Impianto idroelettrico Grande Grosio

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1 Comuni vari Provincia di Sondrio Impianto idroelettrico Grande Grosio DOMANDA DI DERIVAZIONE D ACQUA PER SCOPO IDROELETTRICO PROGETTO PER CONCESSIONE IDROELETTRICA 3 - Relazione idrologica e idraulica Progettista: dott. ing. Luigi Papetti pag. 1/41 SETTEMBRE 2014 REV7 COMM:1018 FILE: rel03idr14r7

2 SOMMARIO 1 PREMESSA 3 2 BACINO IMBRIFERO BACINO IMBRIFERO DELLA DERIVAZIONE GROSIO BACINO IMBRIFERO DELLA DERIVAZIONE GROSOTTO 5 3 VALUTAZIONE DEL REGIME IDROLOGICO DEL CORSO D ACQUA STIMA DELL ALTEZZA DI PRECIPITAZIONE MEDIA ANNUA STIMA DELLA PORTATA NATURALE MEDIA ANNUA Bacino dell Adda che alimenta la derivazione di Grosio Bacino dell Adda che alimenta la derivazione di Grosotto STIMA DELLA PORTATA ANTROPIZZATA MEDIA ANNUA Bacino dell Adda che alimenta la derivazione di Grosio Bacino dell Adda che alimenta la derivazione di Grosotto STIMA DELLA CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Derivazione di Grosio Derivazione di Grosotto 16 4 DEFLUSSO MINIMO VITALE RIFERIMENTI NORMATIVI E DETERMINAZIONE DEL VALORE DEL DMV DETERMINAZIONE DEL VALORE DEL DMV 19 5 VALUTAZIONE DELLE PORTATE DISPONIBILI E D IMPIANTO DERIVAZIONE DI GROSIO Ipotesi di gestione dell invaso di Valgrosina DERIVAZIONE DI GROSOTTO 26 6 DIMENSIONAMENTO DELLE OPERE IDRAULICHE DERIVAZIONE GROSIO: DIMENSIONAMENTO DELLE CONDOTTE FORZATE DERIVAZIONE GROSOTTO: DIMENSIONAMENTO DELLE CONDOTTE FORZATE GALLERIA DI RESTITUZIONE 32 7 STIMA DELL AUMENTO DELL ENERGIA PRODOTTA STIMA DELL ENERGIA PRODUCIBILE CON LA FUTURA CENTRALE GRANDE GROSIO STIMA DELL ENERGIA PRODOTTA CON L ATTUALE CASCATA DI CENTRALI IN VALTELLINA Attuale impianto di Grosio Attuale impianto di Grosotto Attuale impianto di Lovero Attuale impianto di Stazzona CONFRONTO TRA LA SITUAZIONE ATTUALE E LE PREVISIONI FUTURE PRODUZIONE ATTESA SULLA BASE DEL CONFRONTO CON L EFFETTIVA PRODUZIONE STORICA DELL ATTUALE CASCATA DI CENTRALI 39 STUDIO FROSIO pag. 2/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

3 1 PREMESSA Nella relazione idraulica e idrologica ci si propone di valutare la risorsa idraulica utilizzata dalla nuova centrale e di analizzare le interazioni della stessa con il regime idrologico delle acque superficiali. Con la presente iniziativa, in particolare, si prevede di realizzare un unico impianto che utilizzi le acque oggi derivate dagli impianti di Grosio, Grosotto, Lovero e Stazzona ed utilizzarle secondo uno schema differente. Nella situazione attuale, infatti, gli scarichi delle centrali di Grosio e di Grosotto, oltre a quello della centrale di Boscaccia, che non sarà interessata dalla iniziativa in progetto, alimentano le vasche di carico, situate a Grosotto, della successiva centrale di Lovero. L ultimo impianto in cascata è poi quello di Stazzona che utilizza le acque di scarico della centrale di Lovero, oltre alle acque del fiume Adda derivate in Comune di Sernio, e le rilascia definitivamente nell alveo del fiume Adda. Il nuovo impianto prevede invece la possibilità di utilizzare le derivazioni esistenti delle attuali centrali di Grosio e Grosotto fino alle rispettive camere valvole, non modificando in alcun modo le opere esistenti; si realizzeranno nuove condotte in galleria dalle camere valvole esistenti fino alla nuova centrale, che ospiterà i gruppi di entrambi gli impianti. Una galleria di scarico di lunghezza pari a circa 19 km convoglierà le portate turbinate da entrambi gli impianti fino all immissione delle stesse nell alveo del fiume Adda poco a monte della frazione di Stazzona del comune di Villa di Tirano. Con questo progetto si prevede il completo abbandono delle opere di derivazione dell impianto di Lovero, inclusi i grandi vasconi di carico, così come di quelle dell impianto di Stazzona. Nel prosieguo ci si riferirà al nuovo impianto in progetto indicandolo con il nome di Grande Grosio. STUDIO FROSIO pag. 3/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

4 2 BACINO IMBRIFERO Grande Grosio è costituito, in buona sostanza, da due distinti impianti che fanno capo alle attuali derivazioni degli impianti di Grosio e di Grosotto e che condivideranno lo stesso edificio di centrale e la medesima galleria di scarico. Si sceglie per questo di sviluppare la trattazione seguente analizzando separatamente le problematiche delle derivazioni di Grosio e di Grosotto così da pervenire alla stima della portata media disponibile ed alla definizione delle curve di durata delle portate che competono a ciascuna di esse in modo autonomo. 2.1 BACINO IMBRIFERO DELLA DERIVAZIONE GROSIO Il bacino imbrifero che afferisce all impianto oggetto di interesse è delimitato dalle alte vette delle Alpi Retiche che costituiscono inizialmente lo spartiacque tra la valle Grosina e la valle Poschiavo; proseguendo poi, in senso Ovest-Nord-Est, dal Pizzo Banderuola fino al Pizzo Confine lo spartiacque segna il confine con la Svizzera per poi diventare, fino al passo della valle Apisella, il limite tra la valle di Livigno e la val Viola. Seguendo la linea di cresta che attraversa il passo dello Stelvio, i ghiacciai della val Zebrù, del Cevedale e della valle dei Forni, lo spartiacque raggiunge il monte Gavia e prosegue fino al Monte Mala. Nella parte inferiore il bacino imbrifero è delimitato dalle opere di presa poste sul torrente Roasco oltre che da quelle poste nelle valli Migiondo, Vendrello e Massaniga, dalle prese sul fiume Adda e sul torrente Viola in prossimità dell abitato di Premadio. In sinistra idraulica il limite inferiore è invece segnato dalle opere di presa poste sul torrente Frodolfo, presso l abitato di Uzza, e sul rio Vallecetta. Il bacino imbrifero naturalmente afferente all impianto oggetto di interesse è caratterizzato da : superficie complessiva (A) 616 km 2 altitudine massima (H max ) 3859 m.s.l.m. altitudine minima (H min ) 1196 m.s.l.m. pendenza media del bacino (i m ) avendo stimato la pendenza media del bacino (i m ) secondo l espressione 1 : Alle acque naturalmente drenanti su questo bacino imbrifero si aggiunge anche il contributo dovuto alla derivazione di una parte del bacino del torrente Spoel, che scorre in territorio italiano ma, essendo un affluente del fiume Inn, appartiene al bacino del fiume 1 Espressione proposta dal Rapporto finale del Politecnico di Milano Disponibilità ed ottimizzazione nell uso della risorsa idrica (Novembre 1999). STUDIO FROSIO pag. 4/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

5 Danubio. Dal 1964 una portata media annua di circa 2.85 m 3 /s viene infatti addotta al serbatoio di San Giacomo e dunque immessa nel bacino del fiume Adda 2. Nella stima della superficie del bacino imbrifero non si è conteggiata la porzione di bacino del torrente Spoel. 2.2 BACINO IMBRIFERO DELLA DERIVAZIONE GROSOTTO Il bacino imbrifero chiuso in corrispondenza delle opere di presa della derivazione Grosotto è costituito principalmente dal bacino residuo del fiume Adda chiuso in prossimità dell abitato le Prese Nuove, al quale si aggiunge il bacino del torrente Rezzalasco. Complessivamente la superficie del bacino imbrifero che naturalmente alimenta la derivazione di Grosotto è di circa 602 km 2. Nella porzione di monte del bacino insistono numerose derivazioni a scopo idroelettrico. Si ricorda anzitutto la presenza delle centrali idroelettriche di Braulio, Premadio e di Grosio. Quest ultima utilizza le acque restituite dalla centrale di Premadio, quelle residue del fiume Adda (con opera di presa a Premadio) e dei torrenti Viola, Frodolfo, Vallecetta, Massaniga e Vendrello che naturalmente andrebbero invece ad alimentare il bacino imbrifero che attualmente afferisce all impianto di Grosotto. La porzione del bacino del fiume Adda che viene in questo modo utilizzata in parte prima dall impianto di Premadio e completamente poi dall impianto di Grosio (senza considerare il contributo del bacino dello Spoel) ha un estensione complessiva di circa 485 km 2. La parte di bacino imbrifero che effettivamente può alimentare le opere di presa dell impianto di Grosotto risulta dunque nettamente inferiore a quella che potenzialmente gli competerebbe ed è caratterizzata da: superficie complessiva utile (A) 602 km km 2 = 117 km 2 altitudine massima (H max ) 3270 m.s.l.m. altitudine minima (H min ) ~950 m.s.l.m., pendenza media del bacino (i m ) Gli eventi calamitosi del luglio 1987 provocarono danneggiamenti all opera di captazione sul torrente Rezzalasco tali da pregiudicarne l utilizzo; poiché la variante alla concessione dell impianto idroelettrico di Grosotto (come riportato nella D.d.u.o. n del 6 luglio 2009) prevedeva la riattivazione della derivazione del torrente Rezzalasco mediante l interconnessione allo scarico dell impianto di derivazione idroelettrica della Società Energia Ambiente S.p.A. (titolare di una concessione di derivazione delle acque del torrente Rezzalasco), ai fini dell iniziativa in oggetto si considera l interconnessione di cui sopra come punto iniziale della derivazione del torrente Rezzalasco. Già ora le acque turbinate dalla centrale di monte vengono direttamente scaricate all interno delle opere di presa della derivazione Grosotto. 2 Informazione derivata dal Programma di Tutela e Uso delle Acque redatto dalla Regione Lombardia. STUDIO FROSIO pag. 5/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

6 3 VALUTAZIONE DEL REGIME IDROLOGICO DEL CORSO D ACQUA Sono disponibili solo pochi anni di misure di portata per i bacini imbriferi oggetto di interesse; in particolare gli Annali Idrologici riportano dati di portata giornaliera per le sezioni del fiume Adda a Santa Lucia e a Tirano, oltre che per il torrente Frodolfo alla sezione di Santa Caterina per un massimo di 12 anni. Si tratta però di dati raccolti nella prima metà del secolo scorso. La comunità montana Valtellina di Tirano mette poi a disposizione dati di portata per il fiume Adda registrati alla sezione di San Giacomo di Teglio con una frequenza di 5 minuti a partire dal gennaio del In sintesi si dispone dei dati riportati in Tabella 1. Corpo idrico Sezione Periodo Fonte Frodolfo Santa Caterina Annali Idrologici Adda Santa Lucia Annali Idrologici Adda Tirano Annali Idrologici Comunità montana Valtellina di Adda San Giacomo Teglio Tirano Tabella 1: dati di portata disponibili per il bacino del fiume Adda chiuso a Tirano Si ritengono queste informazioni insufficienti per la valutazione della portata naturale media annua dei bacini imbriferi che alimentano gli impianti di Grosio e di Grosotto; per questo motivo si è scelto di ricorrere alla procedura individuata dall Allegato 2 alla Relazione generale del Programma di Tutela e Uso delle Acque (PTUA) della Regione Lombardia. La procedura, illustrata qui di seguito, permette di valutare la portata media annua in una sezione idrografica non monitorata facendo ricorso alle informazioni relative ad altre sezioni afferenti ad un unico bacino, nello specifico alla sezione di Tirano del fiume Adda che viene riportata anche tra le sezioni del medesimo reticolo idrico all interno del PTUA. La procedura proposta dal PTUA consiste nello stimare i valori delle portate medie annue per unità di superficie, cioè dei contributi unitari q, dai corrispondenti valori medi dei contributi unitari misurati in altre sezioni, scalati sulla base della misura di precipitazione media annua che cade sui rispettivi sottobacini. La procedura distingue poi il caso di bacini montani e di pianura; trovandosi i bacini oggetto di interesse a quote medie elevate, si segue quanto proposto dalla procedura per i bacini montani. In questi bacini lo spartiacque superficiale è chiaramente individuato e coincide,approssimativamente, con quello sotterraneo. Si può supporre, almeno in prima approssimazione, che l interscambio idrico tra falda e reticolo fluviale sia mediamente nullo a scala annuale e che sia possibile attribuire le variazioni dei valori medi dei contributi unitari principalmente alle sole precipitazioni, trascurando l effetto delle caratteristiche geologiche e pedologiche dei bacini. STUDIO FROSIO pag. 6/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

7 I contributi unitari medi nelle sezioni prive di misure sono quindi stimati partendo da quelli calcolati in sezioni con misure disponibili; i bacini che ad ora alimentano le derivazioni di Grosio e di Grosotto si trovano a monte della sezione di Tirano riportata nel PTUA, dunque le relazioni necessarie per determinare i contributi unitari medi sono quelle riportate nella Tabella 2 nella quale si indica: con la lettera M - la sezione fluviale dotata di misure i cui contributi unitari medi sono noti; con la lettera S - la sezione non strumentata per la quale è necessario effettuare le stime; con la lettera q la portata media annua per unità di superficie; con la lettera P la precipitazione media annua caduta sul bacino. Schematizzazione Formule di regionalizzazione per la stima dei contributi unitari medi Tabella 2: Formule di regionalizzazione per la stima dei contributi medi unitari. 3.1 STIMA DELL ALTEZZA DI PRECIPITAZIONE MEDIA ANNUA Per applicare la procedura di stima della portata media annua ad una sezione non monitorata di un corso d acqua è necessario conoscere la precipitazione media che cade sul bacino sotteso dalla sezione stessa. Questa è stata stimata sulla base del metodo delle isoiete, utilizzando la Carta regionale delle Precipitazioni Medie Annue (di seguito indicata con l acronimo CPMA) allegata al PTUA della Regione Lombardia. Il valore di precipitazione media annua così ottenuto deve poi essere integrato in modo da considerare anche la componente nivale; è necessario cioè considerare un altezza di pioggia STUDIO FROSIO pag. 7/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

8 equivalente da applicare alla porzione di sottobacino che si trova ad una quota superiore allo zero termico medio invernale (Tabella 3). Bacino Sottobacino Quota di Adda sopralacuale Adda a Sondalo Tabella 3: Altezza di pioggia equivalente e quota di riferimento per i sottobacini principali. La Carta regionale delle Precipitazioni Medie Anne non si rifà all utilizzo delle misure di precipitazione puntuali registrate dai singoli pluviometri presenti all interno del bacino di interesse, ma è una carta che integra al suo interno le informazioni provenienti dai pluviometri della Regione Lombardia. È necessario dunque correggere il valore di precipitazione media annua così ottenuto per compensare gli errori di interpolazione introducendo un fattore moltiplicativo differente per ciascun sottobacino significativo e riportato in Tabella 4. Quando la sezione di interesse sottende un bacino differente rispetto ai sottobacini riportati in Tabella 4 si applica il fattore moltiplicativo F c che compete alla sezione immediatamente inferiore. riferimento [m.s.l.m.] La precipitazione media annua finale è dunque stimata in base alla relazione: Precipitazione aggiuntiva (S.W.E.) [mm] 255 Adda a Tirano 267 Adda a Villa di Tirano 273 Adda a Sondrio (Mallero) Adda a Caiolo 258 Adda ad Ardenno 260 Adda a Fuentes 286 nella quale: - P = precipitazione media annua finale - P CPMA = precipitazione media annua ottenuta dalla Carta regionale CPMA - F c = fattore correttivo - P e = precipitazione equivalente aggiuntiva - A = area del sottobacino - A * = area del sottobacino che si trova a quota superiore rispetto allo zero termico medio invernale STUDIO FROSIO pag. 8/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

9 Bacino Sezione Fattore correttivo Sondalo 0.95 Tirano 0.92 Villa di Tirano 0.95 Adda sopralacuale Sondrio (torrente Mallero) 0.96 Caiolo 0.89 Ardenno 0.93 Fuentes 0.93 Tabella 4: Fattore correttivo per i sottobacini principali del fiume Adda. 3.2 STIMA DELLA PORTATA NATURALE MEDIA ANNUA Si presentano ora in dettaglio le considerazioni che portano prima alla stima della precipitazione media annua e poi alla valutazione della portata naturale media annua. Si sceglie di distinguere, come giustificato in precedenza, il caso della derivazione che alimenta l attuale impianto di Grosio da quella che alimenta l impianto di Grosotto Bacino dell Adda che alimenta la derivazione di Grosio Sulla base della CPMA si è stimato che la precipitazione media annua che cade all interno del bacino che alimenta l attuale impianto di Grosio risulta pari a 1011 mm. Per il calcolo della componente nivale si considera il valore di 1000 m s.l.m. come quota alla quale riferire lo zero termico medio invernale ed il valore di 255 mm come altezza di pioggia equivalente necessaria per considerare anche l apporto nivale, valori relativi alla sezione strumentata dell Adda a Tirano. Si è poi assunto un valore pari a 0.95 come fattore correttivo F c, il valore cioè che compete alla sezione di Sondalo, sezione immediatamente inferiore al bacino oggetto di studio riportata all interno della Tabella 4 come stabilito dal PTUA. Essendo il bacino oggetto di interesse completamente confinato al di sopra dei 1000 m s.l.m. la precipitazione media annua finale si stima come segue: Determinata la precipitazione media annua attesa per il bacino oggetto di interesse si stima la portata media annua adottando i criteri del PTUA esposti in precedenza. Si considera la sezione di Tirano del fiume Adda, riportata tra le sezioni del reticolo idrico del bacino del fiume Adda all interno del PTUA, come sezione strumentata di riferimento e si riportano in Tabella 5 le caratteristiche salienti del bacino strumentato (M) e di quello non strumentato (S) oggetto di studio. STUDIO FROSIO pag. 9/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

10 Bacino del fiume Adda a Tirano (M) Bacino dell attuale impianto di Grosio (S) Precipitazione media annua P[mm] Portata specifica - q [l/s/km 2 ] Superficie del bacino - A [km 2 ] Tabella 5: Caratteristiche salienti del bacino strumentato (M) e di quello non strumentato (S) necessarie per la determinazione del contributo medio unitario nel bacino non strumentato. Il contributo unitario medio annuo che compete al bacino che alimenta la derivazione di Grosio è stimato attraverso l equazione seguente: l/s/km 2 La portata media naturale, Q MEDIA, che defluisce nel bacino che alimenta l attuale impianto di Grosio può dunque essere stimata come: m 3 /s Bacino dell Adda che alimenta la derivazione di Grosotto Le portate generate dai bacini imbriferi che si trovano a monte del bacino oggetto di interesse vengono captate dal canale di gronda che alimenta l impianto di Grosio. L attuale impianto di Grosotto utilizza dunque le acque che provengono dal bacino residuo dell Adda e la porzione dei deflussi minimi vitali rilasciati dalle derivazioni di monte. Per valutare la disponibilità di risorsa idrica del bacino oggetto di interesse si stima la portata media naturale generata dal bacino residuo, senza considerare al momento gli apporti costituiti dal DMV rilasciato dalle opere di presa dalle derivazioni di monte, dei quali si terrà debitamente conto nello stimare il deflusso minimo vitale da rilasciare all opera di presa dell impianto. La precipitazione media annua che cade all interno del bacino residuo dell Adda che alimenta l attuale impianto di Grosotto, stimata sulla base delle CPMA, risulta pari a 929 mm. Si considera anche in questo caso il valore di 1000 m s.l.m. come quota alla quale riferire lo zero termico medio invernale ed il valore di 255 mm come altezza di pioggia equivalente necessaria per valutare anche l apporto nivale, valori relativi alla sezione strumentata dell Adda a Tirano. Il fattore correttivo F c è assunto pari a 0.95, valore che compete alla sezione di Sondalo, sezione immediatamente inferiore al bacino oggetto di studio riportata all interno della Tabella 4 come stabilito dal PTUA. STUDIO FROSIO pag. 10/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

11 Solo una piccola frazione (di area pari a circa 1 km 2 ) del bacino oggetto di interesse, la cui superficie complessiva è pari a 117 km 2, si trova a quote inferiori ai 1000 m s.l.m. La precipitazione media annua finale si stima dunque come segue: Determinata la precipitazione media annua attesa per il bacino imbrifero oggetto di interesse si stima la portata media annua adottando i criteri del PTUA esposti in precedenza. Si considera la sezione di Tirano del fiume Adda, riportata tra le sezioni del reticolo idrico del bacino di questo stesso fiume all interno del PTUA, come sezione strumentata di riferimento e si riportano in Tabella 6 le caratteristiche salienti del bacino strumentato (M) e di quello non strumentato (S) oggetto di studio. Bacino del fiume Adda a Tirano (M) Bacino dell attuale impianto di Grosotto (S) Precipitazione media annua P[mm] Portata specifica - q [l/s/km 2 ] Superficie del bacino - A [km 2 ] Tabella 6: Caratteristiche salienti del bacino strumentato (M) e di quello non strumentato (S) necessarie per la determinazione del contributo medio unitario nel bacino non strumentato. Il contributo unitario medio annuo che compete al bacino che alimenta l attuale impianto di Grosotto è stimato attraverso l equazione seguente: l/s/km 2 La portata media naturale, Q MEDIA, che defluisce nel bacino che alimenta la derivazione di Grosotto può dunque essere stimata come segue: m 3 /s 3.3 STIMA DELLA PORTATA ANTROPIZZATA MEDIA ANNUA Come stabilito dal PTUA, per la stima delle portate antropizzate sono stati analizzati gli usi principali dell acqua all interno del bacino per individuare eventuali spostamenti di volumi idrici da monte a valle della sezione di chiusura. In particolare sono state prese in considerazione solo le derivazioni a scopo idroelettrico, in quanto le più rilevanti dal punto di vista quantitativo nei bacini in esame. Le derivazioni e gli scarichi civili sono STUDIO FROSIO pag. 11/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

12 infatti di piccola entità rispetto alle portate medie e comunque sempre inferiori ai margini di incertezza della stima delle portate. La portata media annua antropizzata è stata dunque ottenuta sottraendo alla portata naturale le portate derivate a monte della chiusura del bacino e sommando invece le portate scaricate a monte della sezione di chiusura Bacino dell Adda che alimenta la derivazione di Grosio Nella porzione del bacino dell Adda che viene attualmente utilizzato dall impianto di Grosio le portate naturali sono modificate dalla derivazione del torrente Spoel (Q S ), che immette nel serbatoio di San Giacomo una portata media annua di circa 2.85 m 3 /s, e dalle derivazioni degli impianti idroelettrici posti a monte della sezione di chiusura del bacino. Ci si riferisce in particolare agli impianti del Braulio, il quale scarica le acque turbinate all interno del serbatoio di San Giacomo, e di Premadio, il cui scarico viene incanalato direttamente all interno dell opera di presa dell impianto di Grosio. Entrambi gli impianti dunque alterano la distribuzione delle portate nel arco della giornata ma, scaricando la portata all interno del bacino oggetto di studio, non alterano il bilancio idrico complessivo. La portata media annua antropizzata, Q AA, è dunque pari a: m 3 /s Bacino dell Adda che alimenta la derivazione di Grosotto A monte del bacino residuo dell Adda che viene attualmente utilizzato dall impianto di Grosotto sono presenti le derivazioni degli impianti idroelettrici di Braulio, di Premadio oltre alle opere di presa della derivazione di Grosio che convogliano le portate restituite dalla centrale di Premadio, quelle residue del fiume Adda (con opera di presa a Premadio) e dei torrenti Viola, Frodolfo, Vallecetta, Massaniga evendrello alla centrale di Grosio. Si tratta dunque di un bacino che risente fortemente di quanto accade a monte. Avendo però determinato la portata media naturale che affluisce all impianto di Grosotto considerando unicamente la pozione di bacino imbrifero effettivamente utilizzato dall impianto e non essendo ivi presenti derivazioni o trasferimenti di portata da altri bacini, si può considerare la portata media annua antropizzata, Q AA, coincidente con la portata media annua naturale, Q MEDIA. m 3 /s 3.4 STIMA DELLA CURVA DI DURATA DELLE PORTATE Per poter valutare le caratteristiche della derivazione e in particolare la portata media utilizzabile non è sufficiente conoscere la portata naturale media annua alla sezione di presa, ma è necessario avere informazioni anche sulla sua variabilità nel corso dell anno. Per questo si ricorre allo studio della curva di durata delle portate disponibili. STUDIO FROSIO pag. 12/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

13 Per poter stimare tali curve si è preso a riferimento la curva di durata della portate stimata, sulla base dei dati di portata media giornaliera presenti negli Annali Idrologici (nel periodo ), per la sezione del fiume Adda a Tirano da uno studio commissionato dalla Regione Lombardia 3 al gruppo di lavoro composto da docenti del Politecnico di Milano e dell Istituto Universitario di Architettura di Venezia. Lo studio citato propone l utilizzo di una distribuzione di Weibull a tre parametri come distribuzione che meglio approssima i valori di portata specifica (per unità di superficie) registrati nella sezione fluviale strumentata. Per l uso pratico la distribuzione di Weibull si può esprimere come una funzione che esprime la portata specifica, q (in l/s/km 2 ), in funzione della durata θ (espressa in giorni), come di seguito riportato: nella quale: - q = portata specifica (per unità di superficie del bacino imbrifero sotteso) che viene uguagliata e/o superata per almeno giorni nel corso dell anno medio [l/s/km 2 ]; - λ, ε = parametri espressi in l/s/km 2 ; - β = parametro adimensionale. Per bacini non monitorati lo studio fornisce anche espressioni empiriche per la stima dei parametri sulla base di grandezze morfologiche e idrologiche di semplice valutazione o, in maniera sintetica, consente di utilizzare i parametri calcolati per un bacino con caratteristiche simili a quelli dotati di misure di portata. Poiché i bacini che vengono analizzati da questo studio idrologico fanno parte del bacino del fiume Adda sopralacuale si è scelto di adottare i medesimi parametri stimati dallo studio per la sezione del fiume Adda a Tirano e riportati in Tabella 7. ε λ β Tabella 7: Valori dei parametri della distribuzione di Weibull che stima la curva di durata delle portate nella sezione del fiume Adda a Tirano. Il valore di portata media annua,, che si deriva dalla curva di durata delle portate così ottenuta risulta però differente rispetto a quello calcolato al paragrafo 3.2,, per ogni bacino considerato; per stimare al meglio la curva di durata delle portate specifica per ciascun sito è necessario perciò applicare anche un coefficiente di correzione γ pari a: L espressione completa della curva di durata utilizzata è quindi la seguente: 3 Disponibilità ed ottimizzazione nell uso della risorsa idrica: parametri per lo sfruttamento idroelettrico (Novembre 1999). STUDIO FROSIO pag. 13/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

14 Q q' A q A ln A 365 Nei paragrafi seguenti si procede alla stima della curva di durata di portate per i bacini che alimentano le derivazioni di Grosio e di Grosotto Derivazione di Grosio La portata disponibile alla derivazione di Grosio risulta fortemente influenzata dalla presenza, a monte, della centrale di Premadio. Infatti il canale derivatore dell impianto di Grosio, denominato Premadio-Valgrosina, ha origine allo scarico della centrale di Premadio, si svolge in sponda destra dell Adda per una lunghezza di circa 20.5 km e termina nel serbatoio di Valgrosina, serbatoio che ad ora funge da accumulo con regolazione giornaliera; nel canale derivatore sono immesse le acque di scarico della centrale di Premadio, quelle derivate dai bacini residui del Viola, dell Adda e del Frodolfo, oltre a quelle degli affluenti minori dell Adda raccolti lungo il percorso. Si sceglie di stimare la curva di durata delle portate disponibili all impianto di Grosio valutando separatamente il contributo di portata turbinata dall impianto di Premadio e quello invece che è legato al bacino residuo. Si ipotizza che l impianto di Premadio utilizzi tutto il volume di acqua accumulato all interno dei bacini di Cancano e di San Giacomo, secondo la potenza massima installata, e rilasci dunque a valle una portata corrispondente alla portata massima turbinabile per un periodo limitato dell anno. Alla portata scaricata in modo impulsivo dall impianto di Premadio va poi sommata la portata che defluisce naturalmente all interno del bacino residuo. Per l impianto di Premadio sono noti 4 : - Salto medio effettivo = m - Potenza installata = 226 MW - Superficie del bacino imbrifero = 361 km 2 da cui, ipotizzando un rendimento di impianto pari al 89 %, si stima che la portata massima di impianto sia di circa 40 m 3 /s. Dalla CPMA è possibile poi determinare il volume di pioggia che cade sul bacino e, di conseguenza, si stima che la portata massima turbinabile dall impianto di Premadio si presenti per il 22.7 % dell anno medio. Il contributo costituito dalle portate che vengono scaricate dall impianto di Premadio si risolve dunque in un unico rettangolo di base pari alla durata e di altezza coincidente con la portata di 40 m 3 /s. Per valutare invece la curva di durata delle portate che compete al bacino residuo si è scelto di riscalare la curva di durata delle portate unitaria nota per la sezione dell Adda a 1 4 Fonte: sito web della società A2A (che attualmente gestisce l impianto) STUDIO FROSIO pag. 14/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

15 portata (m 3 /s) Tirano considerando l area del bacino residuo e la portata media derivante dal bacino residuo stesso, come descritto al 3.4. La curva di durata delle portate complessiva è dunque data dalla sovrapposizione dei contributi provenienti dallo scarico della centrale di Premadio e quelli generati dal bacino residuo. Si riportano in forma grafica (Figura 1) e in forma tabellare (Tabella 8) la curva di durata delle portate relativa al bacino residuo (rappresentata come linea blu) ed anche la curva di durata delle portate riferita all intero bacino che viene utilizzato dall impianto di Grosio (disegnata con una linea rossa) Curva durata Portate derivazione di Grosio bacino residuo bacino residuo+t.spoel+scarico Premadio % 20% 40% 60% 80% 100% durata (% anno) Figura 1: Curva di durata delle portate antropizzate del bacino che alimenta la derivazione di Grosio; si raffigurano (in blu) la curva di durata delle portate del bacino residuo e (in rosso) quella delle portate generate dall intero bacino che compete alla derivazione di Grosio. STUDIO FROSIO pag. 15/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

16 Durata bacino residuo Portata impianto Grosio [% anno] [m 3 /s] [m 3 /s] 0.3% % % % % % % % % % % % % % % media Tabella 8: Curva di durata delle portate antropizzate del bacino che alimenta la derivazione di Grosio Derivazione di Grosotto Per ricavare la curva di durata delle portate utilizzate dalla derivazione di Grosotto, si è riscalata la curva unitaria di durate delle portate specifiche dell Adda a Tirano conoscendo l area del bacino sotteso dall impianto di Grosotto e la portata media antropizzata disponibile per l impianto stesso. Si riporta la curva di durata delle portate disponibili all impianto di Grosotto in forma grafica (Figura 2) e tabellare (Tabella 9). STUDIO FROSIO pag. 16/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

17 portata (m 3 /s) Curva durata Portate impianto Grosotto bacino impianto di Grosotto % 20.0% 40.0% 60.0% 80.0% 100.0% durata (% anno) Figura 2: Curva di durata delle portate antropizzate del bacino che alimenta la derivazione di Grosotto. Durata Portata [% anno] [m 3 /s] 0.3% % % % % % % % % % % % % % % 0.39 media 3.1 Tabella 9: Curva di durata delle portate antropizzate del bacino che alimenta la derivazione di Grosotto. STUDIO FROSIO pag. 17/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

18 4 DEFLUSSO MINIMO VITALE 4.1 RIFERIMENTI NORMATIVI E DETERMINAZIONE DEL VALORE DEL DMV L art. 95 del D. Lgs. 152/2006 specifica come nei piani di tutela debbano essere adottate le misure volte ad assicurare l'equilibrio del bilancio idrico come definito dalle Autorità di bacino, tenendo conto dei fabbisogni, delle disponibilità, del minimo deflusso vitale, della capacità di ravvenamento della falda e delle destinazioni d'uso della risorsa compatibili con le relative caratteristiche qualitative e quantitative. In realtà la Regione Lombardia già con la legge regionale n. 25 del all art. 19 aveva richiesto agli Enti che rilasciano le concessioni di derivazione d acqua la predisposizione di norme disciplinari per prevedere la defluenza continua di una quantità di acqua sufficiente a garantire anche in periodi di magra la sopravvivenza e la rimonta dell ittiofauna. Il rilascio del deflusso minimo vitale è richiamato negli art. 14 e 15 del Regolamento regionale 24 marzo 2006 n. 2. Ai sensi dell Allegato 1 all Atto di indirizzi per la politica di uso e tutela delle acque della Regione Lombardia Linee strategiche per un utilizzo razionale, consapevole e sostenibile della risorsa idrica, approvato con Delibera del Consiglio Regionale 28 Luglio 2004 n. VII/1048, l espressione per il calcolo del DMV è oggi la seguente, in applicazione dell Allegato B alla Deliberazione del Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino del Fiume Po n. 7 del 13 Marzo 2002: DMV = (K q meda S) (M Z A T) [l/s] Nell espressione riportata il prodotto (K q meda S) è denominato componente idrologica, a cui vanno applicati gli eventuali fattori correttivi (M Z A T). Z rappresenta il massimo valore tra quello di tre parametri che tengono conto rispettivamente delle esigenze naturalistiche (N), di fruizione turistico-sociale (F) e della presenza di carichi inquinanti (Q). La componente idrologica è definita pari al 10% della portata naturale media annua afferente al bacino imbrifero nella sezione di derivazione, mentre il valore complessivo del DMV non può superare il 20% della stessa portata naturale media annua. L Atto di indirizzi demanda al Programma di Tutela e Uso delle Acque, approvato con Deliberazione della Giunta Regionale 29 marzo 2006 n. 8/2244, l individuazione dei corsi d acqua sui quali applicare i fattori correttivi e la definizione di criteri e indirizzi relativi alla determinazione e all applicazione del solo fattore correttivo Q, mentre per gli stessi criteri e indirizzi relativi agli altri fattori rimanda ad appositi regolamenti regionali. Per quanto riguarda l applicazione dei fattori correttivi, che compete all Autorità concedente, il PTUA definisce i seguenti criteri: STUDIO FROSIO pag. 18/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

19 al rilascio della componente idrologica e dei fattori correttivi del DMV devono essere applicati criteri di gradualità, per consentire l adeguamento progressivo dei settori economici coinvolti; per le nuove concessioni l imposizione del rilascio della componente idrologica è contestuale all emissione della concessione; negli altri casi la componente idrologica va applicata: per le concessioni in fase di rinnovo o variante entro alla data di rilascio della concessione e comunque entro il , mentre per le concessioni vigenti entro il ; i fattori correttivi invece vanno applicati: contestualmente al rilascio della concessione per le nuove derivazioni, i rinnovi e le varianti concesse dopo il , entro il per le concessioni vigenti; il fattore di diluizione Q dovrebbe potersi applicare fin da subito per le nuove derivazioni che interessano i tratti di corso d acqua individuati come critici al fine di raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale stabiliti dal D.Lgs. 152/2006; potrebbero essere esclusi dall applicazione del fattore Q le eventuali nuove derivazioni che restituiscono l intera portata derivata al corso d acqua e che non interessano scarichi di depuratori con una certa potenzialità (per esempio 2000 abitanti equivalenti) esistenti o previsti dal PTUA; il fattore N dovrebbe essere applicato alle derivazioni su tutti i corsi d acqua naturali ricadenti all interno di aree protette o, comunque, che comportino significative ripercussioni sulle stesse; per derivazioni che interessano aree protette si consiglia di assumere un valore N in accordo con l Ente Gestore dell area protetta, in funzione delle specifiche prescrizioni in merito al DMV contenute negli strumenti di pianificazione o in specifici studi e indagini approvate dall ente gestore dell area protetta; si ritiene necessario prevedere l applicazione della modulazione dei rilasci in alveo (fattore T) da subito, in accordo con gli Uffici pesca provinciali; il fattore T assume anche una funzione mitigativa degli effetti dell applicazione del DMV e dovrebbe essere applicato in relazione all andamento idrologico naturale del corso d acqua e, prioritariamente, alle criticità dell ittiofauna. In ogni caso, ai sensi dell art. 42 comma 4 delle Norme tecniche di attuazione del PTUA, per tutte le nuove derivazioni, dovrà essere prevista una soglia minima di portata non derivabile, pari a 50 l/s, al di sotto della quale non potrà essere attuata alcuna derivazione dal corso d acqua. 4.2 DETERMINAZIONE DEL VALORE DEL DMV Sulla base delle indicazioni sopra riportate sono state considerate le seguenti modalità di determinazione e applicazione del DMV: è stato previsto il rilascio della componente idrologica del DMV, pari al 10% della portata naturale media annua afferente al bacino imbrifero; STUDIO FROSIO pag. 19/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

20 poiché la derivazione non interessa tratti di corpi idrici individuati dal PTUA come critici al fine di raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale e, inoltre, prevede la restituzione completa della portata derivata, non rientra tra quelle per le quali il Programma stesso prevede l applicazione del fattore di diluizione Q; l applicazione di eventuali ulteriori fattori correttivi avverrà secondo i criteri e gli indirizzi e nei temi che verranno stabiliti dagli appositi regolamenti della Regione Lombardia. poiché non si ha in progetto di realizzare alcuna nuova derivazione, ma si utilizzeranno le opere di presa attualmente esistenti ne deriva che non si considera una soglia minima di portata al di sotto della quale non derivare acqua dai vari corsi d acqua. Al momento inoltre è in atto un attività di sperimentazione del DMV su tutte le opere di presa che ricadono all interno del bacino dell Adda sopralacuale in Valtellina (approvato definitivamente, con prescrizioni, con DDG 6443 del ). Si attendono i risultati di tale sperimentazione per poter definire con maggiore precisione l ammontare del DMV su ciascuna opera di presa e stabilire in accordo con ARPA le modalità di rilascio. Ad ora si sceglie di seguire cautelativamente quanto previsto dal PTUA stimando il DMV come una frazione pari al 10% della portata media annua disponibile nel bacino. Complessivamente dunque il DMV stimato per l intero bacino che alimenta l attuale impianto di Grosio risulterebbe ad oggi pari a circa 2.0 m 3 /s. DMV = K q meda S = 10 % Q MEDIA = 10 % m 3 /s Pur essendo stato stimato il DMV, per semplicità, in modo globale, verrà rilasciato a valle di ciascuna opera di presa. Per completezza si riportano in Tabella 10 i valori del DMV, stimati per ciascuna opera di presa. Le portate dei bacini del fiume Adda (in località Premadio), dei torrenti Viola (in località Premadio) e Frodolfo (in località Uzza) sono altamente influenzate dalla presenza delle opere di presa poste in alta montagna che derivano la portata generata dalla porzione sommitale dei bacini per alimentare l impianto di Premadio. Per ciascuno di questi tre bacini si è dunque considerata solo la porzione di area residua, senza stimare gli apporti eventualmente provenienti da quella parte di bacino utilizzata dall impianto di Premadio e che contribuiscono ad incrementare la portata effettivamente defluente nelle sezioni dei corsi d acqua. Non si è dunque in grado di fornire una stima molto accurata della portata media (e di conseguenza anche del valore del DMV) transitante nelle sezioni di Premadio (per il fiume Adda e il torrente Viola) e di Uzza (per il torrente Frodolfo). STUDIO FROSIO pag. 20/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

21 r. Vallecetta t. Frodolfo* f. Adda (Premadio)* t. Viola* t. Massaniga valvendrello val Migiondo t. Roasco di Eita t. Roasco Occidentale DMV [l/s] Tabella 10: DMV valutato per ciascuna opera di presa dell impianto di Grosio [*: stimata considerando unicamente la porzione di bacino non sottesa dalle opere di presa poste in alta montagna che alimentano gli impianti di monte (Braulio e Premadio)] La stima del DMV per il bacino che alimenta la derivazione di Grosotto richiede invece un ulteriore chiarimento: una porzione significativa del bacino dell Adda viene derivata dall impianto di Grosio e le portate da esso turbinate vengono scaricate a valle dell opera di presa della centrale di Grosotto. Su un bacino imbrifero che teoricamente può essere sotteso dalle prese della centrale di Grosotto di superficie pari a circa 602 km 2, si passa ad un bacino direttamente sotteso dall impianto stesso di superficie pari a circa 119 km 2. Si indica con S1 la porzione di bacino teoricamente utilizzabile dalla centrale di Grosotto ma in realtà sottesa dalla derivazione di Grosio e con S2 la parte di bacino residua direttamente sottesa dalla centrale di Grosotto, costituita cioè dal bacino residuo del fiume Adda e dal bacino del torrente Rezzalasco. La risorsa idrica disponibile è dunque data dalla somma della portata generata dal bacino S2 e del DMV rilasciato dalle opere di presa dell impianto che si trovano a monte, cioè generato dal bacino S1. Il DMV da rilasciare invece in corrispondenza delle opere di presa è quello che compete all intero bacino (S1+S2). Poiché si è scelto di stimare la portata media annua disponibile unicamente come quella generata dal bacino direttamente sotteso S2, per valutare la portata effettivamente turbinabile non si considera il DMV dell intero bacino (S1+S2) ma si decurta da quest ultimo valore il DMV che viene rilasciato dalle opere di presa poste sul bacino di monte (S1). Il bacino S1 è costituito dai bacini individuati dalle opere di presa poste sul torrente Massaniga, nelle val Vendrello e Vallecetta e sulla porzione di monte del bacino che di seguito si indicherà come Alto Grosio e che comprende i bacini del torrente Viola e del fiume Adda chiusi alle sezioni di Premadio e del torrente Frodolfo alla sezione di Uzza. Si riportano in dettaglio in Tabella 11i valori del DMV calcolati per ciascuno di questi sottobacini. Per valutare poi il DMV dell intero bacino (S1+S2) teoricamente sottendibile dalla derivazione di Grosotto si è scelto di distinguere i contributi che competono a ciascuna delle due opere di presa. STUDIO FROSIO pag. 21/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

22 r. Vallecetta t. Massaniga valvendrello Alto Grosio Totale DMV S1 f. Adda (Le Prese) t. Rezzalasco DMV (S1) DMV (S1+S2) DMV [l/s] Tabella 11: contributi al DMV stimati per il bacino S1 e per il bacino (S1+S2) teoricamente sotteso dall impianto di Grosotto. Il DMV che deve dunque essere rilasciato a valle dell opera di presa posta sul fiume Adda è pari a l/s, mentre quello che deve essere rilasciato a valle dell opera di presa posta sul torrente Rezzalasco è pari a 93.3 l/s. Per la valutazione delle portate turbinabili dall impianto di Grosotto sarà invece necessario decurtare dalla curva di durata delle portate un valore pari a DMV Grosotto determinato come segue: DMV Grosotto = DMV (S1+S2) DMV (S1) = ( ) = l/s STUDIO FROSIO pag. 22/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

23 portata (m3/s) 5 VALUTAZIONE DELLE PORTATE DISPONIBILI E D IMPIANTO 5.1 DERIVAZIONE DI GROSIO Per stimare la curva di durata delle portate effettivamente disponibili per la derivazione si sottrae alla curva di durata delle portate un contributo pari al DMV. Si presenta in Figura 3 la curva di durata delle portate disponibili, tenendo cautelativamente conto di un DMV pari al 10% della portata media annua antropizzata, pari cioè a 2.0 m 3 /s curva di durata delle portate derivazione di Grosio % 10.0% 20.0% 30.0% 40.0% 50.0% 60.0% 70.0% 80.0% 90.0% 100.0% Figura 3: Curva di durata delle portate antropizzate (in rosso), delle portate disponibili (in verde) del bacino che alimenta la derivazione di Grosio e delle portate di impianto (in nero) avendo scelto una portata massima turbinabile pari a 80 m 3 /s. La relazione del progetto originale dell impianto di Grosio (del marzo 1957 a firma del prof. Ing. Felice Contessini) riporta alcune informazioni importanti sulle dimensioni dell invaso di Valgrosina; in particolare si apprende che il livello di massimo invaso è stato progettato pari a m s.l.m. e quello di minimo invaso pari a m s.l.m. (con un escursione totale pari dunque a 27 m). durata (% anno) L invaso di Valgrosina viene attualmente utilizzato come serbatoio per consentire la regolazione giornaliera delle portate turbinabili dalla centrale di Grosio. Si intende mantenere il livello del serbatoio sufficientemente stabile ed elevato in modo da consentire la fruizione turistica del lago di Valgrosina ma, allo stesso tempo, si vuole conservare la possibilità offerta dalla presenza della diga di garantire il funzionamento dell impianto stesso anche come erogatore di servizi di rete. portate portate disponibili portate di impianto È per questo motivo che, al momento, si propone di mantenere il livello di invaso nelle normali condizioni di funzionamento dell impianto ad una quota pari a circa 3 m. al di sotto della quota di massimo invaso (quindi alla quota di 1207 m.s.l.m.) e di poter sfruttare la residua capacità dell invaso di Valgrosina eventualmente allo scopo di regolazio- STUDIO FROSIO pag. 23/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

24 ne delle portate. Si rammenta la presenza a monte della derivazione Grosio dell impianto di Premadio le cui portate turbinate vengono scaricate all interno del canale derivatore Premadio-Valgrosina. Lo stesso canale derivatore, lungo il suo percorso, raccoglie anche le portate generate sul bacino del fiume Adda e di alcuni suoi affluenti, come presentato nei paragrafi precedenti. Ad ora quindi si propone di gestire la derivazione Grosio dell impianto di Grande Grosio ad acqua fluente, regolato in base alla gestione dell impianto di monte di Premadio. Come anticipato al paragrafo è verosimile immaginare che, in base alle caratteristiche desunte dal sito web della società A2A che descrive l impianto di Premadio, la portata massima turbinabile da questo sia di circa 40 m 3 /s e che venga gestito in modo da concentrare le portate massime nelle ore di punta. Confluiscono invece senza alcuna modulazione all interno del canale derivatore le portate generate dai bacini dei torrenti Viola, Frodolfo, Vallecetta e fiume Adda oltre ai rii Massaniga, Val Vendrello e Val Migiondo, mentre le portate generate sui due rami del torrente Roasco defluiscono direttamente all interno dell invaso. Ne consegue che la curva di durata delle portate naturali assume l andamento riportato in Figura 3 a linea rossa. Tutto ciò premesso, non appare opportuno ridurre la portata massima d impianto e si propone dunque il valore di 80 m 3 /s come portata massima derivabile Ipotesi di gestione dell invaso di Valgrosina In condizioni medie, senza considerare le fasi transitorie, il funzionamento della derivazione di Grosio sarà quindi funzione delle condizioni medie presenti sull intero bacino imbrifero che lo alimenta. In particolare l impianto funzionerà ad acqua fluente, altamente influenzato dalla regolazione effettuata all impianto di Premadio. Per valutare i volumi di acqua in ingresso,si distinguono le portate provenienti dai rami del torrente Roasco (Roasco di Eita e Roasco della Val di Sacco) da quelle invece raccolte dal canale derivatore Premadio-Valgrosina lungo il suo percorso. Tutte le opere di presa poste lungo il tracciato del canale Premadio-Valgrosina derivano la portata generata sui corrispondenti bacini in maniera continuativa tranne quella turbinata dall impianto di Premadio che viene scaricata direttamente all imbocco del canale stesso. Verosimilmente infatti,la portata utilizzata dall impianto di Premadio ha carattere impulsivo in quanto si suppone che questo, dotato di grandi invasi a monte, sia esercito in modo da concentrare la produzione, effettuata a massimo carico,in un intervallo limitato di tempo. Dai dati di concessione dell impianto di Premadio si ricava una portata massima d impianto di circa 40 m 3 /s. È possibile stimare la portata media annua naturale defluente negli altri bacini che vengono derivati dal canale Premadio-Valgrosina a partire dalla precipitazione media annua che cade sui bacini, ricorrendo alla medesima procedura descritta al paragrafo 3.2 che si basa sull utilizzo della CPMA. STUDIO FROSIO pag. 24/41 REV7 SETTEMBRE 14 COMM:1018 FILE:rel03idr14r7

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