PROSPETTIVE LIBANESI (2017)
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- Valentina Rosalia Maggio
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1 Analysis No. 310, Aprile 2017 PROSPETTIVE LIBANESI (2017) Chiara Sulmoni, Claudio Bertolotti Un presidente è stato eletto dal Parlamento lo scorso 31 ottobre dopo molti tentativi andati a vuoto nel corso di due anni, ma il Libano stenta comunque a uscire dallo stallo. Se fin dalla sua entrata in carica il generale maronita Michel Aoun si è imposto come l uomo forte in grado di trainare il paese, le fazioni che compongono la scena politica faticano a trovare un accordo su dossier caldi e fermi da tempo. Primo fra tutti, quello sulla nuova legge elettorale. I toni del dibattito sono particolarmente accesi e alla fine l opzione più accreditata sarà quella di una legge ibrida. Ma le profonde divisioni e tensioni che caratterizzano la politica libanese si riflettono anche sull economia, tanto che dal 2005 al 2017, il governo non è mai riuscito nell intento di approvare un budget preventivo. Questa è l altra grande questione su cui si dibatte in questa prima metà dell anno. Chiara Sulmoni, MA in Near and Middle Eastern Studies, è giornalista, producer e analista freelance e segue con particolare attenzione l area mediorientale e l AFPAK. Claudio Bertolotti, PhD, ricercatore associato ISPI, ITSTIME, OPI, CEMRES, è Analista strategico, docente di 'Analisi d area', Subject Matter Expert per la NATO. 1 Le opinioni espresse sono strettamente personali e non riflettono necessariamente le posizioni dell ISPI. Le pubblicazioni online dell ISPI sono realizzate anche grazie al sostegno della Fondazione Cariplo..
2 Le questioni sul tappeto Un presidente è stato finalmente eletto dal parlamento lo scorso 31 ottobre 2016 dopo ben 45 tentativi andati a vuoto nel corso di due anni, ma il Libano stenta a uscire dallo stallo. Se fin dalla sua entrata in carica il generale maronita Michel Aoun si è imposto attraverso i suoi discorsi come l uomo forte in grado di trainare il paese, le fazioni che compongono la scena politica faticano a trovare un accordo su dossier caldi e fermi da tempo. Primo fra tutti, quello relativo alla nuova legge elettorale che condiziona la possibilità di andare alle urne nel corso del Le elezioni parlamentari sono state rimandate già due volte dal 2009 a causa del mancato accordo. Oggetto del contendere è il passaggio dal sistema maggioritario al sistema proporzionale, che secondo i suoi oppositori, senza un opportuno allargamento delle circoscrizioni, esporrebbe le minoranze a intimidazioni. Il timore dichiarato è che i militanti armati del partito sciita Hezbollah possano influenzare gli elettori nelle aree sotto il loro controllo. Parte della società civile ritiene anche che i politici, attraverso il mantenimento dello status quo, intendano difendere i propri privilegi. I toni del dibattito sono particolarmente accesi e l opzione più probabile rimane quella di una legge ibrida. Ma le profonde divisioni e tensioni che caratterizzano la politica libanese si riflettono anche sull economia, tanto che dal 2005 al 2017, il governo non è mai riuscito nell intento di approvare un budget preventivo. Questa è l altra grande questione su cui si dibatte in questa prima metà dell anno. Le elezioni parlamentari sono state rimandate già due volte dal 2009 a causa del mancato accordo. Oggetto del contendere è il passaggio dal sistema maggioritario al sistema proporzionale, che secondo i suoi oppositori, senza un opportuno allargamento delle circoscrizioni, esporrebbe le minoranze a intimidazioni Tra aspettative e realtà Nonostante un presidente dai consensi trasversali, le possibilità di riprendere una vita istituzionale regolare sono limitate da fattori sia interni che esterni. Innanzitutto va considerato il delicato esercizio di equilibrismo che caratterizza la politica libanese fin dall indipendenza nel 1943, e che, pur con i suoi limiti, ha protetto il paese da derive autoritarie. Lo Stato si regge infatti sul confessionalismo, un sistema di quote applicato nella distribuzione delle cariche governative e istituzionali che garantisce la rappresentanza delle minoranze religiose 1. Tuttavia, costringendo le varie fazioni a un gioco senza mai vincitori né vinti e a una continua ricerca della miglior coalizione del momento, sfocia spesso nella paralisi politica ed economica. In secondo luogo, il paese risente dei contrasti tra sunniti e sciiti che si sono rinvigoriti in particolare dal 2005 a seguito dell attentato 1 In Libano convivono ben 18 confessioni religiose e per evitare tensioni, non viene effettuato un censimento ufficiale dal lontano
3 all ex-premier sunnita Rafiq al-hariri del quale sono accusati alcuni membri di Hezbollah 2 e poi ulteriormente rinforzati negli anni della guerra siriana, anche a causa della partecipazione diretta delle milizie del partito di Dio al fianco del regime alawita di Bashar al-asad, a cui si uniscono gli sforzi militari della Russia e quello dell Iran quest ultimo attraverso l invio di unità organiche composte da alcune migliaia di combattenti iraniani e soldati reclutati tra gli sciiti afghani (emigrati in Iran o reclutati direttamente in Afghanistan) 3 impiegati come fanteria leggera. Una guerra che sta in parte alterando le tradizionali sfere di influenza e le alleanze che da sempre le comunità confessionali libanesi per tutelare con maggior incisività i propri interessi stringono con paesi terzi e potenze regionali. In particolare, va rilevato il progressivo disinteresse e disimpegno dell Arabia Saudita sponsor della comunità sunnita a causa di quella che ritiene un eccessiva influenza di Hezbollah sullo stato; a febbraio 2016 Riyadh congelò un sostegno finanziario all esercito e alle forze di sicurezza libanesi pari a 4 miliardi di dollari, mentre un mese dopo il Consiglio di Cooperazione del Golfo e la Lega Araba (ad esclusione di Libano e Iraq) avrebbero inserito il movimento sciita nella lista delle entità terroristiche. I paesi del Golfo scoraggiarono di conseguenza il turismo e il business nel paese dei cedri e cacciarono con la forza molti espatriati accusati di avere legami con il movimento sciita, causando al paese un danno economico rilevante 4. Il paese risente dei contrasti tra sunniti e sciiti che si sono rinvigoriti in particolare dal 2005 a seguito dell attentato all ex-premier sunnita Rafiq al-hariri del quale sono accusati alcuni membri di Hezbollah e poi ulteriormente rinforzati negli anni della guerra siriana Se le tensioni e le divisioni tra sunniti e sciiti la fanno da padrone, con un uomo forte al vertice dello stato i cristiani potrebbero riacquistare un po del peso politico perso all indomani della guerra civile, quando l accordo di Taef (1990) nel rispetto di nuovi equilibri demografici a favore della comunità musulmana concesse maggiori poteri e maggiore visibilità al primo ministro sunnita rispetto al presidente cristiano maronita. Tuttavia, i partiti cristiani sono suddivisi nei due diversi blocchi del 14 marzo (principalmente sunnita anti-siriano) e 8 marzo (principalmente sciita pro-siriano) e il loro appoggio, per quanto fondamentale e spesso decisivo, rimane subalterno alle posizioni di questi ultimi. 2 Il tribunale speciale per il Libano dovrà determinare le responsabilità materiali dell assassinio; 4 gli imputati, membri del braccio armato di Hezbollah. Un quinto membro è stato ucciso sul fronte in Siria. 3 C. Bertolotti, C. Sulmoni, Siria, una sciagura afghana? I mujaheddin dell Af-Pak con IS in Siria, ISPI Analysis 307, Milano ISPI Le rimesse degli espatriati corrisponderebbero a circa due miliardi e mezzo di dollari l anno. 3
4 L unica certezza è Hezbollah Il primo viaggio ufficiale di Aoun in Arabia Saudita e a Doha a gennaio 2017 sarebbe dovuto servire ad appianare le tensioni con il Golfo, ma il sostegno assiduo dato a Hezbollah, la cui milizia armata il presidente ha dichiarato complementare all esercito libanese 5, ha scatenato ulteriori malumori anche in patria fra i ranghi di chi si oppone all influenza crescente dello sponsor della comunità sciita, l Iran. D altra parte il ruolo della milizia è una questione che non può essere affrontata unicamente dallo Stato libanese. L impegno dei suoi miliziani al fianco di Damasco in quella che definisce guerra di resistenza è per Hezbollah un dovere imprescindibile, le cui ragioni sono sia ideologiche che pratiche; al di là della mera propaganda, è la real-politik ad aver portato il movimento a scegliere un ruolo di primo piano nella guerra in Siria, così da garantire il collegamento con l Iran. In caso di caduta dello stato siriano, la conseguenza sarebbe (o sarebbe stata, dati gli sviluppi favorevoli a Damasco) un isolamento mortale per il gruppo sciita libanese. Per Hezbollah non si tratta tanto di combattere i sunniti in Siria, quanto di contrastare l'espansione del fondamentalismo sunnita salafita o delle affiliazioni allo Stato islamico (ISIS). E nonostante abbia perso parte del consenso in Libano a causa dell alto numero di vittime tra i suoi ranghi, nel momento in cui la battaglia parrebbe favorire l asse pro-assad, sono molte le ragioni per rimanere in Siria, ben poche per andarsene. A seguito dello schieramento delle sue unità combattenti, internamente il partito ha optato per il mantenimento di una posizione cauta a sostegno delle istituzioni libanesi, anche se la questione perennemente sospesa del suo arsenale di armi, rimane strettamente legata a quella della sovranità dello Stato. Così l Arabia Saudita attende l evolversi della situazione da dietro le quinte, consapevole che quale punto di riferimento, oltre al primo ministro colomba Saad al-hariri, si è profilato recentemente anche il falco Ashraf Rifi, che non è un fan del pragmatismo. Il primo viaggio ufficiale di Aoun in Arabia Saudita e a Doha sarebbe dovuto servire ad appianare le tensioni con il Golfo, ma il sostegno dato a Hezbollah, la cui milizia armata il presidente ha dichiarato complementare all esercito libanese 1, ha scatenato ulteriori malumori anche in patria fra i ranghi di chi si oppone all influenza crescente dello sponsor della comunità sciita, l Iran 5 Il generale Aoun si è espresso in questi termini nel corso di un intervista a una TV egiziana, a seguito della quale il Re Saudita Salman ha cancellato la sua visita in Libano prevista per il mese di marzo
5 Fratture nel fronte sunnita? Rifi, ex-ministro della Giustizia, intransigente con il partito di Dio 6 e con l asse sciita che include la vicina Damasco, ha aperto una fronda all interno di al-mustaqbal (Futuro), il movimento appartenente al blocco anti-siriano del 14 marzo 7 anche a seguito della scelta da parte del suo leader Saad al-hairiri di sostenere la candidatura di Aoun alla presidenza lo scorso ottobre. Una scelta pragmatica in cambio della nomina a Primo Ministro che ha costretto però Hariri ad allinearsi alle preferenze del grande rivale degli ultimi 12 anni, Hezbollah. La perdita di consensi da parte di Hariri era già in atto da diversi anni a causa di un esilio autoimposto in Arabia Saudita, durante il quale ha dovuto affrontare anche gravi dissesti economici. Si è però rivelata in tutta la sua forza in occasione delle elezioni municipali del maggio 2016, quando a profilarsi con vigore a Tripoli capitale sunnita del Libano e roccaforte del radicalismo a soli 30 chilometri dal confine con la Siria è stata proprio la lista sostenuta da Ashraf Rifi. Quanto la mossa di Hariri e la conseguente nomina a primo ministro potrà avere successo nel fargli recuperare terreno, e fino a che punto Rifi sarà invece riuscito a scavare nel malcontento sunnita si vedrà solo con le elezioni parlamentari. Uno stato di tensione Gli sforzi fatti dalle forze di sicurezza libanesi anche in cooperazione con Hezbollah e con il supporto delle forze di sicurezza internazionali soprattutto sui confini, hanno finora salvaguardato una fragile stabilità. Ma tra arresti frequenti su tutto il territorio, la neutralizzazione di cellule terroristiche legate all autoproclamato Stato islamico e attentati sventati fin dentro il cuore di Beirut, il Libano è sempre in allerta. A ridosso della Siria, gli scontri tra esercito e jihadisti sunniti si protraggono da lungo tempo. Per unirsi ai gruppi armati in Siria negli ultimi cinque anni sarebbero partiti circa combattenti, e anche all interno dei Gli sforzi fatti dalle forze di sicurezza libanesi anche in cooperazione con Hezbollah e con il supporto delle forze di sicurezza internazionali soprattutto sui confini, hanno finora salvaguardato una fragile stabilità 6 Rifi nel febbraio 2016, aveva rassegnato le dimissioni a margine di un caso giudiziario che riteneva emblematico dell eccessiva influenza esercitata da Hezbollah sul governo e prima dell elezione di Aoun, non ha esitato ad esprimere la propria opposizione, raccogliendo l approvazione di quella parte di sunniti contraria al compromesso. 7 Lo scenario politico libanese si è diviso in due blocchi, pro-siriano e anti-siriano, nel 2005, a seguito dell attentato in cui perse la vita l ex-primo ministro Rafiq al-hariri a Beirut. Le due coalizioni sono denominate rispettivamente 14 marzo e 8 marzo a seguito di due grandi manifestazioni di piazza che ebbero luogo all epoca, e che definirono le dinamiche della Rivoluzione dei Cedri. Le proteste seguite all assassinio di Hariri, di cui sono accusati alcuni membri di Hezbollah, hanno determinato il ritiro dell esercito di Damasco che stazionava in Libano dai tempi della guerra civile. La contrapposizione continua oggi. 5
6 campi profughi palestinesi i sostenitori dell'isis e di al-fatah si scontrano sovente. In questo contesto di tensione, risuona l eco delle dichiarazioni rilasciate da Bashar al-assad lo scorso dicembre 2016 quando, all indomani della vittoria su Aleppo, sosteneva che Beirut non potrà uscire indenne né continuare a rimanere neutrale di fronte al conflitto della porta accanto, dove la guerra ha attratto migliaia di combattenti dal Medio Oriente, dal Nord Africa, dall Asia e dall Europa, che si sono uniti alla complessa galassia militante sunnita di attori non statali operativa a livello regionale. La sicurezza è condizionata però anche da fattori economici e sociali e in tal senso, le preoccupazioni non sono poche. Il milione e mezzo di profughi siriani che in meno di 5 anni ha contribuito ad una crescita della popolazione del 28 percento ha messo a dura prova infrastrutture e servizi salute, istruzione, acqua, energia già di per sé poco efficienti. Dal 2011 la forza lavoro è aumentata del 50 percento e la disoccupazione è raddoppiata portando a un aumento del tasso di povertà sostanziale del 60 percento. Secondo dati ONU, oltre la metà dei siriani, il 10 percento dei cittadini libanesi e il 6 percento dei profughi palestinesi scappati dalla Siria vivono con meno di 2,5 dollari al giorno. Ma i problemi non finiscono qui: il tasso di corruzione del Libano è il più alto del mondo arabo. Da un analisi di Transparency International risulta come nel 2016 il 92 percento degli intervistati percepisse addirittura un peggioramento della situazione. La mala gestione dei rifiuti una vera e propria crisi ambientale è sfociata in un movimento di protesta di massa ( You Stink ) che ha incanalato lo scontento nei confronti del governo. Beirut non potrà uscire indenne né continuare a rimanere neutrale di fronte al conflitto della porta accanto, dove la guerra ha attratto migliaia di combattenti dal Medio Oriente, dal Nord Africa, dall Asia e dall Europa, che si sono uniti alla complessa galassia militante sunnita di attori non statali operativa a livello regionale Anche i fatti ascrivibili alla micro-criminalità sono aumentati di oltre il 60 percento dal Inoltre, è riportato un significativo aumento del traffico di esseri umani dalla Siria; traffico che alimenta l economia parallela di una crescente criminalità transnazionale. In risposta a queste minacce alla sicurezza del paese, è stato implementato il Lebanon Crisis Response Plan (LCRP) , un iniziativa congiunta che coinvolge il governo libanese e le Nazioni Unite al fine di garantire una risposta umanitaria alla crisi siriana di cui possa concretamente beneficiare il Libano. Le preoccupazioni tuttavia permangono e il primo ministro Hariri all inizio di aprile (2017) ha sottolineato l urgenza di maggiori aiuti. Nel frattempo il tasso di crescita del prodotto interno lordo, che appena prima dell inizio della guerra in Siria si attestava all 8 percento, viene stimato per il 2017 attorno al 2.2 percento, comunque in leggero rialzo rispetto all anno precedente. 6
7 Conclusioni in prospettiva Allo stato attuale, liberare le potenzialità del paese nel campo del turismo per esempio, o attraverso lo sviluppo di giacimenti di gas e petrolio scoperti al largo delle coste libanesi, non sarà facile. Così come affrontare i cambiamenti geopolitici all orizzonte dal nuovo assetto siriano con le sue alleanze regionali dal quale dipende anche la possibilità di negoziare il rientro dei rifugiati, a una presidenza Trump vicina a Israele. In un contesto pubblico diviso secondo logiche settarie e di partito, e dove il dialogo assume toni accesi, sarà difficile anche disinnescare i timori della popolazione sunnita nei confronti di un espansione dell influenza iraniana non solo nelle questioni di politica interna ma anche sul territorio, attraverso l apparente ripopolamento pilotato in funzione sciita, di alcune aree di guerra a ridosso del confine libanese. Tutte queste preoccupazioni potrebbero soffiare sul fuoco del radicalismo. Gli spari contro il convoglio di un parlamentare alla periferia di Beirut lo scorso marzo, pur non avendo causato feriti né ulteriori scontri, non lasciano ben sperare per il clima politico 8. 8 Tirs contre le convoi d Ibrahim Kanaan, le parquet ouvre une enquete, L Orient-le Jour, 6 marzo an-le-parquet-ouvre-une-enquete.html 7
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