Consiglio regionale Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
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- Antonella Valsecchi
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1 Consiglio regionale Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia IX LEGISLATURA - ATTI CONSILIARI - PROGETTI DI LEGGE E RELAZIONI PROPOSTA DI LEGGE N. 122 Presentata dai Consiglieri Violino, Follegot, Franz, Guerra <<Disposizioni urgenti per attività di smaltimento connesse con il recupero di salamoie generate nel distretto alimentare di San Daniele>> Presentata il 11 marzo PDL (smaltimento salamoie San Daniele).doc
2 Signor Presidente, signori Consiglieri, la presente proposta di legge ha come obiettivo favorire il recupero del cloruro di sodio (il comune sale da cucina) da parte degli stabilimenti del distretto alimentare di San Daniele del Friuli. Ogni prosciutto viene trattato esclusivamente con sale marino (un chilogrammo per ogni prosciutto stagionato), ma nell ottica dell espansione attualmente in atto dell attività dei prosciuttifici, è corretto assicurare uno sviluppo sostenibile e puntare per quanto possibile al riutilizzo delle risorse impiegate ed alla valorizzazione dei rifiuti prodotti. A vantaggio dell ambiente e dell economia, con un progetto - simulazione finanziato dalla Provincia di Udine dai fondi Ecotassa, il sale utilizzato viene reimpiegato in un ciclo continuo fino ad esaurimento, recuperandone il più possibile anziché avviarlo direttamente allo smaltimento. S intende così impedire la dispersione del cloruro di sodio nelle acque e garantire alle attività produttive del distretto alimentare di San Daniele del Friuli uno smaltimento corretto ma con spese ragionevoli di scarichi non contaminati da sostanze pericolose o da prodotti chimici non biodegradabili. Le salamoie di scarto contengono esclusivamente sale, grassi animali e proteine (tracce di sangue), per cui risultano in tutto e per tutto assimilabili alle acque reflue domestiche, da cui la presente iniziativa. Nel richiamare l importanza di questa proposta di legge per la salvaguardia dell ambiente e per lo sviluppo economico di un settore produttivo tra i più importanti della Regione, si auspica che la discussione in Commissione e successivamente in Aula avvenga in tempi rapidi e, soprattutto, con la convergenza ed il contributo di tutte le forze politiche rappresentate in Consiglio regionale. VIOLINO FOLLEGOT FRANZ GUERRA I
3 - 1 - Art. 1 (Modifiche all art. 18 della Legge Regionale 13/2002) 1. Al comma 26 dell art. 18 della legge regionale 15/05/2002, N. 13 è aggiunta la seguente lettera: <<d) gli scarichi di attività industriali di produzione di generi alimentari che utilizzano come conservante esclusivamente cloruro di sodio, aventi portata inferiore a 50 mc/d e non contaminati da sostanze pericolose o da prodotti chimici impiegati come agenti disinfettanti, sanificanti, coloranti, edulcoranti, sgrassanti o detergenti.>> 2. All art. 18 della legge regionale 15/05/2002, N. 13 è aggiunto il seguente comma: <<26 bis. Gli scarichi di cui al comma precedente, qualora non recapitanti in fognatura, possono rientrare nella disciplina prevista dall art. 36, terzo comma, del decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152.>>
4 - 2 - TESTO NOTIZIALE Legge regionale 15/05/2002, N. 13 «Disposizioni collegate alla legge finanziaria 2002» - articolo 18, comma 26. D.Lgs n. 152 «Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole.» - articolo 36, comma 3.
5 - 3 - LEGGE REGIONALE 15/05/2002, N. 013 Disposizioni collegate alla legge finanziaria Art. 18 (Disposizioni in materia di gestione faunistico-venatoria, di pesca nelle acque interne, di ambiente, di protezione civile e di parchi) 25. In applicazione dell articolo 28, comma 7, lettera e), del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, e successive modificazioni, ai fini della disciplina degli scarichi e delle autorizzazioni, sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue scaricate da edifici o installazioni in cui si svolgono attivita commerciali o di produzione di beni aventi caratteristiche qualitative e quantitative equivalenti alle acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi, in quanto derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attivita di tipo domestico e purche separate dagli altri reflui. 26. Ai fini di cui al comma 25, sono assimilati alle acque reflue domestiche, in particolare: a) gli scarichi degli edifici nell ambito di un insediamento commerciale o di produzione di beni, destinati a servizi igienico-sanitari, a mense e ad abitazioni delle maestranze, dotati di propri scarichi terminali; b) gli scarichi di alberghi, camping, bar, agriturismi e ristoranti, limitatamente ai servizi di ristorazione, pernottamento e lavanderia interna; c) gli scarichi di attivita commerciali di vendita al minuto di generi alimentari e di cura della persona.
6 - 4 - D.Lgs n. 152 Disposizioni sulla tutela delle acque dall'inquinamento e recepimento della direttiva 91/271/CEE concernente il trattamento delle acque reflue urbane e della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dall'inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole. 36. Trattamento di rifiuti presso impianti di trattamento delle acque reflue urbane. 1. Salvo quanto previsto ai commi 2 e 3 è vietato l'utilizzo degli impianti di trattamento di acque reflue urbane per lo smaltimento di rifiuti. 2. In deroga al comma 1, l'autorità competente ai sensi del decreto legislativo del 5 febbraio 1997, n. 22, in relazione a particolari esigenze e nei limiti della capacità residua di trattamento può autorizzare il gestore del servizio idrico integrato a smaltire nell'impianto di trattamento di acque reflue urbane rifiuti liquidi limitatamente alle tipologie compatibili con il processo di depurazione. 3. Il gestore del servizio idrico integrato, previa comunicazione all'autorità competente ai sensi dell'articolo 45, è, comunque, autorizzato ad accettare in impianti con caratteristiche e capacità depurative adeguate che rispettino i valori limite di cui all'articolo 28, commi 1 e 2, e purché provenienti dal medesimo ambito ottimale di cui alla legge 5 gennaio 1994, n. 36: a) rifiuti costituiti da acque reflue che rispettino i valori limite stabiliti per lo scarico in fognatura; b) rifiuti costituiti dal materiale proveniente dalla manutenzione ordinaria di sistemi di trattamento di acque reflue domestiche previsti ai sensi del comma 4 dell'articolo 27;
7 - 5 - c) materiali derivanti dalla manutenzione ordinaria della rete fognaria nonché quelli derivanti da altri impianti di trattamento delle acque reflue urbane, nei quali l'ulteriore trattamento dei medesimi risulti tecnicamente o economicamente irrealizzabile. 4. L'attività di cui ai commi 2 e 3 può essere consentita purché non sia compromesso il riutilizzo delle acque reflue e dei fanghi. 5. Nella comunicazione prevista al comma 3 il gestore del servizio idrico integrato deve indicare la capacità residua dell'impianto e le caratteristiche e quantità dei rifiuti che intende trattare. L'autorità competente può indicare quantità diverse o vietare il trattamento di specifiche categorie di rifiuti. L'autorità competente provvede altresì all'iscrizione in appositi elenchi dei gestori di impianti di trattamento che hanno effettuato la comunicazione di cui al comma Allo smaltimento dei rifiuti di cui al comma 3, si applica la tariffa prevista per il servizio di depurazione di cui all'articolo 14 della legge 5 gennaio 1994, n Il produttore dei rifiuti di cui al comma 2 e 3 ed il trasportatore dei rifiuti sono tenuti al rispetto della normativa in materia di rifiuti prevista dal decreto legislativo del 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modifiche ed integrazioni, fatta eccezione per il produttore dei rifiuti di cui al comma 3, lettera b), che è tenuto al rispetto dei soli obblighi di cui all'articolo 10 del medesimo decreto. Il gestore del servizio idrico integrato che, ai sensi dei precedenti commi 3 e 5, tratta rifiuti è soggetto ai soli obblighi di cui all'articolo 12 del decreto legislativo del 5 febbraio 1997, n. 22
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