AGGIORNAMENTO DELLE MODALITA DI FUNZIONAMENTO DEL CENTRO FUNZIONALE DECENTRATO DELLA REGIONE DEL VENETO

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1 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 1/1 Centro Funzionale Decentrato AGGIORNAMENTO DELLE MODALITA DI FUNZIONAMENTO DEL CENTRO FUNZIONALE DECENTRATO DELLA REGIONE DEL VENETO DEFINIZIONE DEL SISTEMA DI ALLERTA REGIONALE PER LA GESTIONE DEI PRINCIPALI RISCHI NATURALI AI FINI DI PROTEZIONE CIVILE ED IN PARTICOLARE PER LA PREVISIONE, IL MONITORAGGIO E LA SORVEGLIANZA DELLE SITUAZIONI DI RISCHIO IDRAULICO, GEOLOGICO E VALANGHIVO GABINETTO DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE UNITA DI PROGETTO PROTEZIONE CIVILE SEGRETERIA PER L AMBIENTE DIREZIONE DIFESA DEL SUOLO

2 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 2/1 INDICE 1. FINALITÀ DEL DOCUMENTO ITER NORMATIVO PER LA COSTITUZIONE DEL CFD Riferimenti normativi STRUTTURE COINVOLTE NEL CENTRO FUNZIONALE DELLA REGIONE DEL VENETO Aree Funzionali per i rischi geologico, idraulico e valanghivo Schema di funzionamento del sistema di allerta regionale Compiti espletati dall Unità di Progetto Protezione Civile Compiti espletati dalla Direzione Regionale Difesa del Suolo Compiti espletati da ARPAV DRST Presidi territoriali idraulici e geologici MODALITA DI FUNZIONAMENTO DEL CENTRO FUNZIONALE MODALITA DI PRESIDIO DELLA SALA OPERATIVA Co.R.Em RISCHIO IDRAULICO Zone omogenee di allerta e relative soglie per rischio idraulico Livelli di allerta e scenari di rischio idraulico RISCHIO GEOLOGICO Zone omogenee di allerta e relative soglie per rischio geologico Livelli di allerta e scenari di rischio geologico criticità per rischio geologico dovute ai temporali intensi RISCHIO VALANGHE Zone omogenee di allertamento Definizione della criticità per il rischio valanghe ALTRI FENOMENI GESTITI DAL CFD Rischio incendi boschivi Rischio temporali intensi Rischio neve Rischio vento forte Terremoti DOCUMENTI INFORMATIVI DEL CENTRO FUNZIONALE Bollettini previsionali...42

3 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 3/ Avvisi di criticità per rischio idraulico, geologico e valanghivo Bollettino di nowcasting Messaggi di allerta della struttura regionale di protezione civile VALIDAZIONE, ASSEVERAZIONE E DIFFUSIONE DEI DOCUMENTI INFORMATIVI Validazione dei documenti Asseverazione dei documenti Diffusione dei documenti...52 ALLEGATI ALLEGATO A1a BOLLETTINO METEOROLOGICO REGIONALE ALLEGATO A1b ATTENZIONE METEO ALLEGATO A1c AVVISO DI CONDIZIONI METEO AVVERSE ALLEGATO A2a DOLOMITI NEVE E VALANGHE ALLEGATO A2b AVVISO DI CRITICITA VALANGHE ALLEGATO A2c AGGIORNAMENTO AVVISO DI CRITICITA VALANGHE ALLEGATO A2d AVVISO DI CESSATA CRITICITA VALANGHE ALLEGATO A3a BOLLETTINO DI CRITICITA REGIONALE ALLEGATO A3b AVVISO DI CRITICITÀ IDRAULICA E GEOLOGICA ALLEGATO A3c AGGIORNAMENTO AVVISO DI CRITICITA IDRAULICA E GEOLOGICA ALLEGATO A3d AGGIORNAMENTO AVVISO DI CRITICITA IDRAULICA E GEOLOGICA PER PIU GIORNI ALLEGATO A3e BOLLETTINO TEMPORALI ALLEGATO A4a PRESCRIZIONE PROTEZIONE CIVILE RISCHIO GEOLOGICO IDRAULICO ALLEGATO A4b PRESCRIZIONE PROTEZIONE CIVILE RISCHIO VALANGHE ALLEGATO A4c PRESCRIZIONE PROTEZIONE CIVILE RISCHIO VENTO FORTE ALLEGATO A4d PRESCRIZIONE PROTEZIONE CIVILE RISCHIO NEVE ALLEGATO A4e PRESCRIZIONE PROTEZIONE CIVILE EVENTO SISMICO ALLEGATO A5a ELENCO DEI DESTINATARI ALLEGATO A5b ELENCO DEI COMUNI COMPRESI NELLE DIVERSE ZONE DI ALLERTA ALLEGATO A6 DICHIARAZIONE STATO DI GRAVE PERICOLO PER INCENDI BOSCHIVI ALLEGATO A7a SOGLIE PLUVIOMETRICHE MEDIE AREALI ALLEGATO A7b SOGLIE PLUVIOMETRICHE MASSIME PUNTUALI ALLEGATO A7c SOGLIE IDROMETRICHE ALLEGATO A8 CRITERI PER L EMISSIONE DI SEGNALAZIONI METEO PER NEVE ALLEGATO A9a CRITERI PER DEFINIRE LA CRITICITÀ IDRAULICA SU RETE SECONDARIA PER TEMPORALI INTENSI ALLEGATO A9b CRITERI PER DEFINIRE LA CRITICITÀ GEOLOGICA PER TEMPORALI INTENSI ALLEGATO A9c LIVELLI DI ALLERTA PER BORCA DI CADORE ALLEGATO A10 AREE DI ALLERTAMENTO PER RISCHIO GEOLOGICO E RISCHIO IDRAULICO SINTESI E INTEGRAZIONE DEI RISULTATI OTTENUTI DAI GRUPPI DI LAVORO

4 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 4/1 1. FINALITÀ DEL DOCUMENTO A tre anni dall avvio operativo del Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto (nel seguito CFD), in data 02 aprile 2009, è stata ravvisata la necessità di rivedere i contenuti dell Allegato A alla Dgr n. 873 del 31 marzo 2009, in particolare per quanto riguarda la delimitazione delle aree di allertamento per il rischio idraulico e idrogeologico, e i criteri di valutazione della previsione delle criticità. Nel presente documento si sostituisce il termine rischio idrogeologico, sino ad oggi utilizzato in ambito CFD e riferito ai fenomeni gravitativi di versante (frane, colate detritiche,..), con il termine rischio geologico. Per quanto riguarda il rischio idraulico vengono distinti il rischio idraulico sulla rete idrografica principale dal rischio idraulico sulla rete idrografica secondaria (precedentemente considerato in ambito CFD anch esso come rischio idrogeologico). La rete idrografica principale può essere messa in crisi da precipitazioni persistenti in tutto o in parte del bacino idrografico sotteso. Le reti idrografiche secondarie vengono messe in crisi anche da precipitazioni localmente intense. Le reti idrografiche secondarie comprendono i corsi d acqua con bacino idrografico di minore estensione, le reti di bonifica e le reti fognarie. Nelle aree montane e pedemontane, ove, nella gestione del rischio idraulico, non viene distinta la rete principale da quella secondaria, il rischio di crisi delle reti fognarie viene assimilato al rischio geologico. Nell ambito delle attività di previsione e prevenzione dei rischi la Regione Veneto è stata suddivisa in Zone di Allerta, ovvero ambiti territoriali significativamente omogenei contraddistinti da risposte con caratteristiche simili e/o interconnesse, in occasione dell insorgenza di una determinata tipologia di rischio. Le Zone di Allerta sono identificate in funzione di diversi fattori, come ad esempio le possibili tipologie di rischio presenti, il naturale evolversi nello spazio e nel tempo degli eventi e dei relativi effetti, le relazioni ed i vincoli geologici, idrologici, idraulici, infrastrutturali, amministrativi e socio ambientali tra i diversi ambiti territoriali e tra i diversi bacini. Con il presente documento viene adottata una nuova suddivisione del territorio regionale in aree di allerta per rischio idraulico e geologico, che va a sostituire quella definita con D.G.R. 837 del 31/3/2009. Nella citata Dgr n. 873 del 31 marzo 2009, si dava avvio al CFD con lo scopo di supportare il Sistema di Allerta della Regione Veneto per la previsione, il monitoraggio e la sorveglianza delle situazioni di rischio idrogeologico, idraulico e valanghivo. E previsto che il CFD continui ad organizzarsi e ad evolversi sempre più nell ottica della costituzione di un Sistema di Allerta Multirischio assumendo così il ruolo di Centro Funzionale Decentrato Multirischio. Gli allegati alla presente deliberazione sono stati strutturati in modo tale da permettere modifiche e integrazioni compatibili con l evoluzione tecnico organizzativa del CFD, in particolare con riferimento all identificazione di nuovi rischi naturali non ancora trattati. Le eventuali integrazioni e

5 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 5/1 modifiche saranno attuate in ottemperanza alla deliberazione di approvazione del presente documento tecnico. Si ricorda che il sistema di allerta regionale ha il compito di assicurare: una costante attenzione all insorgere di fenomeni naturali avversi; un continuo ed efficace flusso delle informazioni condivisibile tra tutti i soggetti interessati; una tempestiva attivazione dei presidi e degli interventi di protezione e di emergenza; una chiara disciplina dei rapporti funzionali e di collaborazione tra il sistema di protezione civile statale e regionale e gli altri soggetti istituzionali preposti. Tutti i destinatari ed i fruitori delle informazioni diramate attraverso il sistema di allerta regionale verranno informati delle novità introdotte nel presente documento, assicurandone così il corretto recepimento. Al fine di portare a termine la campagna informativa e di mantenere l efficacia del sistema, si prevede l entrata in vigore delle modifiche qui esposte a 120 giorni dall approvazione con Delibera di Giunta del presente documento. Si ricorda che tutti i bollettini, gli avvisi e le Prescrizioni di Protezione Civile emesse dal CFD sono frutto di elaborazioni e considerazioni basate su modelli meteorologici che su aree localizzate possono avere un elevato grado di incertezza sia spaziale sia temporale. Gli Enti territoriali debbono considerare tali bollettini, avvisi e prescrizioni come un indicazione delle criticità previste per la vasta area di allerta a cui afferiscono, senza sottovalutare il fatto che localmente le criticità potrebbero risultare differenti rispetto a quelle previste. Pertanto le autorità locali di Protezione Civile debbono costantemente tenersi aggiornate sui bollettini emessi dal CFD e monitorare costantemente il proprio territorio ai fini di essere pronti ad affrontare delle criticità che, nei territori di propria competenza, potrebbero essere maggiori rispetto a quelle previste. 2. ITER NORMATIVO PER LA COSTITUZIONE DEL CFD La Regione del Veneto, con deliberazione della Giunta Regionale n. 20 in data 18 gennaio 2002, ha aderito all'iniziativa per la realizzazione del progetto "Centri Funzionali" per il monitoraggio meteoidro pluviometrico, nonché per la previsione e l'allerta meteorologica ai fini di protezione civile, coordinata dalla Regione Basilicata sulla base delle specifiche concordate a livello nazionale. Successivamente, in data 10 ottobre 2003, è stata sottoscritta la Convenzione tra la Regione Basilicata, il Dipartimento della Protezione Civile e la Regione del Veneto per la realizzazione del Centro Funzionale Regionale. In data 11 marzo 2004 è stata pubblicata sul Supplemento ordinario n.39 alla Gazzetta Ufficiale n. 59, la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 27 febbraio 2004 recante Indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale, per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile. Secondo la Direttiva la gestione del Sistema di Allerta nazionale è assicurata dal Dipartimento di Protezione Civile e dalle Regioni attraverso la rete dei Centri Funzionali, nonché dalle strutture regionali e dai Centri di Competenza.

6 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 6/1 In data 8 marzo 2005 è stata altresì pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 55 una nuova Direttiva emanata dal Presidente del Consiglio dei Ministri in data 25 febbraio 2005 e relativa ad Ulteriori indirizzi operativi per la gestione organizzativa e funzionale del sistema di allertamento nazionale, statale e regionale, per il rischio idrogeologico ed idraulico ai fini di protezione civile. Ad integrazione degli indirizzi operativi contenuti nei sopra richiamati atti presidenziali, il Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale, con nota prot. n. DPC/PRE/ in data 20 settembre 2005, ha emesso le procedure per la diramazione di previsioni meteorologiche e di criticità, avvisi ed allarmi nel caso di rischio idrogeologico ed idraulico nelle more della costituzione del gruppo tecnico. Con la stessa nota, il Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale ha altresì fornito ulteriori chiarimenti ed approfondimenti per una corretta interpretazione sia degli Indirizzi operativi che delle Procedure allegate. I Centri Funzionali, così come precisato dalla Direttiva del P.C.M., 27 febbraio 2004 nell ambito dei rischi idrogeologico, idraulico e valanghivo, sono organizzati in tre grandi aree funzionali, alle quali possono concorrere per lo svolgimento delle varie funzioni altre strutture regionali e Centri di Competenza. Con Deliberazione di Giunta 27 giugno 2006, n. 2012, Protezione Civile. Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 27/02/2004: attivazione del Centro Funzionale Decentrato Regionale e successive, è stato costituito il Centro Funzionale Decentrato del Veneto modulo rischio idrologico e geologico, dove compiti e competenze sono stati ripartiti tra le strutture regionali competenti ed ARPAV. Successivamente la Giunta Regionale del Veneto, con D.G.R. n del 28 dicembre 2006, ha approvato le procedure operative del Sistema di Allerta regionale ai fini di Protezione Civile, contenute nel Manuale operativo del CFD per il rischio idrogeologico, idraulico e valanghivo allegato e parte integrante della deliberazione stessa. A seguito di detta D.G.R. i Sistema di Allerta Regionale del Veneto si compone di due strutture organizzative: il CFD ed il Coordinamento Regionale in Emergenza (nel seguito Co.R.Em.). Nell ambito del Sistema Regionale di Protezione Civile Il CFD ha il compito di assolvere alle funzione tecnico scientifiche, di supporto alle decisioni e alla gestione dell emergenza ad opera del Co.R.Em. che si avvale anche della Sala Operativa Multirischio Co.R.Em. e AIB COR. Al Co.R.Em., struttura regionale individuata dalla Giunta Regionale con la legge regionale 27 novembre 1984, n. 58, che opera alle dipendenze della U.P. Protezione Civile, compete l espletamento del coordinamento funzionale del Sistema Regionale di Protezione Civile. Con provvedimenti n del 29/07/2008 e n del 8/08/2008 la Giunta Regionale del Veneto ha ridefinito la costituzione del CFD, già stabilita con D.G.R. n. 2012/2006, attribuendo ad ARPAV DRST il supporto tecnico operativo alla gestione della terza area di competenza Unità di Progetto Protezione Civile (denominazione attuale della struttura) mediante specifica convenzione sottoscritta dalla Regione del Veneto e da ARPAV in data 08/08/2008. La Giunta Regionale con Delibera n. 549 del 10/03/2009, mediante specifica convenzione, assegna ad ARPAV anche il supporto tecnico operativo alla gestione delle attività della seconda area di competenza Direzione Difesa del Suolo, relativamente al rischio idraulico e geologico.

7 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 7/1 La Giunta Regionale del Veneto, con D.G.R. n. 837 del 31 marzo 2009, ha dichiarato attivo e operativo il CFD, per il rischio idrogeologico, idraulico e valanghivo a decorrere dal giorno 2 Aprile 2009, approvando il documento operativo, allegato al provvedimento, che ne costituisce parte integrante e sostanziale, adottando le procedure operative in esso contenute, relative al sistema di allertamento regionale ai fini di Protezione Civile. La Giunta Regionale del Veneto, con D.G.R. n del 09 dicembre 2009 ha approvato la convenzione tra l Unità di Progetto Protezione Civile della Regione Veneto (nel seguito Unità di Progetto Protezione Civile) e l Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale per le attività di interesse comune in materia di rilevamento, monitoraggio e studio della sismicità ai fini di protezione civile e gestione della rete di monitoraggio e di controllo sismico per il triennio Annualmente la Giunta Regionale del Veneto ha autorizzato il rinnovo della convenzione tra Unità di Progetto Protezione Civile ed ARPAV per le attività di supporto al funzionamento del CFD. 2.1 RIFERIMENTI NORMATIVI D.P.C.M. 15 dicembre 1998 attuativo della Legge 267/98 e Ordinanza 3260/2002: Approvazione del programma di potenziamento delle reti di monitoraggio meteo e idropluviometriche con creazione in ogni regione dei Centri Funzionali, funzionalmente inseriti all interno del Servizio Protezione Civile. Direttiva del P.C.M. 27 febbraio 2004: Definizione di tutte le procedure da adottare per la gestione organizzata e funzionale del sistema di allerta per il rischio idrogeologico e idraulico ai fini di protezione civile. Legge regionale 27 novembre 1984, n. 58: Disciplina degli interventi regionali in materia di protezione civile. Legge regionale 30 gennaio 1997, n. 4: Interventi a favore delle popolazioni colpite da calamità naturali. Legge regionale 16 aprile 1998, n. 17: Modifiche della Legge regionale 27 novembre 1984, n. 58. Delibera della Giunta Regionale n del 27/06/2006: costituzione del Centro Funzionale della Regione Veneto. Delibera della Giunta Regionale n del 28/12/2006: approvazione delle procedure operative del sistema di allertamento regionale per l attivazione del Centro Funzionale Decentrato della Regione Veneto. Legge Regionale 16/8/2007 n 20 con la quale la Regione ha affidato i compiti di Idrografico Regionale ad ARPAV. Delibera della Giunta Regionale n del 29/07/2008: Affidamento ad ARPAV delle attività di supporto al Centro Funzionale Decentrato e della Sala Operativa del Co.R.Em. presso la Protezione Civile.

8 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 8/1 Delibera della Giunta Regionale n del 08/08/2008 Direttiva del P.C.M. 3 dicembre 2008: Indirizzi operativi per la gestione delle emergenze. Delibera della Giunta Regionale n. 549 del 10/03/2009: Affidamento ad ARPAV delle attività di supporto al Centro Funzionale Decentrato per il rischio idrogeologico relative alla seconda area funzionale. Delibera della Giunta Regionale n. 837 del 31/03/2009: Protezione Civile. Direttiva del Presidente del consiglio dei Ministri in data 27 febbraio 2004: attivazione del Centro Funzionale Decentrato della Regione del Veneto per il rischio idrogeologico e idraulico. Delibera della Giunta Regionale n del 04/08/2009: Affidamento ad ARPAV delle attività di supporto al Centro Funzionale Decentrato e della Sala Operativa del Co.R.Em. presso la Protezione Civile. Delibera della Giunta Regionale n del 27/07/2010: Affidamento ad ARPAV delle attività di supporto al Centro Funzionale Decentrato e della Sala Operativa del Co.R.Em. presso la Protezione Civile. Nota prot. N /58.05 del 25/11/2010 della Protezione Civile. Revisione aree di criticità valanghe. Delibera della Giunta Regionale della Basilicata n. 921 del 29/06/2011: Sistema Nazionale dei Centri Funzionali per il monitoraggio Meteo Idro pluviomentrico del territorio. Trasferimento della dotazione hardware e software dei centri funzionali alle Regioni, alle Provincie Autonome e al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile (Art. 9 delle Convenzioni) Delibera della Giunta Regionale n del 03/08/2011: Autorizzazione al rinnovo della convenzione annuale con ARPAV per le attività di supporto al funzionamento del Centro Funzionale Decentrato presso la Protezione Civile Regionale. Delibera della Giunta Regionale n del 31/07/2012/: Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27/02/2004 e s.m.i.. Autorizzazione al rinnovo della convenzione annuale con ARPAV per le attività di supporto al funzionamento del Centro Funzionale Decentrato presso la Protezione Civile Regionale per il periodo dall 08 agosto 2012 al 07 agosto STRUTTURE COINVOLTE NEL CENTRO FUNZIONALE DELLA REGIONE DEL VENETO Il principale compito del CFD è quello di fornire un servizio continuativo per tutti i giorni dell anno che sia di supporto all Unità di Progetto Protezione Civile e alle decisioni delle Autorità competenti per le allerte e per la gestione delle emergenza e che assolva alle necessità operative di Protezione Civile. Al variare della tipologia di rischio, che si verifica sul territorio, si adotteranno procedure di allertamento consone alla gestione dell evento e si attiveranno tutte le strutture deputate allo svolgimento delle attività di presidio territoriale e di mitigazione del rischio.

9 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 9/1 L attività del CFD risulta pertanto strettamente collegata al Coordinamento Regionale delle Emergenze, anch esso in capo all Unità di Progetto Protezione Civile. Al CFD compete la valutazione dei livelli di criticità, attesi o in atto, in rapporto ai predefiniti scenari di un evento. Il Responsabile del CFD è il Dirigente dell Unità di Progetto Protezione Civile. E in capo al responsabile del Centro Funzionale la supervisione alle attività del CFD, nonché le funzioni di indirizzo, controllo e coordinamento delle strutture che lo compongono sulle tematiche afferenti al CFD, oltre che la responsabilità dei prodotti emessi dal Centro stesso. Il CFD afferisce quindi al Sistema di Allerta Regionale del Veneto, che così come aggiornato dalla presente delibera, contempla anche una serie di altri rischi naturali oltre a quello geologico, idraulico e valanghivo. Il CFD, a fronte dei soli rischi geologico, idraulico e valanghivo, nel rispetto della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 27 febbraio 2004 (di seguito Dir. P.C.M.), è stato organizzato in tre aree funzionali, di seguito descritte. 3.1 AREE FUNZIONALI PER I RISCHI GEOLOGICO, IDRAULICO E VALANGHIVO La prima area, è dedicata alla raccolta, concentrazione, elaborazione, archiviazione e validazione dei dati di tipo meteorologico, idropluviometrico e nivometrico rilevati nel territorio di competenza. Quest area viene affidata interamente al Dipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio di ARPAV (di seguito ARPAV DRST), che, di fatto, gestisce le reti di acquisizione automatica dei dati meteorologici, idrometrici e nivometrici, nonché i radar meteorologici. La seconda area è dedicata all interpretazione e all utilizzo integrato dei dati rilevati e delle informazioni prodotte dai modelli di previsione, al fine di valutare l insorgenza di fenomenologie peculiari e di potenziale criticità e di fornire supporto alle decisioni delle Autorità di Protezione Civile competenti per gli allertamenti. Tali informazioni meteorologiche, abbinate all utilizzo di modellistica matematica specifica, saranno utilizzate poi per la valutazione di possibili scenari d evento e dei relativi effetti sul territorio. Questo concerne sia gli aspetti idrologici idraulici che idrogeologici e valanghivi. Tali attività sono finalizzate alla valutazione del livello di criticità complessivamente atteso nelle Zone d'allerta ed alla previsione, a brevissimo termine, sia dell'evoluzione dell'evento che dei relativi effetti attraverso il nowcasting meteorologico e l uso di modelli idrologici idraulici idrogeologici. La responsabilità di quest area funzionale è della Direzione Regionale Difesa del Suolo del Veneto (nel seguito Direzione Difesa del Suolo) per quanto riguarda il rischio idraulico e geologico. La Direzione Difesa del Suolo per la definizione degli scenari di criticità si avvale del supporto tecnico operativo di ARPAV DRST. Per la produzione degli scenari meteo (previsioni del tempo) e per il rischio valanghe la responsabilità è di ARPAV DRST. La terza area gestisce il sistema di scambio informativo e garantisce il funzionamento dei sistemi di comunicazione, l interscambio dei dati, anche in forma grafica, e la messaggistica, sia all interno della rete dei Centri Funzionali, sia con gli Enti territoriali. Ad ARPAV DRST viene affidato il ruolo tecnico a supporto della gestione della sala operativa del CFD, mentre rimane in capo all Unità di Progetto Protezione Civile il compito di supervisione, coordinamento ed indirizzo, nonché la responsabilità

10 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 10/1 dell asseverazione dei prodotti elaborati ed emessi dal Centro Funzionale del Veneto. Il CFD assume in sé sia la fase di previsione che la fase di monitoraggio e sorveglianza. La fase di previsione, così come stabilito dalla Dir. P.C.M. 27 Febbraio 2004, è articolata in tre funzioni: la prima è relativa all assimilazione dei dati osservati e all elaborazione della previsione circa la natura e l intensità degli eventi meteorologici attesi. Tali funzioni sono di responsabilità di ARPAV DRST; la seconda è relativa alla previsione degli effetti (geologici, idraulici e valanghivi) che conseguono al manifestarsi di tali eventi meteorologici sul territorio regionale. La responsabilità di questa attività è della Direzione Difesa del Suolo per quanto riguarda gli effetti geologici ed idraulici, mentre per le valanghe la responsabilità delle previsioni è di ARPAV DRST; la terza è relativa alla valutazione del livello di criticità complessivamente atteso nelle zone di allerta, ottenuto anche confrontando le previsioni elaborate con i valori di soglie pluviometriche e idrometriche adottate. La responsabilità di questa attività è della Direzione Difesa del Suolo per quanto riguarda gli aspetti geologici ed idraulici, mentre per quanto riguarda la valutazione della criticità valanghe, la responsabilità è di ARPAV DRST. Successivamente alla fase previsionale, si attiva la fase di monitoraggio e sorveglianza che prevede l osservazione qualitativa e quantitativa, diretta e strumentale dell evento in atto che consenta sia di formulare e/o confermare gli scenari previsti, che di aggiornarli a seguito dell evoluzione. Tale fase è articolata, secondo la Dir. P.C.M. 27 Febbraio 2004, in quattro funzioni: la prima relativa alla composizione e rappresentazione di dati meteo climatici, di responsabilità di ARPAV DRST; la seconda è relativa alla composizione e rappresentazione di dati idropluviometrici di responsabilità di ARPAV DRST; la terza è relativa alla previsione a breve termine dell evoluzione dell evento meteorologico e dei relativi effetti al suolo attraverso il Bollettino di nowcasting. Detto Bollettino è costituito da due sezioni distinte: la prima che tratta il fenomeno meteorologico in atto, per la redazione della quale la responsabilità è di ARPAV DRST, la seconda tratta invece la previsione degli effetti al suolo, anche mediante l uso di modelli idrologici idraulici; la redazione di questa sezione è responsabilità della Direzione Difesa del Suolo la quarta è relativa alla verifica del livello di criticità in essere e previsto, anche grazie a servizio di guardiania e a rilievi geologici speditivi su dissesti di particolare interesse anche tramite l ausilio dei presidi territoriali. La responsabilità di questa attività è della Direzione Difesa del Suolo. Per quanto concerne invece le fasi di Prevenzione del rischio e Gestione dell emergenza, così come previste dalla Dir. P.C.M. 27 Febbraio 2004, le competenze rimangono in capo alla Unità di Progetto Protezione Civile e alla Direzione Difesa del Suolo (per quanto riguarda il servizio di piena e presidio territoriale), secondo quanto stabilito dalla vigente normativa regionale.

11 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 11/1 Nell effettuare le sopradescritte attività di propria competenza previste nelle fasi di previsione, monitoraggio e sorveglianza, la Direzione Difesa del Suolo si avvale del supporto tecnico operativo di ARPAV DRST. 3.2 SCHEMA DI FUNZIONAMENTO DEL SISTEMA DI ALLERTA REGIONALE

12 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 12/1 3.3 COMPITI ESPLETATI DALL UNITÀ DI PROGETTO PROTEZIONE CIVILE L Unità di Progetto Protezione Civile ha il compito di indirizzo, supervisione e coordinamento delle attività svolte dal CFD, detiene la funzione decisionale, nonché di controllo sull operato delle strutture coinvolte nel Sistema di Allerta Regionale. Il Dirigente dell Unità di Progetto Protezione Civile è il responsabile del Centro Funzionale. L Unità di Progetto Protezione Civile espleta, in particolare, le seguenti funzioni: svolge le funzioni di indirizzo, controllo e coordinamento delle attività del CFD; mantiene i rapporti con il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile e con gli altri Centri Funzionali Decentrati; mantiene i rapporti con tutte le autorità, soggetti istituzionali e strutture operative che concorrono all attività di Protezione Civile; assevera tutti i prodotti emessi dal CFD; programma la comunicazione ed esercitazioni al fine di valutare e verificare la funzionalità e il buon coordinamento tra le Strutture componenti il Centro. L attività del Centro Funzionale risulta strettamente collegata a quella del Coordinamento Regionale delle Emergenze (Co.R.Em.), in capo all Unità di Progetto Protezione Civile. Fa parte dell Unità di Progetto Protezione Civile anche il Centro Operativo Regionale del Veneto (C.O.R) istituito con Dgr n.4568 del 14 settembre Le funzioni sopra elencate e quelle di Co.R.Em. E C.O.R., vengono confermate con l adozione del presente documento IL COORDINAMENTO REGIONALE IN EMERGENZA (CO.R.EM.) Il Co.R.Em. costituisce la struttura tecnico operativa del sistema regionale di Protezione Civile deputata alle attività di allertamento, sorveglianza e gestione delle situazioni di crisi e di emergenza, tese a tutelare l integrità della vita, i beni, gli insediamenti e l ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. Come disposto dall art. 4 della L.R. 58/1984 e s.m.i., il coordinamento deve assicurare: l acquisizione e l aggiornamento dei dati utili alla prevenzione e alla riduzione dei rischi di origine naturale e antropica; i collegamenti telefonici via radio e telematici con tutti gli enti od organismi aventi rilevanza per l'attività di Protezione Civile e utili nella gestione delle situazioni di emergenza; idonee e specifiche attrezzature, anche informatiche, per il trattamento, la condivisione e l'elaborazione di dati, informazioni e procedure utili per assumere le decisioni necessarie in fase di emergenza. Il Co.R.Em. opera in stretta sinergia con il CFD che, nelle situazioni emergenziali, adempie alla funzione tecnico scientifica, di supporto alle decisioni dell Unità di Progetto Protezione Civile. Durante gli stati di emergenza conclamati e sino al perdurare degli stessi, il Co.R.Em. attua un costante monitoraggio dell evento, anche tramite il presidio H24 della propria sala operativa, e assicura

13 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 13/1 il flusso delle comunicazioni tra il Sistema Regionale di Protezione Civile e il Dipartimento della Protezione Civile. In queste situazioni l Unità di Progetto Protezione Civile, tramite il Co.R.Em. e di concerto con il CFD, provvede all allertamento del Sistema regionale di Protezione Civile e se necessario, a seconda della gravità e dell estensione dell evento, coordina l attività delle Sale Operative Provinciali. Quest ultime assicurano un costante flusso informativo con le strutture locali al fine di consentire alle Autorità Comunali di Protezione Civile di attivare le misure di controllo del territorio e salvaguardia, di garantire l informazione alla popolazione ed i primi servizi di soccorso e assistenza, nonché eventualmente di richiedere il necessario supporto alle strutture sovra comunali. Per il corretto svolgimento delle propria attività il Co.R.Em. è articolato in due aree distinte: Area decisioni: dove avvengono le attività di coordinamento funzionale del sistema di Protezione Civile coordinate dal Dirigente dell U.P. Protezione Civile; Area operativa: dove vengono assicurate le funzioni di gestione operativa del sistema di Protezione Civile IL CENTRO OPERATIVO REGIONALE DEL VENETO Presso l U.P. Protezione Civile, ha sede il Centro Operativo Regionale del Veneto (nel seguito C.O.R.) il quale svolge attività di coordinamento delle operazioni di spegnimento degli incendi tra le varie strutture localmente interessate. Le caratteristiche principali del C.O.R., gestito operativamente dal Servizio Sala Operativa Multirischio Co.R.Em e AIB COR sono le seguenti: dispone di una sala operativa attrezzata con stazione radio fissa, computer, telefoni e fax, archivio cartografico Regionale, comprendente i territori montani e costieri; è operativo 24 ore su 24, 365 giorni all anno, con un sistema di reperibilità del personale; il personale del C.O.R. svolge attività di collegamento con il Direttore delle Operazioni presente sul luogo dell incendio, con la Sala Operativa regionale del Corpo Forestale dello Stato e con i vari soggetti coinvolti nell attività di spegnimento incendi boschivi in emergenza; procede all attivazione dei mezzi aerei regionali (elicotteri), mediante comunicazioni telefoniche e trasmissione dei relativi moduli via fax; richiede l intervento dei mezzi aerei statali, essendo l unico soggetto autorizzato all inoltro della relativa scheda di richiesta al Centro Operativo Aereo Unificato (C.O.A.U.) in applicazione delle procedure stabilite dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile.

14 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 14/1 3.4 COMPITI ESPLETATI DALLA DIREZIONE REGIONALE DIFESA DEL SUOLO I compiti di seguito descritti vengono confermati, con l adozione del presente documento. E responsabilità della Direzione Difesa del Suolo l interpretazione e l utilizzo integrato dei dati rilevati e delle informazioni prodotte dai modelli di previsione relativamente ai rischi idraulico e geologico, al fine di valutare l insorgenza di fenomenologie peculiari e di potenziale criticità idraulica e/o geologica e di fornire il relativo supporto alle decisioni delle Autorità di Protezione Civile competenti per gli allertamenti. Le attività sono finalizzate alla valutazione dei livelli di criticità idraulica e geologica complessivamente attesi nelle Zone d'allerta ed alla previsione sia dell'evoluzione dell'evento che dei relativi effetti attraverso il nowcasting meteorologico e l utilizzo di modelli idrologici e idraulici; è, inoltre, in capo alla Direzione Difesa del Suolo, il coordinamento con i Presidi Territoriali e, in particolare, con le Unità di Progetto del Genio Civile nella fase di Monitoraggio e Sorveglianza SECONDA AREA FUNZIONALE ATTIVITÀ SVOLTA IN CONDIZIONI ORDINARIE Nell ambito della seconda area funzionale, la Direzione Difesa del Suolo svolge in condizioni ordinarie le attività di seguito elencate: valutazione della situazione idraulico/geologica prevista e dei relativi effetti al suolo mediante confronto tra soglie pluviometriche areali e puntuali di riferimento, attraverso l utilizzo di modelli idrologici idraulici, e grazie all utilizzo di soglie idrometriche su alcune sezioni della rete idraulica principale; elaborazione del Bollettino di Criticità Regionale; eventuale aggiornamento delle aree di criticità e delle relative soglie pluviometriche ed idrometriche; acquisizione ed implementazione di modellistica idrologica, idraulica, geodinamica e similari; identificazione, tramite un programma di monitoraggio geologico specifico, da sviluppare di concerto con ARPAV DRST, di soglie pluviometriche puntuali per discriminare criticità differenziali su eventuali situazioni particolarmente rischiose SECONDA AREA FUNZIONALE ATTIVITÀ SVOLTA IN CONDIZIONI STRAORDINARIE In condizioni straordinarie, ovvero, a seguito dell attivazione del servizio H24 presso la sala operativa del CFD, la Direzione Difesa del Suolo garantisce la presenza di propri qualificati funzionari presso la stessa sala operativa, per assicurare il corretto e celere svolgimento delle attività. La Direzione Difesa del Suolo svolge in condizioni straordinarie le attività di seguito elencate: valutazione della situazione idraulica e geologica prevista e dei relativi effetti al suolo mediante confronto tra le piogge previste e le soglie pluviometriche medie areali e quelle massime puntuali, utilizzo di modelli idrologici idraulici e attraverso confronto tra i livelli

15 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 15/1 idrometrici dei corsi d acqua con soglie idrometriche opportunamente identificate su alcune sezioni di riferimento ; elaborazione del Bollettino di Criticità Regionale, dell Avviso di Criticità e relativi aggiornamenti e dei Bollettini di Nowcasting; coordina gli interventi degli Uffici regionali del Genio Civile e dei Consorzi di bonifica, posti in essere in condizioni di criticità ed emergenza, nell ambito delle azioni di cui agli indirizzi ex D.P.C.M. febbraio 2004; raccoglie i dati relativi agli effetti al suolo che si verificano nel territorio regionale, anche attraverso schede opportunamente predisposte al fine di meglio tarare i criteri di valutazione dei livelli di criticità; individua e attiva i provvedimenti necessari a contrastare gli effetti al suolo attesi per l evento considerato, come valutati dalla sala operativa CFD. 3.5 COMPITI ESPLETATI DA ARPAV DRST ARPAV DRST in relazione al CFD fornisce un servizio continuativo per tutti i giorni dell anno che sia di supporto al Servizio di Protezione Civile Regionale e alle decisioni delle Autorità competenti per le allerte e per la gestione delle emergenza. I compiti di seguito descritti vengono confermati, con l adozione del presente documento. Il personale di ARPAV DRST esegue una valutazione quotidiana di analisi dei rischi naturali convenuti, la cui insorgenza ed evoluzione, può dar origine a situazioni di potenziale pericolo per il territorio di competenza. Ad ARPAV DRST, sono affidati i seguenti compiti (cfr. Iter Normativo): interamente i compiti relativi alla prima area funzionale dedicata alla raccolta, concentrazione, elaborazione, archiviazione e validazione dei dati di tipo meteorologico, idropluviometrico e nivometrico rilevati nel territorio di competenza; in parte i compiti relativi alla seconda area funzionale ed in particolare: fornire il supporto tecnico operativo alla Direzione Difesa del Suolo, con mansioni deputate all interpretazione e all utilizzo integrato dei dati rilevati e delle informazioni prodotte dai modelli di previsione, al fine di valutare l insorgenza di fenomenologie peculiari e di potenziale rischio; proporre quotidianamente alla validazione della Direzione Difesa del Suolo una valutazione sui livelli di criticità presenti nel territorio; sviluppare di concerto con la Direzione Difesa del Suolo un programma di misure idrometriche e geologiche, tramite misurazioni topografiche tradizionali e sistemi di monitoraggio, al fine di identificare soglie puntuali per discriminare criticità differenziate su eventuali situazioni particolarmente rischiose;

16 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 16/1 valutare possibili scenari d evento e i relativi effetti sul territorio legati alla valutazione della criticità valanghe. il supporto tecnico operativo alla Protezione Civile Regionale nella gestione della terza area funzionale, deputata allo scambio informativo e all invio della messaggistica, sia all interno della rete dei Centri Funzionali sia con gli Enti territoriali STRUTTURE DI ARPAV DRST COINVOLTE NELLE ATTIVITÀ DEL CFD Il CFD si avvale di differenti strutture operative di ARPAV DRST, per espletare le varie funzioni del CFD ed in particolare: Il Servizio Idrologico, che gestisce il personale della Sala Operativa CFD ; il Servizio Meteorologico, con la Sala Operativa Meteo, con sede a Teolo ; il Servizio Neve e Valanghe, con la sua sala operativa, con sede ad Arabba PRIMA AREA FUNZIONALE ATTIVITÀ SVOLTE IN CONDIZIONI ORDINARIE Nell ambito della prima area funzionale, ARPAV DRST svolge, in condizioni ordinarie, le seguenti attività, a cura delle strutture indicate tra parentesi in ciascun punto: acquisizione, controllo, elaborazione, archiviazione dei dati rilevati dai sistemi di monitoraggio (rete di stazioni, radar, satellite, ecc.) (Servizio Idrologico, Servizio Meteorologico, Servizio Neve e Valanghe); interpretazione dei dati sopra indicati in tempo reale, per la determinazione delle condizioni meteorologiche in atto (Servizio Meteorologico); monitoraggio nivometeorologico ai fini valanghivi durante il periodo invernale (Servizio Neve e Valanghe); rilievo e misurazione dei parametri idrometrici: livelli, portate, definizione scale delle portate, pubblicazione dei dati in tempo reale delle stazioni di monitoraggio sul sito ARPAV con la possibilità per gli Enti di consultarli anche in corso di evento (Servizio Idrologico); rilievi e misurazioni geologiche d intesa con Direzione Difesa del Suolo (Servizio Idrologico); controllo sistematico della funzionalità dei diversi sistemi di rilevamento, segnalazione di eventuali anomalie ed avvio di procedure di manutenzione (Servizio Meteorologico,Servizio Neve e Valanghe, Servizio Idrologico); garantire la regolare ricezione da parte del Dipartimento di Protezione Civile, dei dati dei radar regionali e delle reti a terra gestite dall ARPAV DRST (Servizio Meteorologico,Servizio Neve e Valanghe, Servizio Idrologico); scambio di informazioni con i settori meteo dei Centri Funzionali delle regioni contermini e con il servizio meteo del Dipartimento di Protezione Civile (Servizio Meteorologico).

17 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 17/ PRIMA AREA FUNZIONALE ATTIVITÀ SVOLTE IN CONDIZIONI STRAORDINARIE Nell ambito della prima area, in condizioni straordinarie, ovvero a seguito dell avvio del servizio H24 presso la Sala Operativa Meteo e/o presso la sala operativa CFD, ARPAV DRST svolge le seguenti attività, in aggiunta a quelle svolte in condizioni ordinarie: monitoraggio dettagliato, in tempo reale, dei fenomeni meteo attraverso diversi sistemi osservativi (stazioni al suolo, radar, satellite), (Servizio Meteorologico); monitoraggio idropluviometrico e segnalazione per superamento di prefissati livelli di soglia idrometrica stabiliti da Direzione Difesa del Suolo (Servizio Idrologico); rilievo e misurazione dei parametri idrometrici e (livelli, portate, velocità corrente), anche in corso d evento (Servizio Idrologico); SECONDA AREA FUNZIONALE ATTIVITÀ SVOLTE IN CONDIZIONI ORDINARIE Nell ambito della seconda area funzionale, ARPAV DRST svolge, in condizioni ordinarie, le attività di seguito elencate, a cura delle strutture indicate tra parentesi: acquisizione degli output numerici dei modelli meteorologici con particolare riferimento ai quantitativi di precipitazione (Servizio Meteorologico); elaborazione delle previsioni meteorologiche e predisposizione del Bollettino Meteorologico Regionale o se necessario di un Avviso di condizioni meteorologiche avverse (Servizio Meteorologico); analisi dei dati e degli output dei modelli di previsione valanghe (Servizio Neve e Valanghe); predisposizione del Bollettino di Criticità Regionale (detto anche Bollettino di Vigilanza) in cui si propone, alla validazione della Direzione Difesa del Suolo, una valutazione degli effetti al suolo per quanto riguarda il rischio geologico e idraulico (Servizio Idrologico) nel periodo compreso tra novembre ed aprile, redazione due volte alla settimana ed ogni ulteriore volta il caso lo renda necessario in funzione dalle condizioni nivo meteorologiche, delle previsioni valanghe con predisposizione del Bollettino Neve e Valanghe (Servizio Neve e Valanghe); elaborazione di un eventuale Avviso di Criticità Valanghe o di un suo aggiornamento (Servizio Neve e Valanghe) SECONDA AREA FUNZIONALE ATTIVITÀ SVOLTE IN CONDIZIONI STRAORDINARIE Nell ambito della seconda area, in condizioni straordinarie, ovvero a seguito dell avvio del servizio H24 presso la Sala Operativa Meteo e/o presso la sala operativa CFD, ARPAV DRST svolge le seguenti attività, in aggiunta a quelle svolte in condizioni ordinarie. elaborazione, se necessario, di un Aggiornamento dell avviso di condizioni meteorologiche avverse o del Bollettino di Nowcasting (Servizio Meteorologico); predisposizione dell Avviso di criticità geologica e idraulica in cui si propongono, alla validazione della Direzione Difesa del Suolo, i livelli di criticità previsti nella diverse zone di allerta (Servizio Idrologico). predisposizione, se necessario, della proposta, alla validazione della Direzione Difesa del Suolo, di un Aggiornamento dell Avviso di criticità geologica e idraulica (Servizio Idrologico).

18 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 18/1 elaborazione, se necessario, di un Aggiornamento dell Avviso di criticità valanghe (Servizio Neve e Valanghe); predisposizione dell eventuale Avviso di cessate condizioni meteorologiche avverse e dell Avviso di cessata criticità valanghe (Servizio Meteorologico e Servizio Neve e Valanghe) TERZA AREA FUNZIONALE Nell ambito dello scambio informativo e dell invio della messaggistica, sia all interno della rete dei Centri Funzionali sia con gli Enti territoriali, il ARPAV DRST, Servizio Idrologico, svolge presso la Sala Operativa CFD, in condizioni ordinarie, le seguenti attività: controllo di funzionalità degli apparati di comunicazione e di Sala Operativa CFD; predisposizione ed invio al Servizio di Protezione Civile ed al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile del Bollettino Meteorologico Regionale e del Bollettino di Criticità Regionale giornalieri; assicurare le risposte telefoniche alle chiamate da e verso gli Enti esterni e la gestione dello scambio informativo verso le altre strutture componenti il CFD; aggiornamento del sito internet regionale dell Unità di Progetto Protezione Civile CFD, dedicato all informazione per gli utenti; gestione del database generale con i recapiti telefonici e fax degli enti destinatari dei prodotti del CFD sottoposizione degli avvisi alla eventuale validazione da parte del Responsabile della Direzione Difesa del Suolo o dal soggetto da questi delegato; sottoposizione degli avvisi all asseverazione da parte del Responsabile del CFD o dal soggetto da questi delegato; invio dei documenti ai soggetti individuati dall Unità di Progetto Protezione Civile nelle modalità previste; gestione dei controlli di invio e recepimento; predisposizione dell analisi a posteriori dell attività svolta dal CFD, a seguito di un evento verificatosi e dichiarato concluso, mediante la redazione di una relazione in collaborazione con tutte le componenti del Sistema di Allerta Regionale. 3.6 PRESIDI TERRITORIALI IDRAULICI E GEOLOGICI I Presidi territoriali sono strutture operanti nel territorio della Regione che, in relazione al livello di criticità prevista o in atto, provvedono a fronteggiare la situazione di rischio negli ambiti territoriali di loro competenza. Questi soggetti attuano le prime azioni mirate alla difesa, al contrasto o quantomeno a circoscrivere e ridurre i danni alle persone ed ai beni materiali causati da eventi naturali avversi. Svolgono attività tecnico operative attraverso azioni di sorveglianza, monitoraggio e vigilanza dei manufatti di propria competenza all approssimarsi, durante e nei giorni successivi al termine di eventi meteorologici critici. I Presidi territoriali che vengono interpellati nella fase di monitoraggio e sorveglianza dalla Direzione Difesa del Suolo sono:

19 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 19/1 le Unità di Progetto del Genio Civile Regionale; i Consorzi di bonifica; le Unità Periferiche del Servizio Forestale Regionale; le Province; i Comuni; gli Enti e i Soggetti che gestiscono la regolazione degli invasi (Enel Produzione S.p.A., Green Power S.p.A., ecc.); le Società proprietarie e/o gestori delle infrastrutture di trasporto stradale; le Società proprietarie e/o gestori delle infrastrutture di trasporto ferroviario; 4. MODALITA DI FUNZIONAMENTO DEL CENTRO FUNZIONALE A seguito dell emissione dell Avviso di Condizioni Meteo Avverse in corrispondenza al quale siano previsti livelli di criticità idraulica moderata o elevata, il CFD attiverà il personale posto in reperibilità per lo svolgimento di un servizio continuativo, al fine di garantire il controllo di funzionalità dei sistemi di monitoraggio, l elaborazione e l interpretazione dei dati in tempo reale e la produzione di aggiornamenti costanti. Le modalità di svolgimento del servizio (tramite servizio da remoto o presidio h24 delle Sale Operative Meteo e CFD), che verranno precisate all interno dei messaggi di avviso diramati dal CFD, saranno stabilite dal Responsabile del CFD, sentiti i dirigenti responsabili delle componenti del Sistema di Allerta, tenendo conto della tipologia e dell evoluzione dei fenomeni. Nella successiva tabella si riportano gli orari di presidio delle differenti sale operative, in condizioni ordinarie e straordinarie. STRUTTURA CONDIZIONI ORDINARIE Lunedì Venerdì CONDIZIONI ORDINARIE Sabato Domenica e festivi CONDIZIONI STRAORDINARIE (inclusi Sabato Domenica e festivi) Sala Operativa Meteo 09:00 13:00 14:00 17:00 09:00 13:00 H24* Sala Operativa CFD 08:00 16:00 08:00 14:00 H24* Sala operativa Neve e Valanghe 09:00 13:00 14:00 17:00 *Servizio in H24 da remoto o con presidio della sala operativa Tabella 1 Orari di presidio delle sale operative delle strutture operanti in ambito CFD Veneto Per quanto concerne le Sale Operative Meteo e CFD, viene ordinariamente garantito il servizio di reperibilità del personale negli orari di mancato presidio delle sale operative da parte del personale ARPAV DRST, e del personale della Direzione Difesa del Suolo solo per quanto riguarda la Sala Operativa CFD. Viene inoltre garantito, in caso di attivazione del servizio H24 della Sala Operativa del CFD, la presenza in sala sia del personale di ARPAV DRST, sia del personale della Direzione Difesa del Suolo.

20 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 20/1 Per quanto interessa invece la sala operativa del Servizio Neve e Valanghe, viene garantito, in caso di criticità moderata ed elevata, relativamente al rischio valanghe e al Bollettino Temporali, un servizio di reperibilità H24 e l eventuale attivazione di un gruppo operativo che svolgerà le funzioni di monitoraggio, provvedendo all aggiornamento della situazione con l emissione di nuovi bollettini, qualora fosse necessario. 5. MODALITA DI PRESIDIO DELLA SALA OPERATIVA del Co.R.Em. Come precedentemente descritto, il Co.R.Em. assolve alle funzioni e ai compiti previsti ai fini di allertamento, sorveglianza e gestione di situazioni di crisi e di emergenza. IL Co.R.Em., che si avvale anche della Sala Operativa Co.R.Em. e AIB COR, è lo strumento operativo e di coordinamento del sistema regionale di Protezione Civile nelle situazioni di particolare severità e fino al perdurare dello stato di emergenza. Per tali ragioni, l attivazione della Sala Operativa del Co.R.Em non viene, di norma, determinata dall emissione di un avviso di criticità o di uno stato di allarme, ma solo in seguito ad emergenze conclamate dovute ad importanti effetti al suolo nel territorio regionale che hanno portato a situazioni di particolare disagio e rischio anche dell incolumità delle persone, al fine di coordinare gli interventi delle varie forze di Protezione Civile operative. È comunque sempre attivo un servizio di reperibilità, così come viene garantita dagli operatori del CFD la risposta al numero verde di Protezione Civile durante gli orari di servizio, in condizioni non critiche. STRUTTURA CONDIZIONI ORDINARIE Lunedì Venerdì CONDIZIONI ORDINARIE Sabato Domenica e festivi CONDIZIONI STRAORDINARIE (inclusi Sabato Domenica e festivi) Risposta telefonica da sala operativa CFD 08:00 16:00 08:00 14:00 Sala operativa Co.R.Em. H24 Tabella 2 Orari di presidio della Sala Operativa del Co.R.Em.

21 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 21/1 6. RISCHIO IDRAULICO La prevedibilità dei fenomeni alluvionali e' generalmente possibile quando essi siano legati ad eventi di piena che interessano le aste dei principali corsi d'acqua. Per i corsi d'acqua secondari, quali quelli che sottendono bacini idrografici di dimensioni inferiori ai 400 Km 2, la prevedibilità può al più avvenire in senso statistico e, comunque, la disponibilità di misure idrometriche in tempo reale consente soltanto la validazione dei modelli previsionali ed il monitoraggio e la sorveglianza degli eventi in atto. Quando gli eventi di piena interessano corsi d'acqua a carattere torrentizio, non arginati, facenti parte del reticolo idrografico secondario e, in particolare, di sub bacini montani e collinari caratterizzati da tempi di corrivazione molto brevi, da fenomeni di sovralluvionamento che possono significativamente modificare l'evoluzione dell'evento e da più limitata densità delle reti di monitoraggio, la previsione del fenomeno alluvionale e' difficoltosa e meno affidabile. Analogamente, allo stato attuale, non sono prevedibili con sufficiente accuratezza ai fini dell'allertamento, gli eventi pluviometrici intensi di breve durata, che riguardano porzioni di territorio limitate a poche decine di chilometri quadrati e che risultano critici per il reticolo idrografico minore e per le reti fognarie (dalla Direttiva del P.C.M., 27 febbraio 2004). Il rischio idraulico considera le conseguenze indotte sugli alvei, sui manufatti e sulle aree soggette a sovralluvionamento del trasferimento di onde di piena. L acqua può invadere le aree esterne all alveo naturale con quote e velocità variabili in funzione dell intensità del fenomeno e delle condizioni morfologiche del territorio. In particolare, ai fini del Sistema di Allerta Regionale il rischio idraulico è inteso e definito come di seguito descritto. Nelle zone di allerta che ricoprono aree di pianura (Vene D, Vene E, Vene F e Vene G) vengono distinti il rischio sulla rete idraulica principale da quello sulla rete secondaria. La prima è intesa come quella solitamente di competenza dell Unità di Progetto Genio Civile o dello Stato, che viene messa in crisi da precipitazioni persistenti sui bacini idrografici ad essa afferente, la seconda, che comprende tutti gli altri corsi d acqua, la rete di bonifica (solitamente competenza dei Consorzi di Bonifica) e la rete fognaria, può andare in crisi anche con precipitazioni localizzate di breve durata ma di forte intensità intense sulla zone stesse. Nelle aree montane e pedemontane (Vene A, Vene H, Vene B e Vene C) la distinzione tra rete idraulica principale e secondaria è di difficile determinazione, in quanto anche la prima può essere di limitata estensione all interno di un bacino. Pertanto in queste zone di allerta la rete idraulica è considerata come unica, ai fini dell allertamento, e comprende tutti i corsi d acqua dei bacini idrografici ad esclusione della rete fognaria, che, in queste zone di allerta verrà discriminata dai livelli di criticità afferenti al rischio geologico. Quest ultima, nelle zone citate, verrà gestita come rischio geologico.

22 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 22/1 6.1 ZONE OMOGENEE DI ALLERTA E RELATIVE SOGLIE PER RISCHIO IDRAULICO Con il presente documento viene adottata una nuova suddivisione del territorio regionale in aree di allerta per rischio idraulico, che va a sostituire quella definita con D.G.R. 837 del 31/3/2009. Nell ottica di affinare e sviluppare i sistemi di previsione, ed in particolare di ridefinire le aree di allerta in modo tale che suddividessero il territorio regionale secondo criteri di maggiore omogeneità, è stato istituito il gruppo di lavoro per rischio idraulico, individuato con nota del Segretario regionale per l Ambiente n del 14 febbraio I risultati del gruppo di lavoro hanno portato ad una nuova suddivisione del territorio regionale in 8 distinte aree di allerta, ognuna delle quali corredata da opportune soglie pluviometriche per la discriminazione dei diversi livelli di criticità. (allegato A10). Codice Denominazione Descrizione Provincie interessate Vene-A Alto Piave Bacino del Piave fino a Longarone e alta valle del Cordevole fino all agordino BL Vene-H Piave pedemontano Bacino del Cordevole da Sedico e Piave fino a Susegana e parte montana collinare di Meschio e Monticano BL, TV Vene-B Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone Bacino del Brenta fino a Bassano, Bacchiglione fino a Longare, Agno-Guà fino a Montebello e Alpone BL, TV, VI, VR Vene-C Adige-Garda e monti Lessini Adige fino a Zevio e Proni veronesi VR Vene-D Po, Fissero-Tartaro-Canalbianco e Basso Adige Bacini del Po, F Fissero-Tartaro-Canalbianco e Adige a valle di Albaredo RO, VR Vene-E Basso Brenta-Bacchiglione e Fratta Gorzone Brenta a valle di Cartigliano, Bacchiglione a valle di Montegalda e Guà-Fratta-Gorzone a valle di PD, TV,VE, VI, VR Vene-F Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna Piave a valle di Maserada, Sile e Bacino scolante in laguna PD, TV, VE Vene-G Livenza, Lemene e Tagliamento Bacini di Livenza, Lemene e Tagliamento TV, VE Tabella 3 Nuove zone di allerta idraulica

23 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 23/1 Figura 1 aree di allertamento per rischio idraulico Le nuove aree di allertamento idraulico contengono completamente una o più aree di allertamento geologico di cui si tratterà nel capitolo dedicato. Per le zone in cui esiste una distinzione tra corsi d acqua principali e corsi d acqua secondari, gli scenari di rischio adottati prevedono una discriminazione della Criticità Idraulica rispettivamente in base alle soglie pluviometriche medie areali (allegato A7a) e alle soglie pluviometriche massime puntuali (allegato A7b). Per le zone invece in cui tale distinzione non esiste (Vene A, Vene H, Vene B e Vene C) gli scenari di rischio adottati prevedono una discriminazione della Criticità Idraulica basata sulle sole soglie pluviometriche medie areali (allegato A7a). Per la discriminazione della criticità idraulica in atto nei corsi d acqua principali oltre alle soglie pluviometriche sopra citate, si utilizzeranno anche opportune soglie idrometriche (allegato A7c) cioè

24 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 24/1 valori corrispondenti a livelli idrometrici specifici individuati ai fini di Protezione Civile, per determinate stazioni di monitoraggio presenti lungo la rete idrografica della Regione. L utilizzo di modelli idrologici e idraulici in tutto o in parte del territorio Veneto porteranno ad un affinamento sia della localizzazione delle stazioni più idonee, sia dei valori di soglia da utilizzare rispetto alla situazione attuale dettata principalmente dall esperienza operativa delle Unità di Progetto del Genio Civile preposte al presidio idraulico del territorio. L utilizzo operativo della modellistica idrologica idraulica nella definizione dei livelli di criticità, potrà avvenire a seguito di applicazione sperimentale della stessa, per un periodo di tempo tale da consentirne le validazione dei risultati. 6.2 LIVELLI DI ALLERTA E SCENARI DI RISCHIO IDRAULICO I livelli di criticità idraulica saranno funzione dei risultati più cautelativi ottenuti mediante: 1. soglie pluviometriche; 2. soglie idrometriche; 3. output della modellistica idraulica (livelli e portate) qualora operativa. Relativamente alle soglie pluviometriche, si rimanda alle tabelle in allegato A7a e A7b, in cui sono contenuti i valori di soglia ai quali corrispondono livelli di criticità Ordinaria, Moderata ed Elevata. I diversi livelli di criticità sono assegnati a ciascun area quando i quantitativi di precipitazione ivi previsti in un determinato tempo e per un determinato stato del suolo, superano la corrispondente soglia, per una delle durate di precipitazione attese. La valutazione dello stato del suolo precede pertanto l analisi del superamento soglie e viene distinta in due livelli: secco e umido. Le modalità di stima dello stato del suolo fanno riferimento al documento ARPA Regione Piemonte Convenzione tra il Dipartimento per la Protezione Civile e l ARPA Piemonte per l assistenza alla gestione delle situazioni di rischio idrometeorologico sul territorio nazionale Componente valutazione del rischio. I livelli idrometrici e le sezioni di riferimento per la definizione della criticità idraulica sono riportati in allegato A7c. Per la criticità idraulica viene introdotto inoltre il principio di trasmissione della criticità da monte verso valle. In particolare per le seguenti coppie di zone (ubicate rispettivamente a monte / valle): Vene A / Vene H; Vene B / Vene E; Vene H / Vene F G da tale principio consegue che determinato un livello di criticità idraulica nella zona di monte, ne discenderà, nella zona di valle, un livello di criticità al più inferiore di un grado rispetto a quanto previsto a monte. Si potrà invece verificare che la criticità nella zona di valle sia pari o superiore a quella di monte (quando ad es. gli altri elementi che concorrono a determinare la criticità ivi indichino scenari di pari o superiore gravità).

25 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 25/1 I dettagli di tale meccanismo sono riportati nella relazione Aree di allertamento per Rischio Geologico e Rischio Idraulico (allegato A10). Per tutte le aree di allertamento valgono inoltre gli ulteriori criteri: In caso di sola criticità idraulica nella rete secondaria non ci sarà alcuna considerazione sulla criticità idraulica nella rete principale; In caso di criticità idraulica nella rete principale bisognerà di volta in volta valutare la criticità idraulica secondaria tenendo conto dei livelli idrometrici della rete principale e delle possibili locali precipitazioni intense previste. La criticità sulla rete idraulica secondaria in aree di pianura (Vene D, Vene E, Vene F e Vene G) potrà essere emessa anche qualora fossero segnalati temporali intensi sul Bollettino Meteorologico Regionale, sebbene le precipitazioni previste non superino i valori di soglia puntuali. I criteri con i quali valutare lo scenario di rischio per tali fenomeni sono riportati nell allegato A9a. Altre considerazioni sui rischi conseguenti i temporali sono riportati ai capp. 7.3 e 9.2. Gli scenari di rischio che corrispondono ai tre livelli di criticità da assegna alle diverse zone di allerta sono illustrati nella tabella seguente.

26 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 26/1 Ordinaria Criticità Moderata Criticità Elevata Criticità RETE IDRAULICA PRINCIPALE (competenza prevalente Genio Civile o Stato) RETE IDRAULICA SECONDARIA (competenza prevalente Consorzi di Bonifica Serv. Forestali) Fenomeni di natura idraulica, che pur rientrando nella normalità, possono creare situazioni di disagio per la popolazione. Possono essere interessate limitate porzioni di territorio con interruzione della viabilità anche in conseguenza dello scorrimento superficiale delle acque piovane lungo le sedi stradali. Nelle Zone Vene D, Vene E, Vene F e Vene G possibile difficoltà di smaltimento della rete fognaria; possibili effetti più significativi quali allagamenti improvvisi. Conseguente occasionale pericolosità per l incolumità delle persone. Limitati fenomeni di inondazione connessi al passaggio della piena con coinvolgimento delle aree prossimali al corso d acqua e moderati fenomeni di erosione Livello di Piena Ordinaria. Limitati fenomeni di inondazione connessi al passaggio della piena con coinvolgimento delle aree golenali ed eventualmente degli argini e moderati fenomeni di erosione Livello di Piena Ordinaria. Nelle Zone Vene D, Vene E, Vene F e Vene G probabile difficoltà di smaltimento delle acque nella rete fognaria. L evoluzione di tali fenomeni può rispettivamente determinare: Modesti danni alle attività agricole prossimali al corso d acqua, ai cantieri di lavoro presenti lungo le sponde, alle opere di contenimento, regimazione e attraversamento. Modesti danni alle attività agricole ed agli insediamenti in area golenale, ai cantieri di lavoro ed altre attività presenti lungo le sponde, alle opere di difesa, regimazione e attraversamento. Conseguente pericolosità per l incolumità delle persone. Estesi fenomeni di inondazione connessi al passaggio della piena con coinvolgimento di aree distali al corso d acqua, intensi fenomeni di erosione e di alluvionamento Livello di Piena Straordinaria Estesi fenomeni di inondazione connessi al passaggio della piena con coinvolgimento di tutta l area golenale e di aree distali al corso d acqua con inondazione dovuta a puntuali fenomeni di sifonamento, rottura o tracimazione degli argini; intensi fenomeni di erosione e di alluvionamento Livello di Piena Straordinaria L evoluzione di tali fenomeni può rispettivamente determinare: Danni alle attività agricole ed agli insediamenti residenziali ed industriali sia prossimali che distali rispetto al corso d acqua, danni o distruzione di centri abitati, di rilevati ferroviari o stradali, di opere di contenimento e di attraversamento. Danni alle attività agricole ed agli insediamenti residenziali ed industriali sia prossimali che distali rispetto al corso d acqua, danni o distruzione di centri abitati, di rilevati ferroviari o stradali, di opere di arginatura, difesa e regimazione e di opere di attraversamento; numerose interruzioni delle vie di comunicazione nelle aree attraversate dai corsi d acqua. Conseguente pericolosità per l incolumità delle persone. Tabella 4 Scenari di rischio idraulico

27 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 27/1 7. RISCHIO GEOLOGICO Il rischio geologico contemplato dal Sistema di Allerta Regionale corrisponde agli effetti indotti sul territorio dal superamento dei livelli pluviometrici critici. Di norma esso si riferisce ai fenomeni gravitativi di versante (frane), con esclusione degli effetti sui rilevati arginali nelle zone di pianura, ma nelle zone di allerta montane e pedemontane (Vene A, Vene H, Vene B e Vene C) comprende anche la difficoltà di smaltimento delle acque piovane attraverso della rete fognaria. L innesco o la riattivazione di frane possono essere conseguenza di eventi meteorologici sia intensi (e di breve durata) che prolungati (di varia intensità). Tra i fenomeni franosi sono ivi comprese le colate rapide di fango e/o detrito (che tipicamente sono conseguenza di piogge particolarmente intense e localizzate) e gli scivolamenti rototraslativi. Le zone di allerta coinvolte da questo tipo di rischio sono le zone montane e pedemontane e quelle collinari (Colli Berici ed Euganei). Restano esclusi dall allertamento in previsione, i rischi geologici non conseguenti direttamente agli eventi piovosi (DGPV, sprofondamenti carsici, fenomeni geotecnici, crolli, altre frane con differenti cause di innesco, o al cui innesco concorrono altri fattori). Verranno inoltre identificate, tramite opportuni monitoraggi geologici, eventuali soglie pluviometriche specifiche, relative alla possibilità di riattivazione di fenomeni franosi particolarmente rischiosi. Ciò potrà consentire di meglio discriminare eventuali criticità geologiche localizzate determinate da tali fenomeni ed eventualmente identificare procedure particolari di Protezione Civile. 7.1 ZONE OMOGENEE DI ALLERTA E RELATIVE SOGLIE PER RISCHIO GEOLOGICO Con il presente documento viene adottata una nuova suddivisione del territorio regionale in aree di allerta per rischio geologico, che va a sostituire quella prevista nella D.G.R. 837 del 31/3/2009. Nell ottica di affinamento e sviluppo dei sistemi di previsione, è stato istituito un gruppo di lavoro, con nota del Segretario regionale per l Ambiente n del 14 febbraio 2011, che ha definito delle nuove aree di allertamento per il Rischio Geologico, individuando undici nuove aree di allerta (allegato A10), e le relative soglie per discriminarne la criticità. Nelle conclusioni del gruppo di lavoro viene riportata l esigenza di testare tali aree e soglie al fine di validarne l attendibilità e per eventualmente meglio tarare alcuni parametri relativi alle soglie pluviometriche. Sino a quando sarà attivo il periodo di test le aree di allertamento per rischio geologico saranno accorpate come da Tabella 5 individuando, quindi, un unico livello di criticità per le diverse sottozone (es. Geo A per Geo A1, Geo A2, Geo A3). Nello stesso periodo, per il sistema di allertamento, verranno utilizzate le soglie pluviometriche puntuali già in uso presso il CFD (allegato A7b). Al termine del periodo di sperimentazione di un anno, verranno adottate le nuove soglie pluviometriche e la criticità geologica sarà discriminata per ognuna delle 11 zone di allertamento.

28 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 28/1 Relativa Area a rischio idraulico Area a Rischio Geologico Descrizione Area Provincie interessate Geo-A1 Sappada e Comelico Vene-A Geo-A Geo-A2 Geo-A3 Valli di Ansiei e Boite e comune di Livinallongo Zoldano e val Cordevole escluso Livinallongo e fino all agordino BL Vene-H Geo-H Geo-H1 Geo-H2 Geo-H3 Val Belluna Alpago Parte pedemontana-collinare dei bacini del Meschio e del Monticano BL TV Vene-B Geo-B Geo-B1 Monte Grappa e Altipiano di Asiago BL, TV, VI Geo-B2 Valli di Astico, Posina, Agno, Chiampo e Alpone VI, VR Vene-C Geo-C Monti Lessini e Val d Adige VR Vene-D - - Vene-E Geo-E Geo-E1 Colli Berici VI Geo-E2 Colli Euganei PD, VI Vene-F - - Vene-G - - Tabella 5 Nuove zone di allertamento per rischio geologico Questa nuova suddivisione per il rischio geologico rappresenta il territorio montano secondo un nuovo criterio di omogeneità relativamente alla propensione al dissesto, come da documento tecnico elaborato dal Gruppo di Lavoro Rischio Geologico (allegato A10). Il procedimento che ha portato alla nuova suddivisione si è basato sull analisi delle caratteristiche geologiche, di propensione al dissesto e dell omogeneità pluviometrica riferite ai fenomeni rototraslativi e ai fenomeni di colata detritica, ottenendo aree dove è più probabile l occorrenza di queste due tipologie di dissesto. Nella ridefinizione delle aree di allertamento il criterio utilizzato per omogeneizzare il lavoro svolto dai gruppi di lavoro (Rischio Idraulico e Rischio Geologico) è stato quello di ricomprendere le nuove zone di allertamento geologico nelle più ampie zone di allertamento idraulico, senza che si venissero a creare sovrapposizioni parziali. Il risultato è che le nuove aree di allertamento idraulico contengono completamente una o più aree di allertamento geologico la cui denominazione è legata a quella della zona per Rischio Idraulico che la comprende. La nuova zonizzazione delle aree di criticità geologica ottenuta è di seguito rappresentata.

29 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 29/1 Figura 2 Aree di allertamento per rischio geologico 7.2 LIVELLI DI ALLERTA E SCENARI DI RISCHIO GEOLOGICO I livelli di criticità geologica sono definiti sulla base di soglie pluviometriche massime puntuali (allegato A7b), ovvero dal quantitativo massimo di precipitazione prevista all interno di un area di criticità; tuttavia alcuni fenomeni di dissesto, come ad esempio le colate detritiche, possono essere anche conseguenza di temporali intensi per i quali non è possibile stimare in previsione i quantitativi di precipitazione al suolo. Ne consegue che la criticità geologica viene discriminata con due differenti metodologie a seconda del tipo di fenomeno meteorologico previsto. Il metodo che si basa sull uso delle soglie pluviometriche prevede che i diversi livelli di criticità siano assegnati a ciascuna area quando i quantitativi di precipitazione ivi previsti, in un determinato intervallo tempo e per un determinato stato del suolo, superano la corrispondente soglia per una delle

30 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 30/1 durate di precipitazione attese. La valutazione dello stato del suolo, che viene distinto in due livelli (secco e umido) come indicato in paragrafo 6.2, precede l analisi del superamento soglie. Gli scenari di rischio che corrispondono ai tre livelli di criticità, che il CFD assegna alle diverse zone di allerta, sono illustrati nella tabella seguente. Ordinaria Criticità Moderata Criticità VERSANTI Occasionali fenomeni di natura geologica, su limitate porzioni di territorio, che pur rientrando nella normalità, possono creare situazioni di disagio per la popolazione; possibili isolate interruzioni della viabilità per frane sulla sede stradale. Nelle Zone Geo A, Geo H, Geo B e Geo C difficoltà di smaltimento delle acque piovane attraverso la rete fognaria e possibili allagamenti improvvisi. Conseguente occasionale pericolosità per l incolumità delle persone limitati fenomeni di instabilità; possibile attivazione/riattivazione di singoli fenomeni di instabilità di grandi dimensioni, in aree note, legati a contesti geologici particolarmente critici; L evoluzione di tali fenomeni può rispettivamente determinare: Danni a singoli edifici e limitate interruzioni della viabilità. Conseguente pericolosità per l incolumità delle persone. Numerosi ed estesi fenomeni di instabilità; possibile attivazione di singoli fenomeni di instabilità di grandi dimensioni; probabile riattivazione di singoli fenomeni di instabilità di Elevata grandi dimensioni, in aree note. L evoluzione di tali fenomeni può rispettivamente Criticità determinare: Danni ad interi centri abitati e numerose interruzioni della viabilità minore e Principale. Conseguente pericolosità per l incolumità delle persone. Tabella 6 Scenari di rischio geologico La fase di valutazione dei possibili effetti al suolo e delle ricadute sulla popolazione, sulle strutture ed infrastrutture e, più in generale, sul territorio regionale, si attiva a seguito della previsione di eventi meteorologici significativi. Se in seguito a tale valutazione, almeno un area di allerta Geo presenta condizioni di potenziale criticità geologica (anche ordinaria), il CFD predispone un Avviso di criticità geologica ed idraulica, come descritto nel capitolo CRITICITÀ PER RISCHIO GEOLOGICO DOVUTE AI TEMPORALI INTENSI In considerazione delle differenti caratteristiche geologiche e geomorfologiche che contraddistinguono le varie aree di allertamento, appare opportuno diversificare i livelli di criticità derivanti dalla previsione di temporali intensi pur in presenza di analogo scenario meteo. L opportunità di diversificare i livelli di criticità deriva in particolare dalla diversa diffusione nelle aree di allertamento dei fenomeni di colata rapida. Tale tipologia di frana è caratterizzata generalmente da un significativo grado di pericolosità e viene innescata in prevalenza da precipitazioni brevi ed intense tipiche dei fenomeni temporaleschi estivi. I fenomeni di colata rapida sono classificati nei Piani di Assetto Idrogeologico con livelli di pericolosità geologica normalmente elevati o molto elevati e quindi preoccupano in modo particolare. L obiettivo a medio termine per una corretta modalità di allertamento che si intende raggiungere, nei confronti di tale tipologia di dissesto, è quello di disporre di un censimento dettagliato dei fenomeni

31 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 31/1 di colata rapida in modo da poter riferire un livello di criticità idrogeologica connessa con gli eventi temporaleschi solo a quei comuni che presentano sul proprio territorio tale problematica di dissesto. La disponibilità di tale base di dati permetterebbe di allertare quindi in modo diversificato i comuni che presentano una significativa vulnerabilità nei confronti delle colate rapide rispetto ai comuni che, seppur posti nella stessa area di allertamento, non presentano tale problematica. In ogni caso, una analisi preliminare può essere condotta utilizzando le informazioni della banca dati regionale che, se da un lato non copre in modo omogeneo il territorio dall altro contiene comunque in prevalenza notizie riguardanti eventi franosi che hanno causato danni ad elementi vulnerabili e quindi informazioni qualitativamente molto significative ai fini dell allertamento. Da tale analisi si può osservare in particolare che nell area di allertamento GEO A il numero di eventi di colata rapida censiti, risulta rilevante CRITERI PER L ASSEGNAZIONE DEL LIVELLO DI CRITICITÀ GEOLOGICA CONSEGUENTE A TEMPORALI INTENSI Al fine di gestire la procedura speciale di Protezione Civile per Borca di Cadore (BL), nonché al fine di gestire il rischio di innesco di colate rapide conseguente al rischio di temporali, nella zona di allertamento GEO A, da fine maggio a metà ottobre (nel periodo in cui è attiva la procedura speciale per Borca di Cadore), viene emesso il Bollettino Temporali per l Area Dolomitica (cfr. cap ). Sulla base di tale bollettino vengono effettuate dal CFD delle specifiche azioni legate alla procedura di protezione civile per il Comune di Borca di Cadore e specifici criteri per definire la criticità geologica per temporali intensi nell area Geo A. Nelle altre aree di allertamento Geo i criteri per assegnare la criticità geologica (allegato A9b), si basano sui contenuti del Bollettino Meteorologico Regionale Meteo Veneto. 8. RISCHIO VALANGHE Il rischio riguarda le zone montuose (Dolomiti e Prealpi Venete) nelle quali, attraverso la realizzazione della CLPV (Carta di Localizzazione Probabile delle Valanghe) sono stati individuati, attraverso indagine sul terreno o fotointerpretazione, valanghe o fenomeni valanghivi. In questo territorio, che si estende su circa km 2, si ha mediamente un sito da valanga ogni 100 ha: 1/5 del territorio montano è interessato da valanghe. Il problema valanghe è un problema legato primariamente alle attività sportive in montagna: sci alpinismo, sci fuori pista e alpinismo. Il problema valanghe diventa un problema di protezione civile per: Precipitazioni nevose significative; Importanti rialzi termici primaverili Forte instabilità del manto nevoso dovuta a strati deboli ; Gli ambiti interessati dal rischio valanghe ai fini del Sistema di Allerta riguardano: Le vie di comunicazione (Passi Dolomitici, rete viaria principale di fondovalle, accessi a singole frazioni)

32 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 32/1 I centri abitati; Le aree sciistiche gestite; Restano esclusi dal rischio valanghe ai fini del sistema di allerta di protezione civile gli ambiti montani non controllati e in assenza di strutture antropiche. È al momento in discussione, presso un gruppo di lavoro istituito dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, sia la definizione degli ambiti interessati dal rischio valanghe, ai fini del Sistema di Allerta, sia la corrispondenza fra grado di pericolo di valanghe e livello di criticità valanghe, come definita nella Tabella 8, al fine di predisporre delle linee guida condivise e valide su tutto il territorio nazionale. Pertanto, una volta che il gruppo di lavoro avrà terminato il proprio mandato ed emesso le sue considerazioni finali, il sistema di allertamento del Veneto si adeguerà, tramite un decreto del Responsabile del CFD, così come già descritto in capitolo ZONE OMOGENEE DI ALLERTAMENTO Per quanto concerne il rischio valanghe, la suddivisione in Zone di Allerta non può essere effettuata a livello di bacino, come nel caso di rischio geologico ed idraulico, ma occorre considerare aree montuose che presentano caratteristiche di omogeneità riguardo alla precipitazione nevosa e al manifestarsi del rischio valanghe. Nello specifico, per il rischio valanghe, il territorio regionale è stato suddiviso in due zone di allerta: Zona 1: Dolomiti Zona 2: Prealpi La suddivisione utilizzata attualmente dal CFD è riportata in Figura 3 e schematizzata in Tabella 7, mentre la suddivisione territoriale è riportata in allegato A5b.

33 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 33/1 Figura 3 Aree di allertamento per rischio valanghe CODICE AREA Mont 1 DESCRIZIONE AREA Dolomiti settentrionali: Ampezzo, Ansiei, Comelico, Sappada Dolomiti meridionali est: Cadore Dolomiti meridionali ovest: Agordino, Zoldano, Cadore Mont 2 Prealpi bellunesi: Alpago, Cansiglio, Vette feltrine, Visentin Prealpi vicentine: Grappa, Altopiano, Pasubio Carega Prealpi veronesi: Baldo, Lessini Tabella 7 Aree di allertamento per rischio valanghe

34 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 34/1 8.2 DEFINIZIONE DELLA CRITICITÀ PER IL RISCHIO VALANGHE Per quanto riguarda il rischio valanghe si adotta la classificazione riportata nella seguente tabella. CRITICITÀ LIVELLO DI ALLERTA DESCRIZIONE SCENARIO MISURE OPERATIVE Assente nessuno Assenza di manto nevoso al suolo. Normale attività di monitoraggio. Ordinaria Stato di Attenzione Grado di pericolo regionale pari a 1 o 2. Grado di pericolo regionale pari a 3 ma con assenza di fenomeni valanghivi che possano interessare infrastrutture (abitazioni, strade. piste da sci ecc. ) e attività economiche connesse. Cessazione delle procedure di allerta. Richiede, oltre alla normale attività di monitoraggio della situazione, uno scambio di notizie e informazioni fra tutti i settori potenzialmente interessati. Moderata Stato di Pre allarme Grado di pericolo regionale pari a 3 con fenomeni valanghivi che possono interessare infrastrutture (abitazioni, strade. piste da sci ecc. ) e attività economiche connesse. Sono da aspettarsi valanghe spontanee di media grandezza e solo in singoli casi grandi valanghe. Richiede l adozione di misure di sicurezza (chiusura di strade e impianti e interdizione dell accesso) nei luoghi più esposti secondo le procedure previste dai piani di sicurezza valanghe locali. Richiede un rafforzamento delle attività di monitoraggio (attivazione del gruppo di lavoro in reperibilità presso il Servizio Neve e Valanghe). Elevata Stato di Allarme Gradi di pericolo regionali pari a 4 e 5 con fenomeni valanghivi che possono interessare infrastrutture (abitazioni, strade. piste da sci ecc. ) e attività economiche connesse. Sono da aspettarsi numerose valanghe anche di grandi dimensioni. Richiede l adozione di misure di sicurezza compresa l evacuazione degli edifici e dei centri abitati esposti secondo le procedure previste dai piani di sicurezza valanghe locali. Tabella 8 Classificazione rischio valanghe

35 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 35/1 Quanto espresso in Tabella 8 corrisponde alla classificazione del rischio valanghe oggi in uso presso il CFD; tale classificazione verrà rivista in funzione delle conclusioni del gruppo di lavoro come già citato nel cap. 8 e sarà comunicata tramite decreto del Responsabile del CFD. 9. ALTRI FENOMENI GESTITI DAL CFD 9.1 RISCHIO INCENDI BOSCHIVI Gli indici di pericolo meteorologico di incendi boschivi permettono di calcolare, mediante opportuni algoritmi e a partire da dati meteorologici, lo stato di disidratazione della vegetazione e del terreno e di conseguenza permettono di misurare la pericolosità potenziale di propagazione di un possibile incendio. Gli indici meteorologici non misurano la probabilità di accadimento di un incendio, essendo questa dipendente soprattutto dall attività umana e quindi non prevedibile con strumenti di questo tipo. Esiste comunque una correlazione fra pericolosità e probabilità di accadimento. Tra i vari indici di pericolosità presenti in letteratura, In Veneto si è deciso di applicare il Fire Weather Index (FWI) perché a seguito dei numerosi test effettuati si è dimostrato essere il più affidabile per le caratteristiche climatiche del territorio regionale. L indice è basato esclusivamente sui dati di Temperatura, Umidità relativa, Pioggia e Vento; non tiene conto delle tipologie di vegetazione e della copertura nevosa presenti, né tantomeno degli aspetti antropici e sociali che possono favorire l innescarsi degli incendi. Il valore espresso, per dare origine a un allerta, deve quindi essere interpretato con l esperienza e la conoscenza del territorio da parte dei tecnici forestali operanti nel settore antincendi boschivi ZONE OMOGENEE DI PERICOLO L indice di pericolo viene calcolato per le aree di base previste dal Piano Antincendi Boschivi del Veneto (Decreto del Consiglio Regionale n. 42 del 30 giugno 1999), corrispondenti alla parte montana, collinare e costiera della regione. Le aree di base sono state individuate riferendosi a criteri amministrativi e operativi e costituiscono l unità minima di riferimento per l organizzazione delle strutture di lotta attiva agli incendi boschivi. Nelle aree di pianura non soggette a pianificazione A.I.B. l indice di pericolo FWI non viene calcolato.

36 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 36/1 Le denominazioni delle aree di base sono riportate nella seguente tabella: codice denominazione codice denominazione 1 Agordino 14 Agno e Chiampo 2 Valle del Boite 15 dall'astico al Brenta 3 Centro Cadore 16 Lessinia 4 Comelico Sappada 17 Baldo 5 Cadore Longaronese Zoldano quota 18 Prealpi Trevigiane 6 Bellunese 19 Grappa 7 Val Belluna 20 Non montana provincia di VI 8 Alpago 21 Non montana provincia di VR 9 Feltrino 22 Non montana provincia di TV 10 Brenta 23 Non montana provincia di PD 11 Altopiano dei Sette Comuni 24 Non montana provincia di RO 12 Astico e Posina 25 Litoranea provincia di VE 13 Leogra e Timonchio Tabella 9 Aree di base Figura 4 Cartografia delle aree di base

37 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 37/ LIVELLI DI PERICOLO In Veneto è stata adottata la scala di pericolo definita per tutte le regioni delle Alpi (Italia, Francia, Austria, Svizzera, Germania, Slovenia), con il progetto ALP FFIRS. livello di pericolo Ignizione potenziale Comportamento del fuoco Molto basso 1 Basso 2 Medio 3 Alto 4 Molto alto 5 Ignizione è difficile. E' necessario utilizzare del materiale infiammabile. piccola probabilità di accensione. Un fuoco può essere causato da un singolo fiammifero Un fiammifero è sicuramente sufficiente ad accendere un fuoco Un incendio può essere causato da una semplice scintilla. Tabella 10 Livelli di pericolo Pennacchio di fumo bianco. Diffusione del fuoco molto lenta. Nessuno spotting significativo. Pennacchio di fumo bianco e grigio. Diffusione del fuoco lenta. Bassa possibilità di spotting Grande pennacchio di fumo grigio con una base scura.velocità del fuoco significativa. Media possibilità di spotting Grande pennacchio di fumo nero e rosso ruggine. Velocità del fuoco alta Alta possibilità di spotting Grande pennacchio di fumo nero. Velocità del fuoco molto alta. frequenti fenomeni di spotting La scala di pericolo è basata sul confronto fra serie storica degli incendi avvenuti in Veneto e andamento dell indice di pericolo nello stesso periodo PERICOLO INCENDI BOSCHIVI L indice di pericolo di incendio boschivo viene calcolato dal centro meteorologico di Teolo utilizzando il programma Fire Calculator sviluppato dal WSL all interno del progetto ALP FFIRS. L algoritmo di calcolo utilizzato dal programma è l FWI (Fire Weather Index) o Indice Canadese. L FWI permette di calcolare la pericolosità potenziale di un eventuale incendio basandosi su dati meteorologici quali: precipitazioni, umidità relativa, temperatura, vento. L indice giornaliero viene calcolato con i dati stazionali delle ore 13:00 e pubblicato alle ore 14:00. Viene inoltre fatta una previsione a uno e a due giorni basata sul modello LAMI regionalizzato. La pubblicazione dell indice di pericolo avviene nell area riservata del sito dell Unità di Progetto Protezione Civile ad uso del personale tecnico coinvolto nelle attività di prevenzione e lotta attiva agli incendi. Per ogni area è stata adottata una stazione meteorologica di riferimento per il calcolo dell indice. In alcune aree con elevata variabilità ambientale è stata adottata anche una seconda stazione che riporta in zona montana il valore dell indice alle quote più elevate e nel caso dell area di base non montana di Verona e Litoranea di Venezia le condizioni meteo particolari. La mappa del pericolo risultante è la seguente (i triangoli e i cerchi indicano il valore calcolato sulla stazione secondaria):

38 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 38/ STATO DI MASSIMA PERICOLOSITÀ Figura 5 Mappa di pericolo Il Piano Antincendi Boschivi del Veneto (Decreto del Consiglio Regionale n. 42 del 30 giugno 1999), prevede che l amministrazione regionale, nei periodi durante i quali il pericolo di incendio è maggiore, dichiari lo stato di grave pericolosità. In tali periodi sono vietate tutte le operazioni che possono creare pericolo o possibilità di incendio in tutti i terreni boscati, cespugliati e a vegetazione spontanea. Viene rafforzata la prontezza operativa del sistema A.I.B. regionale e vengono attuate misure di sorveglianza e di sensibilizzazione della popolazione. Lo stato di massima pericolosità viene dichiarato con Decreto del Dirigente dell Unità di Progetto Protezione Civile (All. A6). Il decreto può essere emanato per provincia o per tutto il territorio regionale. Il periodo di massima pericolosità viene emanato tenendo conto dell indice di pericolo, dell andamento degli incendi e del parere dei tecnici A.I.B. dei Servizi Forestali Regionali. Quando iniziano a sommarsi i segnali di pericolo si valuta in base alle previsioni meteo se lo stato è destinato a continuare nel tempo e in tal caso si emana la massima pericolosità.

39 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 39/1 La revoca dello stato di massima pericolosità è possibile al verificarsi di piogge consistenti e prolungate tali da garantire che il livello di pericolo rimanga basso per un ragionevole periodo di tempo. Lo stato di massima pericolosità viene trasmesso ai Servizi Forestali Regionali, al Corpo forestale dello Stato, ai Vigili del Fuoco, alle Prefetture, alle Comunità Montane, ai Comuni oggetto di pianificazione A.I.B. Del decreto viene data la massima diffusione al pubblico da parte degli Enti riceventi. 9.2 RISCHIO TEMPORALI INTENSI Il rischio temporali considera le conseguenze indotte da un insieme di fenomeni intensi, che si sviluppano contemporaneamente su aree in genere ristrette: forti rovesci di pioggia, fulmini, raffiche di vento, spesso grandine, a volte trombe d aria. Da questi fenomeni possono derivare diverse tipologie di rischio diretto ed indiretto per la popolazione e per i beni presenti sul territorio colpito. Tra i rischi generati dai temporali intensi spiccano il rischio geologico (frane e in particolare rischio di colate rapide nei territori affetti da tale fenomenologia e problemi allo smaltimento delle acque piovane nella rete fognaria in zone montane) e rischio idraulico della rete secondaria (a causa dei problemi di smaltimento delle acque piovane da parte della rete fognaria in zone di pianura). Per queste ultime due tipologie di rischio si rimanda agli specifici capitoli. Gli altri rischi attesi in conseguenza della previsione di temporali intensi possono essere gestiti predisponendo opportune prescrizioni di Protezione Civile che dispongono l attivazione di stati di vigilanza e che sono inviate dal CFD per conto dell Unità di Progetto Protezione Civile. Tali prescrizioni vengono elaborate a seguito dell emissione di un Attenzione Meteo sul Bollettino Meteorologico Regionale o di un Avviso di condizioni Meteo Avverse e in caso si recepiscano particolari situazioni di disagio da parte dei presidi territoriali. 9.3 RISCHIO NEVE Il rischio neve considera le conseguenze indotte da precipitazioni nevose con accumuli di neve al suolo in quantità tali da generare disagi alle attività svolte dalla popolazione, rallentamenti e interruzioni del trasporto pubblico e privato e delle linee di servizi (elettricità, acqua, gas, telecomunicazioni, ecc.), nonché danni alle strutture. In particolare i disagi possono essere differenti in base alle zone/fasce altimetriche in cui si verifica il fenomeno. In generale disagi significativi sono causati dalle nevicate in quota per quantitativi rilevanti, mentre dalle nevicate a bassa quota possono derivare disagi anche per quantitativi scarsi, in funzione anche delle temperature più o meno rigide alle quali si verifica il fenomeno. I criteri per l emissione di un Avviso di Condizioni Meteo Avverse (cfr. cap ) per rischio neve da parte di ARPAV Servizio Meteorologico fanno riferimento ai quantitativi di precipitazione nevosa previsti nelle diverse fasce altimetriche in h e sono indicati nel prospetto (allegato A8). Si intende che i messaggi di avviso saranno emessi quando si prevede che i quantitativi di neve indicati saranno raggiunti o superati su porzioni significative delle zone considerate.

40 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 40/1 Si segnala inoltre che la stima dei quantitativi di neve è soggetta ad un margine di errore ancora maggiore rispetto alla stima di precipitazione, in quanto dipende anche dall andamento di altri parametri quali ad esempio la temperatura. Pertanto la previsione dei quantitativi di neve al suolo va considerata come indicativa. Inoltre gli effettivi accumuli dipendono in maniera significativa anche da parametri non meteorologici quali lo stato e la temperatura del terreno, e possono presentare una grande variabilità da luogo a luogo. In alcuni casi l avviso di condizioni meteo avverse per neve potrà essere compreso nell avviso meteo per precipitazioni abbondanti, ad esempio nel caso in cui nevicate significative in quota risultino associate a precipitazioni piovose abbondanti nelle zone di pianura. A seguito dell emissione di un avviso meteo per neve o in recepimento di particolari situazioni di disagio da parte dei presidi territoriali, il CFD elabora ed invia per conto dell Unità di Progetto Protezione Civile opportune prescrizioni di Protezione Civile per Rischio Neve che dispongono l attivazione di stati di vigilanza (vedi cap.10.4). 9.4 RISCHIO VENTO FORTE Il sistema di allertamento regionale tratta anche le conseguenze indotte da condizioni di vento particolarmente intenso. Il pericolo diretto di tali fenomeni è riconducibile all azione esercitata sulle coperture degli edifici (tetti) e alla stabilità di impalcature, cartelloni, alberi, strutture provvisorie, oltre che alla difficoltà indotta sulla viabilità, soprattutto per i mezzi telonati e pesanti. Il rischio per vento forte è gestito diffondendo, per conto dell Unità di Progetto Protezione Civile, opportune prescrizioni di Protezione Civile, a seguito dell emissione di un Attenzione Meteo, di un Avviso di condizioni meteo avverse per vento forte, o in recepimento di particolari situazioni di disagio da parte dei presidi territoriali. 9.5 TERREMOTI Nell ambito delle funzioni proprie di allertamento e monitoraggio dei fenomeni che possono essere causa di eventi dannosi o pericolosi per il territorio, il CFD ha attivato un servizio di monitoraggio e sorveglianza in presenza di eventi sismici rilevati nel territorio di propria competenza. A seguito di un evento sismico la Sala Operativa CFD riceve via mail dall OGS Centro di Ricerche Sismologiche (CRS) di Trieste la documentazione tecnica di descrizione dell evento occorso. In base alle relazioni empiriche intensità/distanza/magnitudo sviluppate dal CRS, alla magnitudo del terremoto ed alla sua percezione, sono state stabilite tre soglie operative: terremoti che si stima siano stati percepiti dalla popolazione; terremoti che si stima abbiano creato danni lievi ai manufatti; terremoti che si stima abbiano creato danni rilevanti ai manufatti. In questo contesto e con lo scopo di informare gli Enti interessati delle caratteristiche dell evento sismico che ha colpito il proprio territorio, per terremoti che si stima abbiano creato danni lievi o rilevanti, il CFD invierà agli Enti destinatari, entro 24h dall evento ed in orario di presidio della sala

41 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 41/1 operativa, la mappa di scuotimento del terremoto con indicati i Comuni dove si possono essere verificati danni lievi o rilevanti, nonché una lista in formato tabellare degli stessi comuni. Contestualmente il CFD invierà agli stessi enti un SMS con i dati parametrici (coordinate ipocentrali e magnitudo) stimati dall O.G.S. CRS e pubblicherà sulla pagina web della Protezione Civile relativa alla Sismica un documento di supporto alla segnalazione del terremoto. Per terremoti che si stima siano stati solo percepiti, il CFD, entro 24h dall evento ed in orario di presidio della sala operativa, pubblicherà sulla pagina web della Protezione Civile relativa alla Sismica un documento di supporto alla segnalazione del terremoto. A seguito di un evento sismico o in recepimento di particolari situazioni di disagio da parte dei presidi territoriali, il CFD elabora ed invia opportune prescrizioni di Protezione Civile per Segnalazione Evento Sismico. Queste contengono procedure operative e norme di comportamento elaborate dalla Protezione Civile per fare fronte alla situazione di pericolo e riguardanti il primo intervento (vedi cap ).

42 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 42/1 10. DOCUMENTI INFORMATIVI DEL CENTRO FUNZIONALE 10.1 BOLLETTINI PREVISIONALI Tra i documenti informativi previsionali prodotti dal CFD alcuni risultano trasversali rispetto ai singoli rischi e sono propedeutici alla previsione di più scenari. A questi prodotti afferiscono: Bollettino meteorologico regionale; Avviso di condizioni meteorologiche avverse; Bollettino Dolomiti Neve e Valanghe; Bollettino di criticità regionale; Bollettino Temporali per l area dolomitica BOLLETTINO METEOROLOGICO REGIONALE E ATTENZIONE METEO L ARPAV DRST, in situazioni ordinarie, emana quotidianamente il Bollettino meteorologico regionale, denominato Meteo Veneto (allegato A1a), attraverso il quale vengono riportate le previsioni meteo a livello regionale per il giorno di emissione e successivo con indicazione di tendenza per i due giorni successivi. In particolari situazioni il Bollettino meteorologico regionale potrà contenere un Attenzione Meteo (allegato A1b) con informazioni di maggior dettaglio e finalizzate ad evidenziare peculiari condizioni meteorologiche da seguire con attenzione ai fini di protezione civile, ma non tali da comportare l emissione di un avviso di condizioni meteorologiche avverse. Nello specifico potranno essere segnalate: Nevicate in pianura o a bassa quota (0 500 m), anche se con accumuli modesti; probabilità media o alta di temporali anche forti, ma localizzati; precipitazioni significative, ma con soglie inferiori a quelle previste per un avviso; possibili precipitazioni anche abbondanti, ma con probabilità non elevata o associate a situazioni meteo incerte; venti forti o molto forti che persistono per un periodo significativo; segnalazione anticipata di fenomeni che potranno portare ad un avviso meteo (funzione di preavviso). Nel caso in cui venga prodotto l Avviso di Condizioni Meteorologiche Avverse (allegato A1c) il Meteo Veneto conterrà la segnalazione di emissione Avviso Meteo AVVISO DI CONDIZIONI METEOROLOGICHE AVVERSE Ogniqualvolta le condizioni meteorologiche facciano presagire un peggioramento della situazione (in atto o prevista), tale da causare potenziali condizioni di disagio e di criticità per il territorio regionale secondo prefissate combinazioni di intensità e probabilità di accadimento, per determinate tipologie di evento, il Servizio Meteorologico di ARPAV DRST, sentiti anche la Veglia Meteo del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile ed i Servizi Meteorologici delle Regioni limitrofe potenzialmente

43 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 43/1 interessate dall evento, predisporrà l Avviso di condizioni meteorologiche avverse (allegato A1c). Tale avviso sarà trasmesso alla Sala Operativa CFD dove si provvederà, previa asseverazione della Unità di Progetto Protezione Civile, alla sua diffusione nel territorio ed alla trasmissione al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. L avviso sarà emesso con almeno 12/24 ore di anticipo rispetto all inizio previsto dei fenomeni meteo significativi ed avrà valenza per le successive 24/48 ore. Nel caso di eventi prolungati, o in caso di sostanziali modifiche al quadro previsionale, il primo avviso potrà essere seguito da successivi avvisi di aggiornamento, la cui tempistica di emissione dipenderà dall evoluzione dei fenomeni previsti. Le condizioni meteo avverse sono da considerarsi sussistenti qualora gli eventi previsti presentino le combinazioni di intensità e probabilità riportate in tabella. Si segnala che si tratta comunque di una previsione di fenomeni significativi basata sui dati forniti da modelli meteorologici affetti essi stessi da errori, e dunque soggetta ad un margine di incertezza che in certe situazioni può risultare anche significativo. FENOMENO EVENTI INTENSITÀ PROBABILITÀ Piogge diffuse e abbondanti > mm/24h > mm/48h > 50% > 50% Precipitazioni Forti temporali o rovesci diffusi sul territorio Particolarmente intensi con possibilità di grandine, fulmini e forti raffiche di vento > 50% Accumuli significativi (a seconda Nevicate diffuse della zona/quota) in aree di una > 50% certa estensione Tabella 11 Definizione degli eventi implicanti condizioni meteorologiche avverse. Le specifiche sopra esposte sono da ritenersi indicative e soggette a possibili futuri affinamenti; per quanto riguarda in particolare le classi di intensità di precipitazione, esse si riferiscono a range medi a livello areale o ai valori attesi su porzioni significative delle aree di allertamento. Si precisa che l avviso meteo può essere predisposto anche nei casi in cui, pur non riscontrando il superamento di tali soglie, si prefiguri una combinazione di fattori meteo climatici che possa produrre situazioni di emergenza. Nel caso di avvisi per neve o temporali la validità dell Avviso di condizioni meteo avverse cessa automaticamente alla scadenza del periodo di validità dell avviso stesso. Cioè l Avviso si intenderà

44 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 44/1 implicitamente revocato, decorso il periodo di validità riportato nel documento, salvo eventuali aggiornamenti in caso di modifiche significative della situazione prevista. Nel caso di eventi prolungati con precipitazioni abbondanti il Servizio Meteorologico potrà produrre un Avviso di cessate condizioni meteo avverse. Questo documento potrà essere divulgato sul territorio qualora non sia ancora presente una criticità idrogeologica o idraulica in atto, altrimenti rimarrà un documento interno al CFD IL BOLLETTINO NEVE E VALANGHE Il Servizio Neve e Valanghe di ARPAV DRST, per quanto attiene il rischio valanghe, emana due volte alla settimana (di norma da Novembre ad Aprile), o qualora sia necessario per mutate condizioni meteorologiche e/o nivometriche, il Bollettino Valanghe valido per le Dolomiti e Prealpi Venete, denominato Dolomiti neve e valanghe (allegato A2a), che riporta, per il giorno dell emissione e per i tre giorni successivi, la situazione di innevamento e del pericolo di valanghe con indicazione dei pendii critici e dell attività valanghiva prevista, fornendo, altresì, indicazioni e misure di sicurezza per gli utenti IL BOLLETTINO DI CRITICITÀ REGIONALE Il Centro Funzionale Decentrato emette quotidianamente il Bollettino di criticità regionale (allegato A3a) detto anche Bollettino di Vigilanza, che contiene le previsioni degli effetti indotti al suolo dovuti ad eventuali eventi meteorici per quanto riguarda il rischio geologico e idraulico. Il Bollettino viene trasmesso al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, previa validazione da parte della Direzione Difesa del Suolo (per il rischio geologico ed idraulico) ed asseverazione da parte della Unità di Progetto Protezione Civile IL BOLLETTINO TEMPORALI PER L AREA DOLOMITICA Nel periodo compreso tra la primavera inoltrata e l inizio dell autunno il Centro Funzionale emana quotidianamente un bollettino sperimentale, chiamato Bollettino temporali, che viene elaborato da ARPAV DRST, e in particolare dal Servizio Meteorologico congiuntamente col Servizio Neve e Valanghe, contenente per l area dolomitica, la valutazione di temporali forti, con le previsioni meteo relative ai fenomeni significativi per le 36 ore successive all ora di emissione. Il bollettino riporta sinteticamente, in forma tabellare, l indicazione della probabilità e la tipologia/diffusione di temporali forti previsti. L esigenza di tale bollettino è nata in quanto il settore dolomitico è interessato da un numero rilevante di colate detritiche che vengono innescate a seguito di temporali intensi. In particolare nell area di Borca di Cadore è in essere dall estate 2010 una procedura di Protezione Civile che a seguito del livello di allerta espresso sul bollettino porta ad attivare una serie di contromisure utili alla mitigazione del rischio di colata rapida. Nel bollettino viene indicato il livello di allerta specifico per Borca di Cadore, stabilito in funzione della combinazione dei parametri tipologia e diffusione di temporali forti e della relativa probabilità di accadimento dell evento meteo atteso., Tale livello è articolato in: livello 1 attenzione, livello 2 attenzione rinforzata, livello 3 pre allarme. Tali livelli corrispondono ad una particolare procedura emessa per Borca di Cadore e valida dalla tarda primavera all inizio autunno.

45 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 45/1 A seconda della combinazione dei due parametri diffusione/tipologia e classe di probabilità, previsti nel Bollettino temporali per l area dolomitica, si differenzierà il servizio garantito dal CFD. In particolare, fino a quando non saranno state sperimentate le nuove aree di allertamento geologiche, i livelli di allerta contenuti nel Bollettino Temporali saranno utilizzati quale criterio discriminante per definire lo scenario di rischio geologico atteso sull area Geo A, secondo quanto riportato nel cap. 7.3). Il Bollettino temporali verrà quotidianamente pubblicato sul sito internet del CFD ed inviato ai soggetti interessati, secondo idonei protocolli regionali. Nel caso in cui il Bollettino riporti un livello di allerta superiore ad 1 sarà inoltre trasmesso a tutti i soggetti coinvolti nella procedura di protezione civile specifica per il Comune di Borca di Cadore un SMS in cui verrà riportata una sintesi della previsione meteorologica e l indicazione del livello di allerta previsto. Le azioni che intraprende il CFD al variare delle previsioni meteorologiche ivi contenute sono riassunte nella tabella in allegato (allegato A9c) AVVISI DI CRITICITÀ PER RISCHIO IDRAULICO, GEOLOGICO E VALANGHIVO Altri documenti informativi emessi dal CFD sono: avviso di criticità per rischio idraulico e geologico avviso di criticità valanghe; bollettini di nowcasting; dichiarazioni di protezione civile AVVISO DI CRITICITÀ PER RISCHIO IDRAULICO E GEOLOGICO A seguito della previsione da parte del Servizio Meteorologico di ARPAV DRST di eventi meteorologici particolarmente avversi, che potrà avvenire anche attraverso la quantificazione del dato di precipitazione prevista, si attiva la fase di valutazione dei possibili effetti al suolo prodotti dall evento meteorologico atteso. La valutazione degli effetti al suolo e quindi l attribuzione in previsione della criticità geologica e/o idraulica sulle nuove aree di allerta viene eseguita utilizzando i criteri precedentemente descritti nei capp. 6.2 e Le criticità per rischio geologico e per rischio idraulico vengono indicate sullo stesso avviso. Quando la criticità viene valutata sulla base della previsione quantitativa di pioggia, quindi sulla base del superamento soglie, l avviso di criticità viene elaborato a seguito dell emissione di un Avviso di Condizioni Meteorologiche Avverse. Come descritto nei capp. 6.1 e 6.2, l avviso di criticità per il rischio idraulico potrà anche essere elaborato in funzione del superamento di opportune soglie idrometriche e/o in funzione degli esiti dei modelli di simulazione idraulica. L implementazione di questi ultimi permetterà di effettuare delle previsioni su possibili fenomeni di tracimazione arginale e sulle tempistiche di propagazione dell onda di piena, a partire dalla conoscenza delle precipitazioni osservate e/o attese sui bacini e di eventuali manovre idrauliche (effettuate dagli Enti gestori delle dighe di monte e/o dal Genio Civile competente, qualora vengano preventivamente comunicate o rese disponibili alla Sala Operativa CFD). L avviso di criticità per rischio geologico e per rischio idraulico sulla rete idraulica secondaria, potrà essere elaborato qualora fossero segnalati sul bollettino meteorologico regionale temporali intensi, anche quando le precipitazioni previste non superino alcuno dei valori di soglia puntuali o quando non

46 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 46/1 vengano forniti quantitativi delle precipitazione previste. Ulteriori criteri sono stabiliti sulla base dei contenuti del Bollettino Temporali per le Dolomiti (cfr ). L Avviso di criticità idraulica e geologica predisposto da ARPAV DRST (allegato A3b), nel quale sono indicati i livelli di criticità previsti per le varie Zone di Allerta per entrambi i rischi, viene validato dalla Direzione Regionale Difesa del Suolo, asseverato da parte della Unità di Progetto Protezione Civile e trasmesso al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile nonché divulgato sul territorio secondo idonei protocolli regionali. Nel caso in cui l analisi delle previsioni meteo su più giorni dia un evoluzione della criticità nel corso dell evento, sarà possibile produrre un Avviso di criticità valido per più giorni (allegato A3d). L Avviso si intende implicitamente revocato, decorso il periodo di validità riportato nel documento, salvo eventuali aggiornamenti in caso di modifiche della situazione prevista o nel caso in cui le componenti del Sistema di Allerta Regionale forniscano informazioni sul persistere di criticità in atto. Con l emissione dell Avviso di criticità che contempli la presenza di almeno un area di allerta regionale caratterizzata da potenziale criticità idraulica moderata o elevata, il CFD svolge funzioni di sorveglianza, garantendo un monitoraggio della condizione della rete idraulica, delle elaborazioni fornite dai modelli idraulici (qualora operativi in Sala Operativa CFD) nonché dei fenomeni di natura meteorologica, secondo modalità e tempistiche evidenziate nell Avviso stesso. Si rimanda al cap. 4 per ulteriori considerazioni sul servizio fornito dal CFD. Sulla base dei dati rilevati, degli effetti riscontrati sul territorio e degli aggiornamenti previsionali, l evoluzione nello spazio e nel tempo della criticità verrà valutata nel corso dell evento. Tali valutazioni saranno eventualmente esposte in Aggiornamenti dell Avviso di Criticità idraulica e geologica (allegato A3c), anch essi soggetti a validazione ed asseverazione finché gli scenari di rischio non saranno ritornati entro livelli di normalità. Per quanto riguarda l evoluzione dell evento di criticità geologica, essendo difficile quantificare gli immediati effetti al suolo, la valutazione del livello di criticità, potrà essere modificata attraverso l'analisi qualitativa dei possibili effetti che le precipitazioni verificatesi possono avere nell attivazione di alcune tipologie di dissesto (frane per scivolamento, frane per colamento, frane complesse) nonché sulla base delle informazioni relative agli effetti riscontrati sul territorio e segnalati dai presidi territoriali. Eventuali criticità localizzate, determinate dalla presenza di dissesti in atto o dissesti generati da fattori innescanti quali incendi, terremoti ecc., non verranno segnalati dagli avvisi di criticità geologica (che hanno una valenza su aree di allerta omogenea) ma segnalati da opportune prescrizioni di protezione civile che indicheranno sia il livello di allerta per i Comuni interessati da tali fenomeni sia le azioni da mettere in atto AVVISO DI CRITICITÀ VALANGHE L ARPAV DRST Servizio Neve e Valanghe, sulla scorta della pubblicazione del Bollettino Dolomiti neve e valanghe, qualora le condizioni meteorologiche e dello stato del manto nevoso siano tali da determinare potenziali cause di criticità per il territorio montano regionale in relazione al pericolo di valanghe, predisporrà un Avviso di criticità valanghe (allegato A2b). Questo, una volta sottoposto

47 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 47/1 all asseverazione dell Unità di Progetto Protezione Civile, viene divulgato sul territorio interessato dalle suddette criticità secondo idonei protocolli regionali. Qualora sulla base delle condizioni meteorologiche, dei dati rilevati o degli effetti riscontrati sul territorio, l evoluzione nello spazio e nel tempo della criticità possa cambiare verrà valutata l emissione di Aggiornamenti dell Avviso di criticità valanghe (allegato A2c). Questi documenti, soggetti ad asseverazione dell Unità di Progetto Protezione Civile, verranno prodotti finché gli scenari di rischio non saranno ritornati entro livelli di normalità. In quest ultima ipotesi verrà emesso un Avviso di cessata criticità per rischio valanghe (allegato A2d) per una o più zone. Le condizioni di criticità valanghe riguardano il territorio montano, così come definito al cap. 8.1 e i fondovalle prealpini inclusi nel suddetto territorio (es. Valbelluna) BOLLETTINO DI NOWCASTING A seguito dell emissione di un Avviso di criticità per rischio idraulico o geologico il CFD svolgerà funzioni di sorveglianza, effettuando un monitoraggio dei fenomeni di natura meteorologica, idraulica e, ove possibile, geologica, secondo modalità e tempistiche evidenziate nell Avviso. Nell ambito delle attività di monitoraggio e sorveglianza verrà redatto un Bollettino di Nowcasting con le seguenti finalità: aggiornare costantemente il quadro delle condizioni meteorologiche fornendo informazioni sui quantitativi di precipitazioni occorse e sulla loro distribuzione (a cura del Servizio Meteorologico di ARPAV DRST e della Sala Operativa CFD); fornire una previsione a brevissimo termine delle precipitazioni sulle diverse zone di allerta (a cura del Servizio Meteorologico di ARPAV DRST); fornire il quadro aggiornato delle condizioni idrometriche dei corsi d acqua regionali e dei fenomeni di dissesto geologico (a cura della Direzione Difesa del Suolo e con il supporto tecnico operativo del Servizio Idrologico di ARPAV DRST); fornire una valutazione della probabile evoluzione dei fenomeni idrologici idraulici e, se possibile, geologici a brevissimo termine (a cura della Direzione Difesa del Suolo e con il supporto tecnico operativo del Servizio Idrologico di ARPAV DRST). Pertanto nel bollettino nowcasting saranno riportati: i dati di precipitazione media e massima caduti nelle ultime ore sulle diverse aree di allertamento, rilevati in tempo reale e pertanto non soggetti a validazione; una previsione dell andamento delle precipitazioni nelle ore successive ( in genere per le successive 6 ore, con maggior dettaglio in termini di tipologia di precipitazione, diffusione spaziale e intensità per le prime 3 ore, con indicazioni molto più sintetiche per le 3 ore successive); una descrizione della situazione geologica e idraulica osservata nelle ultime ore; una descrizione della situazione geologica e idraulica prevista nelle ore successive.

48 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 48/1 Le informazioni fornite potranno eventualmente essere integrate da mappe spazializzate di precipitazione caduta e da mappe di precipitazione prevista da modelli meteorologici. Il bollettino verrà emesso con cadenza variabile a seconda del tipo di evento e dell evoluzione dei fenomeni indicando l ora di emissione del successivo bollettino ed eventuali altre note di servizio. Il bollettino di nowcasting, validato dalla Direzione Difesa del Suolo ed asseverato dall Unità di Progetto Protezione Civile, sarà pubblicato sul sito internet dedicato al Centro Funzionale. Tutti i presidi territoriali saranno informati dell emissione del bollettino di nowcasting secondo idonei protocolli regionali. L emissione del Bollettino per la parte meteorologica termina qualora si esauriscano i fenomeni significativi, mentre per la parte idraulica e geologica termina quando gli scenari di rischio non saranno ritornati entro livelli di normalità MESSAGGI DI ALLERTA DELLA STRUTTURA REGIONALE DI PROTEZIONE CIVILE I messaggi di allerta emessi dall Unità di Progetto di Protezione Civile tramite il CFD sono: la Dichiarazione dello Stato di Attenzione; la Dichiarazione dello Stato di Pre allarme; la Dichiarazione dello Stato di Allarme; Il CFD a seguito degli avvisi predisposti, o in recepimento di particolari situazioni di disagio comunicate dai Presidi Territoriali, redige e trasmette ai soggetti destinatari i Messaggi di allerta di Protezione Civile, secondo idonei protocolli regionali. Tali documenti, in relazione alle tipologie di rischio, alle notizie pervenute dai presidi territoriali ed agli stati di allerta da attivare, contengono le misure cautelative e/o di salvaguardia da adottare, conformemente con quelle previste nella propria pianificazione dell emergenza. La seguente tabella riassume i tre stati di allerta ed i corrispondenti scenari di rischio e misure operative da adottare.

49 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 49/1 STATO DI ALLERTA SCENARI E MISURE OPERATIVE CRITERI DI EMISSIONE Stato di ATTENZIONE L occasionale possibilità di situazioni di disagio e pericolo per l incolumità delle persone e/o di occasionali danni alle infrastrutture o all ambiente, richiede una reperibilità rinforzata in tutti i settori potenzialmente interessati e un più frequente scambio di notizie e informazioni. In presenza di criticità idraulica, geologica o valanghiva ordinaria; Con previsione di fenomeni meteorologici che possano creare disagio alla popolazione (es. vento forte, neve, ecc.); Ogniqualvolta, a prescindere da quanto espresso nell avviso di criticità, dai presidi territoriali giungano notizie di situazioni contingenti e/o condizioni di criticità localizzate sul territorio regionale che possono comportare disagi ed occasionale pericolo per l incolumità dei cittadini e/o per la tutela dei beni, degli insediamenti o dell ambiente assimilabili agli scenari di rischio ordinario. Stato di PRE- ALLARME La possibilità di diffuse situazioni di disagio e pericolo per l incolumità delle persone e/o di diffusi danni alle infrastrutture o all ambiente, richiede la reperibilità di tutte le forze di protezione civile e la predisposizione di tutti i mezzi e gli strumenti utili a fronteggiare l evento atteso. In presenza di criticità idraulica, geologica o valanghiva moderata; Con previsione di fenomeni meteorologici la cui intensità e diffusione possa creare disagi e pericolo per l incolumità delle persone. Ogniqualvolta, a prescindere da quanto espresso nell avviso di criticità, dai presidi territoriali giungano notizie di situazioni contingenti e/o condizioni di criticità localizzate sul territorio regionale che possono comportare disagi ed occasionale pericolo per l incolumità dei cittadini e/o per la tutela dei beni, degli insediamenti o dell ambiente assimilabili agli scenari di rischio moderato. Stato di ALLARME L elevata possibilità di diffuse situazioni di disagio e pericolo per l incolumità delle persone e/o di diffusi danni alle infrastrutture o all ambiente, richiede l attivazione di tutte le forze disponibili secondo le procedure previste dai piani di emergenza o secondo le direttive del Servizio Protezione Civile. In presenza di criticità idraulica, geologica o valanghiva elevata; Ogniqualvolta, a prescindere da quanto espresso nell avviso di criticità, dai presidi territoriali giungano notizie di situazioni contingenti e/o condizioni di criticità localizzate sul territorio regionale che possono comportare disagi ed occasionale pericolo per l incolumità dei cittadini e/o per la tutela dei beni, degli insediamenti o dell ambiente assimilabili agli scenari di rischio elevato. Tabella 12 Stati di allerta del sistema di allertamento regionale, con relativi scenari e misure operative. In particolare l Unità di Progetto Protezione Civile, tramite il CFD, può emettere le proprie dichiarazioni di stati di allerta anche per discriminare criticità localizzate, qualora in possesso di

50 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 50/1 informazioni certe, che non possono essere descritte dall avviso di criticità idraulica e geologica, vista la sua valenza a scala regionale. In queste circostanze il Centro Funzionale invierà gli stati di allerta solo ai ristretti destinatari interessati instaurando con questi, alla bisogna, procedure di allertamento di emergenza, identificate specificatamente per ogni singolo caso, al fine di supportare gli interventi di protezione civile e di mitigazione del rischio. Attualmente il CFD emana i messaggi di allerta per l Unità di Progetto Protezione Civile relativamente a: Rischio geologico ed idraulico; Rischio valanghe; Rischio Nevicate; Rischio Vento forte; Terremoti. Esempi dei documenti inviati dal CFD al Sistema regionale di Protezione Civile sono riportati negli allegati al presente documento. Il messaggio di allerta di Protezione Civile (detto nel seguito anche Prescrizione ) riporta qualora possibile, in premessa, la sintesi dei fenomeni previsti e/o osservati e a seguire lo stato di allerta da attivare, le aree interessate, l indicazione dell inizio e del periodo di validità, le misure cautelative e/o di salvaguardia da adottare a cura degli enti e delle strutture interessate dall evento. Nel caso in cui gli eventi dovessero protrarsi più a lungo del periodo di validità specificato, la Prescrizione di Protezione Civile, prima della sua scadenza, può essere prorogata con un messaggio di aggiornamento. La stessa Prescrizione si intende implicitamente revocata, decorso il periodo di validità sopra riportato, salvo eventuali aggiornamenti in caso di peggioramento della situazione o nel caso in cui le informazioni provenienti dalle componenti e dalle strutture operative del Sistema regionale di Protezione Civile non assicurino la conclusione delle criticità in atto. La messaggistica di allerta, congiuntamente agli avvisi del CFD, viene asseverata dal suo Responsabile e trasmessa ai soggetti destinatari del sistema di allerta, secondo idonei protocolli regionali. Questo criterio di diffusione risponde alle esigenze di ottimizzazione e razionalizzazione della messaggistica emessa dall Unità di Progetto di Protezione Civile, al fine di fornire ai soggetti destinatari un quadro completo e sufficientemente esaustivo che contempli oltre alle previsioni anche le indicazioni operative e le misure di salvaguardia da osservare. Gli Enti destinatari dei messaggi di allerta, nel recepire il contenuto degli stessi, provvedono a comunicare, ogni utile informazione sulle misure adottate per fronteggiare l evento e le relative criticità in atto. Le Strutture di Protezione Civile delle Amministrazioni Provinciali, alla ricezione della messaggistica di allerta, sono tenute ad allertare e, se del caso, attivare, previa autorizzazione, le

51 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 51/1 competenti Organizzazioni di Volontariato, dandone riscontro all Unità di Progetto Protezione Civile (Co.R.Em.) SEGNALAZIONE EVENTO SISMICO L Unità di Progetto di Protezione Civile in stretto raccordo con il CFD, a seguito di un evento sismico che si stima, grazie ad una carta di scuotimento elaborata da OGS Centro di Ricerche Sismologiche di Trieste, abbia arrecato danni lievi o rilevanti, dispone l invio di documenti di SEGNALAZIONE EVENTO SIMICO. Questi conterranno informazioni relative ai dettagli tecnici dell evento (data e ora dell evento, area interessata, magnitudine, informazioni su epicentro ed ipocentro, ecc.), una mappa ed una tabella con l indicazione di tutti i Comuni in cui si stima vi siano stati effetti assimilabili a danni lievi o a danni rilevanti, ed indicazioni al fine di garantire un monitoraggio costante della situazione e la massima prontezza operativa del Sistema Regionale di Protezione Civile. I documenti conterranno inoltre informazioni sull eventuale attivazione della sala operativa Co.R.Em. e dei suoi recapiti nonché delle ulteriori note di servizio. 11. VALIDAZIONE, ASSEVERAZIONE E DIFFUSIONE DEI DOCUMENTI INFORMATIVI I documenti informativi emessi dal Sistema di Allerta Regionale, attraverso i quali sono gestite sia le fasi di previsione che di monitoraggio degli eventi, sono redatti secondo formati standard, di cui si riporta un esempio negli allegati A1(a, b, c), A2 (a, b, c, d), A3 (a, b, c, d, e), A4 (a, b, c, d, e) e A6. Alla veste finale dei documenti informativi si perviene tramite asseverazione da parte della Unità di Progetto Protezione Civile, preceduta dalla procedura di validazione per i soli documenti di competenza della Direzione Difesa del Suolo. Dopo l asseverazione i documenti vengono emessi dal Sistema di Allerta Regionale e diffusi agli enti destinatari, secondo idonei protocolli regionali VALIDAZIONE DEI DOCUMENTI I documenti che vengono predisposti dal personale di ARPAV DRST Servizio Idrologico presso la Sala Operativa del CFD e che devono essere validati dalla Direzione Difesa del Suolo, secondo opportune procedure, sono i seguenti: Il Bollettino di criticità regionale, per le parti riguardanti il rischio geologico ed idraulico. L Avviso di criticità idraulica e geologica e relativi aggiornamenti. Il Bollettino di nowcasting per le parti riguardanti il rischio geologico ed idraulico. La validazione dei documenti o la disposizione di eventuali modifiche da apportare, è in capo al Dirigente Regionale Difesa del Suolo per mezzo del Capo Turno, secondo protocolli interni e viene validato tramite e mail inoltrata alla casella di posta elettronica del Centro Funzionale.

52 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 52/ ASSEVERAZIONE DEI DOCUMENTI Tutti i documenti emessi dal Sistema di Allerta Regionale e diffusi agli enti interessati devono essere asseverati dal Responsabile del CFD o da un suo delegato. In particolare, vanno sottoposti ad asseverazione i seguenti documenti: Il Bollettino di criticità regionale. L Avviso di condizioni meteorologiche avverse. Il Bollettino Temporali per l area Dolomitica (sperimentale). Gli Avvisi di criticità idraulica e geologica e relativi aggiornamenti. Gli Avvisi di criticità valanghe e relativi aggiornamenti. L Avviso di Cessata criticità valanghe. Il Bollettino di Nowcasting Le Prescrizioni di Protezione Civile. Restano esclusi dal processo di asseverazione solo i bollettini previsionali Meteo Veneto, Meteo Veneto con segnalazione (Attenzione Meteo) e il bollettino Dolomiti Neve e Valanghe, di cui comunque il Responsabile del CFD deve prendere visione DIFFUSIONE DEI DOCUMENTI DIFFUSIONE DEI BOLLETTINI PREVISIONALI I bollettini previsionali, il Bollettino Meteorologico Regionale (Meteo Veneto, anche con Attenzione Meteo) e il Dolomiti Neve e Valanghe, una volta emessi, vengono pubblicati sul sito internet di ARPAV, mentre un link agli stessi bollettini è presente nella pagina internet degli Avvisi emessi dal CFD. Inoltre, quando il Bollettino Meteorologico Regionale indica segnalazioni particolari, viene inviato un SMS informativo agli enti destinatari con una sintesi della previsione meteorologica Il Bollettino di Criticità Regionale, nella sua veste attuale, viene inviato giornalmente al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, utilizzando due modalità distinte: via fax e mediante la piattaforma della rete del Sistema di Allerta Nazionale. Il Bollettino Temporali per le Dolomitica (sperimentale) viene quotidianamente pubblicato sul sito internet del CFD ed inviato ai soggetti interessati, secondo idonei protocolli regionali. Inoltre, nel caso in cui il Bollettino riporti un livello di allerta superiore ad 1 sarà inoltre trasmesso a tutti i soggetti coinvolti nella procedura di protezione civile specifica per il Comune di Borca di Cadore un SMS in cui verrà riportata una sintesi della previsione meteorologica e l indicazione del livello di allerta previsto DIFFUSIONE DELL AVVISO DI CONDIZIONI METEOLOROGICHE AVVERSE, DEGLI AVVISI DI CRITICITÀ E DELLE PRESCRIZIONI DI PROTEZIONE CIVILE. I documenti asseverati che vengono inviati agli enti destinatari sono i seguenti: L Avviso di condizioni meteorologiche avverse o suo aggiornamento; L Avviso di criticità geologica ed idraulica e relativi aggiornamenti;

53 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 53/1 L Avviso di criticità valanghe e relativi aggiornamenti; L Avviso di Cessata criticità valanghe; Le Prescrizioni di Protezione Civile. Gli avvisi di criticità geologica ed idraulica e le prescrizioni di Protezione Civile si intendono implicitamente revocati decorso il periodo di validità indicato sui documenti stessi, salvo la possibile emissione di aggiornamenti. Le modalità di diffusione sul territorio di tali documenti sono le seguenti: 1) Pubblicazione sulla pagina internet degli Avvisi emessi dal CFD; 2) Invio via fax ai soggetti destinatari 3) Invio via e mail ai soggetti destinatari 4) Avviso mediante SMS ai soggetti destinatari. In particolare, dopo l aggiornamento del sito, la sala operativa del CFD trasmette un messaggio SMS informando gli utenti dell emissione di avviso di criticità e prescrizioni di protezione civile o loro aggiornamenti; un secondo messaggio SMS avviserà dell eventuale emissione dell Avviso di condizioni meteo avverse o dell Attenzione Meteo e conterrà un testo riassuntivo della previsione meteorologica DIFFUSIONE DEL BOLLETTINO DI NOWCASTING Il bollettino di nowcasting viene pubblicato sul sito internet dedicato al Centro Funzionale. Tutti i presidi territoriali saranno informati dell emissione del bollettino secondo protocolli definiti che prevedono l invio di un SMS informativo.

54 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 54/1 BOLLETTINO METEOROLOGICO REGIONALE A1a Il layout del bollettino è inserito a titolo esemplificativo, i contenuti ivi riportati possono variare.

55 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 55/1 ATTENZIONE METEO A1b Il layout del bollettino è inserito a titolo esemplificativo, i contenuti ivi riportati possono variare.

56 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 56/1 AVVISO DI CONDIZIONI METEO AVVERSE A1c Il layout dell Avviso è inserito a titolo esemplificativo; i contenuti ivi riportati possono variare.

57 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 57/1 DOLOMITI NEVE E VALANGHE A2a Il layout del bollettino è inserito a titolo esemplificativo, i contenuti ivi riportati possono variare.

58 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 58/1 AVVISO DI CRITICITÀ VALANGHE A2b Il layout dell Avviso è inserito a titolo esemplificativo; i contenuti ivi riportati possono variare.

59 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 59/1 AGGIORNAMENTO AVVISO DI CRITICITÀ VALANGHE A2c Il layout dell Avviso è inserito a titolo esemplificativo; i contenuti ivi riportati possono variare.

60 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 60/1 AVVISO DI CESSATA CRITICITÀ VALANGHE A2d Il layout dell Avviso è inserito a titolo esemplificativo; i contenuti ivi riportati possono variare.

61 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 61/1 BOLLETTINO DI CRITICITÀ REGIONALE A3a Il layout del bollettino è inserito a titolo esemplificativo; i contenuti ivi riportati possono variare.

62 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 62/1 AVVISO DI CRITICITÀ IDRAULICA E GEOLOGICA A3b

63 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 63/1 Il layout dell Avviso è inserito a titolo esemplificativo, i contenuti ivi riportati possono variare.

64 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 64/1 AGGIORNAMENTO AVVISO DI CRITICITÀ IDRAULICA E GEOLOGICA A3c Il layout dell Aggiornamento dell Avviso di Criticità è inserito a titolo esemplificativo; esso differisce da quello dell Avviso solo per il titolo, che contiene l indicazione dell aggiornamento e del suo numero.

65 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 65/1 AGGIORNAMENTO DELL AVVISO DI CRITICITÀ IDRAULICA E GEOLOGICA PER PIU GIORNI A3d Il layout dell Avviso sotto riportato, inserito a titolo esemplificativo ed i cui contenuti possono variare, si riferisce al caso in cui si emettano criticità differenti per diversi periodi. Nel caso di primo avviso il layout differirà solo nel titolo, che sarà AVVISO DI CRITICITÀ IDRAULICA E GEOLOGICA.

66 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 66/1 BOLLETTINO TEMPORALI A3e Il layout del bollettino è inserito a titolo esemplificativo; i contenuti ivi riportati possono variare.

67 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 67/1 PRESCRIZIONE PROTEZIONE CIVILE RISCHIO GEOLOGICO IDRAULICO A4a Il layout delle prescrizioni è inserito a titolo esemplificativo; i contenuti ivi riportati possono variare.

68 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 68/1 PRESCRIZIONE PROTEZIONE CIVILE RISCHIO VALANGHE A4b Il layout delle prescrizioni è inserito a titolo esemplificativo; i contenuti ivi riportati possono variare.

69 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 69/1 PRESCRIZIONE PROTEZIONE CIVILE RISCHIO VENTO FORTE A4c Il layout delle prescrizioni è inserito a titolo esemplificativo; i contenuti ivi riportati possono variare.

70 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 70/1 PRESCRIZIONE PROTEZIONE CIVILE RISCHIO NEVE A4d Il layout delle prescrizioni è inserito a titolo esemplificativo; i contenuti ivi riportati possono variare.

71 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 71/1 PRESCRIZIONE PROTEZIONE CIVILE EVENTO SISMICO A4e Il layout delle prescrizioni sotto riportato, inserito a titolo esemplificativo, è riferito alla segnalazione di evento sismico lieve; i contenuti ivi riportati possono variare.

72 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 72/1 ELENCO DEI DESTINATARI A5a I documenti informativi emessi dal Sistema di Allerta Regionale vengono trasmessi secondo idonei protocolli regionali, per quanto di competenza, ai seguenti soggetti: Alla Sala Situazione Italia del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. Al Centro Funzionale Centrale presso il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile. Alle Prefetture Uffici Territoriali del Governo di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. Alle strutture di protezione civile delle Amministrazioni Provinciali di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. Al Compartimento di Venezia dell ANAS. Alla società Veneto Strade S.p.A, sede operativa di Mestre Venezia e Direzione Distaccata di Belluno. Alle strutture preposte alla Viabilità delle Amministrazioni provinciali di Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona. Alla società Vi.abilità S.p.A. Alla Regione del Veneto Unità di Progetto del Genio Civile di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza e all Unità Complessa Nodo idraulico di Este. Alla Regione del Veneto Unità di Progetto Foreste e Parchi. Alla Regione del Veneto Unità Periferiche Servizio forestale di Belluno, Treviso e Venezia, Padova e Rovigo, Verona, Vicenza. Ai Consorzi di bonifica del Veneto. Agli Enti gestori del Servizio Idrico Integrato del Veneto. Alle Amministrazioni Comunali del Veneto, loro Unioni o Federazioni. Alle Comunità Montane del Veneto. Al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Direzione Interregionale Veneto e Trentino Alto Adige e Comandi Provinciali di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona, Vicenza. Al Magistrato alle Acque di Venezia. Al Provveditorato Interregionale alle opere pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia Sede di Venezia e Ufficio del Genio Civile per le Opere Marittime di Venezia. Al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti Ufficio tecnico per le dighe di Venezia. Alla Direzione Marittima di Venezia, Capitaneria di Porto di Chioggia e Venezia. Alle società di gestione delle autostrade del Veneto.

73 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 73/1 A R.F.I. S.p.A. Direzione Trasporto Regionale Veneto Sala Operativa di Mestre. A R.F.I. S.p.A. Centro Operativo Esercizio Rete (COER) di Venezia e Verona. A R.F.I. S.p.A. Protezione Aziendale Presidio Territoriale di Venezia e Verona. A Sistemi Territoriali S.p.A. Divisione Ferroviaria Direzione di Esercizio di Piove di Sacco (PD) A Sistemi Territoriali S.p.A. Divisione Navigazione Interna Sede operativa di Cavanella D Adige Chioggia (VE) All ENEL Green Power S.p.A. Unità Territoriale Veneto di Feltre (BL). All ENEL Distribuzione S.p.A. Divisione Infrastrutture e Reti Macro Area Nord Est Sviluppo Rete Triveneto. A TERNA S.p.A. Area operativa Trasmissione Padova, Centro di Teleconduzione di Dolo. Alla Croce Rossa Italiana Comitato Regionale e Comitati Provinciali del Veneto. I Messaggi di allerta di protezione Civile vengono trasmessi, per conoscenza, ai seguenti soggetti: Alla Segreteria del Presidente della Regione Veneto e alle Segreterie degli Assessori della Giunta regionale. Al Gabinetto del Presidente della Regione, alle Segreterie regionali e all Ufficio Stampa. Alla Regione del Veneto Direzione Difesa del Suolo. Alla Regione del Veneto Direzione Affari Generali. All ARPAV Dipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio e relativi Servizi. I documenti informativi emessi dal Sistema di Allerta Regionale per il rischio valanghe vengono trasmessi secondo idonei protocolli regionali ai seguenti soggetti: Ai Responsabili delle Unità di Progetto del Genio Civile di Belluno, Treviso, Verona, Vicenza. Alle strutture preposte alla Viabilità delle Amministrazioni provinciali di: Belluno, Treviso, Verona e Vicenza. Alle Amministrazioni Comunali del Veneto, loro Unioni o Federazioni. Alle Questure di Belluno, Treviso, Verona e Vicenza. Ai Comandi Provinciali dei Carabinieri di Belluno, Treviso, Verona, Vicenza. Ai Comandi Provinciali della Guardia di Finanza di Belluno, Treviso, Vicenza, Verona. Alle Comunità Montane. Al Comitato Regionale C.R.I. e ai Comitati Provinciali della CRI di Belluno, Treviso, Verona, Vicenza.

74 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 74/1 Al Responsabile della Direzione Interregionale Veneto e Trentino Alto Adige e ai Responsabili dei Comandi Provinciali dei Vigili del fuoco. Ai Responsabili degli Uffici delle Unità periferiche del Servizio Forestale Regionale di Belluno, Treviso e Venezia, Verona, Vicenza. All ENEL Distribuzione S.p.A. Divisione Infrastrutture e Reti Macro Area Territoriale Nord Est Sviluppo Rete Triveneto. Ad ETRA spa Bassano del Grappa. Alle Ferrovie dello Stato. A TERNA S.p.A. Area operativa Trasmissione Padova, Centro di Teleconduzione di Dolo. All Autorità di Bacino Alto Adriatico Ai gestori delle strade (ANAS, sede di Belluno e Sala Operativa di Roma). Alla società Vi.abilità S.p.A. A Veneto Strade, Direzione Operativa di Belluno. A Telecom cts Venezia. Al SUEM 118 di Belluno, Treviso, Verona, Vicenza. Al Soccorso Alpino 11a Zona Prealpi e 6aZona Speleologica. A Servizi Idrici Sinistra Piave SRL. Ai Gestori delle aree sciistiche (impianti a fune, piste da sci, comprensori sciistici). Ai Centri Funzionali Decentrati del Friuli Venezia Giulia e delle Province Autonome di Trento e Bolzano. I documenti informativi emessi dal Sistema di Allerta Regionale per lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi vengono trasmessi secondo idonei protocolli regionali ai seguenti soggetti: All Ass.to all Identità Veneta e alla Protezione Civile e Antincendio Boschivo. Alla Regione del Veneto Unità di Progetto Foreste e Parchi. Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Dipartimento della Protezione Civile COAU. Alle Prefetture Uffici Territoriali del Governo di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza. Alla Regione del Veneto Unità Periferiche Servizio forestale di Belluno, Treviso e Venezia, Padova e Rovigo, Verona, Vicenza Al Comando Regionale del CFS. Al Coordinamento Provinciale ed al Comando Provinciale del CFS di Belluno, Treviso, Venezia, Padova, Rovigo, Verona e Vicenza

75 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 75/1 All Ispettorato Interregionale VV.F Al Comando Provinciale VV.F di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza All Agenzia Regionale Veneto Agricoltura. All Anciveneto. Alla Comunità Montana di Agno e Chiampo, Alto Astico e Posina, del Brenta, dall Astico al Brenta, Leogra Timonchio, Sette Comuni, del Baldo, Lessinia. Al Parco Regionale della Lessinia. All ANAS Comp. Reg.le per il Veneto. A TERNA Centro di Ripartizione di Venezia. A ENEL C.O. A Rete Ferroviaria Italiana SpA Dir. Compartimentale. Alle Associazioni di Volontariato Capofila delle Aree di Base: Enego Coordinamento del Brenta/Monte Grappa Caltrano Schio Valdagno Cogollo Montecchio Maggiore, di Malcesine Tregnago Sant Ambrogio di Valpolicella.

76 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 76/1 ELENCO DEI COMUNI COMPRESI NELLE DIVERSE ZONE DI ALLERTA A5b PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico Zona di Allerta per Rischio Geologico Zona di Allerta per Rischio Valanghe BL AGORDO Vene A GEO A3 MONT 1 BL ALANO DI PIAVE Vene H GEO H1 MONT 2 BL ALLEGHE Vene A GEO A3 MONT 1 BL ARSIE' Vene B GEO B1 MONT 2 BL AURONZO DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL BELLUNO Vene H GEO H1 MONT 2 BL BORCA DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL CALALZO DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL CANALE D'AGORDO Vene A GEO A3 MONT 1 BL CASTELLAVAZZO Vene A GEO A3 MONT 1 BL CENCENIGHE AGORDINO Vene A GEO A3 MONT 1 BL CESIOMAGGIORE Vene H GEO H1 MONT 2 BL CHIES D'ALPAGO Vene H GEO H2 MONT 2 BL CIBIANA DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL COLLE SANTA LUCIA Vene A GEO A2 MONT 1 BL COMELICO SUPERIORE Vene A GEO A1 MONT 1 BL CORTINA D'AMPEZZO Vene A GEO A2 MONT 1 BL DANTA DI CADORE Vene A GEO A1 MONT 1 BL DOMEGGE DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL FALCADE Vene A GEO A3 MONT 1 BL FARRA D'ALPAGO Vene H GEO H2 MONT 2 BL FELTRE Vene H GEO H1 MONT 2 BL FONZASO Vene B GEO B1 MONT 2 BL FORNO DI ZOLDO Vene A GEO A3 MONT 1 BL GOSALDO Vene A GEO A3 MONT 1 BL LA VALLE AGORDINA Vene A GEO A3 MONT 1 BL LAMON Vene B GEO B1 MONT 2 BL LENTIAI Vene H GEO H1 MONT 2 BL LIMANA Vene H GEO H1 MONT 2 BL LIVINALLONGO DEL COL DI LANA Vene A GEO A2 MONT 1 BL LONGARONE Vene A GEO A3 MONT 2 BL LORENZAGO DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL LOZZO DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL MEL Vene H GEO H1 MONT 2 BL OSPITALE DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL PEDAVENA Vene H GEO H1 MONT 2 BL PERAROLO DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL PIEVE D'ALPAGO Vene H GEO H2 MONT 2 BL PIEVE DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL PONTE NELLE ALPI Vene H GEO H1 MONT 2 BL PUOS D'ALPAGO Vene H GEO H2 MONT 2 BL QUERO Vene H GEO H1 MONT 2 BL RIVAMONTE AGORDINO Vene A GEO A3 MONT 1 BL ROCCA PIETORE Vene A GEO A3 MONT 1

77 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 77/1 PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico Zona di Allerta per Rischio Geologico Zona di Allerta per Rischio Valanghe BL SAN GREGORIO NELLE ALPI Vene H GEO H1 MONT 2 BL SAN NICOLO' DI COMELICO Vene A GEO A1 MONT 1 BL SAN PIETRO DI CADORE Vene A GEO A1 MONT 1 BL SAN TOMASO AGORDINO Vene A GEO A3 MONT 1 BL SAN VITO DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL SANTA GIUSTINA BELLUNESE Vene H GEO H1 MONT 2 BL SANTO STEFANO DI CADORE Vene A GEO A1 MONT 1 BL SAPPADA Vene A GEO A1 MONT 1 BL SEDICO Vene H GEO H1 MONT 2 BL SELVA DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL SEREN DEL GRAPPA Vene H GEO H1 MONT 2 BL SOSPIROLO Vene H GEO H1 MONT 2 BL SOVERZENE Vene H GEO H1 MONT 2 BL SOVRAMONTE Vene B GEO B1 MONT 2 BL TAIBON AGORDINO Vene A GEO A3 MONT 1 BL TAMBRE D'ALPAGO Vene H GEO H2 MONT 2 BL TRICHIANA Vene H GEO H1 MONT 2 BL VALLADA AGORDINA Vene A GEO A3 MONT 1 BL VALLE DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL VAS Vene H GEO H1 MONT 2 BL VIGO DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL VODO DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 BL VOLTAGO AGORDINO Vene A GEO A3 MONT 1 BL ZOLDO ALTO Vene A GEO A3 MONT 1 BL ZOPPE' DI CADORE Vene A GEO A2 MONT 1 PD ABANO TERME Vene E GEO E2 PD AGNA Vene E PD ALBIGNASEGO Vene E PD ANGUILLARA VENETA Vene E PD ARQUA' PETRARCA Vene E GEO E2 PD ARRE Vene E PD ARZERGRANDE Vene E PD BAGNOLI DI SOPRA Vene E PD BAONE Vene E GEO E2 PD BARBONA Vene E PD BATTAGLIA TERME Vene E GEO E2 PD BOARA PISANI Vene E PD BORGORICCO Vene E PD BOVOLENTA Vene E PD BRUGINE Vene E PD CADONEGHE Vene E PD CAMPO SAN MARTINO Vene E PD CAMPODARSEGO Vene E PD CAMPODORO Vene E PD CAMPOSAMPIERO Vene E

78 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 78/1 PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico Zona di Allerta per Rischio Geologico PD CANDIANA Vene E PD CARCERI Vene E PD CARMIGNANO DI BRENTA Vene E PD CARTURA Vene E PD CASALE DI SCODOSIA Vene E PD CASALSERUGO Vene E PD CASTELBALDO Vene E PD CERVARESE SANTA CROCE Vene E GEO E2 PD CINTO EUGANEO Vene E GEO E2 PD CITTADELLA Vene E PD CODEVIGO Vene E PD CONSELVE Vene E PD CORREZZOLA Vene E PD CURTAROLO Vene E PD DUE CARRARE Vene E PD ESTE Vene E GEO E2 PD FONTANIVA Vene E PD GALLIERA VENETA Vene E PD GALZIGNANO TERME Vene E GEO E2 PD GAZZO Vene E PD GRANTORTO Vene E PD GRANZE Vene E PD LEGNARO Vene E PD LIMENA Vene E PD LOREGGIA Vene E PD LOZZO ATESTINO Vene E GEO E2 PD MASERA' DI PADOVA Vene E PD MASI Vene E PD MASSANZAGO Vene F PD MEGLIADINO SAN FIDENZIO Vene E PD MEGLIADINO SAN VITALE Vene E PD MERLARA Vene E PD MESTRINO Vene E PD MONSELICE Vene E GEO E2 PD MONTAGNANA Vene E PD MONTEGROTTO TERME Vene E GEO E2 PD NOVENTA PADOVANA Vene E PD OSPEDALETTO EUGANEO Vene E PD PADOVA Vene E PD PERNUMIA Vene E PD PIACENZA D'ADIGE Vene E PD PIAZZOLA SUL BRENTA Vene E PD PIOMBINO DESE Vene F PD PIOVE DI SACCO Vene E PD POLVERARA Vene E Zona di Allerta per Rischio Valanghe

79 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 79/1 PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico Zona di Allerta per Rischio Geologico PD PONSO Vene E PD PONTE SAN NICOLO' Vene E PD PONTELONGO Vene E PD POZZONOVO Vene E PD ROVOLON Vene E GEO E2 PD RUBANO Vene E PD SACCOLONGO Vene E PD SALETTO Vene E PD SAN GIORGIO DELLE PERTICHE Vene E PD SAN GIORGIO IN BOSCO Vene E PD SAN MARTINO DI LUPARI Vene E PD SAN PIETRO IN GU' Vene E PD SAN PIETRO VIMINARIO Vene E PD SANTA GIUSTINA IN COLLE Vene E PD SANTA MARGHERITA D'ADIGE Vene E PD SANT'ANGELO DI PIOVE DI SACCO Vene E PD SANT'ELENA Vene E PD SANT'URBANO Vene E PD SAONARA Vene E PD SELVAZZANO DENTRO Vene E PD SOLESINO Vene E PD STANGHELLA Vene E PD TEOLO Vene E GEO E2 PD TERRASSA PADOVANA Vene E PD TOMBOLO Vene E PD TORREGLIA Vene E GEO E2 PD TREBASELEGHE Vene F PD TRIBANO Vene E PD URBANA Vene E PD VEGGIANO Vene E PD VESCOVANA Vene E PD VIGHIZZOLO D'ESTE Vene E PD VIGODARZERE Vene E PD VIGONZA Vene E PD VILLA DEL CONTE Vene E PD VILLA ESTENSE Vene E PD VILLAFRANCA PADOVANA Vene E PD VILLANOVA DI CAMPOSAMPIERO Vene F PD VO' Vene E GEO E2 RO ADRIA Vene D RO ARIANO NEL POLESINE Vene D RO ARQUA' POLESINE Vene D RO BADIA POLESINE Vene D RO BAGNOLO DI PO Vene D RO BERGANTINO Vene D Zona di Allerta per Rischio Valanghe

80 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 80/1 PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico RO BOSARO Vene D RO CALTO Vene D RO CANARO Vene D RO CANDA Vene D RO CASTELGUGLIELMO Vene D RO CASTELMASSA Vene D RO CASTELNOVO BARIANO Vene D RO CENESELLI Vene D RO CEREGNANO Vene D RO CORBOLA Vene D RO COSTA DI ROVIGO Vene D RO CRESPINO Vene D RO FICAROLO Vene D RO FIESSO UMBERTIANO Vene D RO FRASSINELLE POLESINE Vene D RO FRATTA POLESINE Vene D RO GAIBA Vene D RO GAVELLO Vene D RO GIACCIANO CON BARUCHELLA Vene D RO GUARDA VENETA Vene D RO LENDINARA Vene D RO LOREO Vene D RO LUSIA Vene D RO MELARA Vene D RO OCCHIOBELLO Vene D RO PAPOZZE Vene D RO PETTORAZZA GRIMANI Vene D RO PINCARA Vene D RO POLESELLA Vene D RO PONTECCHIO POLESINE Vene D RO PORTO TOLLE Vene D RO PORTO VIRO Vene D RO ROSOLINA Vene D RO ROVIGO Vene D RO SALARA Vene D RO SAN BELLINO Vene D RO SAN MARTINO DI VENEZZE Vene D RO STIENTA Vene D RO TAGLIO DI PO Vene D RO TRECENTA Vene D RO VILLADOSE Vene D RO VILLAMARZANA Vene D RO VILLANOVA DEL GHEBBO Vene D RO VILLANOVA MARCHESANA Vene D TV ALTIVOLE Vene F Zona di Allerta per Rischio Geologico Zona di Allerta per Rischio Valanghe

81 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 81/1 PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico Zona di Allerta per Rischio Geologico Zona di Allerta per Rischio Valanghe TV ARCADE Vene F TV ASOLO Vene B GEO B1 TV BORSO DEL GRAPPA Vene B GEO B1 MONT 2 TV BREDA DI PIAVE Vene F TV CAERANO DI SAN MARCO Vene H GEO H3 TV CAPPELLA MAGGIORE Vene H GEO H3 TV CARBONERA Vene F TV CASALE SUL SILE Vene F TV CASIER Vene F TV CASTELCUCCO Vene B GEO B1 TV CASTELFRANCO VENETO Vene E TV CASTELLO DI GODEGO Vene E TV CAVASO DEL TOMBA Vene H GEO H3 MONT 2 TV CESSALTO Vene G TV CHIARANO Vene G TV CIMADOLMO Vene F TV CISON DI VALMARINO Vene H GEO H3 MONT 2 TV CODOGNE' Vene G TV COLLE UMBERTO Vene H GEO H3 TV CONEGLIANO Vene H GEO H3 TV CORDIGNANO Vene H GEO H3 MONT 2 TV CORNUDA Vene H GEO H3 TV CRESPANO DEL GRAPPA Vene B GEO B1 MONT 2 TV CROCETTA DEL MONTELLO Vene H GEO H3 TV FARRA DI SOLIGO Vene H GEO H3 TV FOLLINA Vene H GEO H3 MONT 2 TV FONTANELLE Vene G TV FONTE Vene B GEO B1 TV FREGONA Vene H GEO H3 MONT 2 TV GAIARINE Vene G TV GIAVERA DEL MONTELLO Vene H GEO H3 TV GODEGA DI SANT'URBANO Vene G TV GORGO AL MONTICANO Vene G TV ISTRANA Vene F TV LORIA Vene E TV MANSUE' Vene G TV MARENO DI PIAVE Vene G TV MASER Vene H GEO H3 TV MASERADA SUL PIAVE Vene F TV MEDUNA DI LIVENZA Vene G TV MIANE Vene H GEO H3 MONT 2 TV MOGLIANO VENETO Vene F TV MONASTIER DI TREVISO Vene F TV MONFUMO Vene B GEO B1 TV MONTEBELLUNA Vene H GEO H3

82 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 82/1 PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico Zona di Allerta per Rischio Geologico Zona di Allerta per Rischio Valanghe TV MORGANO Vene F TV MORIAGO DELLA BATTAGLIA Vene H GEO H3 TV MOTTA DI LIVENZA Vene G TV NERVESA DELLA BATTAGLIA Vene H GEO H3 TV ODERZO Vene G TV ORMELLE Vene F TV ORSAGO Vene G TV PADERNO DEL GRAPPA Vene B GEO B1 MONT 2 TV PAESE Vene F TV PEDEROBBA Vene H GEO H3 MONT 2 TV PIEVE DI SOLIGO Vene H GEO H3 TV PONTE DI PIAVE Vene F TV PONZANO VENETO Vene F TV PORTOBUFFOLE' Vene G TV POSSAGNO Vene H GEO H3 MONT 2 TV POVEGLIANO Vene F TV PREGANZIOL Vene F TV QUINTO DI TREVISO Vene F TV REFRONTOLO Vene H GEO H3 TV RESANA Vene E TV REVINE LAGO Vene H GEO H3 MONT 2 TV RIESE PIO X Vene E TV RONCADE Vene F TV SALGAREDA Vene F TV SAN BIAGIO DI CALLALTA Vene F TV SAN FIOR Vene H GEO H3 TV SAN PIETRO DI FELETTO Vene H GEO H3 TV SAN POLO DI PIAVE Vene F TV SAN VENDEMIANO Vene H GEO H3 TV SAN ZENONE DEGLI EZZELINI Vene B GEO B1 TV SANTA LUCIA DI PIAVE Vene F TV SARMEDE Vene H GEO H3 MONT 2 TV SEGUSINO Vene H GEO H3 MONT 2 TV SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA Vene H GEO H3 TV SILEA Vene F TV SPRESIANO Vene F TV SUSEGANA Vene H GEO H3 TV TARZO Vene H GEO H3 TV TREVIGNANO Vene F TV TREVISO Vene F TV VALDOBBIADENE Vene H GEO H3 MONT 2 TV VAZZOLA Vene G TV VEDELAGO Vene F TV VIDOR Vene H GEO H3 TV VILLORBA Vene F

83 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 83/1 PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico Zona di Allerta per Rischio Geologico Zona di Allerta per Rischio Valanghe TV VITTORIO VENETO Vene H GEO H3 MONT 2 TV VOLPAGO DEL MONTELLO Vene H GEO H3 TV ZENSON DI PIAVE Vene F TV ZERO BRANCO Vene F VE ANNONE VENETO Vene G VE CAMPAGNA LUPIA Vene F VE CAMPOLONGO MAGGIORE Vene E VE CAMPONOGARA Vene F VE CAORLE Vene G VE CAVALLINO TREPORTI Vene F VE CAVARZERE Vene E VE CEGGIA Vene G VE CHIOGGIA Vene E VE CINTO CAOMAGGIORE Vene G VE CONA Vene E VE CONCORDIA SAGITTARIA Vene G VE DOLO Vene F VE ERACLEA Vene F VE FIESSO D'ARTICO Vene E VE FOSSALTA DI PIAVE Vene F VE FOSSALTA DI PORTOGRUARO Vene G VE FOSSO' Vene E VE GRUARO Vene G VE JESOLO Vene F VE MARCON Vene F VE MARTELLAGO Vene F VE MEOLO Vene F VE MIRA Vene F VE MIRANO Vene F VE MUSILE DI PIAVE Vene F VE NOALE Vene F VE NOVENTA DI PIAVE Vene F VE PIANIGA Vene F VE PORTOGRUARO Vene G VE PRAMAGGIORE Vene G VE QUARTO D'ALTINO Vene F VE SALZANO Vene F VE SAN DONA' DI PIAVE Vene F VE SAN MICHELE AL TAGLIAMENTO Vene G VE SANTA MARIA DI SALA Vene F VE SANTO STINO DI LIVENZA Vene G VE SCORZE' Vene F VE SPINEA Vene F VE STRA Vene E VE TEGLIO VENETO Vene G

84 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 84/1 PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico Zona di Allerta per Rischio Geologico Zona di Allerta per Rischio Valanghe VE TORRE DI MOSTO Vene G VE VENEZIA Vene F VE VIGONOVO Vene E VI AGUGLIARO Vene E VI ALBETTONE Vene E GEO E2 VI ALONTE Vene E GEO E1 VI ALTAVILLA VICENTINA Vene B GEO B2 VI ALTISSIMO Vene B GEO B2 VI ARCUGNANO Vene E GEO E1 VI ARSIERO Vene B GEO B2 MONT 2 VI ARZIGNANO Vene B GEO B2 VI ASIAGO Vene B GEO B1 MONT 2 VI ASIGLIANO VENETO Vene E VI BARBARANO VICENTINO Vene E GEO E1 VI BASSANO DEL GRAPPA Vene B GEO B1 VI BOLZANO VICENTINO Vene B VI BREGANZE Vene B GEO B1 VI BRENDOLA Vene E GEO E1 VI BRESSANVIDO Vene B VI BROGLIANO Vene B GEO B2 VI CALDOGNO Vene B VI CALTRANO Vene B GEO B1 MONT 2 VI CALVENE Vene B GEO B1 MONT 2 VI CAMISANO VICENTINO Vene E VI CAMPIGLIA DEI BERICI Vene E VI CAMPOLONGO SUL BRENTA Vene B GEO B1 MONT 2 VI CARRE' Vene B GEO B1 VI CARTIGLIANO Vene E VI CASSOLA Vene E VI CASTEGNERO Vene E GEO E1 VI CASTELGOMBERTO Vene B GEO B2 VI CHIAMPO Vene B GEO B2 VI CHIUPPANO Vene B GEO B1 VI CISMON DEL GRAPPA Vene B GEO B1 MONT 2 VI COGOLLO DEL CENGIO Vene B GEO B1 MONT 2 VI CONCO Vene B GEO B1 MONT 2 VI CORNEDO VICENTINO Vene B GEO B2 VI COSTABISSARA Vene B GEO B2 VI CREAZZO Vene B GEO B2 VI CRESPADORO Vene B GEO B2 MONT 2 VI DUEVILLE Vene B VI ENEGO Vene B GEO B1 MONT 2 VI FARA VICENTINO Vene B GEO B1 VI FOZA Vene B GEO B1 MONT 2 VI GALLIO Vene B GEO B1 MONT 2

85 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 85/1 PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico Zona di Allerta per Rischio Geologico Zona di Allerta per Rischio Valanghe VI GAMBELLARA Vene B GEO B2 VI GAMBUGLIANO Vene B GEO B2 VI GRANCONA Vene E GEO E1 VI GRISIGNANO DI ZOCCO Vene E VI GRUMOLO DELLE ABBADESSE Vene E VI ISOLA VICENTINA Vene B GEO B2 VI LAGHI Vene B GEO B2 MONT 2 VI LASTEBASSE Vene B GEO B1 MONT 2 VI LONGARE Vene B GEO B2 VI LONIGO Vene E GEO E1 VI LUGO DI VICENZA Vene B GEO B1 MONT 2 VI LUSIANA Vene B GEO B1 MONT 2 VI MALO Vene B GEO B2 VI MARANO VICENTINO Vene B VI MAROSTICA Vene B GEO B1 VI MASON VICENTINO Vene B GEO B1 VI MOLVENA Vene B GEO B1 VI MONTE DI MALO Vene B GEO B2 VI MONTEBELLO VICENTINO Vene B GEO B2 VI MONTECCHIO MAGGIORE Vene B GEO B2 VI MONTECCHIO PRECALCINO Vene B GEO B1 VI MONTEGALDA Vene E GEO E2 VI MONTEGALDELLA Vene E VI MONTEVIALE Vene B GEO B2 VI MONTICELLO CONTE OTTO Vene B VI MONTORSO VICENTINO Vene B GEO B2 VI MOSSANO Vene E GEO E1 VI MUSSOLENTE Vene B GEO B1 VI NANTO Vene E GEO E1 VI NOGAROLE VICENTINO Vene B GEO B2 VI NOVE Vene B VI NOVENTA VICENTINA Vene E VI ORGIANO Vene E GEO E1 VI PEDEMONTE Vene B GEO B1 MONT 2 VI PIANEZZE Vene B GEO B1 VI PIOVENE ROCCHETTE Vene B GEO B1 VI POIANA MAGGIORE Vene E VI POSINA Vene B GEO B2 MONT 2 VI POVE DEL GRAPPA Vene B GEO B1 MONT 2 VI POZZOLEONE Vene E VI QUINTO VICENTINO Vene B VI RECOARO TERME Vene B GEO B2 MONT 2 VI ROANA Vene B GEO B1 MONT 2 VI ROMANO D'EZZELINO Vene B GEO B1 MONT 2 VI ROSA' Vene E

86 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 86/1 PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico Zona di Allerta per Rischio Geologico Zona di Allerta per Rischio Valanghe VI ROSSANO VENETO Vene E VI ROTZO Vene B GEO B1 MONT 2 VI SALCEDO Vene B GEO B1 VI SAN GERMANO DEI BERICI Vene E GEO E1 VI SAN NAZARIO Vene B GEO B1 MONT 2 VI SAN PIETRO MUSSOLINO Vene B GEO B2 VI SAN VITO DI LEGUZZANO Vene B GEO B2 VI SANDRIGO Vene B VI SANTORSO Vene B GEO B2 VI SARCEDO Vene B GEO B1 VI SAREGO Vene E GEO E1 VI SCHIAVON Vene B VI SCHIO Vene B GEO B2 VI SOLAGNA Vene B GEO B1 MONT 2 VI SOSSANO Vene E GEO E1 VI SOVIZZO Vene B GEO B2 VI TEZZE SUL BRENTA Vene E VI THIENE Vene B VI TONEZZA DEL CIMONE Vene B GEO B2 MONT 2 VI TORREBELVICINO Vene B GEO B2 VI TORRI DI QUARTESOLO Vene B VI TRISSINO Vene B GEO B2 VI VALDAGNO Vene B GEO B2 VI VALDASTICO Vene B GEO B1 MONT 2 VI VALLI DEL PASUBIO Vene B GEO B2 MONT 2 VI VALSTAGNA Vene B GEO B1 MONT 2 VI VELO D'ASTICO Vene B GEO B2 VI VICENZA Vene B GEO B2 VI VILLAGA Vene E GEO E1 VI VILLAVERLA Vene B VI ZANE' Vene B VI ZERMEGHEDO Vene B GEO B2 VI ZOVENCEDO Vene E GEO E1 VI ZUGLIANO Vene B GEO B1 VR AFFI Vene C GEO C VR ALBAREDO D'ADIGE Vene E VR ANGIARI Vene D VR ARCOLE Vene B VR BADIA CALAVENA Vene C GEO C VR BARDOLINO Vene C GEO C VR BELFIORE Vene C VR BEVILACQUA Vene E VR BONAVIGO Vene E VR BOSCHI SANT'ANNA Vene E VR BOSCO CHIESANUOVA Vene C GEO C MONT 2

87 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 87/1 PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico Zona di Allerta per Rischio Geologico Zona di Allerta per Rischio Valanghe VR BOVOLONE Vene D VR BRENTINO BELLUNO Vene C GEO C MONT 2 VR BRENZONE Vene C GEO C MONT 2 VR BUSSOLENGO Vene C GEO C VR BUTTAPIETRA Vene D VR CALDIERO Vene C VR CAPRINO VERONESE Vene C GEO C MONT 2 VR CASALEONE Vene D VR CASTAGNARO Vene D VR CASTEL D'AZZANO Vene D VR CASTELNUOVO DEL GARDA Vene C GEO C VR CAVAION VERONESE Vene C GEO C VR CAZZANO DI TRAMIGNA Vene B GEO B2 VR CEREA Vene D VR CERRO VERONESE Vene C GEO C VR COLOGNA VENETA Vene E VR COLOGNOLA AI COLLI Vene C GEO C VR CONCAMARISE Vene D VR COSTERMANO Vene C GEO C VR DOLCE' Vene C GEO C MONT 2 VR ERBE' Vene D VR ERBEZZO Vene C GEO C MONT 2 VR FERRARA DI MONTE BALDO Vene C GEO C MONT 2 VR FUMANE Vene C GEO C VR GARDA Vene C GEO C VR GAZZO VERONESE Vene D VR GREZZANA Vene C GEO C VR ILLASI Vene C GEO C VR ISOLA DELLA SCALA Vene D VR ISOLA RIZZA Vene D VR LAVAGNO Vene C GEO C VR LAZISE Vene C GEO C VR LEGNAGO Vene D VR MALCESINE Vene C GEO C MONT 2 VR MARANO DI VALPOLICELLA Vene C GEO C VR MEZZANE DI SOTTO Vene C GEO C VR MINERBE Vene E VR MONTECCHIA DI CROSARA Vene B GEO B2 VR MONTEFORTE D'ALPONE Vene B GEO B2 VR MOZZECANE Vene D VR NEGRAR Vene C GEO C VR NOGARA Vene D VR NOGAROLE ROCCA Vene D VR OPPEANO Vene D VR PALU' Vene D

88 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 88/1 PROV COMUNE Zona di Allerta per Rischio Idraulico Zona di Allerta per Rischio Geologico Zona di Allerta per Rischio Valanghe VR PASTRENGO Vene C GEO C VR PESCANTINA Vene C GEO C VR PESCHIERA DEL GARDA Vene C GEO C VR POVEGLIANO VERONESE Vene D VR PRESSANA Vene E VR RIVOLI VERONESE Vene C GEO C VR RONCA' Vene B GEO B2 VR RONCO ALL'ADIGE Vene C VR ROVERCHIARA Vene D VR ROVERE' VERONESE Vene C GEO C MONT 2 VR ROVEREDO DI GUA' Vene E VR SALIZZOLE Vene D VR SAN BONIFACIO Vene B VR SAN GIOVANNI ILARIONE Vene B GEO B2 VR SAN GIOVANNI LUPATOTO Vene D VR SAN MARTINO BUON ALBERGO Vene C GEO C VR SAN MAURO DI SALINE Vene C GEO C VR SAN PIETRO DI MORUBIO Vene D VR SAN PIETRO IN CARIANO Vene C GEO C VR SAN ZENO DI MONTAGNA Vene C GEO C MONT 2 VR SANGUINETTO Vene D VR SANT'AMBROGIO DI VALPOLICELLA Vene C GEO C VR SANT'ANNA D'ALFAEDO Vene C GEO C MONT 2 VR SELVA DI PROGNO Vene C GEO C MONT 2 VR SOAVE Vene B GEO B2 VR SOMMACAMPAGNA Vene C GEO C VR SONA Vene C GEO C VR SORGA' Vene D VR TERRAZZO Vene E VR TORRI DEL BENACO Vene C GEO C VR TREGNAGO Vene C GEO C VR TREVENZUOLO Vene D VR VALEGGIO SUL MINCIO Vene C GEO C VR VELO VERONESE Vene C GEO C MONT 2 VR VERONA Vene C GEO C VR VERONELLA Vene E VR VESTENANOVA Vene B GEO B2 VR VIGASIO Vene D VR VILLA BARTOLOMEA Vene D VR VILLAFRANCA DI VERONA Vene D VR ZEVIO Vene C VR ZIMELLA Vene E

89 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 89/1 DICHIARAZIONE DI STATO DI GRAVE PERICOLO PER INCENDI BOSCHIVI A6 Il layout della dichiarazione è inserito a titolo esemplificativo, i contenuti ivi riportati possono variare.

90 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 90/1 SOGLIE PLUVIOMETRICHE MEDIE AREALI A7a S O G L I E A R E A L I Criticità Stato del suolo Stato del suolo UMIDO SECCO H06 H12 H24 H48 H72 H06 H12 H24 H48 H72 Ordinaria 31,2 46,4 68,0 101,6 128,8 40,8 60,8 88,8 131,2 164,8 Vene-A Moderata 39,0 58,0 85,0 127,0 161,0 51,0 76,0 111,0 164,0 206,0 Elevata 51,0 76,0 111,0 164,0 206,0 69,0 103,0 148,0 219,0 274,0 Ordinaria 31,2 46,4 68,0 101,6 128,8 40,8 60,8 88,8 131,2 164,8 Vene-H Moderata Elevata Ordinaria 32,0 47,2 68,0 96,8 119,2 42,4 62,4 88,0 124,0 152,8 Vene-B Moderata 40,0 59,0 85,0 121,0 149,0 53,0 78,0 110,0 155,0 191,0 Elevata 53,0 78,0 110,0 155,0 191,0 72,0 104,0 147,0 207,0 254,0 Ordinaria 30,4 42,4 58,4 79,2 95,2 40,0 55,2 75,2 102,4 122,4 Vene-C Moderata 38,0 53,0 73,0 99,0 119,0 50,0 69,0 94,0 128,0 153,0 Elevata 50,0 69,0 94,0 128,0 153,0 67,0 92,0 125,0 170,0 203,0 Ordinaria 24,0 31,2 39,2 51,2 59,2 32,0 41,6 52,0 67,2 77,6 Vene-D Moderata 30,0 39,0 49,0 64,0 74,0 40,0 52,0 65,0 84,0 97,0 Elevata 40,0 52,0 65,0 84,0 97,0 55,0 70,0 88,0 113,0 130,0 Ordinaria 28,0 37,6 48,8 64,0 75,2 36,8 48,8 64,0 82,4 96,0 Vene-E Moderata 35,0 47,0 61,0 80,0 94,0 46,0 61,0 80,0 103,0 120,0 Elevata 46,0 61,0 80,0 103,0 120,0 63,0 82,0 106,0 138,0 160,0 Ordinaria 30,4 40,0 53,6 69,6 81,6 39,2 52,8 69,6 89,6 104,8 Vene-F Moderata 38,0 50,0 67,0 87,0 102,0 49,0 66,0 87,0 112,0 131,0 Elevata 49,0 66,0 87,0 112,0 131,0 67,0 88,0 116,0 149,0 174,0 Ordinaria 38,4 55,2 76,8 106,4 129,6 50,4 72,0 99,2 137,6 166,4 Vene-G Moderata 48,0 69,0 96,0 133,0 162,0 63,0 90,0 124,0 172,0 208,0 Elevata 63,0 90,0 124,0 172,0 208,0 86,0 121,0 166,0 229,0 276,0

91 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 91/1 SOGLIE PLUVIOMETRICHE MASSIME PUNTUALI A7b S O G L I E P U N T U A L I Criticità Stato del suolo Stato del suolo UMIDO SECCO H01 H03 H06 H12 H24 H01 H03 H06 H12 H24 GEO-A1 Ordinaria 16,8 27,2 37,6 53,6 75,2 22,4 36,0 49,6 70,4 97,6 GEO-A2 Moderata 21,0 34,0 47,0 67,0 94,0 28,0 45,0 62,0 88,0 122,0 GEO-A3 Elevata 28,0 45,0 62,0 88,0 122,0 38,0 62,0 84,0 118,0 162,0 GEO-H1 Ordinaria 23,2 30,4 37,6 53,6 75,2 30,4 40,8 49,6 70,4 97,6 GEO-H2 Moderata GEO-H3 Elevata Ordinaria 20,0 28,8 39,2 54,4 74,4 26,4 39,2 51,2 71,2 96,8 GEO-B1 Moderata 25,0 36,0 49,0 68,0 93,0 33,0 49,0 64,0 89,0 121,0 GEO-B2 Elevata 33,0 49,0 64,0 89,0 121,0 45,0 66,0 87,0 120,0 161,0 Ordinaria 20,8 28,8 36,8 48,8 64,0 27,2 38,4 48,0 63,2 82,4 GEO-C Moderata 26,0 36,0 46,0 61,0 80,0 34,0 48,0 60,0 79,0 103,0 Elevata 34,0 48,0 60,0 79,0 103,0 46,0 64,0 81,0 105,0 137,0 Ordinaria 18,4 24,8 29,6 36,0 43,2 25,6 33,6 39,2 47,2 56,8 Vene-D Moderata 23,0 31,0 37,0 45,0 54,0 32,0 42,0 49,0 59,0 71,0 Elevata 32,0 42,0 49,0 59,0 71,0 43,0 58,0 67,0 80,0 96,0 Ordinaria 21,6 28,8 34,4 43,2 53,6 28,8 38,4 45,6 56,0 69,6 Vene-E Moderata 27,0 36,0 43,0 54,0 67,0 36,0 48,0 57,0 70,0 87,0 Elevata 36,0 48,0 57,0 70,0 87,0 49,0 65,0 77,0 94,0 117,0 Ordinaria 23,2 30,4 36,8 46,4 58,4 30,4 40,8 48,0 60,8 76,0 Vene-F Moderata 29,0 38,0 46,0 58,0 73,0 38,0 51,0 60,0 76,0 95,0 Elevata 38,0 51,0 60,0 76,0 95,0 52,0 69,0 82,0 101,0 127,0 Ordinaria 24,8 36,0 47,2 63,2 84,0 33,6 48,0 61,6 83,2 108,8 Vene-G Moderata 31,0 45,0 59,0 79,0 105,0 42,0 60,0 77,0 104,0 136,0 Elevata 42,0 60,0 77,0 104,0 136,0 57,0 82,0 105,0 139,0 182,0

92 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 92/1 SOGLIE IDROMETRICHE A7c INDIVIDUAZIONE DEI TELE-IDROMETRI DELLA RETE "CAE" DI RIFERIMENTO (TELE-IDROMETRI REGOLATORI) PER L'ATTIVAZIONE DEL SERVIZIO DI PIENA E PER L'INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI CRITICITA' IDRAULICA (sulla rete idrografica principale) UP Genio Civile AREA di Allertamen to Bacino Fiume Stazione idrometrica CAE Criticità ORDINARIA Criticità MODERATA Criticità ELEVATA VERONA Vene-C Adige Adige Verona VERONA Vene-C Adige Alpone Monteforte d Alpone VERONA Vene-C Adige Chiampo S. Vito Veronese VERONA Vene-C Adige Alpone S. Bonifacio PADOVA e ROVIGO Vene-D Adige Adige Boara Pisani PADOVA Vene-E Agno-Guà Fratta Valli Mocenighe PADOVA Vene-E Agno-Guà Gorzone Stanghella PADOVA Vene-E Bacchiglione Bacchiglione Longare PADOVA Vene-E Bacchiglione Bacchiglione Bovolenta PADOVA Vene-E Bacchiglione Bisatto Vò Vecchio PADOVA Vene-E Brenta Brenta Limena PADOVA e Muson dei Castelfranco Vene-E Brenta TREVISO Sassi Veneto VENEZIA Vene-E Brenta Brenta Strà VENEZIA Vene-F Piave Piave S. Donà di Piave VENEZIA Vene-G Livenza Livenza Cessalto VENEZIA Vene-G Tagliamento Tagliamento Latisana VICENZA Vene-B Brenta Brenta Barzizza VICENZA Vene-B Bacchiglione Astico Lugo di Vicenza VICENZA Vene-E Bacchiglione Tesina Bolzano Vicentino VICENZA Vene-E Bacchiglione Bacchiglione Ponte Marchese VICENZA Vene-E Bacchiglione Bacchiglione Vicenza VICENZA Vene-E Bacchiglione Retrone S. Agostino VICENZA Vene-E Bacchiglione Bacchiglione Montegalda VICENZA Vene-B Agno-Guà Agno Recoaro VICENZA Vene-B Agno-Guà Agno Ponte Brogliano VICENZA Vene-E Agno-Guà Guà Ponte Arzignano VICENZA Vene-E Agno-Guà Guà Ponte Guà VICENZA Vene-E Agno-Guà Guà Ponte Asse valle VICENZA Vene-E Agno-Guà Guà Lonigo VICENZA Vene-E Agno-Guà Guà Cologna Veneta TREVISO Vene-G Livenza Livenza S. Cassiano TREVISO Vene-G Livenza Monticano Vazzola TREVISO Vene-F Piave Piave Ponte di Piave

93 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 93/1 CRITERI PER L EMISSIONE DI SEGNALAZIONI METEO PER NEVE A8 CRITERI PER L'EMISSIONE DELLA SEGNALAZIONE METEO PER NEVE CON QUANTITATIVI DI NEVE PREVISTI IN h Fascia altimetrica Zone Quantitativi Documento Info Meteo Pianura (0 200 m) 1 5 cm Bassa quota m Zone collinari e Bellunese meridionale ( m) 1 10 cm Attenzione Meteo Bassa quota m Pianura (0 200 m) Zone collinari e Bellunese meridionale ( m) >5 cm >10 cm Avviso Meteo m > 30 cm Attenzione/Avviso Meteo* m > 50 cm Attenzione/Avviso Meteo* * Nota. Nel caso in cui siano previste oltre i 500 m di quota precipitazioni nevose con quantitativi inferiori alle soglie fissate per l emissione di un avviso, ma che siano ritenute significative in quanto avvengono all inizio della stagione invernale o fuori stagione, potrà essere emessa un Attenzione Meteo per le nevicate in quota.

94 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 94/1 CRITERI PER DEFINIRE LA CRITICITÀ IDRAULICA SU RETE SECONDARIA PER TEMPORALI INTENSI A9a Per la definizione della criticità idraulica su rete secondaria, conseguente a temporali intensi, si fa riferimento ai contenuti del Bollettino Meteorologico Regionale (Meteo Veneto). In particolare in base ai fenomeni previsti e alla loro probabilità, è stabilito quanto di seguito riassunto in forma tabellare. Aree di allerta Vene-D Vene-E Vene-F Vene-G Vene-D Vene-E Vene-F Vene-G Tipologia dei fenomeni temporaleschi Temporali intensi, nell ambito di fenomeni LOCALI o SPARSI Temporali intensi, nell ambito di fenomeni DIFFUSI o ORGANIZZATI Contenuto del BOLLETTINO METEOROLOGICO REGIONALE Probabilità assente o molto bassa (0-10%) Eventuale indicazione del carattere temporalesco dei fenomeni Criticità Assente Eventuale indicazione del carattere temporalesco dei fenomeni Criticità Assente Probabilità bassa (10-30%) Inserita la frase Non si escludono locali fenomeni temporaleschi intensi Emessa Attenzione Meteo che specifica periodo, tipologia e aree interessate dai fenomeni Probabilità media (30-60%) Probabilità alta (60-100%) Emessa Attenzione Meteo che specifica periodo, tipologia e aree interessate dai fenomeni intensi CRITICITÀ ORDINARIA Emessa Attenzione Meteo che specifica periodo, tipologia e aree interessate dai fenomeni Emesso Avviso di Condizioni Meteo Avverse CRITICITÀ ORDINARIA Livello di segnalazione meteo Livello di criticità per rischio idraulico su rete secondaria Livello di segnalazione meteo Livello di criticità per rischio idraulico su rete secondaria

95 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 95/1 CRITERI PER DEFINIRE LA CRITICITÀ GEOLOGICA PER TEMPORALI INTENSI A9b Per la definizione della criticità geologica conseguente a temporali intensi, per l area Geo A, si fa riferimento al Bollettino Temporali per l Area Dolomitica, per le aree Geo H, B, C, E, si fa riferimento ai contenuti del Bollettino Meteorologico Regionale (Meteo Veneto). In particolare in base ai fenomeni previsti e alla loro probabilità, è stabilito quanto di seguito riassunto in forma tabellare. Area di allerta Tipologia Temporali intensi Contenuto del BOLLETTINO TEMPORALI per l Area Dolomitica Probabilità assente o molto bassa (0-10%) Probabilità bassa (10-30%) Probabilità media (30-60%) Probabilità alta (60-100%) Geo A Temporali intensi, nell ambito di fenomeni LOCALI o SPARSI Temporali intensi, nell ambito di fenomeni DIFFUSI o ORGANIZZATI Criticità Assente Criticità Assente CRITICITÀ ORDINARIA CRITICITÀ ORDINARIA CRITICITÀ MODERATA CRITICITÀ ELEVATA Livello di criticità per rischio geologico Aree di allerta Geo-H Geo-B Geo-C Geo-E Geo-H Geo-B Geo-C Geo-E Tipologia dei fenomeni temporaleschi Temporali intensi, nell ambito di fenomeni LOCALI o SPARSI Temporali intensi, nell ambito di fenomeni DIFFUSI o ORGANIZZATI Contenuto del BOLLETTINO METEOROLOGICO REGIONALE Probabilità assente o molto bassa (0-10%) Eventuale indicazione del carattere temporalesco dei fenomeni Criticità Assente Eventuale indicazione del carattere temporalesco dei fenomeni Criticità Assente Probabilità bassa (10-30%) Inserita la frase Non si escludono locali fenomeni temporaleschi intensi Emessa Attenzione Meteo che specifica periodo, tipologia e aree interessate dai fenomeni CRITICITÀ ORDINARIA Probabilità media (30-60%) Probabilità alta (60-100%) Emessa Attenzione Meteo che specifica periodo, tipologia e aree interessate dai fenomeni intensi CRITICITÀ ORDINARIA Emessa Attenzione Meteo che specifica periodo, tipologia e aree interessate dai fenomeni Emesso Avviso di Condizioni Meteo Avverse CRITICITÀ MODERATA Livello di segnalazione meteo Livello di criticità per rischio geologico Livello di segnalazione meteo Livello di criticità per rischio geologico

96 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 96/1 LIVELLI DI ALLERTA PER BORCA DI CADORE A9c Si riportano in forma tabellare i Livelli di allerta specifici per Borca di Cadore e servizio garantito dalle componenti del sistema di allerta regionale, definiti in funzione dei contenuti del Bollettino Temporali e, in particolare, della combinazione dei parametri tipologia e diffusione di temporali forti e della relativa probabilità di accadimento. Probabilità assente o molto Probabilità bassa bassa Procedura speciale per Borca di Cadore Temporali forti locali o sparsi Temporali forti diffusi o organizzati Livello 1 Attenzione Criticità assente Azioni intraprese dal CFD in fase previsionale Pubblicazione in internet ed invio (fax, ) del Bollettino Temporali Azioni intraprese dal CFD in fase di monitoraggio Probabilità media Livello 2 Attenzione rinforzata CRITICITÀ ORDINARIA Probabilità alta Pubblicazione in internet ed invio (fax, ) del Bollettino Temporali; Invio di un SMS previsionale. Pubblicazione in internet ed invio (fax, ) dell avviso di criticità, delle prescrizioni di protezione civile comuni per l allertamento regionale; Invio di un SMS per segnalare l emissione di messaggistica. Monitoraggio meteo automatico con ricezione, per i previsori del CFD, di SMS dal sistema radar del M.te Macaion quando questo individua un temporale nelle vicinanze di Borca di Cadore Probabilità assente o molto Probabilità bassa bassa Procedura speciale per Borca di Cadore Livello 1 Attenzione Criticità assente Probabilità media Livello 2 Attenzione rinforzata Criticità ordinaria (CFD/DS) Azioni intraprese dal CFD in Fase previsionale Pubblicazione in internet ed invio (fax, ) del Bollettino Temporali Azioni intraprese dal CFD in Fase di monitoraggio Monitoraggio meteo automatico con ricezione, per i previsori del CFD, di sms dal sistema radar del M.te Macaion quando questo individua un temporale nelle vicinanze di Borca di Cadore Criticità moderata (CFD/DS) Monitoraggio meteo automatico con SMS dal sistema radar del M.te Macaion + monitoraggio a spot da parte del previsore reperibile su sistema HDSS Probabilità alta Livello 3 Pre- Allarme Criticità elevata (CFD/DS) Pubblicazione in internet ed invio (fax, ) del Bollettino Temporali; Invio di un SMS previsionale. Pubblicazione in internet ed invio (fax, ) dell avviso di criticità, delle prescrizioni di protezione civile comuni per l allertamento regionale; Invio di un SMS per segnalare l emissione di messaggistica Monitoraggio meteo continuativo dalle sale operative (sala meteo CMT+sala operativa CFD) PRESIDIO DELLE SALE OPERATIVE Probabilità di accadimento Livello di allerta specifico per Borca di Cadore Corrispondente Livello di criticità geologica in Geo A Livello di allerta specifico per Borca di Cadore Corrispondente Livello di criticità geologica in Geo A

97 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 97/1 A10 Aree di allertamento per Rischio Geologico e Rischio Idraulico Sintesi e integrazione dei risultati ottenuti dai Gruppi di Lavoro. Gruppo di Lavoro Rischio Idraulico: Ing. Marco Dorigo (coordinatore) Direzione Difesa del Suolo Geom. Mauro Bettella Direzione Difesa del Suolo Ing. Roberto Tonellato (o suo sostituto) Direzione Protezione Civile Ing. Roberto Taranta - Direzione Protezione Civile Dr. Paolo Boscolo CFD ARPAV-DRST Ing. Marco Sangati CFD ARPAV-DRST Gruppo di Lavoro Rischio Geologico: Dr. Fabrizio Tagliavini (coordinatore) CFD ARPAV-DRST Dr.Palmiro De Marco Direzione Difesa del Suolo Dr. Luciano Arziliero Direzione Difesa del Suolo Ing. Roberto Tonellato (o suo sostituto) Direzione Protezione Civile Ing. Roberto Taranta - Direzione Protezione Civile Venezia, dicembre 2011 Il Coordinatore Ing. Marco Dorigo

98 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 98/1 Omogeneizzazione delle aree di allertamento I gruppi di lavoro individuati con nota del Segretario regionale per l Ambiente n del 14 febbraio 2011, hanno definito delle proposte di nuove aree di allertamento per il Rischio Geologico e il Rischio Idraulico. Le motivazioni che hanno portato a tali proposte sono esplicitate nelle specifiche relazioni finali prodotte dai singoli gruppi di lavoro e alle quali si rimanda per ogni ulteriore dettaglio. Nelle successive figure sono rappresentate le nuove proposte di zonizzazione. Fig.1 - Aree di Allertamento per Rischio Geologico Fig.2 - Aree di Allertamento per Rischio Idraulico A seguito della riunione in data 09/11/2011, convocata con nota del Segretario regionale per l Ambiente n del 25 ottobre 2011, è emersa la necessità di redigere un documento di sintesi che armonizzasse il lavoro svolto dai due Gruppi di Lavoro, giusta nota del Segretario regionale per l Ambiente n del 17 novembre Nella ridefinizione delle aree di allertamento il criterio utilizzato per omogeneizzare il lavoro svolto dai due gruppi è stato quello di ricomprendere le nuove zone di allertamento geologico nelle più ampie zone di allertamento idraulico, senza che si venissero a creare sovrapposizioni parziali. Il risultato è che le nuove aree di allertamento idraulico contengono completamente una o più aree di allertamento geologico. Si descrivono di seguito i passaggi che hanno portato alla definizione finale delle nuove zone. Rifacendosi a principi di omogeneità di effetti al suolo (idraulici e geologici) e a principi di appartenenza a bacini idraulici si è pervenuti alle seguenti modifiche:

99 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 99/1 - alcune aree di geo-d e di geo-f ricadenti in Vene-B vengono spostate in geog in quanto, dal punto di vista geologico, tali porzioni hanno caratteristiche tali da poter essere anche accorpate a geo-g; - alcune aree di Vene-C e Vene-E ricadenti in geoh vengono spostate in Vene-B. Dal punto di vista geologico il limite individuato tra geoh e geom è piuttosto netto. Il gruppo di lavoro Rischio Idraulico aveva valutato l ipotesi di far ricadere i bacini di

100 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 100/1 Chiampo-Alpone in Vene-B per le simili caratteristiche pluviometriche della parte montana (zone di Recoaro e di Posina) e le simili tempistiche di risposta. Tale ipotesi inizialmente scartata (si era preferito mantenere in confine sullo spartiacque tra Adige e Brenta-Bacchiglione), viene qui reintrodotta alla luce delle considerazioni del gruppo di lavoro Rischio Geologico ; - viene spostato il comune di Valeggio sul Mincio da Vene-D a Vene-C in quanto ricadente in geo-m.;

101 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 101/1 - vengono spostati alcuni comuni dei Berici, tra cui Vicenza e Longare, e altri comuni della parte settentrionale di Vene-E presenti lungo i corsi Bacchiglione- Astico, da Vene-E a Vene-B. Questa nuova proposta è motivata dal fatto che la nuova zonizzazione di Vene-B risulta più congruente con i tempi di risposta che si manifestano a Vicenza e Longare dal fiume Bacchiglione. Dal punto di vista geologico, viene eseguito il passaggio di alcuni comuni da geoi a geoh. Vengono inoltre riportate ulteriori piccole modifiche che sono state effettuate al fine di mantenere una continuità territoriale: - spostamento del comune di Montegalda dalla zona geologica dei Berici (geoi) a quella degli Euganei (geol); - spostamento del comune di Legnago da Vene-E a Vene-D; - spostamento del comune di Santa Lucia di Piave da Vene-H a Vene-F. Si propone inoltre, per una più efficace lettura della messaggistica, di rinominare le zone di allerta per Rischio Geologico congruentemente alla denominazione della zone per Rischio Idraulico che le comprende. Ad esempio le aree geologiche Geo-A, Geo-B e Geo-C (figura1) ricadenti nell area idraulica Vene-A, vengono rinominate Geo-A1, Geo-A2 e Geo-A3. A seguito delle modifiche precedentemente descritte le nuove aree di allertamento per Rischio Geologico e Rischio Idraulico vengono definite come di seguito riportato:

102 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 102/1 Fig.3 Definizione delle nuove Aree di Allertamento per Rischio Geologico

103 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 103/1 Fig.4 Definizione delle nuove Aree di Allertamento per Rischio Idraulico Modalità operative per la definizione dei livelli di criticità geologica e idraulica. Nel nuovo layout dell avviso di criticità, viene prevista un unica criticità idraulica per le zone Vene-A, Vene-H, Vene-B, Vene-C (non viene prevista nessuna distinzione tra rete idrografico principale e secondaria pur mantenendo le rispettive competenze tra U.P. Genio Civile Consorzi di Bonifica Servizi Forestali). L avviso di criticità prevede invece per le zone Vene-D, Vene-E, Vene-F, Vene-G, una distinzione tra Criticità Idraulica Principale (aste di competenza del U.P.Genio Civile) e Criticità Idraulica Secondaria (competenza dei Consorzi di Bonifica Servizi Forestali).

104 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 104/1 Per l attribuzione della criticità Geologica si propone, in una prima fase, di attribuire un unica criticità alle nuove aree geologiche ricadenti nella medesima area idraulica. Tale modalità si rende necessaria per prevedere un adeguato periodo di sperimentazione (descritto in seguito) delle nuove soglie definite per ogni singola area. Codice Vene-A Vene-H Vene-B CRITICITÀ PREVISTA DA: giorno gg/mm/aaaa ore hh:mm A: giorno gg/mm/aaaa ore hh:mm Nome del bacino idrografico GEOLOGICA IDRAULICA Codice Principale Secondaria GEO-A1 Alto Piave GEO-A2 elevata ordinaria GEO-A3 GEO-H1 Piave pedemontano GEO-H2 moderata moderata GEO-H3 GEO-B1 Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone ordinaria moderata GEO-B2 Vene-C Adige-Garda e monti Lessini GEO-C ordinaria moderata Vene-D Po, Fissero-Tartaro-Canalbianco e Basso Adige assente ordinaria Vene-E Basso Brenta-Bacchiglione e Fratta Gorzone GEO-E1 GEO-E2 moderata moderata elevata Vene-F Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna moderata moderata Vene-G Livenza, Lemene e Tagliamento ordinaria moderata Per quanto riguarda le soglie pluviometriche puntuali e areali viene introdotta una nuova tabella di soglia per Vene-H e rimangono inalterate le attuali soglie per tutte le altre aree di allertamento. S O G L I E P U N T U A L I Criticità Stato del suolo Stato del suolo UMIDO SECCO H01 H03 H06 H12 H24 H01 H03 H06 H12 H24 GEO-A1 Ordinaria 16,8 27,2 37,6 53,6 75,2 22,4 36,0 49,6 70,4 97,6 GEO-A2 Moderata 21,0 34,0 47,0 67,0 94,0 28,0 45,0 62,0 88,0 122,0 GEO-A3 Elevata 28,0 45,0 62,0 88,0 122,0 38,0 62,0 84,0 118,0 162,0 GEO-H1 Ordinaria 23,2 30,4 37,6 53,6 75,2 30,4 40,8 49,6 70,4 97,6 GEO-H2 Moderata GEO-H3 Elevata

105 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 105/1 GEO-B1 GEO-B2 GEO-C Vene-D Vene-E Vene-F Vene-G Ordinaria 20,0 28,8 39,2 54,4 74,4 26,4 39,2 51,2 71,2 96,8 Moderata 25,0 36,0 49,0 68,0 93,0 33,0 49,0 64,0 89,0 121,0 Elevata 33,0 49,0 64,0 89,0 121,0 45,0 66,0 87,0 120,0 161,0 Ordinaria 20,8 28,8 36,8 48,8 64,0 27,2 38,4 48,0 63,2 82,4 Moderata 26,0 36,0 46,0 61,0 80,0 34,0 48,0 60,0 79,0 103,0 Elevata 34,0 48,0 60,0 79,0 103,0 46,0 64,0 81,0 105,0 137,0 Ordinaria 18,4 24,8 29,6 36,0 43,2 25,6 33,6 39,2 47,2 56,8 Moderata 23,0 31,0 37,0 45,0 54,0 32,0 42,0 49,0 59,0 71,0 Elevata 32,0 42,0 49,0 59,0 71,0 43,0 58,0 67,0 80,0 96,0 Ordinaria 21,6 28,8 34,4 43,2 53,6 28,8 38,4 45,6 56,0 69,6 Moderata 27,0 36,0 43,0 54,0 67,0 36,0 48,0 57,0 70,0 87,0 Elevata 36,0 48,0 57,0 70,0 87,0 49,0 65,0 77,0 94,0 117,0 Ordinaria 23,2 30,4 36,8 46,4 58,4 30,4 40,8 48,0 60,8 76,0 Moderata 29,0 38,0 46,0 58,0 73,0 38,0 51,0 60,0 76,0 95,0 Elevata 38,0 51,0 60,0 76,0 95,0 52,0 69,0 82,0 101,0 127,0 Ordinaria 24,8 36,0 47,2 63,2 84,0 33,6 48,0 61,6 83,2 108,8 Moderata 31,0 45,0 59,0 79,0 105,0 42,0 60,0 77,0 104,0 136,0 Elevata 42,0 60,0 77,0 104,0 136,0 57,0 82,0 105,0 139,0 182,0 S O G L I E A R E A L I Criticità Stato del suolo Stato del suolo UMIDO SECCO H06 H12 H24 H48 H72 H06 H12 H24 H48 H72 Ordinaria 31,2 46,4 68,0 101,6 128,8 40,8 60,8 88,8 131,2 164,8 Vene-A Moderata 39,0 58,0 85,0 127,0 161,0 51,0 76,0 111,0 164,0 206,0 Elevata 51,0 76,0 111,0 164,0 206,0 69,0 103,0 148,0 219,0 274,0 Ordinaria 31,2 46,4 68,0 101,6 128,8 40,8 60,8 88,8 131,2 164,8 Vene-H Moderata Elevata Ordinaria 32,0 47,2 68,0 96,8 119,2 42,4 62,4 88,0 124,0 152,8 Vene-B Moderata 40,0 59,0 85,0 121,0 149,0 53,0 78,0 110,0 155,0 191,0 Elevata 53,0 78,0 110,0 155,0 191,0 72,0 104,0 147,0 207,0 254,0 Ordinaria 30,4 42,4 58,4 79,2 95,2 40,0 55,2 75,2 102,4 122,4 Vene-C Moderata 38,0 53,0 73,0 99,0 119,0 50,0 69,0 94,0 128,0 153,0 Elevata 50,0 69,0 94,0 128,0 153,0 67,0 92,0 125,0 170,0 203,0 Ordinaria 24,0 31,2 39,2 51,2 59,2 32,0 41,6 52,0 67,2 77,6 Vene-D Moderata 30,0 39,0 49,0 64,0 74,0 40,0 52,0 65,0 84,0 97,0 Elevata 40,0 52,0 65,0 84,0 97,0 55,0 70,0 88,0 113,0 130,0 Ordinaria 28,0 37,6 48,8 64,0 75,2 36,8 48,8 64,0 82,4 96,0 Vene-E Moderata 35,0 47,0 61,0 80,0 94,0 46,0 61,0 80,0 103,0 120,0 Elevata 46,0 61,0 80,0 103,0 120,0 63,0 82,0 106,0 138,0 160,0 Ordinaria 30,4 40,0 53,6 69,6 81,6 39,2 52,8 69,6 89,6 104,8 Vene-F Moderata 38,0 50,0 67,0 87,0 102,0 49,0 66,0 87,0 112,0 131,0 Elevata 49,0 66,0 87,0 112,0 131,0 67,0 88,0 116,0 149,0 174,0

106 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 106/1 Vene-G Ordinaria 38,4 55,2 76,8 106,4 129,6 50,4 72,0 99,2 137,6 166,4 Moderata 48,0 69,0 96,0 133,0 162,0 63,0 90,0 124,0 172,0 208,0 Elevata 63,0 90,0 124,0 172,0 208,0 86,0 121,0 166,0 229,0 276,0 REGOLE PER L ATTRIBUZIONE DELLA CRITICITA Per le zone di allertamento GEO-A1, GEO-A2, GEO-A3, GEO-H1, GEO-H2, GEO-H3, GEO-B1, GEO-B2, GEO-C, GEO-E1, GEO-E2 la criticità geologica viene determinata tenendo conto delle soglie pluviometriche puntuali della zona di allertamento idraulica in cui ricadono. Per le aree di allertamento Vene-A, Vene-H, Vene-B, Vene-C dove non è prevista una distinzione fra rete principale e secondaria, per l emissione degli avvisi di criticità vengono utilizzate le soglie pluviometriche areali. Per le aree di allertamento Vene-D, Vene-E, Vene-F, Vene-G la criticità idraulica principale viene determinata tenendo conto delle soglie pluviometriche areali, mente la criticità idraulica secondaria viene determinata tenendo conto delle soglie pluviometriche puntuali. In fase previsionale la criticità verrà determinata in base ai valori pluviometrici previsti ed ai valori di soglia delle singole zone di allertamento. Per la criticità idraulica viene introdotto il principio di trasmissione della criticità da monte verso valle nel senso che la criticità potrà essere modificata in modo che: - in Vene-E la criticità idraulica principale sia, quanto meno, di un livello inferiore rispetto a quella in Vene-B; Criticità Idraulica In Vene-B Criticità Idraulica Principale trasmessa in Vene-E Elevata Moderata o maggiore Moderata Ordinaria o maggiore Ordinaria Assente o maggiore Assente Assente o maggiore - in Vene-H la criticità idraulica sia, quanto meno, di un livello inferiore rispetto a quella in Vene-A; Criticità Idraulica In Vene-A Criticità Idraulica trasmessa in Vene-H Elevata Moderata o maggiore Moderata Ordinaria o maggiore Ordinaria Assente o maggiore Assente Assente o maggiore - in Vene-F e in Vene-G la criticità idraulica principale sia, quanto meno, di un livello inferiore rispetto a quella in Vene-H. Criticità Idraulica In Vene-H Criticità Idraulica Principale trasmessa in Vene-F Vene-G Elevata Moderata o maggiore Moderata Ordinaria o maggiore Ordinaria Assente o maggiore Assente Assente o maggiore

107 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 107/1 Per le aree di allertamento Vene-D, Vene-E, Vene-F, Vene-G valgono gli ulteriori criteri: - In caso di sola criticità idraulica secondaria non ci sarà alcuna considerazione sulla criticità idraulica principale; - In caso di criticità idraulica principale bisognerà di volta in volta fare delle considerazioni sulla criticità idraulica secondaria tenendo conto dei livelli idrometrici della rete principale e delle possibili locali precipitazioni intense previste. Come riportato nella relazione del gruppo di lavoro Rischio Idraulico, nell attesa della definizione, così come auspicato, delle nuove soglie idrauliche basate sulle altezze idrometriche presenti nella rete idrografica principale, durante l evoluzione dell evento di criticità, e successivamente fino ad esaurimento dell onda di piena, qualora i livelli idrometrici sui corsi d acqua della rete idrografica principale risultassero tali da tenere attivo, presso gli Uffici del Genio Civile, il così detto Servizio di Piena, la criticità idraulica determinata dai valori pluviometrici previsti potrà essere modificata con riferimento ai tre livelli di guardia, dove disponibili, nelle stazioni idrometriche attualmente di riferimento come da seguente schema: Livelli di Guardia 3^ Livello di Guardia Sorveglianza Diretta 2^ Livello di Guardia Servizio di Piena 1^ Livello di Guardia Allerta Criticità Idraulica Principale Elevata Moderata Ordinaria Si riporta nelle pagine seguenti la tabella della stazioni idro-pluviometriche con gli attuali valori di soglia di riferimento: Per quanto riguarda la criticità geologica durante l evoluzione dell evento di criticità, essendo difficile quantificare gli immediati effetti al suolo, la valutazione del livello di criticità determinata dai valori pluviometrici previsti potrà essere modificata attraverso l'analisi qualitativa dei possibili effetti che le precipitazioni verificatesi possono avere nell attivazione di alcune tipologie di dissesto (frane per scivolamento, frane per colamento, frane complesse) nonché sulla base delle informazioni relative agli effetti riscontrati sul territorio. 5 Bacino Adige Fiume Adige Stazione idrometrica I^ livell o di Guar dia / Allert a II^ livello di Guardia / I Presidio / Serv. Piena III^ livello di Guardia / II Presidio / Sorvegli anza Diretta Egna 4,0 5,5 7,0 Max (anno) 6.68 ('97) Tempo di propaga zione (h) Consider azioni interne Livello Adige prima di affluenti Noce ed Avisio regolati da dighe

108 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 108/1 Adige Adige Trento 2,5 3,5 5,3 ('66) 1, Adige Adige Pescantina 7 ('98) 8, Adige Adige Verona 0,0 1,0 2,0 12 ('98) 1,7 1 Adige Adige Albaredo 10, Adige Adige Legnago 6 ('98) 4, Adige Adige Badia Polesine -1,0 0,0 1,5 2 ('00) 3, Adige Adige Boara Pisani ,0 1,5 Adige Adige Cavarzere Adige Alpone Monteforte d Alpone 2,0 Adige Chiampo S. Vito Veronese 2,5 3,5 Adige Alpone S. Bonifacio 3,5 8 Adige Adige Porto Fossone S. Martino Adige Adige 9 B.Albergo M S. Martino Adige Adige 10 B.Albergo V 17 Agno- Guà Agno Recoaro 0,4 Recoaro (pluviometro) mm/12h 3.19 ('00) 3.30 ('00) 3.81 ('92) 5.88 (92) 6.30 (10) 1.21 ('01) Agno Agno Ponte Brogliano 0,4 16 Guà (10) 0,7 Agno Guà Ponte Arzignano 0,7 26 Guà (10) 0,6 Agno Guà Ponte Guà 1,0 29 Guà ('92) 0,0 Agno Guà Ponte Asse valle 1,0 28 Guà (10) 2,2 Agno- Ponte Asse 7.00 Guà 0,5 27 Guà pressione (10) Agno Guà Lonigo 1,25 25 Guà ('92) Agno Guà Cologna Veneta 2,0 24 Guà (10) 3,5 18 Agno- Frassine Borgofrassine 1, ,0 5,6 5,4 1,5 Livelli di guardia del Trentino 3.0 m Piena importante. Quota zero idrometro CAE 8,14 s.l.m. quota zero palladiana asta 8,25 s.l.m. Valore servizio di piena - 2.5mm/30 min

109 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 109/ Guà (10) Agno- Guà Agno- Guà Agno- Guà Agno- Guà Agno- Guà Frassine Brancaglia 1,5 Fratta S. Salvaro -1,0 0,0 0,5 Fratta Valli Mocenighe -1,0 0,0 1,0 Gorzone Carmignano -1,0 0,0 1,0 Gorzone Stanghella -1,0 0,0 1, ('96) 0.28 (10) 2.07 ('97) 2.81 ('95) 2.55 ('95) 6,2 11,2 0, Bacchigli one Bacchigli one Bacchigli one Bacchigli one Bacchigli one Bacchig lione Bacchigli one Bacchig lione Bacchig lione Bacchigli one Bacchigli one Bacchig lione Bacchiglion e Bacchiglion e Ponte Marchese 1,0 Vicenza 3,0 Retrone S. Agostino 1,0 Astico Posina Pedescala Stancari Astico Lugo di Vicenza 0,4 Lugo di Vicenza (Pluviometro) Tesina Bolzano Vicentino 2,0 Bacchiglion e Bacchiglion e mm/12h Longare 1.8* 2,0 4,5 Montegalda 2.0* 2,3 4,3 Bacchiglione Bovolenta 4,5 5,5 6,5 Bacchiglione Voltabarozzo Bisatto Vò Vecchio -1,0 0,0 2, (10) 6.18 (10) 3.50 (10) 2.64 ('99) 3.81 (10) 2.62 ('99) 5.56 (10) 6.64 (10) 6.60 (10) 7.82 (10) (10) 1.43 (10) 2,1 2,7 2,4 5,3 6,4 16,3 Valore servizio di piena * D.O.G.I.T. 3.0m * D.O.G.I.T. 3.0m S. Agostino (Pluviometro) 30 mm/12h Pontelongo 3,0 3,5 4,5 6,28 Ca' Bianca 2,0 2,5 3,0 3,92 Tesina Ponte Pedagni 3,5 4,0 5,0 Valore servizio di piena Valstagna (Pluviometro) mm/12h Brenta Brenta Enego 2,0 3,0 4,0 Brenta Brenta Cismon del Grappa Brenta Brenta Barzizza 1,6 1,0 2,0 3,0 Brenta Brenta Limena 3,0 3, ('93) 3.63 ('93) 4.32 ('93) 5.57 (98) 0,1 1,0 9,9 Al manufatto (idrometro

110 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 110/ Brenta Brenta Strà ('98) Brenta Trezze 2,0 2,5 3,5 3,83 Brenta Brenta Corte 3,5 5,6 6,0 7 Muson dei Castelfranco ,6 2,0 2,5 Sassi Veneto ('98) Muson dei Cornuda Sassi (Pluviometro) mm/12h 4,2 asta) 50 cm in meno Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Canal Bianco Baricetta monte Baricetta valle Bussari monte Bussari valle Canda monte Canda valle Porto Levante 2.84 ('02) 3.44 ('04) 5.31 ('04) 3.68 ('04) 7.89 ('02) 7.71 ('02) 1.63 (92) Scarsa affidabilità sezione Scarsa affidabilità sezione Scarsa affidabilità sezione Scarsa affidabilità sezione Scarsa affidabilità sezione Scarsa affidabilità sezione 56 Garda Garda Peschiera 1, ('60) 57 Lemene Lemene Portogruaro 2,5 3, (10) Livenza Meduna Pordenone 19,0 20,0 21, (10) Livenza Livenza S. Cassiano 3,0 5,5 6, ('66) Livenza Livenza Tremeacque 16,1 Livenza Livenza Portobuffolè 2,7 5,5 6, ('66) Livenza Livenza Meduna di Livenza 3,0 5,5 6, (10) Livenza Livenza Motta di Livenza 3,0 5,8 6, (10) Livenza Livenza Cessalto 6.75 (10) Livenza Livenza La Salute di 3.04 Livenza (10) Livenza Meschio Cordignano 1, (10) Livenza Monticano Vazzola 1, ('97) Livenza Monticano Fontanelle 0,6 2, ('04) 1,0

111 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 111/ Livenza Monticano Oderzo 0,8 1,0 Livenza Monticano Gorgo al Monticano Livenza Meschio Borgo Campion Livenza Meschio Vittorio Veneto 2, ('97) 5.38 ('04) 1.58 (10) 0.86 (10) 2,0 2,0 81 Piave Piave Ponte Lasta Piave Boite Cancia Piave Piave Perarolo Piave Piave Belluno Piave Cordevole Ponte Mas 3,0 5,0 7,0 Piave Piave Segusino 1,0 1,2 Piave Piave Nervesa della Battaglia 1,0 1,2 Piave Piave Ponte di Piave 4,5 4,9 Piave Piave S. Donà di Piave 3,6 4,5 6,0 Piave Piave Eraclea Piave Biois Cencenighe Piave Boite S. Vito di Cadore Piave Piave S. Stefano di Cadore 1.93 ('98) 8.79 ('93) 4.27 ('98) 8.62 ('99) 6.48 ('66) 2.79 ('02) 9.32 ('02) 7.42 ('02) 4.09 ('02) 1.30 ('99) ('94) ('93) 2,4 4,8 3,6 3,9 4,2 1,9 Scarsa affidabilità sezione Scarsa affidabilità sezione Scarsa affidabilità sezione Scarsa affidabilità sezione 85 Po Po Boretto 86 Po Po Ca' Dolfin 87 Po Po Ca' Venier 88 Po Po Cavanella 3,4 89 Po Po Ficarolo 90 Po Po Piacenza 91 Po Po Polesella 7,7 92 Po Po Pontelagoscuro 1,0 93 Po Po Porto Tolle 3.43 ('00) Tagliam ento Tagliam ento Tagliam ento But Tolmezzo 0,5 1,0 1,5 Fella Moggio Udinese 2,0 3,0 4,0 Tagliamento Venzone 1,8 2,5 3, ('96) 4.61 ('03) 4.32 ('04) livelli di guardia del Genio Civile di

112 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 112/ Tagliam ento Tagliam ento Tagliam ento Tagliamento Ponte della Delizia 7,1 Tagliamento Madrisio 1,6 Tagliamento Latisana 4,0 6,5 9, ('96) 4,5 Udine 100 Zero Zero Mogliano Veneto 12,0 12, ('00) Dati comunicati dal Genio Civile Dati privi di fonte certa Stazioni extra regionali Stazioni messe da Arpav Belluno con i fondi legge Sarno In grassetto i dati confermati versione provvisoria del 01/12/2010 Sperimentazione delle nuove soglie di allertamento per le aree di criticità Geologica. Come indicato nel documento finale redatto dal Gruppo di Lavoro Rischio Geologico, l utilizzo delle nuove soglie di allertamento individuate necessita di un opportuno periodo di sperimentazione che ne attesti l efficacia. Viene quindi proposto, in questa fase, l utilizzo ad uso interno di un apposito layout (riportato in seguito) collegato ai valori di soglia puntuali esposti nella tabella successiva. Tale sperimentazione vedrà attive le diverse componenti del sistema (in particolare Arpav-CMT, Arpav-DST e Difesa del Suolo) che dovranno svolgere una specifica attività in aggiunta a quanto già in essere. Codice Vene-A Vene-H Vene-B SPERIMENTAZIONE CRITICITÀ PREVISTA DA: giorno gg/mm/aaaa ore hh:mm A: giorno gg/mm/aaaa ore hh:mm Nome del bacino idrografico GEOLOGICA IDRAULICA Codice Principale Secondaria GEO-A1 elevata Alto Piave GEO-A2 moderata ordinaria GEO-A3 elevata GEO-H1 moderata Piave pedemontano GEO-H2 assente moderata GEO-H3 ordinaria Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone GEO-B1 ordinaria moderata GEO-B2 assente Vene-C Adige-Garda e monti Lessini GEO-C ordinaria moderata

113 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 113/1 Vene-D Po, Fissero-Tartaro-Canalbianco e Basso Adige assente ordinaria Vene-E Basso Brenta-Bacchiglione e GEO-E1 moderata Fratta Gorzone GEO-E2 assente moderata elevata Vene-F Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna moderata moderata Vene-G Livenza, Lemene e Tagliamento ordinaria moderata Soglie Pluviometriche Puntuali per Rischio Geologico da adottare nella fase di sperimentazione S O G L I E P U N T U A L I Criticità Stato del suolo Stato del suolo UMIDO SECCO H01 H03 H06 H12 H24 H01 H03 H06 H12 H24 Ordinaria GEO-A1 Moderata Elevata Ordinaria GEO-A2 Moderata Elevata Ordinaria GEO-A3 Moderata Elevata Ordinaria GEO-H1 Moderata Elevata Ordinaria GEO-H2 Moderata Elevata Ordinaria GEO-H3 Moderata Elevata Ordinaria GEO B1 Moderata Elevata Ordinaria GEO B2 Moderata Elevata Ordinaria GEO-C Moderata Elevata

114 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 114/1 GEO-E1 GEO-E2 Ordinaria Moderata Elevata Ordinaria Moderata Elevata Conclusioni Dagli esiti delle attività svolte dai due gruppi di lavoro individuati con nota del Segretario regionale per l Ambiente n del 14 febbraio 2011, si propone quanto segue: 1) Individuazione di una nuova zona di allertamento idraulica denominata Vene-H con le relative soglie di allertamento; 2) Conferma delle soglie già in essere per le zone di allertamento idrauliche con alcune modifiche dei limiti areali che tengono conto, per quanto possibile: - dell appartenenza al medesimo bacino idrografico; - della congruità con le fasce pluviometriche. 3) Distinzione della rete idrografica di pianura tra principale e secondaria, dove quest ultima viene individuata dalla rete in gestione ai Consorzi di Bonifica. Per la rete principale verranno utilizzate le soglie areali, mentre per la rete secondaria si utilizzeranno le soglie puntuali. 4) Individuazione di nuove aree di allertamento per il rischio geologico sulla base delle caratteristiche geologiche, della propensione al dissesto e dell omogeneità pluviometrica con utilizzo delle soglie di allertamento puntuali esistenti per l emissione degli avvisi di criticità. Per le zone ricadenti nella nuova zona idraulica Vene-H verrà utilizzata la relativa soglia puntuale. 5) Avvio di un periodo di sperimentazione della durata minima di un anno, delle nuove soglie puntuali di allertamento per il rischio geologico con la realizzazione di un bollettino sperimentale da affiancare all attività operativa ordinaria svolta in ambito CFD.

115 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 115/1 Elenco dei comuni suddivisi per Area di Allertamento Rischio Idraulico

116 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 116/1 Vene-A Bacino dell Alto Piave Nr. Codice ISTAT Nome Comune Provincia Superficie (Ha) Attuale Area di Criticità Nuova Area di Criticità Variazioni Agordo BL 2371,2268 Vene-A Vene-A Alleghe BL 2978,3548 Vene-A Vene-A Auronzo di Cadore BL 22105,7196 Vene-A Vene-A Borca di Cadore BL 2712,9680 Vene-A Vene-A Calalzo di Cadore BL 4348,0663 Vene-A Vene-A Castellavazzo BL 1864,0541 Vene-A Vene-A Cencenighe Agordino BL 1799,9502 Vene-A Vene-A Cibiana di Cadore BL 2143,5700 Vene-A Vene-A Colle Santa Lucia BL 1531,2184 Vene-A Vene-A Comelico Superiore BL 9598,9760 Vene-A Vene-A Cortina d'ampezzo BL 25318,7658 Vene-A Vene-A Danta di Cadore BL 805,7048 Vene-A Vene-A Domegge di Cadore BL 5046,5125 Vene-A Vene-A Falcade BL 5312,9897 Vene-A Vene-A Canale d'agordo BL 4617,9669 Vene-A Vene-A Forno di Zoldo BL 7988,9668 Vene-A Vene-A Gosaldo BL 4871,0018 Vene-A Vene-A La Valle Agordina BL 4865,2770 Vene-A Vene-A Livinallongo del Col di Lana BL 9999,4775 Vene-A Vene-A Longarone BL 10350,0918 Vene-A Vene-A Lorenzago di Cadore BL 2749,5941 Vene-A Vene-A Lozzo di Cadore BL 3038,0435 Vene-A Vene-A Ospitale di Cadore BL 3988,3490 Vene-A Vene-A Perarolo di Cadore BL 4350,9396 Vene-A Vene-A Pieve di Cadore BL 6665,3839 Vene-A Vene-A Rivamonte Agordino BL 2329,0561 Vene-A Vene-A Rocca Pietore BL 7403,9893 Vene-A Vene-A San Nicolo' di Comelico BL 2432,5209 Vene-A Vene-A San Pietro di Cadore BL 5231,7505 Vene-A Vene-A San Tomaso Agordino BL 1919,6437 Vene-A Vene-A Santo Stefano di Cadore BL 10035,7771 Vene-A Vene-A San Vito di Cadore BL 6155,7595 Vene-A Vene-A Sappada BL 6238,0492 Vene-A Vene-A Selva di Cadore BL 3319,3129 Vene-A Vene-A Taibon Agordino BL 9042,1699 Vene-A Vene-A Vallada Agordina BL 1311,2728 Vene-A Vene-A Valle di Cadore BL 4156,2936 Vene-A Vene-A Vigo di Cadore BL 7067,6313 Vene-A Vene-A

117 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 117/ Vodo Cadore BL 4676,5647 Vene-A Vene-A Voltago Agordino BL 2305,4111 Vene-A Vene-A Zoldo Alto BL 6201,3896 Vene-A Vene-A Zoppe' di Cadore BL 435,1898 Vene-A Vene-A Vene-A - Bacino dell Alto Piave Vene-B Bacino dell Alto Brenta-Bacchiglione Nr. Codice ISTAT Nome Comune Provincia Superficie (Ha) Attuale Area di Criticità Nuova Area di Criticità Variazioni Arcole VR 1893,5245 Vene-C Vene-B SI Cazzano di Tramigna VR 1229,2927 Vene-C Vene-B SI Montecchia di Crosara VR 2103,6783 Vene-C Vene-B SI Monteforte d'alpone VR 2042,7139 Vene-C Vene-B SI Ronca' VR 1825,2141 Vene-C Vene-B SI San Bonifacio VR 3388,0250 Vene-C Vene-B SI San Giovanni Ilarione VR 2545,3390 Vene-C Vene-B SI Soave VR 2266,2073 Vene-C Vene-B SI Vestenanova VR 2402,5902 Vene-C Vene-B SI Altavilla Vicentina VI 1664,1453 Vene-E Vene-B SI Altissimo VI 1505,8595 Vene-C Vene-B SI Arsiero VI 4118,9383 Vene-B Vene-B Arzignano VI 3426,9921 Vene-C Vene-B SI Asiago VI 16301,0770 Vene-B Vene-B Bassano del Grappa VI 4701,2854 Vene-B Vene-B Bolzano Vicentino VI 1994,7732 Vene-E Vene-B SI Breganze VI 2175,0585 Vene-E Vene-B SI Bressanvido VI 858,5476 Vene-E Vene-B SI Brogliano VI 1221,5081 Vene-B Vene-B Caldogno VI 1590,8276 Vene-E Vene-B SI Caltrano VI 2265,7550 Vene-B Vene-B Calvene VI 1155,4638 Vene-B Vene-B Campolongo sul Brenta VI 974,6794 Vene-B Vene-B Carre' VI 873,2375 Vene-E Vene-B SI Castelgomberto VI 1736,8549 Vene-E Vene-B SI Chiampo VI 2263,3076 Vene-C Vene-B SI Chiuppano VI 468,6098 Vene-E Vene-B SI Cismon del Grappa VI 3479,7260 Vene-B Vene-B Cogollo del Cengio VI 3619,4328 Vene-B Vene-B Conco VI 2693,5780 Vene-B Vene-B Cornedo Vicentino VI 2354,7599 Vene-B Vene-B Costabissara VI 1318,3226 Vene-E Vene-B SI Creazzo VI 1056,1387 Vene-E Vene-B SI

118 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 118/ Crespadoro VI 3016,9580 Vene-C Vene-B SI Dueville VI 2009,6766 Vene-E Vene-B SI Enego VI 5289,4549 Vene-B Vene-B Fara Vicentino VI 1517,5793 Vene-E Vene-B SI Foza VI 3518,6130 Vene-B Vene-B Gallio VI 4755,7858 Vene-B Vene-B Gambellara VI 1284,5683 Vene-C Vene-B SI Gambugliano VI 786,6151 Vene-E Vene-B SI Isola Vicentina VI 2647,8639 Vene-E Vene-B SI Laghi VI 2220,4950 Vene-B Vene-B Lastebasse VI 1878,6055 Vene-B Vene-B Longare VI 2273,5710 Vene-E Vene-B SI Lugo di Vicenza VI 1460,7423 Vene-B Vene-B Lusiana VI 3419,7148 Vene-B Vene-B Malo VI 3051,4595 Vene-E Vene-B SI Marano Vicentino VI 1268,5398 Vene-E Vene-B SI Marostica VI 3649,2641 Vene-B Vene-B Mason Vicentino VI 1201,1561 Vene-E Vene-B SI Molvena VI 741,8242 Vene-E Vene-B SI Montebello Vicentino VI 2148,0320 Vene-C Vene-B SI Montecchio Maggiore VI 3075,5680 Vene-E Vene-B SI Montecchio Precalcino VI 1430,6978 Vene-E Vene-B SI Monte di Malo VI 2375,5640 Vene-E Vene-B SI Monteviale VI 836,6150 Vene-E Vene-B SI Monticello Conte Otto VI 1017,6695 Vene-E Vene-B SI Montorso Vicentino VI 918,3314 Vene-C Vene-B SI Mussolente VI 1545,1290 Vene-E Vene-B SI Nogarole Vicentino VI 902,0279 Vene-C Vene-B SI Nove VI 818,3648 Vene-E Vene-B SI Pedemonte VI 1262,3395 Vene-B Vene-B Pianezze VI 497,6952 Vene-E Vene-B SI Piovene Rocchette VI 1294,1229 Vene-B Vene-B Posina VI 4338,3338 Vene-B Vene-B Pove del Grappa VI 981,3544 Vene-B Vene-B Quinto Vicentino VI 1742,1902 Vene-E Vene-B SI Recoaro Terme VI 5988,4311 Vene-B Vene-B Roana VI 7849,1978 Vene-B Vene-B Romano d'ezzelino VI 2139,4988 Vene-B Vene-B Rotzo VI 2824,9907 Vene-B Vene-B Salcedo VI 612,2182 Vene-E Vene-B SI Sandrigo VI 2793,9042 Vene-E Vene-B SI San Nazario VI 2312,4470 Vene-B Vene-B San Pietro Mussolino VI 410,9065 Vene-C Vene-B SI Santorso VI 1322,6932 Vene-B Vene-B

119 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 119/ San Vito di Leguzzano VI 611,6796 Vene-E Vene-B SI Sarcedo VI 1386,9100 Vene-E Vene-B SI Schiavon VI 1197,7268 Vene-E Vene-B SI Schio VI 6620,9565 Vene-B Vene-B Solagna VI 1586,6118 Vene-B Vene-B Sovizzo VI 1569,7025 Vene-E Vene-B SI Thiene VI 1975,3242 Vene-E Vene-B SI Tonezza del Cimone VI 1429,6605 Vene-B Vene-B Torrebelvicino VI 2097,1157 Vene-B Vene-B Torri di Quartesolo VI 1867,9881 Vene-E Vene-B SI Trissino VI 2193,0168 Vene-B Vene-B Valdagno VI 5029,4231 Vene-B Vene-B Valdastico VI 2383,8244 Vene-B Vene-B Valli del Pasubio VI 4938,2382 Vene-B Vene-B Valstagna VI 2559,9510 Vene-B Vene-B Velo d'astico VI 2208,6188 Vene-B Vene-B Vicenza VI 8052,3852 Vene-E Vene-B SI Villaverla VI 1574,5957 Vene-E Vene-B SI Zane' VI 766,4850 Vene-E Vene-B SI Zermeghedo VI 296,2453 Vene-C Vene-B SI Zugliano VI 1376,7148 Vene-E Vene-B SI Arsie' BL 6489,3804 Vene-B Vene-B Fonzaso BL 2751,5974 Vene-B Vene-B Lamon BL 5443,4369 Vene-B Vene-B Sovramonte BL 5071,0745 Vene-B Vene-B Asolo TV 2540,8089 Vene-E Vene-B SI Borso del Grappa TV 3293,7843 Vene-B Vene-B Castelcucco TV 878,9124 Vene-E Vene-B SI Crespano del Grappa TV 1804,0773 Vene-B Vene-B Fonte TV 1464,2785 Vene-E Vene-B SI Monfumo TV 1134,1473 Vene-E Vene-B SI Paderno del Grappa TV 1951,5241 Vene-B Vene-B San Zenone degli Ezzelini TV 1985,8732 Vene-E Vene-B SI Vene-B - Bacino dell Alto Brenta-Bacchiglione Vene-C Adige-Garda e Monti Lessini Nr. Codice ISTAT Nome Comune Provincia Superficie (Ha) Attuale Area di Criticità Nuova Area di Criticità Variazioni Affi VR 979,9115 Vene-C Vene-C Badia Calavena VR 2674,0274 Vene-C Vene-C Bardolino VR 5735,5532 Vene-C Vene-C Belfiore VR 2635,2065 Vene-C Vene-C Bosco Chiesanuova VR 6464,6612 Vene-C Vene-C

120 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 120/ Brentino Belluno VR 2602,0869 Vene-C Vene-C Brenzone VR 5204,0360 Vene-C Vene-C Bussolengo VR 2434,2564 Vene-C Vene-C Caldiero VR 1041,1002 Vene-C Vene-C Caprino Veronese VR 4722,5976 Vene-C Vene-C Castelnuovo del Garda VR 3452,5263 Vene-C Vene-C Cavaion Veronese VR 1290,2621 Vene-C Vene-C Cerro Veronese VR 1014,2851 Vene-C Vene-C Colognola ai Colli VR 2082,7548 Vene-C Vene-C Costermano VR 1690,6406 Vene-C Vene-C Dolce' VR 3090,6623 Vene-C Vene-C Erbezzo VR 3190,7927 Vene-C Vene-C Ferrara di Monte Baldo VR 2684,6375 Vene-C Vene-C Fumane VR 3420,7517 Vene-C Vene-C Garda VR 1427,7914 Vene-C Vene-C Grezzana VR 4954,2190 Vene-C Vene-C Illasi VR 2502,9218 Vene-C Vene-C Lavagno VR 1466,1676 Vene-C Vene-C Lazise VR 6303,9664 Vene-C Vene-C Malcesine VR 6994,0360 Vene-C Vene-C Marano di Valpolicella VR 1864,9007 Vene-C Vene-C Mezzane di Sotto VR 1964,1734 Vene-C Vene-C Negrar VR 4040,3298 Vene-C Vene-C Pastrengo VR 897,2145 Vene-C Vene-C Pescantina VR 1971,1415 Vene-C Vene-C Peschiera del Garda VR 1814,1554 Vene-C Vene-C Rivoli Veronese VR 1841,7503 Vene-C Vene-C Ronco all'adige VR 4268,5026 Vene-C Vene-C Rovere' Veronese VR 3661,1448 Vene-C Vene-C San Martino Buon Albergo VR 3462,8470 Vene-C Vene-C San Mauro di Saline VR 1121,7873 Vene-C Vene-C San Pietro in Cariano VR 2028,4290 Vene-C Vene-C Sant'Ambrogio di Valpolicella VR 2348,3833 Vene-C Vene-C Sant'Anna d'alfaedo VR 4365,6996 Vene-C Vene-C San Zeno di Montagna VR 2830,9638 Vene-C Vene-C Selva di Progno VR 4143,1777 Vene-C Vene-C Sommacampagna VR 4077,2588 Vene-C Vene-C Sona VR 4134,2002 Vene-C Vene-C Torri del Benaco VR 4563,8243 Vene-C Vene-C Tregnago VR 3740,6103 Vene-C Vene-C Valeggio sul Mincio VR 6407,2506 Vene-D Vene-C SI Velo Veronese VR 1884,5252 Vene-C Vene-C Verona VR 19888,8492 Vene-C Vene-C Zevio VR 5495,1002 Vene-C Vene-C

121 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 121/1 Vene-D Po, Fissero-Tartaro-Canalbianco e Basso Adige Nr. Codice ISTAT Nome Comune Provincia Superficie (Ha) Attuale Area di Criticità Nuova Area di Criticità Variazioni Angiari VR 1342,6302 Vene-D Vene-D Bovolone VR 4141,6891 Vene-D Vene-D Buttapietra VR 1713,2784 Vene-D Vene-D Casaleone VR 3825,2345 Vene-D Vene-D Castagnaro VR 3476,7797 Vene-D Vene-D Castel d'azzano VR 969,7044 Vene-D Vene-D Cerea VR 7031,7596 Vene-D Vene-D Concamarise VR 783,6525 Vene-D Vene-D Erbe' VR 1580,4083 Vene-D Vene-D Gazzo Veronese VR 5669,4469 Vene-D Vene-D Isola della Scala VR 7008,2087 Vene-D Vene-D Isola Rizza VR 1696,3410 Vene-D Vene-D Legnago VR 7936,2342 Vene-D Vene-D Mozzecane VR 2468,2588 Vene-D Vene-D Nogara VR 3883,1590 Vene-D Vene-D Nogarole Rocca VR 2925,1630 Vene-D Vene-D Oppeano VR 4663,4522 Vene-D Vene-D Palu' VR 1353,4474 Vene-D Vene-D Povegliano Veronese VR 1865,2137 Vene-D Vene-D Roverchiara VR 1990,4726 Vene-D Vene-D Salizzole VR 3064,1956 Vene-D Vene-D San Giovanni Lupatoto VR 1907,0447 Vene-D Vene-D Sanguinetto VR 1365,6177 Vene-D Vene-D San Pietro di Morubio VR 1606,1099 Vene-D Vene-D Sorga' VR 3150,1148 Vene-D Vene-D Trevenzuolo VR 2696,9335 Vene-D Vene-D Vigasio VR 3083,9128 Vene-D Vene-D Villa Bartolomea VR 5349,8105 Vene-D Vene-D Villafranca di Verona VR 5725,0523 Vene-D Vene-D Adria RO 11364,8335 Vene-D Vene-D Ariano nel Polesine RO 8111,6883 Vene-D Vene-D Arqua' Polesine RO 2001,2852 Vene-D Vene-D Badia Polesine RO 4487,6046 Vene-D Vene-D Bagnolo di Po RO 2142,0853 Vene-D Vene-D Bergantino RO 1766,3095 Vene-D Vene-D Bosaro RO 602,0305 Vene-D Vene-D Calto RO 1099,6207 Vene-D Vene-D

122 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 122/ Canaro RO 3266,5671 Vene-D Vene-D Canda RO 1442,4643 Vene-D Vene-D Castelguglielmo RO 2220,6555 Vene-D Vene-D Castelmassa RO 1158,5315 Vene-D Vene-D Castelnovo Bariano RO 3723,9991 Vene-D Vene-D Ceneselli RO 2858,0352 Vene-D Vene-D Ceregnano RO 3009,4488 Vene-D Vene-D Corbola RO 1821,3728 Vene-D Vene-D Costa di Rovigo RO 1609,9675 Vene-D Vene-D Crespino RO 3179,5058 Vene-D Vene-D Ficarolo RO 1796,0723 Vene-D Vene-D Fiesso Umbertiano RO 2741,6230 Vene-D Vene-D Frassinelle Polesine RO 2195,5249 Vene-D Vene-D Fratta Polesine RO 2086,9941 Vene-D Vene-D Gaiba RO 1206,4605 Vene-D Vene-D Gavello RO 2428,4057 Vene-D Vene-D Giacciano con Baruchella RO 1827,1893 Vene-D Vene-D Guarda Veneta RO 1724,2438 Vene-D Vene-D Lendinara RO 5532,4272 Vene-D Vene-D Loreo RO 3950,9216 Vene-D Vene-D Lusia RO 1760,4991 Vene-D Vene-D Melara RO 1753,3536 Vene-D Vene-D Occhiobello RO 3251,9089 Vene-D Vene-D Papozze RO 2208,6911 Vene-D Vene-D Pettorazza Grimani RO 2155,1555 Vene-D Vene-D Pincara RO 1768,9032 Vene-D Vene-D Polesella RO 1650,9131 Vene-D Vene-D Pontecchio Polesine RO 1147,6465 Vene-D Vene-D Porto Tolle RO 26131,1078 Vene-D Vene-D Rosolina RO 7438,1233 Vene-D Vene-D Rovigo RO 10853,0634 Vene-D Vene-D Salara RO 1434,5977 Vene-D Vene-D San Bellino RO 1572,2151 Vene-D Vene-D San Martino di Venezze RO 3111,5107 Vene-D Vene-D Stienta RO 2408,8991 Vene-D Vene-D Taglio di Po RO 7967,0583 Vene-D Vene-D Trecenta RO 3502,1463 Vene-D Vene-D Villadose RO 3250,6975 Vene-D Vene-D Villlamarzana RO 1403,4996 Vene-D Vene-D Villanova del Ghebbo RO 1168,4241 Vene-D Vene-D Villanova Marchesana RO 1821,7825 Vene-D Vene-D Porto Viro RO 13291,3361 Vene-D Vene-D

123 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 123/1 Vene-E Bacino del Basso Brenta-Bacchiglione Nr. Codice ISTAT Nome Comune Provincia Superficie (Ha) Attuale Area di Criticità Nuova Area di Criticità Variazioni Albaredo d'adige VR 2806,9562 Vene-D Vene-E SI Bevilacqua VR 1205,5816 Vene-E Vene-E Bonavigo VR 1784,1780 Vene-D Vene-E SI Boschi Sant'Anna VR 894,0274 Vene-E Vene-E Cologna Veneta VR 4325,9512 Vene-E Vene-E Minerbe VR 2970,2817 Vene-E Vene-E Pressana VR 1770,7161 Vene-E Vene-E Roveredo di Gua' VR 1017,0670 Vene-E Vene-E Terrazzo VR 2054,8237 Vene-D Vene-E SI Veronella VR 2067,0077 Vene-E Vene-E Zimella VR 2007,2624 Vene-E Vene-E Agugliaro VI 1461,1337 Vene-E Vene-E Albettone VI 2025,7982 Vene-E Vene-E Alonte VI 1114,5129 Vene-E Vene-E Arcugnano VI 4158,7635 Vene-E Vene-E Asigliano Veneto VI 807,9770 Vene-E Vene-E Barbarano Vicentino VI 1961,5313 Vene-E Vene-E Brendola VI 2553,9717 Vene-E Vene-E Camisano Vicentino VI 3006,7181 Vene-E Vene-E Campiglia dei Berici VI 1095,3520 Vene-E Vene-E Cartigliano VI 738,9970 Vene-E Vene-E Cassola VI 1269,7980 Vene-E Vene-E Castegnero VI 1166,5591 Vene-E Vene-E Grancona VI 1231,2986 Vene-E Vene-E Grisignano di Zocco VI 1697,9846 Vene-E Vene-E Grumolo delle Abbadesse VI 1491,1082 Vene-E Vene-E Lonigo VI 4931,9496 Vene-E Vene-E Montegalda VI 1769,5331 Vene-E Vene-E Montegaldella VI 1363,5995 Vene-E Vene-E Mossano VI 1391,9494 Vene-E Vene-E Nanto VI 1448,5491 Vene-E Vene-E Noventa Vicentina VI 2300,7701 Vene-E Vene-E Orgiano VI 1813,5983 Vene-E Vene-E Poiana Maggiore VI 2847,2155 Vene-E Vene-E Pozzoleone VI 1121,6148 Vene-E Vene-E Rosa' VI 2448,6330 Vene-E Vene-E Rossano Veneto VI 1061,5632 Vene-E Vene-E

124 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 124/ San Germano dei Berici VI 1551,8915 Vene-E Vene-E Sarego VI 2389,5988 Vene-E Vene-E Sossano VI 2094,2171 Vene-E Vene-E Tezze sul Brenta VI 1788,1087 Vene-E Vene-E Villaga VI 2319,5366 Vene-E Vene-E Zovencedo VI 904,7468 Vene-E Vene-E Castelfranco Veneto TV 5132,1912 Vene-F Vene-E SI Castello di Godego TV 1809,1404 Vene-E Vene-E Loria TV 2316,7873 Vene-E Vene-E Resana TV 2498,2715 Vene-F Vene-E SI Riese Pio X TV 3075,3821 Vene-F Vene-E SI Campolongo Maggiore VE 2357,4758 Vene-E Vene-E Cavarzere VE 14061,3927 Vene-D Vene-E SI Chioggia VE 18656,4422 Vene-E Vene-E Cona VE 6480,2350 Vene-E Vene-E Fiesso d'artico VE 631,1626 Vene-F Vene-E SI Fosso' VE 1010,9647 Vene-F Vene-E SI Stra VE 881,1688 Vene-F Vene-E SI Vigonovo VE 1279,6753 Vene-E Vene-E Abano Terme PD 2153,4190 Vene-E Vene-E Agna PD 1887,5888 Vene-E Vene-E Albignasego PD 2098,0019 Vene-E Vene-E Anguillara Veneta PD 2155,5983 Vene-D Vene-E SI Arqua' Petrarca PD 1253,1156 Vene-E Vene-E Arre PD 1247,4337 Vene-E Vene-E Arzergrande PD 1368,1825 Vene-E Vene-E Bagnoli di Sopra PD 3491,0085 Vene-E Vene-E Baone PD 2447,3487 Vene-E Vene-E Barbona PD 858,7458 Vene-D Vene-E SI Battaglia Terme PD 626,7273 Vene-E Vene-E Boara Pisani PD 1649,8240 Vene-D Vene-E SI Borgoricco PD 2047,9109 Vene-F Vene-E SI Bovolenta PD 2273,4254 Vene-E Vene-E Brugine PD 1958,9725 Vene-E Vene-E Cadoneghe PD 1286,0339 Vene-E Vene-E Campodarsego PD 2562,5655 Vene-E Vene-E Campodoro PD 1142,7575 Vene-E Vene-E Camposampiero PD 2112,9240 Vene-E Vene-E Campo San Martino PD 1315,0775 Vene-E Vene-E Candiana PD 2237,4264 Vene-E Vene-E Carceri PD 971,8647 Vene-E Vene-E Carmignano di Brenta PD 1475,2863 Vene-E Vene-E Cartura PD 1622,8335 Vene-E Vene-E Casale di Scodosia PD 2119,1793 Vene-E Vene-E

125 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 125/ Casalserugo PD 1555,2284 Vene-E Vene-E Castelbaldo PD 1513,8951 Vene-D Vene-E SI Cervarese Santa Croce PD 1756,2469 Vene-E Vene-E Cinto Euganeo PD 1980,0470 Vene-E Vene-E Cittadella PD 3646,6445 Vene-E Vene-E Codevigo PD 7006,2583 Vene-E Vene-E Conselve PD 2430,0421 Vene-E Vene-E Correzzola PD 4239,8817 Vene-E Vene-E Curtarolo PD 1484,8327 Vene-E Vene-E Este PD 3274,3570 Vene-E Vene-E Fontaniva PD 2062,9553 Vene-E Vene-E Galliera Veneta PD 901,5576 Vene-E Vene-E Galzignano Terme PD 1817,1639 Vene-E Vene-E Gazzo PD 2269,4018 Vene-E Vene-E Grantorto PD 1408,6449 Vene-E Vene-E Granze PD 1148,7750 Vene-E Vene-E Legnaro PD 1491,9822 Vene-E Vene-E Limena PD 1512,9645 Vene-E Vene-E Loreggia PD 1922,9442 Vene-E Vene-E Lozzo Atestino PD 2399,9669 Vene-E Vene-E Masera' di Padova PD 1754,1251 Vene-E Vene-E Masi PD 1333,7126 Vene-D Vene-E SI Megliadino San Fidenzio PD 1570,7157 Vene-E Vene-E Megliadino San Vitale PD 1514,6481 Vene-E Vene-E Merlara PD 2144,1842 Vene-E Vene-E Mestrino PD 1929,6602 Vene-E Vene-E Monselice PD 5064,6035 Vene-E Vene-E Montagnana PD 4503,5267 Vene-E Vene-E Montegrotto Terme PD 1534,8190 Vene-E Vene-E Noventa Padovana PD 714,2771 Vene-E Vene-E Ospedaletto Euganeo PD 2142,7054 Vene-E Vene-E Padova PD 9330,1929 Vene-E Vene-E Pernumia PD 1322,8045 Vene-E Vene-E Piacenza d'adige PD 1855,1511 Vene-D Vene-E SI Piazzola sul Brenta PD 4090,1206 Vene-E Vene-E Piove di Sacco PD 3567,9316 Vene-E Vene-E Polverara PD 987,3040 Vene-E Vene-E Ponso PD 1097,2031 Vene-E Vene-E Pontelongo PD 1065,4397 Vene-E Vene-E Ponte San Nicolo' PD 1352,3043 Vene-E Vene-E Pozzonovo PD 2446,1391 Vene-E Vene-E Rovolon PD 2754,1834 Vene-E Vene-E Rubano PD 1447,9575 Vene-E Vene-E Saccolongo PD 1376,7614 Vene-E Vene-E

126 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 126/ Saletto PD 1078,9180 Vene-E Vene-E San Giorgio delle Pertiche PD 1882,3170 Vene-E Vene-E San Giorgio in Bosco PD 2844,0698 Vene-E Vene-E San Martino di Lupari PD 2427,8435 Vene-E Vene-E San Pietro in Gu' PD 1780,8280 Vene-E Vene-E San Pietro Viminario PD 1329,9402 Vene-E Vene-E Santa Giustina in Colle PD 1793,7043 Vene-E Vene-E Santa Margherita d'adige PD 1270,5837 Vene-E Vene-E Sant'Angelo di Piove di Sacco PD 1400,1454 Vene-E Vene-E Sant'Elena PD 892,6685 Vene-E Vene-E Sant'Urbano PD 3205,3069 Vene-D Vene-E SI Saonara PD 1349,6575 Vene-E Vene-E Selvazzano Dentro PD 1964,5747 Vene-E Vene-E Solesino PD 1024,7137 Vene-E Vene-E Stanghella PD 1971,2119 Vene-E Vene-E Teolo PD 3129,9739 Vene-E Vene-E Terrassa Padovana PD 1471,1951 Vene-E Vene-E Tombolo PD 1112,1199 Vene-E Vene-E Torreglia PD 1860,6079 Vene-E Vene-E Tribano PD 1927,4013 Vene-E Vene-E Urbana PD 1705,7751 Vene-E Vene-E Veggiano PD 1623,8770 Vene-E Vene-E Vescovana PD 2223,7466 Vene-D Vene-E SI Vighizzolo d'este PD 1713,1494 Vene-E Vene-E Vigodarzere PD 1996,2111 Vene-E Vene-E Vigonza PD 3342,6899 Vene-E Vene-E Villa del Conte PD 1732,7519 Vene-E Vene-E Villa Estense PD 1588,0152 Vene-E Vene-E Villafranca Padovana PD 2366,7197 Vene-E Vene-E Vo' PD 2038,7606 Vene-E Vene-E Due Carrare PD 2660,1113 Vene-E Vene-E Vene-E - Bacino del Basso Brenta-Bacchiglione Vene-F Bacini del Basso Piave, Sile e Bacino scolante in laguna Nr. Codice ISTAT Nome Comune Provincia Superficie (Ha) Attuale Area di Criticità Nuova Area di Criticità Variazioni Altivole TV 2193,7071 Vene-F Vene-F Arcade TV 842,8940 Vene-F Vene-F Breda di Piave TV 2569,5696 Vene-F Vene-F Carbonera TV 1982,2188 Vene-F Vene-F Casale sul Sile TV 2690,0911 Vene-F Vene-F Casier TV 1344,1107 Vene-F Vene-F

127 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 127/ Cimadolmo TV 1787,3751 Vene-F Vene-F Istrana TV 2637,3492 Vene-F Vene-F Maserada sul Piave TV 2886,5540 Vene-F Vene-F Mogliano Veneto TV 4617,1963 Vene-F Vene-F Monastier di Treviso TV 2545,2572 Vene-F Vene-F Morgano TV 1174,5079 Vene-F Vene-F Ormelle TV 1878,9697 Vene-F Vene-F Paese TV 3800,7587 Vene-F Vene-F Ponte di Piave TV 3283,5191 Vene-F Vene-F Ponzano Veneto TV 2226,6159 Vene-F Vene-F Povegliano TV 1295,7256 Vene-F Vene-F Preganziol TV 2297,3767 Vene-F Vene-F Quinto di Treviso TV 1913,2058 Vene-F Vene-F Roncade TV 6210,3238 Vene-F Vene-F Salgareda TV 2723,7684 Vene-F Vene-F San Biagio di Callalta TV 4837,5025 Vene-F Vene-F San Polo di Piave TV 2096,4158 Vene-F Vene-F Santa Lucia di Piave TV 1995,3784 Vene-F Vene-F Silea TV 1883,1957 Vene-F Vene-F Spresiano TV 2571,9674 Vene-F Vene-F Trevignano TV 2658,0247 Vene-F Vene-F Treviso TV 5551,4964 Vene-F Vene-F Vedelago TV 6178,8433 Vene-F Vene-F Villorba TV 3060,0014 Vene-F Vene-F Zenson di Piave TV 951,8108 Vene-F Vene-F Zero Branco TV 2614,8292 Vene-F Vene-F Campagna Lupia VE 8760,8549 Vene-F Vene-F Camponogara VE 2138,9677 Vene-F Vene-F Dolo VE 2418,4802 Vene-F Vene-F Eraclea VE 9535,2245 Vene-F Vene-F Fossalta di Piave VE 975,3475 Vene-F Vene-F Jesolo VE 9648,1060 Vene-F Vene-F Marcon VE 2536,8533 Vene-F Vene-F Martellago VE 2010,4786 Vene-F Vene-F Meolo VE 2670,8452 Vene-F Vene-F Mira VE 9904,5652 Vene-F Vene-F Mirano VE 4571,7014 Vene-F Vene-F Musile di Piave VE 4501,1220 Vene-F Vene-F Noale VE 2435,7409 Vene-F Vene-F Noventa di Piave VE 1807,9031 Vene-F Vene-F Pianiga VE 2007,1950 Vene-F Vene-F Quarto d'altino VE 2814,4690 Vene-F Vene-F Salzano VE 1747,0676 Vene-F Vene-F San Dona' di Piave VE 7886,2908 Vene-F Vene-F

128 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 128/ Santa Maria di Sala VE 2793,6313 Vene-F Vene-F Scorze' VE 3334,9469 Vene-F Vene-F Spinea VE 1503,6777 Vene-F Vene-F VENEZIA VE 41661,9738 Vene-F Vene-F Cavallino-Treporti VE 4498,9211 Vene-F Vene-F Massanzago PD 1325,0185 Vene-F Vene-F Piombino Dese PD 2953,6858 Vene-F Vene-F Trebaseleghe PD 3080,4896 Vene-F Vene-F Villanova di Camposampiero PD 1218,1580 Vene-F Vene-F Vene-G Bacini veneti del Livenza, Lemene e Tagliamento Nr. Codice ISTAT Nome Comune Provincia Superficie (Ha) Attuale Area di Criticità Nuova Area di Criticità Variazioni Cessalto TV 2825,4631 Vene-F Vene-G SI Chiarano TV 2000,5174 Vene-F Vene-G SI Codogne' TV 2171,7935 Vene-G Vene-G Fontanelle TV 3561,3326 Vene-G Vene-G Gaiarine TV 2872,3818 Vene-G Vene-G Godega di Sant'Urbano TV 2431,0848 Vene-G Vene-G Gorgo al Monticano TV 2709,1756 Vene-G Vene-G Mansue' TV 2698,2634 Vene-G Vene-G Mareno di Piave TV 2785,9217 Vene-F Vene-G SI Meduna di Livenza TV 1517,8495 Vene-G Vene-G Motta di Livenza TV 3771,9326 Vene-G Vene-G Oderzo TV 4263,8260 Vene-F Vene-G SI Orsago TV 1072,8213 Vene-G Vene-G PortobuffolÞ TV 498,6254 Vene-G Vene-G Vazzola TV 2602,1442 Vene-F Vene-G SI Annone Veneto VE 2580,8998 Vene-G Vene-G Caorle VE 15331,0110 Vene-G Vene-G Ceggia VE 2200,1631 Vene-F Vene-G SI Cinto Caomaggiore VE 2152,0806 Vene-G Vene-G Concordia Sagittaria VE 6663,8465 Vene-G Vene-G Fossalta di Portogruaro VE 3109,2033 Vene-G Vene-G Gruaro VE 1724,7485 Vene-G Vene-G Portogruaro VE 10248,9972 Vene-G Vene-G Pramaggiore VE 2423,5976 Vene-G Vene-G San Michele al Tagliamento VE 11363,3985 Vene-G Vene-G San Stino di Livenza VE 6816,0245 Vene-G Vene-G Teglio Veneto VE 1157,1248 Vene-G Vene-G

129 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 129/ Torre di Mosto VE 3839,0502 Vene-F Vene-G SI Vene-G - Bacini veneti del Livenza, Lemene e Tagliamento

130 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 130/1 Vene-H Bacino Pedemontano Piave Livenza Nr. Codice ISTAT Nome Comune Provincia Superficie (Ha) Attuale Area di Criticità Nuova Area di Criticità Variazioni Alano di Piave BL 3643,2456 Vene-A Vene-H SI Belluno BL 14718,8604 Vene-A Vene-H SI Cesiomaggiore BL 8184,8620 Vene-A Vene-H SI Chies d'alpago BL 4488,3331 Vene-A Vene-H SI Farra d'alpago BL 4121,1445 Vene-A Vene-H SI Feltre BL 10004,1119 Vene-A Vene-H SI Lentiai BL 3764,3764 Vene-A Vene-H SI Limana BL 3918,9526 Vene-A Vene-H SI Mel BL 8592,1749 Vene-A Vene-H SI Pedavena BL 2501,0777 Vene-A Vene-H SI Pieve d'alpago BL 2517,6960 Vene-A Vene-H SI Ponte nelle Alpi BL 5805,2413 Vene-A Vene-H SI Puos d'alpago BL 1380,8895 Vene-A Vene-H SI Quero BL 2814,8706 Vene-A Vene-H SI San Gregorio nelle Alpi BL 1905,6821 Vene-A Vene-H SI Santa Giustina BL 3593,4016 Vene-A Vene-H SI Sedico BL 9163,4567 Vene-A Vene-H SI Seren del Grappa BL 6239,1523 Vene-A Vene-H SI Sospirolo BL 6601,4983 Vene-A Vene-H SI Soverzene BL 1487,5228 Vene-A Vene-H SI Tambre BL 4565,6656 Vene-A Vene-H SI Trichiana BL 4378,7979 Vene-A Vene-H SI Vas BL 1784,7562 Vene-A Vene-H SI Caerano di San Marco TV 1207,3538 Vene-F Vene-H SI Cappella Maggiore TV 1114,3207 Vene-G Vene-H SI Cavaso del Tomba TV 1900,3536 Vene-F Vene-H SI Cison di Valmarino TV 2880,0439 Vene-F Vene-H SI Colle Umberto TV 1360,4195 Vene-G Vene-H SI Conegliano TV 3636,1417 Vene-G Vene-H SI Cordignano TV 2624,8082 Vene-G Vene-H SI Cornuda TV 1238,1730 Vene-F Vene-H SI Crocetta del Montello TV 2642,6226 Vene-F Vene-H SI Farra di Soligo TV 2825,6616 Vene-F Vene-H SI Follina TV 2420,6958 Vene-F Vene-H SI Fregona TV 4294,0654 Vene-F Vene-H SI Giavera del Montello TV 2009,2481 Vene-F Vene-H SI Maser TV 2601,5890 Vene-F Vene-H SI Miane TV 3090,0373 Vene-F Vene-H SI

131 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 131/ Montebelluna TV 4909,4935 Vene-F Vene-H SI Moriago della Battaglia TV 1378,9111 Vene-F Vene-H SI Nervesa della Battaglia TV 3495,4495 Vene-F Vene-H SI Pederobba TV 2933,2295 Vene-F Vene-H SI Pieve di Soligo TV 1901,2176 Vene-F Vene-H SI Possagno TV 1204,6832 Vene-F Vene-H SI Refrontolo TV 1304,6892 Vene-F Vene-H SI Revine Lago TV 1872,1798 Vene-F Vene-H SI San Fior TV 1780,6182 Vene-G Vene-H SI San Pietro di Feletto TV 1945,4818 Vene-G Vene-H SI San Vendemiano TV 1843,1293 Vene-G Vene-H SI Sarmede TV 1798,6353 Vene-G Vene-H SI Segusino TV 1817,2876 Vene-F Vene-H SI Sernaglia della Battaglia TV 2025,1912 Vene-F Vene-H SI Susegana TV 4395,8249 Vene-F Vene-H SI Tarzo TV 2384,5349 Vene-F Vene-H SI Valdobbiadene TV 6086,2713 Vene-F Vene-H SI Vidor TV 1357,1358 Vene-F Vene-H SI Vittorio Veneto TV 8272,0666 Vene-F Vene-H SI Volpago del Montello TV 4471,7054 Vene-F Vene-H SI Vene-H - Bacino Pedemontano Piave Livenza

132 ALLEGATOA alla Dgr n del 25 settembre 2012 pag. 132/1 Elenco dei comuni suddivisi per Area di Allertamento Rischio Geologico

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