Alessio Ragni Università di Camerino
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- Eugenio Perri
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1 Storia del movimento open-source Correvano gli anni sessanta quando i primi programmatori iniziavano a scambiarsi linee di codice. Certo a quel tempo sarebbe stato più opportuno chiamarli maniscalchi piuttosto che programmatori visto che il codice veniva scritto su schede perforate o al massimo su nastri magnetici ma l'idea che c'era alla base è quella che tutt'ora spinge nel mondo milioni di persone a condividere il proprio sapere, ovvero quella di non ripartire ogni volta dall'abc ma di cercare codice già fatto, verificarlo, adattarlo alle proprie esigenze e rendere disponibile a tutti le nuove integrazioni al fine di avere del codice gratuito che possa essere di nuovo utilizzato da altri ma che al tempo stesso tuteli gli interessi di chi ha contribuito nella realizzazione di tale sorgente. Fu in realtà l'avvento dei personal computer prima, e di Internet poi, a stravolgere completamente il mercato del mondo del software. Non si può neanche definire un azzardo dire che, prima dell'avvento del software proprietario, ci fu proprio la nascita del software libero. Con il crescere del numero dei computer e la relativa diminuzione del loro prezzo furono sempre più numerosi i club di appassionati che si formarono soltanto con lo scopo di toccare con mano questi meravigliosi bestioni. Per gli appassionati, infatti, i computer dovevano essere accessibili ogni volta che qualcuno ne avesse avuto il bisogno. Per capire le macchine bisognava metterci le mani per testarne di persona le potenzialità messe a disposizione. Fu proprio questa ottemperanza nell'accettare il sapere informatico di quel tempo attraverso sistemi chiusi (come fu anche lo Unix, sviluppato dalla AT&T) che movimentò ulteriormente gli hacker di quel tempo. Quando infatti si parla di hacker tutti ormai sembrano sapere di che stiamo parlando: attacchi a sistemi informativi, contraffazioni software in generale, eccetera. Niente di più sbagliato. In origine il termine hack veniva utilizzato verso tutti coloro che risolvevano brillantemente determinati problemi e non 8
2 come termine per accusare programmatori di essere pirati informatici. Furono infatti proprio i primi hacker a porre le basi in merito alla libertà di informazione, alla proprietà intellettuale, al diritto all'educazione ed all'apprendimento. Qualcosa si stava muovendo. Le informazioni iniziavano pian piano a diffondersi all'interno di questi circoli e nel giro di qualche anno numerosi furono i produttori di hardware che realizzarono appositamente macchine aperte, ideali secondo l'etica hacker. L'incremento dei prezzi dei computer, e la riluttanza dei produttori di hardware nel fornire agli sviluppatori il codice delle loro macchine scatenò la rivolta. Nel 1984 Richard Stellman scrisse il manifesto del GNU e fondò la Free Software Fondation, un'organizzazione senza fini di lucro per lo sviluppo e la diffusione del software libero. Tra i progetti affrontati dalla FSF vi era anche quello più ambito: la scrittura di un intero sistema operativo completamente libero e compatibile con l'ormai conosciutissimo UNIX che potesse servire come pietra miliare del movimento. A tal proposito venne anche creata la prima licenza GPL che garantiva all'autore, la libertà agli utenti di fornire pieni diritti di distribuzione e modifica, con l'unica garanzia che ogni eventuale modifica venisse notificata agli sviluppatori. Il software libero si stava ormai facendo largo nel mondo degli appassionati ed il progetto GNU continuava ad andare avanti con la produzione degli applicativi di supporto e del compilatore GCC, scritto dallo stesso Stellman e largamente utilizzato dagli sviluppatori dell'organizzazione e non. Mancava però un mezzo di comunicazione che permettesse un rapido comunicare (e quindi condividere codice) anche con persone dall'altra parte del pianeta. Mancavano ancora tanti punti di comunicazione (detti anche nodi) che in maniera del tutto indipendente e quindi svincolati da qualsiasi controllo centralizzato riuscissero ad interconnettersi tra di loro in maniera persistente al fine di permettere lo scambio della conoscenza. Con l'avvento di Internet tutto questo fu solo storia, 9
3 le distanze iniziarono ad accorciarsi e con introduzione del protocollo HTTP e dei primi web server (Apache) tutto il sapere iniziò a riversarsi indistintamente sulla rete. Con il passare del tempo, però, le licenze liberali iniziarono ad essere viste come delle licenze contagiose in quanto a partire dal codice licenziato con la GPL qualsiasi ulteriore modifica doveva avere la stessa licenza. Fu cosi che per favorire l'idea delle licenze liberali anche nel mondo degli affari alcuni membri del free software iniziarono a creare una sorta di lobby a favore della ridefinizione ideologica del software libero, evidenziandone i vantaggi pratici per le aziende. Fu cosi che venne coniato il termine open source. Tale nome fu scelto anche per evitare l'equivoco dovuto al duplice significato della parola inglese free che finiva il più delle volte interpretata come sinonimo di gratuito invece che libero. La scelta a favore dell'open source da parte di alcune importanti aziende del settore come l'ibm, Netscape, HP e Sun Microsystems facilitò inoltre l'accettazione del movimento presso l'industria del software, facendo uscire l'idea della condivisione del codice anche come metodologia di produzione efficace e di qualità. Il fenomeno del software free, libero o aperto che sia, era ormai in circolo e si stava diffondendo a vista d'occhi tra gli incuriositi, gli appassionati e le aziende del settore. 10
4 Definizione Software Libero La parola libero non implica la possibilità di utilizzare il software libero in maniera indiscriminata. Il Software libero è comunque soggetto ad una licenza d'uso, a differenza ad esempio del software di pubblico dominio. Riportiamo la migliore definizione che siamo riusciti a trovare i free software, anche questa riportata da Wikipedia. Rispetto al software proprietario, la licenza d'uso del software libero permette di: eseguire il programma per qualsiasi scopo; accedere alla struttura interna del programma (codice sorgente), studiarla ed eventualmente modificarla; ridistribuirlo in un numero di copie illimitato. La licenza d'uso pone in genere i seguenti vincoli, di cui i principali sono: gli autori precedenti del software devono essere menzionati anche nelle versioni modificate, lasciando intatto il loro copyright; non è possibile applicare una licenza d'uso incompatibile con la licenza originaria o che vada contro le norme della licenza stessa. Per esempio chiunque può riemettere del software rilasciato sotto LGPL usando la licenza GPL (tale operazione è anche chiamata upgrade della licenza), mentre non è possibile fare il contrario (naturalmente se non si è il detentore unico del copyright); normalmente, nella licenza, vi è una clausola che sancisce la non usabilità del software se non si rispetta la licenza d'uso o se una o più norme della stessa licenza non sono valide per termini di legge; 11
5 quando si distribuisce un binario occorre o distribuire insieme anche i sorgenti o garantire per iscritto la possibilità a tutti gli utenti di venirne in possesso dietro richiesta ed al solo costo del supporto Secondo Richard Stallman e la Free Software Foundation da lui fondata, un software per poter essere definito libero deve garantire quattro "libertà fondamentali": I. Libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo II. III. IV. Libertà di studiare il programma e modificarlo Libertà di copiare il programma in modo da aiutare il prossimo Libertà di migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti, in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio L'insieme di queste libertà hanno reso possibile la nascita della GPL e della LGPL, entrambe licenze liberali che verranno analizzate nel relativo paragrafo di approfondimento delle licenze. 12
6 Definizione Open Source Il termine inglese open source indica un software rilasciato con un tipo di licenza per la quale il codice sorgente è concesso alla disponibilità degli sviluppatori in modo che con l'impegno e la collaborazione (in genere libera e spontanea) il risultato finale possa ottenere una complessità superiore rispetto a quella che potrebbe ottenere un singolo gruppo di programmazione. Per poter capire quando e come considerare un software di tipo open source devono essere soddisfatti i dieci criteri fondamentali che sono alla base del movimento OSI. Riportiamo sotto tali criteri con la relativa motivazione esposta dalla nota enciclopedia gratuita Wikipedia. Libera redistribuzione La licenza non può limitare alcuno dal vendere o donare il software che ne è oggetto, come componente di una distribuzione aggregata, contenente programmi di varia origine. La licenza non può richiedere diritti o altri pagamenti a fronte di tali vendite. MOTIVAZIONE: Imponendo la libera redistribuzione, si elimina la tentazione di rinunciare a importanti guadagni a lungo termine in cambio di un guadagno materiale a breve termine, ottenuto con il controllo delle vendite. Se non vi fosse questa imposizione, i collaboratori esterni sarebbero tentati di abbandonare il progetto, invece che di farlo crescere. 13
7 Codice sorgente Il programma deve includere il codice sorgente e ne deve essere permessa la distribuzione sia come codice sorgente che in forma compilata. Laddove alcune forme di un prodotto non siano distribuite con il relativo codice sorgente, deve essere chiaramente indicato il modo per ottenerlo, ad un costo non superiore ad una ragionevole spesa di distribuzione, preferibilmente scaricandolo gratuitamente da Internet. Per codice sorgente si intende la forma in cui un programmatore preferirebbe modificare il programma. Codice sorgente deliberatamente reso illeggibile non risponde ai requisiti. Forme intermedie come l'output di un preprocessore o compilatore non rispondono ai requisiti. MOTIVAZIONE: Si richiede l'accesso al codice sorgente poiché non si può far evolvere un programma senza poterlo modificare. Il nostro obiettivo è rendere facile l'evoluzione del software, pertanto richiediamo che ne sia resa facile la modifica. Prodotti derivati La licenza deve permettere modifiche e prodotti derivati, e deve permetterne la distribuzione sotto le stesse condizioni della licenza del software originale. MOTIVAZIONE: La sola possibilità di leggere il codice sorgente non è sufficiente a permettere la revisione indipendente del software da parte di terzi e una rapida selezione evolutiva. Per garantire una rapida evoluzione, deve essere possibile sperimentare modifiche al software e ridistribuirle. 14
8 Integrità del codice sorgente originale La licenza può impedire la distribuzione del codice sorgente in forma modificata, a patto che venga consentita la distribuzione dell'originale accompagnato da "patch", ovvero file che permettono di applicare modifiche automatiche al codice sorgente in fase di compilazione. La licenza deve esplicitamente permettere la distribuzione del software prodotto con un codice sorgente modificato. La licenza può richiedere che i prodotti derivati portino un nome o una versione diversa dal software originale. MOTIVAZIONE: Incoraggiare il miglioramento è bene, ma gli utenti hanno diritto di sapere chi è responsabile del software che stanno usando. Gli autori e i tecnici hanno diritto reciproco di sapere cosa è loro chiesto di supportare e di proteggersi la reputazione. Perciò, una licenza open source deve garantire che il codice sorgente sia facilmente disponibile, ma può eventualmente richiedere che esso sia ridistribuito solo in forma originale più file patch. In questo modo le modifiche "non ufficiali" possono essere rese disponibili pur rimanendo distinte dal codice sorgente originale. Discriminazione contro persone o gruppo La licenza non deve discriminare alcuna persona o gruppo di persone. MOTIVAZIONE: Per ottenere il massimo beneficio dal processo, il massima numero di persone e gruppi deve avere eguale possibilità di contribuire allo sviluppo del software. Pertanto viene proibita l'esclusione arbitraria dal processo di persone o gruppi. Alcuni paesi, inclusi gli Stati Uniti, hanno restrizioni all'esportazione di certi tipi di software. Una licenza conforme all'osd può avvertire gli utenti di possibili restrizioni e ricordare loro che sono obbligati a rispettare la legge; in ogni caso non può incorporare tali restrizioni essa stessa. 15
9 Discriminazione per campo d'applicazione. La licenza non deve impedire di far uso del programma in un ambito specifico. Ad esempio non si può impedire l'uso del programma in ambito commerciale o nell'ambito della ricerca genetica. MOTIVAZIONE: L'intenzione principale di questa clausola è di proibire trappole nelle licenze che impediscano al software open source di essere usato commercialmente. Vogliamo che le aziende si uniscano alla nostra comunità, non che se ne sentano escluse. Distribuzione della licenza I diritti allegati a un programma devono essere applicabili a tutti coloro a cui il programma è ridistribuito, senza che sia necessaria l'emissione di ulteriori licenze. MOTIVAZIONE: Questa clausola intende proibire la chiusura del software per mezzi indiretti, come un obbligo di sottoscrizione di accordi di non diffusione. Specificità ad un prodotto I diritti allegati al programma non devono dipendere dall'essere il programma parte di una particolare distribuzione di software. Se il programma è estratto da quella distribuzione e usato o ridistribuito secondo i termini della licenza del programma, tutti coloro che ricevano il programma dovranno avere gli stessi diritti che sono garantiti nel caso della distribuzione originale. MOTIVAZIONE: Questa clausola impedisce un'ulteriore classe di licenzetrappola. 16
10 Vincoli su altro software La licenza non deve porre restrizioni su altro software distribuito insieme al software licenziato. Per esempio, la licenza non deve richiedere che tutti gli altri programmi distribuiti sugli stessi supporti siano software open source. MOTIVAZIONE: I distributori di software open source hanno il diritto di fare le loro scelte riguardo al software che intendono distribuire. Neutralità rispetto alle tecnologie La licenza non deve contenere clausole che dipendano o si basino su particolari tecnologie o tipi di interfacce. MOTIVAZIONE: Questa clausola è diretta in particolar modo a quelle licenze che richiedano un gesto esplicito di approvazione da parte dell'utente, al fine di stabilire un contratto. Clausole che richiedano un "click" su interfacce web o di altro tipo possono essere in conflitto con importanti metodi di distribuzione del software, come i siti FTP, le raccolte su CDROM e le copie distribuite sul Web. Tali clausole possono rendere difficoltoso il riutilizzo del software. Le licenze valide devono permettere la possibilità che: 1) il software venga distribuito mediante canali diversi dal Web, sui quali non si possa richiedere un "click" esplicito prima di iniziare il download, e che 2) il programma in oggetto, o sue porzioni, possano essere utilizzare in ambienti privi di interfaccia grafica, nei quali non si possa richiedere la presenza di specifiche finestre di dialogo. La prima bozza di questo documento fu scritta da Bruce Perens come "Linee guida per il software libero in Debian". Essa venne ampiamente discussa e migliorata nelle mailing list del progetto Debian nel giugno Questo documento è il risultato della rimozione di ogni riferimento a Debian e della 17 successiva pubblicazione del risultato.
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