DG FIL Linee guida EDA - Bozza LA RIORGANIZZAZIONE E IL POTENZIAMENTO DELL EDUCAZIONE DEGLI ADULTI: LINEE GUIDA DELLA REGIONE LOMBARDIA
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- Pio Simonetti
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1 LA RIORGANIZZAZIONE E IL POTENZIAMENTO DELL EDUCAZIONE DEGLI ADULTI: LINEE GUIDA DELLA REGIONE LOMBARDIA Regione Lombardia 11 giugno
2 INDICE Premessa: l architettura del sistema 1. Per una corretta definizione 2. Finalità della nuova offerta formativa 3. I destinatari degli interventi formativi 4. I soggetti coinvolti nella rete dell offerta formativa 5. Gli obiettivi della nuova offerta formativa 6. Programmazione e pianificazione dell offerta formativa: il livello di governo e di indirizzo Livello regionale Livello locale 7. Definizione dei criteri relativi all individuazione degli ambiti territoriali 8. Certificazione e crediti formativi 2
3 Premessa: l architettura del sistema Con il presente documento si intende fornire un quadro di indirizzi e di indicazioni strategiche per l Educazione degli Adulti (EdA) nella Regione Lombardia. Le linee di intervento e di programmazione dell EdA contenute nel documento non devono intendersi come prescrittive, ma come linee guida, come un orientamento regionale su queste specifiche tematiche. Per una definizione più organica di linee di intervento per la riorganizzazione e il potenziamento dell Educazione permanente degli adulti occorre riferirsi all Accordo del 2 marzo 2000 della Conferenza Unificata Governo, regioni, province, comuni e comunità montane. Il principio base di quel processo di rinnovamento risiedeva nella costituzione di un sistema formativo integrato tra il sistema di istruzione e di formazione professionale e il mondo del lavoro. Tale finalità doveva essere perseguita attraverso la concertazione tra i soggetti istituzionali, gli agenti formativi e le parti sociali. Per garantire la giusta concertazione tra tutti i soggetti chiamati in causa, il sistema integrato prevedeva la costituzione di tre livelli istituzionali: Livello Nazionale, Livello Regionale, Livello Locale. La riforma costituzionale (L.C. 3/2001) e la recente riforma del sistema di istruzione e formazione (L.53/2003), tenuto conto delle competenze regionali in materia di programmazione e di pianificazione dell offerta formativa già previste dall articolo 138 del decreto legislativo 112/98, hanno determinato un ridisegno complessivo dell architettura del sistema. La normativa oggi vigente in Italia in materia di istruzione e formazione prevede infatti un unico sistema di istruzione e formazione, che si articola nella scuola dell infanzia, in un primo ciclo che comprende la scuola primaria e la scuola secondaria di primo grado, e in un secondo ciclo che comprende il sistema dei licei ed il sistema dell istruzione e della formazione professionale (L.53/2003, art.2). In questo nuovo contesto di sistema non è possibile considerare l EdA come un ambito a sé stante, bensì come una offerta educativa e formativa trasversale e comune all intero sistema di istruzione e formazione, come uno sforzo, politico e progettuale per passare da una organizzazione per sistemi chiusi ad una organizzazione di rete il cui 3
4 obiettivo è costituito da risposte efficaci e differenziate ai diversi bisogni dell utenza ; ovvero, uno sforzo che intende portare a sinergia l insieme delle opportunità formative che interessano i cittadini in età adulta, in relazione ai diversi problemi ed interessi che caratterizzano le diverse fasi e i diversi momenti dell esistenza (Accordo del 2 marzo 2000). 4
5 1. Per una corretta definizione Il concetto di educazione rivolta agli adulti è stato espresso con numerose terminologie: educazione permanente degli adulti, educazione lungo tutto l arco della vita, formazione permanete per adulti, educazione degli adulti. Il termine educazione permanente o più ancora il termine educazione lungo tutto l arco della vita (o life long learning) rimandano ad una visione che supera la separazione fra età del diritto-dovere all istruzione e la vita adulta. Tra queste varie espressioni, è sicuramente preferibile l utilizzo di educazione degli adulti (EdA), che ricomprende i termini più peculiari di formazione ed istruzione, nell accezione più vasta e ricca di sviluppo e della crescita culturale e professionale della persona adulta (oltre i 18 anni, età di compimento del diritto-dovere all istruzione). L EdA non comprende anche gli apprendimenti informali, che non costituiscono un campo di intervento diretto, ma li può riconoscere attraverso un sistema di certificazione dei crediti. Riferendoci alla efficace espressione dell Accordo del 2 marzo 2000, per Educazione degli adulti si intende dunque l insieme delle opportunità educative formali (istruzione e formazione professionale certificata) e non formali (cultura, educazione sanitaria, sociale, formazione nella vita associativa, educazione fisico-motoria) rivolte ai cittadini in età adulta, aventi per obiettivo la formazione di competenze personali di base nei diversi campi e di competenze di base trasferibili e certificabili (Accordo del 2 marzo 2000). 2. Finalità della nuova offerta formativa Nella prospettiva di life long learning, gli obiettivi specifici dell EdA e le sue finalità sono riconducibili alla capacità di fornire all adulto: 1) La possibilità di accedere ad opportunità formative, sia formali che non formali, che gli consentano di: rientrare nel sistema dell istruzione o della formazione professionale; superare situazioni di svantaggio tali da compromettere sia l occupabilità che il pieno esercizio di una cittadinanza attiva e consapevole; mantenere o accrescere le proprie competenze professionali per contrastare l obsolescenza e per lo sviluppo della professionalità; 5
6 consolidare e sviluppare le proprie competenze di base coerentemente con l aggiornamento e lo sviluppo delle competenze professionali; innalzare il proprio livello culturale. 2) Un sistema di informazione e di orientamento che gli permetta: di conoscere tutte le opportunità formative presenti sul suo territorio (in ambito regionale); di essere guidato e supportato nella costruzione di percorsi formativi adatti alle sue esigenze. 3) Un sistema di certificazione tale da non sprecare le proprie competenze (apprendimenti ed abilità), acquisite in ambiti di formazione formale, non formale o informale, ottimizzandole, al contrario, nella costruzione di percorsi di crescita personale e professionale. 3. I destinatari degli interventi formativi Destinatari dell offerta formativa EdA sono gli adulti, cioè le persone di età superiore ai 18 anni. In particolare: adulti in cerca di occupazione; giovani espulsi dal sistema dell istruzione e a rischio di mancata occupabilità; immigrati senza titolo di studi o con titolo di studi non riconosciuto in Italia; coloro che, sottoposti a misure di restrizione della libertà personale, vogliono collocarsi/ricollocarsi utilmente nella società; donne che vogliano entrare o rientrare nel mercato del lavoro in condizioni di pari opportunità; coloro che necessitano di alfabetizzazione sui nuovi e vecchi alfabeti; ogni persona che voglia accrescere o mantenere il proprio livello di istruzione e formazione rispetto ai nuovi alfabeti. Occorre comunque prevedere una fase di transizione, a termine, per il riassorbimento nel sistema di istruzione e formazione dei giovani di età compresa tra i 16 e i 18 anni che attualmente usufruiscono dei percorsi formativi offerti dalle strutture educative EdA. 6
7 4. I soggetti coinvolti nella rete dell offerta formativa La rete del sistema EdA nel suo complesso è costituita da una complessità di agenti formativi, tra cui, in particolare: il sistema scolastico; il sistema regionale della formazione professionale; il sistema dei servizi per l impiego; le reti civiche delle iniziative per l educazione degli adulti; le infrastrutture culturali (biblioteche di EE.LL., musei, teatri...); le imprese; le associazioni (culturali, del volontariato sociale, del tempo libero, delle famiglie, ecc.); le università; il P.R.A.P (Provveditorato regionale dell amministrazione penitenziaria) e o i Direttori delle carceri, in relazione alle attività rivolte ai detenuti. Tali soggetti possono dar vita congiuntamente a forme associative anche a carattere consortile per la gestione di programmi e progetti comuni. In questa cornice, in forza del patrimonio di competenza e di esperienza maturata nel tempo, un ruolo determinante (anche se non esclusivo) è svolto dai Centri Territoriali Permanenti (CTP). La collocazione dei CTP è normativamente e fondamentalmente riconducibile all ambito dell istruzione, come delineato dalla Direttiva n 22/2001. Infatti, il CTP ha come riferimento amministrativo e didattico una istituzione scolastica della fascia dell obbligo e come coordinatore responsabile il suo capo di istituto (Accordo del 2 marzo 2000, art.6). La tipologia specifica di intervento del CTP, perseguibile anche attraverso interventi di carattere informativo, orientativo, culturali e di formazione, è quella descritta dalla Direttiva 22/2001 (art.3), come modificata dalle innovazioni introdotte dalla L.53/2003: i corsi per adulti finalizzati all'alfabetizzazione culturale degli adulti per il superamento dell esame di Stato al termine del primo ciclo di istruzione di cui all art.2, c.1, lett. f) della L.53/2003; i corsi per gli adulti nel sistema dei licei e in quello dell istruzione e formazione professionale; i percorsi di alfabetizzazione funzionale degli adulti; 7
8 i percorsi integrati di istruzione e formazione ed i progetti pilota trasversali ai sistemi formativi, nel rispetto delle competenze di ciascun sistema. 5. Gli obiettivi dell offerta formativa Nella prospettiva di poter garantire all adulto un percorso formativo ad hoc, gli obiettivi dell offerta formativa nel campo delleda sono: - Superare le divisioni tra saperi formali, non formali e informali; - Rispondere ai bisogni educativi e formativi dei cittadini adulti - Contribuire alla costruzione di un sistema di certificazioni e di crediti formativi. 6. Programmazione e pianificazione dell offerta formativa: il livello di governo e di indirizzo Obiettivo fondamentale di una politica di EdA è quello di realizzare un sistema di governo e di indirizzo per la costruzione di una rete di servizi e per la programmazione locale di una offerta educativa e formativa integrata per gli adulti, quale risorsa fondamentale per le politiche di sviluppo del territorio. A tal fine è opportuno garantire realizzazione a quei livelli di governo che lo stesso Accordo del 2 marzo 2000 delinea con chiarezza: Livello regionale Nel quadro delle indicazioni fornite dall Accordo del 6 marzo 2000, la competenza delle Regioni in merito alla pianificazione ed alla programmazione dell offerta formativa rivolta agli adulti, ai sensi dell art.138 del D.Lgs. 112/1998, si esercita dalla costituzione di un Comitato regionale, costituito dagli Assessori Regionali preposti, dai Rappresentanti degli Enti locali, dal Rappresentante del Dipartimento regionale scolastico e dalle Parti sociali. Il Comitato ha funzioni di concertazione anche per la promozione, il monitoraggio e la valutazione del sistema di EdA, e in particolare: a) individua gli interventi per la promozione dell Educazione degli adulti; b) definisce i criteri per la realizzazione delle attività sul proprio territorio, a partire dalle conoscenze sui fabbisogni professionali e formativi locali; 8
9 c) definisce il quadro delle risorse disponibili destinate al sistema integrato di educazione degli adulti; d) definisce i criteri e le modalità di monitoraggio e valutazione. Le Regioni promuovono il raccordo dei Piani di educazione degli adulti con le politiche di sviluppo ed occupazionali (anche in base alle indicazioni dei Comitati locali), e definiscono i criteri per l individuazione degli ambiti di riferimento territoriale relativamente alla costituzione dei Comitati locali e la dislocazione dei Centri territoriali, d intesa con gli EE.LL. e con il Dirigente dell Ufficio Scolastico Regionale (il quale assicurerà l acquisizione dei pareri del Consiglio regionale dell istruzione in merito a quanto previsto dall art. 4 del D.Lgs. 30 giugno 1999, n.233, allorquando tale organo collegiale sarà stato costituito), e nel confronto con le parti sociali. Livello locale La Provincia, secondo le indicazioni del citato Accordo, svolge le seguenti funzioni: a. concorre con la Regione alla definizione delle scelte di programmazione in tema di educazione degli adulti, b. predispone le linee generali per la programmazione territoriale, con particolare riferimento alla definizione del quadro complessivo delle risorse disponibili su scala provinciale, c. programma i servizi di informazione e pubblicizzazione di interesse sovracomunale, d. collabora al monitoraggio del sistema a livello provinciale sulla base delle indicazioni ricevute dal livello regionale ed in sinergia con eventuali progetti di monitoraggio e valutazione di dimensione regionale. In riferimento all art.139 del D.Lgs. 112/1998, l Accordo assegna ai Comuni ed alle Comunità montane le seguenti funzioni: a. concorrono con la Regione e la Provincia alla definizione delle scelte di programmazione in tema di educazione degli adulti, b. provvedono al monitoraggio ed all analisi dei fabbisogni formativi e professionali che emergono dal territorio, c. programmano, d intesa con i Comitati locali, l uso condiviso delle risorse disponibili, d. promuovono, d intesa con i Comitati locali, le iniziative nell ambito dell educazione degli adulti, e. concorrono alla definizione dei progetti pilota, sulla base delle priorità e delle vocazioni territoriali, 9
10 f. promuovono la realizzazione ed il coordinamento dell insieme delle opportunità presenti a livello territoriale, ai fini del funzionamento integrato del sistema, g. organizzano iniziative per l informazione e l orientamento degli utenti rispetto alle diverse opportunità h. istituiscono i Comitati locali. Il Comitato locale è indicato come la sede privilegiata della programmazione concertata, ed è costituito d intesa con gli uffici scolastici territoriali, con gli altri soggetti istituzionali e con le parti sociali in base ai criteri definiti in sede di programmazione regionale. L Accordo del 2 marzo 2000 definisce così i compiti dei Comitati Locali e, poi, la loro composizione: a. promuovono l educazione degli adulti, b. programmano, in linea con i criteri stabiliti a livello regionale, le attività da realizzare sul proprio territorio, a partire dall analisi dei fabbisogni professionali e formativi locali, c. definiscono e programmano l uso condiviso delle risorse disponibili destinate al sistema integrato di educazione degli adulti, d. elaborano progetti di area e formulano proposte per il complessivo calendario dell offerta formativa, e. formulano proposte in merito alla istituzione di Centri territoriali ed alla relativa dislocazione. I Comitati locali sono presieduti da rappresentanti dei Comuni e delle Comunità Montane, e sono composti dai rappresentanti degli Uffici scolastici territoriali, della Provincia, dei Comuni, delle Comunità montane, delle parti sociali e da rappresentanze delle Agenzie formative (associative e non) operanti nel campo dell educazione non formale. 1 Ai Comitati Locali spetta anche assicurare il raccordo con le politiche occupazionali e i servizi per l impiego, a partire dall orientamento, secondo quanto previsto dal D.Lgs. n. 469/97. La Regione, d intesa con i Comuni e le Province, individua i criteri per definire l ambito territoriale per la costituzione di ciascun comitato. 1 Entrerà a far parte del Comitato un rappresentante del Consiglio scolastico locale di cui all art. 5 del D.Lgs. 233/1999 allorché questo sarà stato istituito. 10
11 Pertanto, relativamente all individuazione degli ambiti territoriali in cui istituire i Comitati Locali sul territorio regionale lombardo, bisognerà tenere presente: quale soluzione possa consentire il conseguimento dell obiettivo di offrire al cittadino una risposta alla domanda di EdA; quale soluzione possa favorire il conseguimento dell obiettivo di consentire la programmazione di una offerta formativa a sostegno delle politiche di sviluppo territoriale; I Comitati Locali avranno come primo compito, dunque, quello di individuare le strutture di coordinamento più idonee per gli interventi nel campo dell EdA sul territorio di riferimento (servizi di accoglienza, orientamento, bilancio di competenze, rilascio e riconoscimento dei crediti, eccetera), scegliendole con riguardo alla maggiore accessibilità/fruibilità possibile dei servizi ed alla esperienza formativa maturata sul campo. Inoltre, ogni struttura di coordinamento avrà il compito di mantenere costanti collegamenti con le altre individuate dai diversi Comitati Locali, anche come supporto tecnico al monitoraggio degli standard di sistema indicati dalla Regione Lombardia. 7. Definizione dei criteri relativi all individuazione degli ambiti territoriali Il Comitato Regionale procede alla definizione dei criteri con cui individuare gli ambiti territoriali e il rapporto fra la rete di governo (di natura politica ed istituzionale) e la rete dei servizi e dell offerta educativa. Per quanto concerne l individuazione degli ambiti territoriali, come sopra ricordato, l art. 138 del D.Lgs. 112/1998 individua come compito delle Regioni la suddivisione del territorio regionale in ambiti funzionali al miglioramento dell offerta formativa (comma 1, lett. c), il che implica una prospettiva di programmazione educativa territoriale in senso complessivo, non solo di EdA. Gli ambiti territoriali dovranno essere funzionali a: consentire una programmazione su base locale dell offerta formativa, che tenga conto delle specificità e dei bisogni del territorio; garantire una distribuzione equa e razionale delle opportunità formative, con livelli omogenei per quantità e qualità e con riferimento a tutti i sottosistemi coinvolti (istruzione, formazione professionale, educazione degli adulti, scuole civiche, ecc.) 11
12 nonché all offerta dei servizi e degli interventi nel campo dell orientamento e delle politiche attive del lavoro in raccordo con la rete dei Centri per l impiego. Fra le diverse ipotesi possibili per la costituzione dei Comitati locali occorre quindi considerare (in ogni caso, con riguardo alle realtà in cui si sono già costituiti dei Comitati Locali): in territorio montano, le comunità montane, al fine di valorizzarne la indiscutibile esperienza nella programmazione comune delle politiche territoriali in ogni ambito, compresa la scuola; nel resto del territorio regionale, le aree metropolitane (città con popolazione superiore a abitanti) e gli ambiti superiori a suo tempo definiti per il dimensionamento scolastico in base alla presenza delle diverse tipologie di offerta educativa; Agli ambiti territoriali dovranno corrispondere Comitati Locali per l EdA con competenze relative: alla lettura dei bisogni formativi del territorio; alla conseguente programmazione e progettazione attuativa delle iniziative di educazione degli adulti sulla base dell analisi dei fabbisogni ed in coerenza con le indicazioni provenienti dal Comitato Regionale e delle scelte programmatiche svolte a livello provinciale (le Province sono rappresentate sia nei comitati locali che nel comitato regionale); alla definizione ed alla programmazione delle risorse disponibili da destinare al sistema dell'apprendimento lungo tutta la vita; alla elaborazione di progetti di area; alla formulazione di proposte per la istituzione e relativa collocazione di eventuali nuovi servizi e strutture formative dedicate all EdA (CTP o altro). Il Comitato Locale si qualifica essenzialmente come strumento di mediazione e di concertazione fra i soggetti inseriti nella rete locale delle agenzie formative pubbliche e private. Gli strumenti per lo svolgimento delle suddette funzioni potranno essere: un Piano pluriennale di Indirizzo contenente, gli obiettivi generali da raggiungere nonché la individuazione delle risorse finanziarie condivise; un Programma annuale delle attività, concernente l offerta integrata di istruzione, formazione e di educazione non formale per gli adulti. 12
13 8. Certificazione e crediti formativi Un attenzione particolare dovrà essere rivolta alla certificazione dei crediti, che permetta il funzionamento ottimale del sistema dell EdA alla luce del nuovo assetto costituzionale conseguente alla LC 3/2001 e della riforma del sistema di istruzione e di istruzione e formazione professionale definito dalla L.53/2003. Le certificazioni dei crediti seguiranno le linee guida ed i modelli predisposti dalla Regione Lombardia, attraverso la Consulta Regionale per gli Standard formativi ed il Centro Risorse, in accordo con le linee comuni definite a livello nazionale ed in seno alla Conferenza unificata, in modo da rendere trasparenti le competenze acquisite, anche ai fini dell apprendimento permanente e della circolazione e della spendibilità delle certificazioni e dei crediti nell ambito dell Unione Europea. 13
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