PARERE LEGALE IN MERITO ALL EMERSIONE DEL LAVORO IRREGOLARE AI SENSI DELLA L. 18 OTTOBRE 2001, N. 383
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- Veronica Martino
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1 PARERE LEGALE IN MERITO ALL EMERSIONE DEL LAVORO IRREGOLARE AI SENSI DELLA L. 18 OTTOBRE 2001, N. 383 Giova preliminarmente osservare che nel corso dell accertamento ispettivo del.sono state prese in considerazione non soltanto le dichiarazioni rese dai lavoratori agli Ispettori, ma anche la documentazione di lavoro esibita dalla ditta, con riferimento al periodo che va dal al. Le omissioni contributive contestate dagli Ispettori riguardano non soltanto il personale in servizio all epoca dell ispezione e del quale sono state acquisite le relative dichiarazioni- ma anche i dipendenti non più in forza presso l azienda e per i quali sono emerse discordanze tra quanto registrato sui libri di legge e quanto effettivamente versato dalla ditta a titolo di contribuzione. Sono pertanto state riscontrate violazioni ed omissioni per un totale di n. dipendenti, così come si evince dal verbale d ispezione, al quale si rinvia. Concluse delle attività ispettive, la ditta opponente, in data, provvedeva a presentare all Agenzia delle Entrate una dichiarazione di emersione dei lavoratori ai sensi della L. 18 ottobre 2001, n Ai sensi dell art. 1 della L. 383/2001 gli imprenditori che hanno fatto ricorso a lavoro irregolare, non adempiendo in tutto o in parte agli obblighi previsti dalla normativa vigente in materia fiscale e previdenziale, possono farlo emergere, tramite apposita dichiarazione di emersione, da presentare entro il 30 novembre 2002, con indicazione, oltre al numero e alle generalità dei lavoratori emersi, del relativo costo del lavoro in misura non inferiore a quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro di riferimento. E altresì consentito regolarizzare, oltre ai dipendenti in nero, anche i lavoratori regolarmente assunti e denunciati 1
2 ma per i quali non sia stata pienamente rispettata la normativa fiscale e contributiva (cd. lavoratori in grigio ). Sono condizioni di regolarità della denuncia di lavoratori in grigio: a. l emersione di lavoro il cui costo non sia inferiore a quanto previsto dai contratti collettivi nazionali di lavoro di riferimento (art. 1 l.383/2001); b. la dichiarazione di lavoratori regolarmente assunti e denunciati (vedasi, in particolare, la circolare Inps n. 49 del 13/03/2002, paragrafo , allegata da controparte). Nessuna delle due condizioni risulta essere stata osservata nella dichiarazione di emersione presentata dalla ditta il... Ed infatti il costo del lavoro denunciato non risulta comprensivo del maggior imponibile derivante dalle ore di lavoro straordinario accertate dagli Ispettori nonché dall irregolare inquadramento di alcuni lavoratori, così come già ampiamente illustrato nelle premesse in fatto. Non appare rispettata neppure la seconda delle condizioni previste dalla legge giacchè i lavoratori per i quali si chiede la regolarizzazione contributiva non risultano a suo tempo essere stati regolarmente assunti e denunciati. Come si evince chiaramente da un raffronto con il verbale di accertamento, nella denuncia di emersione figurano lavoratori non regolarmente inquadrati nel profilo professionale di appartenenza (si veda, tra i tanti, la posizione della lavoratrice XXXX, di XXX, XXXX, XXX e molti altri) ovvero il cui rapporto di lavoro part time risultava essere invece, per le concrete modalità di svolgimento, a tempo pieno (tra gli altri, XXXXXXX). La dichiarazione di emersione del è pertanto radicalmente nulla e non può produrre effetto alcuno, 2
3 stante la palese difformità della denuncia rispetto alle condizioni previste dalla legge. Con la presentazione della domanda di emersione la ditta avrebbe inteso sviluppare, per i periodi precedenti a quello in cui è stata presentata la dichiarazione stessa, un concordato previdenziale, così come è pure previsto dalla normativa esaminata. Ed infatti, ai sensi del comma 3 dell art. 1 della legge citata, i datori di lavoro che lo richiedono espressamente, possono far valere la medesima dichiarazione come proposta di concordato tributario e previdenziale ai fini della definizione degli anni pregressi. Il comma 3 dell art. 1 della legge citata per l appunto prevede che per gli imprenditori, su specifica richiesta, la dichiarazione di emersione vale anche come proposta di concordato tributario e previdenziale, se presentata prima dell'inizio di eventuali accessi, ispezioni e verifiche o della notifica dell'avviso di accertamento o di rettifica. A chiarimento, la circolare dell Agenzia delle Entrate n. 17/E/2002, paragrafo 3.3, intitolato definizione degli anni pregressi per i datori di lavoro, prevede che la dichiarazione di emersione deve essere presentata prima della notifica di un avviso di accertamento o di rettifica, nonché prima dell inizio di un attività istruttoria finalizzata al controllo della posizione fiscale e contributiva, ossia prima che siano iniziati accessi, ispezioni e verifiche o altre attività di accertamento tributario e contributivo di cui il contribuente abbia avuto formale conoscenza. L Istituto chiarisce che il legislatore, nel menzionare l avviso di accertamento o di rettifica, non fa certamente riferimento agli accertamenti ispettivi degli Enti Previdenziali, così come erroneamente ritenuto dalla società XXX, bensì agli avvisi e alle rettifiche di 3
4 carattere tributario e fiscale; tanto più è vero che, in primo luogo, gli Enti Previdenziali non emettono avvisi di accertamento in occasione di visite ispettive, né tantomeno notificano rettifiche, in secondo luogo perché delle ispezioni di carattere contributivo la circolare dice più diffusamente e dettagliatamente in seguito, nel prosieguo della frase, facendo espressamente divieto alle ditte di inoltrare proposte di concordato previdenziale ad operazioni ispettive già avviate. Anche a voler ammettere la tesi opposta, si fa notare come il menzionato comma 3 dell art. 1, con riferimento ai periodi di emersione, stabilisce: per ciascuno degli stessi periodi, sul presupposto della sussistenza dei requisiti di legge, il concordato produce effetti preclusivi automatici degli accertamenti fiscali relativi all'attività di impresa e previdenziali, fino a concorrenza del triplo del costo del lavoro irregolare utilizzato. Come già detto però, nel caso di specie, la domanda di concordato non rispetta affatto i requisiti di legge, né con riferimento al costo del lavoro denunciato, né tantomeno avuto riguardo alla regolarità dell assunzione dei lavoratori. Da ultimo, non va trascurata la circostanza che il verbale ispettivo oltre a contestare un imponibile contributivo di gran lunga superiore al tentativo di concordato (e senza dubbio superiore al triplo del costo del lavoro denunciato con la prima domanda), opera altresì un recupero dei contributi non versati per i lavoratori non più in forza presso l azienda alla data dell ispezione; prova ne è che, mentre la proposta di concordato intende regolarizzare n lavoratori, cioè quelli ancora dipendenti al momento della domanda, il verbale ispettivo mira a regolarizzare ben XXX dipendenti. 4
5 Il verbale ispettivo del è quindi pienamente valido ed efficace a va confermato in ogni sua parte. Luogo e data Avv. 5
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