Ai genitori che sanno ancora raccontare storie e trasmettere la fede ai loro figli.

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Serena Ferri
7 anni fa
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1 Ai genitori che sanno ancora raccontare storie e trasmettere la fede ai loro figli. «Guardate alla roccia da cui siete stati tagliati, alla cava da cui siete stati estratti, guardate ad Abramo, vostro padre, e a Sara che vi ha partorito; quando lo chiamai era uno, ma lo benedissi e lo moltiplicai. (Isaia 51,1-2)

3 INDICE Prefazione 9 La torre di Babele 15 La nascita di Abramo 25 Nimrod riconosce Dio 35 Continua la lotta contro gli idoli 41 Sara di Ur 55 Abramo nella fornace ardente 59 Abramo emigra a Carran 65 Lekh Lekhà 73 Abramo scende in Egitto 81 Abramo e Lot: dispute e amore 93 Il patto di Dio con Abramo 101 Nascita di Ismaele 111 Il sigillo dell Alleanza 117 La teofania di Mamre 123 Le città del peccato 129 Abramo intercede per le città peccatrici 137 La distruzione di Sòdoma e Gomorra 143 Abramo tra i Filistei 153 Nascita di Isacco 161 Cacciata di Agar e Ismaele 169 Al pozzo di Bersabea 177

4 8 Abramo il credente La legatura di Isacco 189 Le dieci prove di Abramo 189 Satana accusa Abramo davanti a Dio 195 Satana accusa Dio davanti ad Abramo 200 Satana tenta Isacco 208 Akedà 211 Isacco simbolo di Cristo 219 Morte e sepoltura di Sara 225 La missione di Eliezer 239 Gli ultimi giorni di Abramo 255 Morte di Abramo 261

5 9 Prefazione Anni fa, leggendo midrashim, mi sono imbattuto in questa frase: Trattandosi di Abramo, non si può mai dire. Il re Nimrod chiuse Abramo in prigione. Per un anno intero lo tenne prigioniero, senza acqua e senza pane. Passato un anno, mandò il capo delle sue guardie a prendere il prigioniero; questi gli rispose che, dopo un anno, in tali condizioni, il prigioniero non poteva essere vivo. Ma il re gli rispose: Trattandosi di Abramo, non si può mai dire. Più tardi compresi la risposta del re Nimrod. Abramo credeva che «nulla è impossibile a Dio» (Lc 1,37). La fede di Abramo rende la sua vita piena di avvenimenti illogici, impossibili all uomo abbandonato alle sue forze, ma che rispondono alla logica e alle possibilità di Dio. Abramo è una parola e un opera di Dio. In lui brilla il disegno, la fedeltà e la potenza di Dio. In Abramo si fa presente, in ogni momento, il futuro della storia, già presente nella mente di Dio. Abramo, padre della fede, si lascia condurre in ogni istante da Dio. Non si lega al passato, alla sua sterilità, alla sua terra, alla sua famiglia, «esci dalla tua terra» né si

6 10 Abramo il credente aggrappa al futuro, al figlio che gli garantisce la discendenza «vieni, sacrifica tuo figlio». Così vive il presente, che riempie di significato il passato e illumina il futuro, a dispetto di tutte le possibilità umane del presente. Perché Abramo crede che «per Dio niente è impossibile». La ricca fantasia del Midrash scopre nuove sfumature, dettagli insospettati che arricchiscono la storia incredibile di Abramo, per il quale, credendo in Dio, niente è impossibile. Così ci sorprende vedere come Abramo, di fronte a certe situazioni illogiche, «contro ogni speranza», senza dire nulla, senza il minimo proposito di opposizione, prosegue il suo cammino, mosso dalla convinzione interiore data dalla fede che ciò che conta non è ciò che i suoi occhi o la sua ragione vedono davanti a sé, in questo momento, bensì che ciò che conta è il futuro, la cui forza è già presente nella promessa di Dio. Per il Midrash più fedele alla verità di tutto lo storicismo critico non c è sorpresa che lo spaventi, non c è niente che gli sembri strano; contemplando la storia di Abramo alla luce dell altezza e del futuro, i fatti più sorprendenti dei racconti entrano nella normalità del miracolo. Nel mondo di Abramo, intimamente legato al mondo di Dio, può succedere di tutto con la massima naturalezza, senza contraddire le leggi naturali. Se qualcosa supera ciò che l uomo si aspetta o crede ragionevole, questo significa solo che l uomo, per

7 Prefazione 11 quanto si creda saggio, sa molto poco; la mente e il cuore dell uomo non contiene altro che una minima parte della sapienza e potenza di Dio, rivelata nella sua Parola e nella sua storia di salvezza per gli uomini. Abramo, sterile lui e sterile la sua sposa Sara, è stato scelto da Dio per essere il padre di un popolo numeroso. La discendenza futura è ciò che conta e a cui Abramo guarda, «ridendo di gioia», senza soffermarsi a considerare l attuale mancanza di vigore in lui e in Sara. Abramo intraprende il suo cammino senza altro nel cuore che la speranza, frutto della certezza della promessa di Dio, in cui crede e di cui si fida. Come discendente di Abramo ho cercato nella Scrittura, nel Midrash, nei Saggi e nel mio cuore la storia del nostro padre nella fede. E ciò che cominciò a fare già Esdra, lo scriba: «Essi leggevano il libro della legge di Dio a brani distinti e con spiegazioni del senso, e così facevano comprendere la lettura» (Ne 8,8). Scrutando la Scrittura, con una traduzione amorevole, che è studio e meditazione, questa si fa trasmissione viva, in «un regno di sacerdoti e una nazione santa» (Es 19,6). Ai miei fratelli dedico quanto ho scoperto. Con i dati della storia e della leggenda così viva, così reale, così vera ho scritto questa vita di Abramo, primo credente nel Dio unico, unico credente nel mezzo di una famiglia e di un mondo idolatra come il nostro. Abramo, con la forza della fede, si pone in cammino, abbandona la patria, la famiglia, i luoghi comuni della

8 12 Abramo il credente quotidianità; durante il suo viaggio conosce le sue debolezze, dubbi, peccati e anche la fedeltà di Chi lo ha posto in cammino. Durante la sua peregrinazione va seminando la fede e il germoglio della sua discendenza «numerosa come le stelle del cielo». Da questo germoglio nasce il suo Discendente: «Gesù, figlio di Abramo» e i «nati dalla stessa fede di Abramo»: tu, io e tanti altri sparsi «per tutte le parti della terra». Poiché non sono figli di Abramo i suoi figli nella carne, ma coloro che vivono la fede di Abramo (Gal 3,6ss), figli della promessa (Rm 9,7-9; Gv 8,31-59). Poiché non basta dire: «siamo figli di Abramo», è necessario dare frutti di conversione (Mt 3,8-9), seguendo le orme di Abramo, sempre pellegrino in cerca della Patria (Eb 11,16). Abramo è il primo missionario itinerante della fede in Dio, sempre in cammino, sperimentando la fede e trasmettendola. Abramo è l uomo che ha incontrato Dio, quando Dio gli è andato incontro. E incontrando Dio si sente profeta di Dio (Gen 20,7); non può parlare, come i profeti posteriori, al popolo perché il popolo ancora non esiste; ma che importa? Abramo è il profeta del popolo futuro, che porta nelle viscere della sua fede. La profezia della sua vita prosegue viva oggi, risuonando per «noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù nostro Signore per la nostra giustificazione» (Rm 4,24). Con la risurrezione di Cristo, Dio ha dato compimento alla promessa fatta ad Abramo. Cristo, con la

9 Prefazione 13 sua resurrezione, ha portato nel mondo la benedizione promessa ad Abramo. «Voi siete i figli dei profeti e dell alleanza che Dio stabilì con i vostri padri, quando disse ad Abramo: Nella tua discendenza saranno benedette tutte le famiglie della terra. Dio, dopo aver risuscitato il suo servo, l ha mandato prima di tutto a voi per portarvi la benedizione e perché ciascuno si converta dalle sue iniquità» (At 3,25-26). «E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta, poiché Dio l ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù» (At 13,32). «Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando egli stesso maledizione per noi, come sta scritto: Maledetto chi pende dal legno, perché in Cristo Gesù la benedizione di Abramo passasse alle genti e noi ricevessimo la promessa dello Spirito mediante la fede» (Gal 3,13-14). Questo libro è il frutto di più di venti anni di cammino sulle orme di Abramo per le vie del Signore. Mi ha guidato, in primo luogo, la Scrittura, scrutata con i discendenti di Abramo, figli suoi nella fede. L eredità ricevuta sboccia in luce di simpatia e intuizione. Dai figli si conosce il padre. Mi hanno aiutato anche qualche migliaia di pagine lette durante questi anni, senza che oggi mi sia possibile ricordare tutti gli autori. Ricordo il piacere con cui lessi Bereshit Rabbà, le leggende degli Ebrei di Luis Ginzberg, i capitoli di Rabbí Eliezer, Abot de Rabbí Natan e dovrei menzionarne

10 14 Abramo il credente qui ancora molti altri (Rashi, Martín Buber, A. Segré, S. Kierkegaard, san Girolamo, Origene, sant Eframo, san Giovanni Crisostomo, sant Agostino, von Rad ), la cui presenza forse non si noterà tanto nelle pagine di questo libro, ma è nascosta in molte delle sue parole.

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