INQUADRAMENTO TERRITORIALE

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1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE IL TERRITORIO Superficie (espressa in Km 2 ) La Provincia di Crotone, istituita solamente nel 1993, si estende su una superficie di 1716,75 km 2 e si compone di 27 Comuni, 1 Comunità Montana La Comunità Montana dell Alto Crotonese conta circa abitanti ed ha una superficie di 588 Kmq; si e- stende dalle pendici della Sila Grande al Mar Jonio e racchiude gran parte dei comuni della provincia e precisamente: Belvedere di Spinello, Caccuri, Carfizzi, Casabona, Castelsilano, Cerenzia, Melissa, Pallagorio, San Nicola Dell Alto, Savelli, Strongoli, Umbriatico e Verzino. La sua dimensione è estremamente contenuta e si distribuisce tra il mare, entroterra e montagna. La dimensione territoriale dei comuni è variabile, si passa da comuni con una superficie inferiore ai 7,83 km 2 (San Nicola dell Alto) a comuni con una estensione superiore ai 179 km 2 (Crotone). Altimetria Il territorio crotonese si presenta nel modo più svariato, estendendosi dal litorale ionico, che tocca il capoluogo di provincia (Crotone) nonché diversi comuni (da sud verso nord: Cutro, Isola Capo Rizzuto, Strongoli, Melissa, Cirò Marina, Cirò, Crucoli) e si inoltra sino alle punte più alte dei promontori della Sila (Cotronei, Savelli, Castelsilano). Nel passaggio marina-collina-montagna, si alternano scenari naturali incantevoli. In tabella si riportano i valori della superficie suddivisa per fasce altimetrica e si nota meglio il passaggio da fasce marittime (inferiore a 300 metri) alle punte montane ( metri). Fasce Altimetriche Superficie Percentuale Km 2 sul totale Inferiore a 300 m 688,51 40,10% Tra 300 e 600 m 858,51 50,01% Tra 600 e 900 m 81,72 4,76% Tra 900 e m 88,01 5,13% Totale 1.716,75 100,00% Suddivisione in fasce altimetriche del territorio provinciale Con riferimento al DPR 412/1993, riguardante norme per la progettazione, l'installazione, l'esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, il territorio provinciale risulta suddiviso in 4 zone climatiche: COMUNE ZONA ALTEZZA GRADI/GIORNO CLIMATICA Mt. S.l.mare Belvedere di Spinello C Caccuri D Carfizzi D Casabona C Castelsilano E Cerenzia E Cirò D Cirò Marina B Cotronei D Crotone B Crucoli D Cutro C Isola di Capo Rizzuto C Melissa C Mesoraca D Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

2 Pallagorio D Petilia Policastro D Rocca di Neto C Roccabernarda C S. Mauro Marchesato C S. Nicola dell Alto D Santa Severina D Savelli E Scandale D Strongoli D Umbriatico D Verzino D ZONE CLIMATICHE Zona B Zona C Zona D Zona E comuni che presentano un numero di gradi - giorno maggiore di 600 e non superiore a 900 comuni che presentano un numero di gradi giorno maggiore di 900 e non superiore a 1.400; comuni che presentano un numero di gradi - giorno maggiore di e non superiore a 2.100; comuni che presentano un numero di gradi - giorno maggiore di e non superiore a 3.000; Durata giornaliera di attivazione consentita (art. 9 del DPR 412/1993) 8 ore al giorno dal 1 dicembre al 31 marzo 10 ore al giorno dal 15 novembre al 31 marzo 12 ore al giorno dal 1 novembre al 15 aprile 14 ore al giorno dal 15 ottobre al 15 aprile Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

3 Morfologia La configurazione morfologica del territorio crotonese si estende tra mari e monti con paesaggi fortemente naturalistici ed agrari. Il territorio della Provincia di Crotone può essere distinto in tre zone: una fascia di piano-colle che comprende i comuni che si affacciano al mar Ionio, che si presentano con una larga fascia pianeggiante in prossimità del litorale ionico che si estende fino alle zone collinari dei territori facenti parte degli stessi comuni o dei comuni interni limitrofi, che si presentano nella seconda fascia collinare che ricopre gran parte del territorio ed interessa molti comuni, i quali si presentano con una predisposizione fortemente agricola, e che si possono i- dentificare con i Comuni di Belvedere di Spinello, Carfizzi, Casabona, Cirò, Cirò Marina, Crucoli, Pallagorio, Roccabernarda, San Mauro Marchesato, San Nicola dell Alto, Umbriatico e Verzino; questi a loro volta finiscono in una terza fascia che è appunto quella montana che tocca il promontorio montuoso della Sila, ed in particolare i comuni ricadenti in tale zona sono quello di Caccuri, Castelsilano, Cerenzia, Cotronei, Mesoraca, Petilia Policastro e Savelli, ovviamente per la loro natura montana si differenziano dagli altri sotto diversi a- spetti, che spaziano dall ambiente alla società stessa. I principali rilievi montuosi sono rappresentati dalla Serra Alessandrella (m ), dal Campo di Mazza (m ), da Mezzocampo Soprano (m ), dalla Serra di Mezzocampo (m ) tutti nel territorio del comune di Savelli, in tali zone la significatica altitudine fa si che si hanno dei climi di tipo mediterraneo-montano con inverni più freddi e piovosi ed estati meno calde e con qualche precipitazione; in prossimità del promontorio Silano durante il periodo invernale, si hanno precipitazioni nevose. IL PATRIMONIO NATURALE: BOSCHI E CORSI D ACQUA IDROGRAFIA Dal punto di vista idrologico, la provincia di Crotone è caratterizzata da pochi fiumi, di portata limitata, e numerosi torrenti (in gran parte tributari dei due corsi d'acqua maggiori, il Fiume Neto e il Tacina), che attraversano, a ventaglio verso il mare, le tre zone (rif. l argomento Morfologia ) producendo differenti paesaggi naturali (selvaggi e suggestivi specie nella zona presilana); vere e proprie fiumare nelle parti basse, con zone paludose alle foci, tranquilli canali nella Sila. La forma allungata della Regione e l orografia frastagliata fa si che la Provincia di Crotone abbia dei bacini imbriferi piuttosto stretti; d altra parte i bacini veri e propri sono piuttosto scarsi o inesistenti fatta eccezione per: il fiume Neto, che nasce dal Timpone Servello (San Giovanni in Fiore), presenta un bacino di utenza di Kmq ed è lungo 85 Km.. Riceve il Lese (Km. 41) che nasce da Macchialonga (Savelli) e il Vitravo (Km. 28) che nasce dal Cozzo Calamacca (Campana). Dopo aver ricevuto le acque del Vitravo, sfocia nello Jonio. La sua portata, è molto sfruttata per gli usi idroelettrici, irrigui, produttivi e idropotabili. il Tacina, che prende origine dalle aree montane della Sila Piccola, solca i contrafforti meridionali ed immettendosi nella regione del Marchesato, termina il suo corso nel Golfo di Squillace. Il Tacina presenta un bacino di 435 Kmq e una lunghezza di 56 Km. ELENCO DELLE ACQUE PUBBLICHE DENOMINAZIONE FOCE COMUNI Fiume Tacina. Ionio. Belcastro,Mesoraca, S.Mauro,Rocca Bernarda,Petilia Policastro, Crotone,Taverna. Umbro Capizzaro infl.n.257 Tacina Belcastro. Valle don Giacinto infl. 257 Tacina Marcedusa, Belcastro Umbro Rivioto e del Baronello.infl. N.257. Tacina Marcedusa. Fiume S. Antonio, Mesoraca, Vergari, Cerasa Tacina Mesuraca,Petronà. Torrente Pelame (S. Antonio ) Mesoraca Petronà Vallone Macchia.inf.261 Potame Petronà Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

4 Vallone Franco inf.261 Mesuraca Petronà Fiumara Loti o Luta. Inf. 161 Vergari Mesoraca Vallone ed Umbro inf. 261 Mesoraca Mesoraca Umbro Campo Raso. Inf.257 Tacina Petilia Policastro Vallone,Frassi,Moscarello e Carise. Spaglia Petilia Policastro Torrente Soleo.Infl.257 Tacina Petilia Policastro Vallone Ritorto Inf.269 Soleo Mesoraca Torrente Crapa Inf.269 Soleo Mesoraca,Petronà, Petilia Policastro. Vallone Carmonara.Inf.271 Crapa o Cropa Petilia Policastro Torrente Migliarito. Infl. 257 Tacina Cotronei Torrente Turvolo.Inf.257 Tacina Roccabernarda,Cotronei. Vallone Sigliati. Infl.274 Turvolo Cotronei Vallone lenza.inf.257 Tacina Roccabernarda,S.Mauro M. Vallone Termine Grosso Spaglia Roccabernarda,Cutro. Vallone del Dragone Ionio Cutro Vallone Franzè.Infl.278 Dragone Cutro Vallone del Cavaliere.Infl.278 Dragone Cutro Valle del Purgatorio. Ionio Cutro,Isola C.R. Vallone di Campolongo. Purgatorio Cutro,Isola C.R. Valle S.Ianni Ionio Isola Capo R. Vallone la Vorga o Giauca. Ionio Isola Capo R. Vallone di Pelacca. Infl.284 Vorga Isola Capo R. Vallone S. Fantino.infl.285 Pelacca Isola Capo R. Vallone Scavo. Ionio Isola Capo R. Vallone Comunelli e Salica Ionio Isola Capo R.e Crotone Vallone Esaro di S. Anna e di S. Sosto Ionio Crotone,Cutro. Vallone Lampainara.Infl.289 S.Anna Crotone. Vallone Carbonara. Infl.n.289 S.Anna Crotone,Isola C. R. Vallone Vozza. Infl.289 S.Sosto (S.Anna) Cutro Vallone Petrello.Infl.289 S.Sosto (S.Anna) Cutro,Crotone Valle Acqua della Quercia.infl.289 S.Sosto (S.Anna) Cutro,Crotone Vallone Lampainara e Manca dei Cani S.Anna Crotone Vallone Armeria (Passo Vecchio) Ionio Crotone, Cutro. Vallone Centone (Armeria) Cucchiavia S.Mauro Marchesato,Cutro. Valle S.Domenica. (Armeria) Passo Vecchio Scandale,Crotone. Vallone Ponticelli Ionio Scandale,Crotone. Torrente Fallao Ionio Scandale,Crotone. Fiume Neto Ionio Strongoli,Crotone,Rocca di Neto, Scandale, S.Severina, Roccabernarda, Belvedere Sp., Caccuri, Cotronei. Torrente Agona.Infl.301 Neto S.Severina Torrente Lucido.Infl.301 Agona S.Severina Torrente Marano od Armo.infl.303 Lucido S.Severina Vallone del Tornese.Infl. 301 Neto S.Severina Torrente Timpa Grande.infl.301 Neto Roccabernarda,S.Severina. Torrente Ampollino e Ciricilla.Infl.301 Neto Cotronei. Vallone Taesito.infl.307 Ampollino Taverna Fiume Berberano Infl.307 Ampollino Taverna Vallone Caluscia. Infl.301 Neto Caccuri Fiume Lese Neto Caccuri, Belvedere Sp., Verzino, Cerenzia, Savelli Torrente Lepre Infl.311 Lese Cerenzia, Caccuri. Canale di Nardò Infl.211 Lese Cerenzia. Fiumarella di S. Mauro.Infl.311 Lese Cerenzia,Casino. Vallone delle Vigne. Infl.314 San.Mauro. Cerenzia,Casino. Vallone Tardanello.Inf.311 Lese Casino Vallone del Cannaro.Infl. 311 Lese Savelli Torrente Senapido Grande e Fiumarella Serra Lese Verzino,Savelli. Fiumara dei Pesci.Infl.318 Senapido Savelli Vallone Carvieri e del Fraghito.Infl.319 Pesci Savelli Vallone Laconoianni. Infl.318 Senapido Verzino,Savelli. Fimarella,Pastinelli e Scaliselli.Infl.291 Laconoianni Verzino. Vallone di Verzino. Infl.318 Senapido Verzino. Vallone di Dera e di Corno.Infl.311 Lese Cerenzia,Verzino. Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

5 Vallone Cufalo e Sottino.Infl.311 Lese Verzino Vallone Malapezza. Spaglia Belvedere Spinello Torrente Vitravo Infl.301 Neto Strongoli,Rocca di Neto,Belvedere Sp.,Casabona,Pallagorio, Verzino. Torrente Lauro Vitravo Pallagorio Vallone Lico. Infl.327 Vitravo Casabona Vallone Miceli e Rasterni. Infl.397 Vitravo Casabona Vallone Steccato e Patamò. Infl.330 Miceli Pallagorio Vallone i Lasi Infl. 330 Miceli S.Nicola dell'lto,casabona. Vallone la Seccata.Infl.830 Miceli S.Nicola dell'lto,casabona. Vallone San Iorio. Infl.327 Vitravo Strangoli Vallone Zuccaldo o Zuccalco. Infl.334 San Iorio Strangoli Vallone Lazzovino o Villarvo Ionio Strangoli Vallone Valenza e S.Pietro. Ionio Strangoli Vallone del Fego Ionio Cirò. Fiume Lipuda Ionio Cirò, Melissa, San Nicola Alto, Umbriatico. Vallone Ponta. Infl.339 Lipuda Melissa. Vallone Zapparia, Infl. 340 Ponta o Ponda Melissa. Vallone dietro al Canale. Infl.339 Lipuda S.Nicola Alto,Melissa. Vallone Lacrito. Infl.342. Dietro al Canale S.Nicola Alto,Melissa. Torrente Manzella e Savero.infl.339 Lipuda S.Nicola Alto, Pallagorio, Umbriatico. Vallone Bonito.Infl.239 Lipuda Umbriatico. Vallone della Pulce.Infl.339 Lipuda Cirò Vallone Campana.Infl.339 Lipuda Cirò Torrente Palombelli. Infl. 339 Lipuda Cirò Torrente Porcari Spaglia Cirò Vallone del Petrosino o Gianturco Ionio Cirò Torrente S.Venere Ionio Cirò,Crucoli. Torrente Curiale.Infl.351 S.Venere Cirò Torrente Laritus Ionio Crucoli Torrente del Giardino Ionio Crucoli Fiumara di Fiumenicà e Nicà Ionio Crucoli Torrente Sorvito Infl.355 Fiumenicà Crucoli Torrente Roria Infl.356 Sorvito Crucoli Torrente Patia Fiumenicà Crucoli Vallone Patia o del Lauro Infl.358 Patia Crucoli Vallone Crisica. Infl.358 Patia Umbriatico. Torrente Cannavata infl.355 Fiumenicà Umbriatico. Elenco delle acque pubbliche della Provincia di Crotone (Dlgs 490/1999, art. 146 comma c; elenco previsto dal RD , n. 1775) PATRIMONIO FORESTALE Il paesaggio della provincia crotonese si alterna da zone tipicamente marittime, a zone a prevalente destinazione agricola, fino ad inoltrarsi negli incantevoli scenari naturali della Sila, dove esiste un patrimonio forestale quasi unico nel suo genere, da custodire e salvaguardare. Le informazioni numeriche sulla consistenza del patrimonio forestale non sono ancora disponibili. AGRICOLTURA ESPRESSA IN SUPERFICI UTILIZZATE La struttura economica del territorio di Crotone é rimasta legata, dalle sue origini fino al nostro secolo, all'agricoltura ed alla pastorizia, nonostante le diverse vicende storiche nell'arco dei secoli. Culla del latifondo, il territorio crotonese, ne ha conservato le caratteristiche produttive e, conosciuto come "il granaio d'italia", solo con l'avvento, negli anni '50, della Riforma Agraria ha visto un cambiamento colturale. Rappresenta, quindi, la classica evoluzione da agricoltura estensiva ad agricoltura intensiva. Negli ultimi anni, al rinnovato interesse economico per l'agricoltura, va affiancandosi lo sviluppo del turismo. Le informazioni numeriche non sono ancora disponibili. Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

6 BIOMASSE I dati non sono ancora disponibili, ma dovrebbero almeno essere relativi a: Legna da ardere Residui forestali Residui industria legno Gusci di nocciola Potature di piante da frutta Potature della vite Lolla di riso Paglia di riso Stocchi di mais Paglia di granaglie varie Residui agroalimentari Frazione legnosa RSU e RSA Liquami animali Densità energetica teorica derivante dalla zootecnia Numero di suini equivalenti, Numero di bovini IL CLIMA La Calabria, che si protende all interno del bacino mediterraneo, risente climaticamente della influenza del mare. Le caratteristiche generali sono, infatti, quelle proprie del clima mediterraneo, ma, data la complessità dell orografia, si possono individuare tanti microclimi diversi che si differenziano andando dalla costa verso l interno e man mano che si sale in altitudine. La regione si estende tra i 40 N e i N in latitudine e tra E e E in longitudine con un territorio di ettari dei quali (9%) in pianura: (49.2%) in collina e (41.8%) in montagna. La regione, così come l intero Mediterraneo risente dell azione delle correnti occidentali il cui flusso è controllato da importanti centri di azione: l anticiclone dinamico delle Azzorre, quello termico Russo Siberiano, dalla depressione di Irlanda e da quella sahariana. A secondo del posizionamento di questi sistemi si determinano le condizioni del tempo e quindi il clima sul bacino. In inverno, l'anticiclone delle Azzorre si situa sui 30 N con un promontorio che copre Spagna e Mediterraneo occidentale. Ad Est l'anticiclone siberiano arriva sino ai Balcani alla Scandinavia ed al Centro-Europa. A sud è presente la depressione Sahariana: in queste condizioni le correnti occidentali entrano nel bacino con ondate di aria fredda e secca, che interagendo con l aria calda ed u- mida presente in loco da luogo ad intense depressioni con formazione di nubi e piogge abbondanti. In inverno, infatti, si registra la massima nuvolosità e la massima quantità di pioggia (~ 70% del totale annuo). In estate, invece, si determina un campo di alte pressioni livellato che portano cielo sereno e assenza o forte riduzione delle precipitazioni. La provincia di Crotone presenta le caratteristiche climatiche del sottotipo temperato tipico della, fascia ionica meridionale. Nella fascia collinare e piedi-collina che si affaccia sul mare ionico si presenta un clima tipicamente mediterraneo, con inverno mite ed estate molto calda e siccitosa. Nelle zone più interne, con l aumentare dell altitudine in prossimità dei promontori silani, il clima si può definire mediterraneo-montano con inverni piuttosto freddi (presenza di nevicate) ed estati meno calde. La zona crotonese si presenta inoltre come una delle fasce più piovose dell italia meridionale: la piovosità media annua è vicina alla media nazionale. Tale elevata piovosità è scaturita dalla configurazione morfologica del territorio e dai principali sistemi orografici che si oppongono come delle vere e proprie barriere alle masse d aria umida provenienti dal mare, favorendone la rapida ascesa e la formazione delle piogge. Le caratteristiche delle perturbazioni provenienti da SE e NW agiscono di norma nel periodo autunno primavera ed hanno notevole frequenza anche se raramente sono capaci di produrre piogge persistenti ed intense. La fascia ionica crotonese è frequentemente ed intensamente colpita da eventi meteorici eccezionali, in quanto risulta direttamente esposta alle perturbazioni che provengo dall ampia distesa di mare posta a mezzogiorno della Calabria. Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

7 VELOCITA DEL VENTO I primi generatori di energia elettrica azionati dal vento risalgono agli inizi del Nel 1914 erano già in funzione diverse centinaia di macchine di potenza compresa tra 3 e 30 kw. Nel periodo tra le due Guerre Mondiali fu compiuta una grande evoluzione sul campo tecnologico, con la costruzione di aereo generatori di potenza crescenti da kw fino ai kw dell aerogeneratore americano di Grandpa s Knob. L'utilizzazione su grande scala dei combustibili fossili, che nel secondo dopo guerra forniva energia a costi bassissimi, portò a un quasi completo abbandono delle ricerche e della produzione di aereo generatori. Le restrizioni dei consumi petroliferi da un lato e l'affinamento delle tecnologie dall'altro, hanno riproposto da qualche anno la validità dei generatori a vento, evidenziate anche da considerazioni di carattere ambientale che spingono sempre di più l opinione pubblica a domandare il ricorso a fonti energetiche "pulite": a partire dal 1975 gli Usa, il Canada e alcuni paesi europei hanno varato importanti programmi di ricerca e sperimentazione volti ad accettare le effettive possibilità di impiego di queste macchine per la produzione di energia elettrica. Le iniziative sin ora intraprese hanno per altro già portati a risultati di notevole rilievo; si è ormai costituito nel mondo un vero e proprio mercato degli aereo generatori di potenza sino a 400 kw per collegamento alla rete prodotti in piccola serie da aziende americane ed europee. Negli USA sono state installate, soprattutto in California, migliaia di queste macchine in grandi gruppi (WIND-FARM) che funzionano in parallelo alle reti delle società elettriche locali. Alla fine del 1987 risultavano installate unità per MW complessivi. L'energia del vento è legata al movimento di masse d'aria che si spostano al suolo da aree ad alta pressione atmosferica verso aree adiacenti di bassa pressione, con velocità proporzionale al gradiente di pressione. L'intensità e la direzione del vento dipendono da un gran numero di fattori. Tra questi il principale è il maggiore irraggiamento solare delle zone prossime all'equatore rispetto a quelle prossime ai poli. La superficie terrestre cede parte del calore ricevuto all'atmosfera sovrastante, l aria calda equatoriale tende a salire richiamando altra aria dai tropici e innescando così una circolazione di aria fredda dalle zone polari verso l'equatore, mentre l'aria calda si sposta nelle parti alte dell'atmosfera verso i poli. In realtà questi flussi d'aria vengono profondamente alterati dall inclinazione dell'asse terrestre e dalla rivoluzione intorno al sole che spostano stagionalmente le fasce di maggiore insolazione tra i due tropici; dalla non omogeneità della superficie terrestre caratterizzata dall'alternarsi di zone con diversa capacità di assorbimento e scambio del calore solare; dalla rotazione della terra che contribuisce all'alternarsi dell'irraggiamento solare. Altri fattori sono l altezza dal suolo e l'orografia L'energia eolica presenta caratteristiche molto interessanti: è molto diffusa, non è inquinante e ha, rispetto alle radiazioni solari e all'energia geotermica, il vantaggio di rendersi facilmente disponibile sottoforma meccanica e quindi facilmente trasformabile in elettricità. La quantità di energia eolica disponibile è teoricamente grandissima; le stime più attendibili valutano l' 1-2 % del flusso energetico solare intercettato dalla terra in energia del vento, dissipata in turbolenze e in attriti nell'atmosfera e sulla superficie terrestre. Vale la pena di anticipare che direzione e intensità del vento in Italia sono determinate soprattutto dai fattori climatici tipici dell'aria temperata mediterranea, dalla sua posizione geografica, dalla sua forma allungata circondata dal mare e dalla tormentata orografia del territorio. Questi fattori fanno sì che la quantità di energia disponibile entro i primi cento metri a partire dalla superficie terrestre sia molto inferiore a quella riscontrabile nei paesi europei che si affacciano sull Oceano. In ogni caso la possibilità di utilizzare l'energia del vento in modo economico è fortemente limitata dalla sua bassa concentrazione energetica e da una marcata irregolarità e incostanza sia su base giornaliera che annuale. Queste caratteristiche negative e, in particolare, la bassa densità energetica del vento, fanno sì che gli impianti eolici debbano avere grandi dimensioni in relazione alla loro potenza e, nello steso tempo, debbano presentare una grande resistenza meccanica per sopportare le sollecitazioni indotte da venti eccezionali di notevole intensità. L'energia disponibile nel vento è essenzialmente l'energia cinetica posseduta dalla massa d'aria in movimento. L'espressione della potenza P v disponibile in una vena fluida di sezione A perpendicolare alla direzione del vento è esprimibile come prodotto del flusso d'aria per l'energia cinetica per unità di volume della vena e cioè: 2 Av ρ v 1 3 Pv = = ρ Av 2 2 risultando quindi proporzionale al cubo della velocità del vento. Per valutare l'energia disponibile nel vento si può dedurre, utilizzando l'espressione precedentemente rilevata, anche la durata della potenza. L'area sottesa da questa curva rappresenta, in scala opportuna, l'energia posseduta dal vento, per una certa sezione trasversale, nell'intervallo di tempo desiderato (espressa ad esempio in kwh/m 2 anno ). Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

8 L'espressione della densità di potenza (potenza per unità di superficie) diviene, con v in m/s e ρ = 1,225 Kg/m 3 (valore standard), P vs = 0,6132 v 3 W/m 2. La valutazione dell'energia eolica potenzialmente sfruttabile in un giacimento eolico è una operazione molto difficile e complessa, in quanto la produzione di un impianto eolico dipende fortemente dalle caratteristiche anemologiche dal luogo in cui esso viene installato; a loro volta queste caratteristiche, in un dato sito ed alle quote di interesse di un aeromotore, sono influenzate in modo sensibile dalla orografia locale. Per il progetto dei sistemi di conversione, per le stime tecnico-economiche e per il confronto tra siti sono necessari dati anemologici con reale significato statistico e quindi estesi a lunghi periodi. Di norma, per studi di natura statistica, si rilevano i valori medi delle suddette grandezze nell'arco di 10 minuti. Tra le possibili elaborazioni dei dati anemologici presentano particolare interesse le distribuzioni di frequenza, semplice e cumulata, della velocità del vento. Queste distribuzioni permettono di studiare alcune situazioni operative di aerogeneratori di assegnate caratteristiche, di valutare il tempo in cui le macchine in esame non funzionerebbero per mancanza di vento (velocità del vento inferiore al valore di "cut-in") oppure per distacco dalla rete (velocità del vento superiore al valore di "cutout"), di individuare il campo di ventosità più frequente, ecc. L'andamento grafico della distribuzione di frequenza, sia a livello mensile, che stagionale o annuale, si presenta di norma nella caratteristica forma a campana con asimmetria a sinistra. La distribuzione cumulata dalla frequenza, detta anche curva di durata, ottenuta generalmente utilizzando i modelli probabilistici di cui sopra, permette invece di individuare, ad esempio in termini di area/anno, il numero delle ore in cui viene superato il valore di una data velocità di soglia. Questi parametri, deducibili dalle citate distribuzioni di frequenza, consentono di caratterizzare in modo sintetico il regime anemologico di un sito. Tra di essi, sono particolarmente indicati: la velocità media aritmetica, che permette una prima e agevole comparazione tra i diversi siti eolici; la velocità media cubica utile per una corretta valutazione dell'energia disponibile, in quanto la potenza associata alla vena fluida e proporzionale della velocità del vento; la velocità massima, importante per il dimensionamento strutturale della aeromacchine; lo scarto quadratico medio o, che esprime la dispersione dei valori della velocità e, quindi, il grado di regolarità della fonte eolica. La distribuzione di frequenza della direzione del vento consente di tracciare un diagramma polare, detto rosa dei venti, ottenuto suddividendo l'orizzonte in settori (di solito 16 o più) e riportando, per ognuno di essi, segmenti proporzionali al numero di osservazioni in cui il vento ha soffiato da una direzione compresa nel settore in oggetto. Per concludere, si ricorda che, accanto a queste fondamentali elaborazioni dei dati raccolti, è anche possibile effettuare numerose altre considerazioni che presentano un notevole interesse per le applicazioni pratiche. La conoscenza dell'andamento medio giornaliero o stagionale dell'energia disponibile nel vento è utile per lo studio della possibilità di integrazione di un impianto di generazione da fonte eolica nel sistema elettrico. E' poi interessante una valutazione dell autocorrelazione temporale delle velocità del vento, al fine di avere informazioni sulla capacità di prevedere la disponibilità di energia eolica. Occorre ricordare l'importanza di valutare le correlazioni spaziali della velocità delle velocità del vento, con riferimento ad aree anche molto estese, sia allo scopo di installare correttamente gli strumenti di misura, sia al fine di avere un eventuale compensazione tra centrali eoliche dislocate in siti diversi. Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

9 Tavola di Comparazione della Velocità del Vento La tavola sottostante permette di comparare e convertire la velocità del vento in diverse unità di misura. Scala Velocità Velocità Velocità in Velocità Segni visibili Segni visibili Descrizione Beaufort in m/s in km/h Miglia/h in Nodi a terra sul mare <1 <0.6 <1 il fumo sale verticalmente calma di vento mare liscio come l'olio bava di vento il fumo si sposta mare liscio come l'olio brezza leggera si sente il vento in piccole onde senza faccia schiuma brezza tesa foglie e piccoli rami si muovono che non si rompono onde con creste vitree si sollevano carta e le creste cominciano a vento moderato polvere i rami sottili si rompersi muovono vento teso vento fresco vento molto forte oscillano i piccoli alberi si muovono i grossi rami, i cavi elettrici sibilano si muovono grossi alberi, difficoltà di camminare controvento onde piccole ma lunghe, cime di schiuma bianca diffuse le creste si rompono e lasciando grandi macchie di schiuma bianca il mare torreggia, la schiuma bianca comincia a disporsi a strisce nella direzione del vento Per quanto attiene il vento nella provincia di Crotone, non esistono dati significativi ai fini dello sfruttamento per la produzione di energia tramite sistemi di generazione eolica, tuttavia si riportano di seguito i rilevamenti effettuati dalla stessa Amministrazione provinciale di Crotone per mezzo delle due cabine di rilevamento ambientale ubicate rispettivamente in Crotone città e nel comune di Caccuri. Rete di Rilevamento per il Controllo della Qualita' dell'aria nella Provincia di Crotone Stazione di CROTONE - Distribuzione cumulata dalla frequenza : per ogni anno la prima colonna indica il numero di ore mensili in cui la velocità del vento ha superato 2 m/sec. La seconda colonna indica la percentuale della prima rispetto al numero totali di ore nel mese Mese ANNO 1998 ANNO 1999 ANNO 2000 GEN % % % FEB % % 90 13% MAR % % % APR % % % MAG % 98 13% 81 11% GIU % % % LUG % 61 8% % AGO % 22 3% % SET % 42 6% % OTT % 94 13% 94 13% NOV % NR NR 53 7% DIC % % NR NR Min % NR NR NR NR Media % % % Max % % % Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

10 N ORE CON VELOCITA' (CROTONE) > 2 m/s MESE ORE ANNO 1998 ANNO 1999 ANNO 2000 Rete di Rilevamento per il Controllo della Qualita' dell'aria nella Provincia di Crotone Stazione di CACCURI - Distribuzione cumulata dalla frequenza : per ogni anno la prima colonna indica il numero di ore mensili in cui la velocità del vento ha superato 2 m/sec. La seconda colonna indica la percentuale della prima rispetto al numero totali di ore nel mese Mese ANNO 1998 ANNO 1999 ANNO 2000 GEN % % 20 3% FEB % % % MAR % % 87 12% APR % % 90 13% MAG % 85 11% 65 9% GIU % % 77 11% LUG % % 0 0% AGO % 15 2% 0 0% SET % 27 4% 4 1% OTT % 25 3% 6 1% NOV % 44 6% 11 2% DIC % 13 2% 10 1% Min % 13 2% 0 0% Media % % 39 5% Max % % % Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

11 N ORE CON VELOCITA' (CACCURI) > 2 m/s ORE MESE ANNO 1998 ANNO 1999 ANNO 2000 TEMPERATURE L escursione termica annuale tra estate e inverno è abbastanza alta; per la provincia di Crotone i valori mediati nei vari anni di rilevamento variano da poco meno di 10 C del mese di gennaio e dicembre (inverno) ai circa 25 C dei mesi di luglio e agosto, per una media annuale di circa 16 C. L andamento della temperatura, epocalmente, è molto stabile. Nell'attuale epoca calda, la temperatura presenta un pressochè continuo, seppure minimo aumento durante tutti i mesi. Nell'ultimo decennio si sono superate più volte le soglie delle temperature massime. Il perdurare di tale fenomeno potrebbe provocare gravi conseguenze economiche e sociali, come già avvenuto in epoche passate, per la caratteristica di siccitosità dei territori crotonesi. Temperature medie e statistiche del periodo 1951/80 ANNO GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC MEDIA ANNO Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

12 MEDIA MIN MAX MEDIANA MODA DEV.ST Temperature medie nel territorio della Provincia di Crotone Le temperature sono state rilevate dal servizio meteo idrografico nazionale Fonte: Servizio Meteo - Idrografico, Regione Calabria. Per quanto riguarda gli ultimi 3 anni, 1998, 1999, 2000, sono disponibili i dati rilevati dalla Rete di monitoraggio della Qualita' dell'aria dell Amministrazione provinciale di Crotone, rappresentati con i grafici di cui alla pagina seguente. Si tratta di grafici che mettono a confronto le medie giornaliere della Temperatura con le medie giornaliere dell Umidità. Sui grafici è possibile notare una tendenza ad anticipare ai mesi primaverili temperature vicine alle medie estive; questo si può verificare dal raffronto degli elaborati grafici, man mano che si passa dall anno 1998 all anno 1999 ed all anno Le rilevazioni strumentali delle medie orarie e degli istantanei (non riportati in elaborazione grafica), hanno ancora confermato la suddetta tendenza. Anche l umidità sembra avere una tendenza simile. Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

13 Rete di Rilevamento per il Controllo della Qualita' dell'aria nella Provincia di Crotone Rilevazioni 1998 Stazione di Crotone - Valori giornalieri assoluti TEMPERATURA vs. UMIDITA Legenda Umidità (%) Temperatura ( C) Rilevazioni 1999 Legenda Umidità (%) Temperatura ( C) Rilevazioni 2000 Legenda Umidità (%) Temperatura ( C) Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

14 LE PRECIPITAZIONI Per la misurazione delle grandezze idrometriche nel territorio della provincia di Crotone, il sistema di monitoraggio esistente è costituito da: una rete di monitoraggio; una mappa delle aree inondabili; un catalogo degli elementi a rischio; un modello idrologico di preannuncio. La rete di monitoraggio in telemisura del bacino dell Esaro è stata realizzata dall Ufficio di Catanzaro del Servizio Idrografico e Mareografico Nazionale, ed è costituita da: 5 stazioni termopluviometriche: S. Mauro Marchesato, Papanice, Acqua della Quercia, Contrada Salica e Crotone; 1 stazione meteorologica per la misura delle precipitazioni, della temperatura, della velocità e direzione del vento e del livello di marea, installata sul molo vecchio del porto di Crotone; 2 stazioni idrometriche con sensore ad ultrasuoni, installate sull asta principale dell Esaro, in corrispondenza della stazione ferroviaria di Isola Capo Rizzuto e del Ponte S. Francesco; 1 ripetitore medio a Scandale; 1 centrale di acquisizione dei dati a Crotone. Principali eventi nel crotonese 12 dicembre dicembre febbraio gennaio ottobre ottobre novembre novembre ottobre novembre novembre dicembre marzo gennaio febbraio ottobre 1996 Si riporta di seguito la tabella con i dati registrati dal servizio meteo idrografico in cui sono riportati i valori riferiti per ogni mese dell anno, e per singola stazione di rilievo: STAZIONE GEN. FEB. MAR. APR. MAG. GIU. LUG. AGO. SET. OTT. NOV. DIC. MEDIA mm gp mm gp mm gp mm gp mm gp mm gp mm gp mm gp mm gp mm gp mm gp mm gp mm gp CRUCOLI UMBRIATICO CIRO MARINA SAVELLI CERENZIA BELVEDERE S S. SEVERINA ROCCA DI NETO VERZINO CASABONA SAN NICOLA DELL ALTO STRONGOLI CROTONE CAPO COLONNE ISOLA CAPO RIZZUTO CUTRO STECCATO COTRONEI PETILIA POLICA- STRO S. MAURO MAR- CHESATO Fonte: Consiglio Nazionale delle ricerche Istituto di Ricerca per la protezione idrogeologica nell Italia Meridionale ed insulare Cosenza Dalle medie annue sopra riportate si ricava che la media sul territorio provinciale di pioggia è pari a 910 mm., per un totale di giorni di pioggia pari a 69 giorni. Dai dati si rileva, inoltre, che lo scostamento dalla media generale relativa ai mm. di pioggia è di circa 20 relativamente in più nelle zone collinari e montane e in meno lungo la fascia del litorale costiero ionico. Irrilevante è lo scostamento relativo ai giorni di pioggia. Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

15 Rilevazioni 1998 Rete di Rilevamento per il Controllo della Qualita' dell'aria nella Provincia di Crotone Stazione di Crotone - Valori giornalieri assoluti PIOGGIA Legenda Pioggia (mm) Rilevazioni 1999 Legenda Pioggia (mm) Rilevazioni 2000 Legenda Pioggia (mm) Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

16 RADIAZIONE SOLARE La radiazione solare è l'energia elettromagnetica emessa dai processi di fusione dell'idrogeno contenuto nel sole. La terra riceve dal Sole una grossa quantità di energia, la quale investe l atmosfera che agisce da schermo e solo una frazione della radiazione arriva al suolo. Per ogni punto sulla superficie terrestre, tale frazione dipende da alcuni fattori, tra cui la latitudine, il clima locale e la quota del sito. La quantità di energia solare di cui un sito dispone costituisce la base necessaria per valutare la sfruttabilità tecnologica di tale risorsa. L osservazione della radiazione solare nel corso del tempo in Italia mostra come questa non è legata esclusivamente alla latitudine; è decisivo anche il clima d area, inteso come l insieme dei fenomeni metereologici che si osservano su quel sito. In Italia si individuano almeno quattro zone omogenee. Riferendoci alla provincia di Crotone essa ricade quasi interamente in un zona a clima tipicamente mediterraneo. E determinante in merito alla radiazione stabilire l eliofania, ovvero il numero di ore di irraggiamento giornaliero, delle zone interessate; essa dipende da svariati fattori, dalla nuvolosità, dalla foschia invernale e dalle condense estive; in particolare la radiazione varia sensibilmente col mutare delle stagioni, la radiazione di un giorno di dicembre risulta essere circa tre volte inferiore a quella di una giornata estiva. In sintesi l irraggiamento medio annuale è distribuito secondo un gradiente nord ovest-sud est al quale si sovrappone l effetto del clima e dell orografia, infatti passando dal litorale ai rilievi interni; irraggiamento, clima e vegetazione cambiano in modo rapido basti pensare alla catena montuosa della Sila; per cui le coste sono in media più soleggiate delle aree interne e dei rilievi. Nel complesso la provincia di Crotone gode di un considerevole potenziale energetico solare, si arriva a circa 7 ore di soleggiamento giornaliero medio, per cui sono indicate tutte le applicazioni solari, dal fotovoltaico al solare termico a bassa temperatura, lungo le aree litoranee pur registrando dei valori di radiazione solare diretta inferiore a quelli desertici, è pensabile la realizzazione di impianti solari termoelettrici adeguatamente progettati per il clima mediterraneo. Si riportano delle tabelle esemplificative dalle quali emergono i dati relativi alla provincia di Crotone COMUNE LATITUDINE LONGITUDINE ALTITUDINE CROTONE 39,05 17,08 8 CUTRO 39,02 16, ISOLA DI CAPO RIZZUTO 38,58 17,06 90 MESORACA 39,05 16, PETILIA POLICASTRO 39,07 16, ROCCA DI NETO 39, STRONGOLI 39,16 17, RADIAZIONE GIORNALIERA MEDIA MENSILE 1994 (MJ/m²giorno) COMUNE MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB Ciro' 15,4 18,9 22,2 23,9 23,7 21,6 17,6 12,7 8,9 7,0 7,1 11,0 Ciro' marina 15, , ,8 21,6 17,7 12,7 8,9 7,1 7,1 11,1 Crotone 15,5 19,1 22, ,8 21,6 17,7 12,9 9 7,1 7,2 11,3 Cutro 15, ,2 23,9 23,7 21,6 17,7 12,8 9 7,0 7,1 11,2 Isola di Capo Rizzuto 15,6 19,2 22, ,8 21,6 17,7 12,9 9 7,1 7,2 11,4 Mesoraca 15,3 18,7 22,1 23,7 23,5 21,5 17,5 12,7 8,9 6,9 7 11,1 Petilia policastro 15,3 18,7 22,1 23,7 23,5 21,5 17,5 12,7 8,9 6,9 7 11,1 Rocca di neto 15,4 18,9 22,2 23,9 23,7 21,6 17,6 12, ,1 11,2 Valori medi mensili stimati a partire dalle immagini del satellite Meteosat. ENEA, LA RADIAZIONE SOLARE GLOBALE AL SUOLO IN ITALIA NEL 1994 Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

17 Rete di Rilevamento per il Controllo della Qualita' dell'aria nella Provincia di Crotone Rilevazioni 1998 Stazione di Crotone - Valori giornalieri assoluti OZONO vs. RADIAZIONE SOLARE Legenda Radiazione Solare (W/m 2 ) O 3 (µg/m 3 ) Rilevazioni 1999 Legenda Radiazione Solare (W/m 2 ) O 3 (µg/m 3 ) Rilevazioni 2000 Legenda Radiazione Solare (W/m 2 ) O 3 (µg/m 3 ) Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

18 Ai fini della valutazione delle potenzialità di utilizzo della radiazione solare, in particolare per produzione di elettricità con pannelli fotovoltaici, oltre ai dati precedenti andrebbe effettuata una analisi statistica che incrocia i dati della popolazione con i dati relativi al patrimonio edilizio, come specificato dalla seguente tabella: COMUNE Numero abitanti (N ab ) Possibili utenti pannelli solari (0,7*N ab ) m 2 installabili (0,5*0,7*N ab ) m 2 di superficie edificata (S p ) m 2 di superficie di captazione utilizzabile (S sol =0,25*S p ) LA POPOLAZIONE VARIAZIONI DELLA POPOLAZIONE L analisi dei flussi di popolazione degli ultimi anni, in particolare, il saldo naturale (la differenza tra nati e morti) e il saldo migratorio (differenza tra iscritti e cancellati), evidenzia che nella maggior parte dei comuni si è registrato un saldo naturale positivo, e come dato complessivo della provincia si è avuto un incremento del 3,8%. Gli incrementi maggiori si segnalano nei comuni di Isola Capo Rizzuto (+9.7%), seguito da Rocca di Neto e Petilia Policastro; i valori negativi si registrano nel comune di Carfizzi (-10.3%), seguito da Castelsilano e Savelli. Per quanto attiene il saldo migratorio il totale provinciale si attesta intorno al 8%, con delle punte del (- 39.2%) registrato nel comune di Melissa, seguito da Santa Severina Cutro, e Crucoli. Si riscontra dunque uno sfollamento dei paesi che si trovano nelle zone più interne della provincia dovute soprattutto a spostamenti della popolazione residente verso altri centri, o anche verso l estero. Il saldo netto dell intera provincia di Crotone, pari a circa il 5%. La popolazione della provincia di Crotone ha avuto un calo seppure lieve negli ultimi dieci anni in particolare si è passati da del 1991 a abitanti al 1998 con un decremento percentuale pari al 2,08%, percentuale che in prima analisi può considerarsi poco significativa in base agli indici di crescita della popolazione a livello nazionale. Per capire meglio le dinamiche demografiche che hanno portato a questo risultato si riporta di seguito un tabella semplificativa in cui sono riportate le variazioni anagrafiche della popolazione crotonese negli ultimi anni: Anno 1991 Anno 1999 Popolazione Nati Vivi Morti Iscritti da altri Comuni Iscritti dall estero Cancellati per l Italia Cancellati per l estero Saldo naturale Saldo migratorio Saldo totale Osservatorio sulle politiche sociali (Assessorato alle Politiche sociali Provincia di Crotone) FORUM DEGLI ASSESSORATI 1999 EVOLUZIONE DEMOGRAFICA La provincia di Crotone si propone con una sostanziale giovinezza della sua popolazione, infatti dal confronto con il trend regionale e nazionale, emerge un calo delle nascite meno rapido, in grado di alimentare una coorte di giovani percentualmente superiore rispetto agli aggregati di riferimento, in particolare nel 1999 il 19,3% della popolazione aveva un età compressa tra zero e quattordici anni, il 67,1% erano compresi tra 15 e 64 anni e solo il 13,6% aveva oltre 65 anni. Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

19 Indicatore Valore Fonte Note n famiglie Istat v.a. 98 n componenti per famiglia 3.1 Elaborazione indicatore Popolazione Totale Istat v.a. 98 di cui Popolazione Elaborazione % di cui Popolazione Elaborazione % di cui Popolazione > Elaborazione % Maschi Totale Istat v.a. 98 Maschi Totale 49.4 Elaborazione % su pop tot di cui Maschi Elaborazione % di cui Maschi Elaborazione % di cui Maschi > Elaborazione % Femmine Totale Istat v.a. 98 Femmine Totale 50.6 Elaborazione % su pop tot di cui Femmine Elaborazione % di cui Femmine Elaborazione % di cui Femmine > Elaborazione % Pop<20000ab Istat v.a. 98 Pop>20000ab Istat v.a. 98 Pop<20000ab Elaborazione % Pop>20000ab Elaborazione % Tot. Stranieri Caritas v.a. 98 di cui comunitari 39.0 Caritas v.a. 98 di cui extracomunitari con permesso di soggiorno Caritas v.a. 98 di cui comunitari 4.4 Elaborazione % di cui extrcomunitari con permesso di soggiorno 95.6 Elaborazione % Totale stranieri/ab.* Elaborazione indicatore Nati vivi (totale) Istat v.a. 98 Morti (totale) Istat v.a. 98 Iscritti da altro Comune (totale) Istat v.a. 98 Iscritti dall'estero (totale) Istat v.a. 98 Cancellati per altro Comune (totale) Istat v.a. 98 Cancellati per l'estero (totale) Istat v.a. 98 Saldo Demografico Elaborazione v.a. 98 Popolazione > 15 anni (in migliaia) Istat v.a. 99 ARTICOLAZIONE INSEDIATIVA Le caratteristiche morfologiche e gli esodi verso i centri abitati dell immediato dopoguerra hanno determinato fenomeni di polarizzazione insediativa sparsa su tutto il territorio provinciale, formanti una serie di agglomerati (interni) dovuti soprattutto alla vocazione agricola dei terreni che stanno sulla fascia collinare e pedicollinare, e delle zone di agglomerati lungo la fascia costiera ionica con tasso di incremento soprattutto nella città di Crotone, dotata di antichi servizi marinari (porto) e quindi di forti tendenze all industrializzazione. Tale tendenza, associata alla dotazione di servizi ed infrastrutture ha fatto si che ad oggi la percentuale di residenti nella città di Crotone è pari a circa un terzo dell intera popolazione provinciale, mentre un altro terzo è residente lungo la striscia costiera, e solo un terzo risiede nei paesi interni. Comune Quota s.l.m. Superficie Km 2 Popolaz. Residente (a) Densità Abitativa (ab/km²) Belvedere Spinello , ,69 Caccuri , ,84 Carfizzi , ,46 Casabona , ,35 Castelsilano , ,78 Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

20 Comune Quota s.l.m. Superficie Km 2 Popolaz. Residente (a) Densità Abitativa (ab/km²) Cerenzia , ,66 Cirò , ,24 Cirò Marina 3 41, ,24 Cotronei , ,61 Crotone 0 179, ,76 Crucoli , ,84 Cutro , ,27 Isola Capo Rizzuto , ,16 Melissa , ,62 Mesoraca , ,12 Pallagorio , ,47 Petilia Policastro , ,66 Rocca di Neto , ,55 Roccabernarda , ,61 San Mauro Marchesato , ,66 San Nicola dell Alto 288 7, ,26 Santa Severina , ,82 Savelli , ,91 Scandale , ,29 Strongoli , ,57 Umbriatico , ,48 Verzino , ,80 Totale provincia 1.716, Osservatorio sulle politiche sociali (Assessorato alle Politiche sociali Provincia di Crotone) FORUM DEGLI ASSESSORATI 1999 DISTRIBUZIONE DELLA POPOLAZIONE PER FASCE ALTIMETRICHE Incrociando i dati della popolazione nell anno 1999 con le fascie altimetriche di ciascun comune (art. 9 del DPR 412/1993), abbiamo ottenuto la seguente tabella: FASCIA ALTIMETRICA COMUNI POPOLAZIONE TOTALE B Crotone Cirò Marina C Belvedere Spinello Casabona Cutro Isola Capo Rizzato Melissa Rocca di Neto Rocca Bernarda e San Mauro Marchesato % 42% 26% D Caccuri Carfizzi Cirò Cotronei Crucoli Mesoraca Pallagorio Petilia Policastro San Nicola dell Alto Santa Severina Scandale Strongoli Umbriatico e Verzino % E Castelsilano Cerenzia e Savelli % SUDDIVISIONE DEI COMUNI PER FASCE DI POPOLAZIONE Dei 27 comuni della provincia, ben 18 hanno meno di abitanti (il 24,59 % dell'intera popolazione), mentre nel solo comune di Crotone gli abitanti rappresentano il 33,83 % del totale provinciale, il quale con una popolazione di circa abitanti si configura pertanto come città medio piccola, con tutti i connessi Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

21 polazione di circa abitanti si configura pertanto come città medio piccola, con tutti i connessi vantaggi in termini di qualità della vita (minor congestione dei servizi pubblici, minor traffico, ). Comuni Num. Popolazione % sul totale Inferiori a 1000 ab % Da a ab ,59% Da 5000 a ab ,07% Da a ab ,51% Oltre ab ,83% Totale provincia ,00% IL PATRIMONIO EDILIZIO: Dal punto di vista edilizio e quindi urbanistico, il patrimonio provinciale è abbastanza ricco, come riportato nella seguente tabella: COMUNI Nr. Abitaz Nr. Famiglie Densità BELVEDERE ,69 CACCURI ,84 CARFIZZI ,46 CASABONA ,35 CASTELSILANO ,78 CERENZIA ,66 CIRO' ,24 CIRO' MARINA ,24 COTRONEI ,61 CROTONE ,76 CRUCOLI ,84 CUTRO ,27 ISOLA CAPO RIZZUTO ,16 MELISSA ,62 MESORACA ,12 PALLAGORIO ,47 PETILIA POLICASTRO ,66 ROCCA DI NETO ,55 ROCCABERNARDA ,61 SAN MAURO MARCHESATO ,66 SAN NICOLA DELL'ALTO ,26 SANTA SEVERINA ,82 SAVELLI ,91 SCANDALE ,29 STRONGOLI ,57 UMBRIATICO ,48 VERZINO ,8 TOTALE ,7 Osservatorio sulle politiche sociali (Assessorato alle Politiche sociali Provincia di Crotone) FORUM DEGLI ASSESSORATI 1999 In prima analisi si denota una presenza superiore di abitazioni lungo i paesi costieri superando il numero delle abitazioni di gran lunga il numero delle famiglie residenti stesse (Cirò Marina abitazioni per famiglie) in tali situazioni si osserva inoltre una elevata sregolatezza in merito alle tecniche di pianificazione territoriale e al rispetto degli standard urbanistici. Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

22 LE ATTIVITÀ ECONOMICHE Per quanto riguarda la forza lavoro ed i tassi di disoccupazione, abbiamo i seguenti indicatori: Indicatore Valore Fonte Note Totale Occupati (in migliaia) 40.0 Istat v.a. 99 Occupati (.000) Agricoltura 6.0 Istat v.a. 99 Occupati (.000) Industria 9.0 Istat v.a. 99 Occupati (.000) Altre attività 25.0 Istat v.a. 99 % Agricoltura 15.3 Elaborazione % % Industria 23.2 Elaborazione % % Altre attività 61.4 Elaborazione % Occupati dipendenti (.000) 28.0 Istat v.a. 99 Occupati indipendenti (.000) 12.0 Istat v.a. 99 % Occupati dipendenti 70.2 Elaborazione % %i Occupati indipendenti 29.8 Elaborazione % Persone in cerca di occupazione (in migliaia) 9.0 Istat v.a. 99 Forze di lavoro (in migliaia) 49.0 Istat v.a. 99 Non forze di lavoro (in migliaia) 94.0 Istat v.a. 99 tasso di attività 1999 (F.L. / Pop. Rif.) 34.2 Elaborazione indicatore tasso di occupazione classe Elaborazione indicatore tasso di occupazione classe Elaborazione indicatore tasso di occupazione classe Elaborazione indicatore tasso di occupazione classe Elaborazione indicatore tasso di occupazione- Totale 28.2 Elaborazione indicatore tasso di disoccupazione classe Elaborazione indicatore tasso di disoccupazione classe Elaborazione indicatore tasso di disoccupazione classe Elaborazione indicatore tasso di disoccupazione classe Elaborazione indicatore tasso di disoccupazione Totale 17.5 Elaborazione indicatore Popolazione > 15 anni (in migliaia) Istat v.a. 95 Totale Occupati (in migliaia) 38.0 Istat v.a. 95 Occupati dipendenti Istat v.a. 95 Occupati indipendenti Istat v.a. 95 Occupati dipendenti % 68.2 Elaborazione % Occupati indipendenti % 31.8 Elaborazione % Persone in cerca di occupazione (in migliaia) 16.0 Istat v.a. 95 Forze di lavoro (in migliaia) 55.0 Istat v.a. 95 Non forze di lavoro (in migliaia) 91.0 Istat v.a. 95 tasso di attività 1995 (F.L. / Pop. Rif.) 37.7 Elaborazione indicatore tasso di occupazione Elaborazione indicatore tassi di disoccupazione Elaborazione indicatore Peso percentuale delle unità di lavoro non regolari sul totale delle unità di lavorative 48.2 Istat - Gli indicatori economici sul reddito e sui consumi sono i seguenti: Indicatore Valore Fonte Note reddito disp. Totale (in milioni di lire) Istituto Tagliacarte v.a. 95 reddito disp. Procapite (in migliaia di lire) Elaborazione indicatore consumi finali interni (in migliaia di lire) Istituto Tagliacarte v.a. 98 Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

23 - procapite (in migliaia di lire) Elaborazione indicatore - consumi alimentari (in migliaia di lire) Istituto Tagliacarte v.a consumi non alimentari (in migliaia di lire) Istituto Tagliacarte v.a consumi alimentari 19.3 Elaborazione % - consumi non alimentari 80.7 Elaborazione % consumi finali interni (in migliaia di lire) Istituto Tagliacarte v.a procapite (in migliaia di lire) Elaborazione indicatore - consumi alimentari (in migliaia di lire) Istituto Tagliacarte v.a.95 - consumi non alimentari (in migliaia di lire) Istituto Tagliacarte v.a.95 - consumi alimentari 21.3 Elaborazione % - consumi non alimentari 78.7 Elaborazione % - Depositi Bancari delle Famiglie (in milioni di lire) Banca d Italia v.a Depositi Postali (in milioni di lire) 0.0 Ente Poste v.a. 98 Gli indicatori sulle numero e sulla tipologia di imprese sono le seguenti: Indicatore Valore Fonte Note Totale imprese Infocamere v.a. 99 di cui Agricoltura Infocamere v.a. 99 di cui Industria in senso stretto Infocamere v.a. 99 di cui Costruzioni Infocamere v.a. 99 di cui Commercio Infocamere v.a. 99 di cui Alberghi e p.e Infocamere v.a. 99 di cui Trasporti e comunicazioni Infocamere v.a. 99 di cui Credito e assicurazioni Infocamere v.a. 99 di cui Serv. alle imprese Infocamere v.a. 99 di cui Altre attività Infocamere v.a. 99 di cui Agricoltura 27.4 Elaborazione % di cui Industria in senso stretto 10.1 Elaborazione % di cui Costruzioni 12.5 Elaborazione % di cui Commercio 27.2 Elaborazione % di cui Alberghi e p.e. 4.2 Elaborazione % di cui Trasporti e comunicazioni 4.1 Elaborazione % di cui Credito e assicurazioni 0.7 Elaborazione % di cui Serv. alle imprese 3.1 Elaborazione % di cui Altre attività 10.7 Elaborazione % Totale imprese artigiane Infocamere v.a Imprese artigiane/ Totale imprese 22.1 Elaborazione % Unità Locali distrettuali 0.0 Infocamere v.a Unità Locali distrettuali / tot. Unità Locali 0.0 Elaborazione % su tot Peso % delle ditte individuali 77.0 Elaborazione - Imprese registrate (extra-agricole) Infocamere v.a. 98 Imprese registrate (extra-agricole) Infocamere v.a. 99 Imprese iscritte (extra-agricole) Infocamere v.a. 98 Imprese iscritte (extra-agricole) Infocamere v.a. 99 Imprese iscritte totali (extra-agricole) v.a Infocamere 99 Imprese cancellate (extra-agricole) Infocamere v.a. 98 Imprese cancellate (extra-agricole) Infocamere v.a. 99 Imprese cancellate totali (extra-agricole) v.a Infocamere 99 Tasso di Evoluzione Elaborazione indicatore Tasso di Natalità Elaborazione indicatore Tasso di Mortalità Elaborazione indicatore Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

24 Imprese per classe dimensionale (totale) Istat (C.I.I.S v.a classe 1-2 addetti Istat (C.I.I.S v.a classe 3-9 addetti Istat (C.I.I.S v.a classe addetti Istat (C.I.I.S v.a classe addetti 9.0 Istat (C.I.I.S v.a classe oltre 200 addetti 3.0 Istat (C.I.I.S v.a classe 1-2 addetti 86.4 Elaborazione % - classe 3-9 addetti 11.6 Elaborazione % - classe addetti 1.8 Elaborazione % - classe addetti 0.1 Elaborazione % - classe oltre 200 addetti 0.0 Elaborazione % Addetti per classe di addetti (totale) Istat (C.I.I.S v.a classe 1-2 addetti Istat (C.I.I.S v.a classe 3-9 addetti Istat (C.I.I.S v.a classe addetti Istat (C.I.I.S v.a classe addetti Istat (C.I.I.S v.a classe oltre 200 addetti Istat (C.I.I.S v.a classe 1-2 addetti 48.7 Elaborazione % - classe 3-9 addetti 24.3 Elaborazione % - classe addetti 15.4 Elaborazione % - classe addetti 4.9 Elaborazione % - classe oltre 200 addetti 6.7 Elaborazione % Imprese iscritte da meno di 2 anni Unioncamere v.a. 95 Imprese iscritte da 2 a 10 anni Unioncamere v.a. 95 Imprese iscritte da 10 a 20 anni Unioncamere v.a. 95 Imprese iscritte da oltre 20 anni Unioncamere v.a. 95 totale imprese iscritte Unioncamere v.a da meno di 2 anni 11.4 Elaborazione % - da 2 a 10 anni 36.4 Elaborazione % - da 10 a 20 anni 34.0 Elaborazione % - da oltre 20 anni 18.2 Elaborazione % Esercizi alberghieri (n esercizi) 60.0 Istat v.a N posti letto Istat v.a Presenze Italiani (giornate) Istat v.a Presenze Stranieri (giornate) Istat v.a Presenze Totali (giornate) Istat v.a Giornate di presenza / n posti letto * Elaborazione indicatore Esercizi complementari (n esercizi) 34.0 Istat v.a N posti letto Istat v.a Presenze Italiani (giornate) Istat v.a Presenze Stranieri (giornate) Istat v.a Presenze Totali (giornate) Istat v.a Giornate di presenza / n posti letto * Elaborazione indicatore Esercizi turistici complessivi (n esercizi) 94.0 Istat v.a N posti letto Istat v.a Presenze Italiani (giornate) Istat v.a Presenze Stranieri (giornate) Istat v.a Presenze Totali (giornate) Istat v.a. 98 Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

25 VIABILITA E TRASPORTI Al momento non vi sono studi sufficienti, ma il Piano Energetico Provinciale dovrà anche considerare la situazione della viabilità e dei trasporti, e dei relativi consumi di prodotti petroliferi, proponendo delle soluzione operative sia per la riduzione dei consumi che delle emissioni in atmosfera. I dati da reperire riguarderanno: MOBILITA MOTORIZZATA E SPOSTAMENTI (DIVISA PER TIPOLOGIA DEI MEZZI (leggeri, pesanti) CONSUMI DI CARBURANTE NELLE STAZIONI DI SERVIZIO COMPRAVENDITE DI PRODOTTI PETROLIFERI LE EMISSIONI DI GAS SERRA Le informazioni ed i dati, da reperire, sono le seguenti: Andamento delle emissioni di CO2 (kton) e dei consumi (ktep) nel territorio provinciale Ripartizione delle emissioni di CO 2 equivalente per settore Ripartizione di emissioni di CO2 equivalente per vettore Emissioni relative agli usi elettrici del settore residenziale, settore terziario, settore civile Emissioni di CO 2 equivalente nei diversi scenari ipotizzati Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

26 BILANCIO ENERGETICO PROVINCIALE (BEP) La Pianificazione energetico-territoriale deve favorire l adeguamento tra la domanda di energia ed il suo approvvigionamento attraverso le fonti disponibili localmente, ove possibili di tipo rinnovabile, ma anche attraverso una accorta gestione della domanda. All inquadramento territoriale precedentemente effettuato deve perciò necessariamente essere affiancata una dettagliata analisi relativa a: come e dove l energia viene prodotta nel territorio provinciale o l estrazione di fonti primarie di energia (fossili, nucleari o rinnovabili); o la trasformazione delle fonti primarie in fonti secondarie o vettori energetici (ad esempio energia elettrica); dei flussi di energia e delle fonti energetiche rinnovabili e non, entranti ed uscenti, ma anche dei relativi vettori energetici di come e dove l energia viene utilizzata, specificando: o le tecnologie e i comportamenti che portano a certi consumi per ogni uso finale o gli usi finali che comportano i maggiori consumi e individuare le tecnologie e comportamenti che possono ridurre i consumi Con terminologia tecnica, la redazione di un bilancio energetico si compone delle fonti energetiche primarie (rinnovabili o esauribili), dei vettori energetici (primari o secondari), dei settori di utilizzo e degli impieghi finali (con i corrispondenti dispositivi di utilizzo dell energia). A ciascun passaggio da fonte a vettore, e da vettore a consumatore - corrispondono trasformazioni energetiche specifiche, che possono essere studiate con riferimento non soltanto al loro rendimento, ma anche al loro contributo in termini di emissioni nell ambiente di sostanze di scarto. Sinteticamente il BEP viene rappresentato da una due parti contrapposte (produzione e consumi) secondo il seguente schema: PRODUZIONE Produzione Lorda Idrica Termica Geotermica Eolica e fotovoltaica Consumi per servizi ausiliari Idrici Termici Geotermici Eolici e fotovoltaici Produzione netta Idrica Termica Geotermica Eolica e fotovoltaica Ricevuta da fornitori esterni TOTALE IMMESSO IN RETE Ceduta a clienti esteri Consumi per pompaggi Richiesta Perdite di rete BILANCIO DELL ENERGIA ELETTRICA (Milioni di kwh) Anno xxxx Anno yyyy CONSUMI Agricoltura Industria - Ind. di Base - Siderurgica - Metalli non ferrosi - Chimica - Materiali da Costruzione - Cartaria - Ind. non di base - Alimentare - Tessile, Abb. e Calzature - Meccanica - Mezzi di trasporto - Lavoraz. plastica e gomma - Legno e mobilio - Altre manifatturiere - Costruzioni - Energia ed Acqua Terziario Usi domestici Anno xxxx Anno yyyy Inoltre, il BEP deve: mettere in relazione gli impieghi finali di energia con le diverse fonti energetiche, su differenti scale spaziali, temporali e settoriali; valutare le emissioni atmosferiche, e gli altri eventuali impatti negativi sull ambiente, connessi ai consumi di energia ed i relativi scenari di evoluzione; Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

27 fornire dei modelli di valutazione degli scenari futuri sulle emissioni climalteranti, sui consumi e sulla efficienza di produzione, trasformazione e trasporto dell energia, sul mercato dell energia, sull occupazione diretta e indiretta legata al settore energetico. Le analisi del BEP sono evidentemente di tipo statistico, e perciò sono limitate a ciò che è rilevabile e misurabile, comunque essere stimato o simulato. La disponibilità di dati è però tipicamente molto variabile. In linea di principio, data la loro primaria finalizzazione fiscale, le statistiche tengono conto quasi e- sclusivamente dei flussi energetici fatti oggetto di compravendita. Tuttavia non tutta l energia impiegata in un sistema territoriale transita uno o più mercati; anche nelle situazioni più avanzate da un punto di vista tecnologico, esiste sempre una quota di energia non commerciale la cui considerazione può essere essenziale per una corretta redazione del bilancio (si pensi, solo per fare due esempi, al ruolo ancora rilevante giocato dalla legna da ardere nelle aree montane o dall incidenza dell autoproduzione e cogenerazione in campo industriale). Con riferimento alle attività dell ente provincia il BEP costituisce il fondamento di: una corretta pianificazione energetica una oggettiva definizione di strategie e d individuazione di priorità del relativo piano d azione locale, il modello di riferimento per la misurazione e valutazione dei risultati ottenuti dalla realizzazione delle singole azioni del PAL. Con tali obiettivi, il Bilancio Energetico dovrebbero permettere di poter arrivare alla individuazione all interno dell area in esame di Bacini Energetici, cioè di aree omogenee dal punto di vista di: Morfologia del territorio Struttura demografica Presenza di infrastrutture Struttura urbana: le tipologie edilizie presenti (destinazione d uso, forme, volumetrie, materiali utilizzati, classi d età) Tipologia e consistenza dell utenza (domestica, terziaria, ecc.) Tipologia di combustibile utilizzato per i diversi usi energetici Tipologia degli impianti termici Intensità dei consumi (elettrici, termici) il patrimonio edilizio di proprietà pubblica l esistenza d impianti di generazione elettrica le reti tecnologiche energetiche (elettrodotti, metanodotti, acquedotti, ecc.) e relative pertinenze e/o fasce di rispetto disponibilità di fonti rinnovabili (solare, eolico, biomassa, idraulico) e assimilabili gli ambiti definiti negli altri strumenti di pianificazione urbanistica (azzonamento acustico, piano urbano del traffico, piano del verde ecc.) le aree di riqualificazione, recupero e riuso definiti nel PRG e/o Varianti (es.: Aree definite dal Piano Commerciale). Sulla base di questi elementi principali, i Bacini Energetici Territoriali si delineano come aggregati di zone dell area in esame le cui caratteristiche energetiche (di offerta e domanda), geomorfologiche e insediative sono simili con priorità di intervento specifiche e definite su cui si potrà sviluppare in fase di elaborazione di Piano, uno schema di azioni su larga scala. Ciò premesso, non sono disponibili presso questa Amministrazione provinciale dati analitici come sopra specificato, in primo in quanto occorre considerare la recente istituzione dell Ente Provincia (1993), la ancora più recente delega amministrativa (1998) e infine la mancata istituzione di uno specifico Ufficio Energia all interno dell Ente. I dati analitici seguenti rappresentano perciò una essenziale e limitata versione del bilancio energetico provinciale, finalizzata alla sola programmazione ed attuazione del PAL Energia , così come precisato nell introduzione a questo documento. Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

28 EVOLUZIONE DEI CONSUMI ENERGETICI Il BEP dovrà comprendere i consumi energetici, suddivisi per fonti energetiche utilizzate 1. consumi di energia elettrica; 2. consumi di gas naturale; 3. consumi di olio combustibile; 4. consumi di GPL; 5. consumi di gasolio; 6. consumi di benzina; e disaggregati per i settori socio - economici di riferimento: 1. Pubblica Amministrazione 2. Usi civili 3. Trasporti 4. Attivita produttive Sulla base degli andamenti degli anni presi in considerazione per il calcolo dei consumi di energia, dei coefficienti di intensità energetica e delle variazioni delle componenti reddituali a livello provinciale, si effettueranno le previsioni di fabbisogno energetico fino all anno Questa elaborazione sarà suddivisa in due parti, ovvero tenendo in considerazione o meno gli effetti che i consumi di energia subiranno in conseguenza delle attuazioni dei provvedimenti nazionali ( carbon tax, del crescente livello di liberalizzazione dell energia, programmi di sviluppo delle fonti rinnovabili) e delle azioni del PAL energia provinciale CONSUMI SPECIFICI DI ENERGIA ELETTRICA I dati da reperire per la versione completa del PEP riguarderanno: UTENTI DOMESTICI (TV FRIGORIFERI,LAVATRICI) TIPOLOGIA DI ELETTRODOMESTICI X CLASSI DI EFFICIENZA ENERGETICA STIMA DEL PARCO LAMPADE ISTALLATI DIVISI X INCANDESCENTI E FLUORESCEN- TI FORNITURA DI ACQUA CALDA CON SCALDABAGNO ELETTRICO CONDIZIONAMENTO ESTIVO SISTEMI DI REFRIGERAZIONE SISTEMI DI LAVAGGIO (BIANCHERIA E STOVIGLIE) ILLUMINAZIONE PUBBLICA CONSUMI DI ENERGIA ELETTRICA NEL SETTORE INDUSTRIA (ILLUMINAZIONE, MO- TORI, CONDIZIONATORI, ECC.) I dati finora disponibili, forniti da ENEL Distribuzione, riguardano gli anni dal 1996 al 1999, mentre per gli anni precedenti non sono disponibili in quanto aggregati a quelli della Provincia di Catanzaro. Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

29 Tipi Attività Var. % mln KWh mln KWh mln KWh mln KWh 99 vs 96 AGRICOLTURA 5,8 6,0 6,1 7,2 19% INDUSTRIA 525,7 531,0 514,7 150,7-249% Manifatturiera di base 487,3 492,0 470,9 105,3-363% Metalli non Ferrosi 429,8 438,7 427,4 68,7-526% Chimica 52,0 48,4 38,7 31,0-68% - di cui fibre 8,4 5,0 0,9 0,6-1300% Materiali da costruzione 5,2 4,6 4,4 5,1-2% - estrazione da cava 3,7 3,0 2,7 3,3-12% - ceramiche e vetrarie 0,1 0,1 0,1 0,1 0% - cemento, calce e gesso 0,1 0,1 0,1 0,1 0% - laterizi 0,0 0,0 0,1 0,0 - manufatti in cemento 0,9 0,9 1,0 1,2 25% - altre lavorazioni 0,4 0,5 0,4 0,4 0% Cartaria 0,3 0,3 0,4 0,5 40% - di cui carta e cartotecnica 0,1 0,1 0,2 0,3 67% Manifatturiera non di base 16,4 16,6 17,1 18,4 11% Alimentare 9,1 9,6 10,2 11,2 19% Tessile, abbigl. e calzature 1,1 1,0 0,9 1,0-10% - tessile 0,4 0,4 0,4 0,4 0% - vestiario e abbigliamento 0,5 0,4 0,4 0,5 0% - pelli e cuoio 0,1 0,1 0,0 0,0 - calzature 0,1 0,1 0,1 0,1 0% Meccanica 2,3 2,4 2,4 2,6 12% - di cui apparecch. elett. ed elettron. 1,1 1,1 0,8 1,2 8% Mezzi di Trasporto 1,5 1,4 1,3 1,2-25% - di cui mezzi di trasporto terrestri 1,4 1,3 1,2 1,1-27% Lavoraz. Plastica e Gomma 0,3 0,3 0,3 0,3 0% - di cui articoli in mat. plastiche 0,2 0,2 0,2 0,2 0% Legno e Mobilio 1,9 1,7 1,7 1,8-6% Altre Manifatturiere 0,2 0,2 0,3 0,3 33% Costruzioni 0,3 1,7 1,8 1,7 82% Energia ed acqua 21,7 20,7 24,9 25,3 14% Estrazione Combustibili 0,0 0,1 0,2 0,5 100% Raffinazione e Cokerie 0,1 0,1 0,1 0,1 0% Elettricita' e Gas 2,5 1,6 5,1 4,2 40% Acquedotti 19,1 18,9 19,5 20,5 7% TERZIARIO 78,8 81,2 86,0 93,4 16% Servizi vendibili 50,0 54,0 56,6 61,1 18% Trasporti 2,6 3,4 3,4 3,6 28% Comunicazioni 2,8 3,4 3,1 3,6 22% Commercio 18,3 19,8 20,7 22,2 18% Alberghi, Ristoranti e Bar 15,3 16,5 17,3 18,4 17% Credito ed assicurazioni 1,4 1,4 1,4 1,6 13% Altri Servizi Vendibili 9,6 9,5 10,7 11,7 18% Servizi non vendibili 28,8 27,2 29,4 32,3 11% Pubblica amministrazione 3,3 3,2 4,0 4,5 27% Illuminazione pubblica 16,9 17,4 18,2 19,6 14% Altri Servizi non Vendibili 8,6 6,6 7,2 8,2-5% DOMESTICO 160,3 161,6 159,8 165,7 3% - di cui serv. gen. edifici 6,3 6,6 6,6 7,2 13% TOTALE 770,6 779,8 766,6 417,0-85% Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

30 Abbiamo inoltre a disposizione i seguenti indicatori globali sui consumi: Indicatore Valore Fonte Note Consumo En. El. Usi domestici (milioni di KWh) Enel v.a. 98 Consumo En. El. procapite (in KWh) Elaborazione indicatore Consumo benz. totale (tonnellate) Ministero Industria v.a. 98 di cui benz.senza piombo (tonnellate) Ministero Industria v.a. 98 di cui benz.normale (tonnellate) Ministero Industria v.a. 98 di cui benz.senza piombo (tonnellate) 47.3 Elaborazione % di cui benz.normale (tonnellate) 52.7 Elaborazione % - Consumo totale procapite (tonnellate) 0.1 Elaborazione indicatore - Consumo benz. 1998/ n autovet. circolanti 1997 (tonnellate) 0.4 Elaborazione indicatore Totale autovetture circolanti Aci v.a. 97 di cui >2000 cc. 3.5 Elaborazione % - n autovetture circolanti per 1000 abitanti Elaborazione indicatore Totale autovetture immatricolate Aci v.a n autovetture immatricolate per 1000 abitanti 20.9 Elaborazione indicatore Di seguito mostriamo i grafici dell andamento dei consumi per settore relativi al periodo : AGRICOLTURA mln KWh mln KWh mln KWh mln KWh 6,1 6 5,8 7, INDUSTRIA mln KWh mln KWh mln KWh mln KWh 150,7 514, , Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

31 TERZIARIO mln KWh mln KWh mln KWh mln KWh 78,8 81, , DOMESTICO mln KWh mln KWh mln KWh mln KWh 159,8 160,3 161,6 165, SCENARI DI EVOLUZIONE DELLE EMISSIONI CLIMALTERANTI Le emissioni vengono ripartite su tre contributi: 1) emissioni associate all uso finale di energia e che dipendono dal tipo di dispositivo adoperato (come per esempio è il caso delle caldaie per riscaldamento o il caso delle automobili) 2) emissioni dovute alla produzione dei dispositivi 3) emissioni relative alla produzione di combustibili e energia elettrica. Le emissioni totali sono date dalla somma dei tre contributi precedentemente citati. Le emissioni specifiche per i diversi vettori energetici dipendono dal tipo di dispositivo adoperato, che può variare a seconda del settore d uso. Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

32 IMPIANTI DI PRODUZIONE DI ENERGIA Gli impianti di produzione di energia localizzati nel territorio provinciale, escluso i piccoli gruppi di continuità di piccole-medie dimensioni, sono quelli legati al sistema idroelettrico della Sila, di proprietà Elettrogen, e gli impianti a biomasse, di cui l unico attualmente già funzionante è quello di Biomasse Italia Spa. Di seguito forniamo delle schede tecniche di tali impianti fornite direttamente dai proprietari. IMPIANTI IDROELETTRICI DELLA SILA (ELETTROGEN) Dati caratteristici CENTRALE ORICHELLA TIMPAGRANDE CALUSIA Anno di entrata in servizio Categoria impianto Serbatoio Bacino Bacino Salto di concessione (mt) 471,5 538,6 144,615 Portata max derivabile (mc/sec) Tipo turbina Francis Pelton Francis Nr. Gruppi di potenza (kw) 2 x x x Potenza efficiciente (MW) ,1 Producibilità media annua (GWh) 178,1 317,3 71,65 Centrale idroelettrica di Orichella (San Giovanni in Fiore CS) L'impianto di Orichella è regolato in testa ai due serbatoi Arvo e Ampollino, collegati fra loro da una galleria forzata lunga 6,3 km. I due serbatoi hanno un volume utile complessivo di regolazione di 135 milioni di mc, corrispondenti ad un'energia accumulabile di 347 milioni di kwh. Il serbatoio dell'ampollino è realizzato sbarrando il fiume omonimo con una diga a gravità, di altezza massima 38,60 m, con un volume utile di regolazione di circa 64 milioni di mc. Il serbatoio dell'arvo è realizzato sbarrando il fiume omonimo con una diga in terra, di altezza massima di 34,70 m, con un volume utile di regolazione di circa 71 milioni di mc. La centrale di Orichella è seminterrata, con strutture entro terra spinte fino ad una profondità di 38,70 m. L'impianto è dimensionato per un salto massimo di 481,70 m, una portata di 35 mc/sec, una producibilità media annua di 178,18 milioni di kwh ed è equipaggiata con due gruppi ad asse verticale, aventi le seguenti caratteristiche: Piano d Azione Locale della Provincia di Crotone

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