I CORPORA VOCALI COME PATRIMONIO CULTURALE ARCHIVIAZIONE, CONSERVAZIONE E RESTAURO DI MATERIALE SONORO CALABRESE

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1 I CORPORA VOCALI COME PATRIMONIO CULTURALE ARCHIVIAZIONE, CONSERVAZIONE E RESTAURO DI MATERIALE SONORO CALABRESE Luciano Romito, Rosita Lio Laboratorio di Fonetica, Università della Calabria luciano.romito@unical.it, lio.rosita@libero.it 1. SOMMARIO Lo sviluppo della cosiddetta linguistica dei corpora 1, lo sviluppo della fonetica acustica, così come delle recenti ricerche sulla gestione e sul restauro di corpora vocali 2, hanno spinto alcuni studiosi ad impegnarsi in un progetto che preveda il monitoraggio e la raccolta di materiale sonoro di varia tipologia in tutto il territorio nazionale, nella consapevolezza che la voce rappresenti a tutti gli effetti un bene culturale da tutelare e, se necessario, da restaurare con le opportune tecnologie 3. Nel corso degli ultimi cinquant anni, diversi centri di ricerca italiani hanno raccolto una cospicua messe di materiali sonori che documentano l uso della lingua da parte di parlanti diversi per provenienza geografica, per età, per livello di cultura, per classe sociale. Una parte di questo materiale è stata raccolta con precisi scopi di analisi linguistiche (attraverso lettura di liste di parole, coppie minime, frasi cornice, interviste e parlato spontaneo); in altri casi, vari materiali sonori sono stati registrati a scopo di indagini sociologiche, storiche, antropologiche, etnolinguistiche, ecc. Molto spesso, le varietà dialettali di grande rilevanza scientifica presenti in questi documenti costituiscono la testimonianza viva di un uso ormai scomparso. Tali raccolte sono tuttavia di non facile accesso per la comunità scientifica e generalmente vengono conservate su supporti obsoleti: la consultazione per scopi di ricerca può dunque risultare estremamente difficile e, fatto ancor più importante, può mettere a rischio la stessa conservazione dei materiali, la cui unicità li rende preziosi e irripetibili. Scopo principale di questo lavoro è proprio quello di prendere in considerazione la necessità di riversare su nuovi supporti, di tipo digitale, questo prezioso giacimento, creando una base dati facilmente consultabile secondo procedure unitarie stabilite e concordate dalla comunità degli studiosi. Sarà possibile creare in questo modo un archivio centralizzato, mediante una piattaforma di facile uso, in cui i punti di raccolta e di localizzazione di tutti i materiali sonori siano indicati su una mappa virtuale visibile su web, con la possibilità di cliccare su un punto qualsiasi, vedere l elenco dei materiali immagazzinati e ascoltare la corrispondente realizzazione sonora. Utilità principale di questo lavoro sarà quella di creare e organizzare in maniera organica un vasto corpus per indagini di tipo linguistico-dialettologico che abbia per oggetto principale alcuni fenomeni fonologici presenti nei dialetti calabresi. In quest ottica si potranno svolgere delle ricerche sperimentali anche in chiave diacronica (osservando, per esempio, lo stesso fenomeno linguistico in registrazioni avvenute in periodi anche molto lontani tra loro). Analizzare con moderne strumentazioni materiali sonori che risalgono a un passato non troppo vicino consentirà di osservare e quantificare i cambiamenti che sono avvenuti nei dialetti e nelle varietà d italiano. 2. LE FASI DEL LAVORO 2.1 Raccolta del materiale (Fase 1) Come già detto, nel nostro territorio esistono giacimenti di beni vocali ancora inesplorati e quindi bisognosi di essere salvati da una sicura estinzione. Si tratta di autenticare miniere di informazioni su varietà dialettali, usi popolari e tradizioni della nostra regione. La prima fase del progetto è proprio quella del reperimento di questo materiale. Le fonti sono varie e continueranno ad essere incrementate nel corso del tempo. Il materiale proviene da singoli privati, basti pensare alle interviste effettuate per le cattedre di storia delle tradizioni popolari, dialettologia, etnolinguistica, antropologia, fonetica, sociolinguistica ma anche ai singoli appassionati. E ancora da Istituzioni come i Comuni, le Scuole, le Province, l Università, Associazioni Culturali e Fondazioni 4. 1 Settore della linguistica che si occupa della raccolta, della costituzione e dell analisi di ampie banche dati vocali. 2 Cfr. Calas & Fontaine 1998; de Incontrera 2002; De Dominicis, Mori, Stefani De Dominicis, Una buona parte del materiale, fino a questo momento archiviato, proviene dalla cattedra di Antropologia Culturale dell Università della Calabria e ci è stato fornito gentilmente dal Prof. Vito Teti. Si tratta di circa quaranta audiocassette e un centinaio di bobine di varie dimensioni contenenti preziosissimo materiale sonoro raccolto personalmente dal Prof. Teti in buona parte della Calabria a partire dagli anni 70. I supporti magnetici, in alcuni casi mal conservati e quindi visibilmente provati dal tempo, contengono interviste, canti religiosi, racconti popolari, ecc. e rappresentano testimonianza di usi e tradizioni calabresi di grande rilevanza storica e culturale. Un altra parte importante del materiale sonoro ci è stata fornita dal Prof. Trumper e dal Prof. Falcone e comprende una ventina di 399

2 Il materiale da recuperare interessa diversi ambiti: 1. interviste per studi scientifici sul linguaggio (dialettologia, etnolinguistica, fonetica, sociolinguistica); 2. interviste composte da brani letti, racconti, parole in frase cornice e liste di parole per analisi fonetiche; 3. poesie, proverbi e filastrocche; 4. medicina popolare (qualità di un erba o di un infuso); 5. ricette (dolci legati alle festività di piatti caratteristici del paese o della zona ecc ); 6. giochi infantili; 7. canzoni (serenate, ninie, ninna nanne, tamburiate, ecc ); 8. tradizioni popolari; 9. studi di antropologia; 10. studi di etnologia; 11. studi di etnolinguistica. I tipi riguardano sia i dialetti della regione Calabria sia le minoranze linguistiche come quelle arbërëshe, grecaniche e provenzali. È chiaro che la voce costituisce un oggetto altamente immateriale e quindi la sua conservazione s identifica in gran parte con la conservazione e il restauro dei supporti fisici sui quali essa è memorizzata. Questo lavoro è già svolto da tecnici specializzati come gli ingegneri del suono. Tuttavia, le competenze applicative e tecnologiche da sole non bastano ad assicurare la conservazione culturale del bene e semmai riguardano la mera salvaguardia materiale. La conservazione di un edificio storico o di un manufatto architettonico con valore artistico sarà effettuato diversamente se ad operare è un mastro di cantiere oppure un restauratore con competenze archeologiche e storico-artistiche: nel primo caso l edificio sarà semplicemente risanato, nel secondo restaurato 5. Allo stesso modo, occorre una riflessione culturale sull oggetto vocale sottoposto a conservazione e restauro. 2.2 Analisi del materiale (Fase 2a) Una volta raccolto, il materiale sonoro verrà sottoposto ad una serie di passaggi importanti. Il primo è quello dell analisi del supporto su cui esso è conservato. Per supporto s intende quel dispositivo fisico che contiene immagazzinate le informazioni sonore ed è strettamente legato al tipo di macchina che stiamo utilizzando: ad esempio il supporto per un giradischi è un disco in vinile, per un registratore magnetico è un nastro magnetico, per un file salvato in un computer è una certa parte del suo hard disk, ecc. In questo primo momento è necessario effettuare delle prime valutazioni che dipendono essenzialmente dal tipo di supporto che si trova nelle nostre mani. Esistono due tipi di strumenti di registrazione: supporti analogici e supporti digitali 6. I supporti analogici sono: 1. i dischi in vinile; 2. le bobine magnetiche (di varie dimensioni); 3. le audiocassette; 4. le microcassette; 5. le cassette DAT (cassetta audio digitale); 6. la cassetta VHS. I supporti digitali sono: 1. i minidisk (MD); 2. il CD; 3. il DVD; 4. le cassette DAT-DDS. Essendo i supporti digitali dispositivi di nuova generazione e quindi di creazione molto recente, i supporti che maggiormente raccolgono materiali sonori di grande importanza storica e culturale sono proprio quelli analogici. Quest ultimi, infatti, risalgono a periodi storici più lontani e, proprio a causa della loro composizione fisica, risultano molto soggetti al deterioramento. La conseguenza è che sono proprio quelli che necessitano di interventi di recupero immediati. audiocassette riguardanti le interviste linguistiche e dialettologiche effettuate in buona parte dei paesi della Calabria a partire dagli anni 70 e testimonianza di fenomeni linguistici tipici dei dialetti calabresi. 5 De Dominicis, Un supporto analogico è caratterizzato da un segnale i cui valori utili che lo rappresentano sono continui (infiniti) in un intervallo e non numerabili; digitale è ciò che è rappresentato con i numeri (numerico) e che lavora con un numero finito di elementi. 400

3 Anche se il supporto di registrazione si presenta in ottime condizioni è necessario tenere conto che il passare del tempo e la frequenza con cui viene utilizzato ne comporteranno sicuramente un deterioramento. Il deposito di sostanze esterne, come ad esempio la polvere, nonché il degrado fisico e chimico del supporto, influiscono in diversi modi sulla riproduzione del suo contenuto: perdite di segnale e distorsioni lineari e non lineari ne sono solo alcuni esempi. Ci riserviamo di trattare questo argomento nel paragrafo successivo. 2.3 Il restauro (fase 2b) La fase del restauro è caratterizzata da due momenti essenziali. Il restauro può, infatti, avvenire sia sul supporto che sulla registrazione. E importante tenere conto del degrado che il supporto ha riportato nel corso degli anni e quali sono le cause del deterioramento del supporto stesso. Avere una chiara visione del danno permette di scegliere al meglio gli interventi più appropriati per cercare di restaurare il suo contenuto. Il restauro della registrazione viene effettuato solo sui files danneggiati previa una approfondita analisi acustica. Il danneggiamento può riguardare la presenza di rumori costanti, la presenza di rumori istantanei o impulsivi, una diversa velocità di riproduzione ecc. Si ricorda comunque che il restauro avviene solo su una copia della copia. Una di questa, infatti, per essere anche filologicamente simile all originale non verrà in alcun modo alterata. Attraverso la procedura del restauro si cerca di ricostituire, nella maniera più precisa possibile, il suono della registrazione originale. In tal caso, ogni elaborazione viene applicata con lo scopo di ottenere una copia esatta, generalmente digitale, del segnale conservato analogicamente sul supporto originale. In questa situazione non si può parlare di vero e proprio restauro o ripristino, ma piuttosto di trasferimento dal supporto analogico a quello digitale (Digital Remastering - DR). Di conseguenza, tutti i rumori, i sibili, i fruscii, i crackle, i ronzii presenti sul supporto analogico originale, saranno udibili anche nel nuovo supporto digitale. Una seconda linea di pensiero è quella per cui, mediante il DAR, si deve cercare di rimanere il più possibile aderenti alle esecuzioni originali piuttosto che alla registrazione vera e propria. L obiettivo è quello di eliminare il suono corrispondente alla vecchia registrazione e di ricostituire l esecuzione originale. Per far questo si rende necessaria l applicazione di alcune procedure per la pulizia di tutti i rumori sovrapposti all esecuzione originale, indotti sul supporto, dall uso e da vari agenti esterni. Le cause del deterioramento delle registrazioni audio possono avere influenza locale sul segnale, come polvere o graffi, che danno origine prevalentemente a rumori di tipo impulsivo quali sibili, fruscii, crackle, ronzii, o influenza globale, come ad esempio il rumore bianco, le variazioni dell altezza dei suoni o le distorsioni. In questo scenario diviene sempre più importante individuare nuove e più raffinate tecniche per il restauro audio digitale 7. Esistono oggi diverse tecniche di elaborazione 8 applicate sul segnale audio al fine di migliorarne le caratteristiche. Ognuna delle quali viene applicata in base a quelli che sono i problemi che la registrazione presenta in relazione alle cause esterne o interne che li ha provocati. Concludendo la nostra archiviazione conterrà una copia filologicamente aderente all originale, comprensiva di rumori e alterazioni dovute sia al tempo che allo strumento di registrazione (non di riproduzione) e una copia restaurata molto più aderente all originale durante la sua produzione. Una copia filologicamente corretta necessita di uno studio non solo sul documento stesso ma anche di un indagine storico-critica sul contesto tecnologico in cui il documento è stato creato. La copia conservativa da noi creata, è stata effettuata con strumentazione professionale all avanguardia, compatibile con il formato dell originale in modo da non introdurre nel segnale alcuna distorsione o rumore aggiuntivo, e nel contempo in modo da non eliminare nulla di ciò che è presente nella registrazione originale compreso il rumore o la distorsione. La stessa copia è stata corredata di tutte le informazioni necessarie per la sua esatta riproduzione nonché di tutti i metadati raccolti nell indagine e nell analisi. 2.4 Archiviazione supporto (Fase 3) In questa terza fase, il supporto materiale, viene sottoposto ad una prima analisi esterna. Tutte le informazioni raccolte dovranno essere inserite all interno di schede appositamente organizzate per la catalogazione. Tali schede contengono campi obbligatori, necessari nella fase di ricerca del materiale sonoro che più ci interessa, e campi facoltativi. La scheda relativa al supporto contiene, quindi, informazioni che ne permetteranno l identificazione in un momento successivo: il numero di matricola e la marca del dispositivo materiale in nostro possesso, lo strumento che ne ha favorito l acquisizione, la data di registrazione del supporto stesso e, infine, l Ente o la persona depositario/a. Una parte fondamentale della scheda riguarda le informazioni sulla tipologia del supporto materiale. Una prima informazione riguarderà la natura del materiale sonoro: sarà necessario definire se si tratta di una copia o di un originale. Il riversamento del materiale sonoro dovrebbe avvenire solo se ci si trova in possesso di un originale in 7 Cosi P. (2001), Il restauro digitale del segnale audio, in: Atti del Convegno Internazionale, Tuscia (Viterbo) 6-7 aprile (AGC - Automatic Gain Control), (AC Amplitude Compression), Eliminazione dei click (DeClick), Eliminazione di rumore a banda larga (DeHiss), Eliminazione di disturbi armonici (DeHum), Eliminazione dei disturbi con filtraggio complesso (Complex-Filtering), Restauro fonetico (Phonetic Enhancement). 401

4 quanto una sua copia potrebbe essere stata oggetto di manipolazioni a noi sconosciute e quindi, di conseguenza, non fornire informazioni corrette sul bene da archiviare. Non dobbiamo dimenticare che una copia fatta da un supporto digitale non subisce alcuna modifica; al contrario, una copia effettuata da un supporto analogico può subire delle perdite di informazioni abbastanza rilevanti 9. Nel caso in cui non si disponga dell originale, ma solo di copie apparentemente identiche di quest ultimo, allora il riversamento interesserà il contenuto di quella copia che presenta il migliore stato di conservazione. Nella sezione tecnica della scheda informativa saranno inserite le caratteristiche del supporto da analizzare: analogico o digitale. Nel primo caso, la scheda contiene tutti i campi relativi alle caratteristiche proprie di ogni tipo di supporto analogico: velocità di registrazione 10 e tipo di nastro 11. Nel caso di audiocassette e microcassette: velocità di registrazione, tipo di nastro, spessore del nastro 12 e numero di tracce 13. Nel caso di bobine magnetiche verrà analizzato e segnalato anche lo stato di conservazione dei supporti 14 e, dopo un primo ascolto, verrà anche definito lo stato della registrazione [ ] un supporto può anche essere duplicato, in questo caso la copia riproduce esattamente le caratteristiche acustiche degli strumenti utilizzati. Nella fase di duplicazione di un qualsiasi supporto, sia esso analogico o digitale, grande importanza rivestono sia le attrezzature tecniche che le modalità adottate per eseguire l operazione. Da questo punto di vista, per alcuni versi il più importante ma anche il più difficile da trattare, è quello dell unicità della registrazione e la sua originalità. Oggi la registrazione audio digitale è sempre più frequente e lo stesso concetto di originalità nell ambito del numerico diventa di difficile definizione. La copia digitale di un file digitale ha caratteristiche identiche, in termini acustici e di qualità del segnale, e se non esistono degli adeguati sistemi di protezione come i watermarking per esempio non è assolutamente possibile distinguere la copia dall originale. Spesso, infatti, ci si trova a lavorare su un supporto la cui origine rimane ignota, ed è difficile, senza l apporto di verbali o di indicazioni riguardo le caratteristiche della strumentazione utilizzata in fase di registrazione, stabilire se si tratti di un originale o di un duplicato [ ], Romito, Standard/Short Play, Long Play, Double Play, Tripla Play. 11 Normale, cromo, metallo. 12 Cinquanta, trentacinque, venticinque e diciotto micron. 13 Due o quattro tracce. 14 Ottimo, buono, mediocre, scarso. 15 Saturato/distorto, rumoroso, frammentato, normale. 402

5 Figura 1: Scheda archiviazione supporto. 403

6 2.5 Digitalizzazione e acquisizione (Fase 4) Una volte acquisite le informazioni necessarie, si passa alla fase successiva di digitalizzazione e acquisizione del materiale sonoro. Il supporto magnetico in nostro possesso, contenente informazioni sonore di grande rilevanza culturale e scientifica, deve essere copiato in un nuovo formato che permetta di conservare intatte le sue informazioni. Il primo passaggio è, quindi, quello della digitalizzazione, un processo di conversione che ne determina il passaggio dal campo dei valori continui a quello dei valori discreti e che viene oggi comunemente stigmatizzato in termini di un passaggio dall'analogico al digitale 16. Un disco in vinile su cui è registrata una musica rappresenta un esempio di riproduzione analogica di un suono; la stessa musica riprodotta tramite la scheda audio di un computer ne rappresenta il formato digitale. Il segnale sonoro contenuto sul supporto analogico sarà riversato sulla memoria ROM di un computer attraverso l utilizzo di una scheda audio professionale e quindi adeguata 17. Il processo di conversione di un segnale analogico avviene tramite due fasi di discretizzazione: 1. il campionamento, discretizzazione temporale; 2. la quantizzazione, discretizzazione dei livelli. Il risultato viene codificato e trasformato in forma numerica attraverso due circuiti: Convertitore Analogico verso Digitale (ADC) e Convertitore Digitale verso Analogico (DAC). Con il campionamento si considerano i valori che il segnale assume in istanti di tempo prefissati abbastanza ravvicinati tra loro. Più il segnale varia rapidamente, più i valori noti devono essere vicini tra loro, così che tra un campione e l altro non possano verificarsi variazioni imprevedibili. La distanza tra due successivi valori noti del segnale è chiamata passo o periodo di campionamento e i valori assunti dal segnale in ogni passo vengono chiamati campioni del segnale. Il valore del periodo o del passo viene scelto in base al Teorema del Campionamento (o di Shannon). Il numero di campioni nell unità di tempo deve essere almeno pari al doppio della frequenza massima del segnale che si vuol produrre; il numero di campioni è detto frequenza di campionamento. Se il teorema non viene rispettato, il segnale analogico non potrà essere ricostruito perfettamente e verranno aggiunte delle componenti indesiderate 18. Una volta campionato il segnale non può ancora essere ricostruito. Fare ciò richiederebbe una memoria infinita. Normalmente non percepiamo tutti i valori assunti ma possiamo accontentarci di valori approssimati, che si avvicinano al valore reale. Questa limitazione del numero delle differenze rilevate viene definita quantizzazione. Il livello di quantizzazione corrisponde ad un numero binario, il bit 19. Un normale CD ha una frequenza di campionamento di Hz (il segnale musicale arriva a circa Hz) e una quantizzazione a 16 bit cioè 2 elevato Questa è fase è molto importante in quanto richiede precise scelte tecniche che dovranno permettere di effettuare una copia il più simile possibile all originale e contemporaneamente una facile fruizione e consultazione della grande mole di dati acquisiti. È stato necessario definire un protocollo operativo per permettere di creare copie digitali filologicamente corrette ed utili e facilmente fruibili in futuro per la trasmissione dell'informazione. 2.6 Archiviazione file e catalogazione (Fase 5) La fase successiva è quella dell archiviazione e catalogazione in cui il materiale sonoro salvato viene descritto in base al suo contenuto. Tutte le informazioni raccolte dall analisi del materiale sonoro vengono inserite in una scheda relativa al file sonoro. Anche tale scheda, come quella inerente al supporto, contiene campi da riempire obbligatoriamente per i motivi sopra esposti. La scheda contiene informazioni che ne permetteranno l identificazione sotto il profilo del contenuto: numero ID, data di registrazione, nome e cognome dell intervistatore, luogo dove è avvenuta la registrazione, comune, provincia, iniziali della persona intervistata, sesso, età, professione e scolarizzazione. Sono presenti anche campi relativi alla varietà linguistica: italiano regionale, dialetto, mistilingue, minoranza linguistica (Arbërëshe, Grecanica, Valdese), e campi relativi alla categoria della registrazione: canto (d amore, di sdegno, di questua, religioso, di lavoro, satirico, Canti infantili, Filastrocche, ecc.). Inoltre i campi riguardano anche la scelta stilistica della registrazione: lettura di coppie minime, di lista di parole, di lista di frasi, di brani oppure parlato a seguito di intervista guidata finalizzata alla 16 cfr Una scheda audio è una scheda di espansione che può acquisire in input o restituire in output suoni sotto il controllo di un software. Una scheda audio tipica include un chip sonoro solitamente equipaggiato con un convertitore digitaleanalogico che converte onde sonore registrate o generate in digitale in segnale analogico. Questo segnale è indirizzato a un connettore al quale può essere connesso un amplificatore o un'apparecchiatura simile. 18 Questo fenomeno vene detto Aliasing. 19 Binary digit. 20 Quindi valori di ampiezza diversi. 404

7 registrazione di liste di parole o coppie minime, intervista domanda --- risposta (con presenza della voce dell intervistatore), parlato spontaneo o semispontaneo (assenza o limitata presenza della voce dell intervistatore). È anche presente un campo relativo alle parole chiave utilizzabili nel motore di ricerca: fiaba, proverbio, racconto, ricetta, medicina popolare, frasi idiomatiche, giochi fanciulleschi ecc. Il nome da dare al file.wav archiviato viene assegnato automaticamente, e contiene, al suo interno, informazioni utili per l archiviazione 21. Figura 2: Scheda archiviazione file. 21 Esempio: il nome file CZ001DV0001.wav indica il file della provincia di Catanzaro (CZ), Comune di Albi (001), dialetto (D), voce parlata (V), primo file (0001). 405

8 Figura 1: Scheda nome file. 3. IL DATABASE PER L ARCHIVIAZIONE DEL MATERIALE SONORO 3.1 Le relazioni interne Tutte le fasi e i passaggi finora presentati costituiscono la base necessaria per la creazione e schematizzazione 22 di un DATABASE, attraverso diagrammi di flusso, che ha come scopo principale l archiviazione e la consultazione di tutto il materiale sonoro fino ad oggi reperito. Il DATABASE prevede, infatti, oltre alla archiviazione anche una funzione di ricerca e consultazione sia per punto di osservazione che per categoria. Come già detto precedentemente, l obiettivo è quello di creare un archivio centralizzato, e una piattaforma di facile uso, in cui i punti di raccolta e di localizzazione di tutti i materiali sonori siano indicati su una mappa virtuale visibile su web, con la possibilità di interrogare un punto qualsiasi, consultare l elenco dei materiali immagazzinati, e ascoltarne una piccola porzione ed eventualmente richiedere il materiale sonoro di maggiore interesse (ovviamente la porzione di segnale proposta sul web sarà in formato compresso Mp3 o successivi, inadeguati per scopi di ricerca). Si è già illustrato di quanto materiale sonoro sia stato raccolto negli ultimi cinquant anni e di come questo materiale necessiti di opere di salvataggio e successiva conservazione e catalogazione. Il DATABASE per l archiviazione e la consultazione nasce proprio dalla fusione di tutte le fasi precedentemente illustrate. Tali fasi sono il frutto di uno studio accurato di tutte le eventuali possibilità che si potrebbero presentare all interno di un opera di questo tipo. Si è, infatti, tenuto conto delle caratteristiche del materiale sonoro raccolto rispetto alla provenienza geografica, gli ambiti d indagine, i tipi ma anche rispetto ai diversi esempi di supporti materiali reperiti, lo stato di conservazione e il contenuto culturale di questi ultimi. Tutto questo lavoro ha avuto come esito una piattaforma pilota di questo tipo per quanto riguarda l archiviazione relativa al supporto e al contenuto del file sonoro: 22 Reso possibile grazie alla collaborazione di colleghi esperti in informatica. 406

9 Figura 4: Schermata DATABASE di archiviazione. 4. LA CONSULTAZIONE 4.1 La consultazione per punto di osservazione Una volta inserito nel DATABASE, il materiale sonoro verrà destinato alla successiva fase della consultazione. Chiunque fosse interessato potrà accedervi e ricercare il materiale sonoro di proprio interesse. La ricerca può essere di due tipi: consultazione per paese e consultazione per categoria. La consultazione per paese darà la possibilità di effettuare la ricerca e il successivo utilizzo di tutto il materiale sonoro presente in un determinato paese (nel senso di punto di osservazione e quindi punto segnalato sulla mappa). La ricerca avverrà attraverso l utilizzo di una cartina geografica virtuale della Calabria all interno della quale si potrà scegliere un paese di nostro interesse e osservare, cliccando sul nome stesso del paese, tutto il materiale sonoro, relativo a quella zona, che è stato reperito e archiviato. Si veda l esempio presentato di seguito: Figura 5: Esempio di consultazione per paese. Come si evince dalla figura precedente, rispetto al paese scelto, in questo caso Trebisacce, il DATABASE ha proposto una serie di documenti sonori relativi a quella zona e già archiviati e catalogati. Le informazioni immediatamente rilevabili riguardano la data, la varietà linguistica, la categoria e la parola chiave e sarà anche possibile ascoltare una porzione del documento sonoro in formato Mp3. 407

10 4.2 La consultazione per categoria La consultazione per categoria permette di effettuare una consultazione di tutto il materiale sonoro relativo ad un preciso periodo storico, ad una precisa parola chiave ecc. su tutto il territorio calabrese. E stata creata una scheda motore di ricerca contenente tutte quelle variabili, attraverso cui è possibile effettuare la ricerca del materiale sonoro d interesse. Si veda l esempio seguente: Figura 6: Esempio di consultazione per categoria. Come si evince dalla figura precedente, rispetto alla categoria scelta, in questo caso la data 1968, il DATABASE ha proposto tutti i documenti sonori relativi a quella variabile e già archiviati e catalogati: vengono fornite informazioni relative alla varietà linguistica, la categoria e la parola chiave, il luogo e anche in questo caso sarà possibile ascoltare una porzione del documento sonoro in formato Mp3. 5. CONCLUSIONI Riteniamo che la conservazione del materiale sonoro inteso come patrimonio culturale sia un obbligo morale. Salvaguardare queste registrazioni vuol dire in qualche modo conservare la cultura stessa di una regione o di un singolo paese e punto di osservazione. La possibilità di consultazione ha due precisi fini. Il primo riguarda la ricerca su tutti i settori possibili, dalla etnolinguistica, alla sociolinguistica, dalla medicina popolare alla dialettologia, dalla antropologia fino allo studio diacronico di variabili fonetiche, dallo studio dei costumi fino allo studio delle tradizioni ecc. Il secondo fine è quello della semplice consultazione e della memoria e testimonianza di una cultura del passato. 6. APPENDICE Il disco in vinile. Si tratta di un disco, costruito con un materiale plastico chiamato policarbonato di vinile, dove le informazioni vengono registrate in modo analogico mediante microsolchi. Questi ultimi sono scritti a spirale e partono dall esterno del disco per terminare al centro. Esistono quattro tipi di disco in vinile: 78,26 giri 23 (chiamato comunemente 78 giri), 45 giri, 33 ⅓ (chiamato comunemente 33 giri) e il 16 ⅔ giri (che avendo una qualità bassa è utilizzato solo per incidere la voce). Il disco in vinile viene prodotto attraverso un bulino incisore che crea un solco a spirale, avente una modulazione meccanica con la stessa forma d onda del segnale analogico da registrare, su un disco di plastica denominato lacca. Da questo viene creato per mezzo di procedimenti galvanoplastici un disco in nichel denominato matrice che contiene in rilievo l impronta del solco. In seguito una certa quantità di materiale plastico vinilico (cloruro di polivinile) viene scaldata e compressa fra due matrici, dando origine al disco vero e proprio. Nei giradischi la testina magnetodinamica posta in cima al braccio di lettura, possiede una puntina realizzata di solito in diamante, che penetrando nel solco e seguendone la forma, trasmette il moto relativo all interno della testina. Tale moto segue fedelmente l andamento del suono nel tempo, e viene trasformato in segnale audio analogico dalla testina. 23 Quando si parla di giri si fa riferimento al numero di giri che il disco compie in un minuto; maggiore è il numero di giri al minuto e maggiore sarà la qualità della registrazione. 408

11 Figura 7: Piatto Technics SL 1200 MKII. La registrazione magnetica analogica (audiocassette, microcassette, cassette DAT, cassetta VHS). Questa tecnologia è relativamente più recente, rispetto al disco in vinile. Infatti, dopo un periodo sperimentale, fu definitivamente messa a punto nel 1935 dalla AEG. In un registratore magnetico il segnale viene inviato a una testina magnetica, ossia un particolare circuito elettromagnetico formato da una bobina avvolta su un anello di metallo amagnetico che presenta una sottilissima fessura, detta traferro (o gap). Proprio in corrispondenza del traferro viene fatto scorrere un sottile nastro di plastica ricoperto da uno strato di ossido di ferro magnetizzabile. Il campo magnetico generato dalla testina varia continuamente di intensità, in relazione al segnale, e attraverso il traferro magnetizza in maniera stabile le particelle di ossidi metallici contenuti sul nastro, orientandole in funzione dell ampiezza e della frequenza del segnale. Tuttavia prima di ricevere questa magnetizzazione, il nastro è sottoposto ad una premagnetizzazione, effettuata con una corrente costante di premagnetizzazione (bias) ad una frequenza più alta della soglia udibile. Questo procedimento ha lo scopo di cancellare eventuali registrazioni precedenti, e di preparare le particelle metalliche alla migliore registrazione. Per rileggere quanto si è registrato si fa passare nuovamente il nastro con la stessa velocità davanti ad un altra testina, detta di riproduzione, strutturalmente simile a quella di registrazione. Le particelle di ossido metallico magnetizzate genereranno per induzione una corrente alternata, nel circuito della bobina, con intensità e frequenze analoghe a quelle della magnetizzazione. Verrà generato, quindi, un segnale analogico del tutto simile a quello che avevamo registrato. Le due testine di registrazione e di riproduzione sono molto simili fra di loro, differendo in pratica solo per le dimensioni del traferro, che in quella di registrazione è più piccolo. Nei registratori economici, in particolare in gran parte dei registratori a cassette, vi è un unica testina che svolge queste due funzioni, usando per il traferro una dimensione di compromesso. Questo, oltre ad influire negativamente sulla qualità del suono, non permette l utilissima funzione di tape monitor, ossia l ascolto della registrazione un attimo dopo che questa è stata effettuata. Le testine magnetiche possono registrare contemporaneamente più tracce parallele. Il caso tipico è la stereofonia, dove vengono registrate contemporaneamente due tracce, ciascuna delle quali impegnerà solo metà della larghezza del nastro. Un altro caso frequente si verifica quando un nastro dopo essere stato registrato in tutta la sua lunghezza, può essere girato e registrato anche sull altro lato. In questo caso se la registrazione è stereofonica, ogni traccia impegna un quarto della larghezza del nastro. Più tracce parallele possono essere registrate anche non contemporaneamente ma in tempi diversi. È questo il caso delle registrazioni multitraccia, impiegate nella produzione dei dischi musicali. La qualità di una registrazione magnetica dipende da molteplici fattori: la larghezza della singola traccia: più è larga e migliore sarà la registrazione; lo spessore del nastro: più e spesso e migliore sarà la registrazione; la velocità di scorrimento del nastro: più è veloce e migliore sarà la registrazione. Inoltre si è riusciti ad ottenere risultati migliori usando nastri con particelle di biossido di cromo (CrO 2 ), di ferro-cromo (FeCr), o al ferro puro (Metal). Passiamo ora ad esaminare i vari tipi di supporti magnetici. Il primo esempio è quello delle bobine magnetiche. Il registratore a bobine (open reel), per uso domestico o professionale utilizza un nastro con un altezza di un quarto di pollice, circa 6,3 millimetri. A seconda del tipo di testine montate è possibile registrare una traccia mono, due tracce stereo, due tracce stereo con possibilità di girare il nastro e registrare sull altro lato. Nel primo caso la traccia occupa l intera larghezza del nastro, nel secondo ogni traccia ne occupa la metà, nella terza un quarto. Le velocità di scorrimento possono essere: 3 ¾ ips (pollici per secondo) pari a 9,5 centimetri al secondo, 7 ½ ips pari a 19 cm/sec, 15 ips pari a 38 cm/sec e 30 ips pari a 76,2 cm/sec..ad una maggiore velocità corrisponde una maggiore fedeltà e conseguentemente una minore durata del nastro. La buona qualità del suono dipende, come già detto, dalla velocità di registrazione, dalla larghezza della traccia e dallo spessore del nastro. 409

12 Figura 8: Revox B77. Un altro esempio è la musicassetta o audio cassetta, nata alla fine degli anni 60 e realizzata e introdotta dalla Philips al fine di superare i problemi di praticità che fino ad allora avevano limitato la diffusione della registrazione in bobina presso gli utenti meno esperti. Nel definire il nuovo supporto si puntò quasi esclusivamente sulla praticità a scapito della qualità. La cassetta racchiudeva, in un unico contenitore, entrambe le bobine con il nastro. Non era più necessario, quindi, come nei registratori open reel, estrarre il nastro da una bobina, passarlo davanti al gruppo testine, e avvolgerlo nella bobina di raccolta. È sufficiente inserire la cassetta nell apposito vano e l apparecchio è pronto a registrare o a riprodurre. La MC (Music Cassette) è quindi una cassetta di dimensioni ridotte che contiene informazioni audio registrate in modo analogico. Queste informazioni sono incise in una banda magnetica sotto forma di campi magnetici. Il tipo di nastro dipende dalla durata della cassetta; più il nastro sarà sottile più la cassetta potrà contenere registrazioni lunghe. Questo è dovuto al fatto che la prima cassetta prodotta fu la C60 24 ed in seguito, tutto venne calcolato basandosi su questo tipo di cassetta. Successivamente sono arrivate la cassetta C90 25 e la C e dato che questi tipi di cassette necessitano, per motivi di spazio, di una maggiore lunghezza del nastro è stato ridotto lo spessore della banda magnetica. Essendo lo spessore del nastro una caratteristica importante per quanto riguarda la qualità della registrazione stessa, il tipo migliore di cassetta risulta essere la C60. Innanzitutto un nastro sottile risulta essere molto fragile e quindi di facile rottura, inoltre è facilmente estendibile (meno resistente allo stiramento) se posto vicino sorgenti di calore e ciò provoca distorsioni armoniche che modificano il suono originale. Da questo ne consegue che le bande magnetiche sottili siano più soggette ad usura. Figura 9: Musicassetta. La microcassetta ha più o meno le stesse caratteristiche dell audiocassetta. Si tratta di una cassetta più piccola rispetto alla audiocassetta che ha come caratteristica principale la velocità di scorrimento del nastro. Tale velocità è direttamente proporzionale alla fedeltà della registrazione e indirettamente proporzionale alla durata dello stesso. Ne esistono di tre tipi: 1. Short Play (LP) pari a 2,4 cm/sec, che presenta una maggiore qualità; 2. Long Play (DP) pari a 1,4 cm/sec, che presenta una minore qualità. 3. Tripla Play (TD): pari a 18 μ, permette di ottenere lunghe registrazioni. Importante in questo caso è il VOR 27, un sistema che consente il risparmio del nastro; la registrazione, infatti, si ferma quando il segnale non raggiunge una certa soglia impostata della macchina minuti per lato minuti per lato minuti per lato. 27 Voice Onset Recorder. 410

13 Il sistema VHS (Video Home System) è stato messo a punto dalla JVC nel Questo sistema di registrazione audio e video ha subito preso piede in quanto è molto economico e di qualità discreta. Il sistema VHS consiste nel registrare informazioni audio e video in modo analogico su una banda magnetica. Queste informazioni sono incise sul nastro sotto forma di campi magnetici (un po come succede nella cassetta audio). Le dimensioni delle videocassette VHS sono: 188 mm x 104 mm x 25 mm La videocassetta è fatta in plastica ed è un supporto di registrazione molto resistente. Il nastro della videocassetta VHS è una banda di poliestere con incollato uno strato di ossido di ferro (FeO 2 ). Il poliestere serve per rendere resistente il nastro e per tenere il tutto compatto, mentre l ossido di ferro è il materiale che viene magnetizzato durante la registrazione. Il nastro possiede ai suoi estremi una zona trasparente. Questa parte serve a comunicare al videoregistratore che la cassetta ha raggiunto la fine, o rispettivamente l inizio. Per fare questo l apparecchio VHS illumina il nastro tramite un LED, e quando questa luce riesce a oltrepassare la banda significa che la cassetta ha raggiunto un estremo. Figura 10: Videocassetta VHS. La registrazione magnetica digitale: il DAT. L introduzione della tecnologia audio digitale, con la sua incredibile qualità sonora, è stata una rivoluzione per tutti coloro che avevano a che fare, professionalmente o meno, con il trattamento del suono. Per la prima volta era possibile eliminare i rumori parassiti quali fruscio e crepitio che avevano afflitto fino ad allora tutti i sistemi di registrazione e riproduzione audio. Per di più la tecnologia digitale veniva offerta con apparecchi di dimensioni ragionevoli, pratici, poco costosi e dotati di accorgimenti utili per un uso completo. I registratori magnetici digitali erano già in uso da qualche anno negli studi di registrazione delle maggiori case discografiche mondiali, per la preparazione dei master destinati alla produzione di dischi in vinile di alto livello qualitativo, quando nel 1982 fu lanciato il primo prodotto audio digitale di massa, il Compact Disc, e qualche anno dopo il Digital Audio Tape (DAT): un sistema di registrazione audio digitale impiegante come supporto un nastro contenuto in una cassetta di dimensioni addirittura più piccole della musicassetta sfruttando al massimo la qualità che il nuovo mezzo poteva offrire. Il DAT (Digital Audio Tape) è un supporto ideato grazie alla collaborazione tra Sony e Philips negli anni 70 ed ad esclusivo uso professionale. Solo verso la fine degli anni 80 fu immesso sul mercato diventando accessibile a tutti. Il DAT (Cassetta audio digitale) come dice già il nome è una cassetta che permette di registrare informazioni audio sotto forma di segnali digitali. La qualità registrata su questo supporto è paragonabile a quella del CD. Le dimensioni di questa cassetta sono: 73 mm x 54 mm x 10,5 mm. Il nastro è protetto da uno sportello che si apre meccanicamente quando la cassetta viene introdotta nel lettore. L involucro della cassetta è costruito con una plastica molto resistente. Essendo un sistema di scrittura digitale, ogni suono registrato viene convertito da analogico a digitale, tramite un A/D (analogic to digital converter). In lettura invece si attua esattamente l opposto grazie ad una scheda di conversione D/A (digital to analogic converter). Mediante il DAT sono possibili tre frequenza di campionamento: 48 khz, 44,1 khz (qualità CD) e 32 khz. Mentre per quanto riguarda la quantizzazione sono possibili due scelte, la prima è 16 bit lineare, mentre la seconda è 12 bit compressi 28. La cassetta ha una durata di registrazione pari a 2 ore, se invece viene utilizzata in modalità long play la durata ovviamente raddoppia. Il DAT come quasi tutti i supporti digitali ha un sistema di correzione degli errori (nel caso in cui il nastro fosse leggermente danneggiato). 28 I dati risultano essere assolutamente aleatori e poco stabili per via del fatto che ogni giorno la tecnologia fa passi da gigante i questo settore. Per quanto riguarda la quantizzazione, infatti, oggi si registrano addirittura valori di 24, 32 e 64 bit. 411

14 Figura 11: Cassetta DAT. I supporti digitali. Il MiniDisc, per quanto concerne i supporti digitali, questi furono sviluppati con l idea di rimpiazzare la vecchia cassetta a nastro. Ovviamente si pensò anche in questo caso alla praticità e questo spiega la sua piccola dimensione e la robustezza del suo involucro. Si tratta di un sistema magneto-ottico 29 sviluppato dalla Sony che racchiude in se un alta qualità digitale, paragonabile a quella del CD. Il MiniDisc è un supporto di registrazione e riproduzione digitale del suono, di dimensioni pari a 7x7 cm ca., con uno spessore di soli 5 mm ca. Ogni MiniDisc può contenere fino a 74 minuti di musica stereo digitale (il doppio se si registra in modalità Mono), la stessa capacità di un Compact Disc. Ciò è possibile grazie ad un particolare tipo di compressione che prende il nome di ATRAC 30 che rimuove tutte le informazioni relative a quella gamma di frequenze, molto alte e molto basse, che comunque il nostro orecchio non può percepire. Figura 12: Mini Disc. Il disco audio digitale o Compact Disc (CD) fece la sua apparizione sul mercato nella prima metà degli anni 80 e rapidamente si diffuse in tutto il mondo fino a soppiantare i dischi in vinile. Ma nella seconda metà degli anni 90, la masterizzazione 31, rese il compact disc un oggetto di uso comune. Il compact disc ha un diametro di 120 mm con un foro centrale di 15 mm ed uno spessore di 1,2 mm. Le informazioni vengono memorizzate fisicamente su di un disco sotto forma di piccoli forellini, chiamati in inglese "pit", mentre le zone piatte fra un foro ed un altro sono dette "land". I pit e i land sono disposti secondo una traccia a spirale che viene letta verso l'esterno partendo dal centro del disco. Il materiale del disco è una plastica chiara ed estremamente resistente che prende il nome di policarbonato 32. I forellini sono formati nella plastica che viene rivestita successivamente di uno strato metallico riflettente e di una vernice protettiva. Per leggere i dati presenti sul disco si concentra un raggio laser, attraverso il policarbonato, sulla traccia; il raggio laser che colpisce un land viene riflesso in un fotorilevatore, mentre la luce che colpisce i pit viene diffusa ed assorbita. La tecnica di rotazione usata dal compact disc è la CLV, velocità lineare costante. La velocità lineare costante indica che la velocità di rotazione varia a seconda della posizione dei dati che vengono letti. Il disco ruota più velocemente durante la lettura di una traccia interna più corta, e più lentamente quando legge i dati presenti sul bordo esterno del disco. 29 Tipo di sistema che utilizza un laser che proietta un raggio a bassa potenza sullo strato magnetico del disco, quest'ultimo riflette la luce in due modi diversi a seconda della polarizzazione. Un fotodiodo rileva la riflessione del raggio convertendo le informazioni contenute sul disco in una sequenza binaria. 30 Adaptive Transform Acoustic Coding, che tradotto vuol dire più o meno Codifica di Trasformazione Acustica Adattativi. 31 Non era più necessario produrre i Cd con grandi tirature, procedimenti molto costosi, ma bastava un piccolo accessorio del personal computer, il masterizzatore, per produrre in studio e in casa il proprio CD, anche in un solo esemplare, con costi più bassi di quelli di una musicassetta. 32 Lo stesso materiale usato per i caschi dei motociclisti e per le finestre blindate. 412

15 Figura 13: Compact Disc. Dopo la straordinaria scoperta del compact disc si puntò a migliorare la sua capacità. Il DVD si può dire che sia il figlio del CD. Le sue qualità sono di gran lunga superiori, ma l idea di funzionamento di base rimane comunque la stessa. Il supporto DVD iniziò la sua vita nel 1994 sotto forma di due formati: il super disc (SD) e il disco multimediale (MMCD). Il DVD è il risultato della miscelazione di questi due formati e dall accordo di molte grosse industrie mondiali. Il DVD è in grado di contenere oltre 133 minuti di video ad alta risoluzione con una compressione chiamata MPEG Può essere inoltre usato per immagazzinare otto ore di musica con la qualità dei normali CD musicali (questo uso non è comune attualmente). Questo formato presenta le stesse dimensioni del comune CD, così come gli stessi materiali di costruzione e anche lo stesso metodo di scrittura e di lettura; i dati, infatti, vengono trattati nella stessa maniera del Compact Disc con delle piccole modifiche tecniche. Al contrario del CD il DVD è diviso in quattro tipi principali: 1. scrittura su una faccia; 2. scrittura su singola faccia a due strati; 3. scrittura su doppia faccia a due strati; 4. scrittura su doppia faccia a singoli strati Un altra differenza sta nella dimensione dei Pit e dei Land. Ovviamente le dimensioni di queste sono state ridotte notevolmente. Soprattutto la meccanica ha dovuto subire forti cambiamenti. La grande concentrazione di dati da leggere in poco spazio ha obbligato ad utilizzare tecnologie sempre più evolute. Il colore del laser di lettura non è più rosso, bensì viola. Si è scelto questo colore poiché la sua lunghezza d onda ristretta consente una messa a fuoco migliore e più precisa. Anche il sistema ottico presenta delle grosse qualità, deve consentire al laser di accedere alle tracce sui due strati della faccia e di non perdere il segnale della traccia. 7. RINGRAZIAMENTI Un ringraziamento particolare va a Paola Antonietta Scuticchio e Daniela Gagliardi per il loro prezioso aiuto nella realizzazione di questo lavoro. 8. BIBLIOGRAFIA Canazza S., Mian G.A. (2004), Restoration of speech documents by means of extended kalman filter. Canazza S. (2004), Restauro Materiale Audio, Mirage.. Cassettini L. (2004), Conservazione attiva e restauro dell archivio audio di Fernanda Pivano in: Atti del 1 Convegno AISV 2004, Padova. Cosi P. (2001), Il restauro digitale del segnale audio, in: Atti del Convegno Internazionale, Tuscia (Viterbo) 6-7 aprile Cosi P. (2001), Semplici considerazioni sulle tecniche di Restauro del segnale vocale, in: Atti delle XII giornate di studio del GFS, Macerata dicembre 2001, Vol. XXIX, pp La seconda versione dello standard sviluppato dal Moving Picture Experts Group, analizza i dati corrispondenti alle immagini video selezionando le ripetizioni o ridondanze video nell'immagine, che rappresentano oltre il 95% dei dati digitali relativi ad un segnale video, e dopo averle compresse provvede a memorizzare le variazioni significative per la corretta restituzione del filmato. 413

16 De Dominicis A. (2001), La voce come bene culturale, Carocci. De Dominicis A. (2001), La voce come bene culturale, la linguistica come strumento di catalogazione e restauro, in: Atti del Convegno Internazionale, Tuscia (Viterbo) 6-7 aprile Fontaine J.M., Conservation des documents sonore set audiovisuels. Ferrero F., Genre A., Boë L. I., Contini M. (1979), Nozioni di fonetica acustica, Torino Edizioni Omega. Parola L., Santoli P. (2001), Il catalogo multimediale della RAI. Le Teche radiofoniche, in: Atti del Convegno Internazionale, Tuscia (Viterbo) 6-7 aprile

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