Il Piano Cimiteriale come strumento di protezione e tutela ambientale

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1 Il Piano Cimiteriale come strumento di protezione e tutela ambientale Marco Ghirardi 156 La Relazione geologica a corredo del Piano Cimiteriale, partendo dallo studio generale del territorio comunale e sviluppandosi con maggiore dettaglio per i siti di interesse, è finalizzata alla definizione di massima delle caratteristiche geologiche, stratigrafiche, idrogeologiche e pedologiche delle aree in cui sono presenti i nove cimiteri del Comune di Parma; l illustrazione di tali caratteristiche ambientali rappresenta un importante strumento di valutazione, per prefigurare se gli eventuali interventi urbanistico-edilizi nei cimiteri interesseranno aree geologicamente compatibili e se le variazioni indotte sull ambiente produrranno danni, più o meno irreversibili, alle risorse naturali e all ambiente in generale. Lo studio inoltre, consentendo un analisi comparata tra lo stato dell arte della gestione cimiteriale e le caratteristiche naturali dei siti, ha permesso di individuare e proporre soluzioni ed interventi volti ad una migliore tutela dell ambiente idrogeologico indagato. Per sua impostazione, la relazione geologica ha provveduto alla ricostruzione dell assetto stratigrafico, idrogeologico e delle caratteristiche pedologiche dei siti cimiteriali, con una duplice finalità: valutare l idoneità dei siti alle pratiche di inumazione e ai conseguenti processi di decomposizione dei cadaveri; salvaguardare la vulnerabilità e qualità dell ambiente idrogeologico. VALUTAZIONI GEO IDROGEOLOGICHE In sintesi, le valutazioni delle analisi dei dati ottenuti attraverso molteplici campagne geognostiche effettuate nell intorno dei siti cimiteriali, ha evidenziato che, in linea generale, per quanto concerne la capacità dei suoli a favorire i processi di decomposizione e scheletrizzazione, non esistono particolari situazioni critiche, se si esclude il sito di Ugozzolo, nel quale il livello di falda è spesso prossimo al piano di campagna (gli altri cimiteri, per contro, presentano una quota di falda al di sotto del piano di inumazione). Contrariamente a quanto sopra accennato per la matrice suolo, è parso sin da subito evidente che le situazioni di criticità ambientale riscontrate riguardano soprattutto la protezione delle falde superficiali (spesso in connessione con le falde produttive più profonde) da possibili inquinamenti dovuti ai processi di decomposizione. PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA Oltre agli aspetti meramente naturalistici trattati nello studio geologico, sempre nell ottica della tutela delle matrici suolo ed acqua, si è provveduto a svolgere una dettagliata analisi dei vincoli di pianificazione ambientale vigenti, di cui si riporta una sintetica illustrazione analizzando i principali strumenti generali e settoriali. Piano Territoriale regionale delle Acque (PTA) Con tale strumento la Regione identifica ed individua cartograficamente zone di pro-

2 1 proche combinazioni tra fattori geologici, idrogeologici e classificativi. La carta suddivide il territorio provinciale in tre differenti classi: vulnerabile a sensibilità elevata (colore rosa); vulnerabile a sensibilità attenuata (colore giallo); poco vulnerabile (colore verde). Fig. 1 - Nuova carta della vulnerabilità degli acquiferi (Amministrazione provinciale di Parma). tezione la cui regolamentazione e modalità di gestione sono finalizzate alla tutela delle risorse idriche sotterranee e di superficie; le aree sono denominate: Settore A: aree caratterizzate da ricarica diretta della falda, con una falda freatica in continuità con la superficie da cui riceve alimentazione; Settore B: aree caratterizzate da ricarica indiretta della falda, in cui alla falda freatica superficiale segue una falda semiconfinata in collegamento per drenanza verticale; Settore D: fasce adiacenti agli alvei fluviali (250 metri per lato) con prevalente alimentazione laterale subalvea. Ancora, la disciplina della salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano, ex art. 21 D.Lgs. 152/99, è definita dal capitolo 7), Titolo III delle NTA. Carta della vulnerabilità naturale degli acquiferi Per quanto attiene la pianificazione provinciale, è stata elaborata e redatta la Nuova carta della vulnerabilità degli acquiferi, la quale propone una suddivisione territoriale attraverso diversi gradi di propensione all inquinamento, secondo reci- Piano Strutturale Comunale (PSC), Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) Nel corso dell elaborazione del PSC, attraverso una ricostruzione dell assetto idrogeologico del territorio, gli studi geologici eseguiti hanno permesso di ridefinire le Zone di protezione dei sistemi acquiferi indicate dal PTA regionale: conseguentemente, si è proposto di ampliare il settore A facendo diretto riferimento alla Zona di alimentazione dei Gruppi Acquiferi A e B e alla Zona di alimentazione dei Gruppi Acquiferi A della Nuova Carta della Vulnerabilità. Ovviamente, in relazione alla sovraordinazione del PTA regionale rispetto al PSC comunale, ed in applicazione del principio di precauzione, le zone di protezione sono state esclusivamente ampliate rispetto ai limiti indicati nelle Tavole del PTA. Successivamente, il Piano provinciale di Tutela delle Acque attualmente in elaborazione, potrà specificare le Zone di protezione dei sistemi acquiferi definite dal PTA regionale, in piena coerenza con le Zone di alimentazione individuate nella Carta della vulnerabilità del PSC. Per una migliore comprensione dei vincoli ambientali ai quali il Piano Cimiteriale è sottoposto, è necessario illustrare sinteticamente gli specifici articoli della Norme Tecniche di Attuazione del nuovo PSC (Capo III) e del RUE. Le NTA del PSC, all art. 81 Aree di ricarica della falda inquadrano e disciplinano le attività consentite all interno dei settori A, B e D precedentemente citati: il comma 2) specifica che, così come normato all Allegato 4 delle NTA del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, per i settori di ricarica tipo B valgono le prescrizioni per le zone con vulnerabilità a sensibilità attenuata, mentre per i settori di ricarica di 157

3 158 tipo A e di tipo D sono vigenti le prescrizioni per le zone con vulnerabilità a sensibilità elevata, nonché per le aree di ricarica diretta dei gruppi acquiferi A, B e C. Più specificatamente, il comma 3) al punto c), richiede che per la realizzazione di nuovi campi di inumazione, o di ampliamento di quelli esistenti, siano effettuati studi idrogeologici approfonditi, che ne verifichino la compatibilità. Un ulteriore vincolo viene introdotto dall Art. 83 Zone di riserva per pozzi idropotabili : in tali aree, in quanto potenzialmente sfruttabili per nuove captazioni, sono applicate le misure di tutela delle Zone di rispetto allargata dei pozzi, di cui all art. 85, fino alla realizzazione della captazione per la quale dovranno essere delimitate le specifiche zone di rispetto. Di estrema importanza è l art. 85 Zone di rispetto dei pozzi idropotabili, vista anche la presenza, all interno dei loro limiti, dei cimiteri della Villetta e di Marore. Esistono tre differenti tipologie di Zone di rispetto: Zona di rispetto ristretta, delimitata con il criterio cronologico (il tempo che un eventuale inquinante impiega, dal momento del rilascio, per arrivare all opera di captazione) adottando il tempo di sicurezza di 60 gg; Zona di rispetto allargata, delimitata con il criterio cronologico adottando il tempo di sicurezza di 180 o 365 gg, secondo l entità del rischio o della vulnerabilità della risorsa; In assenza della delimitazione con criterio cronologico, rimane l estensione stabilita ai sensi dell art. 94, del D.Lgs 152/06 e s.m.i., pari a 200 m di raggio rispetto al punto di captazione. L articolo rimanda al RUE per inquadrare e specificare le attività ammesse nelle Zone di rispetto ristrette ed allargate. Infine, nell art Piano Cimiteriale (PCm), il PSC rimanda al piano settoriale la definizione sia delle misure di salvaguardia della risorsa idrica sotterranea (sulla base di studi idrogeologici) sia ad altre, eventuali misure di tutela ambientale. Per quanto concerne il RUE, sono due gli articoli che riguardano gli aspetti ambientali del Piano Cimiteriale: Art. 89 POC Zone di rispetto dei pozzi di acqua potabile e aree di salvaguardia 60 gg, in cui si vieta l insediamento di attività cimiteriali all interno di tali aree (nessun cimitero è presente); Art. 90 POC Aree di salvaguardia dei 180 gg e aree di riserva per i nuovi pozzi d acqua potabile, in cui non si vieta la presenza di aree cimiteriali. Altri strumenti Vi sono, infine, altri strumenti di pianificazione sovraordinati che presentano implicazioni più o meno dirette con il Piano Cimiteriale. Il Piano Stralcio Fasce Fluviali prevede per le fasce C (sono in tale fascia i siti di Villetta, Marore, Viarolo e Baganzola) che tutti gli interventi consentiti garantiscano il mantenimento o il miglioramento delle condizioni di drenaggio superficiale dell area e l assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche presenti. Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, nell Allegato 4 Vulnerabilità degli acquiferi delle Norme Tecniche di Attuazione, al paragrafo Impianti di depurazione e reti di collettamento disciplina la realizzazione delle reti fognarie nelle zone a vulnerabilità a sensibilità elevata ed in quelle a vulnerabilità a sensibilità attenuata, mentre l art. 37 riporta le soluzioni costruttive nel caso di realizzazione di nuove infrastrutture in aree soggette a rischio idraulico. Da ultimo, ma certo non per importanza, il D.Lgs. 152/06, all art. 94 afferma che i cimiteri esistenti nelle Zone di rispetto allargate (180 gg) non devono essere delocalizzati, ma devono essere messi in sicurezza (ed in questo punto la normativa non è affatto esauriente, poiché non viene fatta chiarezza sulla definizione di messa in sicurezza: solo il D.P.R. 285/90 offre un limitato contributo agli artt. 55, 57, 60, 72 e 76). INTERVENTI DI TUTELA AMBIENTALE PROPOSTI Quanto finora illustrato evidenzia come la normativa vigente non dia indicazioni precise ed esaustive sulle misure di sicurezza da adottare nei siti cimiteriali, per tutelare le matrici acqua e suolo; nel caso del Comune di

4 2 159 Fig. 2 - Settori di Ricarica (Comune di Parma).

5 160 Parma, il problema è amplificato dal fatto che, oltre ad essere all interno delle Zone di rispetto allargate, alcuni cimiteri si trovano in prossimità dei pozzi idropotabili che alimentano il pubblico acquedotto cittadino. Così come direttamente disposto dal già citato art Piano Cimiteriale del PSC, sono stati quindi individuati alcuni interventi di cui pianificare la realizzazione in funzione delle differenti specificità dei siti. Poiché per favorire la decomposizione della sostanza organica è necessario mantenere un certo grado di umidità nei terreni di inumazione, mentre una copiosa infiltrazione efficace diverrebbe veicolo per il trasporto di inquinanti verso le falde produttive, si è posta particolare attenzione nel cercare di regolamentare il transito delle acque di superficie verso i livelli più profondi del terreno. Quindi verranno recepite nelle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Cimiteriale le seguenti azioni: gli eventuali pozzi presenti all interno dei cimiteri saranno messi in sicurezza o dismessi e cementati; si verificherà la presenza di eventuali canali coperti all interno dei cimiteri ed il loro stato di manutenzione; si dovrà realizzare e mantenere efficiente la rete di raccolta e smaltimento delle acque bianche con il collettamento e l allontanamento delle acque meteoriche cadute sulle superfici impermeabilizzate mentre, per consentire un buon valore di umidità necessario ai processi di scheletrizzazione, le acque di pioggia cadute sui terreni di inumazione si lasceranno infiltrare; occorrerà verificare l efficienza della rete di collettamento delle acque nere (la realizzazione della rete fognaria deve rispettare le indicazioni tecniche dell Allegato 4 Vulnerabilità degli acquiferi, paragrafo Impianti di depurazione e reti di collettamento, delle NTA del PTCP provinciale); si garantirà l impermeabilizzazione e la tenuta di eventuali aree di stoccaggio di sostanze pericolose e di cisterne per idrocarburi; dopo un attenta lettura di dati stratigrafici appositamente ottenuti, ed in funzione delle dimensioni del cimitero, si realizzeranno almeno uno-due piezometri posizionati secondo la direzione di flusso della falda; per la particolare vulnerabilità del sito di Marore, dovranno essere messi in opera almeno tre piezometri posti uno sul lato sud e due posti oltre il muro di cinta nord, in direzione dei pozzi idropotabili della centrale Enìa s.p.a. Per garantire un buon livello di sicurezza ai pozzi suddetti, si attrezzeranno i due piezometri posti a valle con pompe sommerse, collegate ad un sistema che le attivi quando la quota della eventuale falda superficiale raggiunga il livello critico in prossimità del piano di inumazione dei cadaveri. L acqua emunta dovrà essere allontanata o portata a depurazione in funzione delle sostanze in essa contenute; per la presenza del canale La Riana posto poche decine di metri ad ovest del cimitero di Corcagnano, siano previste prove di permeabilità nei terreni in situ per valutare eventuali, intensi fenomeni di infiltrazione verso il canale; nel sito di Eia, occorre impermeabilizzare il tratto del cavo Rauda in prossimità dell area cimiteriale. Poiché la pratica delle attività cimiteriali ha evidenziato che i tempi di decomposizione e scheletrizzazione dei cadaveri aumentano con il susseguirsi dei cicli di inumazione, è emersa la necessità di pianificare una fase di ricerca, finora mai attuata, che individui le cause e le possibili soluzioni per ovviare al progressivo aumento dei tempi di sepoltura. Sono stati proposti i seguenti interventi: definire una specifica fase di indagini geotecniche e geochimiche (classi granulometriche, porosità, indice dei vuoti, contenuto naturale d acqua, grado di saturazione, rilascio di prodotti della decomposizione e loro solubilità, interferenza con le particelle del terreno, presenza di gas interstiziali, ecc.) finalizzate a valutare la capacità dei suoli a favorire i processi di scheletrizzazione; al fine di contribuire ad individuare la natura e l entità delle sostanze eventualmente rilasciate nei terreni (e quindi in falda) dai processi di decomposizione, si realizzeranno, in una prima fase, uno o più piezometri all interno dei cimiteri maggiori.

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