I IL SISTEMA DELL ALTA FORMAZIONE ARTISTICA MUSICALE E COREUTICA

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1 I IL SISTEMA DELL ALTA FORMAZIONE ARTISTICA MUSICALE E COREUTICA (AFAM) 1 Le istituzioni di Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica (AFAM) includono le Accademie di Belle Arti (statali, legalmente riconosciute e autorizzate a rilasciare titoli con valore legale) e gli Istituti Superiori di Studi Musicali (statali, non statali e autorizzati a rilasciare titoli con valore legale), gli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche, l Accademia Nazionale di Danza e l Accademia Nazionale di Arte Drammatica. 1 Si tratta di un comparto che ha una tradizione secolare, in cui la presenza di studenti stranieri è rilevante, superiore alla media universitaria, riflesso del prestigio di cui la formazione artistica e musicale italiana gode nel mondo. Le istituzioni AFAM statali e legalmente riconosciute sono 137, in prevalenza Accademie, 43, e Istituti Superiori di Studi Musicali, 78. Sono frequentate da circa studenti, di cui circa il 45% nel settore delle belle arti, e il resto nel comparto musicale, in cui è però presente una cospicua quota di studenti che frequentano la scuola secondaria, circa Il settore delle Accademie ha conosciuto un fortissimo sviluppo: il numero degli studenti è praticamente raddoppiato in quindici anni, mantenendosi stabile nei settori tradizionali di decorazione, pittura, scultura e scenografia, e consolidandosi rapidamente nelle sei nuove scuole istituite in aree innovative come design, restauro, nove tecnologie, nuovi media, beni culturali. Un settore composito e frammentato, che la legge 508/99 ha collocato nell ambito dell istruzione terziaria, di pari livello universitario. Tuttavia, in assenza dei regolamenti attuativi, il settore è rimasto di fatto assai distante dal sistema universitario. La legge non sembra quindi essersi tradotta in un effettiva valorizzazione del settore, quanto piuttosto in un riconoscimento formale dei titoli, divenuti equipollenti a quelli rilasciati dalle università. L equipollenza dovrebbe però comportare, pur nel rispetto delle specificità dei comparti, la condivisione con il sistema universitario di un quadro regolamentare che ne garantisca la qualità dell offerta formativa. Ad esempio, analogamente a quanto è stabilito per le università dall art.1 comma 4 della legge 240/10, sarebbe necessario prevedere per il settore l adozione di standard per l accreditamento, mentre manca ancora una disciplina dei requisiti minimi per le strutture, per i docenti e per i curricoli 2. Il capitolo si articola in una prima sezione che offre un quadro di insieme del comparto e in sezioni dedicate al settore artistico e a quello musicale. 1. La stesura del presente capitolo si deve al Gruppo di lavoro Criteri di valutazione delle istituzioni del comparto AFAM (Emanuele Beschi, Ettore Borri, Giuseppe Carci, Paolo Damiani, Martina Corgnati, Giuseppe Gaeta, Dario Giugliano, Roberto Morese, Vanni Pasca, Mariella Perucca, Luisa Ribolzi, Paolo Troncon). Si ringrazia per la collaborazione la dott. Simonetta Sagramora dell Ufficio Statistico del MIUR. 2.La proposta di riforma del MIUR presentata nel novembre del 2013 e confermata dal DL 150 del 30 dicembre 2013 prevede la scomparsa della direzione delle AFAM, che confluisce nel sistema dell istruzione superiore. Questo ripropone una diversa lettura delle modalità di determinazione dei requisiti, dell accreditamento e della valutazione. 311

2 I Uno sguardo di insieme Non è questa la sede per un articolata storia delle istituzioni artistiche e musicali, ma sembra importante fare almeno un cenno al fatto che quello che la legge 21 dicembre 1999, n. 508 istituisce come sistema italiano dell alta formazione artistica e musicale affonda le sue radici molto indietro nella storia del nostro Paese. L Accademia in senso moderno nasce infatti nell Italia del Rinascimento, allorché le libere riunioni di umanisti e artisti cominciarono ad affermarsi (ricordiamo tra le più antiche Napoli, 1443, Firenze, 1459, Roma, 1460). Le Accademie di Belle Arti, esplicitamente dedicate alle arti figurative, sono anch esse assai antiche, a partire da quella delle arti e del disegno, istituita a Firenze nel 1563, che diede inizio alla graduale emancipazione degli artisti dalle corporazioni medievali. Altre ne sorsero a Perugia (1573), a Venezia, a Bologna (Accademia Clementina, 1709), a Milano (Accademia Ambrosiana, 1622, e Accademia di Brera, 1776), a Torino (Compagnia di S. Luca, 1652, poi trasformata in Accademia Albertina). Accanto alle istituzioni letterarie, scientifiche e artistiche, si svilupparono le accademie dedicate anche, se non esclusivamente, alla musica: tra le più antiche e celebri, quella degli Intronati a Siena (1460), l Accademia o Camerata fiorentina (1568), l Accademia di Santa Cecilia (1566) a Roma. Le Accademie musicali comprendevano tutti coloro che lavoravano nel settore musicale, e stabilivano il livello che i musici dovevano raggiungere per poter condurre la propria attività (certificavano cioè una sorta di assicurazione della qualità ante litteram). Grande sviluppo ebbero anche le accademie filarmoniche e quelle, come l Accademia dei Filodrammatici di Milano (1796),che si dedicarono a rappresentare tragedie e commedie. Le istituzioni dedicate prevalentemente all insegnamento della musica furono in origine istituti di beneficenza, sorti nel Seicento negli orfanatrofi, con lo scopo di avviare a un mestiere i ragazzi orfani, che venivano conservati al loro interno: di qui il nome di conservatori, trasformatisi poi in collegi finalizzati all insegnamento della musica. Il primo Conservatorio di tipo moderno fu quello di Parigi (1784), su modello del quale fu fondato il Conservatorio di musica di Milano (1808), seguito dal Cherubini di Firenze (1813), dal Santa Cecilia a Roma (1869), dal S. Pietro a Majella a Napoli. Accanto ai conservatori, gli enti locali promossero nel tempo la costituzione di istituti musicali pareggiati che hanno ordinamenti curriculari conformi, rilasciano titoli accademici aventi lo stesso valore legale, e sono confluiti con i conservatori nel 1999 sotto l unica dizione di Istituti Superiori di Studi Musicali. Negli anni trenta del Novecento, in derivazione di precedenti istituzioni che tentavano di dare autonomia e individualità alla danza e all arte drammatica, venne fondata nel 1936 da Silvio D Amico (che già aveva collaborato nel 1926 alla stesura dello Statuto della Regia Scuola di Recitazione Eleonora Duse di Roma, nata dall Accademia di Santa Cecilia) l Accademia Nazionale di Arte Drammatica che oggi porta il suo nome. Dall Accademia ebbe origine, nel 1940, l Accademia di Danza fondata da Jija Ruskaija, che divenne autonoma nel Gli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche o ISIA, hanno anch essi un origine relativamente recente: istituiti dal RD 3123/23 con finalità di raccolta e integrazione degli insegnamenti e delle esercitazioni relative alle tecniche e alle nozioni teoriche nelle arti necessarie al buon andamento e alle funzioni direttive in una industria artistica, solo negli anni settanta hanno ricevuto concreta attuazione con la costituzione, in via sperimentale, di quattro istituti a Faenza, Firenze, Roma e Urbino. Gli ISIA sono scuole di alta formazione, a numero chiuso, alle quali si accede con il diploma di maturità, che formano e qualificano designer progettisti per le imprese produttrici di beni e servizi. Infine, è di questi ultimi anni l affacciarsi di istituzioni private, in particolare nei settori dei nuovi linguaggi quali il design, la moda, la musica jazz. 312

3 I Riferimenti normativi Il sistema delle AFAM è regolato dalla legge 21 dicembre 1999, n. 508, che, per la prima volta dalla riforma Gentile del 1923, si propone di riorganizzare e sviluppare le istituzioni artistiche e musicali italiane. In essa si afferma che le Accademie Nazionali di Arte Drammatica e di Danza, le Accademie di Belle Arti, gli Istituti Superiori di Studi Musicali (conservatori ed ex pareggiati) e gli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche costituiscono un unico sistema, ispirato ai medesimi principi e ai medesimi criteri direttivi e finalizzato alla valorizzazione delle specificità culturali e tecniche dell alta formazione artistica e musicale e delle istituzioni del settore, nonché alla definizione di standard qualitativi riconosciuti in ambito internazionale. Esse sono sedi primarie di alta formazione, di specializzazione e di ricerca nel settore artistico e musicale che svolgono correlate attività di produzione, che rilasciano titoli accademici aventi valore legale, equipollenti alle lauree universitarie di primo e di secondo livello ai fini di un pubblico concorso, ma anche ai fini del riconoscimento dei crediti formativi da spendere nel proseguo degli studi indifferentemente in uno o nell altro dei due sistemi formativi terziari. Vediamo di seguito un elenco della produzione normativa che regola le AFAM, legata in gran parte all applicazione della legge di riforma. Legge 21 dicembre 1999, n Riforma delle Accademie di Belle Arti, dell Accademia Nazionale di Danza, dell Accademia Nazionale di Arte Drammatica, degli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche, dei Conservatori di musica e degli Istituti musicali pareggiati Legge 22 novembre 2002, n Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2002, n. 212, recante misure urgenti per la scuola, l università, la ricerca scientifica e tecnologica e l alta formazione artistica e musicale DPR 28 febbraio 2003, n Regolamento recante criteri per l autonomia statutaria, regolamentare e organizzativa delle istituzioni artistiche e musicali, a norma della legge 21 dicembre 1999, n. 508 DPR 8 luglio 2005, n Regolamento recante disciplina per la definizione degli ordinamenti didattici delle Istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica, a norma dell articolo 2 della legge 21 dicembre 1999, n. 508 DM 16 settembre 2005, n Regolamento recante la composizione, il funzionamento e le modalità di nomina e di elezione dei componenti il Consiglio nazionale per l alta formazione artistica e musicale DPR 31 ottobre 2006, n Regolamento recante disposizioni correttive ed integrative al DPR 28 febbraio 2003, n. 132, in materia di modalità di nomina dei presidenti delle Istituzioni artistiche e musicali DM 3 luglio 2009, n.89 - Settori artistico-disciplinari delle Accademie di Belle Arti DM 3 luglio 2009, n.90 - Settori artistico-disciplinari dei Conservatori di Musica DM 30 settembre 2009, n Ordinamenti didattici dei corsi di studio per il conseguimento del diploma accademico di primo livello nelle Accademie di Belle Arti DM 30 settembre 2009, n Ordinamenti didattici dei corsi di studio per il conseguimento del diploma accademico di primo livello nei Conservatori di Musica DM 30 settembre 2009, n settori artistico-disciplinari dell Accademia Nazionale di Danza DM 30 settembre 2009, n settori artistico-disciplinari dell Accademia Nazionale di Arte Drammatica DM 30 settembre 2009, n settori artistico-disciplinari degli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche DM 3 febbraio 2010, n.16 - Ordinamenti didattici dei corsi di studio per il conseguimento del diploma accademico di primo livello nell Accademia Nazionale di Danza DM 3 febbraio 2010, n.17 - Ordinamenti didattici dei corsi di studio per il conseguimento del diploma accademico di primo livello negli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche DM 25 giugno 2010, n Ordinamenti didattici dei corsi di studio per il conseguimento del diploma accademico di primo livello nell Accademia Nazionale di Danza: integrazione scuola di coreografia DM MIUR , n Regolamento concernente: «Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della formazione iniziale degli insegnanti della scuola dell infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo e secondo grado, ai sensi dell articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007, n. 244» 313

4 Decreto interministeriale 30 dicembre 2010, n Istituzione del corso di diploma accademico di secondo livello di durata quinquennale abilitante alla professione di restauratore di beni culturali DM 23 giugno 2011, n Restauro: definizione degli ordinamenti curriculari dei profili formativi professionalizzanti del corso di diploma accademico di durata quinquennale in restauro, abilitante alla professione di Restauratore di beni culturali Legge 24 dicembre 2012, n Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2013) DM 28 marzo 2013, n Definizione della corrispondenza dei titoli sperimentali triennali validati dal MIUR con i diplomi accademici di I livello degli Istituti Superiori per le Industrie Artistiche DM 28 marzo 2013, n Definizione della corrispondenza dei titoli sperimentali triennali validati dal MIUR con i diplomi accademici di I livello della Accademie Belle Arti e delle Accademie di Belle Arti legalmente riconosciute DM 28 marzo 2013, n Definizione della corrispondenza dei titoli sperimentali triennali validati dal MIUR con i diplomi accademici di I livello degli Istituti Superiori di Studi Musicali Decreto legge 12 settembre 2013, n. 104, convertito con legge 8 novembre 2013, n. 128 recante Misure urgenti in materia di istruzione, università e ricerca. La legge 508/99 è rimasta largamente inattuata a causa della mancata emanazione dei regolamenti previsti. Manca ancora la maggior parte dei regolamenti previsti dall art. 2, che dovrebbero assicurare al sistema gli strumenti necessari per garantire standard omogenei e la qualità nell insegnamento. In particolare non sono state emanate le norme relative al reclutamento del personale docente. Recentemente l articolo 19 della legge 128 dell 8 novembre 2013 (di conversione del DL 104 del 12 settembre 2013) specifica che, entro 180 giorni dalla data di pubblicazione della suddetta legge, deve essere emanato il decreto attuativo della legge 508/99 (art. 2 comma 7 lettera e) che disciplina le procedure di reclutamento del personale. La mancanza di un apposita disciplina del reclutamento genera una situazione di incertezza a discapito della continuità e qualità dell offerta formativa: nell urgenza dell individuazione di docenti attualmente si procede a livello locale, con graduatorie di istituto e commissioni che operano in base a criteri di reclutamento non omogenei. La situazione attuale non appare coerente con il riconoscimento della equipollenza dei titoli rilasciati dalle istituzioni AFAM con quelli rilasciati dalle università, dove il reclutamento del personale, tra le altre cose, è rigorosamente disciplinato dalla normativa di riferimento. 314

5 I I dati di insieme L Alta Formazione artistica musicale e coreutica (AFAM) è un composito universo la cui articolazione interna indurrebbe piuttosto a definirlo un multi verso. È infatti costituita da 137 istituzioni, così distribuite: 20 ABA Accademie di Belle Arti statali 23 ALR Accademie di Belle Arti legalmente riconosciute 1 ANAD Accademia Nazionale di Arte Drammatica 1 AND Accademia Nazionale di Danza 78 ISSM Istituti Superiori di Studi Musicali, di cui: 58 Conservatori (54 più 4 sezioni staccate) 20 Istituti musicali pareggiati (IMP) 4 ISIA Istituti Superiori per le Industrie Artistiche (ISIA) 10 Altre istituzioni accreditate Per quanto riguarda la popolazione studentesca (tabella , figura ), distribuita su un insieme di quasi corsi (che saranno descritti nel dettaglio all interno delle due sezioni belle arti e musicale, come pure la composizione del corpo docente), resta aperto il problema di definire la fascia accademica dell Alta Formazione, ossia i percorsi formativi che corrispondono ai livelli 6, 7 e 8 del Quadro dei Titoli dello Spazio europeo dell Istruzione Superiore (QF-EHEA), escludendo quindi la cosiddetta fascia pre-accademica, che corrisponde invece a livelli inferiori della classificazione UE. Sul totale degli iscritti, il comparto più consistente è quello musicale (62,4%), mentre le Accademie di Belle Arti comprendono il 34,8% degli iscritti e la restante quota, di circa il 3%, si distribuisce tra le altre istituzioni. 315

6 Tab. I Numero d istituti, corsi e iscritti per ripartizione geografica, regione e tipologia di istituzione AFAM CONS IMP Altri A.a. 2012/13 ABA ALR ISIA ANAD AND Totale Istituti REGIONE N. istituti corsi attivi iscritti N. istituti corsi attivi iscritti N. istituti corsi attivi iscritti N. istituti corsi attivi iscritti N. istituti corsi attivi iscritti N. istituti corsi attivi iscritti N. istituti corsi attivi iscritti N. istituti corsi attivi iscritti N. istituti corsi attivi iscritti NORD-OVEST Liguria Lombardia Piemonte Valle d Aosta NORD-EST Emilia Romagna Friuli Trentino Veneto CENTRO Lazio Marche Toscana Umbria SUD Abruzzo Basilicata Calabria Campania Molise Puglia ISOLE Sardegna Sicilia Totale

7 Fig. I Distribuzione degli iscritti per tipologia di istituzioni AFAM. Anno 2012/2013 ISIA 861 ANAD AND ALTRI IMP ABA CONS ALR I Le Accademie di Belle Arti e gli ISIA 3 I La popolazione studentesca e i corsi di studio Nel 2013 le 43 Accademie di Belle Arti includono complessivamente il 35,3% della popolazione studentesca dell intero sistema AFAM. Facendo riferimento alla sola fascia accademica e tenendo conto dei problemi di definizione del pre-accademico, le Accademie di Belle Arti Statali comprendono il 43% degli studenti; se si considerano anche le Accademie legalmente riconosciute la quota sale al 55,7%. Le Accademie hanno adottato per lo più regolamenti di autonomia e ordinamenti didattici analoghi a quelli delle università, all interno dei quali l intera offerta formativa risulta basata sull applicazione del modello ECTS - European Credit Transfer System. Negli anni precedenti la legge di riforma 508/1999 erano già stati attivati nelle Accademie di Belle Arti Statali numerosi percorsi sperimentali. Una seconda fase di sperimentazione è stata avviata tra il 2003 e il I corsi di secondo livello sono ancora oggi in attesa di essere ricondotti a ordinamento 4. A partire dal 2005, attraverso l adozione del DPR 2012, l offerta formativa delle Accademie di Belle Arti è stata riorganizzata in 10 Scuole, ricomprese in tre dipartimenti (tabella I.2.5.2). 3. Nel settore è presente anche l Accademia Nazionale di Arte Drammatica, con sede a Roma, che conta quattro corsi con 109 iscritti. 4.Si veda quanto stabilito dall art. 105 della legge 228 del 24 dicembre 2012 (legge di stabilità 2013), art. 105: Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge le istituzioni di cui all articolo 2, comma 1, della legge 21 dicembre 1999, n. 508 concludono la procedura di messa a ordinamento di tutti i corsi accademici di secondo livello. 317

8 Tab. I Offerta formativa delle Accademie Dipartimenti Arti visive Progettazione e arti applicate Comunicazione e didattica dell arte Scuole Pittura Scultura Decorazione Grafica Scenografia Restauro Progettazione Artistica per l impresa Nuove tecnologie per l arte Comunicazione e valorizzazione del patrimonio artistico contemporaneo Didattica dell arte (Fonte: MIUR - DM 123/2009) Di fatto, il Decreto ha affiancato sei nuove scuole alle quattro già esistenti, raggruppandole secondo un modello dipartimentale sulla base del criterio di affinità. All interno delle scuole, accostabili sul piano concettuale alle facoltà universitarie, sono ricompresi i corsi di diploma di primo e di secondo livello, nonché tutti i corsi a vario titolo attivati e ad esse afferenti, così come definito chiaramente dall articolo 5, commi 1 e 2 del DPR 212/05. Nel modello di organizzazione delle strutture didattiche delle Accademie di Belle Arti disegnato dalla norma del 2005, si è in parte anticipato il principio di recente stabilito per l area universitaria dalla legge 240/10 che trasferisce ai dipartimenti le competenze relative alla gestione e al coordinamento della didattica, con una chiara correlazione tra l organizzazione della didattica e quella della ricerca 5. La distribuzione tra i diversi dipartimenti dei circa studenti che risultano iscritti nelle Accademie statali è riportata alla tabella I Tab. I Iscritti alle accademie statali, per livello e dipartimento. A.A. 2012/2013 (valori assoluti e quote sul totale degi iscritti) Livello Iscritti Dipartimenti (quote) Arti visive Progettazione e arti applicate Didattica dell arte I ,4 46,9 3,7 II ,6 47,0 5,4 (Fonte: MIUR Ufficio di Statistica 2013) Circa studenti sono iscritti ai corsi di I livello delle quattro scuole afferenti al dipartimento di arti visive. Rapportate ai dati relativi agli iscritti nelle Accademie nell a.a. 1999/2000 (cfr. tabella I.2.5.4), le rilevazioni mostrano una relativa stabilità nella richiesta di formazione nell area di tradizionale appannaggio della Alta Formazione Artistica: nel 1999, infatti, gli iscritti all area delle Arti Visive erano 9.775, non calcolando la Scuola di Scenografia, oggi afferente al Dipartimento di Progettazione ed Arti Applicate. Tab. I Numero di studenti iscritti ai corsi istituzionali. A.A.1999/2000 Corso Decorazione Pittura Scenografia Scultura Totale Totale 5. I dipartimenti coordinano l attività didattica, di ricerca e di produzione e sono responsabili dell offerta formativa complessiva delle scuole in essi ricomprese. Le scuole hanno la responsabilità didattica dei corsi dei differenti livelli in esse attivati. All interno di ciascuna scuola, i corsi possono essere articolati anche in più indirizzi in relazione a specifici contenuti. 318

9 La crescita di immatricolazioni, che ha portato quasi a raddoppiare dal 1999 ad oggi il numero degli iscritti alle Accademie di Belle Arti, si è verificata nelle sei scuole di nuova attivazione, in aree strategiche come quelle del Design, del Restauro, delle Nuove tecnologie, dei Nuovi media, dei Beni culturali, dove la possibile sinergia con l area universitaria è maggiore, senza per questo intaccare lo zoccolo duro della formazione artistica, costituito dalle scuole storiche. Nelle Accademie statali, a fronte dei iscritti sono attivi 377 corsi di diploma tra primo e secondo livello, con una media di un corso ogni 59 allievi. Rapporto elevato, considerando la significativa quota di formazione a carattere laboratoriale. Le Accademie legalmente riconosciute sono passate da iscritti del 1999, inclusi i corsi sperimentali, agli attuali 6.586, con un 71,7% di iscritti ai corsi di primo livello del dipartimento di progettazione e arti applicate e di un 56,7% di iscritti ai corsi di secondo livello, ed elevatissimi indici di crescita delle immatricolazioni. Anche qui la componente tradizionale appare sostanzialmente stabile negli anni. La distribuzione geografica dell offerta formativa è diversificata. Nel Nord-ovest a un limitato numero di istituzioni statali di grande tradizione storica (Accademia di Brera a Milano e Accademia Albertina a Torino) si associa una significativa presenza di offerta non statale, con un numero di iscritti superiore a quello delle accademie statali; nel Nord-est la situazione si inverte con una netta prevalenza del numero di iscritti nelle Accademie statali; al Centro troviamo sei istituzioni statali a fronte di una limitata presenza di offerta formativa non statale; al Sud ci sono sette istituzioni statali con iscritti, di cui oltre la metà nella sola Accademia di Napoli, a fronte di una sola istituzione non statale; infine, è degno di nota il dato delle Isole con tre istituzioni statali (due in Sicilia e una in Sardegna) e iscritti e sette istituzioni non statali, tutte in Sicilia, aventi nel totale 187 iscritti (cfr. tabella I.2.5.5). Tab. I Iscritti alle ABA per status giuridico e ripartizione geografica. A.A. 2012/2013 Ripartizione ABA ABA l.r. Istituzioni Corsi Iscritti iscritti/corso Istituzioni Corsi Iscritti iscritti/corso Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole Totale I diplomati nelle Accademie di Belle Arti Statali sono stati nel 2012, di cui il 71% donne: la quota femminile è del 69,4% tra i diplomati del triennio e del 74,3% tra i diplomati del biennio, e questo potrebbe indicare non solo una maggiore presenza in assoluto nella popolazione delle accademie, ma anche una maggiore propensione a completare il ciclo con la laurea di secondo livello (tabella I.2.5.6). Tab. I Diplomati ABA secondo la tipologia di corso. A.S Vecchio Ordinamento (corsi istituzionali) Nuovo Ordinamento (triennio I livello) Nuovo Ordinamento (biennio sper. II livello) Diplomati nei corsi post diploma M F M F M F M F Totale Totale Anche negli ISIA la maggioranza degli iscritti è costituita da donne, il 57,6% su un totale di 861 contro il 42,4% degli uomini: dei 183 diplomati nel 2012, le donne costituiscono il 63,4%. 319

10 Tab. I Iscritti (a.a. 2012/13) e diplomati (a.s. 2012) negli ISIA secondo la tipologia di corso Vecchio Ordinamento triennio I livello Nuovo Ordinamento biennio sper. II livello corsi post diploma M F M F M F M F Iscritti Diplomati Totale I I docenti Nell anno accademico 2012/2013 l organico delle Accademie di Belle Arti statali era composto da unità di personale, di cui a tempo indeterminato e 324 a tempo determinato. A questi si aggiungono 826 contrattisti, ma il dato potrebbe essere sottostimato, in quanto la rilevazione è basata su dati dichiarati dalle singole istituzioni, che non sempre corrispondono ai bandi emanati per il reclutamento del personale a contratto, visionabili sui siti delle stesse istituzioni. Fig. I Docenti ABA per tipologia di contratto. A.A. 2012/2013 A contra5o 826 Tempo indeterminato 1049 Tempo determinato 324 Il personale di ruolo è articolato in due fasce contrattuali, prima fascia e seconda fascia, che svolgono in autonomia la propria attività didattica, salvo il necessario coordinamento realizzato a livello delle strutture didattiche (consigli di corso, consigli di scuola, consigli di dipartimento, consiglio accademico). I docenti sono 1.373, di cui 902 di prima fascia e 471 di seconda fascia. Tra i professori di prima fascia, 664 sono a tempo indeterminato (73,6%) e 238 a tempo determinato (26,4%). Tra quelli di seconda fascia, 385 sono a tempo indeterminato (81,7%) e 86 a tempo determinato (18,3%). 320

11 Tab. I Docenti di ruolo delle ABA statali per fascia e tipologia contrattuale. A.A. 2012/2013 Prima Fascia Seconda Fascia Totale Tempo indeterminato Tempo determinato Totale La crescita del numero di docenti a tempo determinato è dovuta all azione concomitante di due fattori: la collocazione del personale docente delle istituzioni AFAM in una posizione di ruolo a esaurimento (legge 508/99, art.2, comma 6) e la mancata emanazione del regolamento relativo al reclutamento del personale docente (art.7, comma 1, lettera e). Si è così passati dai 43 docenti a tempo determinato del 2003/04 ai 324 attuali (figura I.2.5.3). Fig. I Numero di docenti ABA a tempo determinato / / / / / / / / / /13 Già nel 2011 il 44,8% del personale delle istituzioni AFAM rientrava in una fascia di età compresa tra i 50 ed i 59 anni (tabella I.2.5.9) e circa il 10% aveva 60 anni e oltre. Negli ultimi dieci anni, il mancato rimpiazzo del personale di ruolo in uscita, a fronte di un aumento del personale a tempo determinato, ha comportato un marcato incremento dell incidenza di questa componente, con un trend di crescita molto rapido che in pochi anni potrebbe portarne la quota ad oltre il 50% del totale. 321

12 Tab. I Composizione degli occupati nelle istituzioni AFAM per età e genere. Anno 2011 (valori assoluti e percentuali) Età Genere Totale M F Totale M 0,8% 6,4% 35,8% 46,5% 10,5% 100% F 1,4% 8,6% 37,8% 42,3% 9,9% 100% (Fonte: ARAN) Analogamente a quanto avvenuto in passato nelle università, anche nelle Accademie di Belle Arti il sistema dei saperi è stato organizzato in settori artistico-scientifico disciplinari SASD, raggruppati per affinità in aree omogenee, in base ai contenuti delle relative declaratorie. Attualmente i settori disciplinari sono 76. La maggior parte dei SASD trova corrispondenza nei SSD dell università, e questo renderebbe possibile una semplificazione dei sistemi di abilitazione scientifica. I L alta formazione artistica e il livello terziario: qualche riflessione conclusiva Nel quadro complessivo delle istituzioni AFAM, l alta formazione artistica - Accademie di Belle Arti e Istituti Superiori per le Industrie Artistiche presenta alcune specificità, che esporremo sommariamente. Dal momento dell istituzione dei licei artistici e degli istituti d arte, incaricati della formazione artistica di tipo secondario 6, ABA e ISIA si indirizzano esclusivamente a una utenza provvista di diploma (che ha quindi raggiunto la maggiore età), che peraltro oggi può essere anche di tipo non artistico. Questo ha consentito alle accademie, già prima che intervenisse la legge di riforma 508/99, di adottare un modello di tipo universitario, quadriennale nel vecchio ordinamento, ripartito in trienni e bienni con quello nuovo (o, per il restauro, in un ciclo quinquennale); con i diplomi accademici, di primo e di secondo livello, equiparati, dall art. 6 legge 268/2002, e resi equipollenti dall articolo 1 comma 102 sgg. legge 228/2012, alle lauree universitarie; con corsi impartiti su semestri, con esami valutati in trentesimi e con la discussione di una tesi finale, per il conseguimento del titolo di diploma accademico. Questo impianto formale del sistema dell istruzione artistica secondaria e terziaria ha, di fatto, fornito un modello al sistema di formazione artistica europeo e poi mondiale, consolidando il principio che la funzione formativa di queste istituzioni è quella di una didattica di tipo terziario. Nonostante ciò, le Accademie di Belle Arti continuano a costituire, insieme all alta formazione musicale, un comparto a sé dell alta formazione, con regole di gestione (reclutamento del personale docente, gestione della macchina amministrativa ecc.) difformi rispetto a quelle vigenti in ambito universitario nei corsi di laurea e nei dipartimenti di tipo artistico ad essi equiparati quanto a titoli rilasciati e percorsi formativi (art. 6 comma 1 lettera b legge 268/2002),dando vita a un quadro istituzionale disomogeneo e incoerente. A tale proposito, vale la pena ricordare che i Tavoli tecnici, attivati per iniziativa della commissione mista CNAM/ CUN (Consiglio Nazionale dell Alta formazione Artistica, Musicale e Coreutica e Consiglio Universitario Nazionale), in riferimento alle aree di comune attività tra ABA e università -come il Restauro, il Design, le Arti Visive, le Discipline dello Spettacolo (Fotografia, Cinema, Televisione) e dei Nuovi Media - hanno più volte sottolineato, all interno delle proprie relazioni finali, l esigenza di realizzare azioni di raccordo tra università e ABA nella programmazione dell offerta formativa, arrivando ad auspicare, attraverso mozioni approvate all unanimità dai due 6. Il regio decreto 3123 del 31 dicembre del 1923 definiva le norme di base dell «Ordinamento dell istruzione artistica». Agli articoli (sezione del decreto che va sotto il titolo «Dei regi Licei artistici e delle regie Accademie di Belle Arti»), si stabilisce il principio secondo cui tra Liceo artistico e Accademia di Belle Arti ci sia una sostanziale continuità sul piano formativo, riconoscendo la funzione di formazione terziaria alle Accademie. L obiettivo del liceo artistico era quello di «preparare allo studio specializzato della pittura, scultura, decorazione, scenografia ed architettura» (art. 14) è opportuno qui ricordare che la Scuola di Architettura, in quegli anni, faceva parte delle Accademie di Belle Arti studio specializzato che era collocato, appunto, nelle Accademie. 322

13 organi tecnici, la massima sinergia tra tali soggetti, da realizzarsi attraverso la realizzazione di convenzioni o l attivazione di percorsi finalizzati al rilascio di titoli congiunti 7. Vi è, poi, una specificità che concerne non tanto le istituzioni, quanto gli studi di tipo artistico, che prevedono innegabilmente una componente laboratoriale o se si preferisce sperimentale, nel senso proprio di una ricerca che non può prescindere da una sua applicazione e che va oltre la fase di verifica di costruzioni ipotetiche di tipo teorico. Analogamente a quanto si potrà individuare negli statuti disciplinari di saperi e pratiche tecnico-scientifiche quali quelli dell architettura, della chimica o della fisica sperimentali, della medicina clinica, quanto si insegna in un Accademia di Belle Arti o in un Istituto Superiore per le Industrie Artistiche sarà sempre una forma di conoscenza, il cui lato pratico è inseparabile dal momento teorico. In terzo luogo, negli anni più recenti le Accademie di Belle Arti (gli ISIA sono a numero chiuso) hanno differenziato e moltiplicato la propria offerta, e contemporaneamente accresciuto il numero di studenti. Se nei primi decenni del secolo scorso gli iscritti erano poche centinaia di unità, e si poteva ancora pensare che le Accademie di Belle Arti avessero l unico scopo di «preparare all esercizio dell arte» (art. 21), oggi questa concezione appare anacronistica, tenuto conto che ogni anno il numero dei diplomati si aggira intorno alle unità. Da decenni, ormai, le Accademie di Belle Arti hanno come obiettivo quello di una formazione intorno all universo artistico, che comprende, oltre agli artisti propriamente detti, figure professionali come galleristi, curatori, restauratori, graphic designer, addetti alle pubbliche relazioni, funzionari e impiegati in musei, fondazioni d arte, guide, professionisti nel campo della grafica e dello spettacolo. Reciprocamente, si può ricordare che l attività artistica è per sua natura assolutamente libera e non ha bisogno di titoli di studio, come emerge dal fatto che molti affermati artisti non hanno mai frequentato un Accademia di Belle Arti. Per gli ISIA la prospettiva è ancora diversa. Le finalità del percorso formativo sono dichiaratamente orientate alla qualificazione di una figura professionale specifica e in rapido mutamento, quella del designer per le imprese. L accesso programmato si spiega proprio in considerazione del fatto che per un profilo così specifico è necessario tenere conto dell effettivo fabbisogno delle imprese, peraltro in un contesto di rapida evoluzione tecnologica e di crescente integrazione delle economie mondiali, che ad esempio spiega l uso diffuso di una terminologia internazionale basata sull inglese. I corsi di laurea in design, presenti nell università, nelle accademie e negli ISIA, sono l esempio più vistoso di quelle che possiamo definire lauree interistituzionali. Anche se parrebbe evidente che un offerta multipla ad opera di diverse tipologie di soggetto istituzionale ha una ragion d essere solo se le diverse istituzioni sviluppano competenze non sovrapponibili, finora manca quasi totalmente una esatta specificazione delle peculiarità dei diversi soggetti. Definizione del profili professionali, definizione delle competenze, raccordo con i professionisti dei diversi settori, riqualificazione e regolamentazione della docenza con una particolare considerazione del rapporto fra maestro e allievo, politiche di rete per lo sviluppo delle eccellenze e rigore nella valutazione della qualità dell offerta formativa, sono solo alcune delle linee di lavoro che si profilano per questo settore, che dovrebbe puntare alla valorizzazione delle specificità di un comparto in cui l Italia dispone di un chiaro vantaggio potenziale nel panorama internazionale. 7. Tra i vari regolamenti previsti dalla legge 508/99 e ancora mancanti va ricompreso quello previsto all art.2, comma 7, lettera d) per definire i possibili accorpamenti e fusioni, nonché le modalità di convenzionamento con istituzioni scolastiche e universitarie e con altri soggetti pubblici e privati, da emanarsi nel rispetto dei principi e dei criteri direttivi enunciati all art. 8 della legge, tra cui quello indicato alla lettera h), che parla di facoltà di convenzionamento, nei limiti delle risorse attribuite a ciascuna istituzione, con istituzioni universitarie per lo svolgimento di attività formative finalizzate al rilascio di titoli universitari da parte degli atenei e di diplomi accademici da parte delle istituzioni di cui all articolo 1; 323

14 I Il settore musicale I dati quantitativi relativi al settore musicale 8 sono molto complessi, per la compresenza di più ordinamenti: il vecchio ordinamento, progressivamente disattivato, ma che sopravvivrà fino al completamento del ciclo da parte degli studenti iscritti (attorno al 2020); il nuovo ordinamento, nei due livelli triennale e biennale; il ciclo pre-accademico (organizzato solo con ordinamenti interni). C è poi un piccolo numero di corsi post diploma (49) che comprendono prevalentemente i corsi di formazione dei docenti (43). Diamo di seguito (tabella I ) un quadro riassuntivo, prima di passare all esame delle singole voci. Tab. I Il settore musicale: dati riassuntiviriassuntivi. Anno 2012/ Studenti Stranieri Personale Tipologia di istituto di cui Iscritti Diplomati privatisti Iscritti Diplomati Docenti Amministr. (V.O.) Conservatori statali Conservatori non statali ex IMP Totale ISSM Tipologia di corso Studenti Stranieri Totale Statali Non statali Statali Non statali Vecchio ordinamento inf-med Vecchio ordinamento sup Preaccademico I Livello II livello Altri post diploma Totale di cui corsi N.O. fascia accademica Tipologia di istituto % totale Stranieri iscritti % Stranieri (solo accademici) % Iscritti ex IMP % Docenti ex IMP % Amm. ex IMP % Diplomati/ Iscritti (stima) Totale rapporto Docenti/ Amministr. Conservatori statali 5,0% 11,4% 9,3% 4,4 Conservatori non statali ex IMP 2,4% 5,6% 8,5% 5,7 Totale ISSM 4,7% 10,8% 13,8% 12,8% 10,2% 9,2% 4,6 I Gli studenti e i corsi Considerando l insieme degli studenti, senza distinguere tra istituzioni statali e non statali (tabella I ), otteniamo per l anno accademico 2012/13 un totale di studenti. Nel vecchio ordinamento (V.O.) distinguiamo tra fascia inferiore (comprendente gli iscritti ai periodi inferiore e medio) e quella superiore (comprendente gli iscritti al periodo superiore); nel nuovo ordinamento (N.O.) gli studenti appartengono ai corsi di diploma di primo e di secondo livello, più un piccolo numero (551) che appartengono a corsi di formazione dei docenti e corsi di specializzazione post diploma; rimangono, al di fuori dell ordinamento gli studenti che frequentano il cosiddetto pre-accademico, periodo di studi pertinente all autonomia delle singole istituzioni e che consente di prepararsi per l accesso al triennio (primo livello del N.O). 8. Nel settore è presente anche l Accademia Nazionale di Danza, con sede a Roma, che conta otto corsi con complessivi 450 iscritti. 9. Il dato sugli insegnamenti non è stato inserito perché presenta problemi di interpretazione e potrebbe non essere confrontabile tra i diversi istituti. 324

15 Tab. I Ripartizione degli studenti per tipologia di iscrizione. A.A. 2012/2013 Vecchio Ordinamento Accademico (Nuovo Ordinamento) Pre-accademico Totale Inferiore/medio superiore I livello II livello altri (42%) (28.6%) (29,4%) 100% Raggruppando i dati degli studenti del livello superiore (periodo superiore del V.O. e N.O.) e del livello precedente (pre-accademico e periodi inferiore e medio del V.O.) otteniamo i valori indicati alla tabella I : Tab. I Ripartizione degli studenti per livello di iscrizione. A.A. 2012/2013 Periodo superiore V.O. + N.O. Pre-accademico Totale % 60.4% 100% Fig. I Iscritti agli ISSM per tipologia. A.A. 2012/2013 (valori percentuali, stime) Nuovo ordinamento 29,4% Vecchio ordinamento 42% Pre- accademico 28,6% Gli iscritti al V.O. (ordinamento a esaurimento, a partire dal 2011) costituiscono ancora il 42% degli iscritti di cui oltre quindicimila nella fascia inferiore. Il rimanente 58% si ripartisce in 28,6% di pre-accademico e 29,4% di N.O. (tutto accademico). La figura I riporta la suddivisione attuale fra pre-accademico e accademico, in cui il rapporto è all incirca di 6 a 4. Sarebbe necessario il monitoraggio dei passaggi tra i livelli, così come delle iscrizioni al livello accademico che provengono dall esterno (licei musicali o altro) al fine di delineare le dimensioni a regime del sistema, e di definire quindi le dimensioni ottimali dell offerta sul territorio e le politiche di reclutamento. 325

16 Figura I Iscritti agli ISSM per livello. A.A. 2012/2013 (valori percentuali, stime) Periodo Sup. V.O. + N.O. 39,6% Periodo Inf. - Med. V.O. + Pre- accad. 60,4% Se la ricostruzione della distribuzione degli studenti per livello presenta alcune difficoltà, quella all interno dei corsi è ancor più problematica, data l eterogeneità degli ordinamenti vigenti. I dati dell Ufficio statistico del MIUR per il 2012/2013 riportano un totale di corsi per il pre-accademico, di cui circa la metà (1.234, 44,7%) avevano almeno un iscritto al primo anno; corsi accademici di primo livello, comprendenti sia i corsi triennali del N.O. che i corsi a esaurimento del V.O., di cui (40,4%) avevano almeno un iscritto al primo anno 10, e infine corsi di secondo livello, di cui 820 (70,2%) avevano almeno un iscritto al primo anno. La fascia accademica comprendeva nel triennio del N.O iscritti al primo anno su corsi, cioè circa 3,2 iscritti per corso. Al momento i dati disponibili e il modo in cui sono raccolti non consentono un monitoraggio sistematico del livello di frequenza ai diversi corsi, della distribuzione per corso, regione e istituzione degli studenti, e dei passaggi e mobilità degli studenti dal livello pre-accademico al livello accademico. Anche in questo caso sarebbe pertanto necessario rivedere e potenziare il sistema informativo anche il fine di migliorare le possibilità di governo del sistema AFAM. Sulla base delle informazioni disponibili si possono tuttavia fornire alcune indicazioni di massima sulla distribuzione territoriale di istituzioni, corsi e studenti. La distribuzione territoriale delle istituzioni e degli studenti (tab. I ) vede una presenza forte nel Nord-est e nel Sud, che contano entrambi 21 ISSM, circa un quarto del totale: i corsi attivi sono però proporzionalmente un po più numerosi nel Sud (28,6%), e soprattutto gli studenti sono molto più numerosi (il 35,5% del totale contro il 22,4% del Nord-est). Abbiamo quindi due aree, le Isole e il Centro, che possiamo considerare equilibrate in 10. L indicazione degli iscritti al primo anno è finalizzata ad indicare corsi che hanno studenti in anni successivi al primo, e quindi non sono inattivi, tanto che il primo anno verrà normalmente aperto in presenza di iscrizioni. Sono ovviamente tutti del N.O., perché il vecchio è stato disattivato. 326

17 quanto le percentuali di corsi, istituzioni e studenti sono molto simili; le due zone del Nord in cui gli studenti sono proporzionalmente meno sia delle istituzioni che dei corsi, che vanno quindi considerati sottoutilizzati, e il Sud in cui la quota degli studenti indica un maggiore affollamento dei corsi e delle istituzioni. Queste considerazioni di larga massima andrebbero declinate tenendo conto della grande distinzione fra V.O., pre-accademico e N.O. I dati regionali riportati alla tabella I consentono un confronto nella distribuzione regionale per i vari tipi di AFAM. Tab. I Numero di istituzioni, corsi e studenti per ripartizione geografica. Anno 2012/2013 (valori assoluti e percentuali) Ripartizione geografica N. di istituti N. di corsi N. di iscritti Quota di istituti Quota di corsi Quota di iscritti Nord-ovest ,5 18,7 15,1 Nord-est ,9 26,8 22,4 Centro ,4 15,8 14,9 Sud ,9 28,6 35,5 Isole ,3 10,1 12,2 Totale ,0 100,0 100,0 I I docenti Se la raccolta dei dati relativi agli iscritti alle istituzioni musicali presenta alcune criticità, quella relativa alla docenza risulta di difficile interpretazione. A fronte di una pluralità di figure che effettivamente operano nel comparto, docenti in organico (di prima e seconda fascia, a tempo indeterminato e determinato), docenti a contratto e docenti ex art. 273 (cfr. il testo unico d.lgs 297/1994: sono i docenti dipendenti di orchestre), il dato che emerge dalla rilevazione sugli insegnanti non fornisce il quadro esatto della forza docenti effettivamente a disposizione, o utilizzata, dalle singole istituzioni per far fronte a tutte le esigenze didattiche, anche perché non è noto il numero e il tipo di insegnamenti su cui ciascun docente viene utilizzato. Riportiamo di seguito alcuni dati sintetici che riguardano l entità dell organico e la copertura garantita dai contratti esterni: i docenti sono circa (tabella I e figura I.2.5.6). Tab. I Corpo docente degli ISSM. A.A. 2012/2013 Tipo di istituto Organico Coperti Vacanti Totale Contratti esterni Statali Non statali Totale Totale Per quanto riguarda il rapporto fra allievi e docenti in organico (pari a 8 per ogni docente), i dati medi sono poco significativi, stante la distinzione tra insegnamenti a carattere teorico e pratico che presentano esigenze didattiche affatto diverse: è immediatamente evidente che altro è il rapporto funzionale fra un docente di storia della musica, o arte scenica, e quello fra il docente di uno strumento o di composizione e i suoi studenti, in cui la lezione ideale si svolge individualmente one to one. 327

18 La sistemazione del comparto con la legge di riforma del 1999 non si è accompagnata fino ad oggi a una ridefinizione coerente della qualificazione e dei sistemi di reclutamento della docenza. In particolare il sistema rimane ancorato a logiche tipiche della scuola secondaria superiore, senza aver definito i criteri di selezione dei docenti che insegnano nel terzo livello degli studi 11. Presumibilmente i corsi di livello terziario dovrebbero almeno in parte ricalcare le modalità di reclutamento adottate in ambito universitario, ad esempio tramite una procedura di selezione a due stadi (prima nazionale e poi interna alle singole istituzioni) assicurando la corrispondenza tra il profilo professionale dei candidati (curriculum e esperienza didattica) e le esigenze del singolo conservatorio. Per i docenti della fascia superiore sarebbe necessario inoltre prevedere il possesso di una documentata attività di ricerca e di produzione artistica: il docente musicista dovrebbe mantenere il rapporto con la propria attività attestandola anche in rapporto ai campi di studio caratteristici dell istituzione ove è chiamato a operare. È evidente che la presenza di musicisti di livello buono o eccellente fra i docenti costituisce un elemento di qualità per gli ISSM. Sono poi presenti, anche se non ovunque, figure professionali che affiancano i docenti musicisti, come, ad esempio, gli assistenti (co-repetitor responsabili delle manutenzione dell attrezzatura); il personale per l assistenza agli studenti in settori come l applicazione dell elettronica alla musica, la computer music, le attrezzature foniche e le sale di regia, i laboratori di musica antica, di accordatura; quello per l assistenza alle sessioni di musica da camera e di insiemi orchestrali (ispettore d orchestra, archivista, ecc.). Per l individuazione e la formazione di tali figure bisognerebbe prevedere appositi corsi, anche solo triennali, che forniscano le competenze e le conoscenze necessarie. Tutto ciò richiederebbe una revisione e un aggiornamento dei settori disciplinari e, conseguentemente, degli ordinamenti didattici. I Problemi e prospettive Come già indicato nelle premesse, il settore della formazione musicale presenta alcune criticità dovute prevalentemente alle difficoltà di applicazione della legge 508/99, dal momento che il legislatore non ha (ancora) regolamentato la distinzione tra formazione pre-accademica e formazione di terzo livello. Si è resa immediatamente operante quest ultima, riconoscendo giustamente in tal modo dignità accademica ai corsi superiori musicali di strumento/ canto e di composizione e direzione d orchestra, ma rimandando ad una ipotetica attivazione della formazione musicale e coreutica di base nell ambito dell istruzione primaria e secondaria la possibilità di svolgere tale formazione al di fuori dei Conservatori e dell Accademia di Danza 12. Per queste istituzioni, tale duplice destinazione e il non adeguamento giuridico della docenza, ancora legata alle logiche mutuate dall istruzione secondaria, hanno di fatto prodotto una situazione problematica non facile da dirimere. A ciò va aggiunto che le varie disposizioni seguite alla legge di riforma hanno di fatto introdotto profondi cambiamenti nella missione dei Conservatori e nei nuovi corsi di studio, lasciando però inalterate sia le strutture (organici dei docenti e degli amministrativi) sia le risorse economiche (che anzi sono diminuite nel corso degli anni). La scarsità di risorse è stata aggravata dall incertezza normativa. Per rendere possibile lo sviluppo del sistema sarebbero necessari una revisione e un aggiornamento dei settori disciplinari e delle declaratorie, nonché degli ordinamenti didattici, muovendo verso una sistemazione complessiva e coerente del comparto musicale, e affrontando alcuni nodi problematici che di seguito si elencano quali spunti di riflessione. L importanza dei dottorati di ricerca è ormai affermata a livello europeo e mondiale, mentre in Italia stenta ad affermarsi l idea che l indagine interpretativa non possa prescindere dalla competenza filologica e dall intuizione creativa. Non è sufficientemente sviluppata inoltre la riflessione sulla ricerca nelle istitu- 11. Resta ovviamente da definire, salvaguardandone i diritti acquisiti, la collocazione dei docenti nel livello secondario: un docente che insegna nel livello superiore non potrebbe, in uniformità con il sistema universitario, insegnare in un ordine di scuola inferiore. Dunque la questione dei pre-accademici da un lato e della docenza al livello superiore diventa un problema da affrontare quanto prima. 12. Cfr. comma 4 art.12 del DPR 212/05 nel quale si affida al Ministro, sentito il CNAM, di definire linee guida per convenzioni con scuole medie e scuole di secondaria superiore. 328

19 zioni di alta formazione artistica e musicale e sul suo legame con la produzione artistica. Sarebbe necessario definire caso per caso l opportunità di un organizzazione del ciclo di studi terziario su due livelli o piuttosto su un livello unico, a seconda delle specificità didattiche del singolo corso. Si dovrebbe valutare l opportunità di muovere da corsi di primo livello in cui si permetta allo studente di familiarizzare con i vari strumenti di una stessa famiglia e secondo stili diversi (dal barocco al jazz), a corsi di secondo livello in cui si predilige la specializzazione in uno strumento e stile. Occorre valutare la spendibilità dei titoli triennali, stante il valore legale del titolo di studio e l obbligo ai fini lavorativi della laurea magistrale o del diploma di secondo livello. Il riordino degli ordinamenti didattici e, a monte, dei settori disciplinari, potrebbe rimodulare i piani degli studi secondo orientamenti inizialmente più generalistici e via via sempre più specializzanti. Andrebbe definito in linea di massima un livello di competenze in accesso e in uscita dal triennio (previsto dall art. 7, commi 1 e 2 del DPR 212/05), coordinati con quelli del biennio e con gli obbiettivi dell eventuale dottorato. Contestualmente andrebbe analizzata e offerta, attraverso il sistema dei crediti all interno degli ordinamenti didattici, la possibilità di condurre gli studi musicali contemplando la presenza di più discipline di carattere fondante/musicale (es. Pianoforte e Composizione). La definizione del percorso di formazione pre-accademica va affrontata con urgenza, nel rispetto del nuovo sistema delle autonomie, ridefinendo le abilità, le competenze e le conoscenze acquisibili nei periodi precedenti il triennio. Si dovrebbe così garantire allo studente la possibilità di maturare le proprie inclinazioni e le proprie competenze, raggiungendo il livello di accesso al triennio a prescindere dallo stretto legame con l età anagrafica, a sua volta legata alla specializzazione 13. Si potrebbe far tesoro delle esperienze su questo tema maturate in molti Conservatori superiori europei (pre-college, Junior Department). Per quanto riguarda gli obiettivi formativi, sarebbe necessario uno sforzo di rielaborazione, che porti a un superamento del vecchio ordinamento, prevedendo preferibilmente due percorsi compatibili, ma indipendenti, tra materie teoriche e materie pratiche soprattutto nel pre-accademico. A partire dal triennio andrebbe assicurato un congruo numero di ore da dedicare all esecuzione musicale (solistica e in gruppo), all interpretazione e alla conoscenza della composizione musicale. Una volta determinato a grandi linee l intero percorso, potranno essere definiti i rapporti con il sistema universitario, la dinamica dell attività artistica e di docenza intra ed extra moenia, i curricoli parziali finalizzati all acquisizione delle sole abilità, la possibilità di concludere convenzioni con enti di produzione artistica (e dunque anche tra il MIUR e il MIBAC). Infine la corrispondenza dei piani di studio e dei programmi con le esigenze lavorative e con le esperienze dei musicisti attivi professionalmente andrebbe rivista periodicamente. A questo scopo è fondamentale il continuo confronto con i nuovi linguaggi, con le molteplici opportunità che si aprono per i musicisti con l applicazione di innovazioni tecnologiche nell ambito dello spettacolo. In tale proficuo confronto può essere elaborata anche la corrispondente innovazione nell ambito dell insegnamento. 13. Ad esempio, lo studio degli strumenti ad arco può iniziare in giovane età, anche a cinque anni, mentre lo studio del canto nel registro di basso, non può prescindere da una conformazione fisica che si raggiunge mediamente non prima dei 22 anni. 329

20 I Linee di sviluppo del sistema AFAM L inserimento a tutti gli effetti del sistema AFAM all interno del comparto dell istruzione superiore costituisce un importante occasione per il rilancio e la valorizzazione di un offerta formativa che è un punto di forza anche sul piano internazionale. Restano tuttavia da sciogliere molti nodi, in larga misura indicati a conclusione delle sezioni dedicate ai due comparti. Qui di seguito si riportano alcuni spunti di riflessione oggetto dei lavori del gruppo di lavoro Criteri di valutazione delle istituzioni del comparto AFAM costituito dall ANVUR: Il sistema AFAM soffre dell incertezza e confusione normativa derivante dalla mancanza del Regolamento attuativo della legge 508/1999. La sua emanazione appare urgente per la definizione degli standard qualitativi delle istituzioni e dei corsi e dei requisiti della docenza, anche per porre fine ai fenomeni di precariato, all utilizzo improprio dei docenti, e per consentire una valorizzazione più sistematica dei talenti tenuti ai margini del comparto perché in possesso di titoli solo artistici. La definizioni di tali standard qualitativi è precondizione per promuovere adeguatamente un livello terziario di qualità ed escludere quelle istituzioni o quei corsi che non possiedono i requisiti per l appartenenza al sistema dell alta formazione. Data l equipollenza dei titoli, una volta promulgato il regolamento, in base a quanto previsto dalla normativa e tenendo conto delle specificità delle due anime dell AFAM (musica e arti visive), un sistema coerente richiederebbe inoltre l avvio di un sistema di accreditamento e valutazione esterna, in analogia con quanto già previsto per le università, che affianchi l autovalutazione, oggi affidata ai nuclei 14. Il sistema AFAM dovrebbe dotarsi di un sistema informativo affidabile e completo, analogo a quello oggi disponibile per le università, e di cui si sta progettando la realizzazione, che consenta la definizione di politiche educative che siano al tempo stesso realistiche e promotrici di sviluppo. Una riflessione ampia dovrebbe aprirsi sull adeguatezza dell offerta formativa e definire degli obiettivi realistici che consentano di valorizzare al meglio le risorse investite nel settore, evitando una loro eccessiva dispersione. Al contempo occorrerebbe ridurre gli elementi di incoerenza oggi presenti. Ad esempio fanno parte del sistema dell istruzione superiore corsi di laurea realizzati nelle università, nelle AFAM e anche altrove (restauro, design ecc.), che non presentano significativi aspetti di differenziazione nei contenuti, che sono legalmente riconosciuti come equipollenti, ma che sono offerti da soggetti che operano con procedure e criteri di reclutamento dei docenti affatto diversi e che sono sottoposti al rispetto di standard qualitativi e a procedure di valutazione del tutto eterogenee. Un problema specifico dei conservatori è quello della compresenza nella stessa istituzione di varie tipologie di utenza (dai bambini agli adulti) a cui si rivolge la didattica musicale, mentre l accesso al livello accademico prevede il possesso di un diploma. In altri paesi, si distingue tra Conservatori e scuole di musica, molto numerose e capillarmente presenti sul territorio, e i Conservatori superiori/accademie/dipartimenti universitari che erogano titoli di livello universitario, molto meno numerosi ma adeguatamente finanziati e attrezzati. Sul disallineamento fra formazione strettamente musicale e formazione generale non è possibile esprimersi in questa sede, ma certamente il problema andrebbe affrontato e risolto nell ottica di una valorizzazione del settore artistico-musicale e dell opportunità di allargare lo studio di strumenti musicali a settori sempre più ampi di popolazione. Ha carattere di urgenza anche una riflessione la più ampia possibile sul livello post laurea, sulla ricerca e sulla produzione artistica, a partire ancora una volta dalla valorizzazione delle eccellenze. Se è dato per scontato che un ateneo, per essere tale, deve fare ricerca, per le AFAM è di fondamentale importanza (elemento che la distingue positivamente dall università) la produzione artistica correlata alla didattica, come previsto dalla legge 508/99, non solo in ambito teorico ma anche performativo. L importanza della ricerca per un istituzione AFAM dovrebbe essere affermata a tutti i livelli, come tratto caratterizzante 14. Nel mese di giugno 2013 ANVUR ha realizzato un censimento dei nuclei di valutazione esistenti, invitando tutte le istituzioni presenti nella banca dati CINECA (133 istituzioni più cinque sedi staccate) a compilare una scheda in cui veniva chiesto di indicare se il nucleo esisteva, in che anno era stato costituito e quando scadeva, per avere un quadro complessivo degli interlocutori con cui ci era chiesto di interagire. Hanno risposto 129 istituzioni, di cui 118 avevano il nucleo e nove indicavano che era in corso di istituzione. 98 hanno inserito il link al rapporto di valutazione del nucleo e 53 hanno inserito il CV del presidente. I risultati sono reperibili all indirizzo valutazione/afam/documenti 330

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