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1 Associazione di volontariato ambientale regionale

2 I promotori di A.C.E. Alleance Circular Economy OBIETTIVO ZERO RIFIUTI ENERGIA ZERO EMISSIONI CIBO KM ZERO TUTELA SALUTE AMBIENTE PARTECIPAZIONE CIVICA SOLIDARIETA e DIRITTI

3 Dalla Green Economy alla Circular Economy Economia circolare è un termine generico per definire un sistema economico pensato per potersi rigenerare da solo. Secondo la definizione che ne dà la MacArthur Foundation, in un'economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera. Concezione della produzione e del consumo di beni e servizi alternativa rispetto al modello lineare (ad esempio attraverso l'impiego di fonti energetiche rinnovabili in luogo dei combustibili fossili), sia al ruolo della diversità come caratteristica imprescindibile dei sistemi resilienti e produttivi. I maggiori obiettivi dell'economia circolare sono l'estensione della vita dei prodotti, la produzione di beni di lunga durata, le attività di ricondizionamento e la riduzione della produzione di rifiuti. Insiste inoltre sull'importanza di vendere servizi piuttosto che prodotti, in riferimento al concetto della «SHARING ECONOMY», che rientra nella nozione più ampia di "performance economy"

4 L ESAURIMENTO DELLE RISORSE NATURALI ESTRAIBILI GLOBALI MOTIVA LA FINE DEL MODELLO DI CRESCITA «LINEARE» E L AVVIO DI QUELLO «CIRCOLARE» Stima della disponibilità di risorse naturali globali al 2010 Dalla Green Economy alla Circular Economy

5 Raccolta Differenziata Raccolta Porta a Porta Compostaggio Riciclaggio Centro Riparazione e Riuso Iniziative Riduzione Rifiuti Incentivi Economici Recupero e Separazione Dei Residui e Centro Ricerca Nuova Progettazione Industriale Discarica Temporanea 2020

6 ACE Alleanza per l Economia Circolare

7 Gli obiettivi strategici del Movimento LRZ e di A.C.E. Decalogo degli obiettivi di ACE al 2020 Incoraggiare lo sviluppo di una Governance pubblica dell'economia Circolare, in cui le pubbliche amministrazioni assumano responsabilità amministrative per la pianificazione dell'economia Circolare, tramite la creazione di dipartimenti e assessorati che acquisiscano le competenze e finanzino programmi di ricerca applicata in tema ambientale, energetico, nutrizionale, della mobilità, educativo e culturale e le relative politiche economiche, fiscali, formative, sociali che possano avviare nuovi cicli imprenditoriali ed occupazionali di alta e media professionalità; Prevedere un Piano di finanziamento europeo sulla Prevenzione dei rifiuti e per finanziare attività e reti di supporto per la riduzione ed il riutilizzo di beni per la riprogettazione industriale sostenibile rispetto alle attività professionali di ricerca scientifica su materiali e nuove tecnologie che allunghino la vita a nuovi prodotti de-costruibili e riparabili; Introdurre una tassazione di scopo o Waste Tax riferita al conferimento in incenerimento e co-incenerimento (con o senza recupero di energia) ed a quello in impianti di discarica urbana o speciale e prevedere che nella nuova direttiva europea venga chiaramente inserita una esplicita moratoria sino al 2030 che vieti la costruzione di nuovi impianti di incenerimento o co-incenerimento, revocando gli incentivi pubblici ai processi industriali di incenerimento, co-combustione nei cementifici con utilizzo a fini energetici di CSS e Biogas derivato da rifiuti urbani e da biomasse; Sostenere la riconversione generale del ciclo dei rifiuti verso l orizzonte Zero Waste, secondo la proposta di legge di iniziativa popolare Legge Rifiuti Zero, a partire dall introduzione per legge in tutti i Comuni della raccolta porta a porta, di buone pratiche di riduzione dei rifiuti e l introduzione della tariffa puntuale sulla base del principio europeo chi inquina paga ; Promozione delle comunità dell'energia e del modello distribuito di energia solare rinnovabile a partire da un programma di nuova progettazione di edifici ed abitazioni energeticamente autosufficienti, di sistemi di mobilità condivisa, ciclo-pedonale e di trasporto di superficie leggero, con la progressiva de-carbonizzazione dell'attività agricola e delle attività industriali e commerciali;

8 Gli obiettivi strategici del Movimento LRZ e di A.C.E. Finanziare con incentivazioni pubbliche i processi industriali di recupero di materia per il riciclo totale delle frazioni tecniche e per il compostaggio delle frazioni biologiche, con la realizzazione della rete di infrastrutture con piattaforme industriali in ambiti territoriali ottimali entro i 200mila abitanti in base al principio di autosufficienza e prossimità vicini ai luoghi di produzione stessi dei rifiuti; Incentivare i processi industriali che favoriscono in primis il compostaggio aerobico della frazione organica dei rifiuti urbani e delle biomasse agricole per la produzione di compost di qualità per reintegrare la fertilità dei suoli e favorire il sequestro di carbonio organico nei terreni. E ammissibile, in subordine, la produzione di biogas in piccoli impianti per i propri scarti e liquami zootecnici di aziende agricole ed il trattamento anaerobico di parte dei rifiuti organici urbani differenziati per produrre a freddo metano raffinato da immettere in rete pubblica, con l obbligo di trattare il residuo digestato per la produzione di compost di qualità ed il recupero di sali fertilizzanti; Introdurre il sistema del vuoto a rendere per contenitori di bevande in vetro ed alluminio, attraverso una nuova normativa nazionale che introduca una tassazione sul vuoto a perdere ed insieme una cauzione per il consumatore da poter riscuotere presso tutto il circuito della piccola e grande distribuzione, ponendo a carico dei produttori il ritiro del reso presso le reti commerciali; Realizzare le comunità del riuso e della riparazione mediante la costruzione di una Rete infrastrutturale europea di Centri di Riuso e Riparazione od Eco-parchi multitasking, gestiti in aree o strutture pubbliche o private autogestite da organizzazioni non lucrative e cooperative con finalità anche di sostegno sociale, ed i distretti della stampa 3D e della manifattura digitale come terminale finale della catena di riutilizzo di imballaggi ceduti; Incoraggiamento del consumo di cibo di filiera corta e parallelo scoraggiamento di quello di filiera lunga agro industriale, per il raggiungimento della sovranità alimentare del territorio e delle comunità tramite provvedimenti di favore per la vendita diretta sotto ogni forma e l'avvicinamento di produttori e consumatori con compressione e progressiva eliminazione della intermediazione commerciale parassitaria.

9 Dal Piano di azione 2015 Commissione europea alla Direttiva del 2017 per l Economia Circolare Le azioni del pacchetto approvato dall Europarlamento con modifica delle direttive CE su rifiuti imballaggi discariche: azioni per ridurre i rifiuti alimentari, compresa una metodologia comune di misurazione, una migliore indicazione della data di consumo, e strumenti per raggiungere l'obiettivo di sviluppo sostenibile globale di ridurre della metà i rifiuti alimentari entro il 2030; lo sviluppo di norme di qualità per le materie prime secondarie al fine di aumentare la fiducia degli operatori nel mercato unico; misure nell'ambito del piano di lavoro sulla progettazione ecocompatibile per promuovere la riparabilità, longevità e riciclabilità dei prodotti, oltre che l'efficienza energetica; la revisione del regolamento relativo ai concimi, per agevolare il riconoscimento dei concimi organici e di quelli ricavati dai rifiuti nel mercato unico e sostenere il ruolo dei bio-nutrienti; una strategia per le materie plastiche nell'economia circolare, che affronta questioni legate a riciclabilità, biodegradabilità, presenza di sostanze pericolose nelle materie plastiche e, nell'ambito degli obiettivi di sviluppo sostenibile, l'obiettivo di ridurre in modo significativo i rifiuti marini; una serie di azioni in materia di riutilizzo delle acque, tra cui una proposta legislativa sulle prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque reflue. un obiettivo comune a livello di UE per il riciclaggio del 70% dei rifiuti urbani entro il 2030; un obiettivo comune a livello di UE per il riciclaggio del 80% dei rifiuti di imballaggio entro il 2030; un obiettivo vincolante per ridurre al massimo al 5% il collocamento in discarica per tutti i rifiuti entro il 2030; il divieto del collocamento in discarica dei rifiuti della raccolta differenziata; la promozione di strumenti economici per scoraggiare il collocamento in discarica; definizioni più semplici e adeguate nonché metodi armonizzati per il calcolo dei tassi di riciclaggio in tutta l UE; misure concrete per promuovere il riutilizzo e stimolare la simbiosi industriale trasformando i prodotti di scarto di un'industria in materie prime destinate ad un'altra; incentivi economici affinché i produttori facciano giungere prodotti più ecologici sul mercato e un sostegno ai sistemi di recupero e riciclaggio (es. per imballaggi, batterie, apparecchiature elettriche ed elettroniche, veicoli).

10 l Economia Circolare, oltre Rifiuti Zero: dalla culla alla culla Ciclo materiali tecnici Riciclaggio di M.P.S. da Rifiuti, di Imballaggi da raccolta diff.ta Riprogettazione - No all obsolescenza programmata Distribuzione e Nuova Economia di Condivisione beni e noleggio servizi Riutilizzo Riparazione - Riduzione di M.P. vergine Nuovi modelli di Consumo - Energia da fonti Rinnovabili

11 L Economia Circolare della frazione organica: dalla Terra alla Terra Ciclo materiali biologici Riutilizzo agricolo Compost di qualità + Sali ammoniacali e Digestato Eventuale Bio-metano 97% Immissione in rete / uso autotrazione Produzione agricola biologica e sostenibile Economia Circolare Forsu Compostaggio Aerobico di FORSU e scarti alimentari Consumo e distribuzione con filiera corta - km 0 Raccolta p.a.p. Domiciliare della Frazione Organica FORSU Riduzione e Recupero di Scarti alimentari

12 L Europa verso l Economia Circolare: i limiti attuali del processo al 2030 Gestione politica: - Obiettivi teorici - Risorse limitate Economia Circolare Gestione territoriale: - Assenza di strutture - Il mercato MPS Gestione aziendale: - I limiti del riciclo - La scarsa ricerca

13 L Europa verso l Economia Circolare: i soggetti principali del cambiamento Enti Ricerca - Università Cittadini - Consumatori Ong Sindacati Economia Circolare Comunità Europea Governi / Parlamenti Regioni / Comuni Ricerca - Aziende Grande Distribuzione Commercio locale

14 L Europa verso l Economia Circolare: il percorso virtuoso al 2030 Rivoluzione Culturale, Educazione ambientale, Partecipazione attiva Economia Circolare Rivoluzione Giuridico-Legislativa, Risorse economiche ai Comuni Rivoluzione Industriale, Ricerca applicata, Lavoro qualificato

15 L approccio sociale ad una Circular Economy «locale» Avviare nuovi modelli alternativi al ciclo attuale presupponendo un protagonismo nuovo e preponderante delle Comunità locali. Comunità del riuso e della riparazione che allungano la vita dei beni e prodotti ed evitano che gli oggetti a fine ciclo diventino rifiuti. Comunità del riciclo creativo artigianale e del recupero industriale che utilizzano materia prima secondaria per produrre e commercializzare nuovi beni. Comunità del cibo e dell'energia per garantire un uso più salutare, sobrio e parsimonioso delle risorse naturali. Comunità locali che creino nuove forme di partecipazione attiva ed una nuova coscienza del patrimonio naturale, archeologico, storico e culturale da trasmettere alle nuove generazioni.

16 L approccio industriale ad una Circular Economy «locale» Una rivoluzione industriale che traghetti l'unione Europea verso nuove modalità di produzione di beni di consumo, alimenti, energia che evitino la concentrazione produttiva in grandi impianti incentivando la ri-progettazione di nuovi prodotti sostenibili, impianti di recupero «di prossimità» e forme distribuite di autoproduzione e consumo energetico. Nuove tecnologie industriali ad impatto zero, in limitati Bacini Territoriali Omogenei, validate da Valutazioni di Impatto Sanitario, con il riutilizzo degli scarti attraverso il recupero di materia. Previsione di abbattimento dei processi termici di combustione, riducendo drasticamente il prelievo di risorse naturali e la loro importazione da paesi sottoposti alla devastazione del loro territorio in questa folle corsa al consumismo usa e getta.

17 Verso l Economia Circolare Previsioni degli effetti sistemici generali FASI e STATUS di BENI E PRODOTTI, 1) PREVENZIONE (riprogettazione prodotti riduzione dei rifiuti nuovi modelli di consumo), e RIUTILIZZO (riuso di beni e prodotti e loro riparazione), Le misure come la migliore progettazione ecocompatibile, la prevenzione e il riutilizzo dei rifiuti possono generare, in tutta l UE, risparmi netti per le imprese fino a 604 miliardi di euro, ovvero l 8 % del fatturato annuo, riducendo al tempo stesso le emissioni totali annue di gas a effetto serra del 2-4 %.* In generale, attuare misure aggiuntive per aumentare la produttività delle risorse del 30 % entro il 2030 potrebbero far salire il PIL quasi dell 1 % e creare oltre 2 milioni di posti di lavoro rispetto a uno scenario economico abituale. ** * ** Cambridge Econometrics:

18 Verso l Economia Circolare Previsioni degli effetti sistemici generali LA RI-PROGETTAZIONE INDUSTRIALE Programma di ricerca per nuovi brevetti e per nuovi bio-materiali Nuovo design industriale dei prodotti per l edilizia manifattura - imballaggi Nuovi modelli di produzione Industriale «fabbriche distribuite» stampanti 3D Produzione e largo utilizzo di MPS da recupero rifiuti Drastico calo delle importazioni di materie prime vergini Prodotti totalmente smontabili riparabili riciclabili a fine vita Nuova occupazione di alta qualificazione per la progettazione - design produzione Nuove professioni di media qualificazione per la decostruzione - riutilizzo recupero Abbattimento di impianti di discarica e di incenerimento Piccoli depositi Centri comunali di riuso/riparazione Cooperative sociali e volontariato

19 Modifica al T.U. Ambiente 152/2006 Norme di avvio Economia Circolare

20 Proposta di Legge di Iniziativa Popolare «LEGGE RIFIUTI ZERO» n. 1647/2013 art. 17 Programma di riconversione industriale INTRODUZIONE DELLA TASSA sul «VUOTO A PERDERE» e della CAUZIONE sul «VUOTO A RENDERE»

21 Proposta di Legge di Iniziativa Popolare «LEGGE RIFIUTI ZERO» n. 1647/2013 art. 22 PIANO NAZIONALE PREVENZIONE e per la RICERCA Responsabilità Estesa del Produttore (ERP), De-costruibilità totale, Ri-progettazione

22 Proposta di Legge di Iniziativa Popolare «LEGGE RIFIUTI ZERO» n. 1647/2013 art. 23 Nuova Filiera Alimentare e Recupero dei Rifiuti Organici RECUPERO degli SCARTI ed ISTITUZIONE delle BANCHE ALIMENTARI

23 Proposta di Legge di Iniziativa Popolare «LEGGE RIFIUTI ZERO» n. 1647/2013 art. 24 INFRASTRUTTURE di RIUSO e RECUPERO CENTRI di RIUSO e CENTRI di RACCOLTA

24 GERARCHIA EUROPEA RIFIUTI IL RICICLO e RECUPERO dei RIFIUTI FASI e STATUS di RIFIUTI 2) PREPARAZIONE AL RIUTILIZZO (pulizia e riparazione per il riutilizzo con abbandono della classificazione come Rifiuti e rientro in quella di Bene) 3) RICICLAGGIO (raccolta differenziata imballaggi e frazione organica - preparazione al recupero tramite selezione per frazione specifica compostaggio della frazione umida) 4) RECUPERO di MATERIA (produzione di Materie Prime Secondarie da scarti del riciclaggio e del Residuo Secco e riutilizzazione nel ciclo produttivo produzione di compost di qualità e di eventuale biometano) 5) SMALTIMENTO (discarica urbana o speciale tombamento sotterraneo - incenerimento senza recupero di energia)

25 La Delibera Comunale per avviare l Economia Circolare Locale RIFIUTI ZERO 1. Avviare il sistema di raccolta domiciliare, obiettivo minimo il 65%, con adeguati centri di raccolta; 2. Realizzare un programma di riduzione dei rifiuti urbani almeno del 10% e sino al 20% al 2020; 3. Puntare ad un circuito di riutilizzazione di prodotti e beni usati riparabili, con centri di riuso comunali; 4. Implementare il sistema di tariffa puntuale, raggiunta la copertura territoriale di raccolta domiciliare; 5. Realizzare gli impianti per le frazioni secche ed umide su A.T.O. con bacini di circa 200mila abitanti; 6. Prevedere la disponibilità di limitati depositi temporanei di bacino per conferire gli scarti prodotti; 7. Favorire la partecipazione popolare delle comunità con osservatori paritari con veri poteri decisionali; 8. Costruire percorsi didattici di educazione ambientale con formazione professionale dei docenti; CIBO a KM ZERO 9. Realizzare nei mercati comunali spazi destinati agli agricoltori locali che vendono i loro prodotti; 10. Costruire «Banche alimentari» comunali di distribuzione di eccedenze alimentari alle fasce deboli; MOBILITA SOSTENIBILE 11. Redigere il Piano Urbano Mobilità Sostenibile, per integrare forme di «trasporto condiviso» con le comunità locali; ENERGIA a ZERO EMISSIONI 12. Redigere il Piano Azione Energia Sostenibile, attuare il risparmio energetico e l uso dell energia solare negli edifici.

26 Proposta di nuovi Ambiti Territoriali Ottimali A.T.O. Roma e 15 Sub-A.T.O. = 2,8 Milioni di abitanti Provincia Roma n. 7 A.T.O. = 1,5 Milioni di abitanti Province LT + FR + RI + VT = 1,7 Milioni di abitanti

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