L APPARATO LOCOMOTORE

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1 L APPARATO LOCOMOTORE È composto da una parte attiva (sistema muscolare) e una passiva (sistema scheletrico). 1. Sistema scheletrico Forma l'impalcatura di sostegno e la parte passiva del sistema locomotore. Senza di esso il corpo si affloscerebbe su se stesso e ci muoveremmo come dei molluschi. È formato da ossa, articolazioni e ligamenti. 1.1 Le ossa sono formate da: una matrice proteica, che dà loro forma ed elasticità; sali minerali (calcio e fosforo principalmente) depositati nella matrice proteica, che danno loro rigidità e durezza. In base alla forma distinguiamo ossa lunghe, corte, piatte e irregolari. OSSA MORFOLOGIA ESEMPI Lunghe una dimensione prevale nettamente sulle altre Femore, tibia, fibula, omero, radio, ulna, metacarpo, coste Corte le tre dimensioni più o meno si equivalgono Corpo delle vertebre, ossa del carpo o del tarso, rotula... Piatte a due dimensioni (lunghezza e larghezza) Scapole, ossa craniche... Irregolari forma indefinibile Sfenoide, parte posteriore delle vertebre, ossicini orecchio medio... epifisi, alle estremità metafisi, dove l'osso si assottiglia e cresce in lunghezza diafisi, la porzione centrale, lunga e sottile In sezione, l osso è costituito da: spongiosa (parte interna spugnosa e reticolare che contiene il midollo osseo, dove si formano le cellule del sangue); compatta: (parte esterna dura, più consistente nella diafisi). Osso lungo (femore) 1

2 Nomenclatura delle ossa Testa Cranio Calotta cranica: 1 frontale, 2 parietali, 2 temporali, 1 occipitale, parte dello sfenoide Base cranica: in buona parte formata dallo sfenoidale, parte dell'occipitale e dei temporali Faccia: 2 zigomatici, mascellare superiore, 2 nasali, mandibola e altre piccole ossa Arti superiori e inferiori (in senso prossimo-distale) Arti superiori Omero Radio (verso il pollice) e Ulna (verso il mignolo) Carpo (8 ossicini) Metacarpo (5 ossa) Falangi (5), Falangine (5) e Falangette (4) Arti inferiori Femore Rotula o Patella (tra femore e tibia) Tibia (anteriore) e Perone o Fibula (posterolaterale) Tarso (7 ossa) Metatarso (5 ossa) Falangi, Falangine e Falangette Colonna vertebrale o spina dorsale È la struttura portante su cui si inseriscono le coste e il capo. È composta da vertebre, intercalate dai dischi intervertebrali fatti di cartilagine e materiale fibroso, che le conferiscono una certa elasticità e consentono piccoli movimenti tra le vertebre. Le vertebre si suddividono in 5 tipi: 7 cervicali (collo) 12 toraciche o dorsali (ognuna porta un paio di coste) 5 lombari 5 sacrali (saldate nell'osso sacro) 3-4 coccigee (residuo di coda). Sul piano sagittale le curvature sono fisiologiche, se non eccessivamente pronunciate: lordosi (convessità anteriore) nel tratto cervicale e in quello lombare cifosi (convessità posteriore) nel tratto toracico Sul piano frontale la colonna deve apparire diritta; eventuali curvature (scoliosi sinistro o destroconvesse) hanno significato patologico. 2

3 Torace Il torace è delimitato anteriormente dallo sterno (osso piatto), lateralmente da 12 paia di coste e posteriormente dal tratto toracico della colonna. Delle coste 10 paia sono attaccate direttamente o indirettamente allo sterno, mentre 2 paia sono dette fluttuanti. Fanno parte del torace anche le clavicole (anteriori, collegate allo sterno) e le scapole (posteriori), articolate a loro volta con gli omeri. Cingolo scapolare (toracico) Formato dalle clavicole e dalle scapole, articola il tronco con gli arti superiori. Cingolo pelvico (Bacino) È formato da tre coppie di ossa collegate in modo da formare un anello rigido: 2 ossa iliache (lateralmente), 2 ossa ischiatiche (in basso e posteriormente), 2 ossa pubiche (anteriormente). L'anello è chiuso posteriormente dall'osso sacro con l'articolazione sacro-iliaca. 2. Le articolazioni L articolazione è il punto di incontro tra due o più ossa, con l interposizione di tessuto fibroso, o di cartilagine, o di una cavità, sostenuta da una struttura più complessa (capsula e ligamenti). Da un punto di vista funzionale distinguiamo articolazioni: fisse (sinartrosi), che legano i capi ossei impedendone il movimento (cranio, bacino) semimobili (anfiartrosi), che legano tramite legamenti interossei due superfici articolari (ad esempio quelle intervertebrali, ricoperte da cartilagine e con l interposizione di un disco cartilagineo che funge da ammortizzatore), permettendo soltanto movimenti limitati mobili (diartrosi), che permettono un ampio range di movimento, in una o più direzioni dello spazio (ginocchio, spalla, dita...). I nostri movimenti sono mediati soprattutto dalle articolazioni mobili: si pensi all articolazione della spalla (art. scapolo-omerale) o a quella dell anca (art. coxo-femorale). A questo livello i capi articolari, cioè le estremità delle due ossa che fanno parte dell articolazione, scorrono l uno sull altro 3

4 grazie alla cartilagine che ne permette lo scivolamento e alla capsula articolare, un manicotto che ha funzione di contenimento e secerne un liquido lubrificante (detto sinovia). I legamenti e i muscoli, infine, concorrono a mantenere salda l articolazione. Nome funzionale Nome strutturale Grado di movimento Esempio sinartrosi fibrosa fissa cranio anfiartrosi cartilaginea poco mobile vertebre diartrosi sinoviale molto mobile spalla Le sinartrosi (articolazioni immobili) si dividono in: sinostosi: tramite tessuto osseo (movimento nullo, come nel cranio adulto). sincondrosi: tramite tessuto cartilagineo denso (movimento scarso, come nelle prime costole) sindesmosi o sinfimbrosi: tramite tessuto connettivo fibroso (movimento limitato, come nella sinfisi pubica). Le articolazioni mobili e semimobili si differenziano per la forma e per i movimenti consentiti. ARTRODIE Movimenti permessi: semplice scorrimento Le artrodie, che uniscono le ossa del carpo nella mano e del tarso nel piede, permettono soltanto piccoli movimenti di scivolamento. Superfici ossee piatte si limitano a scorrere l'una sopra l'altra per consentire minimi movimenti. Le ossa carpali, per esempio, scivolano tra di loro durante i movimenti della mano. Hanno il compito di ammortizzare gli urti. Ulteriori esempi: articolazioni costo-vertebrali. TROCLEOARTROSI (ginglimi angolari) Movimenti permessi: flesso/estensione Le superfici articolari che si affrontano, hanno forma di segmento di cilindro, di cui uno, a gola concava (troclea) si inserisce nella faccia convessa dell'altro. Gli assi dei cilindri sono ortogonali (ad angolo retto). Il movimento avviene in un piano secondo un solo asse (uniassiale), come una porta nel cardine. Esempio: gomito, ginocchio TROCOIDI (ginglimi laterali/paralleli) Movimenti permessi: pronazione e supinazione Le due superfici articolari, hanno forma di segmento di cilindro, di cui uno, a gola concava (troclea), si inserisce nella faccia convessa dell'altro. Gli assi dei cilindri sono paralleli. E' un articolazione uniassiale. Esempio: tra il capitello del radio e l'ulna (articolazione radioulnare prossimale). 4

5 A SELLA o PEDARTROSI Movimenti permessi: flessione estensione, adduzione abduzione, circonduzione Sono articolazioni costituite da due superfici aventi ognuna due curvature, una concava e l'altra convessa. Esempio: tra il carpo ed metacarpo del pollice; tra lo sterno e la clavicola. CONDILARTROSI Movimenti permessi: flessione estensione, adduzione abduzione, circonduzione Sono articolazioni costituite da due superfici elissoidali, di cui una piena (condilo) è ospitata in un altra convessa (cavità condiloidea). Esempio: tra il radio e il carpo; tra il metacarpo e le falangi; l'articolazione del ginocchio; articolazione temporo-mandibolare. ENARTROSI Movimenti permessi: flessione estensione, adduzione abduzione, circonduzione, intra ed extrarotazione Sono articolazioni costituite da un capo articolare simile ad una sfera piena (testa) ospitato in una cavità articolare a forma di sfera cava. I movimenti si effettuano lungo tutti e tre gli assi fondamentali (sagittale, trasverso e verticale) Sono le articolazioni più mobili del corpo umano. Esempio: articolazione dell'anca (coxo-femorale); articolazione scapolo-omerale. I ligamenti stabilizzano le articolazioni, fissandole in determinate posizioni e rendendo possibili i movimenti solo in certe direzioni ed entro certi limiti. 2. Sistema muscolare I muscoli sono deputati al movimento del corpo o di alcune sue parti, ma anche al mantenimento di svariate funzioni vitali, come la circolazione sanguigna, la respirazione e la digestione. Le cellule dei muscoli hanno la possibilità di contrarsi (ridursi in lunghezza) e rilassarsi (ritornare alla lunghezza iniziale) in risposta a stimoli di varia natura (nervosa ed ormonale); questo alternarsi coordinato di eventi dà origine al movimento. 5

6 La contrazione del muscolo deriva dalla sua capacità di convertire l'energia chimica in energia meccanica attiva; una parte non trascurabile di questa energia (45% circa) viene dispersa sotto forma di calore. Le cellule muscolari "bruciano" i substrati energetici ottenendo energia ma anche prodotti di rifiuto, il cui principale è l'acido lattico, la cui produzione, proporzionale all'intensità e alla durata della contrazione, raggiunta una soglia limite interferisce con l'attività muscolare e provoca la fatica muscolare. La stragrande maggioranza dei muscoli è pari (due bicipiti, due quadricipiti, due glutei ecc.), ma ne esiste anche qualcuno impari, ad esempio il diaframma, muscolo striato involontario ma controllabile con la volontà, che permette la respirazione e favorisce la defecazione. Muscoli striati e muscoli lisci Sulla base delle caratteristiche istologiche e fisiologiche il tessuto muscolare viene suddiviso in tessuto muscolare liscio e tessuto muscolare striato (interessato nei movimenti volontari). MUSCOLO LISCIO STRIATO SCHELETRICO MIOCARDICO Controllo Involontario Volontario Involontario Localizzazione Pareti degli apparati della vita vegetativa: vasi sanguigni, organi cavi, globi oculari, bulbi piliferi Muscolatura scheletrica e di organi come il bulbo oculare e la lingua Di norma ha inserzione scheletrica tramite tendini Cuore Funzioni Spingere materiali dentro e fuori dal corpo Movimento volontario Mantenimento posturale Continuità e ritmicità della contrazione cardiaca Struttura Fibre lisce Fibre striate (bande chiare e scure) Intermedia Contrazione Lenta, prolungata, efficiente Rapida e intensa Caratteri specifici Fatica no si no I muscoli striati sono formati da: fascia connettivale che rappresenta lo strato esterno del muscolo definendone la forma; fasci muscolari, ognuno dei quali contiene un numero considerevole di fibre muscolari con capacità di contrarsi in modo autonomo, accorciando un numero variabile di fibre, in funzione della forza che si deve esercitare; tendini, costituiti da fasci di tessuto connettivale che permettono l inserzione del muscolo all osso. Compongono i muscoli fibre bianche (adatte a sostenere sforzi brevi e intensi) e fibre rosse (adatte a sostenere sforzi lunghi e non massimali), che si trovano in maggioranza in muscoli (come quelli del tronco) che ci permettono di stare in piedi o seduti per lungo tempo. Ogni qualvolta eseguiamo un movimento utilizziamo diversi muscoli, che possono essere considerati in rapporto al movimento: 1. agonisti, che producono il movimento vero e proprio; 2. sinergici, che aiutano l azione degli agonisti; 3. antagonisti, che per non opporsi al movimento si devono lasciare stirare passivamente. Ad esempio, nella flessione del avambraccio sul braccio il muscolo bicipite (agonista) svolge l azione principale, il tricipite (antagonista) per permettere il movimento, si deve rilassare. Il tono posturale risulta dall azione contemporanea di muscoli agonisti e antagonisti; altrettanto dicasi per i movimenti che si svolgono con un flusso legato. Nei movimenti che avvengono con un flusso libero, invece, l azione dei muscoli agonisti si accompagna al rilassamento degli antagonisti. Distinguiamo tre modalità di contrazione: 1. isotonica o concentrica (i muscoli contraendosi diminuiscono la loro lunghezza); 2. eccentrica (il muscolo pur contraendosi si allunga, come nelle fasi di opposizione alla forza di gravità, in cui molti muscoli, pur contraendosi al fine di esercitare un azione frenante, vengono stirati dal peso del corpo); 3. isometrica (il muscolo si contrae ma non si verifica né allungamento né accorciamento). 6

7 I muscoli non sono mai in uno stato di totale riposo, ma possiedono sempre uno stato di contrazione minima detto tono muscolare. La tonicità dei muscoli non rientra sotto il controllo della nostra volontà. Distinguiamo una tonicità antigravitaria, che ci consente di mantenere diverse posture, un tono vestibolare, che contribuisce al mantenimento dell equilibrio, e un tono direzionale, che riguarda l orientamento della testa. Movimenti in rapporto ai piani del corpo Rispetto al piano sagittale (che divide il nostro corpo in due parti simmetriche, destra e sinistra), la flessione allontana i segmenti corporei dalla posizione, l estensione è il movimento di ritorno nella direzione opposta. Rispetto al piano frontale (che divide il nostro corpo in una parte anteriore e una posteriore), l abduzione allontana un segmento dalla linea mediana, l adduzione lo avvicina. Rispetto al piano orizzontale (che divide il corpo in una parte superiore e una parte inferiore), abbiamo movimenti di torsione e rotazione intorno all asse verticale. La circonduzione descrive una sequenza complessa di movimenti di flessione, abduzione ed e- stensione: il segmento descrive un cono di movimento il cui apice corrisponde all articolazione. In rapporto alla loro funzione i muscoli delle estremità si distinguono quindi in: flessori ed estensori abduttori e adduttori pronatori (rivolgono il palmo all'ingiù) e supinatori (lo rivolgono all'insù) rotatori interni o esterni. Per unità locomotoria si intende la più piccola parte di apparato locomotore in grado di fornire un movimento: un'articolazione, le due ossa che la formano e un muscolo con i relativi tendini. Descriviamo adesso alcuni muscoli di particolare importanza nell economia kinesiologica globale. MUSCOLI CHE MOBILIZZANO IL BUSTO Gran dorsale a) estensione (tratto dorsale inferiore e lombare). b) retroposizione. c) abbassamento e adduzione (sul piano frontale); d) rotazione interna; e) estensione orizzontale; f) abbassamento e retroposizione (sul piano sagittale). Adduce la scapola e la ruota internamente Dentato posteriore inferiore a) estensione (tratto dorsale inferiore); b) inclinazione laterale (tratto dorsale inferiore). Agisce anche nella espirazione forzata tirando in basso e in fuori le costole in agonismo con gli addominali. Interspinali BUSTO a) estensione. Multifidi BUSTO b) rotazione (tratto toracico e cervicale) Dentato posteriore superiore Agisce nella inspirazione forzata sollevando la seconda, terza, quarta e quinta costola. Intertrasversari BUSTO b) inclinazione laterale. Quadrato dei lombi a) estensione (tratto lombare); b) inclinazione laterale (tratto lombare); Abbassa la dodicesima costola. 7

8 Sacrospinale (o Massa comune) Si suddivide in: - Lunghissimo del dorso - Lunghissimo del collo - Lunghissimo del capo - Ileocostale BUSTO b) inclinazione laterale; CAPO E COLLO c) estensione; d) inclinazione laterale. Semispinali Si suddividono in: - Semispinali del collo - Semispinali del capo. DORSO E COLLO a) estensione del dorso e del collo; b) inclinazione laterale del dorso e del collo. CAPO E COLLO c) estensione del capo e del collo; d) inclinazione laterale del capo e del collo. Scaleni Si suddividono in: - Scaleno anteriore - Scaleno medio - Scaleno posteriore. COLLO a) inclinazione in avanti (Scaleno anteriore e medio); b) inclinazione laterale (Scaleno anteriore, medio e posteriore). Agiscono anche nella inspirazione forzata sollevando la prima e seconda costola. Splenio - del collo - del capo. b) inclinazione laterale; c) rotazione (Splenio del capo). Spinali del dorso, del collo e del capo BUSTO: b) inclinazione laterale. Se agiscono solo gli Spinali del dorso sia l'estensione che l'inclinazione laterale si realizzano solo nella regione media e inferiore del dorso. CAPO E COLLO c) estensione (Spinali del capo e del collo); d) inclinazione laterale (Spinali del capo e del collo). Gli Spinali del capo effettuano anche il movimento localizzato di sola estensione e di inclinazione laterale del capo. Retto dell addome b) inclinazione laterale. Agisce anche nella espirazione forzata abbassando le costole. Obliquo esterno e interno (o grande e piccolo obliquo) b) inclinazione laterale; c) rotazione. Agisce anche nella espirazione forzata abbassando le costole. Trasverso dell'addome a) rotazione. Agisce come espiratore abbassando le costole. Interviene anche nella espirazione forzata. Psoas iliaco : b) adduzione; c) rotazione esterna; : d) inclinazione laterale (tratto lombare). MUSCOLI CHE MOBILIZZANO IL CAPO, LE SPALLE E LE BRACCIA Sternocleidomastoideo CAPO: b) inclinazione laterale; c) rotazione. : sollevamento. Interviene anche nell inspirazione forzata agendo sulla clavicola e sul manubrio dello sterno. 8 Elevatore della scapola a) sollevamento. COLLO b) estensione; c) inclinazione laterale. Trapezio : a) abbassamento (fasci inferiori); b) sollevamento (f. superiori); c) retroposizione (f. medi). d) elevazione sul piano frontale ( ); e) elevazione sul piano sagittale ( ). In ambedue i movimenti, insieme al Gran dentato consente, ruotando la scapola, di elevare il braccio in alto. CAPO Prendendo punto fisso sulla scapola: f) estensione; g) inclinazione laterale. Agisce anche come inspiratore innalzando le costole.

9 Deltoide a) anteposizione (f. anteriori); b) retroposizione (f. posteriori). c) abduzione (fino a 90 ); d) anteposizione (fino a 60, f. anteriori); e) retroposizione (f. post.) f) flessione orizzontale (f. ant.) g) estensione orizzontale da avanti in fuori (f. post.); h) rotazione interna (fasci anteriori); i) rotazione esterna (fasci posteriori). Gran dorsale a) estensione (tratto dorsale inferiore e lombare. b) retroposizione; c) abbassamento e adduzione (sul piano frontale); d) rotazione interna; e) estensione orizzontale (da braccio avanti lo porta in fuori); f) abbassamento e retroposizione (sul piano sagittale). Adduce la scapola e la ruota internamente in maniera indiretta. Gran pettorale a) anteposizione; b) abbassamento. c) adduzione (fasci inferiori); d) adduzione sul piano sagittale (fasci inferiori); e) anteposizione fino a circa 60 (fasci superiori); f) rotazione interna; g) flessione orizzontale (da in fuori a avanti). Bicipite brachiale AVAM b) supinazione (se si trova in pronazione). c) estensione orizzontale (da in fuori a avanti). Grande rotondo a) adduzione (piano frontale); b) abbassamento (piano sagittale); c) retroposizione; d) rotazione interna; e) estensione orizzontale (da avanti in fuori). Sopraspinato a) abduzione; Gran dentato ( D. anteriore) a) abbassamento; b) anteposizione. c) elevazione. Insieme al Trapezio (fasci superiori e inferiori) consente, ruotando la scapola, di elevare il braccio in alto sul piano frontale (da 90 a 150 ). d) come c) ma sul piano sagittale (da 60 a 120 ). Nell inspirazione forzata innalza le costole. Romboide (Grande e piccolo) Ambedue agiscono nel: a) sollevamento; b) retroposizione. La loro debolezza favorisce il distacco delle scapole dalla gabbia toracica (scapole alate). Piccolo pettorale a) abbassamento; b) anteposizione. Agisce anche nella inspirazione forzata sollevando le costole. Coracobrachiale a) anteposizione; b) adduzione; c) estensione orizzontale (da in fuori a avanti). Piccolo rotondo a) estensione orizzontale (da a- vanti lo porta in fuori); Sottospinato a) estensione orizzontale (da a- vanti in fuori); Sottoscapolare a) adduzione (f. inf.) b) rotazione interna. Tricipite brachiale AVAM a) estensione. b) adduzione (capo lungo); c) abbassamento sul piano sagittale (capo lungo). 9

10 Bicipite brachiale Brachiale anteriore AVAM b) rotazione esterna (supinazione) se si trova in pronazione. c) estensione orizzontale (da in fuori a avanti). Flessore ulnare del carpo AVAM MANO b) flessione; c) adduzione. Flessore superficiale delle dita AVAM MANO b) flessione. DITA c) flessione (eccetto il pollice). AVAM Estensore lungo del pollice AVAM a) rotazione esterna (supinazione). MANO b) estensione; c) abduzione. DITA d) abduzione del pollice; e) estensione del pollice. Grande palmare (Flessore radiale del carpo) AVAM b) rotazione interna. MANO c) flessione. Lungo supinatore (o Brachioradiale) AVAM Palmare lungo AVAM MANO b) flessione. Pronatore quadrato Pronatore rotondo AVAM a) rotazione interna (pronazione). AVAM b) rotazione interna. Supinatore breve AVAM - rotazione esterna (supinazione). Estensore lungo del pollice AVAM a) rotazione esterna (supinazione). MANO b) estensione; c) abduzione. DITA d) abduzione del pollice; e) estensione del pollice. Altri muscoli che mobilizzano l avambraccio e la mano Abduttore lungo del pollice, Estensore breve del pollice, Estensore comune delle dita, Estensore radiale lungo e breve del carpo (o 1 e 2 Radiale esterno), Flessore lungo del pollice, Flessore profondo delle dita, Cubitale posteriore (o Estensore ulnare del carpo) 10

11 MUSCOLI CHE MOBILIZZANO LA E LA Bicipite femorale b) estensione (capo lungo); c) rotazione esterna (capo lungo). Plantare gracile Gemelli (o Gastrocnemio) PIEDE a) estensione (flessione plantare). b) flessione. Nella estensione del piede agiscono insieme al Soleo con il quale formano il Tricipite surale. Soleo PIEDE a) estensione (flessione plantare). b) flessione; c) rotazione interna (a gamba flessa). PIEDE Estensione (flessione plantare). Agisce insieme ai Gemelli formando il Tricipite surale. Gracile (o Retto interno) b) rotazione interna (a gamba flessa); c) adduzione. Inoltre, flette lievemente la coscia. Popliteo Sartorio b) flessione; Plantare gracile PIEDE a) estensione (flessione plantare); b) flessione; c) rotazione interna (a gamba flessa). c) rotazione esterna (portando la coscia in dentro). Quadricipite femorale È composto da: - Vasto laterale - Vasto intermedio - Vasto mediale - Retto anteriore (biarticolare) b) flessione (Retto anteriore). Effettua anche una e lieve adduzione della coscia. Semimembranoso Tensore della fascia lata b) abduzione; c) rotazione interna. Semitendinoso b) estensione; c) adduzione e leggera rotazione in dentro. Breve adduttore (o 2 Adduttore) a) adduzione; b) flessione; c) rotazione esterna. Gemello superiore e Gemello inferiore a) rotazione esterna; b) adduzione; c) estensione (parziale). b) estensione; c) adduzione e leggera rotazione in dentro. Grande adduttore (o 3 Adduttore) a) adduzione; b) estensione; c) rotazione esterna (fascio posteriore). Grande gluteo b) adduzione; c) rotazione esterna. 11

12 Medio gluteo a) abduzione; b) rotazione esterna (fasci posteriori). Otturatore esterno a) adduzione; Pettineo b) adduzione; c) rotazione esterna. Piriforme b) adduzione; c) rotazione esterna. Lungo adduttore (o 1 Adduttore) a) adduzione; b) flessione; c) rotazione esterna. Otturatore interno a) adduzione; Piccolo gluteo a) abduzione; b) rotazione interna (fasci anteriori); c) rotazione esterna (fasci posteriori). Quadrato femorale Altri muscoli che mobilizzano il piede Estensore lungo dell alluce Estensore lungo delle dita Flessore breve delle dita Flessore lungo dell alluce Flessore lungo delle dita Pedidio (o Estensore breve delle dita) Peronei (lungo anteriore breve)tibiali (anteriore e posteriore) 2.1 I tendini Collegano i muscoli alle ossa. Sono molto resistenti ma poco riforniti di sangue, per cui se si rompono impiegano molto tempo a guarire. Le borse tendinee e articolari sono delle sacche contenenti del liquido come quello sinoviale, poste tra osso e tendine o sopra le articolazioni in luoghi dove ci può essere uno sfregamento notevole con il movimento e servono a diminuirlo il più possibile (p.es. borse prepatellari, o del gomito). 12

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