Dirigente Scolastico I.C. di Scigliano, Sindaco del comune di Colosimi, autorità Lions, civili e religiose,

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1 Illustri Dirigente Scolastico I.C. di Scigliano, Sindaco del comune di Colosimi, autorità Lions, civili e religiose, gentili professori, operatori della scuola, genitori, cari ragazzi, gentili ospiti, saluto tutti con cordialità e a ognuno porto i saluti della FIDAPA di Soveria Mannelli; subito vi esprimo il mio ringraziamento per l organizzazione di questo evento, che conferma la crescente attenzione di un argomento di grande impatto a livello nazionale e internazionale e che la FIDAPA, Federazione Donne arti Professioni Affari, ha tra le priorità della sua mission, volendo perseguire come obiettivi più importanti, oltre alla promozione della cultura e alla conservazione della natura e dell ambiente, la promozione familiare, sociale, lavorativa, politica della donna, e la difesa dei diritti umani, soprattutto dei diritti delle donne e dei bambini. Ora, la violenza contro le donne lede i diritti umani (il diritto alla vita, il diritto alla libertà), perché mette in secondo piano la dignità di essere umano della donna. La giornata di oggi, giornata internazionale per l eliminazione della violenza sulle donne, è una ricorrenza istituita dall Assemblea delle Nazioni unite il 17 dicembre La data del 25 novembre fu scelta in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle MIRABAL, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l impegno con cui tentarono di contrastare il regime di Rafael Trujillo, il dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell arretratezza per oltre 30 anni. Il 25/11/1960 le tre sorelle Mirabal si recano a far visita ai loro mariti in prigione, vengono bloccate per strada da Agenti del Servizio di informazione militare. Condotte in un luogo nascosto, torturate, massacrate a colpi di bastone e strangolate per essere poi gettate in un precipizio, a bordo della loro auto, per simulare un incidente. La storia delle tre sorelle Mirabal, la storia e le vite spezzate delle donne e delle fanciulle di tutti i Paesi del mondo stanno facendo via via emergere in tutti noi una 1

2 nuova consapevolezza del fenomeno della violenza contro le donne (violenza di genere), che è uno dei fenomeni più nascosti; è considerato come punta dell iceberg dell esercizio di potere e controllo dell uomo sulla donna. E un fenomeno che ha origini lontane, ma che negli ultimi tempi ha assunto tremendi modi di manifestarsi e una visibilità crescente. Dal recente rapporto dell OMS emerge con drammatica chiarezza che il 35% della popolazione femminile mondiale ha subito una qualche forma di violenza durante il corso della propria vita e che il 70% delle donne che hanno subito violenza la subiscono dal proprio partner. In quest'anno 2016, da fonti televisive, apprendiamo che in Italia ad oggi sono morte di femminicidio oltre cento donne, per il solo fatto di essere donne. Dietro queste morti ci sono uomini, mariti, fidanzati, padri a volte e fratelli. La violenza di genere sta acquisendo la dimensione di una mattanza, è un fatto sociale. A questa violenza è necessario opporci con interventi di promozione della cultura di genere nel mondo dell Istruzione, attraverso un opera di sensibilizzazione delle nuove generazioni, che ricada sulla famiglia, sulle modalità di linguaggio e sui Media (come costruttori della realtà sociale). Accettare la violenza sulle donne è rinnegare il futuro. L uguaglianza di genere, che dobbiamo promuovere, non è un favore concesso alle donne, è un atteggiamento mentale e culturale che deve diventare comportamento quotidiano di rispetto nelle relazioni tra uomini e donne. Parlarne oggi, ma non solo oggi, ha l obiettivo di farci prendere coscienza della necessità di una svolta, di una trasformazione culturale e sociale. Svolta che richiede l impegno a livello politico e l impegno individuale e collettivo di noi tutte, perché noi donne scontiamo ancora oggi antichi retaggi culturali ed economici. Basti pensare che per millenni noi donne siamo state considerate un oggetto. Già nel diritto romano, il possesso del padre sulla figlia passava col matrimonio di questa al marito. E ricordiamoci che in Italia è solo nel 1946 (70 anni fa) che noi donne votiamo per la prima volta. Prima di questa data, eravamo ritenute inabili al voto. E la resistenza che ci ha permesso di ottenere il diritto di voto; veramente ce lo siamo conquistato, perché all interno della resistenza, noi donne abbiamo avuto un ruolo importante fondamentale di staffetta, messaggera, medico, combattente. E ricordiamoci anche che in Italia è solo nel 1981 che sono stati aboliti il matrimonio riparatore e il delitto d onore. Il reato di stalking è stato introdotto solo da pochi anni, nel Ed è stato un grosso passo avanti. (Il reato di stalking non è però 2

3 perseguibile d ufficio: c è bisogno di una denuncia e la denuncia non è ritrattabile). Ne 2013 è stato introdotto il reato di femminicidio. Il percorso, legale e culturale, dovrà ancora continuare perché le discriminazioni contro noi donne continuano. La violenza maschile contro noi donne ha terribili conseguenze per la salute e il benessere individuale così come per lo sviluppo sociale ed economico. La violenza più diffusa, al contrario di quanto si pensa, è quella che avviene all interno delle mura domestiche. La violenza domestica consiste in una serie continua di azioni diverse, ma tutte caratterizzate da uno scopo comune: il dominio e il controllo da parte di un partner sull altro, attraverso violenza fisica, psicologica, economica, sessuale, socio-culturale e, nelle forme più gravi, attraverso lo stalking, che spesso sfocia nel femminicidio. In alcuni contesti di ruoli di genere, di valori e credenze, le gerarchie del potere tra donne e uomini, ma anche tra gli uomini e tra le donne, non solo rendono la violenza di genere un comportamento possibile, ma in alcuni casi, creano un ambiente in cui la violenza di genere viene tollerata e accettata. (Pensiamo alle spose bambine dell India o dell Africa che vengono promesse a uomini di 40 o 50 anni). Il comportamento controllante messo in atto dall uomo nei confronti della donna, da cui generalmente è stato rifiutato, prende il nome di stalking. Le condotte dello stalker sono subdole, intenzionali a far sentire la donna braccata, non libera. Lo stalker è un regista eccezionale: predispone l intimidazione, l aggressione, le fasi di riappacificazione e, alla fine, l omicidio, se la vittima non ha avuto il coraggio, l intelligenza e/o la possibilità di denunciare, chiedendo aiuto. Modalità d azione che emerge chiaramente dalla pagina che desidererei leggervi. Da Il veleno e la medicina di Alberto Micelotta: Dopo qualche giorno senza parlarmi, un gesto gentile da parte mia, un sorriso e mia moglie decise di perdonarmi. Io mi sono sentito amato e ci abbiamo messo una pietra sopra. Mia moglie mi amava davvero. Era disposta a passare sopra le mie mostruosità. Come potevo non sentirmi amato? Chi ti ama davvero ama i tuoi difetti. Si dice così, no? I social network sono pieni di frasi di questo genere. Ma, a me, dopo un po non bastava più. 3

4 Litigammo ancora e mia moglie, esausta, volle chiamare un amico che facesse da paciere, che potesse mediare. Presi il cellulare col quale stava per chiamare e lo ridussi un mille pezzi. Lei si chiuse nella camera da letto, io bussavo, le gridavo di uscire, la accusavo di non amarmi più e di voler distruggere il nostro matrimonio e contemporaneamente le chiedevo scusa, le promettevo che non avrei mai più esagerato in quel modo, piangevo e ringhiavo allo stesso tempo di rabbia e pentimento, di odio e dispiacere. Passarono alcuni giorni, qualcuno in più delle volte precedenti. Poi però la routine riprese il suo corso, lei divenne sempre meno guardinga e piano piano si fece nuovamente strada la possibilità di parlare di perdono. Ero diventato di nuovo gentile, ero pentito. Sembravo consapevole degli eccessi raggiunti, e in quel momento forse lo ero. Lei mi perdonò, io mi sentii amato e decidemmo di metterci una pietra sopra. La volta successiva fu l ultima volta prima del martello. Una nuova lite, una nuova discussione interminabile, di nuovo le mie grida, i miei pugni ai muri e poi uno spintone. Lei cadde a terra. Non avvenne altro. Il primo atto di violenza fisica contro di lei. Il suo sguardo era cambiato. Come se non mi riconoscesse più. Eppure, tempo dopo, dopo un tempo di gelo e silenzi. Di camere separate, di pranzi e cene separate, dopo una distanza più eloquente di qualsiasi addio, lei mi perdonò. Io mi sentii amato, di nuovo, finalmente, di più. Solo che questa volta il suo era il perdono di chi ha deciso di andare via. Iniziò, cautamente, a parlarmi di separazione e io reagii con calma, con dispiacere, ma con calma. Non se lo aspettava. Ne rimase stupita. Io volevo che le cose andassero lentamente. Volevo avere il tempo. Sì, perché dentro di me era subito comparsa quella frase che accompagna le notizie di femminicidio: O con me o con nessun altro. E sebbene mia moglie non mi stesse lasciando per qualcun altro, l idea che non volesse più me, che non si sarebbe più presa cura di me, mi rendeva rabbiosamente lucido e vendicativo. La mia reazione, quasi rassegnata all apparenza, mi diede il tempo. Per settimane le cose andarono serenamente, tanto che avevo la netta sensazione che il dubbio di volerci provare un ultima volta stesse prendendo il posto della determinazione a lasciarmi. Finché non arrivò il martello, il sangue, i soccorsi giunti troppo in fretta, la condanna (Alberto Micelotta) La violenza di genere ha numeri spaventosi. E possibile arginare il fenomeno? Come? Chi? con quali strumenti? Le domande sono tante. Le risposte sono poche, ad oggi. 4

5 Sicuramente occorre intervenire con azioni che promuovano il rispetto della vita e della libertà morale, incentivando anche nella comunicazione familiare un comportamento e un linguaggio che sappiano favorire un equilibrio tra ruolo maschile e ruolo femminile. Occorre promuovere la cultura di genere anche nel mondo dell Istruzione. L Istituzione scolastica gioca un ruolo predominante nel contrasto agli stereotipi di genere, alla base della violenza contro le donne. È indubbio che occorre un grande lavoro di educazione e formazione in materia di diritti umani. L obiettivo è di rendere la discriminazione e le violenze contro donne e fanciulle inaccettabili culturalmente e socialmente. Dobbiamo lavorare insieme per questo: lo dobbiamo a tutti noi, ma soprattutto alle vittime e alle sopravvissute di una violenza che è di portata globale. 5