Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline

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1 EA03 Relazione geologica Pag. 1 di 11 Rev. 1

2 EA03 Relazione geologica Pag. 2 di 11 Rev. 1 INDICE 1. INTRODUZIONE 3 2. DESCRIZIONE DEL PROGETTO 3 3. GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA 4 4. IDROLOGIA 9 5. IDROGEOLOGIA 10

3 EA03 Relazione geologica Pag. 3 di 11 Rev INTRODUZIONE Il presente documento costituisce la relazione geologica che ha lo scopo di illustrare le caratteristiche dei terreni su cui verrà realizzato il progetto esecutivo denominato VIABILITA' CICLABILE E PEDONALE INTERNA AL PARCO E CONNESSIONE ALLA VIABILITA' CICLABILE DEL COMUNE DI QUARTU SANT'ELENA COMPLETAMENTO finalizzato alla realizzazione di aree verdi attrezzate per favorire la fruizione dello stesso Parco. 2. DESCRIZIONE DEL PROGETTO L area oggetto dell intervento è ubicata nel comune di Cagliari, ad est della città, al confine con un area di particolare rilevanza naturalistica ed ambientale: il SIC Stagno di Molentargius e territori limitrofi (codice sito Natura ITB di 1748 ha), proposto ai sensi della Direttiva 92/43/CEE e designata anche ZPS (codice ITB ) ai sensi della Direttiva 79/409/CEE (uccelli selvatici). L intervento previsto in progetto ricade, ancorché parzialmente, in area delimitata ai sensi della L.R. 31/89 e, nel perimetro del Parco Regionale Molentargius-Saline istituito con legge regionale n. 5/99. Il comprensorio degli stagni di Cagliari può essere diviso, in base alla salinità delle acque, in due sistemi: uno ad acque salate (costituito da 423 ha di vasche evaporanti dello stagno di Molentargius, 249 ha dello stagno di Quartu e 125 ha delle sue vasche salanti) ed uno ad acqua dolce (Bellarosa minore e Perdalonga). Può essere suddivisa in due grosse aree di intervento dalla Viale Colombo: provenendo dal centro urbano di Quartu Sant Elena e procedendo verso la spiaggia del Poetto subito dopo il distributore AGIP si incontrano un area sulla destra e una sulla sinistra. L area sulla destra è attualmente fortemente degradata per la presenza di numerose discariche abusive; e delimitata a Nord dalle recinzioni delle abitazioni residenziali del quartiere Sa Cora e Perdabona, a est dalla sopra detta Viale Colombo, a ovest dalla recinzione dell area verde di Quartu del Parco e a Sud dallo stagno del Perdalonga. L area sulla sinistra è interessata da diverse attività commerciali (autolavaggio, vendita piscine e autofficina) e da un grande spiazzo adibito attualmente a deposito di materiali da cantiere e

4 EA03 Relazione geologica Pag. 4 di 11 Rev. 1 ugualmente oggetto di discariche abusive. Presenta inoltre una zona a canneto derivante dalla presenza di emergenze di falda nel periodo invernale e habitat di diverse specie avicole tra cui il pollo sultano. L area è delimitata a Nord dal quartiere residenziale di Perdabona e Costa Bentu, a Sud dallo stagno del Perdabianca, a Est dalla Viale Colombo e a Ovest dalla vasca 3 del Perdalonga. Dal punto di vista catastale l area di intervento è inquadrata all interno dei fogli 52, 53 e 54 del catasto terreni del comune di Quartu Sant Elena. I terreni appartengono per la maggior parte a privati cittadini ad eccezione di: Frazionamento ed esproprio della condotta eseguito dall Ente Acque della Sardegna (già Ente Autonomo del Flumendosa) ente strumentale della Regione Autonoma della Sardegna per il collegamento tra il depuratore consortile di Is Arenas e l invaso del Simbirizzi. Frazionamento e occupazione di urgenza del collettore fognario del Comune di Quartu Sant Elena il cui esproprio è di prossima ultimazione come confermato dai tecnici dello stesso comune. Esproprio trascritto in Conservatoria dei Registi Immobiliari a nome Mistero dell Ambiente eseguito in occasione del Programma di Salvaguardia. Aree cedute al demanio comunale del Comune di Quartu Sant Elena. È intenzione dell Ente Parco in accordo con il Comune di Quartu Sant Elena dichiarare la pubblica utilità dell opera e avviare le procedure di esproprio anche eventualmente con l occupazione di urgenza dell area. 3. GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA L area in oggetto si presenta sub-pianeggiante e caratterizzata da quote modeste, in cui si inseriscono gli stagni di Molentargius e di Quartu-Poetto. A N-W si collocano il promontorio di S. Elia e l'insieme delle colline mioceniche di Cagliari. Queste costituiscono una successione di rilievi disposti secondo una direzione circa NNW-SSE, con quote fino a 100 m s.l.m. Le colline mioceniche a E di Quartu S. Elena, S. Anastasia-Pitz'e Serra, limitano invece a oriente la depressione di Molentargius. Anch esse di altezza limitata, inferiore a 100 m s.l.m., sono caratterizzate da un allungamento NNW-SSE.

5 EA03 Relazione geologica Pag. 5 di 11 Rev. 1 L'area è rappresentata da terreni di ambiente esclusivamente sedimentario, la cui origine si può ricollegare a fasi di sedimentazione avvenute in ambiente alluvionale, marino, lagunare e palustre. I sedimenti presentano composizioni sia sabbiose che ciottolose ed argillo-limose con gradi di cementazione molto variabili. Estratto del foglio 557 Cagliari [scala 1:50000]. Fonte: Il Parco si colloca nell estrema propaggine meridionale dell'unità strutturale della Pianura del Campidano, costituita dal graben campidanese e dagli horst del Sulcis-Iglesiente e del Sarrabus- Gerrei. Il territorio, dominato da depositi quaternari e caratterizzato dalla presenza di numerosi stagni e paludi, è circondato dalle colline di Cagliari - Sant Elia e dell area Margine Rosso Sant Anastasia. Queste sono costituite da tre unità note come "Argille di Fangario", "Arenarie di Pirri" e "Calcare di Cagliari", appartenenti alla sequenza marina della successione vulcano-sedimentaria miocenica. Sulla successione miocenica poggiano i depositi quaternari dell area continentale, suddivisi in due principali unità deposizionali: i sedimenti Pleistocenici del Sintema di Portovesme, di origine marina e continentale, messi in posto dopo la fine della penultima fase fredda pleistocenica, e i depositi alluvionali e di cordone litorale dell Olocene. Attualmente, i depositi quaternari affioranti nella piana di Is Arenas sono oggetto di ricerche e studi, essendo possibile una loro attribuzione all Olocene o al Tirreniano.

6 EA03 Relazione geologica Pag. 6 di 11 Rev. 1 Prima dell ultima glaciazione, nell interglaciale Riss Würm il mare lambiva le colline mioceniche, formando un insenatura marina interna. La trasgressione tirreniana, avvenuta probabilmente con due pulsazioni, ha lasciato nel Golfo di Cagliari, dei depositi marini ben sviluppati, formando un ampia baia probabilmente delimitata da un cordone litorale, i cui resti sono visibili a Is Mesas- Calamosca, al di fuori del territorio del Parco. Durante la regressione würmiana, quando il mare ha raggiunto una quota di circa -130 m sotto il livello attuale, l ampia baia venne sovraescavata ad opera delle acque dei fiumi sfocianti nell attuale golfo di Cagliari, che la hanno poi colmata di sedimenti alluvionali. La formazione dello stagno di Quartu è legata all emersione di una barra litorale originatasi sui bassi fondali del golfo, tra il promontorio di Sant Elia e il Margine Rosso, in un momento in cui il livello del mare si era stabilizzato circa alla quota attuale. Con la successiva regressione esso è rimasto come una depressione di retrospiaggia, riempita di acque salate, che durante l'estate o in occasione delle alte maree acquisiva una salinità maggiore per la forte evaporazione e grazie all ingresso di acque marine attraverso bocche di comunicazione o per via sotterranea sotto le sabbie della spiaggia. Questo stagno, trasformato attualmente in vasche evaporanti e salanti, rappresentava, fino al tempo in cui si iniziò a produrre sale, un bacino di espandimento e di regolazione delle acque provenienti da Molentargius e destinate a defluire in mare. La successione dei terreni miocenici, che costituiscono quasi un anfiteatro che borda all esterno il territorio del Parco, è la seguente (dal basso verso l'alto): 1. "Argille di Fangario" 2. "Arenarie di Pirri" 3. "Calcare di Cagliari" Le "Argille di Fangario" sono costituite da argille e marne grigie più o meno scure e argille sabbiose giallo-biancastre, con plaghe arenacee irregolari grigie. Il contatto con le sovrastanti "Arenarie di Pirri" è di tipo discordante. Si presentano ricche in fossili con un contenuto paleontologico dato da foraminiferi planctonici e bentonici, nannoplancton calcareo, cefalopodi, brachiopodi, echinidi, ostracodi e abbondanti coralli; esse testimoniano una deposizione in un mare piuttosto profondo, evidenziando il massimo approfondimento raggiunto dal bacino sedimentario terziario nella Sardegna meridionale durante il Langhiano medio-serravalliano inferiore. La parte alta della formazione è caratterizzata da una graduale diminuzione della batimetria corrispondente a una fase regressiva nel Miocene medio.

7 EA03 Relazione geologica Pag. 7 di 11 Rev. 1 La formazione delle "Arenarie di Pirri" è caratterizzata da arenarie ben cementate e sabbie quasi incoerenti grigio-giallastre mediogranulari, costituite da granuli di quarzo (per più del 70%), feldspato e mica, a cemento carbonatico. La stratificazione, in bancate sottili e regolari, è netta nelle arenarie, mentre non è evidente nelle sabbie. Localmente sono presenti intercalazioni conglomeratiche paleozoiche, a prevalenti ciottoli metamorfici, legate a facies fluvio-deltizie oppure ad occasionali trasporti in massa. L unità è ricca in fossili, rappresentati da abbondanti frammenti di molluschi, bioturbazioni, macroforaminiferi, foraminiferi planctonici e nannoplancton calcareo, solo localmente. Il contatto con le marne langhiane sottostanti è netto, così come il cambiamento di facies, che da pelagica diventa francamente litorale, marcando una fase regressiva della sedimentazione, durante la quale l attività tettonica ha avuto un ruolo importante. Una breve lacuna di sedimentazione caratterizza questo cambiamento, come testimoniato dalla mancanza di continuità nell evoluzione delle forme planctoniche e dalla presenza di clasti di "Argille di Fangario" rimaneggiati nelle "Arenarie di Pirri". L età della formazione è riferibile al Serravalliano. Il "Calcare di Cagliari" è un complesso in prevalenza carbonatico che affiora solo nelle colline di Cagliari, sopra le "Arenarie di Pirri", costituito alla base da calcari marnosi, "Pietra Cantone", sormontati da biocalcareniti, "Tramezzario" e da calcari biohermali, "Pietra Forte". La "Pietra Cantone" è un calcare marnoso-arenaceo giallastro, tenero e mal stratificato, che poggia mediante un contatto graduale sulle "Arenarie di Pirri" e marca una nuova fase trasgressiva. Il ricco contenuto paleontologico è dato da foraminiferi planctonici e bentonici, bivalvi, gasteropodi, echinidi, coralli isolati e bioturbazioni. Sono noti inoltre resti di crostacei, pesci, rettili e cetacei. L ambiente deposizionale indica una profondità di circa m, riferibile al piano circalitorale. I foraminiferi planctonici datano la facies al Tortoniano. Sulla "Pietra Cantone", tramite una netta superficie erosiva, poggia il "Tremezzario", costituito da calcari argillosi di colore bianco e aspetto farinoso, calcari bioclastici e biocalcareniti in banchi di spessore variabile. I caratteri litologici, sedimentologici e paleontologici mostrano una certa instabilità del bacino di sedimentazione e l assenza di una graduale transizione con l unità sottostante. La biocenosi indica per il "Tramezzario" una paleobatimetria non superiore a circa 40 m, che tende progressivamente a diminuire verso l alto della successione, e un piano batimetrico infralitorale-circalitorale. La "Pietra Forte" chiude la successione miocenica ed è costituita da un calcare organogeno compatto bianco-grigiastro, da biohermale a biostromale, ricco di alghe calcaree (Litotamni), oltre che di molluschi e di foraminiferi. L ambiente deposizionale è litorale e infralitorale, con elevata

8 EA03 Relazione geologica Pag. 8 di 11 Rev. 1 energia e paleobatimetria inferiore a 30 m. La presenza di superfici di discordanza e brecce miste testimonia l instabilità del bacino di sedimentazione. L'età non è precisabile su dati micropaleontologici ma, sulla base della posizione stratigrafica, delle faune osservate e delle analisi eseguite, è riferibile al Tortoniano, anche se per affinità con formazioni analoghe affioranti nel Golfo di Oristano, non è possibile escludere un riferimento al Messiniano. La "Pietra Forte", essendo costituita da roccia rigida, è intensamente fratturata e fagliata; la sua compattezza, inoltre, ha dato luogo, grazie anche all'erosione, ad una morfologia a creste con pareti subverticali, con rotture di pendio nette al contatto con le formazioni più tenere. Sulle successioni mioceniche poggiano i depositi quaternari, che costituiscono gran parte degli affioramenti visibili all interno del Parco, attribuiti all Olocene o al Pleistocene. Nel settore di Quartu Sant Elena, prima della formazione del cordone litorale del Poetto, il mare si inoltrava nella parte settentrionale dello Stagno di Quartu e nella parte interna dello stagno di Molentargius (Bellarosa Maggiore). La fascia di Is Arenas, localizzata tra i due stagni è un antico cordone litorale costituito da ghiaie sabbiose medio grossolane e sabbie a stratificazione incrociata planare e basso angolo. Presso tale piana numerosi siti di cava, attualmente dismessi, permettono l osservazione di depositi costieri, che indicano una rapida sedimentazione legata alla trasgressione marina e alla rielaborazione di sedimenti provenienti dalle conoidi dei fiumi che sfociavano nel golfo di Cagliari. Le sezioni sono costituite da banchi di ghiaie sabbiose medio grossolane e sabbie a stratificazione incrociata che testimoniano i processi evolutivi della paleospiaggia, alternati a livelli costituiti esclusivamente da frammenti conchigliari. Lo spessore in affioramento è variabile tra 2 5 m, ma il suo spessore complessivo è di circa m. Tali depositi sono attribuiti al Versiliano secondo l interpretazione riportata nel nuovo foglio geologico al (557 Cagliari), mentre sono attribuiti all ultima fase del Tirreniano (Tirreniano II) dai sostenitori della teoria della Panchina Tirreniana. I depositi, caratterizzati da un grado di cementazione variabile, contengono una ricca associazione fossilifera. Il fondo dello stagno di Molentargius è costituito da argille limose grigio-verdastre con abbondante frazione organica e frammenti conchigliari di molluschi marini e lagunari, a testimonianza della continua interazione tra ambiente marino salmastro e fluviale. Le dislocazioni tettoniche sono a prevalente orientamento NW-SE; questa è la direzione secondo cui è avvenuto lo sprofondamento della fossa campidanese, e in effetti la zona in esame deve essere considerata, dal punto di vista tettonico, come parte dell'unità strutturale campidanese, costituita dal graben campidanese e dagli horst del Sulcis-Iglesiente e del Sarrabus-Gerrei.

9 EA03 Relazione geologica Pag. 9 di 11 Rev. 1 Più in particolare, l'area degli stagni può essere considerata come il settore più meridionale del graben campidanese delimitato dagli alti delle colline di Cagliari-S.Elia e dell'area Margine Rosso- S. Anastasia. Il litorale del Poetto risulta orientato in posizione di generale equilibrio con la traversia prevalente di scirocco. Privo di significativi apporti fluviali, presenta un trasporto litoraneo prevalentemente diretto verso est, confermato anche dalla morfologia della spiaggia, la cui ampiezza risultava, prima dei massicci interventi antropici, crescente progressivamente da ponente verso levante. La pendenza della spiaggia sommersa è maggiore nella fascia centrale, mentre si riduce alle estremità, soprattutto in quella orientale. 4. IDROLOGIA Il suolo cagliaritano si presenta costituito in prevalenza da terreni permeabili. Tale situazione non consente di ottenere uno scorrimento delle acque vadose circoscritto all'interno di un alveo definito e ben determinato. La forte crescita urbanistica ha portato negli anni all'occupazione dei terreni situati ben oltre i colli e alla connessione delle diverse entità urbane fino a formare un unico agglomerato da Elmas al Margine Rosso e oltre. Pertanto, la sostituzione dei terreni naturali con superfici pavimentate artificialmente ha fatto si che l'alveo esistente, se pure appena abbozzato, sia stato definitivamente sostituito dalle fognature. Non è quindi più possibile parlare in tali zone di idrografia superficiale, ma di incanalazione e intubazione delle acque meteoriche. All interno del bacino idrografico del comprensorio, di quasi 73 Km², sono presenti quattro rii (Saliu, Mortu, Selargius e Is Cungiaus) il cui regime idraulico è spiccatamente torrentizio con portate nulle o trascurabili per gran parte dell'anno e con piene brevi, talvolta di notevole entità, a seguito di precipitazioni intense. Il rio Saliu alimenta direttamente il canale di Terramaini, mentre i contributi dei tre corsi d'acqua, Mortu, Selargius e Is Cungiaus, affluiscono al Bellarosa Minore, che durante gli eventi di piena funge da bacino di laminazione scaricando le acque in due direzioni: tramite uno stramazzo nel Terramaini e tramite una soglia sfiorante nel canale di deflusso dello stagno del Bellarosa Minore, che dopo avere costeggiato il bordo meridionale del Bellarosa Maggiore, confluisce nel Terramaini all'altezza dell'incrocio di quest'ultimo con il Canale La Palma.

10 EA03 Relazione geologica Pag. 10 di 11 Rev IDROGEOLOGIA La struttura idrogeologica dell area urbana di Cagliari in cui si inserisce l area di progetto è costituita da un acquifero principale che interessa le litologie sabbioso-arenacee delle Arenarie di Pirri limitate a letto dalle litologie argilloso-limose delle Argille di Fangario. In corrispondenza di Is Arenas i depositi litoranei quaternari ospitano, per porosità primaria, un acquifero secondario costituito da sabbie e subordinatamente conglomerati costieri, con limi e argille palustri e alluvionali. I depositi quaternari, che costituiscono gli affioramenti visibili nell area di Is Arenas, sono costituiti da sedimenti alluvionali e costieri riconducibili sia alle dinamiche attuali che a quelle passate. Si tratta di depositi di piana e conoide alluvionale e cordone litorale in cui le relazioni laterali e la natura stessa sono complesse e oggetto di due principali interpretazioni che li attribuiscono all Olocene (Versiliano) o al Pleistocene (Tirreniano). La falda freatica presente è localmente sostenuta da livelli argillosi più o meno continui che provocano, in corrispondenza di cave per l estrazione di inerti ormai abbandonate, la formazione di piccoli laghetti a scarsa profondità. A causa della localizzazione costiera dell area metropolitana e dell attività di emungimento che ha provocato il richiamo di acque a elevata salinità, la falda freatica presenta un importante contenuto salino, in parte da collegare anche con la genesi dei depositi costituenti l acquifero. I terreni presenti nell area di Is Arenas-Sa Cora risultano di natura esclusivamente sedimentaria, e sono costituiti da successioni piuttosto variabili di sabbie più o meno ciottolose fino ad argillosolimose, caratterizzate da un grado di cementazione variabile. Si tratta di sabbie costiere, limi e argille palustri e subordinatamente di alluvioni e conglomerati. L acquifero è multifalda avendo al suo interno due falde sovrapposte, una falda freatica dolce sovrastante e una falda solo localmente confinata ipersalina. Non si conoscono purtroppo i rapporti tra le due falde, e gli eventuali collegamenti. Appare evidente però che la falda ipersalina si colloca nel settore occidentale di Is Arenas, mentre la falda freatica dolce si imposta nel settore orientale e si trova stratigraficamene alle quote maggiori. La falda presenta in generale scarsa produttività e risulta caratterizzata da un debole gradiente idraulico. L andamento è impostato da est/nord est verso sud/sud ovest nel comparto orientale e da nord ovest/sud est in quello più occidentale. Poiché le caratteristiche litologiche dell acquifero sono simili in tutta l area in esame, essendo impostato su sabbie a variabile grado di addensamento, la localizzazione degli assi di drenaggio preferenziali e delle aree di alimentazione è da porre in relazione con la permeabilità locale.

11 EA03 Relazione geologica Pag. 11 di 11 Rev. 1 Nell area di studio la falda freatica superficiale risulta impostata tra quote comprese tra 0,10 m e 1,43 m sul l.m.m..la temperatura media oscilla, nel periodo estivo, tra 21,5 C e 25,8 C e nel periodo invernale tra 16,4 C e 19,1 C. In generale è inversamente proporzionale alla soggiacenza e alla vicinanza con i corpi idrici maggiori.

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