Tab 1 - Timing d intervento consigliato con il glifosate

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1 CONTROLLO DELLE INFESTANTI STRATEGIE IN USO Sulla base delle esperienze maturate dai tecnici del coordinamento CReSO e in conformità al disciplinare regionale vengono di seguito proposte le strategie di contenimento delle infestanti in frutticoltura. IMPIANTI IN PRODUZIONE 1. Il glifosate è il prodotto di riferimento anche se la sua applicazione non sempre è possibile (impianti giovani o in presenza di polloni) e richiede attenzione nell applicazione. Negli impianti in produzione sono necessari 2-3 interventi, di cui 2 essenziali: in primavera e in autunno. Tab 1 - Timing d intervento consigliato con il glifosate Epoca d intervento Fine marzo/inizio aprile Fine maggio/giugno Ottobre Dosaggio consigliato a ettolitro 800 ml 800 ml 500 ml 2. In impianti con forte presenza di polloni: prima di intervenire con glifosate si consiglia di eliminare manualmente i polloni o di precedere il trattamento con carfentrazone in quanto prodotto di contatto e spollonante. 3. fluroxipir e MCPA consentono di arginare lo sviluppo delle erbe di più difficile controllo (Equiseto, Epilobio, Romice, Cirsium, Tarassaco, Ortica, Cipero, ecc.) per cui si consiglia di impiegarli in miscela con glifosate. 4. In presenza di monocotiledoni perennanti (graminacee) è possibile intervenire con i graminicidi ciclossidim e fluazifop - p - butile. 220 IMPIANTI IN ALLEVAMENTO Il prodotto di riferimento negli impianti in allevamento rimane il carfentrazone, diserbante di contatto per dicotiledoni a foglia larga attivo anche come spollonante. Può essere utilizzato sia per controllare lo sviluppo delle infestanti sia per limitare la crescita dei polloni. La sostanza attiva funziona esclusivamente per contatto per cui deve essere utilizzata tempestivamente: altezza infestanti e lunghezza polloni non superiore a cm. Attenzioni da adottare per evitare fenomeni di fitotossicità: utilizzare un volume di acqua distribuito per ettaro di frutteto: almeno l/ha utilizzare ugelli a fessura, ventaglio o specchio, eccentrici o a induzione d aria (ugello a bassa deriva) con angolo di spruzzo di 80 e con foro non inferiore a 0,4 mm utilizzare la pressione indicata sulla scheda tecnica dei diversi ugelli. mantenere una velocità di avanzamento della trattrice tra 4-6 km/h Consigli per migliorare l efficacia: è possibile utilizzarlo in miscela con glifosate (2 l/ha) per completarne lo spettro d azione alla dose di 0.3 l/ha in presenza di monocotiledoni perennanti se ne consiglia l impiego in miscela con il p.a. ciclos-

2 sidim (Stratos ultra ecc) o fluazipop - p butile (Fusilade Max ecc) Negli impianti in allevamento (primi 3 anni) si consiglia inoltre di utilizzare dei p.a. residuali (metà fine marzo) i quali limitano lo sviluppo delle infestanti già al momento della germinazione dei semi. Le sostanze attive presenti nel disciplinare di produzione sono: oxadiazon, pendimetanil (nuova introduzione per il 2012) e l oxyfluorfen, quest ultimo come indicato in etichetta deve essere impiegato 20 giorni prima del germogliamento. azione, epoca e dosaggi d intervento OXYFLUORFEN (Goal 480 SC ecc) Azione: antigerminello su infestanti dicotiledoni e graminacee annuali. NO ACTINIDIA! Epoca di intervento: Va applicato giorni prima della ripresa vegetativa e non oltre. Dosaggio ad ettaro*: 1 l/ha/intervento (f.c. al 48 %), in impianti in allevamento (< 3 anni) l/ha/intervento (f.c. al 48 %), in impianti adulti in miscela con glifosate Dosaggio ad ettolitro**: 200 ml/hl (f.c. al 48 %), in impianti in allevamento (< 3 anni) ml/hl (f.c. al 48 %), in impianti adulti in miscela con glifosate OXADIAZON (Ronstar FL ecc) Azione: antigerminello su infestanti dicotiledoni e alcune graminacee annuali. NO CILIEGIO! Epoca di intervento: Va applicato solo nei primi 3 anni d impianto, giorni prima della ripresa vegetativa e non oltre. Dosaggio ad ettaro*: 4 l/ha/intervento (f.c. al 34 %) Quantità consigliata/hl**: 800 ml/hl (f.c. al 34 %) PENDIMETANIL (Stomp Aqua) Azione: antigerminello su infestanti dicotiledoni e alcune graminacee annuali. SOLO MELO, PERO, PESCO, ALBICOCCO! Epoca di intervento: Va applicato solo nei primi 3 anni d impianto, giorni prima della ripresa vegetativa e non oltre. Dosaggio ad ettaro*: 2 l/ha/intervento (f.c. al 38.7 %) Quantità consigliata/hl**: 400 ml/hl (f.c. al 38.7 %) FLUAZIPOP P - BUTILE (Fusilade max ecc) Azione: sistemico su infestanti graminacee annuali e perennanti (gramigna e sorghetta). SOLO SU CILIEGIO E SUSINO! Epoca di intervento: I trattamenti devono essere eseguiti quando la vegetazione ha raggiunto un altezza compresa tra i 10 e i 20 cm. Dosaggio ad ettaro*: 2 l/ha/intervento (f.c. al 13.4 %) Quantità consigliata/hl**: 400 ml/hl (f.c. al 13.4 %) GLIFOSATE (Roundup bio flow ecc) Azione: sistemico su infestanti ben sviluppate dicotiledoni e monocotiledoni annuali e perennanti. 221

3 Epoca d intervento: I trattamenti devono essere eseguiti quando la vegetazione ha raggiunto un altezza compresa tra i 10 e i 15 cm. Dosaggio ad ettaro*: Dose massima di 9 l/ha/anno ma considerando solo il 50% della superficie trattata 4.5 l/ha/anno (f.c. al 30.4 %). Dosaggio ad ettolitro**: ml/hl (f.c. al 30.4 %) CICLOSSIDIM (Stratos ultra ecc) Azione: sistemico su infestanti graminacee annuali e perennanti (gramigna e sorghetta). NO CILIEGIO, SUSINO, ACTINIDIA! Epoca di intervento: I trattamenti devono essere eseguiti quando la vegetazione ha raggiunto un altezza compresa tra i 10 e i 20 cm. Dosaggio ad ettaro*: 2-4 l/ha/intervento (f.c. al 10.9 %) Dosaggio ad ettolitro**: ml/hl (f.c. al 10,9 %). MCPA (Erbitox E 30 ecc) Azione: sistemico su infestanti dicotiledoni annuali e perennanti, equiseto e piperacee. SOLO POMACEE! Epoca di intervento: I trattamenti devono essere eseguiti quando la vegetazione ha raggiunto un altezza compresa tra i 10 e i 20 cm. Dosaggio ad ettaro*: 1.5 l/ha/anno (f.c. al 23 %) Dosaggio ad ettolitro**: ml/hl (f.c. al 23 %). FLUROXIPIR (Starane 21) Azione: sistemico su infestanti dicotiledoni perennanti (es. convolvolo). SOLO POMACEE! Epoca di intervento: I trattamenti devono essere eseguiti quando la vegetazione ha raggiunto un altezza compresa tra i 10 e i 20 cm. Dosaggio ad ettaro*: 1.5 l/ha/anno (f.c. al 20.6 %) Dosaggio ad ettolitro**: 250 ml/hl (f.c. al 20.6 %). CARFENTRAZONE (Spotlight plus ecc) Azione: di contatto su infestanti dicotiledoni (foglia larga). NO ALBICOCCO E CILIEGIO! Epoca di intervento: I trattamenti devono essere eseguiti quando la vegetazione ha raggiunto un altezza compresa tra i 10 e i 20 cm. Dosaggio ad ettaro* per impianti in produzione: 1 l/ha/anno (f.c. al 6.45 %) Dosaggio ad ettolitro** per impianti in produzione: 120 ml/hl (f.c. al 6.45 %). Dosaggio ad ettaro* per impianti in allevamento: 2 l/ha/anno (f.c. al 6.45 %) Dosaggio ad ettolitro** per impianti in produzione: 120 ml/hl (f.c. al 6.45 %). *: Il dosaggio segnalato fa riferimento a formulati commerciali aventi una percentuale di p.a. pari a quanto espressamente indicato nel disciplinare regionale, se si utilizzano formulati con % di s.a. diversa deve essere fatta l opportuna proporzione. **: Questo dosaggio/hl considera un volume d acqua distribuito ad ettaro pari a 250 l. 222

4 VOLUME DI DISTRIBUZIONE In presenza di erbe infestanti con un certo sviluppo, il volume adeguato di miscela diserbante è di circa 250 litri per ettaro di superficie diserbata. DISERBO DELLE SPECIE FRUTTICOLE: DISCIPLINARE DI PRODUZIONE (PSR 2012) COLTURA INFESTANTI FRUTTIFERI MELO PERO MONOCOTILE- DONI DICOTILE- DONI DICOTILEDONI ANNUALI E PERENNANTI DICOTILEDONI PERENNANTI PRINCIPIO ATTIVO FORMULATO COMMERCIALE glifosate (1) VARI 30.4 oxyfluorfen GOAL 480 sc ecc 48 mcpa ERBITOX E 30 ecc 25 Fluroxipir STARANE 20.6 % S.A LIMITAZIONI D USO E CONSIGLI APPLICATIVI Trattamento localizzato sulla fila. Indipendentemente dal numero delle applicazioni sono ANNUALMENTE AMMESSI 9L/kg/ha. PER ACTINIDIA VERIFICARE ATTENTAMENTE L ETICHET- TA. (1) E consentito l impiego del p.a. Oxifluorfen (480g/L) da utilizzarsi a dose ridotta ( L/ha/intervento) in miscela con prodotti sistemici 1 L/ha Trattamento localizzato sulla fila, ammesso solo negli impianti in allevamento nei primi 3 anni (NON ammesso su Actinidia) 1.5 L/ha all anno Trattamento localizzato sulla fila 1.5 L/ha all anno. E consentito solo un trattamento all anno Trattamento localizzato sulla fila MELO PERO PESCO ALBICOCCO SUSINO CILIEGIO MELO, PERO PESCO SUSINO KIWI GRAMINACEE ciclossidim STRATOS ULTRA 10.9 GRAMINACEE GRAMINACEE e DICOTILEDONI (Su MELO utilizzabile anche come spollonante) fluazipop - p - butile carfentrazone FUSILADE MAX ecc SPOTLIGHT PLUS In post emergenza a 2-4 L/ha La dose più elevata (4 L/ha) è da utilizzare contro le specie perennanti, Ammessi anche formulati Xn Trattamento localizzato sulla fila 2 l/ha, dose maggiore in caso di graminacee perennanti (1 l/ha per ciascun trattamento) Trattamento localizzato sulla fila Indipendentemente dall utilizzo al massimo 1 L/ha all anno. Attenzione al suo utilizzo: si consiglia l impiego di ugelli antideriva a ventaglio o induzione d aria, no ugelli conici a turbolenza, pressione bar Trattamento localizzato sulla fila MELO PERO PESCO SUSINO KIWI DICOTILEDONI carfentrazone SPOTLIGHT PLUS ecc l/ha. Trattamento localizzato sulla fila, AMMESSO SOLO NE- GLI IMPIANTI IN ALLEVAMENTO NEI PRIMI 3 ANNI ACTINIDIA ALBICOCCO MELO, PERO PESCO SUSINO ALBICOCCO MELO, PERO PESCO GRAMINACEE e DICOTILEDONI oxadiazon (34,1% s.a.) a 4 l/ha all anno RONSTAR ecc 34.1 pendimetanil STOMP AQUA ecc Trattamento localizzato sulla fila, ammesso solo negli impianti in allevamento nei primi 3 anni 2 l/ha Trattamento localizzato sulla fila, ammesso solo negli impianti in allevamento nei primi 3 anni Le dosi in tabella sono riferite alla sola superficie effettivamente coperta dal diserbante che deve essere sempre inferiore almeno al 50% della superficie complessiva, pertanto la quantità di prodotto effettivamente impiegata deve essere pari al 50%. Per esempio: trattando il 50% della superficie totale, la quantità di Glifosate (30,4%) che viene distribuito annualmente su un ettaro di coltura è pari a 4,5 litri. 223

5 Efficacia degli erbicidi ammessi in disciplinare su specie diverse di infestanti DICOTILEDONI GLIFOSATE CARFEN- TRAZONE OXIFLUORFEN OXADIAZON FLUROXIPIR CICLOSSIDIM MCPA PENDIMETANIL FLUAZIPOP P - BUTILE Amaranto comune (Amaranthus retroflexus) X X X x X Saeppola canadese (Conyza canadensis) X X X X X Senecione comune (Senecio vulgaris) X X X X X Grespone comune (Sonchus asper) X X X X X Soffione (Taraxacum officinalis) X X X X Farinaccio (Chenopodium album) X X X X X Vilucchio comune (Convolvolus arvensis) X X X Vilucchio bianco (Calystegia sepium) X X Borsa del pastore (Capsella bursa-pastoris) X X X X Billeri primaticcio (Cardamine pratensis) X X X X Rafano comune (Raphanus raphanistrum) X X X Falsa ortica (Lamium purpureum) X X X X X X Centocchio (Stellaria media) x X X X X X Epilobio (Epilobium spp). X X Fumaria comune (Fumaria officinalis) X X X X X 224

6 Poligono degli uccelli (Polygonum aviculare) X X X X X X Romice (Rumex obtusifolium) X X X X Erba porcellana (Portulaca oleracea) X X X X X X X Cinquefoglie comune (Potentilla reptans) X X X Favagello (Ranuncolus ficaria) X X X Malva (Malva sylvestris) X X X X Acetosella (Oxalis spp.) X X X X X Erba morella (Solanum nigrum) X X X X X X DICOTILEDONI GLIFOSATE CARFEN- TRAZONE OXIFLUORFEN OXADIAZON FLUROXIPIR CICLOSSIDIM MCPA PENDIMETANIL FLUAZIPOP P - BUTILE Ortica (Urtica dioica) X X X X X PIantaggine (Plantago major) X X X X X Veronica comune (Veronica persica) X X X X X X X 225

7 MONOCOTILEDONI Agropiro comune (Agropyrum repens) X X Gramigna (Cynodom dactylon) X X Sanguinella comune (Digitaria sanguinalis) X X X X X X Giavone (Echinocloa crus-galli) X X X X X X Pabbio comune (Setaria viridis) X X X X X X Fienarola annuale (Poa annua) X X X X X Fienarola comune (Poa pratensis) Panico (Panicum dicotomiflorum) X X X X X X X X X Loietto (Lolium perenne) X X X X Sorghetta (Sorghum halepense) X X X X Carice (Carex spp.) X PTERIDOFITE Coda di cavallo (Equisetum arvense) X 226

8 LA FERTILIZZAZIONE DEI FRUTTIFERI Norme tecniche Le norme tecniche di Produzione Integrata definite dalla Regione Piemonte (Assessorato Agricoltura) valgono per le aziende aderenti all azione Applicazione delle tecniche di produzione integrata del Piano di Sviluppo Rurale ed ai programmi di assistenza tecnica (Reg. CE n. 1182/07), qualora le OO.PP. attivino uno o più interventi in questa direzione. Per tutte le aziende è obbligatoria la compilazione di un piano annuale di concimazione nel rispetto dei limiti massimi consentiti per i principali elementi: N, P, K. Per la gestione della fertilizzazione dei fruttiferi occorre tenere presenti i seguenti aspetti: analisi dei terreni asporti e ritmi di assorbimento degli elementi nutritivi, in relazione alle diverse specie tipologie di fertilizzanti impiegati. Salvo diversamente indicato, concorrono al raggiungimento dei limiti di concimazione gli apporti annui derivanti dalla somma delle forme minerali e di quelle presenti nei fertilizzanti organici. Per questi ultimi si considera come elemento-chiave l azoto: gli apporti di effluenti zootecnici e di compost cioè sono consentiti fino al raggiungimento del limite massimo stabilito per questo elemento. Per i fertilizzanti organici: ammendanti compostati, letame bovino e letame suino è attribuita un efficienza dell azoto pari al 50 %. Tab 2 - Dati di composizione per i principali effluenti zootecnici Tipologia % ss letame (kg/t tq) liquame (kg/t tq) % ss N P 2 O 5 K 2 O N P 2 O 5 K 2 O media suini media bovini media avicoli Per gli ammendanti compostati, la cui composizione media è assai variabile, si deve fare riferimento al contenuto in elementi nutritivi indicato nell analisi che accompagna il prodotto. In assenza di analisi è possibile fare riferimento a dati bibliografici. Questi prodotti devono comunque rispondere agli standard qualitativi previsti dalla normativa vigente. Concimazioni di fondo Nel caso di nuovi impianti, la concimazione di fondo non dovrà comprendere azoto, salvo l apporto dato da fertilizzanti organici; per P 2 O 5 e K 2 O in terreni con dotazioni scarse o normali è possibile anticipare parte delle asportazioni future da parte della coltura, senza superare, rispettivamente, i 250 e i 400 kg/ha, da somministrarsi prevalentemente sotto forma organica. 227

9 Fase di allevamento In questa fase l apporto di P 2 O 5 e K 2 O può essere effettuato anche in assenza di produzione di frutti, al fine di assicurare un adeguata formazione della struttura della pianta. Devono comunque essere rispettati i quantitativi riportati nella seguente tabella: Tab 3 - Apporti di fosforo e potassio da concimazione minerale negli impianti in allevamento P 2 O 5 (kg/ha) K 2 O (kg/ha) I anno II anno I anno II anno Gli apporti di azoto devono essere localizzati in prossimità delle radici e ridotti rispetto alla quota di piena produzione. Impianti in produzione La quantità di nutrienti (N, P 2 O 5 e K 2 O) da apportare alle colture viene calcolata moltiplicando la produzione attesa (q/ha) per i relativi asporti specifici (kg/ha) di elementi nutritivi (tabella 1). Tab 4 - Asporti di N, P 2 O 5 e K 2 O per le principali colture frutticole (kg/q di prodotto utile) Coltura N P 2 O 5 K 2 O melo pero pesco susino albicocco ciliegio actinidia Esempio Pesco: per una produzione attesa di 300 q/ha, applicando il relativo coefficiente si ricava che l azoto apportabile potrà essere pari a 120 unità. RESTITUZIONE DELL AZOTO La quantità di N da reintegrare non deve mai superare il limite massimo specifico per ogni coltura presente nella tabella 2. Se si utilizzano concimi di sintesi, la quota di azoto apportata dal fertilizzante è considerata con un coefficiente di efficienza pari al 100 %, mentre se si impiegano concimi organici (ad es. letame) l efficienza risulta dimezzata (50 %). Nel caso si decida di fare uso solamente di concimi azotati di origine minerale, gli apporti dovranno essere frazionati senza superare i 60 kg/ha per intervento. Si ricorda inoltre che non è consentita la concimazione con N nel periodo che va dalla fase di caduta foglie (esclusa) alla fine di febbraio. Parimenti non è consentita in terreni prossimi alla saturazione idrica. 228

10 Tab 5 - Limiti massimi di fertilizzazione azotata in kg/ha/anno Coltura Azoto (N) melo, pero 70 pesco 120 susino 85 albicocco 90 ciliegio 85 actinidia 100 Esempio Melo: per una produzione attesa di 500 q/ha, applicando l opportuno coefficiente, si ricava che le unità di azoto apportabili potranno essere al massimo 70 e non 85 come deriverebbe dal calcolo. Le concimazioni fogliari non vanno conteggiate ai fini del rispetto dei limiti massimi previsti, ad eccezione delle somministrazioni autunnali di urea. Sono ammessi gli interventi a base di calcio contro la butteratura amara e quelli con magnesio per prevenire la filloptosi. IL CALCOLO DELLA DOSE UTILE TOTALE DI P e K Come evidenziato in tabella 3, i suoli poveri o mediamente dotati in fosforo o potassio possono ricevere una quantità di elementi nutritivi pari alla quantità asportata dalla coltura (quota di mantenimento), con la possibilità di aggiungere fertilizzanti organici nel rispetto del limite di N. Nei suoli ricchi in fosforo e potassio (con dotazione superiore a 25 ppm per il P assimilabile Olsen, a 62,5 ppm per il P assimilabile Bray-Kurtz e a 180 ppm per il K) si prevede la sospensione della fertilizzazione minerale, sino a quando un ulteriore analisi non evidenzi l abbassamento del contenuto in quel particolare elemento nutritivo fino all intervallo di dotazione media. E invece possibile apportare fertilizzanti organici fino alla restituzione degli asporti (quota di mantenimento), considerando l azoto come elemento chiave. Tab 6 - Criteri per la fertilizzazione fosfatica e potassica Tipologia di Dotazione del suolo in P e K fertilizzanti Suolo ricco (P Olsen > 25 ppm; P Bray-Kurtz > 62,5 ppm; K > 180 ppm) Suolo mediamente dotato (P Olsen tra 10 e 25 ppm; P Bray-Kurtz tra 25 e 62,5 ppm; K tra 120 e 180 ppm) Suolo povero (P Olsen < 10 ppm; P Bray-Kurtz < 25 ppm; K < 120 ppm) Solo minerale Sospensione degli apporti Mantenimento: quantità corrispondente agli asporti Mantenimento: quantità corrispondente agli asporti Organico o minerale + organico Non è ammessa la concimazione minerale. Solo se si apportano fertilizzanti organici si può concimare fino alla restituzione degli asporti azotati. Ammessi i concimi minerali e organici fino alla quota di mantenimento. Il fertilizzante organico può essere distribuito nel rispetto del limite di N. Ammessi i concimi minerali e organici fino alla quota di mantenimento. Il fertilizzante organico può essere distribuito nel rispetto del limite di N. 229

11 POSSIBILE AUMENTO DI RESTITUZIONI DI P e K: E consentito apportare, su indicazione del tecnico, un quantitativo massimo di 20 kg/ha di P 2 O 5 o 50 Kg/ha di K 2 O nei suoli ricchi in P e/o K e nei casi in cui la concimazione organica abbia già esaurito gli asporti previsti di P e K della coltura, se si verifica uno dei seguenti casi: situazioni di elevata immobilizzazione dell elemento dovuta a caratteristiche fisico-chimiche del terreno (es. per il fosforo nel caso di terreni con ph inferiore a 6,1, superiore a 7,9. o calcarei); necessità di raggiungere migliori standard qualitativi del prodotto, assicurati dalla presenza di elevate dotazioni in fosforo e/o potassio; all impianto dei fruttiferi. I casi di concimazione sopra elencati devono essere motivati in una breve nota all interno del Registro degli Interventi di concimazione. Scelta dell epoca ottimale d intervento Di seguito sono indicati alcuni consigli utili per ottimizzare la pratica agronomica della concimazione dei fruttiferi. Per ogni elemento nutritivo è descritta l epoca migliore per la sua distribuzione in funzione delle effettive esigenze delle piante. Azoto: al momento della fioritura più del 95% dell azoto presente nella pianta proviene dalle riserve accumulate nella stagione vegetativa precedente: per questo motivo si consiglia di apportare N nelle fasi fenologiche prossime/successive alla fioritura evitando concimazioni azotate troppo precoci. dalla caduta petali in poi si verifica un rapido accrescimento dei germogli e l azoto assorbito dalle radici aumenta fino a raggiungere il picco massimo al termine dell allegagione: per questi motivi si rende necessario apportare il 60% dell azoto totale utilizzato dalle piante nel periodo compreso tra la caduta petali e l allegagione dei frutti. verso la fine dell estate e all inizio dell autunno (in seguito allo stacco dei frutti di pomacee e drupacee) sono consigliati apporti di N con lo scopo di accumulare le riserve utili per la stagione vegetativa successiva. Fosforo: l apporto di questo elemento deve essere programmato per l inizio dell attività vegetativa in quanto la presenza di adeguati livelli di P in questa fase stimola la formazione di radici secondarie, fondamentali per aumentare l efficienza di assorbimento radicale. 230 Potassio: gli apporti di questo elemento possono essere effettuati in tutto l arco della stagione vegetativa, sia per PESCO sia per ACTINIDIA. Questo discorso non vale per il MELO dove il noto antagonismo con il calcio potrebbe favorire l insorgenza della butteratura amara. Per questo motivo le concimazioni potassiche vanno effettuate in autunno o a primavera, evitando assolutamente apporti successivi alla fase dell allegagione. Calcio: data la limitatissima mobilità di questo elemento nel terreno e nella pianta sono necessari apporti precedenti alla fioritura (2 3 settimane prima), dato che in questa fase i vasi xilematici neoformati non sono ancora lignificati e consentono quindi un facile passaggio dell elemento.

12 Magnesio: l apporto di Mg è molto importante durante gli anni di elevato carico produttivo. Una forte dotazione di K nel suolo può determinare carenze di Mg nelle foglie con la formazione di evidenti rinsecchimenti dei margini fogliari. MELO: il magnesio risulta un forte competitore del calcio e quindi, come per il potassio, non sono consigliati apporti nel corso della stagione vegetativa onde evitare l insorgenza della butteratura amara. Nella tabella seguente vengono riportate in modo schematico le quantità di nutrienti da apportare nell arco della stagione. Tab 7 Quantità ed epoca d intervento NUTRIENTE Azoto (N) Fosforo (P) Potassio (K) Calcio EPOCA - APPORTO 1/4 Pre fioritura 2/4 Post fioritura allegagione 1/4 Caduta foglie Ripresa vegetativa 1/2 Fine inverno 1/2 Ingrossamento frutticini 1/3 Pre fioritura 2/3 post fioritura allegagione Figura 1 Assorbimento totale in foglie, frutti e germogli nei fruttiferi 231

13 232 PRATICHE COLTURALI TITOLO DEI PRINCIPALI FERTILIZZANTI Il titolo di un fertilizzante indica quanti e quali elementi nutritivi sono presenti in un determinato concime. Di seguito sono riportate 2 tabelle con i titoli dei principali concime semplici e complessi utilizzabili in frutticoltura: Tab 8 - Concimi semplici Fertilizzante N P K Calcio Magnesio Zolfo Note Nitrato d ammonio Solfato d ammonio Acidificante Cianammide di calcio Nitrato di calcio Attività basica Urea Fosfato monopotassico Perfosfato monoammonico Solfato di K e Mg Cloruro di potassio Nitrato di potassio Molto solubile Solfato di potassio Acidificante Lithothamne Nel caso di concimi complessi (a 2 o più macro elementi) si indicano per primi i contenuti dei macro elementi nell ordine (N, P, K) e successivamente eventuali altri elementi. Tab 9 - Concimi complessi : i rapporti più utilizzati in frutticoltura N P K Concime NPK (15/5/20) Concime NPK (15/0/20) Concime NPK (12/6/18) Concime NPK (12/12/17) I titoli sopra riportati hanno puro carattere indicativo: il mercato offre un ampia scelta che consente di rispondere alle diverse situazioni pedologiche. LE CARATTERISTICHE DI BASE DI UN BUON CONCIME NPK 1. essere concime complesso e non una miscela 2. contenere più forme azotate 3. contenere fosforo totalmente solubile in acqua e citrato ammonico neutro dichiarato in etichetta e quindi esente da fosforiti (fosforo insolubile) 4. presentare un buon contenuto di zolfo 5. contenere potassio derivante possibilmente da solfato Negli ultimi anni ha rivestito sempre più importanza l impiego dei concimi organo-minerali; i quali, tra le loro caratteristiche, consentono un efficacia nutritiva superiore, un minor impatto ambientale ed un rilascio graduale degli elementi nutritivi.

14 LE CARATTERISTICHE DI BASE DI UN BUON CONCIME ORGANO-MINERALE NPK 1. derivare da una matrice organica di pregio ed altamente umificata riscontrabile in etichetta sul sacco(tasso di umificazione superiore al 35% e carbonio umico espresso in acidi umici e fulvici superiore al 2,5%) 2. essere ottenuto per reazione(complesso) e non per miscela 3. avere una formulazione granulare(bassa umidità) 4. contenere più forme azotate 5. contenere fosforo totalmente solubile, un buon contenuto di zolfo e potassio derivante il più possibile da solfato IL REIMPIANTO IN FRUTTICOLTURA Nel caso di reimpianti, e quindi in presenza di possibili situazioni di stanchezza del terreno, è necessario ristabilire un adeguata biodiversità nel suolo, ovvero favorire lo sviluppo di una popolazione microbica molto ricca e diversa. La stanchezza del terreno, fenomeno che consiste in una difficoltà a rinnovare nel tempo una data coltura sullo stesso appezzamento in successione, è infatti sintomo di degrado della fertilità. Deriva dalla sommatoria di più componenti, fra cui: a) la presenza di metaboliti tossici nel suolo derivanti da residui vegetali e dalla loro degradazione microbica; b) la riduzione del processo di umificazione e la relativa perdita di humus. Questo degrado della fertilità predispone a fenomeni distrofici (micro carenze, eccessi di taluni nutrienti a scapito di altri, difficoltà generalizzate di assorbimento) e alla riduzione della soppressività naturale del terreno verso i patogeni. I trattamenti chimici con geodisinfettanti - peraltro non previsti nelle linee guida nazionali - hanno un effetto positivo nell immediato poiché vanno a ridurre la carica microbica nel momento stesso in cui l intervento è realizzato, favorendo in seguito i processi di mineralizzazione e la disponibilità di nutrienti per i reimpianti, a scapito della stabilizzazione della sostanza organica nel terreno. Tuttavia, non rappresentano una soluzione duratura nel tempo, in quanto il suolo perde il suo equilibrio microbico, si impoverisce di humus e si creano le condizioni per una successiva reinvasione proprio di quegli organismi patogeni parassiti e saprofiti tossigeni che si intendeva eliminare. Con la differenza che a questo punto i patogeni trovano un ambiente privo di antagonisti, molto favorevole al loro sviluppo. In caso di fenomeni di stanchezza del terreno conviene quindi cercare di ristabilire un adeguato grado di biodiversità nel suolo e favorire lo sviluppo di una popolazione microbica molto ricca e diversa. Questo è possibile mediante l apporto di residui organici di origine poligenica compostati ricchi di humus o, in alternativa, di letame maturo di buona qualità. Non bisogna a questo proposito confondere i fertilizzanti con gli ammendanti, in quanto solo questi ultimi sono in grado di apportare humus, migliorando quindi la struttura del suolo e favorendo l attività microbica in esso presente. Il mercato dei compost è sicuramente molto diversificato. Il compost è un materiale ammendante vivo, le sue caratteristiche variano non solo tra le diverse aziende compostatrici, ma anche tra diverse partite provenienti dalla stessa azienda (es. partite invernali - partite estive). Fermo re- 233

15 stando l obbiettivo di avere un prodotto che possa aiutarci nel prevenire i sintomi da stanchezza del suolo in caso di reimpianto, il compost deve fornirci una matrice vegetale diversificata, vale a dire che il materiale compostato deve essere di origine poligenica. Questo parametro è difficile da verificare e di sicuro dobbiamo fidarci di quello che ci viene detto dall azienda compostatrice, tuttavia farci spiegare nel dettaglio l origine del materiale compostato e magari visitare il centro di produzione può darci qualche garanzia in più. Nella scelta del compost, occorre sempre accertarsi che questo sia certificato come compost di qualità (Certificazione ad opera del CIC - Consorzio Italiano Compostatori) e richiedere le analisi chimiche del prodotto all azienda di compostaggio. L azienda di compostaggio, infatti, è tenuta per legge a fornire le analisi chimiche AGGIORNATE e COMPLETE (anche dati relativi all eventuale presenza di metalli pesanti che devono essere inferiori ai limiti di legge!). In estrema sintesi, non dimentichiamo che sovente l utilizzo di questi prodotti evidenzia un duplice aspetto: la necessità da parte delle ditte di smaltire i prodotti di rifiuto che vengono loro consegnati e l esigenza, da parte del coltivatore di disporre di un prodotto di qualità e apportatore sostanza organica evitando le sostanze inquinanti o pericolose. Si riporta uno schema con alcuni valori di riferimento ai quali il prodotto esaminato si dovrebbe ispirare, ricordando tuttavia che essi sono solo indicativi e riferiti alla sola fase di impianto. Diverse saranno le necessità in fase di produzione quando avremo bisogno di maggiori quantitativi di N e degli altri macro e micro elementi. Tab 10 Le caratteristiche di un buon compost ALCUNE CARATTERISTICHE DI UN COMPOST ADATTO PER L IMPIANTO (I VALORI SONO INDICATIVI E OVVIAMENTE VANNO INTEGRATI CON LE ALTRE ANALISI OBBLIGATORIE) Umidità: ALTA (es % o più) ph: MEDIO ALTO 7,5 8 Carbonio organico: Azoto organico: C/N Salinità: Sostanza organica: Fosforo totale: Potassio totale: ALTO 40 % p/p s.s. BASSO 2 % p/p s.s. ALTO o più BASSA meq/100 g ALTA % p/p s.s. BASSO 1.5 % p/p s.s. BASSO 1.7 % p/p s.s. Consigli pratici Si consiglia di distribuire l ammendante compostato sul filare (larghezza di 1m) in quantità pari a t/ha appena prima della messa a dimora delle piante avendo cura di mischiarlo con il terreno. Al fine di favorire lo sviluppo delle giovani radici si consiglia un ulteriore apporto di fosforo. Si può anche realizzare una leggera baulatura con la porzione di suolo su cui è stato distribuito l ammendante prima dell impianto e in ogni caso dopo aver messo a dimora le piante, si deve effettuare una leggera rincalzatura delle piante. 234

16 ... Concimi Speciali per la Fertirrigazione Professionale! Per l Italia: Haifa Italia Srl - Viale Gozzadini, Bologna Tel , Fax , Italia@Haifa-Group.com

17 Metodologia integrata di nutrizione e protezione per il melo nutrizione Concimi per applicazione fogliare Protezione Fitoregolatori Ferro EDDHA per via radicale Fungicida a base di Fosetil Alluminio Insetticida a base di Bacillus Thuringiens Concimi organo-minerali a base torba Protezione dalla Carpocapsa SCAM S.P.A. Strada Bellaria Modena Tel Fax info@scam.it

18 Nutriente? PRATICHE COLTURALI Nutriente! Patentkali è il concime povero in cloro per un ideale nutrizione potassica, magnesiaca e sulfurea di orticole e fruttiferi. Caratteristiche: ottimale contenuto di nutritivi (30% K 2 O, 10% MgO, 42% SO 3 ), completamente solubili in acqua; consentito in agricoltura biologica. Effetti: ottimizza l uso dell acqua e favorisce l allegagione migliore colorazione, contenuto di zuccheri e di acidi conferisce la capacità al trasporto e alla conservazione Patentkali è il concime di qualità a base di potassio, magnesio e zolfo per un ottimale valore nutritivo. Patentkali il garante per la qualità di frutta e ortaggi. K+S Italia S.r.l. Tel info@k-s-italia.it Una Societá del Gruppo K+S 237

19 CONTENIMENTO DELLA VEGETAZIONE MEDIANTE TAGLIO RADICALE L eccessiva vigoria delle piante è spesso un problema di primaria importanza in quanto, determinando una riduzione della penetrazione della luce, implica riduzioni qualitative e quantitative della produzione e al tempo stesso prolunga i tempi necessari per la potatura, incrementando i costi di produzione. L equilibrio tra attività vegetativa e produttiva, inoltre, favorisce il mantenimento negli anni della redditività di un impianto, limitando il verificarsi dei fenomeni di alternanza della produzione. Il CReSO in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Ambientali e Produzioni Vegetali dell Università Poli- Fig. 2 Esecuzione del taglio radicale tecnica delle Marche porta avanti una sperimentazione volta a valutare la validità della potatura radicale in termini di efficacia nel contenimento della vegetazione e riduzione dell alternanza di produzione. CONSIGLI PRATICI L influenza dell intervento di potatura radicale sullo sviluppo vegetativo della pianta e sulla produzione dipende in larga misura dall epoca e dalle modalità con cui esso viene realizzato. Si consiglia di: effettuare il taglio a una distanza di cm dal tronco e a circa 50 cm di profondità; intervenire verso la metà di giugno; effettuare il taglio su un solo lato della pianta, alternando ogni anno il lato di intervento; in alternativa, valutare con estrema attenzione l opportunità di effettuare la potatura radicale su entrambi i lati, che potrebbe in alcuni casi risultare eccessiva. Fig. 3 Taglio radicale su due lati; Fuji cv Kiku 8 alla raccolta (prova CReSO) Fig. 4 Testimone non trattato; Fuji cv Kiku 8 alla raccolta (prova CReSO) 238

20 IL DIRADAMENTO CHIMICO DEL MELO Per il melo questa pratica da sempre riveste un importanza fondamentale al fine di regolare il carico produttivo già nelle prime fasi di accrescimento dei frutti assicurando al meleto il miglior equilibrio vegeto produttivo. Spesso, il solo intervento chimico non risulta conclusivo ma si dovrà completare il diradamento con un apposito passaggio manuale. Come noto, giocano un ruolo fondamentale le condizioni climatiche che si sono avute nel periodo della fioritura, esse infatti sono in grado di influenzare fortemente la percentuale di fiori fecondati e quindi di frutti allegati. Con climi molto piovosi e con basse temperature si avrà una bassa percentuale di allegagione, diversamente, questa sarà abbondante in assenza di piogge e con temperatura medio - alte. Non da meno le temperature e l umidità influiscono sull efficacia e sull eventuale fitotossicità dei prodotti utilizzati, con temperature e umidità dell aria molto basse molti principi attivi perdono la loro efficacia e al contrario la esaltano con medio - alte temperature e umidità. Si raccomanda per cui di seguire attentamente le indicazioni dei tecnici, non dimenticando che un perfetto diradamento chimico non sarà quasi mai possibile; saranno per cui molto importanti i successivi passaggi di diradamento manuale. NAD (amide) E il fitoregolatore di riferimento per la Golden Delicious. Si ricorda che non va utilizzato, neppure accidentalmente per deriva, sulle cv. Red Delicious e Braeburn. E impiegabile da caduta petali fino ad un diametro medio dei frutticini centrali, di 5-6 mm. Anticipando il periodo se ne esalta l azione. Su Gala va impiegato con cautela (max g e su piante con oltre 4 anni di età per ridurre il rischio della comparsa dei frutti pigmei), è da evitare l aggiunta dell olio, preferendo, con l utilizzo di formulati liquidi, l intervento al mattino per favorire una più veloce asciugatura. NAA (acido) Il prodotto è impiegabile preferibilmente sulle Golden Delicious e sul gruppo Gala. Si consiglia la miscela con la benziladenina su Fuji e Braeburn. Il principio attivo si può applicare nei seguenti casi: In condizioni avverse all utilizzo del NAD (es. temperature troppo basse, umidità insufficiente, piogge persistenti) o in caso di frutteti misti con varietà sensibili al NAD. Il prodotto è applicabile su frutticini aventi un diametro medio di 8-10 mm in miscela con benziladenina (BA). Si consiglia di rispettare i dosaggi consigliati nella tabella in allegato per evitare il rischio di comparsa dei frutti pigmei. ETEPHON L etephon resta insieme ad ATS una delle poche possibilità di prodotti diradanti da impiegare in epoca precoce su Fuji e Red Delicious anche se i risultati non sono sempre costanti. E consigliabile impiegare questo prodotto senza bagnante ed a una temperatura di almeno 12 C ma non superiore ai 20 C per evitare un sovra-diradamento. Al momento la sua migliore attività è svolta su Fuji a bottoni rosa, stessa applicazione su Red Delicious anche se i risultati sono meno costanti. BENZILADENINA (BA) Il BA pur essendo tra i migliori diradanti attualmente disponibili, presenta una certa variabilità di efficacia. In particolare si segnala che: Una temperatura di C dopo l applicazione esalta l azione sino a giungere ad un sovra- 239

21 240 diradamento; al contrario una temperatura di C ne deprime l azione. La finestra applicativa è in teoria abbastanza ampia, da 8 a 14 mm; si tenga però presente che con i diametri più elevati aumenta il rischio di frutti pigmei su Fuji e Red Delicious; di conseguenza si consiglia l applicazione a mm. L aggiunta di olio bianco o bagnanti lo rende più efficace. Un eventuale ripetizione di BA a 13 mm successiva all applicazione a 8-10 mm va valutata con attenzione e limitata esclusivamente a Fuji con fioritura abbondante. AMMONIO TIOSOLFATO (ATS) Il meccanismo di questo prodotto si basa unicamente sull azione fitotossica nei confronti dei fiori non ancora fecondati. Un fiore è fecondato dopo ore dalla sua completa apertura per cui l applicazione ottimale è a circa il 50% dei fiori aperti su legno di 2 anni e, nel caso di fioriture abbondanti, ripetuto dopo 3-4 giorni. L utilizzo più idoneo è quello nei confronti di varietà sulle quali il NAD non può venire impiegato (Fuji, Red Delicious, Braeburn). Si consiglia di evitare l utilizzo del prodotto su vegetazione bagnata Fig. 5 Azione dell ATS sui fiori o in previsione di una pioggia imminente. La temperatura ottimale è compresa tra i C. Dalle prove eseguite dal CReSO nel corso della stagione 2010 è stato osservato che un solo intervento non risulta quasi mai efficace ed a questo ne dovrà seguire un altro 1 2 giorni dopo. NUOVI BAGNANTI La nuova generazione di bagnanti (gruppo degli organosilicati: Break-Thru, Silwet-Fastex ecc) possono portare ad un miglioramento nell azione del prodotto diradante. OSSERVAZIONI Come detto all inizio sull attività diradante dei fitoregolatori influiscono, più che il dosaggio del prodotto, le condizioni climatiche in cui si opera: temperature fra i 15 e 20 C per alcune ore dopo il trattamento, e umidità relativa superiore al 70%, sono i presupposti per una buona riuscita del diradamento chimico. A tale proposito sarà necessario scegliere con oculatezza il giorno per eseguire l intervento; è preferibile ritardare di qualche giorno l intervento, operando in condizioni di buona umidità, piuttosto che centrare perfettamente il periodo ma in situazione di clima asciutto! Nella generalità dei casi sarà sempre preferibile intervenire a sera tardi o a mattino presto. Si tenga presente che i formulati a base di NAD liquidi (Geramid) richiedono solo 2-3 ore di elevata umidità per essere assorbiti; diversamente i formulati in polvere necessitano di 8-10 ore di umidità e quindi il loro impiego dovrà essere posizionato alla sera. E consigliabile usare i diradanti fitoregolatori sempre da soli, non in miscela con altri prodotti soprattutto per ragioni di volumi d acqua. Fig. 6 Esito finale del diradamento chimico

22 L impiego di Promalin o altri prodotti similari, contemporaneamente o a breve distanza da un fitoregolatore diradante, accentua l efficacia di quest ultimo. L utilizzo del ritardante di crescita Regalis, dalle prime esperienze, pare che diminuisca l azione diradante dei prodotti. SCHEMA RIEPILOGATIVO PER LE STRATEGIE DI DIRADAMENTO Gruppo Red Delicious Strategia Epoca intervento Principio attivo Formulato commerciale Dose (g-ml\hl) Fiore centrale aperto e fecondato ATS* Azos, Ger Ats 20 kg/ha 8-10 mm 6 - BA + olio bianco o bagnanti Maxcel, Exilis, Cylex plus (2%) Agrimix top (9.4%) ecc Gerba 4 LG (4%) ecc vari 100 * se si utilizza ATS sono necessari 2 interventi distanziati di 1 2 giorni al fine di garantire l efficacia della strategia adottata Gruppo Gala Fioritura Strategia Epoca intervento Principio attivo Formulato commerciale Dose (g-ml\hl) Fiore centrale aperto e fecondato ATS* Azos, Ger Ats 20 kg/ha Opzione A (Frutteti misti) mm 6 - BA + olio bianco o bagnanti Maxcel, Exilis, Cylex plus (2%) Agrimix top (9.4%) ecc Gerba 4 LG (4%) ecc vari 100 Normale Opzione B Inizio caduta petali del fiore centrale sul legno vecchio mm NAD Amid Thin W, Diramid (8%) BA + olio bianco o bagnanti Maxcel, Exilis, Cylex plus (2%) Agrimix top (9.4%) ecc Gerba 4 LG (4%) ecc vari 100 Fiore centrale aperto e fecondato ATS* Azos, Ger Ats 20 kg/ha Abbondante Unica 8-10 mm NAA + 6 BA** + olio bianco o bagnanti Nokad (4%) ecc Dirado (1.4%) ecc Dirager (3.3%) ecc Maxcel, Exilis, Cylex plus (2%) Agrimix top (9.4%) ecc Gerba 4 LG (4%) ecc vari 100 * se si utilizza ATS sono necessari 2 interventi distanziati di 1 2 giorni al fine di garantire l efficacia della strategia adottata. *E disponibile la miscela di NAA + BA (4 %) nel formulato DIRA-MAX LG 241

23 Gruppo Golden Delicious Fioritura Epoca intervento Principio attivo Formulato commerciale Dose (g-ml\hl) Inizio caduta petali del fiore centrale sul legno vecchio NAD Amid Thin W, Diramid (8%) Geramid neu (4%) Normale mm 6 - BA + olio bianco o bagnanti Maxcel, Exilis, Cylex plus (2%) Agrimix top (9.4%) ecc Gerba 4 LG (4%) ecc vari 100 Inizio caduta petali del fiore centrale sul legno vecchio NAD Amid Thin W, Diramid (8%) Geramid neu (4%) Abbondante o appezzamenti misti con Red delicious 8-10 mm NAA BA* + olio bianco o bagnanti Nokad (4%) ecc Dirado (1.4%) ecc Dirager (3.3%) ecc Maxcel, Exilis, Cylex plus (2%) Agrimix top (9.4%) ecc Gerba 4 LG (4%) ecc vari 100 *E disponibile la miscela di NAA + BA (4 %) nel formulato DIRA-MAX LG NOTA: nel caso non sia possibile utilizzare NAD come primo trattamento impiegare successivamente NAA a 8 10 mm a dosi normali d etichetta Gruppo Fuji Fioritura Epoca intervento Principio attivo Formulato commerciale Bottoni rosa Etephon Dose (g-ml\hl) Ethrel, ecc 25 Normale Fiore centrale aperto e fecondato 8-10 mm o ATS* 6 - BA + olio bianco o bagnanti Azos, Ger Ats Maxcel, Exilis, Cylex plus (2%) Agrimix top (9.4%) ecc Gerba 4 LG (4%) ecc 20 kg/ha vari 100 Abbondante Bottoni rosa Etephon Ethrel, ecc mm mm 6 - BA + olio bianco o bagnanti 6 - BA + olio bianco o bagnanti Maxcel, Exilis, Cylex plus (2%) Agrimix top (9.4%) ecc Gerba 4 LG (4%) ecc vari 100 Maxcel, Exilis, Cylex plus (2%) Agrimix top (9.4%) ecc Gerba 4 LG (4%) ecc vari 100 ** se si utilizza ATS sono necessari 2 interventi distanziati di qualche giorno al fine di garantire l efficacia del prodotto

24 Renetta Strategia Epoca intervento Principio attivo Formulato commerciale Dose (g-ml\hl) Unica Inizio caduta petali del fiore centrale sul legno vecchio NAD Amid Thin W, Diramid (8%) Geramid neu (4%) IL DIRADAMENTO manuale di PESCO e MELO Insieme alle operazioni di potatura il diradamento manuale risulta la pratica agronomica più importante per regolare il carico produttivo dei fruttiferi. Questo vale in particolare per le drupacee dove non vi è la possibilità di intervenire chimicamente e le esperienze con il diradamento meccanico, seppur incoraggianti, sono tutt ora in fase di definizione. Di seguito sono riportate le indicazioni operative da realizzare in campo al momento del passaggio manuale, sono prese in considerazione le nettarine, pesche e mele. NETTARINE Tab 11 - Corretto carico produttivo per Nettarine Precoci (Big Top ecc) Sesto d impianto (m) Piante ad ettaro Forma di allevamento N frutti per pianta Produzione per pianta (kg) Produzione ad ettaro (q.li) Produzione giornata piemontese (q.li) 4.5 x Y X Asse colonnare Tab 12 - Corretto carico produttivo per Nettarine Tardive (Orion ecc) Sesto d impianto (m) Piante ad ettaro Forma di allevamento N frutti per pianta Produzione per pianta (kg) Produzione ad ettaro (q.li) Produzione giornata piemontese (q.li) 4.5 x Y X Asse colonnare Fig. 7 Carico produttivo eccessivo Fig. 8 Carico produttivo corretto 243

25 PESCHE Tab 13 - Corretto carico produttivo per Pesche (Vista Rich, Rome Star ecc) Sesto d impianto (m) Piante ad ettaro Forma di allevamento N frutti per pianta Produzione per pianta (kg) Produzione ad ettaro (q.li) Produzione giornata piemontese (q.li) 4,5 x Y ,5 X Asse colonnare Fig. 9 Carico produttivo eccessivo Fig. 10 Carico produttivo corretto MELO Su melo questa operazione è fondamentale sulle piante in allevamento ed in particolare sulla varietà come Fuji soggetta ad alternanza produttiva. Oltre a regolare il carico dei frutti e migliorarne la qualità il passaggio manuale risulta indispensabile per garantire l induzione a fiore per l anno successivo (ritorno a fiore). A seguito del dirado chimico, in caso di rifinitura manuale, si dovrà operare lasciando una mela per mazzetto e un numero di mele/ramo proporzionale alle dimensioni e al vigore del ramo stesso. Esempio: un ramo di 1 cm di diametro dovrà portare 4/5 mele. Durante questa operazione sarà necessario intensificare la riduzione del carico nella parte bassa della pianta ed eliminare i frutti posti nelle parti più in ombra in quanto risultano essere quelli con qualità e colorazione peggiore. Tab 14 - Corretto carico produttivo distinto per gruppo varietale e anno di età dell impianto Gruppo varietale n piante/ha PIANTE al 2 o ANNO n frutti/pianta PIANTE al 3 o ANNO n frutti/pianta PIENA PRODUZIONE n frutti/pianta GALA GOLDEN D FUJI RED D. standard RED D. spur

26 Per avere una produzione che si attesti su dei calibri che vanno dal 75 e oltre si dovranno seguire le seguenti indicazioni, in linea generale queste indicazioni sono valide per i diversi gruppi varietali. Tab 15 - Corretto carico produttivo per melo Sesto d impianto (m) Piante ad ettaro Forma di allevamento N frutti per pianta Produzione per Produzione ad pianta (kg) ettaro (q.li) Produzione giornata piemontese (q.li) 4 x Asse colonnare Consigli operativi: Iniziare per tempo l operazione; i passaggi tardivi (da luglio in avanti) sortiscono minor efficacia anche solo per la finalità della pezzatura; Approfittare di questa operazione per eliminare i frutti piccoli, deformati, danneggiati, rugginosi, ecc.; lasciare preferibilmente frutti singoli (circa ogni cm) e ben distribuiti sulla pianta. Su piante che hanno fiorito poco lasciare più frutti per mazzetto senza mai superare il numero massimo di 2-3; Iniziare a diradare prima le varietà Fuji, Gala e Red Delicious spur e proseguire con la Golden Delicious, Red Delicious standard e Renetta Canada; Regolare la carica dei frutti negli impianti giovani in rapporto al volume produttivo e alla vigoria della pianta per non compromettere la crescita: al primo anno di vita dell impianto eliminare tutti i frutti e nel secondo, per le spur limitarli al minimo; Allo scopo di valutare la correttezza dell operazione in corso si consiglia di fare un conteggio dei frutti rimasti almeno su una pianta rappresentativa assumendo il riferimento delle tabelle 4 e 5. Fig. 11 Carico produttivo eccessivo Fig. 12 Carico produttivo corretto IL Diradamento meccanico Il diradamento meccanico è una soluzione davvero interessante sia su melo sia su pesco, ovviando da un lato ai problemi scaturiti dalle restrizioni derivate dalle nuove normative sugli agro farmaci relative al melo, e quasi dimezzando il tempo necessario per il diradamento manuale dall altro. Degna di particolare nota, inoltre, è l efficacia riscontrata su susino, sebbene su questa specie le prove siano state assolutamente preliminari e siano necessari maggiori approfondimenti. 245

27 La macchina diradante utilizzata è applicata all impianto di sollevamento anteriore della trattrice o attraverso una piastra di adattamento al gancio traino se la trattrice non possiede l impianto di sollevamento anteriore. E costituita da un albero rotante detto mandrino, su cui sono installate le barre porta fili disponibili con 9 fili ciascuna, in materiale plastico stampato ad iniezione, per un totale di 300 fili della lunghezza di 60 cm. Durante l avanzamento questi fili, comunemente chiamati fruste, spazzolano la chioma della pianta asportando singoli fiori o interi mazzetti fiorali. L efficacia dell azione diradante può essere modificata agendo sulla velocità di avanzamento del trattore, sulla velocità di rotazione del mandrino e inclinando l asta del mandrino. Il numero di giri del mandrino può essere variato dalla postazione del conduttore agendo su un pannello di controllo che si trova direttamente in cabina e può essere mantenuto costante a prescindere dal numero di giri del motore della trattrice. MODALITÀ APPLICATIVE Epoca intervento MELO Piena fioritura Da evitare interventi più precoci (stadio D,E), in quanto eliminerebbero completamente il mazzetto fiorale o più tardivi, per possibili danni ai frutti Fig. 13 Passaggio della macchina su un impianto di susino PESCO Inizio scamiciatura Questo ritardo nell intervento consente di diminuire i rischi derivanti da gelate tardive e non arreca danno ai frutti Velocità di avanzamento della trattrice* km/h km/h Non sono consigliabili velocità maggiori di 8 km/h in quanto ne risulta una più difficile conduzione della macchina Velocità di rotazione del mandrino* giri/min giri/min * con la macchina in dotazione dal 2010 (numero di fili dimezzato, fili semirigidi) Si sottolinea: L efficacia diradante aumenta con la velocità di rotazione e cala al crescere della velocità di avanzamento. Le velocità di avanzamento della trattrice e di rotazione del mandrino vanno decise in funzione del carico produttivo presente in pianta e della cultivar. 246 Fig. 14 Esito del passaggio della macchina su un mazzetto fiorale

28 VANTAGGI Con le limitazioni e le incertezze sui prodotti diradanti che si devono oggi giorno fronteggiare, questa tecnica rappresenta su melo una reale alternativa al chimico; Su pesco, diminuisce il tempo necessario per il diradamento di oltre il 50%, riducendo sensibilmente i costi di produzione; E praticamente indipendente dalle condizioni meteo; E impiegabile nel biologico; Il tempo necessario per il passaggio della macchina va da 1,2 a 1,5 ore/ha, per cui il costo dell intervento risulta molto contenuto; E applicabile anche ad impianti giovani Fig. 15 Ritorno a fiore su Fuji diradate meccanicamente nel 2009 e su piante non trattate (foto A. Armando, 2010) (2 3 anni) e/o deboli, i quali reagiscono con una maggiore spinta vegetativa senza compromettere lo sviluppo degli impianti stessi. Su melo stimola il ritorno a fiore, anche in cultivar difficili come le Fuji, andando quindi a ridurre il problema dell alternanza di produzione. LIMITI Necessita di piante aventi forme di allevamento in parete. Nel caso di forme in volume; è necessario adattare la forma della pianta attraverso una progressiva e razionale potatura; Si sconsiglia vivamente di utilizzare la macchina su impianti di melo gestiti con il metodo taille longue in quanto gli effetti su questa tipologia di gestione sono del tutto negativi. Si consiglia invece di utilizzare questa tecnica su impianti con forme di allevamento a due assi (Bibaum) in quanto la tipologia di ramificazione presente si presta in modo favorevole al buon esito del passaggio meccanico. Lo stesso discorso vale per il pesco; anche su pesco, infatti, i risultati migliori si ottengono su forme di allevamento a 2 assi, Y o U; Non è proponibile quando il piano di campagna è sconnesso o presenta pendenza elevata in quanto la velocità di percorrenza della trattrice e la distanza dalle piante deve essere mantenuta costante; Una cima poco sviluppata (es. gruppo Red) può rompersi o essere sovra-diradata; L acquisto della macchina, non proponibile per un azienda di piccole dimensioni, può risultare conveniente se si ipotizza un uso collettivo (cooperativa o aziende associate), o come servizio da parte di un contoterzista. CONSIGLI PRATICI E necessario mantenere costanti la velocità di avanzamento della trattrice durante l intervento e la distanza dalle piante (60-70 cm); Le prime volte che si usa la macchina si consiglia di effettuare una serie di saggi che interessino una decina di piante per valutare quali siano le velocità più appropriate; Si consiglia di far seguire all intervento meccanico una rifinitura manuale. E molto importante che la palificazione dell impianto sia robusta e opportunamente dimensio- 247

29 nata poiché le sollecitazioni che derivano dal passaggio della macchina non sono trascurabili. In taluni casi, in cui la palificazione non risulti particolarmente efficiente si potrebbero verificare dei cedimenti; Le traversine di appoggio dei rami basali possono impedire di avvicinare sufficientemente la macchina al filare; piante non saldamente legate ai fili possono intralciare l operazione; Immediatamente dopo il passaggio con la macchina diradante le piante non si presentano in condizioni ottimali. I danni osservati, tuttavia, sono sempre stati piuttosto limitati e di breve durata. MIGLIORAMENTO QUALITATIVO DEI FRUTTI Le caratteristiche estetiche dei frutti costituiscono i principali fattori di competitività per le aziende agricole e permettono di assecondare le richieste dalla grande distribuzione organizzata. Accanto alle specifiche estetiche devono essere altresì considerate e garantite le caratteristiche organolettiche dei frutti, spesso trascurate. Al fine di ottenere buone pezzature e standard qualitativi elevati, è necessario attenersi alle indicazioni riportate nei capitoli precedenti a riguardo della regolazione del carico produttivo. Risulta inoltre possibile migliorare la forma dei frutti, ovviare alla mancata allegagione, a cascole precoci dei frutti, alla rugginosità delle mele utilizzando i fitoregolatori inseriti nel disciplinare di produzione nazionale (vedere tabella sotto). MELO Per favorire l allungamento dei frutti e migliorare l aspetto dei frutti delle varietà appartenenti al gruppo Red Delicious, è possibile intervenire con prodotti a base di gibberelline + BA nella fase di fioritura. La strategia d intervento si differenzia a seconda dell entità della fioritura: se questa risulta omogenea si consiglia un unico trattamento a % dei fiori aperti se invece questa risulta scalare si consiglia di sdoppiare il trattamento intervenendo con dosi dimezzate al 20 e al 70 % dei fiori aperti (tabella seguente). Strategia d intervento Tipo di Fioritura Epoca Prodotto Dose Omogenea % fiori aperti 100 ml/hl Scalare 20 % fiori aperti Promalin NT ecc 50 ml/hl 70 % fiori aperti 50 ml/hl Raccomandazioni: si ricorda che l applicazione di questi prodotti in fioritura sui gruppi Golden, Gala e Fuji determina l allungamento dei frutti, per questa ragione l utilità dell intervento è da valutare attentamente. si ricorda che l azione dei fitoregolatori è migliore in condizioni di temperatura superiore a 10 C e di UR oltre il 60% al momento dell applicazione (intervenire preferibilmente di sera). è sempre consigliata l aggiunta di un bagnante. 248

30 RIDUZIONE DELLA RUGGINOSITÀ Per i gruppi varietali Golden, Gala e Fuji è possibile ridurre la rugginosità sui frutti attraverso l utilizzo di prodotti a base di gibberelline (Promalin NT ecc e Regulex ecc) a partire dalla fase di caduta petali con un ciclo di 2 3 interventi distanziati di 8 10 giorni uno dall altro. Si consiglia inoltre di prendere in considerazione tutti quegli elementi atti a limitare l insorgenza del fenomeno: evitare l applicazione di prodotti insetticidi liquidi (formulazioni EC), soprattutto se a dosaggi elevati nei periodi critici (da allegagione a fine luglio), ma preferire l uso di prodotti WG e WDG; evitare miscele con prodotti non compatibili o di diverso tipo di formulato. Se questo non è realizzabile seguire il seguente ordine di miscelazione: granuli idrodispersibili (WG-WDG), polvere (PB WP), flow (SC), liquido (EC), per ultimo olio concimi fogliari - bagnanti; evitare applicazioni su pianta bagnata; evitare uso di ditiocarbammati e rame dopo la fioritura. PERO METODI PER FAVORIRE L ALLEGAGIONE DEI FRUTTI Questa fase di fondamentale importanza risulta estremamente dipendente dalle condizioni meteorologiche. Infatti, in condizioni normali con un meteo favorevole non sono necessari interventi specifici, diversamente, se prevalgono condizioni umide e piovose che rendono problematica la normale fecondazione dei fiori si consiglia di intervenire con prodotti a base di gibberelline. Questo trattamento è bene riservarlo per la varietà Abate fétel in quanto sulle altre cultivar può provocare un allungamento eccessivo dei frutti. ACTINIDIA Anche su questa specie è possibile intervenire per aumentare la pezzatura dei frutti. Il p.a. utilizzabile è il forchlorfenuron utilizzabile 20 giorni dopo la fioritura. Non si consiglia un suo impiego in appezzamenti con produzioni insufficienti onde evitare problemi di forma dei frutti. 249

31 Principi attivi disponibili per migliorare la qualità dei frutti COLTURA TIPO DI IMPIEGO S.A. IMPIEGABILE Actinidia Allegante Diradamento fiori Regolatore di crescita NAA + Acido gibberellico NAA + Acido gibberellico Forchlorfenuron Ciliegio Allegante Acido gibberellico Melo Pero Pesco (solo per percoche) Allegante Allegante Allegante Allegante Allegante - anticascola brachizzante Anticascola Anticascola Anticascola Antiruggine Diradante Diradante Diradante Diradante Favorisce l uniformità dei frutti Antiruggine Allegante Allegante Allegante Allegante Allegante - anticascola brachizzante Anticascola Anticascola Diradante Anticascola Acido gibberellico NAA NAA + Acido gibberellico NAD + NAA Prohexadione calcium NAA NAA + Acido gibberellico NAD Acido gibberellico 6-benziladenina - NAA NAA NAD Etephon Gibberelline A4 e A7 Acido gibberellico NAA NAA + Acido gibberellico NAD + NAA Prohexadione calcium NAA NAA + Acido gibberellico 6-benziladenina NAA 250

32 Impiegabile senza patentino R Aut. Ministero della Salute n del 02/10/2006 Distributore per l Italia: Agricola Internazionale Srl Via A.Bellatalla I Pisa - Tel info@agricolainternazionale.it Calibro più grande e forma ideale Incremento della produzione Elevati parametri della qualità Ottima la conservabilità dei frutti Per informazioni: AGREKO Via Peter Anich 8 I Lana BZ Tel info@agreko.eu Autorizzato su uva da tavola dal 16/01/2012. Usare i prodotti fitosanitari con precauzione. Prima dell uso leggere sempre l etichetta e le informazioni sul prodotto. 251

33 TUTELA delle api Gli interventi chimici non sono consentiti durante la fioritura delle colture salvo espressa autorizzazione da parte del Settore Fitosanitario Regionale sulla base di comprovata necessità e limitatamente all impiego di fungicidi anti - ticchiolatura su pomacee e anti - monilia su drupacee. Anche durante il periodo di fioritura dell actinidia (fine maggio inizio giugno) è necessario evitare i trattamenti insetticidi su pescheti limitrofi visto che le api visitano attivamente gli impianti di pesco per la raccolta di nettari extrafiorali. Nel caso siano veramente necessari degli interventi negli impianti limitrofi gli actinidieti, e non è possibile anticiparli o posticiparli rispetto alla fioritura del kiwi, è utile attenersi alle seguenti indicazioni al fine di evitare avvelenamenti: effettuare lo sfalcio negli interfilari degli impianti confinanti per evitare che ci siano api che bottinano sulla flora spontanea; effettuare i trattamenti alla sera dopo il tramonto: in quel momento le api si ritirano negli alveari; impiegare negli appezzamenti vicini a quelli in cui sono presenti le api i principi attivi meno tossici, indicati nella tabella riportata di seguito. Nella seguente tabella, messa a nostra disposizione dal dott. F. Sgolastra dell Università di Bologna, è riportata la tossicità per ingestione e per contatto in laboratorio di 31 prodotti commerciali. Questi dati rappresentano tuttavia solo un indicazione di massima e poco è noto sulla reale tossicità in campo dei diversi principi attivi, soprattutto a lungo termine. Nome commerciale Dati relativi al prodotto Prove di laboratorio Dose di campo Sostanza attiva % s.a. Ingestione Contatto indiretto ACTARA 25 WG 30 g/hl THIAMETHOXAM 25 Altamente tossico Altamente tossico BIOROTEN 300 g/hl ROTENONE 4 CALYPSO 25 ml/hl THIACLOPRID 40.4 AGRIMIX FLUFEN 50 DC Leggermente tossico Moderatamente tossico Non tossico Non tossico 150 ml/hl FLUFENOXURON 4.7 Non tossico Non tossico CONFIDOR 50 ml/hl IMIDACLOPRID 17.8 CONTEST 35 g/hl ALPHA-CYPER- METHRIN DECIS JET ECC 120 ml/hl DELTAMETHRIN 1.63 DIPEL HPWP ECC DURSBAN 75WG 1000 g/ha 70 g/hl BACILLUS THURIN- GIENSIS CHLORPYRIFOS- ETHYL EPIK 25 g/hl ACETAMIPRID 20 Altamente tossico (1) 14.5 Altamente tossico Moderatamente tossico Notevolmente tossico (1) Leggermente tossico Non tossico 6.4 Non tossico Non tossico 75 Altamente tossico Altamente tossico Leggermente tossico Non tossico ETILFAST 200 ml/hl CHLORPYRIFOS- ETHYL 22.3 Leggermente tossico (12 a ora) (2) [Altamente tossico (36 a ora)] Altamente tossico IMIDAN 250 g/hl PHOSMET 23.5 Altamente tossico Altamente tossico 252

34 Dati relativi al prodotto Prove di laboratorio Nome commerciale Dose di campo Sostanza attiva % s.a. Ingestione Contatto indiretto KARATE XPRESS 140 ml/hl LAMBDA-CYHALO- THRIN 2.5 Leggermente tossico (12 a ora) (3) [Notevolmente tossico (24 a ora)] Notevolmente tossico LASER 30 ml/hl SPINOSAD 44.2 Altamente tossico Altamente tossico MATACAR FL 20 ml/hl HEXYTHIAZOX 24 Leggermente tossico Leggermente tossico MAVRIK 30 g/hl TAU-FLUVALINATE 21.4 Non tossico Non tossico MIMIC 80 ml/hl TEBUFENOZIDE 23 Leggermente tossico Non tossico POLISENIO 1,5 kg/hl POLISOLFURO DI CA 30 Non tossico Non tossico POLYRAM DF 200 g/hl METIRAM 71.2 Leggermente tossico Non tossico PRODIGY 40 ml/hl METHOXYFENOZIDE 22.5 Non tossico Non tossico RELDAN ml/hl CHLORPYRIFOS- METHYL RUFAST E FLO 100 ml/hl ACRINATHRIN 7.01 STEWARD 16,5 g/hl INDOXACARB 30 TEPPEKI 14 g/hl FLONICAMID Altamente tossico Altamente tossico Leggermente tossico Moderatamente tossico Leggermente tossico Moderatamente tossico Leggermente tossico Non tossico TREBON ECC 120 ml/hl ETOFENPROX 30 Altamente tossico Altamente tossico TREBON STAR 100 ml/hl ETOFENPROX 15 Altamente tossico VERTIMEC 1.9 EC 75 ml/hl ABAMECTIN 1.84 Altamente tossico AFFIRM CORAGEN 300 g/hl 18 ml/hl EMAMECTINA BEN- ZOATO CLORANTRANI- PROLE 0.95 Altamente tossico Moderatamente tossico Moderatamente tossico Moderatamente tossico 18.4 Non tossico Non tossico JUVINAL 10 EC 40 ml/hl PYRIPROXIFEN Non tossico Non tossico MOVENTO 48 SC 250 ml/hl SPIROTETRAMAT 4.54 Non tossico Non tossico Legenda note: (1) Nonostante l alta tossicità rilevata in laboratorio, il prodotto in campo, se utilizzato seguendo le norme tecniche di impiego indicate in etichetta (in particolare l intervento chimico da effettuarsi a non meno di 10 giorni dall inizio dell antesi e in assenza di altre fioriture nelle vicinanze), non risulta pericoloso per le api. Ciò nonostante spesso gli apicoltori si lamentano di mortalità e spopolamenti degli alveari in seguito all uso di questo prodotto a causa, probabilmente, di utilizzi non corretti. (2) Il prodotto, essendo un micro-incapsulato, espleta la propria azione più lentamente rispetto ad una normale formulazione. Sarebbe opportuno considerare la mortalità alla 36a ora. (3) Il prodotto, che probabilmente sviluppa un certo effetto repellente, è stato consumato completamente solo dopo i tempi previsti dalla prova, per cui la mortalità dovrebbe essere considerata alla 24 a ora. 253

35 INDICI DI RACCOLTA Il raggiungimento di standard qualitativi adeguati e la buona conservazione dei frutti dipendono strettamente dal giusto momento di raccolta. Non per tutte le specie è possibile fornire una valida indicazione servendosi dei parametri presenti in bibliografia. Infatti solo per il melo e, in parte per il pero, trova applicazione pratica l utilizzo di questi indici, mentre per le altre, ad esempio il pesco, risulta difficile indicare delle soglie di riferimento a causa dell ampia gamma varietale a disposizione. Tuttavia anche in questi casi si dovrà sempre evitare una raccolta troppo precoce, anche se, come nel caso delle più recenti varietà di pesco, si raggiunge un soddisfacente grado di colorazione dell epidermide. Per non parlare del kiwi, per il quale è dimostrato che una raccolta troppo precoce, oltre al fatto di compromettere la qualità, pregiudica seriamente la conservabilità. ALLO SCOPO DI FORNIRE UN ORIENTAMENTO, SI RIPORTANO I DATI NELLE SEGUENTI TABELLE: MELO GRUPPO VARIETALE BRIX DUREZZA* (kg/cm 2 ) AMIDO (1-10) ACIDITA TOTALE (meq. NaOH) Golden Red Delicious ** Gala Braeburn Fuji Renetta Granny * Valori riferiti a puntale da 11 mm ** Conservazione in A. T. pero VARIETA BRIX DUREZZA* (kg/cm 2 ) Abate Fétel Conference Decana C Williams Valori riferiti al puntale da 8 mm ACTINIDIA VARIETA BRIX DUREZZA* (kg/cm 2 ) Hayward

36 SUSINO VARIETA BRIX PRATICHE COLTURALI DUREZZA* (kg/cm 2 ) Angeleno Valori riferiti al puntale da 8 mm Si ricorda che per il susino i valori sono indicativi in quanto fanno riferimento ad altre zone d Italia, quindi è meglio usare come parametro anche l intensità di colore raggiunta dal frutto. TEST DI DEGRADAZIONE DELL AMIDO DELLE MELE PRELIEVO IN CAMPO Il prelievo in campo deve essere oggettivo e rappresentativo. L adozione di un criterio sistematico è consigliato al fine di avere una visione chiara dello stato di maturazione dei frutti dell intero appezzamento. Le schematizzazioni proposte nelle figure A e B raffigurano le due modalità di campionamento consigliate da utilizzare in campo. Se l appezzamento ha una superficie inferiore ad 1 ha i 3 punti di prelievo su piante omogenee possono essere sufficienti (fig. A). Per appezzamenti di dimensioni maggiori ad 1 ha sono necessari i 5 punti di prelievo (fig. B). Affinché il prelievo sia rappresentativo e nello stesso tempo sbrigativo, è necessario prendere da un minimo di 15 a un massimo di 25 frutti per punto scelto. I filari e le piante campionate vanno contrassegnate in modo tale da poter ripetere il medesimo campionamento in tempi successivi. Fig. A Prelievo eseguito in tre punti Fig. B Prelievo eseguito in cinque punti 255

37 ANALISI DI LABORATORIO I frutti prelevati in campo vanno tagliati lungo l asse equatoriale all altezza della cavità seminale. Occorre poi riempire un recipiente con 2 cm di soluzione di Lugol e immergere al suo interno la metà del frutto dalla parte tagliata. Il tempo d immersione per ciascun frutto non deve essere inferiore a 5 minuti. Successivamente il frutto viene lasciato ad asciugare per alcuni minuti fino a quando si è assorbita tutta la soluzione presente nella mela (la parte tagliata è rivolta verso l alto). Ad asciugatura terminata si può procedere alla lettura della degradazione dell amido con la Tavola di Planton (scala da 1 a 10) proposta dal Ctifl. Dalla somma dei valori desunti per ciascun frutto si ottiene un valore medio ad una cifra dopo la virgola. E fondamentale che la lettura dell amido venga eseguita dalla stessa persona in quanto questa fornisce un dato soggettivo. TYPE Type Circulaire (C ) Type Radial (R) CULTIVAR Granny Smith; Gruppo Gala; Red Delicious; Renetta Golden Delicious; Pink Lady e simili Type intermedi Braeburn; Fuji 256

38 Fig. 17 Tavola di degradazione dell amido delle mele tipo circola lare (proposta da Ctfl EURO FRU) 257

39 Fig. 18 Tavola di degradazione dell amido delle mele tipo radiale lare (proposta da Ctfl EURO FRU) 258

40 Un nuovo strumento per il mantenimento della qualità: Il sistema per la qualità SmartFresh è una nuova tecnologia per il mantenimento della durezza e della freschezza del kiwi all interno delle celle di condizionamento e durante la commercializzazione. La tecnologia SmartFresh permette di mantenere la durezza commerciale del kiwi sia in fase di conservazione sia durante la successiva shelf life. La sua azione di protezione dall etilene permette di ottimizzare l utilizzo dei depuratori di etilene nelle celle frigorifere. SM Per conoscere in dettaglio i vantaggi di SmartFresh Quality System per il kiwi, potete contattarci tramite l indirizzo di posta elettronica: info@agrofresh.com SmartFresh Quality System è un marchio registrato di Rohm and Haas Europe Trading ApS - Sede Secondaria Italiana. 259

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