Il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti: l esperienza della Puglia

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1 Il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti: l esperienza della Puglia 1. Introduzione La questione della gestione dei rifiuti è divenuta sempre più rilevante: la crescita dei consumi e la progressiva urbanizzazione hanno aumentato sempre più la produzione dei rifiuti, e la loro gestione nella società moderna si è trasformata in un problema di complessa soluzione, che parte dalla raccolta. Oggi le politiche europee e nazionali sui rifiuti sono incentrate su una gestione integrata che, associata alla diminuzione nella produzione degli stessi, può consentire il conseguimento di rilevanti obiettivi ambientali ed economici. La raccolta differenziata rappresenta il presupposto per chiudere in maniera virtuosa il ciclo di gestione e garantire il rispetto della gerarchia dei rifiuti 1, stabilita dalla normativa di settore. Nonostante ciò, il contesto nazionale e, ancor più, quello regionale, evidenziano elementi critici, a causa dei quali gli obiettivi di raccolta differenziata sono raggiunti in modo eterogeneo sul territorio, con pochi ambiti e comuni che conseguono percentuali elevate, ed un gran numero di comuni che, al contrario, stentano a far decollare la raccolta. In assenza di una raccolta differenziata efficace, lo smaltimento in discarica, previo trattamento meccanico-biologico, costituisce la modalità principale di gestione, in contrasto con la normativa comunitaria e nazionale, che auspica una transizione verso un suo progressivo ruolo residuale. Al fine di attuare il principio chi inquina paga e di contrastare il ricorso allo smaltimento in discarica, già nel 1995, il Parlamento italiano ha istituito il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti, i cui esiti, appaiono oggi incerti e connessi non tanto all ammontare del tributo stesso, quanto al più generale costo medio di conferimento dei rifiuti in discarica. Come emerge dall osservazione dei diversi contesti regionali, un 1 In linea con quanto previsto dalla direttiva 2008/98/CE, l articolo 179 del D.Lgs.205/2010 introduce e precisa i criteri di priorità nella gestione dei rifiuti, denominata gerarchia dei rifiuti: a) prevenzione, b) preparazione per il riutilizzo, c)riciclaggio, d) recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia, e) smaltimento.

2 2 ammontare dell ecotassa elevato in presenza di costi di smaltimento relativamente bassi, non consente di assurgere a quel ruolo di disincentivo auspicato dal legislatore al momento della sua istituzione. Al contrario, nelle Regioni in cui il tributo speciale è stato accompagnato da maggiori costi medi di smaltimento in discarica, i risultati in termini di raccolta differenziata e riduzione dei conferimenti appaiono più consistenti. Si citano a titolo esemplificativo i casi della Sardegna e delle Marche, che negli ultimi anni hanno utilizzato l ecotassa per premiare economicamente i Comuni più virtuosi, nelle quali i risultati sul fronte dell aumento delle percentuali di raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio sono stati considerevoli e virtuosi. Esistono, comunque, situazioni critiche nelle regioni meridionali, con particolare riferimento alla Calabria e alla Sicilia, in cui nonostante gli alti costi medi dello smaltimento in discarica, che renderebbero economicamente convenienti le politiche di riciclaggio, la percentuale di raccolta differenziata è relativamente bassa e pari, nel 2014, rispettivamente al 18,6 % per la prima e al 12,5% per la seconda. Situazione analoga si riscontra in Basilicata, dove, a fronte di un costo medio di smaltimento in discarica di circa 200 /t, la raccolta differenziata nel 2014 ha raggiunto il 27,6%. In Puglia, dove a partire dal 2014 si è avviata l applicazione dell ecotassa per modulazione, la raccolta differenziata ha raggiunto, nello stesso anno, il 25,9%, rimanendo ben lontana dall obiettivo del 65%, probabilmente anche a causa dei modesti costi medi di smaltimento in discarica. 2. Principali riferimenti normativi Il ciclo di gestione dei rifiuti urbani in Italia presenta ancora uno sbilanciamento nei confronti della modalità di smaltimento in discarica, sebbene la normativa comunitaria (Direttiva 2008/98/CE) preveda come ordine di priorità la prevenzione, la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero di altro tipo, per esempio, il recupero di energia ed in via residuale, lo smaltimento (art. 4 Gerarchia dei rifiuti). Al fine di favorire la minore produzione di rifiuti e il recupero dagli stessi di materia prima e di energia, la Legge 549/95, art. 3 commi 24-41, ha istituito, a decorrere dal 1 gennaio 1996, il tributo speciale per il deposito dei rifiuti solidi in discarica e in impianti di incenerimento senza recupero energetico. L ammontare dell imposta è fissato con legge regionale, entro il 31 luglio di ogni anno per l'anno successivo, per chilogrammo di rifiuti conferiti, in misura: a) tra 0,001 e 0,01 per i rifiuti ammissibili al conferimento in discarica costituiti da rifiuti inerti ai sensi dell art. 2 del decreto del Ministro dell ambiente 13 marzo 2003;

3 3 b) tra 0,00517 e 0,02582 per i rifiuti ammissibili al conferimento in discarica costituiti da rifiuti non pericolosi e pericolosi ai sensi degli art. 3 e 4 del medesimo decreto. Il tributo è determinato moltiplicando l ammontare unitario dell imposta per il quantitativo, espresso in chilogrammi, dei rifiuti conferiti in discarica, nonché per un coefficiente di correzione che tiene conto del peso specifico, della qualità e delle condizioni di conferimento dei rifiuti. Soggetto passivo dell imposta è il gestore dell impresa di stoccaggio definitivo con obbligo di rivalsa nei confronti di colui che effettua il conferimento. Il gettito del tributo è dovuto alle Regioni, che lo destinano ad un apposito fondo funzionale a favorire la minore produzione di rifiuti, le attività di recupero di materie prime e di energia, con priorità per i soggetti che realizzano sistemi di smaltimento alternativi alle discariche, nonché a realizzare la bonifica dei suoli inquinati, il recupero delle aree industriali dismesse e delle aree degradate, per l avvio ed il finanziamento delle agenzie regionali per l ambiente e l istituzione e manutenzione delle aree naturali protette. Il D.Lgs. 152/2006, come modificato dall art. 32 della L. 221 del 2015, definisce all art. 205 gli obiettivi di raccolta differenziata (da ultimo 65% entro il 31/12/2012) e ribadisce l applicazione dell ecotassa, prevedendo un addizionale 2 del 20% al tributo, a carico dei comuni che non raggiungono gli obiettivi fissati. Per i comuni che superano gli obiettivi, il tributo viene modulato in base alla quota percentuale di superamento, secondo la tabella seguente 3. Tab. 1 Modulazione del tributo speciale per il conferimento in discarica Superamento del livello di RD rispetto alla normativa statale Riduzione del tributo < 10 % 30 % 10 % 40 % 15 % 50 % 20 % 60 % 25 % 70 % Fonte: D.Lgs 152/2006 art. 205 come modificato dall'art. 32 della L. 221 del L addizionale non si applica ai comuni che hanno ottenuto la deroga ai sensi del comma 1-bis oppure che hanno conseguito nell anno di riferimento una produzione pro capite di rifiuti, come risultante dai dati forniti dal catasto regionale dei rifiuti, inferiore di almeno il 30% rispetto a quella media dell ambito territoriale ottimale di appartenenza, anche a seguito dell attivazione di interventi di prevenzione della produzione di rifiuti. 3 I comuni sono tenuti alla trasmissione dei dati relativi alle percentuali di raccolta differenziata raggiunta. L omessa, incompleta o inesatta trasmissione dei dati determina l esclusione del comune dall applicazione della modulazione del tributo.

4 4 A livello regionale, il recepimento della normativa in tema di tributo speciale per il conferimento in discarica è avvenuto attraverso la L. R. 38/2011, che all art. 7 chiarisce il campo di applicazione, relativo ai rifiuti, compresi i fanghi palabili: conferiti in discarica; smaltiti tal quali in impianti di incenerimento senza recupero di energia; abbandonati o scaricati in depositi incontrollati. I soggetti passivi sono: i gestori di impianti di stoccaggio definitivo di rifiuti; i gestori di impianti di incenerimento, comunque denominati, senza recupero di energia; chiunque eserciti attività di discarica abusiva e chiunque abbandoni, scarichi ed effettui deposito incontrollato di rifiuti. Al fine di favorire la minore produzione di rifiuti e il recupero degli stessi, rendendo altresì maggiormente virtuosi i processi di raccolta e selezione che consentono la raccolta differenziata (RD) di qualità e la riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti, l ammontare del tributo speciale per il deposito in discarica di ogni chilogrammo di rifiuti solidi è così determinato: a. 0,0200 per i rifiuti speciali pericolosi; b. 0,0100 per i rifiuti speciali non pericolosi; c. 0,0065 per i rifiuti speciali misti da costruzione e demolizioni; d. 0,02582 per i rifiuti solidi urbani (RSU) quando non sia possibile applicare la modulazione prevista dalla legge, per l incenerimento dei rifiuti senza recupero di energia e in caso di discariche abusive, abbandono, scarico e deposito incontrollato di rifiuti. I criteri di premialità individuati per la modulazione della tariffa massima riguardano: a. l adeguamento da parte dei Comuni, in forma singola e/o associata, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della legge, dei contratti di gestione del servizio di raccolta rifiuti, che contemplino il raggiungimento del 65% di RD e la predisposizione del regolamento di assimilazione dei rifiuti speciali non pericolosi ai rifiuti urbani; b. la raccolta separata della frazione organica, al fine di garantirne l elevata qualità; c. la raccolta monomateriale degli imballaggi per garantirne l elevata qualità; d. la predisposizione di sistemi informativi territoriali per garantire l elevata qualità del sistema di monitoraggio e controllo della raccolta. L aliquota massima, pari a 25,82 /tonnellata si applica ai comuni che non raggiungono, nel periodo di riferimento 1 settembre - 31 agosto di ciascuna annualità, il 40% di raccolta differenziata. La tariffa viene poi scontata a seconda del

5 5 raggiungimento di percentuali di raccolta differenziata superiori al 40% o prossime a tale valore in concomitanza con l attuazione di uno o più criteri di premialità. Tab. 2 Criteri per la modulazione dell ecotassa ex L.R. 38/2011. Percentuale Raccolta Differenziata Criterio a) Criterio b) Criterio c) % riduzione rispetto ad aliquota max Aliquota Note RD < 40% 25,82 x 12,5% 22,59 30% RD < 40% x 12,5% 22,59 x x 23,4% 19,77 Prima fascia 55,0% 11,62 Seconda 40% RD < 65% x x x 73,0% 6,97 fascia RD 65% x x x 80,0% 5,17 Terza fascia Fonte: Regione Puglia. Elaborazioni IPRES (2016). Gli ATO o i Comuni singoli o associati sono tenuti a comunicare mensilmente i dati relativi alla produzione dei rifiuti solidi urbani e i quantitativi raccolti in maniera differenziata e avviati a impianti di riciclaggio (recupero e/o valorizzazione) inserendo i suddetti dati, inerenti le quantità e la qualità dei rifiuti urbani raccolti in maniera indifferenziata e differenziata, con specificazione delle relative destinazioni, sul sistema informativo regionale. La L.R. 10 aprile 2015 n. 16 integra la L. 38/2011 prevedendo specifiche misure per l applicazione del tributo. In particolare, per l anno 2015, i comuni possono avvalersi della possibilità di applicazione dell aliquota validata nell anno 2013 se ricorrono entrambe le seguenti condizioni: a) realizzazione nel mese di giugno 2015 di un incremento della raccolta differenziata pari ad almeno il 5 per cento in più rispetto al dato comunicato nel mese di novembre 2014; b) attivazione delle best practices presenti nel Programma Regionale della Produzione di Rifiuti, allegato al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani, quali incentivazione del compostaggio domestico e del compostaggio collettivo, riduzione della produzione di bottiglie di plastica attraverso l installazione di distributori di acqua pubblica, introduzione del Green Public Procurement, esecuzione di campagne di comunicazione e sensibilizzazione nelle scuole e rivolte ai cittadini.

6 6 3. L ecotassa e il costo dello smaltimento dei rifiuti in discarica nelle regioni italiane Attingendo al Rapporto di Legambiente sull ecotassa regionale per lo smaltimento in discarica (novembre 2013), Ridurre e riciclare prima di tutto. Per un nuovo sistema di premialità e penalità nel ciclo integrato dei rifiuti, di seguito si propone lo stato dell Ecotassa associabile al periodo nelle diverse regioni italiane. Tab. 3 Il tributo speciale nelle regioni italiane Anno Marche Liguria Sardegna Sicilia Toscana Veneto Abruzzo Basilicata Provincia di Bolzano Calabria Il tributo è di 20 /tonnellata per i rifiuti urbani, importo che viene modulato in base alle performance di raccolta differenziata raggiunte dai Comuni, in funzione del tipo di rifiuto conferito in discarica, a cui si aggiungono ulteriori riduzioni in base alla quota percentuale di superamento del livello di raccolta differenziata previsto dalla normativa. Un sistema che arriva a ridurre fino al 70% l ecotassa per i Comuni che superano del 25% gli obiettivi stabiliti dalla legge. È prevista una riduzione da 14,42 /tonnellata a 10,32 /tonnellata per i Comuni che hanno raggiunto gli obiettivi fissati dal d.lgs. 152/2006. È prevista una riduzione del 10% sul totale del tributo di 25,80 nel caso in cui si raggiunga il 60% di raccolta differenziata (e almeno il 15% di umido raccolto separatamente) e si conferiscano in impianti di smaltimento senza recupero energetico. La riduzione sale al 30% se il secco residuo viene conferito ai termovalorizzatori. In Sardegna è prevista una riduzione a monte, a prescindere dalle percentuali di raccolta differenziata raggiunte, nel caso di rifiuti trattati, che porta l ecotassa da 25,80 a 5,16 /ton. La legge regionale prevede un tributo di 12,36 /tonnellata per i rifiuti urbani conferiti in discarica, con un incremento dell 1% per ogni punto percentuale di scostamento dagli obiettivi di raccolta differenziata stabiliti dalla legge. La modulazione avviene in funzione della raccolta differenziata raggiunta (con tre scaglioni: tra il 35% e il 50%, tra il 50% e il 65% e oltre il 65%) e in funzione della produzione di rifiuti annua pro capite con un sistema di premialità per chi raggiunge una maggiore riduzione. La modulazione del tributo è prevista fino al dicembre 2015 per poi passare ad un aliquota unica di 18 euro a tonnellata. La riduzione prevede il pagamento del 30% del tributo totale per i Comuni che hanno raggiunto il 50% di raccolta differenziata e il 65% per quelli che hanno raggiunto l obiettivo del 35%. La legge è in corso di adeguamento ai nuovi valori di riferimento normativi di raccolta differenziata (50% e 65%). In base alla percentuale di raccolta differenziata raggiunta, si prevede una riduzione da 25 a 7,50 /tonnellata per i rifiuti trattati che finiscono in discarica, di fatto riducendo del 70% il tributo per tutti, a prescindere dagli obiettivi di raccolta differenziata raggiunti. È previsto un importo di 7 /tonnellata per i rifiuti trattati. Si paga un tributo che per i rifiuti urbani conferiti in discarica è di 11,40 /t. L importo per il conferimento dei rifiuti tal quali in discarica è di 15,40 /t,

7 7 Campania Emilia Romagna Friuli cifra che si riduce a 5,33 /t se i rifiuti subiscono un pretrattamento. La quota sale invece a 25,80 /t per rifiuti che provengono da ambiti che non sono quello in cui ha sede la discarica, salvo eventuali accordi. Si paga un tributo di 25 /t per rifiuti urbani, conferiti in discarica, 10,30 /t se i rifiuti derivano da raccolta differenziata all origine e 5,20 /t se è previsto un trattamento a monte. Si attua un pagamento per i rifiuti urbani conferiti in discarica pari a 18,08 /t, che si riduce a 10,33 se trattati o aumenta a 25,82 per i rifiuti conferiti da fuori ambito. Importo previsto di 25,82 /t. Lazio Lombardia Molise Piemonte Provincia di Trento Umbria Si applica un ecotassa di 15,44 /t per i rifiuti urbani tal quali e di 10,33 /t per quelli trattati. Si pagano 10,68 /t per i rifiuti derivanti dal trattamento dei rifiuti urbani conferiti in discarica per non pericolosi e 15,73 /t per quelli conferiti in discarica per pericolosi. Ha adottato un tributo pari a 21 /t senza distinzioni. È prevista un ecotassa di 25 /t per i rifiuti urbani non trattati che si riduce a 5,17 /t nel caso in cui subiscano un pretrattamento o nel caso in cui le politiche di riduzione permettano di non superare 196 kg/ab/anno tra il 2012 e il Ha stabilito un tributo di 12,86 /t. Ha un ecotassa pari a 25,82 /t. Valle Prevede un tributo di 10,33 /t. d Aosta Fonte: Legambiente (2013). 4. L applicazione del tributo speciale per il conferimento in discarica nella regione Puglia Le tavole che seguono forniscono una rappresentazione della distribuzione dei 258 comuni, sulla base dell importo dell ecotassa richiesta per il 2014, 2015 e 2016; per quest ultima annualità i valori sono provvisori: l osservazione delle annualità precedenti ha, infatti, evidenziato un generale adeguamento delle tariffe alla fine dell anno. Le tavole ed il grafico pertinente che seguono hanno inteso riclassificare le tre annualità in questione al fine di meglio evidenziare come, nel tempo, l andamento della tassa sui rifiuti si sia spalmata tra i 258 comuni della regione.

8 8 Tab. 4 - Distribuzione dell ecotassa per provincia Anno 2014 (unità, valori percentuali ed incidenze cumulate). Ecotassa Province ( ) BA BAT BR FG LE TA Totale % % Cumulata 2, ,4 0,4 3, ,6 1,9 5, ,7 11,6 5, ,5 15,1 5, ,2 16,3 6, ,3 20,5 7, ,8 59,3 10, ,4 59,7 10, ,2 60,9 11, ,8 61,6 11, ,9 63,6 15, ,0 75,6 22, ,6 77,1 25, ,9 100,0 Totale ,0 - Fonte: Regione Puglia. Elaborazioni IPRES (2016). Tab. 5 - Distribuzione dell ecotassa per provincia Anno 2015 (unità, valori percentuali ed incidenze cumulate). Ecotassa Province ( ) BA BAT BR FG LE TA Totale % % Cumulata 3, ,3 2,3 5, ,7 12,0 5, ,6 23,6 5, ,8 24,4 6, ,4 31,8 7, ,8 61,6 10, ,4 62,0 10, ,6 63,6 11, ,2 64,7 11, ,3 67,1 15, ,1 75,2 22, ,6 76,7 25, ,3 100,0 Totale ,0 - Fonte: Regione Puglia. Elaborazioni IPRES (2016).

9 9 Tab. 6 - Distribuzione dell ecotassa per provincia Anno (unità, valori percentuali ed incidenze cumulate). Ecotassa Province Tot % % ( ) BA BAT BR FG LE TA ale Cumulata 5, ,8 5,8 6, ,7 22,5 11, ,3 26,7 19, ,0 33,7 22, ,6 35,3 25, ,7 100,0 Totale ,0 - Fonte: Regione Puglia. Elaborazioni IPRES (2016). Emerge chiaramente come nel tempo il passaggio ad ecotasse di livello via via superiore sia leggermente in antitesi con livelli di raccolta differenziata che sebbene ancora troppo bassi segnino andamenti crescenti. Si precisa ancora una volta che i dati del 2016 sono da considerarsi provvisori: nel caso di una loro conferma si accentuerebbe ancora di più lo sbilanciamento dei comuni verso una tariffazione elevata. Fig. 1 - Distribuzione dei comuni per classe di ecotassa Anni 2014, 2015 e fino a 5,17 5,17-6,97 6,98-11,62 16,63-19,77 19,78-22,59 22,60-25, * *dati provvisori. Fonte: Regione Puglia. Elaborazioni IPRES (2016). 4 Per il 2016 i dati sono provvisori.

10 10 5. La raccolta differenziata I dati sulla raccolta differenziata (anno 2015) evidenziano qualche criticità per i comuni pugliesi. In effetti, sebbene vi siano realtà che superano il 65 % di RD con punti di eccellenza a Roseto Valfortore (81,3%), Rutigliano (75,4%), Monteparano (74,1%) ma anche di grandi città come Canosa (69%), Troia (69%), Barletta (68%) e Fasano (67,7%), si devono osservare realtà altrettanto poco virtuose, che registrano una differenziazione della raccolta assai bassa ed inferiore, addirittura, al 10%: Casamassima e Gravina di Puglia (8%), Foggia e Noicattaro (circa 7%) e Gallipoli (5,44%). A parte queste code nella distribuzione, la maggioranza dei comuni di Puglia si colloca nelle classi più basse: sono 16 i comuni con una RD inferiore al 10% e 94 le realtà urbane con un indicatore tra il 10% e il 25%. Un quinto dei comuni pugliesi registra una RD compresa tra il 25% e 40%, mentre sono 14 i comuni che superano il 65% di differenziata. Tab. 7 Raccolta differenziata Graduatoria dei comuni più virtuosi e meno virtuosi di Puglia Anno 2015 (valori percentuali). FG I 10 comuni più virtuosi di Puglia - RD % I 10 comuni meno virtuosi di Puglia - RD % Roseto Valfortore 81,31 BA/ TA Valenzano/ Martina Franca BA Rutigliano 75,44 BA Casamassima 8,27 TA Monteparano 74,14 FG Gravina in Puglia 8,18 FG Casalvecchio Castelluccio 71,75 FG di Puglia dei Sauri 8,11 BA Cellamare 70,17 BA Foggia 7,81 BAT Canosa di Puglia 69,09 FG Noicattaro 7,73 BR Latiano 69,03 FG Stornara 7,15 FG Troia 69,00 LE Carpino 6,87 BAT Barletta 68,04 TA Gallipoli 5,44 BR Fasano 67,74 LE Torricella 2,73 Fonte: Regione Puglia. Elaborazioni IPRES (2016). 9,04

11 11 Tab. 8 - Distribuzione dei comuni di Puglia per % di raccolta differenziata 5 - Anno Province < % 25-40% 40-55% 55-65% oltre 65% Bari BAT Brindisi Foggia Lecce Taranto Totale Fonte: Regione Puglia. Elaborazioni IPRES (2016). Osservando le singole province, il quadro è ancor più allarmante: il 42% dei comuni della provincia di Bari effettua una differenziata compresa tra il 10% e il 25%, nella medesima categoria si collocano un quarto dei comuni foggiani ed il 57% dei comuni salentini. Si distingue il dato del 50% dei comuni brindisini a far registrare una RD compresa tra il 56% e 65%; in questa classe virtuosa si collocano un quinto dei comuni delle province BAT e di Taranto. Fig. 2 - Incidenze percentuali dei comuni per classe di RD, fatto 100 il totale dei comuni delle singole province. 60,0 57,0 50,0 42,5 50,0 40,0 30,0 20,0 10,0 0,0 10,0 25,0 7,5 10,0 5,0 11,1 11,1 33,3 26,2 31,0 33,3 35,7 22,2 22,2 0,0 0,0 12,5 12,5 6,3 18,8 11,9 11,9 9,5 9,5 4,3 10,7 4,3 3,6 1,1 0,0 17,9 21,4 10,7 BARI BAT Brindisi Foggia Lecce Taranto < % 25-40% 40-55% 55-65% oltre 65% Fonte: Regione Puglia. Elaborazioni IPRES (2016). 5 Per 30 dei 258 comuni di Puglia il dato non è disponibile.

12 12 1. Conclusioni In Italia, la raccolta differenziata presenta ancora diversi elementi critici; sono, infatti, assai poche le realtà che conseguono percentuali elevate ed in linea con gli obiettivi prefissati dalla normativa nazionale ed europea. In definitiva il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti ha dimostrato, per le regioni italiane, uno scenario a macchia di leopardo, con alcuni territori virtuosi che hanno ben modulato lo strumento disincentivando il conferimento in discarica, ed altri contesti i cui risultati non hanno rispecchiato pienamente le aspettative stimate. La Puglia segna una posizione ancora intermedia, con auspicabili e consistenti margini di miglioramento allorquando la maggioranza dei comuni (162 su 258) registra una raccolta differenziata inferiore al (40%); solo 27 comuni fanno osservare una raccolta differenziata compresa tra il 40 e 55% ed appena un comune su sette supera il tetto del 55%. Fonti e sitografia D.Lgs. 152/2006, Norme in materia ambientale. Legambiente (2013), Ridurre e riciclare prima di tutto. Il rapporto sull ecotassa regionale per lo smaltimento in discarica. Legambiente Basilicata Onlus (2016), Comuni ricicloni 2015 Basilicata. Legambiente Puglia Onlus (2015), Comuni ricicloni 2015 Puglia. Legge 28 dicembre 1995 n. 549, Misure di razionalizzazione della finanza pubblica. Legge 28 dicembre 2015, n. 221, Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali. Regione Puglia, Determinazioni del Dirigente Servizio Ciclo dei Rifiuti e Bonifica, Anni UE, Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive. _dossier2013.pdf

13 13 A cura di Nunzio MASTROROCCO (nunzio.mastrorocco@ipres.it) Elisa CALÒ (elisa.calo@ipres.it)

14 14 Luglio 2016 IPRES Istituto Pugliese di Ricerche Economiche e Sociali Bari Piazza Garibaldi, 13 T F ipres@ipres.it ipres_certificata@pec.it

La predetta proposta potrà avere attuazione nel rispetto delle seguenti condizioni:

La predetta proposta potrà avere attuazione nel rispetto delle seguenti condizioni: INTESA IN CONFERENZA STATO REGIONI IN ATTUAZIONE DELL ARTICOLO 46, COMMA 6, DEL DECRETO LEGGE N. 66 DEL 2014, COME MODIFICATO DALL ARTICOLO 1, COMMA 398, DELLA LEGGE N. 190/2014, NONCHÉ DELL ARTICOLO 1,

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