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1 STATO MAGGIORE DELLA DIFESA Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore Ufficio Pubblica Informazione SCHEDA NOTIZIE RELATIVA ALLA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA MISSIONE UE in supporto di AMIS II (African Mission in Sudan) SUDAN

2 SOMMARIO GENERALITÀ...1 CONTRIBUTO NAZIONALE...3

3 SUDAN MISSIONE UE in supporto di AMIS II (Missione dell Unione Africana in Sudan) Impegno Italiano GENERALITÀ Le origini del conflitto nel Darfur vanno ricercate nel quadro delle tradizionali tensioni interetniche tra le tribù africane dei Fur, Zaghawa e Masalit a carattere stanziale e agro-pastorale e le tribù nomadi di origine araba, in un ambito di risorse naturali profondamente scarse. Tali fattori storici e tradizionali si inseriscono nel contesto conseguente al processo di pace tra il Nord-arabo ed il Sudafricano del Sudan dopo circa 40 anni di guerra civile, con un riassetto e riequilibrio di poteri da cui il Darfur è rimasto sostanzialmente escluso. In tale scenario, nel febbraio 2003, 3 gruppi a base etnica africana hanno costituito 2 diverse formazioni ribelli il Sudan Liberation Movement/Army (SLM/A) ed il Justice and Equality Movement (JEM) ricorrendo alle armi per protestare contro l esclusione dai negoziati di pace in corso tra Nord e Sud, le insufficienti risorse destinate dal Governo centrale al Darfur e la mancata protezione dei villaggi africani dalle razzie delle tribù nomadi. Il Governo di Khartoum ha risposto armando e sostenendo militarmente le milizie Janjaweed (bande di cammellieri d origine araba) contro le tribù di etnia africana. La guerra civile che ne è scaturita ha prodotto la più grave crisi umanitaria dal 1998, caratterizzata da una persistente violazione dei diritti umani delle popolazioni civili. Nel frattempo, nel resto del Sudan si sono registrati importanti progressi nel processo di pace tra il Governo di Khartoum ed il principale gruppo ribelle del Sudan meridionale, il Sudan People s Liberation Army (SPLA). A Nairobi, in Kenia, il 9 gennaio 2005 è stato infatti firmato uno storico accordo di pace (Comprehensive Peace Agreement - CPA), che pone le basi per la risoluzione del conflitto tra il Nord ed il Sud del Paese; conflitto che se si esclude il periodo tra il 1972 e il 1983 si è protratto fin dall indipendenza del Sudan, nel Gli accordi di pace, però, non hanno pagina 1

4 interessato il Darfur, dove la situazione umanitaria è rimasta drammatica. Il 24 marzo 2005, il Consiglio di sicurezza dell ONU ha adottato una Risoluzione con cui ha istituito la Missione di pace ONU in Sudan (UNMIS). Nel Darfur, la firma dell Accordo Umanitario sul Cessate il Fuoco (Humanitarian Ceasefire Agreement - HCFA) fra le due parti in lotta, in data 8 aprile 2004, ha rappresentato un momento decisivo nel decorso del conflitto in atto da anni nella regione. Questo accordo, infatti, ha consentito lo schieramento, a partire dall estate del 2004, di un Contingente dell'unione Africana (UA), costituito da unità militari di Nigeria, Ruanda, Kenia, Sudafrica, Gambia e Senegal, nell'ambito della cosiddetta "Missione dell'unione Africana in Sudan" (AMIS), che dispone anche di osservatori, elementi di polizia e personale civile. Dopo il suo avvio, già dall autunno successivo, l'operazione è stata potenziata, assumendo la denominazione ufficiale di AMIS II e costituendo la DITF (Darfur Integrated Task Force). Essa si articola su di un Comando della Missione (Mission HQ) sito a Khartoum, un Comando della Forza (Force HQ) ubicato a El Fasher, nel Darfur, ed 8 Comandi di settore di livello battaglione ripartiti sul territorio della regione (El Fasher, Tine, Kutum, Kabkabiya, Nyala, El Daein, El-Geneina, Zallinge). A tutt oggi, AMIS II schiera circa uomini, di cui militari (450 dei quali sono Osservatori), 250 agenti di polizia ed il resto personale civile di supporto. Il mandato della Forza AU è di controllare il cessate il fuoco e di proteggere gli Osservatori. Essa, infatti, non dispone né dell autorizzazione, né di assetti in numero sufficiente per poter proteggere la popolazione civile, fatti salvi gli interventi in caso di constatazione di una minaccia imminente per le vite umane. Il Consiglio per la Pace e la Sicurezza dell UA, a conclusione della riunione ad Addis Abeba, ha deciso di sostenere il trasferimento della Missione UA in SUDAN (AMIS) sotto l egida di una missione dell ONU. L UA ha ritenuto, inoltre, di estendere fino al 30 giugno 2007 il mandato dell AMIS in DARFUR. L Unione Europea (UE) contribuisce ad AMIS II con finanziamenti e personale impiegato in qualità di osservatore, nell ambito della Cease Fire Commission (presieduta da un membro dell Unione Africana) o degli staff di pianificazione dell UA nel contesto della Darfur Integrated Task Force (DITF). In particolare, l Unione Europea contribuisce con un rappresentante nella Cease Fire Commission, in qualità di Vice-Chairman, oltre ad Ufficiali osservatori di Danimarca, Francia, Irlanda, Italia, Olanda, Svezia e Regno Unito, oltre ad esperti militari e di polizia provenienti da Austria, Danimarca, Francia, Italia, Olanda, Svezia e Regno Unito. pagina 2

5 L assistenza tecnica dell UE si è concretizzata altresì nel supporto all Unione Africana nello sviluppo del suo Centro di situazione, nonché nell addestramento/preparazione del personale di determinati Paesi contributori. A seguito di specifica richiesta dell Unione Africana alla NATO di supporto logistico alle operazioni nel Darfur, dal mese di luglio 2005 l Alleanza Atlantica ha deciso di offrire il proprio contributo in termini di trasporto aereo per la rotazione delle forze militari dell UA impiegate in teatro. La NATO ha, inoltre, fornito il proprio contributo in termini di addestramento degli Ufficiali di staff dell UA nella gestione di un HQ e nella gestione delle informazioni relative all operazione. CONTRIBUTO NAZIONALE Dal luglio 2005 a dicembre 2007, l'italia, oltre a costituire uno dei maggiori Paesi donatori in tema di assistenza al Darfur, nell ambito del supporto fornito dall Unione Europea alla missione AMIS dell Unione Africana ha impegnato da 2 a 4 uomini. pagina 3

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