Mons. Domenico Sorrentino, arcivescovo, vescovo di Assisi Nocera Umbra Gualdo Tadino

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1 Mons. Domenico Sorrentino, arcivescovo, vescovo di Assisi Nocera Umbra Gualdo Tadino Lettera alle persone di vita consacrata Vicariati di Assisi Santa Maria degli Angeli Bastia

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3 Epifania del Signore 2012 Carissimi, carissime, una delle esperienze significative della visita pastorale appena conclusa nei tre vicariati di Assisi, Santa Maria degli Angeli e di Bastia, è stato l incontro con voi, persone di vita consacrata. Non è certo un fatto nuovo per me, dal momento che, occasionalmente, mi è dato di incontrare tanti di voi. Ma una visita così sistematica e completa, incontrandovi tutti nelle case dove normalmente si svolge la vostra vita, non mi era stato ancora data. Lao reputo una grande grazia. La nostra Diocesi ha una particolare concentrazione di vita consacrata. In gran parte ciò è dovuto all attrazione che ha, sulle congregazioni di matrice spirituale francescana, la terra che ha dato i natali a Francesco, Per le congregazioni di spiritualità francescana avere uno spazio, anche piccolo, ad Assisi o nei dintorni, è come affondare le radici nella propria terra. Ma le comunità di vita consacrata presenti non sono solo di segno francescano: e questo è un ulteriore elemento di ricchezza. Questa concentrazione dà anche un certo volto alla nostra convivenza. La stessa gente, come i pellegrini, hanno, specialmente in Assisi e a 3

4 Santa Maria, un quadro sociale che normalmente non si ritrova altrove: vedere frati e suore in tale frequenza per le strade di una città non è comune. La gente prende questo o come un dato con cui si fa l abitudine, o, talvolta, come un dato che fa pensare, e persino, in qualche caso, desta reazioni, soprattutto alimentate dal pregiudizio o dalla preoccupazione di alcune categorie sociali, quando si guarda alla prassi dell accoglienza diffusa tra i religiosi e le religiose. La mia Visita ha voluto essere innanzitutto un segno di attenzione, di stima e di gratitudine. Ho voluto dirvi che siete una risorsa per questa Chiesa. Se ad essa siete approdati col desiderio di ricevere, certamente la vostra presenza è anche un contributo e un dono. Voi ci ricordate che tutta la vita cristiana è uno slancio verso l escaton. Non abbiamo su questa terra una dimora permanente. Siamo pellegrini, in cammino verso una patria che non è di quaggiù. Le scelte radicali di Francesco e Chiara si riflettono nei vostri percorsi di santità, a partire dai carismi dei vostri fondatori. Tutta quanta la nostra Chiesa ne è edificata. Questo primo dono del vostro stesso esserci si esprime nelle varie dimensioni della vostra vita. 4

5 La prima è senza dubbio la preghiera. Venendo nelle vostre case, la abbiamo fatta insieme, in diverse modalità, sempre ascoltando la Parola di Dio, e cercando di metterci in sintonia con essa. Ho visto le vostre cappelline, dove passate le vostre ore di intimità col Signore e attingete energia per rendere preghiera tutta la vostra vita. In particolare questo aspetto è particolarmente marcato nei monasteri, dove la clausura esprime proprio il senso dell intimità con il Signore, capace di riempire per sempre le vostre esistenze. Altro aspetto che mi ha impressionato è il senso di fraternità che contraddistingue la vostra vita. Dalle comunità più grandi a quelle più piccole, organizzarvi in modo da mettere in comune le vostre esistenze, accogliendovi e trattandovi come veri fratelli e sorelle, è un fatto che costituisce già di per sé una grande testimonianza. Io vi ringrazio per la cordialità con cui mi avete aperto le vostre porte, e mi avete in qualche modo consentito di godere per qualche momento della vostra fraternità. Un ultimo aspetto per il quale la nostra Chiesa dev esservi grata è il servizio che svolgete, a seconda dei vostri carismi e delle vostre possibilità, rendendovi utili per attività di evangelizzazione, di distribuzione della comunione agli ammalati, di presenza nella vita parrocchiale, e per i sacerdoti, 5

6 ovviamente, nell esercizio del ministero in svariate forme. Ricordando tutto questo, non posso che dire, con la Vergine Santa: magnificat! Questa nostra Chiesa è davvero, da questo, come da altri punti di vista, una comunità privilegiata. Per questo è bello ed è bene che la comunità cristiana apprezzi sempre di più il valore della vita consacrata, e vi faccia sentire la gioia per la vostra presenza e la gratitudine per il vostro servizio. Ma, come potete immaginare, la Visita è servita anche a guardare alla nostra realtà ecclesiale nel suo complesso, verificando anche eventuali punti deboli sui quali il Signore ci chiama a intervenire. Da questo punto di vista, permettete che, in questa lettera conclusiva, io vi esprima anche delle attese, che nell una o nell altra comunità, sono magari già ben chiare e trovano l impegno necessario, in altre invece potrebbero costituire un utile impulso a verificare il proprio passo, per una realizzazione sempre migliore della propria missione in questa nostra terra. La prima cosa che vorrei dirvi è un invito a leggere attentamente la situazione della vita cristiana sul territorio, per prendere sempre più viva co- 6

7 scienza della necessità di unificare tutte le nostre forze per una rinnovata evangelizzazione delle nostre comunità. Il fatto che la nostra sia terra di pellegrinaggio, talvolta può nascondere le dinamiche reali, impedendoci di vedere quanto anche la nostra cultura e la prassi della nostra gente si allontani dalle radici evangeliche. L avanzare di proposte religiose alternative, la crisi di tante famiglie, la fatica di interessare i giovani alla fede, per segnalare alcuni indicatori, stanno sotto i nostri occhi. Tutta la nostra Chiesa deve dare una risposta a tale sfida. Ma le persone di vita consacrata non devono stare, in questo, in prima linea? Questo significa, in concreto, che ogni comunità deve sentire la responsabilità di stare in piena sintonia con il nostro piano pastorale, che va proprio in questa direzione. Dopo gli anni della missione, ci siamo messi in cammino con la Parola di Dio per restituire freschezza alla fede della nostra gente. Tante cose sono per questo necessarie. Le persone di vita consacrata devono sentire con speciale sensibilità questo appello, innanzitutto approfittando delle iniziative in campo per crescere nella formazione e poi per rendersi disponibili per ogni attività pastorale che sia alla propria portata. Da questo punto di vista è da sottolineare una tentazione spesso in agguato. Le comunità di 7

8 vita consacrata, anche per le difficoltà che pesano sulle rispettive congregazioni sotto il profilo vocazionale, tendono a creare un loro mondo, che non si incarna abbastanza nella pastorale parrocchiale e diocesana. A quest ultima si danno, spesso, le briciole. Si ragiona in termini prevalentemente interni alla propria congregazione, con il rischio che si è in tanti, ma non altrettanti quando si tratta di dare un contributo significativo alle iniziative pastorali comuni. L attività vocazionale è per lo più intesa come una ricerca di vocazioni per il proprio istituto e questo, in certo modo, è naturale e non può essere escluso ma occorre anche ricordare che la vocazione viene dall alto, e l impegno per la ricerca delle vocazioni deve essere innanzitutto un ascolto della voce che chiama nelle più diverse direzioni, per cui, anche da religiosi, si collabora alla vita della comunità cristiana nel suo complesso, dando la propria testimonianza, in modo che ciascun giovane o ragazza possa chiedersi a quale via il Signore li chiami. Un aspetto di questa attenzione più generale alla comunità cristiana, nella sua dimensione parrocchiale, è anche la partecipazione, nella misura possibile, alla celebrazione eucaristica comune, cosa che dev essere sentita come normale salvo che per i monasteri di clausura nel giorno del Signore. 8

9 Ugualmente ciò vale per la partecipazione alle varie iniziative della parrocchia o della diocesi. Naturalmente molti già si regolano in questa maniera, e desidero per questo lodarli. Altri forse faranno bene a interrogarsi su come possano in questo migliorare. Infine un cenno mi pare opportuno su una attività che è abbastanza frequente nelle vostre comunità, ossia l accoglienza, in forme e misure diverse, dei pellegrini. Sapete come questo tipo di servizio, in sé certamente lodevole, è oggi fatto segno di particolari attenzioni da parte di una certa opinione pubblica laicista, che mette poi in difficoltà tutta la Chiesa, gettando il sospetto che le nostre opere non siano regolari sotto il punto di vista fiscale e regolamentare. Dobbiamo fare in modo, su questo punto, di essere inattaccabili, sia per il dovere morale di camminare nella legalità, sia ad evitare qualche scandalo che getterebbe un ombra diffamatoria anche sul comune impegno. Vi prego di prendere questi suggerimenti come un intervento veramente affettuoso, che mira a farci essere sempre di più una Chiesa senza ruga e senza macchia. Su alcuni punti torneremo soprattutto in occasione del Sinodo che tra non molto, se Dio vuole, indirò. Sarà una occasione di riflessione e 9

10 di impegno comune al quale spero voi non manchiate, nelle forme che verranno stabilite. Intanto occasioni di incontro di questo tipo sono le nostre assemblee diocesane, come l informazione attraverso la valorizzazione dei nostri organi di comunicazione, da Chiesa insieme al Sito diocesano. Spero che questo vostro cammino, oltre che dai vostri rispettivi Ordini e Congregazioni o Istituti, sia anche ben servito dall Ufficio per i religiosi con il Vicario che ho a tale scopo incaricato, il p. Celestino Di Nardo. A tutti rinnovo il mio affetto e il mio grazie, chiedendo su voi, i vostri superiori locali e maggiori, le vostre fraternità, la più ampia benedizione del Signore. Naturalmente molto mi aspetto anche dalla vostra preghiera. Cordialmente 10