto il profilo naturalistico. Tuttavia il suo assetto originario è stato profondamente alterato da molteplici interventi ed opere realizzate non certo in previsione della destinazione ad ambito protetto. L avifauna è senza dubbio la componente che assume maggior rilievo naturalistico per il Lago Pantano di Pignola. Vi è, peraltro, da osservare come, cessata da tempo l attività venatoria ed istituito un regime di maggior controllo, l avifauna abbia subito un progressivo incremento numerico nel corso degli anni recenti, sia per quanto riguarda le specie svernanti che, in minor misura, per il contingente delle specie nidificanti. 115/237

116 2.6. FATTORI DI DISTURBO E DI ALTERAZIONE AMBIENTALE Si riporta di seguito la tabella riassuntiva dei FENOMENI E ATTIVITÀ NEL SITO E NELL'AREA CIRCOSTANTE di cui al formulario standard definitivo, del SIC/ZPS LAGO PANTANO DI PIGNOLA IT , inviato al Ministero (con relative indicazioni sull intensità, percentuale della superficie del sito influenzata e tipo di influenza esercitata). Tab Tabella riassuntiva dei fenomeni e attività nel sito, e nell'area circostante, lago pantano di pignola LAGO PANTANO DI PIGNOLA IT FENOMENI E ATTIVITÀ Codice fenomeni e attività nel SITO Codice fenomeni e attività nell AREA CIRCOSTANTE il sito CATEGORIE 3 livello CATEGORIE 2 livello CATEGORIE 1 livello COD INT % sito INFL COD INT INFL 100 B 0 Coltivazione Uso Di Pesticidi Fertilizzazione 130 B 0 Irrigazione 140 B 0 Pascolo piantagione AGRICOLTURA, FORESTE artificiale pulizia sottobosco Gestione Forestale rimozione piante morte o morienti 170 B 0 Allevamento Animali Pesca Sportiva Caccia PESCA, CACCIA E RACCOLTA 403 B - abitazioni disperse Aree Urbane e Insediamenti Umani URBANIZZAZIONE, INDUSTRIALIZZAZIONE, E altre discariche Discariche ATTIVITÀ SIMILARI 430 B - Strutture Agricole 501 B 15 0 sentieri, piste ciclabili Reti di Comunicazioni TRASPORTO E COMUNICAZIONI strade, autostrade inquinamento dell acqua inquinamento del Inquinamento suolo 720 B 10 - Calpestio Eccessivo Vandalismo Altre Attività Umane Inquinanti 830 A - Canalizzazione 853 B A - gestione del livello idrometrico Modifiche del Funzionamento Idrografico in Generale Erosione Catastrofi Naturali smottamenti 952 C 5 - eutrofizzazione Evoluzione della Biocenosi INQUINAMENTO E ALTRE ATTIVITÀ UMANE MODIFICHE UMANE DELLE CONDIZIONI IDRAULICHE PROCESSI NATURALI (BIOTICI ABIOTICI) I fenomeni si riferiscono a tutte le attività umane e ai processi naturali che possono avere un'influenza, sia positiva che negativa, sulla conservazione e la gestione del sito (COD codici da elenco Allegato E). Per area circostante si intende la superficie dove i fenomeni e le attività esterni possono influenzare l'integrità del sito. Ciò dipende fra l'altro dalla situazione topografica locale, dalla natura del sito e dal tipo di attività umane. INT - intensità influenza sul sito: %sito: INFL - influenza: percentuale della superficie del sito che subisce influenza A: influenza forte B: influenza media C: influenza debole (+) influenza positiva (0) influenza neutra (-) influenza negativa Per affrontare la trattazione di tale paragrafo ci si è avvalsi dell analisi della sezione 6 del Formulario standard inviati al MInistero, a partire dagli impatti rilevati nel sito sono state condotte 116/237

117 indagini presso Enti pubblici e privati per il reperimento dei dati e l analisi degli indicatori suggeriti dalla Cabina di Regia Urbanizzazione, industrializzazione e attività similari Strutture Agricole [Codice fenomeni e attività nell AREA CIRCOSTANTE il sito: 430] Il LAGO PANTANO DI PIGNOLA è interessato dalla categoria di impatto, di 1 livello, urbanizzazione, industrializzazione e attività similari nell area circostante il SIC ZPS IT in particolare la categoria di impatto di 2 livello coinvolta è riconducibile alle strutture agricole quella di 3 livello a Aree Urbane e Insediamenti Umani / abitazioni disperse. Tab Tabella riassuntiva dei fenomeni e attività / URBANIZZAZIONE, INDUSTRIALIZZAZIONE, E ATTIVITÀ SIMILARI / nel sito, e nell'area circostante, lago pantano di pignola LAGO PANTANO DI PIGNOLA IT FENOMENI E ATTIVITÀ Codice fenomeni e attività nel SITO Codice fenomeni e attività nell AREA CIRCOSTANTE il sito CATEGORIE 3 livello CATEGORIE 2 livello COD INT % INFL COD INT INFL sito 403 B - abitazioni disperse Aree Urbane e Insediamenti Umani 430 B - Strutture Agricole A: influenza forte B: influenza media C: influenza debole 117/237 CATEGORIE 1 livello URBANIZZAZIONE, INDUSTRIALIZZAZIONE, E ATTIVITÀ SIMILARI INT - intensità influenza sul sito: %sito: INFL - influenza: percentuale della superficie del sito che subisce influenza (+) influenza positiva (0) influenza neutra (-) influenza negativa FENOMENO ABITAZIONI DISPERSE [cod.403] DETERMINANTI: (Attività antropica che potrebbe provocare effetti sull'ambiente) urbanizzazione, abitazioni disperse L area circostante il SIC/ZPS risulta essere piuttosto antropizzata sia per l estrema vicinanza di abitazioni disperse, agriturismi, ristoranti ed aziende familiari; ciò incide negativamente sull equilibrio eco-sistemico del lago in termini di inquinamento del suolo e dell acqua e, in particolare nel sito, per il calpestio eccessivo dovuto ad escursioni fuori sentieri, visite senza guida, randagismo ecc.. Dall analisi dei fenomeni ed attività soprattutto nell area circostante il sito emerge che un elemento di discreto disturbo nel SIC ZPS è da attribuirsi alle aree urbane, insediamenti umani e strutture agricole. L ambito del Pantano di Pignola costituisce una sub-area del sistema urbano-industriale-terziario dell Alto Basento. È, quest ultimo, il più consistente sistema urbano della Basilicata, conta più di 100 mila abitanti e comprende il capoluogo regionale, con le primarie attività terziarie pubbliche e private in esso allocate ed il comparto industriale di Potenza e Tito (secondo, in Regione, soltanto all area industriale di San Nicola di Melfi). Questo sistema, non organicamente pianificato, esprime una forte domanda insoddisfatta di residenze, servizi ed attrezzature, prevalentemente originata dal capoluogo regionale. L ambito del Pantano è agevolmente collegato all area industriale di Tito ed al centro urbano di Potenza. Questa condizione determina una notevole pressione residenziale. Il Pantano, inoltre, costituisce l unica area pianeggiante di notevole estensione e ricca di valenze paesaggistiche (il lago, il paesaggio agrario appoderato, le pendici boscate, il sistema delle vette di corona dell Alto Basento). Ciò, unitamente alle già indicate condizioni di facile accessibilità al capoluogo, determina una seconda linea di tendenza che individua l area come luogo privilegiato per lo svolgimento delle attività sportive e ricreative. Questa tendenza, a differenza di quella residenziale, risulta in via di concreta anche se non pianificata attuazione per la presenza di

118 numerose attrezzature sportive (maneggi, aviosuperficie, centro CONI, pista di go kart) e per gli usi ciclistici ed escursionistici che caratterizzano i percorsi nella piana, soprattutto nelle giornate festive. Sulla sponda del lago, inoltre, è istituita un Oasi naturalistica gestita dal WWF Italia, dotata di strutture utilizzate per l informazione naturalistica. PRESSIONI: (L'effetto diretto del determinante) cambiamento nel flusso e dello stato chimico delle acque, inquinamento suolo, barriere/recinzioni, inquinamento acustico e luminoso, inquinamento aria, traffico, introduzione di vegetazione alloctona, infra/strutture lineari Gli effetti diretti riconducibili alle numerose abitazioni disperse nell area circostante il SIC/ZPS sono: inquinamento suolo, acqua ed aria, barriere/recinzioni, rumore, inquinamento acustico e luminoso, traffico carrabile sulle strade circostanti, introduzione di vegetazione alloctona, ecosistemi modificati, reti elettriche e telefoniche, reti fognarie. Episodi di degrado (urbanizzazione delle sponde, introduzione di vegetazione in contrasto con i caratteri costitutivi, fenomeni di inquinamento in particolare delle acque) Per quanto riguarda il contesto paesaggistico: conflittualità fra le destinazioni funzionali e le potenzialità ambientali che interessano l area del lago di Pignola e della conca che li cinge; edilizia recente in contrasto, per tipologia, dimensioni, cromatismi e sistemazioni esterne, con il contesto paesaggistico in mancanza di idonee modalità di smaltimento dei reflui; manufatti precari di piccole dimensione, ma in numero rilevante, contrastanti con i caratteri paesaggistici per posizione e materiali; area nodale meridionale con processi di crescita in atto di tipo confuso in contrasto con la riconoscibilità dei luoghi; trasformazione insediativa in atto nella valle delimitata dai crinali di Serra San Marco contrastante con la struttura insediativa stratificata. STATO: (La condizione che risulta sia da fattori naturali che antropici) urbanizzazione discontinua, mosaico del paesaggio alterato, degrado ambientale, pressione antropica, aspetti naturali e selvatici rari Nell area circostante il SIC/ZPS è configurabile una situazione di area urbanizzata in modo discontinuo - le recinzioni ostacolano il libero movimento della fauna - lo stato di qualità delle diverse componenti ambientali va via via degradandosi in seguito alle sollecitazioni umane. La recinzione semipermeabile posta intorno al sito permette in parte la messa in sicurezza di flora e fauna presenti ma ne impedisce la visione ed il controllo dall esterno e non è ornativa. Lungo le cortecce dei tronchi delle specie arboree riparali di tutta la zona meridionale del sito è possibile osservare formazioni massicce del lichene Xanthoria parietina (un lichene pioniere giallastro) da attribuire alla giovane età degli esemplari arborei ed anche a fenomeni di inquinamento atmosferico attribuibili a polveri di fosfato di gesso della vicina zona industriale di Tito scalo. IMPATTI: (L'effetto ambientale della pressione) ecosistemi modificati, aumento dei fattori di disturbo per le specie, crescita esponenziale dei fattori limitanti per la conservazione degli habitat e delle specie. Si determinano fenomeni di criticità, a seguito della presenza di aree di natura urbanizzata, sulla conservazione degli habitat e delle specie al di fuori dell area del SIC/ZPS pur considerandone alcuni aspetti positivi in termini di presidio ai fini del rispetto degli obiettivi della rete Natura L area è interessata anche da inquinamento atmosferico derivante da polveri di fosfato di gesso proveniente dalla vicina zona industriale di Tito scalo. RISPOSTE: (Le misure adottate per migliorare lo stato) normativa, regolamenti e piani di settore L intensità dell attività urbanizzazione discontinua è media nell area circostante il SIC/ZPS ed ha influenza media. E necessaria una attenta regolamentazione delle concessioni edilizie ed un attenta politica al fine di salvaguardare il patrimonio naturalistico esistente. L intero territorio comunale di Pignola è soggetto a vincolo paesaggistico ex lege 431/85. In esso, quindi, vige la disciplina del 118/237

119 PTPAV Piano Territoriale Paesistico di Area Vasta Sellata Volturino, approvato con legge regionale n.3/1990 e successivamente integrato ed approvato con diverse Varianti. Il PTPAV prevede che alcune parti del territorio, compreso il sito Lago Pantano di Pignola, siano assoggettati a Piano Paesistico Esecutivo o a Piano Particolareggiato Esecutivo con specifica considerazione dei valori ambientali. L intero sito del Lago Pantano di Pignola è interessato dal Piano Particolareggiato Esecutivo Pantano di Pignola (non è un piano di gestione dell area protetta) che approvato con DPGR n. 271 del 28/07/99 è stato successivamente integrato con delle Varianti. Nella zona del lago il PPE punta ad aiutare il processo in atto di riconfigurazione paesaggistica e naturalistica del sito ed a rimuovere elementi di impatto fra i quali l inedificabilità su tutti i versanti che fanno corona al lago (individuazione di interventi puntuali per l attenuazione dei detrattori esistenti attualmente 8 situazioni di minimizzazione d impatto in area lacustre - ex deposito di materiale edile, Ristorante Oasi, piccolo insediamento costituito da un manufatto edilizio al rustico e da un fabbricato limitrofo, fabbricato in corso di ultimazione, fabbricato di recente ultimazione, bar Stella, nuclei ad urbanizzazione rada in aree a sensibilità ambientale in località Pozzillo, ecc.). FENOMENO STRUTTURE AGRICOLE [cod. 430] DETERMINANTI: (Attività antropica che potrebbe provocare effetti sull'ambiente) agricoltura Nell area circostante il SIC/ZPS sono presenti strutture a vocazione agricola. Oltre agli usi recenti ed alle tendenze alla trasformazione in atto va evidenziato il ruolo storico, produttivo-agricolo, dell ambito. Valorizzata dagli interventi di bonifica, la piana del Pantano di Pignola esprime un agricoltura appoderata caratterizzata dalla distribuzione abbastanza omogenea della proprietà, dalla prevalenza della SAO sulle altre utilizzazioni del suolo, da una discreta meccanizzazione aziendale e da aziende con indirizzi produttivi prevalentemente zootecnici abbastanza specializzati. È quella della piana del Pantano l unica area del comune di Pignola e dell Alto Basento laddove si è sviluppata un agricoltura irrigua intensiva, in presenza anche di diffuse forme di integrazione con redditi dal settore extra-agricolo. PRESSIONI: (L'effetto diretto del determinante) immissione di nutrienti in suolo e risorse idriche L attività agricola, per effetto dell utilizzo di fertilizzanti, causa apporto di nutrienti (fosforo e azoto) a suolo ed acque e modifiche chimico/fisiche delle componenti ambientali. STATO: (La condizione che risulta sia da fattori naturali che antropici) aumento del carico di nutrienti nel lago I nutrienti sono presenti in concentrazioni non troppo elevate. L agricoltura si configura come un attività di medio impatto ambientale, per il mancato uso di pesticidi ed il ridotto uso di fertilizzanti di sintesi. IMPATTI: (L'effetto ambientale della pressione) alterazione degli ecosistemi I carichi di nutrienti causano inquinamento di suolo e acque che danneggiano composizione e funzionalità degli ecosistemi. RISPOSTE: (Le misure adottate per migliorare lo stato) regolamentazione e contenimento numero strutture agricole nostante un influenza neutra ed un intensità media del fenomeno risulta opportuno contenere il numero delle strutture agricole nell area circostante il SIC/ZPS. 119/237

120 2.6.2 Trasporto e comunicazioni Reti di Comunicazioni / sentieri, piste ciclabili [Codice fenomeni e attività nel SITO: 501] Il LAGO PANTANO DI PIGNOLA è interessato dalla categoria di impatto, di 1 livello, trasporto e comunicazioni nel sito SIC ZPS IT in particolare la categoria di impatto di 3 livello coinvolta è riconducibile a sentieri e piste ciclabili. Tab Tabella riassuntiva dei fenomeni e attività / TRASPORTO E COMUNICAZIONI / nel sito, e nell'area circostante, lago pantano di pignola LAGO PANTANO DI PIGNOLA IT Codice fenomeni e attività nel Codice fenomeni e attività CATEGORIE SITO nell AREA CIRCOSTANTE il sito 3 livello COD INT % INFL COD INT INFL sito 501 B 15 0 sentieri, piste ciclabili CATEGORIE 2 livello FENOMENI E ATTIVITÀ Reti di Comunicazioni CATEGORIE 1 livello TRASPORTO E COMUNICAZIONI A: intensità forte B intensità media C intensità debole INT - intensità sul sito: %sito: INFL - influenza: percentuale della superficie del sito che subisce influenza (+) influenza positiva (0) influenza neutra (-) influenza negativa Secondo quanto riportato dalla LIPU Il maggiore problema per la conservazione della biodiversità è la frammentazione degli habitat causata dallo sviluppo urbanistico e infrastrutturale. La costruzione di autostrade, strade e ferrovie distrugge gli ecosistemi, causa inquinamento e disturbo. Inoltre, le strade costituiscono una causa non trascurabile di mortalità per molte specie di mammiferi, uccelli, anfibi e rettili: si calcola che ogni anno sulle strade europee muoiano centinaia di milioni di animali selvatici, mentre in Italia si stimano 15mila animali morti per ciascuna provincia. DETERMINANTI: (Attività antropica che potrebbe provocare effetti sull'ambiente) infrastrutture viarie, traffico veicolare La parte perimetrale del SIC/ZPS Pantano di Pignola volta in direzione est è delimitata dalla strada Comunale Fosso del Lago che in particolare da Potenza conduce al lago Pantano di Pignola, Madonna di Pantano, c.da Arioso ecc. a nord è delimitato dalla strada comunale Mulattiera Mercatante ad ovest dalla strada comunale Tito Picerno Pignola a sud dalla strada comunale Tempa del Patto. Si tratta di strade, circumlacuali, di tipo C secondo le vigenti rme funzionali e geometriche per la costruzione, il controllo e il collaudo delle strade, dei relativi impianti e servizi e nuovo codice della strada DLgs 285 del ssmmii, ovvero di una strada extraurbana secondaria, in cui il tipo di movimento servito è di penetrazione verso la rete locale. La sua funzione nel territorio è di scambio interlocale in ambito extraurbano, può essere attraversata da tutte le componenti di traffico. Tale tipologia di viabilità consente una portata di servizio pari a massimo 600 autovetture equivalenti all ora, considerando la presenza di una sola corsia per senso di marcia. PRESSIONI: (L'effetto diretto del determinante) traffico veicolare, inquinamento aria, danni alla fauna L emissione di inquinanti e la sottrazione di risorse dovuti alle strade e traffico circumlacuali con relativi danni indotti alle specie animali del SIC/ZPS sembra essere irrilevante sulla base della consultazione dei dati del Comune di Pignola che sporadicamente documenta la rimozione di sole carcasse di cane mentre si continua anno dopo anno ad assistere ad un pesante bilancio delle morti soprattutto di anfibi ma anche si mustelidi e piccoli roditori. 120/237

121 STATO: (La condizione che risulta sia da fattori naturali che antropici) discontinuità degli habitat In merito alle ricerche svolte presso Agenzie Regionali (ARPAB) preposti al monitoraggio ambientale, non è stato possibile ottenere dati relativi all inquinamento atmosferico del SIC/ZPS d interesse, per mancanza d informazioni legate ad un assenza di stazioni di misura nell area anzidetta. Per quanto riguarda la zona del Lago Pantano di Pignola, ed i dintorni, sono stati individuati i seguenti nodi-problema : viabilità circumlacuale e recinzione dell area protetta in contrasto funzionale con i caratteri naturalistici dei biotopi del lago. Le caratteristiche tecniche della strada (prevalenza di tratti rettilinei che consentono velocità elevate), la tipologia stradale (mancanza di piste ciclabili, di alberature), i materiali utilizzati, la mancanza di attraversamenti pedonali protetti, unitamente alla mancata manutenzione e pulizia creano elementi di disturbo alla fruizione dell area protetta (rumore, effetto barriera, mancato inserimento ambientale) IMPATTO: (L'effetto ambientale della pressione) frammentazione e costrizione habitat e specie, Inquinamento acustico, dell'aria e del suolo Qualunque strada provoca una frammentazione dell Habitat riducendo le dimensioni dei patches e aumentando la distanza, e quindi l'isolamento tra patches simili. Questo processo può anche modificare la qualità degli habitat rimasti e aumentare il disturbo causato da attività antropiche. Patches di ambienti naturali di per sé non alterati ma circondati da paesaggi modificati dall'uomo possono risultare non più adatti per certe specie. La parcellizzazione di un territorio in sotto-aree tra loro parzialmente connesse come accade per il sito Lago Pantano di Pignola a causa della barriera stradale impedisce il libero movimento degli animali all'interno del territorio. RISPOSTA: (Le misure adottate per migliorare lo stato) Piani del traffico, Leggi e prescrizioni, piano particolareggiato Dal 1996 è nata IENE - Infra-Eco-Network-Europe, la rete di collaborazione a livello europeo che si occupa dell impatto delle infrastrutture di trasporto sugli ecosistemi. IENE comprende istituti, autorità ed esperti che studiano la frammentazione degli habitat causata da autostrade, ferrovie e canali navigabili e gli effetti che essa provoca sulla fauna selvatica. Tra i principali scopi di IENE c è quello di incentivare misure di prevenzione, mitigazione e compensazione per rendere la rete di trasporto europea più efficiente, sostenibile e sicura per automobilisti, animali selvatici e per lo stesso habitat naturale. IENE è anche l ambito dal quale è nato il progetto europeo COST 341 Habitat fragmentation due to transportation infrastructure, che a tutt oggi rimane la massima espressione a livello tecnico-scientifico sul tema delle interazioni tra fauna selvatica e strade. Sarebbe il caso per il comune di Pignola ma anche per l Appennino lucano fare il punto sullo stato dell arte relativamente al tema infrastrutture di trasporto/biodiversità. Da interpretare ed implementare in queste aree il D.M. 5/11/01 e sue modifiche ed integrazioni (D.M. 22/04/004). In sintesi, come da PPE e sue Varianti, da segnalare nelle vicinanze (in un intorno di 500 m) dell area psic/zps: - Viabilità primaria da adeguare e realizzare: la strada esistente viene deviata in corrispondenza della sponda est del lago con un breve tratto di nuovo percorso che sale gradatamente di quota raggiungendo la strada esistente da ri-adeguare. Liberata dal traffico la sponda orientale si consegue lo stesso obiettivo su quella occidentale dirottando il traffico sull asse viario che ne risale a mezza costa la sponda per raggiungere il crinale della conca e di li dirigersi verso Potenza o l area industriale di Tito. - Viabilità da adeguare a percorso urbano.anello viario circumlacuale viene inibito alla funzione della viabilità primaria, viene ricondotto per parte a viabilità di servizio legata alle residenze ed alle attività presenti nell area e, per la parte residua, viene totalmente pedonalizzato. L anello viario, inoltre, viene ridefinito nella sua 121/237

122 configurazione fisica attraverso il restringimento della carreggiata carrabile e la creazione di una pista ciclabile e pedonale separata dalla carreggiata con un viale alberato Inquinamento e altre attività umane Attività mineraria ed estrattiva Allo stato attuale non esiste alcun tipo di attività mineraria ed estrattiva nel sito. Sono presenti diverse cave utilizzate in passato per l estrazione di materiali inerti, oggi in completo stato di abbandono Inquinamento e altre attività umane Codici impatti: 740 Vandalismo, Disturbi sonori. Il SIC ZPS IT Lago Pantano di Pignola è interessato in maniera marginale da alcuni fenomeni di inquinamento legati a varie attività umane. Nello specifico, si è rilevata la presenza di rifiuti prodotti da pic-nic e da altre attività connesse alla fruizione del sito, indicata nel Formulario Standard col codice 740 Vandalismo, cui è attribuita intensità C e influenza negativa. Le aree interessate si limitano a quelle prossime ai cassonetti ed ai contenitori per la raccolta dei rifiuti, nell area pic-nic. Tale fenomeno produce due tipologie di impatto: - visivo, dovuto al degrado delle aree interessate dall abbandono dei rifiuti, soprattutto in considerazione della naturalità dei luoghi; - sulla fauna, in particolare i mammiferi e gli uccelli, che cibandosi dei residui alimentari abbandonati alterano l equilibrio della catena trofica e contribuiscono a disperdere ulteriormente i rifiuti inorganici. Al fine di evitare il protrarsi di tale stato di incuria dell area turistica, sarebbe opportuno incrementare il numero dei contenitori per i rifiuti, provvedere ad una più solerte raccolta degli stessi e sensibilizzare i fruitori dell area tramite opportuni cartelli e segnalazioni. Infine si rileva nel SIC, l eccessivo fenomeno dei disturbi sonori visto che l area si trova a ridosso delle strada principale che collega il lago con le contrade limitrofe. Tale fenomeno che risulta quello maggiormente impattante, è collegato ai codici del Formulario Standard Disturbi sonori, con intensità C e influenza negativa. Gli impatti collegati a tale attività, peraltro non autorizzata, sono: - disturbi sonori improvvisi e non continui che alterano la quiete di mammiferi e uccelli, disturbando le normali fasi fenologiche (alimentazione, riposo, riproduzione ecc.) soprattutto delle specie più sensibili Calpestio Eccessivo [Codice fenomeni e attività nel SITO: 720] Il LAGO PANTANO DI PIGNOLA è interessato dalla categoria di impatto, di 1 livello, inquinamento e altre attività umane nel sito SIC ZPS IT in particolare la categoria di impatto di 2 livello coinvolta è riconducibile a calpestio eccessivo. Tab Tabella riassuntiva dei fenomeni e attività / INQUINAMENTO E ALTRE ATTIVITÀ UMANE / nel sito, e nell'area circostante, lago pantano di pignola LAGO PANTANO DI PIGNOLA IT FENOMENI E ATTIVITÀ Codice fenomeni e attività nel SITO Codice fenomeni e attività nell AREA CIRCOSTANTE il sito CATEGORIE 3 livello CATEGORIE 2 livello CATEGORIE 1 livello COD INT % sito INFL COD INT INFL 720 B 10 - Calpestio Eccessivo INQUINAMENTO E ALTRE ATTIVITÀ UMANE INT - intensità influenza sul sito: %sito: INFL - influenza: percentuale della superficie del sito che subisce influenza A: intensità forte B: intensità media C: intensità debole (+) influenza positiva (0) influenza neutra (-) influenza negativa 122/237

123 DETERMINANTI: (Attività antropica che potrebbe provocare effetti sull'ambiente) passeggiate, escursioni, attività sportive e ricreative, randagismo Sia all interno che all esterno del SIC/ZPS sono evidenti segni di calpestio eccessivo da parte di uomini e cani dovuto anche ad un parziale presidio del sito. PRESSIONI: (L'effetto diretto del determinante) stress specie vegetali, disturbo specie animali, costrizione e frammentazione degli habitat Il degrado dell area per passeggiate, escursioni, attività sportive e ricreative attività intense nei mesi primaverili/estivi ma ben presenti anche in autunno e inverno - randagismo, è un ostacolo alla naturale evoluzione delle biocenosi presenti. STATO: (La condizione del sito che risulta sia da fattori naturali che antropici) compattamento terreno, calpestio e raccolta flora, tane e parassiti dei cani Il calpestio induce compattamento del terreno, calpestio flora protetta, modifiche della conformazione del terreno per la presenza di tane di cani randagi. Gli habitat, tipici di suoli ove vi è ristagno idrico, mostra segni di crisi a causa dell eccessivo calpestio dovuto alla frequentazione di escursionisti e di un turismo mordi e fuggi, che favorisce le specie nitrofile ed espone il suolo ad ulteriori fenomeni di degrado. IMPATTI: (L'effetto ambientale della pressione) ecosistemi modificati, riduzione della capacità di ritenzione idrica del terreno, ruscellamento delle acque, erosione La compattazione riduce la capacità del suolo di trattenere l acqua e di ossigenare le radici delle piante. Quando un terreno ha una minore capacità di ritenzione idrica, il ruscellamento delle acque aumenta e il suolo diventa più vulnerabile all erosione. RISPOSTE: (Le misure adottate per migliorare lo stato del sito) regolamentazioni e guide sulle migliori pratiche per la fruizione della natura e del tempo libero, controllo e gestione del randagismo Le azioni dovranno essere rivolte ad una più razionale utilizzazione dell area da parte dei visitatori, turisti e sportivi, anche attraverso la destinazione di opportune aree per specifiche attività all aria aperta. È anche da tenere sotto controllo l instaurarsi di fenomeni competitivi con le specie vegetali presenti negli habitat del sito (principio di tutela). Dai dati di monitoraggio, si evince la necessità di ridurre il fenomeno del calpestio (influenza negativa) sebbene abbia un intensità media ed interessi il 10% del sito. Tale riduzione non può prescindere da una gestione e regolamentazione delle attività escursionistiche sportive e ricreative. Auspicabile un maggior coordinamento nel controllo e prevenzione, specialmente durante nei mesi estivi, e la sensibilizzazione dei fruitori dell area anche mediante opportuni cartelli e segnalazioni Modifiche umane delle condizioni idrauliche Modifiche del Funzionamento Idrografico in Generale / gestione del livello idrometrico [Codice fenomeni e attività nel SITO e nell AREA CIRCOSTANTE il sito: 853] Il LAGO PANTANO DI PIGNOLA è interessato dalla categoria di impatto, di 1 livello, modifiche umane delle condizioni idrauliche nel sito SIC ZPS IT in particolare la categoria di impatto di 2 livello coinvolta è riconducibile a canalizzazione quella di 3 a gestione del livello idrometrico. 123/237

124 Tab Tabella riassuntiva dei fenomeni e attività / MODIFICHE UMANE DELLE CONDIZIONI IDRAULICHE / nel sito, e nell'area circostante, lago pantano di pignola LAGO PANTANO DI PIGNOLA IT FENOMENI E ATTIVITÀ Codice fenomeni e attività nel SITO Codice fenomeni e attività nell AREA CIRCOSTANTE il sito CATEGORIE 3 livello CATEGORIE 2 livello CATEGORIE 1 livello COD INT % sito INFL COD INT INFL 830 A - Canalizzazione 853 B A - gestione del livello idrometrico A: influenza forte B: influenza media C: influenza debole 124/237 Modifiche del Funzionamento Idrografico in Generale MODIFICHE UMANE DELLE CONDIZIONI IDRAULICHE INT - intensità influenza sul sito: %sito: INFL - influenza: percentuale della superficie del sito che subisce influenza (+) influenza positiva (0) influenza neutra (-) influenza negativa DETERMINANTI: (Attività antropica che potrebbe provocare effetti sull'ambiente) Attività antropiche, canalizzazioni, prelievi Gli apporti idrici naturali al lago sono rappresentati dalle acque meteoriche ricadenti nel bacino e, prevalentemente, dagli afflussi del Vallone Petrucco che comunque assume un carattere torrentizio. Oggi gli apporti più consistenti vengono assicurati artificialmente da una condotta forzata che si alimenta a monte dell invaso e versa sulla sponda sud-est del lago. L area risulta solcata da un collettore principale e due laterali disposti a spina di pesce, questi ultimi ulteriormente suddivisi in canali secondari trasversali. Il collettore principale denominato Canale Artificiale tributa i suoi deflussi nel Torrente del Lago, affluente in destra del Torrente La Tora. La recente realizzazione degli insediamenti industriali nella piana di Tito ha creato l esigenza di disporre di risorse idriche per scopi industriali ridefinendo l assetto idraulico dell area, trasformandola in un bacino lacustre arginato dallo sbarramento sull emissario e relative opere complementari realizzate nell arco di un ventennio ( ). PRESSIONI: (L'effetto diretto del determinante) Opere di canalizzazione, modifiche del funzionamento idrografico e abbassamento del livello idrometrico STATO: (La condizione del sito che risulta sia da fattori naturali che antropici) Prelievi idrici a uso industriale con conseguente abbassamento del livello idrico, stress specie vegetali ed animali, costrizione, degrado e riduzione degli habitat A causa dei prelievi a monte ne deriva che un minor afflusso di acqua, minore profondità, aumento delle temperature del lago e situazioni si stress per il deflusso minimo vitale all interno del bacino. Per Minimo Deflusso Vitale si intende il valore di portata minima che deve essere garantita in un corso o bacino d acqua, al fine di garantirne la naturale integrità ecologica, con particolare riferimento alla tutela della vita acquatica. Il minor afflusso di acqua dal torrente Fossa Cupa è in parte giustificato per la facilitazione dei lavori di collaudo dell invaso. Nella Riserva del Lago Pantano di Pignola quasi ogni anno si assiste ad una moria di pesci durante i periodi più caldi dell anno. L assenza di inquinanti rinvenuti nella carcassa di pesci indicherebbero come causa di morte la scarsità di ossigeno nel lago. IMPATTI: (L'effetto ambientale della pressione) eutrofizzazione, destabilizzazione equilibri ecosistemici, moria di pesci, Si verifica scarso afflusso di acqua al lago in prossimità dei canali derivanti dal torrente Fossa Cupa a causa di prelievi idrici anche ad uso improprio sul ramo dell affluente Sciffra del fiume Basento. Trattasi di un corso in cui confluiscono canali laterali di acque sorgive, a seguito dello sbarramento ne deriva che durante la stagione invernale l afflusso di acqua è pari o minore a quello che si avrebbe nella stagione estiva ed in assenza di piogge. Il suddetto sbarramento, deviando il braccio

125 di torrente, ha causato una diminuzione del regime idrico, quindi una diminuzione di portata con conseguente alterazione dell ecosistema acquatico, che si traduce in una riduzione di profondità ed aumento di temperatura. Ciò provoca una modifica dei processi ossidativi e una diminuzione della concentrazione di ossigeno con conseguente instaurazione dello stato di eutrofia del lago soprattutto nella parte a sud lago piccolo dove è possibile osservare una grande espansione di alghe verdi. RISPOSTE: (Le misure adottate per migliorare lo stato del sito) regolamentazioni e guide sulle migliori pratiche per la gestione del livello idrometrico, controllo dei prelievi, rmativa di Gestione delle acque e vigilanza degli organi competenti L assetto originario del lago è stato profondamente alterato da molteplici interventi ed opere realizzate non certo in previsione della destinazione ad ambito protetto. Dai dati disponibili in letteratura risulta che il volume di massimo invaso è pari a 5,1 milioni di metri cubi mentre il volume minimo di invaso è stato determinato in 1,8 milioni di metri cubi; tali valori corrispondono ad una escursione massima del pelo libero rispetto alla quota massima di invaso pari a m. 2,60 e sono tratti dal provvedimento di regolamentazione del prelievo per scopi industriali della risorsa idrica adottato nel 1987 (autorizzazione 379/87 del Dipartimento Assetto del Territorio della Regione Basilicata) ad evitare il rischio di un significativo arretramento della zona umida. I valori dichiarati di profondità variano da 7,5 metri (profondità massima) a 5 metri (profondità massima) attualmente dai 5 ai 2. Numerosi sono i fattori di disturbo a causa di canalizzazioni e prelievi Sarebbe opportuno una maggiore trasparenza sul monitoraggio ed il controllo del regime idrico, in particolare sulla quantità e qualità delle acque di immissione e presenti, al fine di ridurre l instaurarsi di fenomeni di eutrofizzazione Modifiche umane delle condizioni idrauliche Codice impatto: Altre modifiche delle condizioni idrauliche indotte dall uomo. Il fenomeno del prelievo di acque sotterranee è indicato con il codice Altre modifiche delle condizioni idrauliche indotte dall uomo. Si ricorda che, per poter utilizzare le acque sotterranee ad uso domestico, è necessario inoltrare richiesta di concessione al Dipartimento Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità della Regione Basilicata, ai sensi del R.D. 1775/1933 e del regolamento acque pubbliche D.G.R. n.1984/06 (modifica ed integrazione della D.G.R n.2628/03). Tale concessione è trentennale e riguarda il prelievo di acque pubbliche sotterranee derivanti sia da pozzo che da sorgente. Nell area del SIC ZPS IT Lago Pantano di Pignola non risultano pozzi autorizzati Processi naturali Evoluzione della Biocenosi / eutrofizzazione [Codice fenomeni e attività nel SITO: 952] Il LAGO PANTANO DI PIGNOLA è interessato dalla categoria di impatto, di 1 livello, processi naturali biotici e abiotici nel sito SIC ZPS IT in particolare la categoria di impatto di 3 livello coinvolta è riconducibile a eutrofizzazione. Tab Tabella riassuntiva dei fenomeni e attività / PROCESSI NATURALI (BIOTICI ABIOTICI) / nel sito, e nell'area circostante, lago pantano di pignola LAGO PANTANO DI PIGNOLA IT Codice fenomeni e attività nel Codice fenomeni e attività CATEGORIE CATEGORIE SITO nell AREA CIRCOSTANTE il sito 3 livello 2 livello COD INT % INFL COD INT INFL sito 952 C 5 - eutrofizzazione Evoluzione della Biocenosi FENOMENI E ATTIVITÀ CATEGORIE 1 livello PROCESSI NATURALI (BIOTICI ABIOTICI) INT - intensità influenza sul sito: %sito: INFL - influenza: percentuale della superficie del sito che subisce influenza A: influenza forte B: influenza media C: influenza debole 125/237 (+) influenza positiva (0) influenza neutra (-) influenza negativa

126 DETERMINANTI: (Attività antropica che potrebbe provocare effetti sull'ambiente) Attività turistico ricreative, urbanistica e civile, industriale e agricola La presenza di sostanze organiche ed inorganiche ad effetto fertilizzante, di origine civile, industriale e agricola determina la presenza nel sito del fenomeno di eutrofizzazione: tali sostanze veicolate al lago attraverso le fognature e gli affluenti naturali che raccolgono le acque di drenaggio delle aree agricole. L apporto della sostanza organica provoca una deossigenazione dovuta alla maggiore richiesta di ossigeno respiratorio delle comunità batteriche deputate alla decomposizione, con conseguente instaurazione di ambienti non adatti alla vita di alcuni organismi acquatici fino alla completa scomparsa di ossigeno disciolto negli strati più profondi con fermentazioni putrefative e sostanze maleodoranti e tossiche. Fra cause che determinano l eutrofia naturalmente sono incluse anche quelle di tipo geologico, climatico, idraulico e chimico; I principali fattori che influiscono sull eutrofizzazione dei laghi: climatologia (latitudine, altitudine, temperatura, direzione velocità e frequenza venti, entità e frequenza precipitazioni); idrologia delle acque sotterranee e superficiali; prevalente uso del territorio (parco, turistico, agricolo, residenziale, industriale); prevalente uso delle acque (approvvigionamento, ricreazionale, idroelettrico, irrigazione, veicolo di rifiuti); morfologia lacustre (superficie, volume, profondità media e massima, sinuosità delle coste, lunghezza e aree del litorale, tempo di ricambio teorico e reale, stratificazione termica, cortocircuiti idraulici); condizionamenti chimici (ph, bilancio sostanze nutrienti N P, concentrazione di O2 disciolto e CO2, alcalinità, apporto di carico organico) Gli indici dello stato di tendenza all eutrofia dei laghi sono molteplici e variabili in funzione delle stagioni: di tipo biologico, chimico e fisico - indici biologici (aumento del numero di poche specie bentoniche e planctoniche dette indicatori); indici chimici; indici fisici. PRESSIONI: (L'effetto diretto del determinante) Abbandono rifiuti nell'ambiente. Cambiamento nel flusso e dello stato chimico delle acque Oltre all inquinamento primario dovuto al carico di sostanze organiche si accompagna sempre inquinamento secondario dovuto all azione fertilizzante di taluni composti di azoto e fosforo, soprattutto nitrati ed ortofosfati, che soprattutto nei mesi primaverili, provocano una abnorme produzione di sostanza organica sotto forma di biomassa micro algale che va incontro a morte e accumulo sui fondali ove entra in putrefazione. A causa della discreta disponibilità di acqua di diluizione difficilmente il lago è soggetto ad improvvisi inquinamenti di tipo acuto se non nelle immediate vicinanze ove è avvenuto lo sversamento; i laghi hanno maggiore capacità di assorbire e minimizzare i danni. Inversamente a causa dello stato di quiete e lento ricambio idrico il lago Pantano di Pignola tende ad accumulare nel suo bacino ogni forma di inquinante, accumulo che a lungo andare determina peggioramento della qualità dell acqua; le conseguenze dell inquinamento dei laghi si manifestano con molto ritardo, anche gli effetti positivi risentiranno del lungo periodo necessario al ricambio idrico, periodo a volte dell ordine di decine di anni. La salvaguardia dell ambiente lacustre è garantita solo mediante la prevenzione di ogni sostanza inquinante sia naturale che artificiale dei corsi d acqua e scarichi affluenti. STATO: (La condizione del corpo idrico che risulta sia da fattori naturali che antropici) Proliferazione di fioriture di alghe con conseguenti problematiche di carenza di ossigeno nelle acque. Il fenomeno eutrofico è spiccato per il Lago Pantano di Pignola configurandosi nella categoria dei laghi eutrofici. La definizione più autorevole delle categorie trofiche dei laghi è di Vollenweider sulla base del contenuto medio annuale di fosforo totale, della clorofilla e dei valori di trasparenza dell acqua. La classe oligotrofia è da intendersi di buona qualità mentre la classe eutrofia o ipertrofia è da intendersi non utilizzabile per alcun uso umano. 126/237

127 L insieme dei fenomeni che favoriscono la produttività algale è detto eutrofizzazione, mentre eutrofico è definito lo stato trofico (di nutrizione) di un lago che è ricco di sostanze organiche e nutrienti, il lago è oligogotrofico quando è povero di nutrienti, mesotrofico quando è in condizioni intermedie e distrofico quando è ricco di alcuni nutrienti e povero di altri. Molti laghi destinati a trasformarsi da oligotrofi in eutrofi a causa dell accumulo di materiali; i tempi si accorciano alquanto allorché oltre agli apporti naturali del bacino si aggiungono quelli derivanti da attività civili e industriali. Le improvvise esplosioni della densità algale si chiamano fioriture (primaverile e in autunno). La fioritura primaverile riguarda le diatomee, durante l inverno la bassa temperatura fa accumulare i nutrienti senza essere utilizzati. Con il ritorno delle condizioni favorevoli di temperatura e luce gli organismi fitoplanctonici crescono rapidamente nello strato d acqua illuminato (eufotico) fintantoché lo stock di nutrienti non si esaurisce facendo cessare la fioritura: questo esaurimento di nutrienti è dovuto anche alla stratificazione termica estiva del lago, fenomeno per il quale si creano due strati a scarsa miscibilità, uno superiore più caldo ed uno inferiore più freddo nel quale sono accumulati la maggior parte di nutrienti. Il raffreddamento delle acque superficiali in autunno provoca una omotermia che consente rimescolamento delle acque e riporta in superficie nutrienti, provocando la fioritura autunnale, della quale sono responsabili le alghe azzurre del tipo Anabaena che fissano l azoto. Questa fioritura cessa quando il fosforo, la temperatura o altro fattore diventa limitante. Per condurre il lago eutrofico Pantano di Pignola a livello di oligo-mesotrofia occorre raggiungere concentrazioni < 0,1 gp/m2/anno [la scarsa profondità del lago è una delle principali cause della tendenza all eutrofia, essendo per tale lago lo strato eufotico (strato illuminato), sede dei processi fotosintetici, la maggiore frazione del volume totale delle acque]. IMPATTI: (L'effetto ambientale della pressione) - inquinamento acque, morie ittiche, ecosistemi modificati, danni economici. A causa dell'alta concentrazione degli organismi in un sistema eutrofico, vi è spesso elevata concorrenza per le risorse. Tale elevato grado di concorrenza e lo stress fisico e/o chimico rende particolarmente difficoltosa la lotta per la sopravvivenza nei sistemi eutrofici. I principali impatti che l eutrofizzazione comporta sono: 1) Riduzione della diversità delle specie; 2.) Aumento della biomassa animale e vegetale; 3) Aumento di torbidità; 4) Aumento della velocità di sedimentazione con conseguente riduzione della durata di vita del lago; 5) Possibile sviluppo di circostanze anossiche. L eutrofizzazione comporta anche una serie di danni economici: impedimento ad uso potabile dell acqua; melme o abnormi crescite algali; danni igienici dovuti ad alghe marcescenti e acque maleodoranti; danni economici per operatori turistici; impedimento uso ricreativo a causa di acque ipertrofiche; interramento accelerato soprattutto di piccoli bacini lacustri come il lago Pantano di Pignola e crescita di macrofite acquatiche (soprattutto canne palustri). RISPOSTE: (Le misure adottate per migliorare lo stato del corpo idrico) rimozione fonti di fosforo, rimozione dei carichi localizzati, rimozione dei carichi diffusi, rimozione del carico interno, contenimento dei prelievi, limitazioni per gli scarichi da sorgenti puntuali, educazione alle migliori pratiche per l'agricoltura e la fruizione della natura, interventi e vigilanza da parte degli organi competenti. Per evitare lo stato eutrofico l interesse dei tecnici è volto sia a disporre di parametri d indice della tendenza di eutrofia sia a conoscere le cause. Più sicuro è prevenire lo stato di eutrofia di un lago che non intervenire a posteriori; ogni intervento che agisce sulle conseguenze dell eutrofia 127/237

128 (rimozione alghe, riossigenazione artificiale ecc) anzicchè sulle origini non costituisce la soluzione razionale al problema ma uno sforzo inefficace se non operato in concomitanza di rimozione delle fonti di inquinamento. È poco utile preoccuparsi dell inquinamento secondario se non si risolve prima il problema dell inquinamento primario: la rimozione della maggior parte della sostanza organica apportata al lago e quindi il miglior presupposto della lotta all eutrofizzazione; poiché però è noto che l abnorme crescita di biomassa algale è dovuta principalmente all apporto di si sostanze inorganiche, specialmente azoto, fosforo, e anidride carbonica, il ruolo di queste sostanze è stato particolarmente studiato dal punto di vista biologico. Il tempo di ricambio è uno dei dati principali per poter pianificare delle opere di risanamento, infatti definita la qualità obiettivo delle acque da raggiungere, consente di calcolare in quanto tempo avverrà il recupero del lago. Il lago Pantano di Pignola è un lago dimittico (i laghi dimittici sono quelli con due periodi di circolazione annuali) le cui condizioni di rimescolamento sono dovuti principalmente al vento. Per il recupero del lago Pantano di Pignola è possibile mettere in campo attività finalizzate a: rimozione fonti di fosforo; rimozione dei carichi localizzati; rimozione dei carichi diffusi; rimozione del carico interno. Per la RIMOZIONE DELLE FONTI DI FOSFORO - Il protoplasma algale è costituito principalmente da N F C oltre da oligoelementi in tracce ne consegue che il presupposto per la crescita algale è la loro abbondante disponibilità. In base alla legge di LIEBIG però è noto che la mancanza assoluta o la carenza di uno solo di questi elementi limita la piena utilizzazione di tutti gli altri: la crescita cellulare è così condizionata dall elemento che è presente in quantità minima indipendentemente dagli altri. In base alla legge di Liebig sarebbe sufficiente controllare uno dei fattori di crescita per limitare lo sviluppo algale la ricerca del fattore limitante si scontra in pratica con la necessità che esso sia facilmente controllabile. L ideale sarebbe controllare gli elementi richiesti in minor quantità ma questi sono abbondantissimi sia nelle acque di rifiuto che nei corpi idrici naturali. È accertato che l azoto e soprattutto il fosforo possono svolgere il ruolo di fattore limitante: generalmente però l azoto non è facilmente controllabile in quanto abbondante anche nelle acque naturali, mentre il fosforo ha la sua prevalente origine nelle attività umane, civili, agricole e industriali ed è inoltre più facilmente ed economicamente rimovibile dal punto di vista tecnologico. I detersivi di sintesi (sul mercato dagli anni 50) sono costituiti da due componenti principali: quella tensioattiva e quella fosfatica (componente di maggiore rilevanza tripolifosfato sotto accusa per essere uno dei responsabili dell eutrofizzazione) da anni si studia come sostituire parzialmente o in toto i tripolifosfati e sono stati proposti: acido citrico, le zeoliti artificiali di tipo A e l NTA (acido nitrilotriacetico che però ha la possibilità di solubilizzazione e mobilizzazione dai fanghi e dai sedimenti dei fondali metalli pesanti dando origine a complessi NTA metalli tossici). Il peso di alghe prodotto da 1g di P corrisponde a 115g di biomassa algale da un confronto tra l effetto deossigenante del solo BOD procapite (60g BOD5/giorno) e di quello indotto dal fosforo pro capite (187g O2/giorno) ci rendiamo conto che il carico in termini di effetto deossigenante totale è 3 volte equivalente all effetto che registriamo in acque correnti, ciò giustifica la priorità di interventi che deve essere data al recupero dei laghi. L apporto procapite di fosforo almeno negli insediamenti urbani circumlacuali potrebbe essere facilmente dimezzato con divieti d uso di detersivi a base di polifosfati; con i normali trattamenti depurativi dei liquami la rimozione del fosforo e dell azoto è generalmente bassa 20-50%, per cui tali effluenti costituiscono, se non dotati di trattamenti di terzo stadio, un notevole apporto di nutrienti. definita la quantità di carico di fosforo obiettivo occorre valutare tra le diverse soluzioni per la riduzione di tale carico obbedendo al seguente ordine di priorità: carichi localizzati; carichi diffusi; carichi interni 128/237

129 Per la RIMOZIONE DEI CARICHI LOCALIZZATI che sono dovuti agli apporti fognari di natura domestica si può adottare la soluzione di collettamento fognario circumlacuale totale con lo sversamento nell emissario dopo depurazione oppure soluzione che comporta depurazione spinta la terzo stadio e sversamento nell effluente depurato a lago (soluzione rischiosa poiché in caso di guasto o di manutenzione di tali impianti il liquame andrebbe versato a lago senza depurazione) Per la RIMOZIONE DI CARICHI DIFFUSI si può adottare il drenaggio di aree agricole, boschi, prati non coltivati, pascoli, sono tutte fonti difficilmente canalizzabili si pone in ogni caso l esigenza di un educazione e controllo nell uso di fertilizzanti chimici e concimi Per la RIMOZIONE DEL CARICO INTERNO - il carico interno di un lago esprime l accumulo di inquinamento che si è venuto creando nel tempo soprattutto nei sedimenti anche dell ordine del metro di limo. Durante le circolazioni totali delle acque una grande massa d fosforo viene reimmessa in circolazione dall interno del lago stesso col risultato di vanificare la rimozione del carico esterno localizzato. Per la rimozione del carico interno si può tentare di adottare numerose tecniche ed ogni lago richiede soluzione si misura ma non sono soluzioni alternative alla rimozione dei carichi localizzati fra le soluzioni per la rimozione del carico interno: aerazione ipolimnica con destratificazione (+ profondo); dragaggio dei sedimenti (solo per i lagi poco profondi e di piccole dimensioni, e in condizioni in cui lo smaltimento del materiale prelevato non costituisca un problema di eccessiva entità); scarico di acque ipolimniche nell emissario; precipitazione chimica del fosforo (trattamento con Al2(SO4)3 efficace e poco costoso all inizio della primavera prima che le alghe incorporino parte del fosforo presente); biomanipolazione (intervento a livello degli equilibri delle varie biocenosi spesso in condizioni di eutrofia la comunità ittica è dominata da pesci zooplanctivori che nutrendosi rimuovono dalle acque gli organismi zooplanctonici filtratori di maggiori dimensioni (daphnia, copepodi) si mira alla riduzione dei pesci zooplanctivori (mediante pesca selettiva o introduzione di pesci predatori come il luccio) e ad incrementare il numero di organismi zooplanctonici filtratori in modo da aumentare la pressione esercitata da questi sui fitoplancton (grazing esiste proporzionalità tra entità del grazing e quindi densità dello zooplancton e la trasparenza delle acque determinata dalla diminuizione del numero di organismi fitoplanctonici)); ossidazione dei sedimenti (mediante denitrificazione della sostanza organica ad opera di batteri). Lo stato trofico del lago è stato studiato in due indagini (Padula, 1991; Palese, 1992). Da essi si desume, fra l altro, l elevata concentrazione di fosforo totale misurato, per cui il lago risulta essere un corpo idrico estremamente produttivo. Le maggiori fonti di generazione di fosforo sono individuate (Palese, 1992) nel terreno non soggetto a coltivazione (37%), nella popolazione residente e non (25%), nel suolo coltivato (20%), nelle attività zootecniche (13%) e nel turismo di passaggio (5%). Da ciò consegue che la fonte di rilascio sulla quale è possibile un adeguato controllo è rappresentata dalla popolazione residente e non dal turismo di passaggio e che tale controllo consentirebbe il mantenimento di una condizione di equilibrio mesotrofico che può essere realizzata mediante opportuni sistemi di allontanamento, trattamento e smaltimento dei liquami. E da rilevare, al riguardo, che sono ancora in fase di completamento rilevanti opere di collettamento dei reflui prodotti dagli insediamenti a corona del lago e che, quindi, occorrerà, una volta entrato in funzione l impianto, verificare gli eventuali effetti benefici dell opera. Dai dati di monitoraggio e dagli indicatori spaziali, si evince l urgenza di comprendere ed arginare il fenomeno dell eutrofizzazione per il lago Pantano di Pignola (influenza negativa); il fenomeno pur presentando complessivamente un intensità debole ed un estensione interessante ca.5% dell intero sito va ad impattare in modo sostanziale e forte 38% l habitat prioritario 3150* e per il 9% l habitat 3280 [cfr. indicatore spaziale g) eutrofizzazione delle acque superficiali (desunto da osservazioni nel sito / inteso in termini di % perimetro habitat interessato da eutrofizzazione di spessore maggiore di 3m) assume valore nullo per gli habitat 3290 e 6420 mentre assume valore abbastanza significativo per l habitat 3280 e un valore decisamente consistente per l habitat prioritario 3150*]. 129/237

130 Per contrastare l'eutrofizzazione sono necessari anche interventi di vigilanza (applicazione del principio di tutela) al fine di ridurre gli afflussi di nutrienti ai corpi idrici (riduzione dei fertilizzanti in agricoltura, depurazione degli scarichi civili ed industriali, trattamento delle acque di scolo delle colture tramite agenti sequestranti ed impianti di fitodepurazione) Quadro riassuntivo degli impatti in relazione a ciascun habitat LAGO PANTANO DI FENOMENI E ATTIVITÀ PIGNOLA IT Codice fenomeni e attività nel SITO CATEGORIE 3 livello CATEGORIE 2 livello CATEGORIE 1 livello COD INT % sito INFL 501 B 15 0 sentieri, piste ciclabili Reti di Comunicazioni TRASPORTO E COMUNICAZIONI 720 B 10 - Calpestio Eccessivo INQUINAMENTO E ALTRE ATTIVITÀ UMANE 853 B 10 0 gestione del livello idrometrico Modifiche del Funzionamento Idrografico in Generale MODIFICHE UMANE DELLE CONDIZIONI IDRAULICHE 952 C 5 - eutrofizzazione Evoluzione della Biocenosi PROCESSI NATURALI (BIOTICI ABIOTICI) HABITAT: 3150 Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition Codice FATTORE mammiferi uccelli anfibi rettili invert. vegetazione TOTALE 290 Caccia, pesca ed altre attività di raccolta X X X 3X 853 Gestione del livello idrometrico X X X 3 X 952 Eutrofizzazione X X X X 4 X 954 Specie Aliene Invasive X X X 3X TOTALE 2X 4X 3X 1X 3X Fattori di criticità che insistono sui poligoni relativi all habitat 3150* e loro potenziale interazione con le varie componenti biotiche. (X = sicuramente negativo; x = probabilmente negativo; y = probabilmente positivo/sinergico; Y = sicuramente positivo/sinergico) 130/237

131 HABITAT: 3280 Fiumi mediterranei a flusso permanente con vegetazione dell alleanza Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di Salix e Populus alba. Codice FATTORE mammiferi uccelli anfibi rettili invert. vegetazione TOTALE 501 Sentieri, piste ciclabili X 1 X 720 Calpestio eccessivo X X X 3 X 954 Specie Aliene Invasive X X X 3X TOTALE 1X 2X 2X 1X 2X Fattori di criticità che insistono sui poligoni relativi all habitat 3280 e loro potenziale interazione con le varie componenti biotiche. (X = sicuramente negativo; x = probabilmente negativo; y = probabilmente positivo/sinergico; Y = sicuramente positivo/sinergico) HABITAT: 3290 Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion Codice FATTORE mammiferi uccelli anfibi rettili invert. vegetazione TOTALE 720 Calpestio eccessivo X X X 3 X 853 Gestione del livello idrometrico X X X 3 X 952 Eutrofizzazione X X X X 4 X 954 Specie Aliene Invasive X X X 3X TOTALE 1X 3X 2X 2X 1X 4X Fattori di criticità che insistono sui poligoni relativi all habitat 3290 e loro potenziale interazione con le varie componenti biotiche. (X = sicuramente negativo; x = probabilmente negativo; y = probabilmente positivo/sinergico; Y = sicuramente positivo/sinergico) HABITAT: 6420 Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio- Holoschoenion Codice FATTORE mammiferi uccelli anfibi rettili invert. vegetazione TOTALE 720 Calpestio eccessivo X X X 3 X 853 Gestione del livello idrometrico X X X 3 X 954 Specie Aliene Invasive X X X 3X TOTALE 2X 1X 2X 1X 3X Fattori di criticità che insistono sui poligoni relativi all habitat 3290 e loro potenziale interazione con le varie componenti biotiche. (X = sicuramente negativo; x = probabilmente negativo; y = probabilmente positivo/sinergico; Y = sicuramente positivo/sinergico) 131/237

132 FENOMENI E ATTIVITÁ NELL'AREA CIRCOSTANTE IL SITO: B B C B A B B A A - Codice FATTORE MAMMIFE RI UCCELLI ANFIBI RETTIL I INVERTEBRAT I VEGETA ZIONE TOTALE 100 Coltivazione X X X X 4X 130 Irrigazione X X X 3X 140 Pascolo X X 2X Allevamento Animali Caccia Abitazioni disperse Strutture agricole X X X X 4 X X X 2X X X 2 X X X X X 4 X 830 Canalizzazione X X X X 4 X 852 Modifica struttura corsi d'acqua interni X X X 3 X TOTALE 4X 4X 6X 4X 8X 132/237

133 2.7 INDICATORI SOCIOECONOMICI Il Lago Pantano di Pignola L'area protetta Lago Pantano di Pignola è situata in agro di Pignola (PZ), a pochi chilometri da Potenza e dall'area industriale di Tito (PZ). Il sito è raggiungibile dalla città Capoluogo e dalla S.S 407 Basentana attraverso la strada comunale del Fosso del Lago, che lo costeggia sul lato Est. L'intera area è delimitata da strade comunali. L'area protetta si estende per ca. 165 ha, in una conca pianeggiante e paludosa dell'alto bacino del fiume Basento, circondata da cime montuose quali Rifreddo, Monte Pierfaone e Monte Vulturino. Il Lago nasce da uno sbarramento artificiale in un'area, che già prima della bonifica, presentava le caratteristiche di zona umida e paludosa. L'area della Riserva naturale del Lago Pantano di Pignola è di prevalente proprietà del Consorzio di Sviluppo per l'area Industriale di Potenza (A.S.I.). Dal 1988 è gestita dal WWF. L'Oasi è stata istituita nel 1984 con D.P.G.R. n 795, in attuazione della L.R. 42/80 ("recante norme sulla tutela della flora e dei biotipi in Basilicata"). Già Oasi di Protezione Faunistica ai sensi della Legge Regionale n. 39/79, presenta notevole interesse paesaggistico ed è regolato da un apposito Piano Paesistico di area vasta "Sellata - Vulturino - Madonna di Viggiano", ai sensi delle legge n 431/85. Con la L.R. n 28 del 28 /06/1994, "recante norme per l'individuazione, classificazione, istituzione, tutela e gestione delle aree naturali protette in Basificata", l'attività di gestione delle aree Naturali Protette è attestata alle Province. Nell'area protetta il WWF Italia svolge attività di tutela della flora e della fauna con progetti e programmi di conservazione delle biodiversità delle specie e censimenti della fauna selvatica, attività di educazione ambientale e visite guidate. All'interno della Riserva Naturale è presente un centro visite dotato di un locale di ristoro, 3 stanze ad uso foresteria, una sala convegni ed il locale biblioteca e centro di documentazione ambientale. E' presente, inoltre, un'area attrezzata a giochi per bimbi. Di particolare interesse è la presenza del CRAS (centro recupero animali selvatici), molto visitato dalle scolaresche, attivo da vari anni. Il ''Lago Pantano di Pignola'' è un ambiente naturale di interesse internazionale. Con Decreto del Ministro dell'ambiente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 175 del 30/07/2003 è configurato come ''Area umida di interesse internazionale''. Un riconoscimento importantissimo che consente di rientrare nel ristretto novero delle cosiddette ''Aree della Convenzione di RAMSAR''. La particolare tutela alla quale è stata sottoposta l'area richiede che per il raggiungimento degli scopi di salvaguardia contribuiscano, ognuno per le parti di competenza, il MATTM, la Regione Basilicata, la Provincia di Potenza, il Comune di Pignola nonché il WWF Italia con la Cooperativa va Terra. La contestualità e la complessità di fattori di tipo sociale, economico ed ambientale che caratterizzano l area, possono essere evidenziate da un analisi che prenda in considerazione l assetto insediativo e demografico, le caratteristiche strutturali del tessuto produttivo, la formazione professionale, il mercato del lavoro, la dotazione di risorse ambientali e turistiche, il grado di offerta delle infrastrutture e dei principali servizi alla persona ed alle imprese del comune di Pignola. Il SIC/ZPS LAGO PANTANO DI PIGNOLA IT (ca. 164,68 ha) ricade nella Comunità Montana Alto Basento. Per quanto riguarda le proprietà sono state rilevate 228 particelle catastali, delle quali 20 (ca48,4ha - pari all 29,4% dell intera superficie del sito) sono di proprietà pubblica, mentre 208 (pari al 70,6% dell intera superficie del sito) sono di proprietà privata così come riportato nella seguente tabella. 133/237

134 Tabella COMUNE Foglio Particella Catastale Proprietà Fogli o Particella Catastale Proprietà Fogli o Particella Catastale PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PU PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PU PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PU PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PU PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PU PR PR PIGNOLA 13 3 PU PR PR PIGNOLA 13 5 PR PR PR PIGNOLA 13 6 PR PR PR PIGNOLA 13 8 PR PR PR PIGNOLA 13 9 PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PU PR PIGNOLA PR PU PR PIGNOLA PR PU PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PU pubblico; PR privato Proprietà PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR 134/237

135 COMUNE Foglio Particella Catastale Proprietà Fogli o Particella Catastale Proprietà Fogli o Particella Catastale PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PU PR PIGNOLA PR PU PR PIGNOLA PR PR PU PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR 14 1 PU PR PIGNOLA PR 14 2 PR PR PIGNOLA PR 14 3 PR PR PIGNOLA PR 14 4 PR PR PIGNOLA PR 14 5 PR PR PIGNOLA PR 14 6 PR PR PIGNOLA PR 14 7 PR PU PIGNOLA PR 14 8 PR PU PIGNOLA PR 14 9 PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR PR PIGNOLA PR PR 23 5 PR PIGNOLA PR PR PU PIGNOLA PR PR PU PIGNOLA PR PR PU PIGNOLA PR PR PU PIGNOLA PR PR PU PIGNOLA PR PR 23 PIGNOLA PR PR 23 PIGNOLA PR PR 23 PIGNOLA PR PR 23 PIGNOLA PR PR 23 PIGNOLA PR PR 23 Proprietà Può essere interessante evidenziare - foglio 13 particella 51 qualità classe LAGO PESCA superficie con diritti ed oneri reali del Comune di Pignola (proprietà e usuario della pesca per 2/3) e privati (cousuari della pesca per 1/3). 135/237

136 2.7.2 Il contesto socio-economico Il comune di Pignola è un centro di montagna, di origini medievali, con un economia di tipo agricolo e industriale ed una buona presenza di servizi. Ha un estensione di 55,51 Kmq ed un popolazione pari a abitanti (Dati Istat 2007) ed una densità abitativa per Kmq di 112,9 unità, un dato superiore alla media regionale (pari a 60 ab/km 2 ). C è da notare (Fig ) come negli ultimi anni ci sia stato nel comune un forte incremento della popolazione, questo dovuto prevalentemente alla migrazione dal Capoluogo verso aree più il paese. 136/237

137 Meno di 5 Da 5 a 9 Da 10 a 14 Da 15 a 19 Da 20 a 24 Da 25 a 29 Da 30 a 34 Da 35 a 39 Da 40 a 44 Da 45 a 49 Da 50 a 54 Da 55 a 59 Da 60 a 64 Da 65 a 69 Da 70 a 74 Da 75 a 79 Da 80 a 84 Da 85 e più Figura Trend sulla popolazione residente nel Comune di Pignola dal 1861 al Da Istat 2007 Analizzando il trend della distribuzione della popolazione per classi di età dal 1981 al 2004, si osserva una netta flessione della popolazione in età compresa tra 55 e 84 anni, tra queste la classe maggiormente colpita risulta essere quella con età compresa tra 75 e 85 anni, pertanto si può affermare che la popolazione è prevalentemente giovane, infatti le età più rappresentate sono nella fascia tra 25 e 49 anni (Fig ). Figura Trend popolazione residente nel Comune di Pignola per classi di età. Fonte: Istat Atlante statistico dei comuni Serie Per quanto riguarda l occupazione nel Comune di Pignola, solo 51 unità sono occupate nel settore agricolo, mentre 485 unità sono occupate nel settore industriale e 1154 in altre attività tra queste prevale il commercio e la pubblica amministrazione (Tab ). 137/237

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