UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE INTERCULTURA AL NIDO. UNO SGUARDO ANTROPOLOGICO.
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1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MACERATA FACOLTÀ DI SCIENZE DELLA FORMAZIONE CORSO DI LAUREA IN FORMAZIONE E GESTIONE DELLE RISORSE UMANE TESI DI LAUREA IN ANTROPOLOGIA CULTURALE INTERCULTURA AL NIDO. UNO SGUARDO ANTROPOLOGICO. Relatore Chiar.ma Prof. Daniela Verducci Laureanda Aturaliyage Chaturika Roshani Anno Accademico 2008/2009
2 1. UN CONTESTO 1.1. L ELEFANTE E LA LIBELLULA Viviamo in un mondo senza cultura: o meglio viviamo in una società dove la cultura è invisibile. È il messaggio con cui Giuseppe Mantovani apre il suo libro, L elefante invisibile. Alla scoperta delle differenze culturali, in cui racconta di una dimensione a noi quasi estranea e sottovalutata, così incombente se la si sa guardare, ma anche totalmente invisibile per chi non la sa percepire: la dimensione culturale. Mantovani (come Jerome Bruner e Clifford Geertz prima di lui) segnala un antico racconto indiano tratto dal Sakuntala di Kalidasi, uno dei drammi più famosi della letteratura sanscrita. Narra di un grande elefante che se ne sta davanti ad un saggio immerso in meditazione. Il saggio lo guarda e dice «Questo non è un elefante». L elefante si volta e si allontana ed è allora che il saggio si chiede se per caso in giro non ci sia un elefante. Quando l elefante è ormai sparito, il saggio, vedendo le orme che l animale ha lasciato, dice con sicurezza: «Qui c era un elefante». Nella figura di questo elefante invisibile possiamo scorgere un efficace immagine della situazione della dimensione culturale nella nostra società. Essa è tanto grande che torreggia su di noi, come un elefante, tuttavia è elusiva come una libellula [G. Mantovani, 2005, p. 10]. Oggi si parla molto di multiculturalità, di culture e non più di cultura al singolare, ma resta il fatto che la nostra società ancora molto difficilmente riconosce la dimensione culturale e ancora più difficilmente la sa affrontare
3 Nel tempo sono state date molte definizioni di cultura, e si è creata l idea di cultura come elemento distintivo del genere umano: tutti abbiamo una cultura e ognuno ne è portatore, essa è l insieme di costumi, credenze, atteggiamenti, valori, ideali, abitudini delle diverse popolazioni del mondo. Se pensiamo alla cultura infatti, essa ci appare subito come un grande sistema simbolico [Mantovani, 2005, p. 10] che governa una società, ma questo non è che un solo e semplicistico modo di guardare a tale dimensione. Pensarla come qualcosa che omologa gli individui e che consente di raccoglierli in specifiche categorie è decisamente riduttivo: non si deve infatti cadere nell errore di considerare la cultura come qualcosa dato a priori poiché essa varia, si muove e si trasforma continuamente tra le mani delle persone nella vita di ogni giorno: vive nell applicazione attiva della conoscenza in contesti differenti, è fatta di gesti e parole non sempre chiare e consapevoli, sfuggenti come il volo di una libellula. Chi non sa vedere questo suo incredibile aspetto volatile, guarda ad essa come ad uno stampo per omologare le persone [Mantovani, 2005, p. 11], credendo che la cultura fornisca alle persone uno schema, un modo unico di pensare, di sentire, di agire in specifiche situazioni. Purtroppo, comune è tale rischio di irrigidire la cultura ad un insieme di norme dalle quali l individuo sembra non avere scampo. Ci accorgiamo dunque, che la cultura non è solo fatta di norme esplicite, ma anche di idee implicite ed in evoluzione che modellano i comportamenti delle persone orientandoli nelle scelte. È l espressione dei patterns di affronto della realtà [R. Benedict], sulla base dei quali le personalità di base strutturano le proprie idee e i propri comportamenti. Come scrive Mantovani, la cultura è una vera e propria rete di senso [Mantovani, 2005, p. 161]. Ci serviremo qui della prospettiva antropologica evidenziare la dimensione culturale come una via privilegiata per comprendere il comportamento individuale e collettivo
4 1.2. IL CUSTODE DELLA CULTURA Ogni società ha il suo repertorio di norme e valori che vengono trasmessi di generazione in generazione, perciò la prima cosa che possiamo dire riguardo alla cultura è che cresce e si accumula per trasmissione interumana. Protagonisti e responsabili di un compito così delicato come la trasmissione della tradizione culturale sono soprattutto i vecchi; ma non i vecchi secondo l idea che abbiamo oggi: un vecchio considerato un peso per la società, propenso alla malattia, infelice della propria condizione. Quello a cui ci riferiamo è la figura del vecchio autorevole e saggio, debole nel fisico, ma forte moralmente. Il vecchio è portatore di una vita pienamente vissuta, sa trasmettere la tradizione come qualcosa di vivo e vissuto, con il suo carico di successi e sofferenze [Mantovani, 2005, p. 20]. Il vecchio è custode della tradizione, della memoria di un passato pieno di errori ma anche di conquiste che troppe volte e per troppo tempo abbiamo snobbato. Se solo per un attimo rivolgiamo l attenzione su questo aspetto, ci rendiamo conto di quanto il passato sostenga il nostro presente, tanto che non potremmo mai comprendere ciò che accade oggi, senza spingere lo sguardo alle nostre spalle e nessuno può raccontarci degnamente cos è stata l umanità prima di noi se non i nostri preziosi e insostituibili vecchi. Mantovani sottolinea quanto questo fatto rappresenti una grave lacuna nella società di oggi: senza avere qualcuno che sappia davvero raccontare, trasmettere e far rivivere il passato, vivremo anzi, viviamo già in un mondo privo di veri valori, dove essi vengono rifiutati o soppressi, o dove troviamo persone spaesate, che non sanno comprendere e agire attivamente nella realtà, trovando il proprio posto nella società. Questo perché la carenza di una trasmissione culturale, non porta come erroneamente immaginiamo dopo la critica illuministica della tradizione, ad un pensiero libero; viceversa conduce a spaesamento e confusione. Il vecchio non è un giovane andato a male [Mantovani, 2005, p. 20], ma è qualcuno fig. 1 Mani di un anziana donna - 6 -
5 che è arrivato dignitosamente alla fine di un cammino, che ha raccolto saperi preziosi, esperienze uniche, e che non ha bisogno di fingere di essere un giovane scalpitante all inizio del faticoso cammino. In questo presente il piccolo schermo può svolgere una funzione di trasmissione culturale: non ci sono forse, accanto alla tv spazzatura, trasmissioni che raccolgono e comunicano testimonianze vive di protagonisti del passato? Anche se di certo vorremmo che i ragazzi di oggi trascorressero il tempo anche ascoltando i racconti dei loro nonni! 1.3. UNA MAPPA Grazie a recenti studi siamo ora consapevoli che non si può studiare l individuo come un sistema a sé stante, ma solo in relazione al suo ambiente, il contesto: si abbraccia ora lo studio della mente-nella-cultura, più legato alla situazione, più interpretativo e più antropologico nello spirito [J. Bruner, 1997, p. 175]. Non è possibile considerare l azione umana senza tener conto delle radici culturali, delle interpretazioni che vengono fatte e soprattutto senza sapere come e dove accade, la situazione in cui si verifica. Come ci dice Clifford Geertz, la conoscenza e l azione sono sempre collocate in una certa rete di elementi particolari. Si è inoltre fatta avanti l idea che l intelligenza non sta solo dentro la mente. Cosa significa questo? Facciamo un esempio: Mantovani ci racconta che, memore di ciò che gli era costato negli anni precedenti aver mancato di augurare un buon compleanno alla sua migliore amica, questa volta si sia attrezzato appiccicando preventivamente promemoria in tutta la casa. La sua amica ha avuto piacere nel ricevere gli auguri, ma noi ci chiediamo: di chi è stato il merito? Di entrambi, sia del nostro autore, Mantovani, che dell ambiente, in questo caso il promemoria. È un esempio semplice che ci fa comprendere che l intelligenza non è solo dentro la persona poiché l individuo agisce attraverso quello che l ambiente suggerisce, ma l ambiente stesso è modificato dalle azioni dell individuo. L intelligenza è perciò qualcosa che è distribuito tra l individuo e l ambiente, ma anche tra le altre persone, - 7 -
La cultura è come un elefante invisibile.
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