ALCOHOL INTAKE Trend epidemiologici

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1 ALCOHOL INTAKE Trend epidemiologici Emanuele Scafato Direttore Centro Coll. OMS per la ricerca e la promozione della salute su alcol e problemi alcol correlati - Osservatorio Nazionale Alcol Centro Nazionale di Epidemiologia-CNESPS, Ist. Sup. Sanità Rappresentante governativo Working Group Alcohol and Health Rappresentante governativo Committee on National Alcohol Policy and Action DG Sanco, Commissione Europea, Lussemburgo Rappresentante governativo Forum Alcohol and Health DG Sanco, Commissione Europea, Bruxelles

2 30 anni della SIA. Conoscere e praticare l ALCOLOGIA Padova 3-5 dicembre 2009

3 ALCOL : tossico, cancerogeno, psicotropo, induttore di dipendenza, calorico ma anti-nutriente

4 NEW! ISS - PHEPA SIA Scientific evidencies

5 Applicare le evidenze scientifiche ISS - PHEPA SIA Linee Guida Cliniche IPIB IN PRESS

6 ALCOL.. RISCHI RELATIVI in funzione di patologie e livelli di consumo (in grammi): non solo cirrosi.

7 RISCHI RELATIVI per CANCRO in funzione di patologie e livelli di consumo: non solo fegato.

8 ALCOL e IPERTENSIONE

9 ALCOL e ICTUS EMORRAGICO

10 Benefici del bere MODERATO circoscritti a ben identificate (poche) condizioni. Il beneficio è riportato SEMPRE per valori molto bassi di consumo corrispondenti in media a gr/die con sostanziali differenze di genere e età e MAI GENERALIZZABILI

11 Mortalità per cardiopatia coronarica La relazione U-shaped tra quantità consumate e mortalità (RR) nei MASCHI ultra45enni 1-1,5 bicchieri Nature. 8 aprile 2004, vol. 428

12 Mortalità cardiovascolare alcolcorrelata in ITALIA. Frazioni di rischio (%) attribuibili ai livelli correnti di consumo di alcol per patologia cardiovascolare specifica. Al netto del guadagno il risultato finale è un rischio complessivo rilevante Frazioni di Rischio Alcolattribuibili (AAF) M F Ipertensione 42.7% 20.8% Cardiopatia ischemica -8.5% -8.0% Aritmie 45.2% 32.3% Stroke 15.2% 0.9% Stroke ischemico 1.0% -8.2% Stroke NOS (non specificato) 11.5% -2.6% Estimating alcohol-attributable mortality and burden of disease for Italy what is avoidable? Jürgen Rehm, Emanuele Scafato. Alcohol Prevention day 2007, Rome

13 Mortalità cardiovascolare alcolcorrelata in ITALIA: 9000 morti cardiovascolari CAUSATE dall alcol Maschi Totale 20+ (a) Morti alcol-correlate per malattie cardiovascolari (b) Totale morti per malattie cardiovascolari Percentuale (a)/(b) 7,44% 5,15% 5,44% 5,78% 5,74% (c) Totale morti per tutte le cause Percentuale (a)/(c) 1,07% 1,42% 1,34% 2,40% 2,19% Femmine Totale 20+ (a) Morti alcol-correlate per malattie cardiovascolari (b) Totale morti per malattie cardiovascolari Percentuale (a)/(b) 4,13% 2,50% 2,71% 2,14% 2,16% (c) Totale morti per tutte le cause Percentuale (a)/(c) 0,52% 0,48% 0,48% 1,08% 1,02% Fonte: Stima della mortalità alcol-correlata in Italia. Emanuele Scafato, Jurgen Rehm, Silvia Ghirini

14 Appropriatezza e cautela per i messaggi e le raccomandazioni di salute. Priorità: INFORMAZIONE COMPLETA (e sfatare le leggende..) Se un bicchiere di vino o di qualunque altra bevanda alcolica può giovare alla riduzione del rischio per una specifica condizione patologica, allo stesso tempo incrementa significativamente il rischio per altre patologie: il cancro, la cirrosi epatica, gli incidenti e la maggior parte delle patologie vascolari, solo per citare le più importanti. Questo è motivo di riflessione in merito alle opportunità di diffusione di una corretta comunicazione sui rischi che comporta anche la moderazione e sull impatto individuale delle scelte personali. È inoltre motivo di riflessione sulla necessità, da parte dei media, di garantire un informazione completa e oggettiva e, nel caso della televisione pubblica, lontana da interessi commerciali. Fonte: La necessità di appropriatezza e di cautela per i messaggi e le raccomandazioni sull effetto protettivo di consumi moderati di alcol. Emanuele Scafato. Epicentro

15 La riduzione del rischio di cardiopatia ischemica. Considerazioni DISCUTIBILE l effetto del VINO rispetto all ALCOL MAI DIMOSTRATO in vivo quello del Resveratrol MAI DIMOSTRATA O IDENTIFICATA la quantità di Resveratrol capace di DETERMINARE l effetto di riduzione del rischio IMPLAUSIBILI BIOLOGICAMENTE LE QUANTITA di resveratrol che dovrebbero essere veicolate attraverso il VINO per produrre la riduzione del rischio LA BIODISPONIBILITA del Resveratrol VEICOILATO attraverso l alcol, il vino o altri alcolici è IRRILEVANTE

16 WHO HEALTH 21 Target 12 Ridurre il consumo medio pro-capite a 6 litri Ridurre il consumo dei giovani al di sotto dei 15 anni a zero litri Istituto Superiore di Sanità WHO HEALTH 21 TARGET 12 By the year 2015 in all countries per capita alcohol consumption should not increase or exceed 6 litres per annum,, and should be close to zero under 15-year-old. year-old

17 GLI ELEMENTI DI GIUDIZIO ED I DATI PER LE POLITICHE Numerosi e significativi cambiamenti hanno influenzato i consumi alcolici in Italia nel corso degli ultimi anni. Cambiamenti generazionali, di cui non è possibile non tenere conto, e sociali, quotidianamente evidenti sono spesso oggetto di minimizzazione anche a fronte di motivazioni/pressioni di carattere economico che spesso prevalgono nelle politiche sull alcol sulle ragioni legate alla tutela della salute.

18 Trend Italiano dei consumi medi procapite Alcol puro consumato e per tipologia di bevanda, litri pro capite (WHO-HFA Database). Litres of pure alcohol Recorded adult (15+) per capita consumption Year change in data source from 2002 Beer Wine Spirits Other Total Si registra un rallentamento del trend decrescente con un incremento nei consumi pro-capite di alcol puro negli ultimi anni. Massimo contributo da consumo di vino (pur dimezzato) e consumo costante di alcol attraverso bevande quali superalcolici e birra per la quale si registra un lieve aumento.

19 Trend Italiano dei consumi medi procapite FOCUS anni Alcol puro consumato e per tipologia di bevanda, litri pro capite (WHO-HFA Database). Enlargement of recorded adult (15+) per capita consumption, Litres of pure alcohol Year Beer Wine Spirits Other Total Consumi ben oltre i 6 litri pro/capite /anno Non sono visibili effetti di decremento nei consumi pro-capite di alcol puro negli ultimi anni nonostante le strategie di prevenzione. Il trend decrescente ha raggiunto un PLATEAU.

20 Trend Italiano dei consumi medi procapite La realtà dei consumi recorded e unrecorded Media anni GISAH WHO HFA Database

21 Linee guida e di buon senso: consumare con estremo giudizio e coerente cautela

22 Il contributo delle diverse bevande alcoliche al consumo complessivo ed alle eccedenze quotidiane COSA e QUANTO RIDURRE MASCHI Per rientrare nei parametri stabiliti dalle Linee Guida Nutrizionali Italiane occorrerebbe, per i consumatori che usano quotidianamente alcolici RIDURRE: anni bicchieri/die (38 % vino; 24.3 % birra; 19.3 liquori) anni bicchieri/die (60 % vino; 33% altre) >64 anni bicchieri/die (94% vino...) Ovviamente andrebbero ridotti anche i bicchieri in eccesso di quanti non bevono quotidianamente e di cui è ardua la stima Bicchieri di alcol consumati al giorno dai soli consumatori quotidiani di alcolici e stima del contributo (%) delle differenti bevande sull intake e sull eccedenza. Uomini 11+ per classi di età. Anno 2007

23 Il contributo delle diverse bevande alcoliche al consumo complessivo ed alle eccedenze quotidiane COSA e QUANTO RIDURRE FEMMINE Per rientrare nei parametri stabiliti dalle Linee Guida Nutrizionali Italiane occorrerebbe, per le consumatrici che usano quotidianamente alcolici RIDURRE: anni bicchieri/die (23 % vino; 42 % birra; 22 % liquori) anni bicchieri/die (71 % vino; 19% altre; 5 % birra) >64 anni bicchieri/die (97% vino...) Ovviamente andrebbero ridotti anche i bicchieri in eccesso di quante non bevono quotidianamente e di cui è ardua la stima Bicchieri di alcol consumati al giorno dai soli consumatori quotidiani di alcolici e stima del contributo (%) delle differenti bevande sull intake e sull eccedenza. Donne 11+ per classi di età. Anno 2007

24 Pattern di consumo di alcol Astensione Consumo di alcol Consumo a basso rischio Consumo rischioso ( hazardous ) Consumo dannoso ( harmful ) Alcoldipendenza Consumo cronico di quantità dannose o rischiose Binge drinking Consumo concentrato In un unica occasione di più di 5 UA* Consumo inappropriato al contesto *6 in Italia

25 Classificazione WHO tipologie dei LIVELLI Dl RISCHIO alcolcorrelato: terminologia ICD 10 CONSUMO RISCHIOSO ( hazardous( hazardous ) : un livello di consumo o una modalità del bere che possono determinare un rischio nel caso di persistenza di tali abitudini. CONSUMO DANNOSO ( harmful( harmful ): una modalità di consumo alcolico che causa danno alla salute,, a livello fisico o mentale. A differenza del consumo a rischio, la diagnosi di consumo dannoso può essere posta solo in presenza di un danno alla salute del soggetto. ALCOLDIPENDENZA: insieme di fenomeni fisiologici, comportamentali e cognitivi in cui l'uso di alcol riveste per l individuo una priorità sempre maggiore rispetto ad abitudini che in precedenza avevano ruoli più importanti. La caratteristica predominante è il continuo desiderio di bere. Ricominciare a bere dopo un periodo di astinenza si associa spesso alla rapida ricomparsa delle caratteristiche della sindrome.

26 Consumatori a rischio Si definiscono a rischio i consumi quantitativi oltre i quali gli effetti dell alcol influiscono negativamente sull individuo. E inoltre a maggior rischio il consumo in un unica occasione di 5 o più bevande alcoliche (Binge drinking)

27 I consumatori a rischio (criteri ISS): CHI e QUANTI devono ridurre il consumo? In media, il 25.4 % dei consumatori, il 7 % delle consumatrici, Attenzione agli ultra65enni, ai 18-24enni e ai giovanissimi (11-15enni) Prevalenza(%) individui a rischio (criterio ISS). Anno ,1 43, ,7 15,3 13,0 4,6 23,8 6,8 20,4 20,5 4,6 4,7 13,1 9,3 25,4 7, Classi di età Maschio Femmine Totale

28 I consumatori a rischio (criteri ISS): chi e quanti devono ridurre il consumo? Sesso MASCHI Classi di età Consumatori A RISCHIO (Criterio ISS) (al di sotto età legale) 22, (giovani minorenni) 20, (giovani) 25, (giovani adulti) 21, (adulti) 20, (giovani anziani) 51,4 >75 (anziani) 43,6 Popolazione ,4 Consumatori A RISCHIO (Numerosità) FEMMINE (al di sotto età legale) 16, (giovani minorenni) 6, (giovani) 10, (giovani adulti) 5, (adulti) 4, (giovani anziani) 13,0 >75 (anziani) 10,3 Popolazione 11+ 7,8 CIRCA 9 milioni di consumatori Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol - World Alcol Health CNESPS Organization Collaborating e WHO CC Centre Research for on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo RESEARCH and HEALTH sulle Famiglie-Aspetti PROMOTION on ALCOHOL della and ALCOHOL- vita Quotidiana. RELATED HEALTH Anno PROBLEMS I a Conf. Naz.

29 ANNO 2007 UOMINI a rischio MEDIA NAZIONALE 26,4 % I consumatori a rischio : DOVE occorre ridurre il consumo Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno 2006

30 ANNO 2007 DONNE a rischio MEDIA NAZIONALE 7,8 % Le consumatrici a rischio : DOVE occorre ridurre il consumo Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno 2006

31 Consumatori a rischio (criterio ISS) ANNI ** RAGAZZI Media nazionale 22.4% 11.6 Stima ** RAGAZZE Media nazionale 13.0% Stima Prevalenze(%) (2) (7) 22 (valore medio nazionale) (2) (6) (3) 18.4 **Bolzano 36.3 Trento 29.0 Prevalenze(%) (2) (4) 13 (valore medio nazionale) (3) (6) 6-9 (5) 10.8 **Bolzano 26.3 Trento 14.0 Fonte: Elaborazione Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS su dati Multiscopo ISTAT 2007

32 60 50 MASCHI ,6 18,3 18,4 18,9 18,9 19,7 19,8 20,8 21,5 21,8 22,5 22,9 23,5 23,9 24,3 24,5 26,8 28,8 29,0 34,8 36, , ANNI Toscana Umbria Sicilia Basilicata Campania Lombardia Abruzzo F. V. Giulia Lazio Marche ITALIA Molise E. Romagna Valle d Aosta Sardegna Calabria Veneto Liguria Puglia Trento Piemonte Bolzano 40 FEMMINE ,7 Sardegna 8,6 9,1 9,6 9,7 10,2 10,8 11,1 11,6 11,9 12,6 13,0 13,1 13,5 14,0 14,1 15,0 13,0 Lazio Toscana Abruzzo Campania Liguria Sicilia Basilicata Valle d Aosta Molise Umbria Piemonte ITALIA Puglia Calabria Trento F. V. Giulia Marche 16,9 17,9 22,4 Lombardia E. Romagna Veneto 26,3 Bolzano

33 Consumatori a rischio (criterio ISS) ANNI ** RAGAZZI Media nazionale 25.3% 8.0* ** RAGAZZE Media nazionale 10.4% Stima Stima * * 7.7* * Prevalenze(%) (2) (9) (classe media nazionale) (2) (3) (4) 17.3 **Bolzano 48.6 Trento 29.2 Prevalenze(%) (3) (5) 10 (valore medio nazionale) (2) 7-9 (6) 3-6 (4) *non statisticamente significativo 6.7 **Bolzano 34.4 Trento 22.9 Fonte: Elaborazione Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS su dati Multiscopo ISTAT 2007

34 45 MASCHI ,0 15,9 16,1 19,3 20,5 20,8 21,1 21,6 22,4 23,3 24,4 24,7 24,9 24,9 26,5 26,7 26,7 26,8 28,6 28,8 33,9 36, ANNI 0 20 Sicilia Lazio Campania Lombardia Liguria Puglia ITALIA Umbria Calabria Marche E. Romagna Toscana Abruzzo Piemonte Sardegna Trento Veneto Basilicata F. V. Giulia Molise Valle d Aosta Bolzano 15 13,4 FEMMINE ,8 3,0 3,3 Abruzzo Calabria Sicilia 3,7 3,7 Campania Basilicata 4,8 Lazio 5,5 5,6 5,7 5,8 5,7 Lombardia Puglia ITALIA Marche Umbria 6,2 6,5 6,7 6,8 6,9 7,0 Veneto Toscana Valle d Aosta Molise E. Romagna Sardegna 8,2 Liguria 8,7 Piemonte 9,5 9,5 F. V. Giulia Trento Bolzano

35 Le reali abitudini di consumo dei giovani Percentuale di giovani che dichiarano di aver bevuto bevande alcoliche nell ultima settimana 20,9 DOMENICA ,7 86,0 SABATO ,3 37,2 VENERDI' ,0 3,1 GIOVEDI' 4 4 5,9 3,1 MERCOLEDI' 3 3 4,3 2,7 MARTEDI' 2 2 4,3 Femmine 1,9 LUNEDI' 1 1 3,9 Maschi

36 Quanto e cosa bevono Il sabato dei giovani tra discoteca ed happy hours FEMMINE MASCHI Breezer Birra Superalc. Vino 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 In media ogni ragazzo consuma in una serata tipica 3.9 bicchieri di cui 1.4 di breezer o aperitivo alcolico, 1.1 di birra e 0.6 di superalcolico e 0.8 di vino. In media ogni ragazza consuma 3.3 bicchieri di cui 1.2 di breezer o aperitivo alcolico, 0.5 di birra e 0,6 di superalcolico e 1.0 di vino.

37 Quanti giovani bevono in relazione ai differenti livelli di consumo (numero di bicchieri) Moderati e binge drinkers in una serata tipo ,4 Maschi Femmine 49,0 32,8 22,7 15,8 11,0 5,9 2,4 0 bicchieri 1-2 bicchieri 3-5 bicchieri >=6 bicchieri Media: M = 3,9 F = 3,3 Moda: M=3 F=2 3-5 bicchieri > 6 bicchieri , ,8 18,8 10 9,4 7,5 5,5 0 <= 18 anni anni >=25 anni

38 Le criticità relative alla diffusione dei comportamenti a rischio tra i giovani 1milione e 500mila GIOVANI a RISCHIO enni enni Tra gli 11 ed i 18 anni il 22,4 % dei ragazzi il 13 % delle ragazze ha uno stile di consumo dannoso o rischioso di alcol Tra i 19 e i 24 anni il 25,3 % ragazzi il 10,4 % delle ragazze ha uno stile di consumo dannoso o rischioso di alcol Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno I a Conf. Naz.

39 CRITICITA nelle politiche sanitarie Cosa ha da offrire il SSN a questi individui a rischio? CHE COSA OFFRE OGGI, nell immediato, a un ragazzo o una ragazza che giunge all osservazione di un Pronto Soccorso per stato di ebbrezza? Quali percorsi sono garantiti a chi non è alcoldipendente ma ha problemi con l alcol? E di QUALI problemi parliamo?

40 Il regalo del sabato sera il binge drinking (e le happy hours tutti i giorni): NON SOLO GIOVANI , , ,6 11,2 12, ,5 3,9 5,3 3,8 1,5 1,7 2,5 2,3 0,9 0, Classi di età Maschio Femmine 2,8 Totale

41 Alcol e CERVELLO Il regalo del sabato sera il binge drinking

42 ALCOL E CERVELLO L alcol è tossico per le cellule nervose soprattutto a livello di: -corteccia orbito frontale: processi decisionali, emozionali e motivazionali Ippocampo: regione dell apprendiment o e della memoria

43 Abitudini giovanili per esiti da anziani Source: DeBellis et al 2000

44 MEMORIA e CAPACITA COGNITIVA: in media - 10 % (e oltre ) 10% reduction Source: DeBellis et al 2000

45 Le influenze sul bere dei minorenni Preferenze e Percezione della Pubblicità Nell ambito di ELSA sono stati svolte in Italia due indagini, utilizzando metodi e strumenti comuni definiti dal gruppo internazionale. Il primo studio, volto a rilevare gli alcolici e le pubblicità di alcolici preferiti, ha coinvolto 222 ragazzi di Torino e Padova. Il campione è costituito dagli studenti di 6 classi III di Licei e Istituti Tecnici, prevalentemente di età compresa tra i 16 e i 17 anni, e dagli studenti di 6 classi III di scuole medie inferiori, di età compresa tra i 13 e i 14 anni. 0 Bevande alcoliche preferite o considerate attraenti Bacardi Breezer Vino Baileys Vodka Limoncello Spritz Heineken Beck's Moretti Cuba Libre La pubblicità delle bevande alcoliche e la sua applicazione: i risultati italiani nell ambito del progetto Europeo ELSA [1] Pubblicità preferite Martini Heineken Ceres Limoncè Beck's Nastro Azzurro Pampero Red Bull Lucano Campari Franca Beccaria, Federica Costamagna, Sara Rolando, Vera Blasutti, Loredana Cau, Tiziana Codenotti e Emanuele SCAFATO Alcologia, numero 2, 2008 [1] Questo articolo è una sintesi della parte italiana della ricerca internazionale ELSA (Enforcement of national Laws and Self-regulation on advertising and marketing of Alcohol) finanziato dalla Commissione Europea,

46 Pubblicità e Marketing sui giovani Il marketing delle bevande alcoliche aumenta la probabilità che gli adolescenti incomincino a bere e che bevano di più quando hanno già iniziato a farlo

47 Alcol e pubblicità

48 LA PUBBLICITA DELLE BEVANDE ALCOLICHE IN ITALIA 169 milioni di euro all anno anno di investimenti nel 2007 (PER LA PREVENZIONE meno di 1 milione di euro l annol anno ) Nel periodo Giugno-Ottobre 2008 e sette maggiori reti televisive nazionali (3 Rai, 3 Mediaset e La7) hanno trasmesso complessivamente circa spot settimanali e di questi circa 410 per settimana (il 2,8%) hanno riguardato bevande alcoliche. In particolare le tre reti Rai hanno trasmesso complessivamente circa il 14% degli spot televisivi, le tre reti Mediaset e La 7 hanno trasmesso complessivamente circa l 86% degli spot. Attraverso circa 185 milioni di contatti, l 81,8% l della intera popolazione è stata esposta nei cinque mesi considerati ad almeno 35 spot televisivi su bevande alcoliche. Il 90% dei bambini di età 8-14 anni (fascia protetta secondo la legge 125/2001) rimane esposta ogni giorno ad almeno uno spot televisivo su bevande alcoliche. Fonte: Osservatorio regionale LAZIO Alcol e Pubblicità

49 I consumatori a rischio (criteri ISS): chi e quanti devono ridurre il consumo GLI ULTRA65ENNI (dalla Relaz. Stato Sanit. Paese 2009) Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno I a Conf. Naz.

50 70 MASCHI ,1 40,9 42,9 43,1 43,4 43,7 47,3 48,1 48,8 48,2 48,9 51,0 52,1 52,4 52,6 53,1 53,3 54,0 54,9 56,5 57,9 60, ,5 6,7 7,1 7,2 7,3 7,7 7,8 8,5 8,7 8,8 11,3 11,7 11,8 12,0 14,6 14,8 15,0 15,2 15,5 17,2 18,8 19,0 0 Sicilia Abruzzo Sardegna Calabria Umbria Campania Molise FEMMINE >64 ANNI Lazio Sicilia Calabria Lazio Campania Sardegna Bolzano Liguria Bolzano Puglia Trento ITALIA Liguria Toscana E. Romagna Basilicata Marche Lombardia Veneto Piemonte F. V. Giulia Valle d Aosta Puglia ITALIA E. Romagna F. V. Giulia Trento Molise Toscana Abruzzo Veneto Lombardia Umbria Marche Basilicata Piemonte Valle d Aosta

51 Le criticità relative alla diffusione dei comportamenti a rischio tra gli ANZIANI Oltre ultra65enni a RISCHIO Tra gli anziani si registrano in assoluto le più elevate quote di consumatori a rischio. Tra i maschi ultra65enni, 1 anziano su 2 è a rischio, tra le donne la proporzione è circa di 1 su 10. Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno I a Conf. Naz.

52 CRITICITA nelle politiche sanitarie Chi identifica questi individui? Chi prende in carico un bevitore problematico anziano e in che modo? Come garantire un accesso e un trattamento ADEGUATO e coerente con il livello di rischio rilevato?

53 ANZIANI come priorità oggi NEGLETTA in TUTTA Europa (Conclusione del Consilium EU 2/12/2009)

54 ALCOLDIPENDENZA L esito estremo che le politiche sull alcol devono contribuire ad evitare L esito estremo del consumo a rischio è rappresentato dall alcoldipendenza. L elaborazione di dati derivati dal monitoraggio periodico stabilito per legge per le attività dei servizi dedicati agli alcoldipendenti. I dati sono utilizzati anche per la Relazione annuale al Parlamento del Ministro della Salute sull implementazione della Legge 125/2001.

55

56 Alcoldipendenti in carico ai Servizi +187 % in dieci anni,; + 9,6 % tra 2005 e 2006 solo il 23 % del personale è completamente addetto ai servizi Anno Maschi Femmine TOTALI N. SERVIZI Addetti Periodo Utenti: % in 10 anni (+196 % M, % F) Servizi: +47 % Incremento alcoldipendenti in carico: +19 % in media per anno Media Servizi per Utente 1:77 nel 1996, 1:136 nel 2006 Media Utenti per Addetto 1:10 nel 1996, 1: 16 nel 2006 (+ 60 %)% Media Addetti per servizio 7,37 nel 1996, 8,6 nel 2006

57 I giovani alcoldipendenti in Italia Nel 2006 i minori di 20 anni rappresentano l 1,5% (0,7 % nel 2005) dell utenza dei servizi e i giovani fra i 20 e i 29 anni ne rappresentano il 13,5 % (11 % nel 2005).

58 N U O V I U T E N T I

59 Il primato dell alcol tra le sostanze nella scala del DANNO

60 Dipendenza e Danno

61 Danno+Dipendenza+Costi Sociali SCORE TOTALE

62 Alcol: cosa pensano gli italiani (Eurobarometer) Il 56% degli italiani è convinto che le autorità abbiano il dovere di intervenire al fine di proteggere gli individui dai danni che l alcol provoca: questa percentuale è tra le più elevate in Europa e superiore alla media europea (44%).

63 ITALIA. Statistiche Alcol. ANNI Consumatori: circa (68 %) Maschi: (81 %) Femmine: (56 %) A maggior rischio (Linee Guida Nutr.): circa Maschi > 40 g/day ; Femmine > 20 g/day : 17 % (in media) Alcoldipendenti in carico ai servizi: ( nel 1996) Sino a 19 anni 0.7 %; tra 19 e 29 anni 10 % Maschi : Femmine: Ricoveri totalmente attribuibili all alcol : Maschi : Femmine: Morti alcolcorrelati: da (ISS-WHO) a (SIA) Scafato et al.

64 La mortalità alcol-attribuibile La mortalità alcol-attribuibile nella Regione EUROPEA del WHO (51 Stati Membri) è pari a circa il 6.3 % di tutti i decessi registrati nel 2002* e doppia rispetto alla media Mondiale (3.1 %). Tali proporzioni sono al netto del vantaggio derivante dal guadagno in mortalità relativo alle patologie cardiovascolari (CHD) registrabile nelle Nazioni a più bassa proporzione di consumatori heavy (>20 gr/die femmine; >40 gr/die maschi) e tra questi l Italia, la Francia, la Spagna e la Grecia in cui si registrano minori livelli di mortalità alcolcorrelata. *(Rehm J, Room R. ref.:alcohol as a risk factor for GBD, Eur. Add. Res. 2003)

65 Mortalità TOTALE alcolcorrelata in ITALIA al netto della riduzione del rischio cardiovascolare (età > 20 anni) : morti evitabili Maschi Totale 20+ Morti alcol-correlate Totale morti per tutte le cause Percentuale 20,12% 8,70% 11,19% 5,00% 6,23% Femmine Totale 20+ Morti alcol-correlate Totale morti per tutte le cause Percentuale 7,00% 4,83% 5,23% 2,14% 2,45% Estimating alcohol-attributable attributable mortality and burden of disease for Italy what is avoidable? Jürgen Rehm, Emanuele Scafato. Alcohol Prevention day 2007, Rome

66 Alcoldipendenti in carico ai Servizi +187 % in dieci anni,; + 9,6 % tra 2005 e 2006 solo il 23 % del personale è completamente addetto ai servizi Anno Maschi Femmine TOTALI N. SERVIZI Addetti Periodo Utenti: % in 10 anni (+196 % M, % F) Servizi: +47 % Incremento alcoldipendenti in carico: +19 % in media per anno Media Servizi per Utente 1:77 nel 1996, 1:136 nel 2006 Media Utenti per Addetto 1:10 nel 1996, 1: 16 nel 2006 (+ 60 %)% Media Addetti per servizio 7,37 nel 1996, 8,6 nel 2006

67 I giovani alcoldipendenti in Italia Nel 2006 i minori di 20 anni rappresentano l 1,5% dell utenza dei servizi e i giovani fra i 20 e i 29 anni ne rappresentano il 13,5 %.

68 Conclusioni Le evidenze disponibili mostrano che la frequenza del bere a rischio in Italia è un fenomeno da non sottovalutare. Esiste oggi in Italia una consistente fascia di popolazione che segue modelli e stili di consumo a rischio che richiedono di essere intercettati e prevenuti attraverso adeguate strategie GLOBALI

69 Priorità: : integrazione ottimale delle risorse e valorizzazione delle competenze specifiche In funzione dei trend registrati: - NON potrà risultare efficiente un azione di prevenzione basata sulla competenza esclusiva del settore di cura dell alcoldipendenza evidentemente in sofferenza e impossibilitati a rispondere adeguatamente ad una domanda che cresce esponenzialmente in assenza di adeguate risorse di personale addetto. - è indispensabile nei modelli organizzativi regionali e aziendali valorizzare, integrandola, l attivitl attività e le specifiche competenze dei gruppi/equipe di lavoro esperti già attivi nelle prevenzione e nella capacità di intercettazione precoce delle PPAC nella loro più ampia accezione specializzandoli sui target più vulnerabili: i GIOVANI e gli ANZIANI. Capacità che deve poter consentire l accesso l alla diagnosi precoce e all intervento specifico ai circa 9 milioni di individui stimati a rischio dall ISS che non sono dipendenti, che non appare razionale o opportuno curare in un contesto, anche logistico, come attualmente il SERT, destinato o dedicato all alcoldipendente alcoldipendente e da cui dovrebbe essere sempre distinto.

70 LA RICERCA: UN DRAMMA ITALIANO In tutte le Nazioni EU c è una convinta azione di Governo tesa a finanziare la ricerca sui fattori che possono contribuire a diminuire l'impatto sulla salute e sulla sicurezza di comportamenti di abuso alcolico. Allo stato attuale l Italia non spende praticamente nulla nella ricerca sull alcol

71 LA PREVENZIONE In tutte le Nazioni EU c è una convinta azione di Governo tesa a finanziare la prevenzione alcolcorrelata. In Italia le splendide strategie attivate PNAS, Guadagnare Salute non godono di finanziamenti adeguati, ove previsti. Le attività di prevenzione, comunicazione e monitoraggio previste dalla Legge 125/2001 hanno subito una drastica riduzione (oltre il 50 %)

72 Conclusioni Appare prioritario basare tutte le iniziative di breve termine su un intensificazione delle iniziative di informazione e sensibilizzazione che possano incrementare i livelli di conoscenza nella popolazione sui rischi connessi al bere.

73 L indispensabilità della IDENTICAZIONE PRECOCE A fronte delle tendenze rilevate e la sempre più vasta diffusione di pratiche, modelli e stili di consumo ispirate all abuso abuso da parte di un ampia fascia di popolazione è indispensabile e urgente integrare nelle attività quotidiane di prevenzione l identificazione l precoce della persona a rischio.

74 L Alcohol Use Disorders Identification Test (AUDIT-C) 1. Con quale frequenza consuma bevande alcoliche? mai (0 punti) meno di 1 volta / 1 volta al mese (1 punto) 2-4 volte al mese (2 punti) 2-3 volte a settimana (3 punti) 4 o più volte a settimana (4 punti) 2. Quanti bicchieri standard di bevande alcoliche consuma in media al giorno? 1 o 2 (0 punti) 3 o 4 (1 punto) 5 o 6 (2 punti) 7 o 9 (3 punti) 10 o più (4 punti) 3. Con quale frequenza le è capitato di bere sei o più bicchieri di bevande alcoliche in un unica occasione? mai (0 punti) meno di 1 volta / 1 volta al mese (1 punto) 2-4 volte al mese (2 punti) 2-3 volte a settimana (3 punti) 4 o più volte a settimana (4 punti)

75 Validazione Italiana AUDIT-C Progetto PRISMA possiamo considerare l AUDIT in forma ridotta valido ai fini della discriminazione dei bevitori a rischio rispetto a quelli non a rischio ma non dei bevitori a rischio con danno organico o con dipendenza alcolica.

76 STIMA WHO RPA dei consumatori a rischio in Italia in base alla positività all AUDIT Sesso Maschio Femmina Totale N. % N. % N. % AUDIT C M>5 F> , , ,6 Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati Istat Indagine Multiscopo sulle Famiglie-Aspetti della vita Quotidiana. Anno I a Conf. Naz. Alcol Roma 2008

77 Manuale OMS per le azioni dirette a ridurre il rischio alcolcorrelato Handbook for action to reduce alcohol-related harm (OMS )

78 Le 10 aree di azione/intervento sull alcol 1.prezzi di vendita 2.accessibilità degli alcolici 3.commercializzazione delle bevande alcoliche 4.produzione illegale e informale di alcolici 5.alcol e guida 6.caratteristiche di consumo 7.interventi socio-sanitari 8.sensibilizzazione pubblica 9.interventi sulla popolazione e in ambito lavorativo 10.monitoraggio e valutazione.

79 GRAZIE A TUTTI!

80 GRAZIE PER L ATTENZIONE Emanuele Scafato ISTITUTO SUPERIORE DI SANITA' NATIONAL HEALTH INSTITUTE Via Giano della Bella, Rome, Italy Tel : (+39) o 4029 (segr.) Fax: (+39) Mob. (+39) emanuele.scafato@iss.it

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