Relazione visita comprensorio Consorzio Bonifica Burana

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1 Relazione visita comprensorio Consorzio Bonifica Burana L Unione Regionale delle Bonifiche e Irrigazioni dell Emilia Romagna ritenendo opportuno coordinare un programma di visite specifiche destinato ai neoeletti Consiglieri per far loro conoscere gli aspetti salienti dell attività di Bonifica svolta nelle circoscrizioni di loro riferimento, ci ha invitato a visitare i suoi consorzi. In data Giovedì 27 Maggio 2010, mi sono recato in visita presso il consorzio Bonifica di Burana, segue relazione della visita. Per tutti gli approfondimenti A cura di Rocco Cipriano roccocipriano@hotmail.it

2 La recente Legge della Regione Emilia Romagna 5/2009 Ridelimitazione dei comprensori di bonifica e riordino dei Consorzi ha individuato 8 nuovi consorzi, tali da costituire unità omogenee sotto il profilo idrografico ed idraulico, funzionali alle esigenze di programmazione, esecuzione e gestione. Tale riforma, proseguendo il complessivo percorso di autoriforma e di riordino del sistema regionale nell ottica della semplificazione e del rafforzamento dell efficacia delle politiche pubbliche, ha ridotto i consorzi da 15 a 8, riconoscendo alla bonifica un attività che si concretizza in un sistema radicato nel territorio, che si fonda su un autonomia funzionale e sull autogoverno dei consorziati, il cui contributo è interamente investito sul territorio della Regione stessa. Anche recentemente la Regione ha ribadito la strategicità del settore ed ha espresso la volontà di rafforzarlo e renderlo ancora più competitivo, con particolare attenzione all irrigazione, che svolge un ruolo fondamentale per diversi aspetti economici. 1. Consorzio della bonifica Burana 2. Consorzio della bonifica Renana 3. Consorzio di bonifica Pianura di Ferrara 4. Consorzio di bonifica Parmense 5. Consorzio di bonifica dell Emilia Centrale 6. Consorzio di bonifica dell Emilia Centrale 7. Consorzio di bonifica di Piacenza 8. Consorzio di bonifica della Romagna 9. Consorzio di bonifica della Romagna Occidentale 2

3 Consorzio della Bonifica Burana Giuridicamente, il Consorzio della Bonifica Burana è un Ente di diritto pubblico istituito con delibera dell Assemblea Legislativa n. 246 del 22 luglio 2009, in seguito alla L.R. n. 5 del 24 aprile 2009 Ridelimitazione dei consorzi di bonifica e riordino dei consorzi - e successive modifiche ed integrazioni. Per approfondire la natura giuridica e le funzioni del Consorzio di Burana scaricate lo STATUTO Il comprensorio del Consorzio della Bonifica Burana, ricadente nel bacino idrografico del fiume Panaro, dal crinale tosco-emiliano arriva fino al Po in Lombardia, delimitato ad est dal fiume Secchia e ad ovest dal torrente Samoggia. A seguito del processo di riordino dei Consorzi di Bonifica, l ex Consorzio della Bonifica Burana- Leo-Scoltenna-Panaro e la parte di pianura in sinistra Samoggia del Consorzio di Bonifica Reno Palata si sono uniti dando luogo ad un unico ente di bonifica. 3

4 Il comprensorio consortile ricade oggi in 58 comuni delle province di Modena, Mantova, Ferrara, Bologna e Pistoia per una superficie di ettari. Cosa significa bonifica oggi? Dall originario compito di sottrarre terreni paludosi alle acque stagnanti, oggi il significato di bonifica si è notevolmente ampliato, assumendo compiti sempre più estesi, dinamici e attuali. Tali compiti, inoltre, sono resi ancora più strategici dalla collocazione geografica del Consorzio di Burana, presente in un territorio che dal crinale appenninico tosco-emiliano si estende fino all Oltrepò mantovano, dominato da condizioni idrauliche ed idrogeologiche particolarissime ed esposto a elevati rischi. Il termine Bonifica si traduce nella funzione di scolo delle acque dalle zone rurali, ma anche dai centri urbani che, a causa di una crescente urbanizzazione e di nuovi modelli insediativi (urbanizzazione a chiazze, frammentazione dei centri abitati e produttivi) e la relativa cementificazione, hanno reso più complesso lo scolo delle acque di pioggia da aree rese impermeabili. I compiti di un Consorzio di Bonifica operano anche in una funzione apparentemente opposta, seppure complementare: la progettazione, l esecuzione e la gestione delle opere di irrigazione, per l approvvigionamento idrico a usi plurimi, tra cui, principalmente, l acqua necessaria all agricoltura. Sia lo scolo che l irrigazione allontanano l acqua in eccesso o la trasportano dove serve attraverso un importante patrimonio di impianti, tecnologicamente avanzati, e una fitta rete di canali che si estende capillarmente nel territorio. Oltre a ciò, oggi, il Consorzio di Burana offre un servizio di difesa dalle calamità naturali, attraverso un monitoraggio continuo dei livelli di sicurezza del territorio nel governo del suolo e delle acque; si occupa di opere di riqualificazione ambientale, nonché della realizzazione di oasi naturalistiche che tutelano la biodiversità. Esegue interventi per la sicurezza idraulica in montagna e per impedire che, nel loro viaggio dalle pendici a valle, le acque di pioggia provochino frane e smottamenti, soprattutto in tempi di eventi meteorologici estremi come quelli attuali, sempre più violenti quando irrompono alternandosi a lunghi periodi di siccità. In montagna, infatti, la bonifica che sembrerebbe non ricoprire alcun ruolo, svolge invece un importante funzione di consolidamento delle pendici, blocca le frane e costruisce sui torrenti briglie che impediscono l'erosione dei versanti. Gli strumenti attraverso i quali si attuano i programmi di tutela e valorizzazione del territorio del Consorzio di Burana, rientrano nella progettazione, realizzazione, gestione e manutenzione delle proprie opere idrauliche. Nel grande reticolo formato dai km di canali del comprensorio le acque sono regolate da: 52 impianti idrovori che le immettono o le derivano dai fiumi, le sollevano su terreni più alti, le distribuiscono nelle campagne; da oltre manufatti per la regimazione delle acque, 1 cassa di espansione e da circa 3000 briglie e difese spondali in montagna. 4

5 Un po di storia La parte del comprensorio del Consorzio di Burana che in passato fu maggiormente interessata alle opere di bonificazione fu quella in cui confluivano le acque di Secchia e Panaro formando uno stagno chiamato "Bondeno", attraversato dal canale Burana: tali corsi d'acqua scorrevano per un certo tratto parallelamente al fiume Po, dove si immettevano presso Bondeno (FE). Nel 1152, a seguito della Rotta di Ficarolo, il Po abbandonava il ramo di Ferrara proseguendo la propria migrazione millenaria verso Nord attraverso il ramo di Venezia; Secchia e Panaro, a causa della diminuzione della forza dragante del Po di Ferrara e del conseguente interrimento dei loro alvei, deviarono il loro corso verso Ovest, lasciando soltanto a Burana il compito di raccogliere e recapitare nel fiume Panaro le acque di territori modenesi, mantovani e ferraresi. La scelta di destinare all'agricoltura e quindi di bonificare aree che rimanevano invase dall'acqua durante la maggior parte dell'anno, originariamente contraddistinte da un'economia di raccolta e sfruttate per la pesca, fu sancita dalla costruzione della Chiavica Bova, realizzata nel 1282 con lo scopo di regolamentare gli apporti idrici tra Burana e Panaro. La crescente difficoltà di scolare nel fiume Panaro, che andava sempre più alzandosi, quantità maggiori di acque che servivano per l'agricoltura e usi preindustriali dei terreni altimetricamente più elevati, non poteva essere superata dalle sole forze del luogo depresso in cui esse venivano a confluire: i lavori di bonifica necessitavano di impegni - in forze umane ed economiche collettivi, programmati e continuativi. Così se le soluzioni alle precarie funzioni di scolo di Burana furono oggetto di vari studi già a partire dall'età Moderna, furono gli ostacoli di carattere politico istituzionale, più delle difficoltà tecniche, ad impedirne la realizzazione: all'unità naturale che contraddistingueva il bacino che si serviva di Burana si contrapponeva la frammentazione politica che vedeva il bacino diviso fra diversi poteri: Estensi, Gonzaga, Pico, quindi Stato Pontificio, Stato Estense e Stato Austriaco. 5

6 Gli interventi dell'età Moderna furono ratificati da accordi interstatali bilaterali finalizzati ad alleggerire l'apporto idrico di Burana attraverso la costruzione di canali diversivi e nuove chiaviche per separare le acque "alte", per le quali era possibile lo scolo naturale, da quelle "basse", che avrebbero continuato ad essere raccolte da Burana. La frammentazione del governo del territorio si presentava anche a livello locale: risale infatti al 1504 l'istituzione del primo Serraglio bondesano a cui gli Estensi concessero ampi poteri per la gestione di territori chiamati serragli, circondati da argini e regolati da scoli e chiaviche interni, che proteggevano i terreni dalle acque esterne, scaricando quando era possibile le acque interne in Burana. Su progetto dell'aleotti, tra il 1590 ed il 1613, anche le acque dei Serragli di Carbonara e Pilastri furono recapitati direttamente in Po attraverso quelle che adesso sono chiamate antiche chiaviche Pilastresi. La prima efficace risposta al disordine idraulico del comprensorio di Burana fu progettata e parzialmente realizzata durante il periodo napoleonico, quando quei territori si trovarono unificati sotto il dominio dell'imperatore: nel 1810 venne approvato il progetto per la costruzione di una botte che consentisse alle acque di Burana di sottopassare il fiume Panaro e, attraverso il Po di Volano, di raggiungere il mare Adriatico. I lavori, iniziati nel 1811, furono interrotti dalla caduta di Napoleone e dalla conseguente ridivisione territoriale. Solamente dopo l'unificazione d'italia e dopo la disastrosa rotta di Borgofranco del 1879, che ebbe l'effetto di richiamare l'attenzione pubblica sui problemi irrisolti del comprensorio di Burana, la legge Baccarini n. 333 del 1881 dispose la realizzazione degli interventi necessari per dare una concreta ed efficace risoluzione ai problemi di Burana. 6

7 Il Progetto Generale dei lavori, alla cui direzione fu preposto l'ingegnere Italo Maganzini del Genio Civile, prevedeva, per il completamento della Botte Napoleonica, la raccolta delle acque alte modenesi nel canale Diversivo di Burana con scarico a gravità nel Panaro a S. Bianca; la raccolta delle acque basse modenesi, parte delle ferraresi e di quelle mantovane con scarico naturale attraverso la Botte Napoleonica; la conservazione dei deflussi in Po delle acque alte mantovane attraverso le chiaviche di Moglia a Sermide e delle Quattrelle a Stellata presso Bondeno; la raccolta delle acque basse mantovane nei nuovi canali di Felonica, di Roversella e dell'allacciante di Felonica; lo scolo in Burana, e quindi attraverso la Botte Napoleonica, delle acque basse ferraresi; la costruzione di una chiavica sul Po a Stellata allo scopo di consentire la navigazione del Po di Volano. L'impossibilità di ultimare in breve tempo i lavori e successivi allagamenti negli anni 1891 e 1892, che devastarono circa ettari di terreni, portarono lo Stato ad istituire, attraverso la Legge - Convenzione Genala, il Consorzio Interprovinciale per la bonifica di Burana, presieduto da un comitato esecutivo formato dai rappresentanti dei proprietari interessati, con lo scopo di realizzare i progetti che lo Stato non aveva ancora iniziato: la costruzione del canale Emissario di Burana dal sostegno di Valpagliaro al mare; la costruzione del canale Collettore di Burana dalle Chiaviche Mantovane alla Botte Napoleonica; la costruzione dei canali mantovani; la costruzione del canale di derivazione dal Po. La Botte Napoleonica venne inaugurata ed attivata nel 1899, mentre il Consorzio Interprovinciale progettava e realizzava nuovi canali all'interno del comprensorio ad integrazione del sistema scolante. Con le leggi n del 1923, n del 1928 e n. 215 del 1933 al Consorzio Interprovinciale di Burana venne affidata la gestione dei bacini di scolo precedentemente controllati dai Consorzi idraulici, previsti dalla legge n del 1865, estendendo capillarmente il proprio operato sulla maggior parte del reticolo idraulico dell'intero comprensorio e vedendo allargate le proprie funzioni anche alle opere di irrigazione, di adduzione di acqua potabile, di costruzione o sistemazione stradale. Il concetto della bonifica integrale, espresso in quegli anni dalle leggi Serpieri, affida ai Consorzi di bonifica ruolo complessivo ed organico di tutela del territorio, sotto gli aspetti agrari, economici, sociali, sanitari. La progettazione di Baroni si sviluppò in questo rinnovato contesto e rappresenta il periodo più fecondo della realizzazione delle opere di bonifica. Fu affinata la divisione del comprensorio in due bacini che facevano capo rispettivamente all'impianto S. Bianca, progettato per lo scolo meccanico delle acque alte, e al sistema formato dalla Botte Napoleonica e dall'impianto Pilastresi. Quest'ultimo, originariamente concepito per il sollevamento meccanico della parte in esubero delle acque che la Botte Napoleonica non riusciva a far defluire naturalmente, fu in seguito rivisto anche in funzione della derivazione per provvedere alla provvista idrica della parte orientale della provincia ferrarese. Le opere complementari prevedevano la sistemazione e la costruzione di 850 km di canali, tra cui l'intera risagomatura del canale Diversivo di Burana, nonché per alcune zone altimetricamente depresse, la costruzione di impianti sussidiari per il sollevamento meccanico delle acque. 7

8 In merito all'approvvigionamento idrico, oltre all'impianto Pilastresi, venne realizzata la derivazione dal fiume Secchia attraverso l'omonima Chiavica a Bomporto, la costruzione dell'impianto sussidiario alla Bozzala in comune di S. Prospero e, ultimo solo in ordine di tempo, la derivazione dal fiume Po attraverso l'impianto Sabbioncello a Quingentole (Mn), ultimato nel 1957, che consente l'irrigazione di terreni modenesi per un totale di ettari. Nell'attuale comprensorio del Consorzio ricadono, oltre ai territori contraddistinti da Burana, anche quelli gestiti fino al 1987 dal Consorzio della Bonifica Nonantolana, istituito nel 1872, dal Consorzio di Miglioramento Fondiario Scoli e Irrigazioni di Ravarino, istituito nel 1873 e dal Consorzio Bacini Montani di Modena, istituito nel Dal 1988 ad oggi In Italia l istituto consortile ha una tradizione plurisecolare. Lo Stato Italiano decretò l aspetto di pubblica utilità dei lavori di bonifica solo a seguito di disastrosi eventi alluvionali del fiume Po, riconoscendo la convenienza di affidare direttamente tali lavori ai Consorzi di Bonifica, favorendone l istituzione in tutta l Italia. Se in un primo momento l attività consortile era limitata solamente alle opere per migliorare lo scolo delle acque, successivamente le competenze dei Consorzi vennero estese alle opere di irrigazione, alla costruzione di strade e alla realizzazione di lavori finalizzati ad un complessivo ed organico ruolo di tutela del territorio, sotto gli aspetti ambientali, economici, sociali e sanitari. A tal fine venne definito anche l intreccio dei rapporti relativi ai finanziamenti, alle ripartizioni delle spese, alle norme tecniche dei piani generali, in sostanza disciplinando ad ogni livello tale complessa materia. Dapprima dipendenti direttamente dal Ministero dei Lavori Pubblici, poi dal Ministero dell Agricoltura, negli anni 70 le competenze statali in materia agricola, in materia di lavori pubblici e in materia difesa del suolo vennero trasferiti dallo Stato alle Regioni. I Consorzi di Bonifica operano dunque sotto il controllo delle regioni di appartenenza. Oggi, in Italia si contano oltre 150 enti di bonifica, seppure il processo di riordino ha avviato un accorpamento per bacini idrografici di diversi consorzi in diverse regioni, tra cui la nostra. Già in base alla legge n. 42 del 2 agosto 1984 la Regione Emilia-Romagna accorpò il proprio territorio in quindici consorzi di bonifica secondo un criterio ispirato all unitarietà idraulica di bacino. Questo primo riordino, reso effettivo dalla delibera n del 12 novembre 1987, ha visto operare sull attuale comprensorio il Consorzio della Bonifica Burana-Leo-Scoltenna-Panaro di Modena, formato dall unificazione dei Consorzi Interprovinciale per la Bonifica di Burana, Bacini Montani di Modena, Bonifica Nonantolana e Miglioramento Fondiario di Ravarino; mentre il Consorzio della Bonifica Reno-Palata nacque dalla fusione dei Consorzi di Bonifica Palata-Reno di Bologna e Montana dell alto bacino del Reno. Il riordino successivo, in base alla legge regionale n. 5 del 24 aprile 2009, ha portato agli attuali otto consorzi di bonifica in Emilia-Romagna. Il Consorzio della Bonifica Burana nasce il 1 ottobre 2009 dall unificazione tra l ex Consorzio di bonifica Burana-Leo-Scoltenna-Panaro e parte della pianura bolognese, quella in sinistra Samoggia, prima gestita dal Consorzio della bonifica Reno Palata. 8

9 IMPIANTI DEL CONSORZIO DELLA BONIFICA BURANA 9

10 BOTTE NAPOLEONICA Situata a Bondeno (Ferrara) Descrizione La Botte Napoleonica fu progettata agli inizi del XIX secolo ma portata a compimento e all'effettivo funzionamento solamente nel 1899, ultimata la complessa canalizzazione di raccolta delle acque. Tale manufatto fu ideato per consentire lo sgrondo delle acque di un bacino di ettari ed è tuttora rilevante per l economia della zona in cui opera: le acque, raccolte da territori modenesi, mantovani e ferraresi nel Collettore di Burana, vengono convogliate sotto il fiume Panaro attraverso la Botte Napoleonica e portate dal Canale Emissario e dal Po di Volano direttamente al mare Adriatico. Altrettanto importante è la funzione irrigua della Botte Napoleonica, ad usi plurimi: essa fornisce acqua per l agricoltura, l industria e la navigabilità ai terreni orientali del ferrarese. La portata massima è pari a 44 mc/sec. I due edifici posti sulle estremità sono in stile dorico - romano e al loro interno vi sono paratoie che controllano il flusso delle acque del Canale Collettore di Burana in entrata e del Canale Emissario in uscita. Complessivamente ha una lunghezza pari a m. 120,50. Tipologia: botte a due canne con fondo e calotta arcuati e spalle verticali, sottopassanti il fiume Panaro Portata: 44 mc/sec Altezza delle canne: 2,85 m Larghezza delle canne: 4,20 m Lunghezza delle canne: 99,00 m Prevalenza: platea inclinata a valle con cadente 0,45 m Bacino di scolo: ettari del Bacino Acque Basse ricadenti nelle province di Modena, Mantova e Ferrara Caratteristiche di funzionamento: deflusso delle acque del canale Collettore di Burana sotto il fiume Panaro 10

11 SANTA BIANCA Situata a Bondeno (Ferrara) Descrizione L'impianto di S. Bianca consente lo scolo nel fiume Panaro del Bacino delle Acque Alte (terreni di Bomporto, Cavezzo, Camposanto, S.Felice e Mirandola) attraverso il Diversivo di Burana: quando le piene del fiume Panaro non consentono lo scolo a gravità, le acque raccolte dal canale Diversivo di Burana vengono sollevate dalle pompe e immesse nel fiume Panaro, evitando esondazioni e ristagni nei terreni circostanti. Tipologia: impianto idrovoro di scolo Portata max: 29 mc/sec Caratteristiche pompe: 4 ad asse orizzontale Caratteristiche motori: 4 elettrici Potenza nominale: KW Prevalenza: 4,5 m Bacino di scolo: ettari del Bacino Acque Alte ricadenti nella provincia di Modena e in piccola parte di Ferrara Caratteristiche di funzionamento: scolo a gravità e per sollevamento meccanico dal canale Diversivo di Burana al fiume Panaro 11

12 IMPIANTO PILASTRESI Situato a Stellata di Bondeno (Ferrara) Descrizione L'impianto idrovoro delle Pilastresi, inizialmente concepito per le sole necessità di scolo di ettari di comprensorio delle Acque Basse, venne successivamente rivisto in funzione della derivazione di 47 mc/sec d'acqua di cui 44 a servizio di ettari della Provincia di Ferrara, ad uso agricolo, industriale, nonchè per consentire la navigazione del Po di Volano. L'impianto Pilastresi, costruito tra gli anni , venne attivato solo nel 1949 a causa degli eventi bellici e dei lavori necessari per rimediarne i danni. All'epoca, per la duplicità delle funzioni di scolo e derivazione, venne definito il più importante impianto d'europa. Tipologia: Impianto idrovoro a funzione mista: scolo/derivazione Portata max per scolo: 40 mc/sec Portata max per derivazione: 47 mc/sec Caratteristiche pompe: 4 gruppi composti da 2 pompe ad asse orizzontale Caratteristiche motori per scolo: 2 elettrici, 2 diesel Caratteristiche motori per irrigazione: 4 elettrici sincroni Potenza nominale totale: KW Prevalenza per scolo: 10,6 m Prevalenza per derivazione: 2,6 m Bacino di scolo: ettari nel Bacino Acque Basse ricadenti nelle province di Modena, Mantova e Ferrara Bacino di irrigazione: ettari nella parte orientale della provincia di Ferrara Caratteristiche di funzionamento per scolo: scolo a gravità o per sollevamento dal canale delle Pilastresi al fiume Po Caratteristiche di funzionamento per derivazione: derivazione a gravità o per sollevamento dal fiume Po al canale delle Pilastresi 12

13 IMPIANTO BONDENO-PALATA Situato a Bondeno (FE) Descrizione Costruito intorno al 1925 con lo scopo di immettere nel fiume Panaro le acque del Canale Emissario delle Acque Basse provenienti dai terreni tra Panaro e Samoggia oggi preserva dagli allagamenti un bacino di scolo di ettari, nei comuni di Crevalcore, S. Agata Bolognese, S. Giovanni in Persiceto. Sei gruppi idrovori da 320 kw con portata di 7,5 mc/sec ciascuno, sollevano le acque di scolo quando il livello idrico di Panaro non ne consente l immissione per gravità. Alla confluenza dell Emissario in Panaro è presente una chiavica dotata di tre paratoie di difesa e tre coppie di porte vinciane che difendono il territorio dall eventuale risalita di acqua dal fiume. Nel periodo estivo le paratoie trattengono le acque del Canale Emissario come riserva d acqua per l agricoltura e l ambiente. Tipologia: Impianto idrovoro di scolo Portata max: 42 mc/sec Caratteristiche pompe: 6 gruppi idrovori da 7 mc/sec Potenza nominale: KW Prevalenza: 5 m Bacino: bacino di scolo di ettari nei comuni di Crevalcore, S. Agata Bolognese, S. Giovanni in Persiceto Caratteristiche di funzionamento: solleva le acque di scolo quando il livello idrico di Panaro non consente l immissione per gravità 13

14 CONCORDIA SUD Situato a S.Possidonio (Modena) Descrizione L'impianto pluvirriguo Concordia Sud rappresenta l'opera più importante del Consorzio per l'utilizzazione delle acque sollevate da Po dall'impianto Sabbioncello. L'impianto, attivo dal 1983, distribuisce acqua a pressione attraverso 195 km di tubazioni interrate agli impianti di irrigazione delle singole aziende dei comuni di Mirandola, Cavezzo e S. Possidonio dove, per mezzo di attrezzature mobili, tubi ed irrigatori collegati a idranti di presa, l'irrigazione risulta più razionale e a vantaggio di un corretto uso delle risorse idriche. Tipologia: impianto pluvirriguo Portata: 1,80 mc/sec Caratteristiche pompe: 8 centrifughe ad asse verticale Caratteristiche motori: 8 elettrici Potenza nominale: KW Prevalenza: 54 m Bacino irriguo: ettari nei comuni di Mirandola, Cavezzo e S. Possidonio Caratteristiche di funzionamento: prelievo dal canale Diversivo, distribuzione in 195 km di tubi interrati e idranti 14

15 CASSA DI ESPANSIONE MANZOLINO TIVOLI Situata a Manzolino, Castelfranco Emilia (Mo) Il progressivo aumento dell abitato di Castelfranco Emilia raggiunse livelli tali che alla fine degli anni 50 aveva causato, per la quantità di acqua riversata nel Canale di San Giovanni, problemi e danni all abitato di S. Matteo della Decima (nel comune di San Giovanni in P.) nonché frequenti allagamenti, con interruzioni della viabilità, della strada statale Ferrara-Modena. Nel 1960 viene quindi realizzata la Cassa di Espansione del Canale di S. Giovanni in Loc. Manzolino, nel Comune di Castelfranco Emilia, allo scopo di regolare le piene del canale di S. Giovanni e dello scolo Finaletto. La Cassa di espansione di Manzolino, delle dimensioni di quasi 40 ettari per una capacità di invaso di m³,costituisce oggi un importante riserva irrigua per gli agricoltori nel periodo estivo e un bacino per la diluizione degli scarichi urbani dei centri di S. Giovanni in Persiceto, S. Matteo della Decima e Cento. La presenza di un habitat idoneo all insediamento di numerose specie animali ha spinto l Amministrazione Provinciale di Modena ad istituire nella zona un oasi di protezione della fauna. Oggi le manovre degli organi di intercettazione e scarico vengono effettuate dalla centrale di telecomando di San Giovanni. 15

16 PRESA CANALE S. PIETRO Situata a Vignola (Modena) Descrizione La Presa del Canale di S. Pietro, ricostruita nel 1927, derivava acqua dalla sponda sinistra del fiume Panaro già dal Medioevo per consentire, attraverso il Canale di S. Pietro ed il Canale Diamante, in primo luogo la navigazione del Canale Naviglio, secondariamente per fornire energia idraulica a diversi opifici e per dilavare le fognature dei centri cittadini, infine per l'irrigazione dei terreni. L acqua del Panaro entra per gravità in un canale derivatore e, regolata da paratoie, viene distribuita attraverso il canale di S. Pietro; nel canale sbarramenti artificiali innalzano il livello dell acqua fino a riempire condotti secondari e fossi interpoderali per irrigare le coltivazioni. Attualmente, infatti, le funzioni principali rimangono quelle relative all'irrigazione a servizio dei comuni di Vignola, Spilamberto, Castelnuovo Rangone e Modena, per un totale di ettari, oltre che allo scolo di circa ettari e al servizio igienico ambientale per il dilavamento del sistema fognario della città di Modena. Tipologia: presa per l irrigazione Portata max: 2,7 mc/sec Bacino irriguo: ettari ricadenti nei comuni di Vignola, Spialmberto, Castelnuovo Rangone e Modena Caratteristiche di funzionamento: derivazione a gravità dal fiume Panaro al canale S. Pietro 16

17 BOTTE SOTTOPASSANTE FOSSA SPEZZANO Situata a Sassuolo (Modena) Descrizione La Botte sottopassante la Fossa di Spezzano, di origine medievale, assolveva al duplice scopo di consentire alle acque del Canale Maestro di sottopassare il torrente Fossa e, nel contempo, di riversare all'interno dello stesso torrente le acque eccedenti. Posta sul confine tra Sassuolo e Formigine, fu ristrutturata nel Il Canale Maestro, o Canale di Modena, che deriva acqua dal fiume Secchia alla Traversa di Castellarano, fu costruito per alimentare il Canale Naviglio e per l'irrigazione dei terreni di Formigine, Castelnuovo Rangone e Modena. Il manufatto, attualmente in gestione al Consorzio in base ad una convenzione col Comune di Modena, viene sfruttato massimamente per l'allontanamento delle acque eccedenti. Dotata di un sistema di paratoie e sfioratori, la struttura garantisce la sicurezza idraulica del territorio di Sassuolo scaricando nel torrente Fossa l'acqua in esubero in caso di precipitazioni intense; in posizione centrale alla Botte è collocata la chiavica di accesso al sifone che sottopassa il torrente Fossa, per una portata d'acqua media di 2 mc/sec. Tipologia: botte a sifone in muratura Portata: 4 mc/sec ca 17

18 BRIGLIE SUL RIO RONCO A MONTECRETO Situate a Montecreto (Modena) Descrizione Le briglie sul Rio Ronco presentano diverse tipologie d'intervento: costruzione di briglie a scatola, briglie a traversone e consolidamento della platea del ponte d'attraversamento della strada che da Strettara arriva a Montecreto. La briglia a scatola si compone di una briglia di monte di due muri laterali e d'una platea di fondo collegati alla sottostante controbriglia di valle. Presenta una struttura più forte e resistente che contrasta maggiormente eventuali spinte di frana. I muretti laterali sorreggono le sponde e pendici soprastanti; con la platea di fondo costituiscono una vasca che rallenta maggiormente la velocità dell'acqua, azzerando quasi completamente lo scalzamento di valle delle briglie dovuto al salto - stramazzo dell'acqua. I lavori sono stati eseguiti nel Nell'alto corso del Rio Ronco è stata inoltre sistemata una pendice in frana mediante fosse drenanti. 18

19 IMPIANTI E MANUFATTI CONSORZIO BONIFICA BURANA 19

20 CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE A seguito del processo di riordino dei Consorzi di bonifica dell Emilia-Romagna (Delib. Ass. Leg. N. 246 del 22 luglio 2009, ai sensi dell art. 1 comma 3 L.R. n. 5 del 24 aprile 2009) è stato nominato il Consiglio di amministrazione provvisorio in carica dal 1 ottobre 2009, composto da 11 membri, compreso il presidente. Nella seduta di insediamento del 1 ottobre 2009 sono stati eletti tra i componenti del Consiglio stesso due Vice-presidenti. Nella stessa riunione sono stati altresì eletti i componenti effettivi e supplenti del Collegio dei Revisori dei Conti. I componenti del Consiglio sono i seguenti: Presidente Mario Girolami Vice Presidente Marco Montanari Vice Presidente Stefano Lucchi Dante Balanzoni, Riccardo Bocchi, Daniele Branchini, Armando Capitani, Andrea Costa, Luisa Funi, Maurizio Grisendi, Stefano Lucchi, Franco Michelini, Antonio Modena, Marco Montanari, Luigi Quartieri, Francesco Vincenzi COLLEGIO DEI REVISORI DEI CONTI Il Collegio dei Revisori dei Conti attualmente è così composto: Sauro Marazzi Remo Basini Membri supplenti: Vito Rosati Giovanni Zanasi La Provincia di Modena, con atto n. 45 del 24/09/2009, ha nominato il Presidente del Collegio dei Revisori nella persona di Alfredo Mario De Laurentis. STRUTTURA ORGANIZZATIVA Direzione Generale - Dott. Claudio Negrini Segreteria Legale Affari Generali Avv. Luisa Gioiosa Area Amministrativa - D.ssa Emilia Bergamini Settore Catasto Settore Ragioneria Area Tecnica - Ing. Cinalberto Bertozzi - Segreteria Tecnica - Settore Coordinamento attività tecnologiche e di direzione - Settore Esercizio e Manutenzione Pianura - Sistemi idraulici complessi: - Reparto Mirandola: 5 guardianie idrauliche - Reparto Bondeno: 3 guardianie idrauliche - Settore Progettazione Pianura - Settore Ambiente, Montagna e Modena Sud - Reparto Modena Sud: 2 guardianie idrauliche Ambiente, Agricoltura, Comunicazione, Difesa del suolo, Ecomuseo D.ssa Carla Zampighi 20

21 Il consorzio in cifre Il Consorzio ha in gestione l assetto idrografico artificiale di un ampio territorio compreso tra il crinale appenninico tosco-emiliano e l Oltrepò mantovano e ricadente nel bacino idrografico del Panaro e del Burana-Po di Volano, delimitato ad est dal fiume Secchia e ad ovest dal torrente Samoggia. Il comprensorio del Burana ricade in 58 comuni delle province di Modena, Mantova, Ferrara, Bologna e Pistoia per una superficie totale di ettari. COMPRENSORIO SUPERFICIE TOTALE Ha Superficie montana Ha Superficie di pianura Ha OPERE Canalizzazione di Bonifica ESTENSIONE della RETE Km Canali promiscui (scolo e irrigazione) Km Canali di irrigazione Km 601 (di cui 350 di tubazioni) Canali di scolo Km 244 Impianti di Bonifica IMPIANTI IDROVORI N 52 Impianti di scolo N 7 Impianti irrigui N 44 Impianti di irrigazione e scolo N 1 Altri manufatti Sifoni N 10 Botti a sifone N 39 Chiaviche N 626 Paratoie N 1524 Casse d'espansione N 1 (35 he per m3) Opere di bonifica montana Sistemazione del reticolo idraulico minore (briglie, difese spondali) N

22 Contatti Modena Numero Verde: Corso Vittorio Emanuele II, Modena Centralino: 059/ Fax: 059/ Segreteria Generale: 059/ Segreteria Tecnica: 059/ Per comunicare con il Catasto chiamare il centralino al numero: 059/ Le altre sedi Bondeno (Fe) Via Vittorio Veneto, 48/ Bondeno (Fe) Centralino: 0532/ Fax: 0532/ Mirandola (Mo) Via Statale Sud, Mirandola (Mo) Centralino: 0535/20100 Fax: 0535/ S. Giovanni in Persiceto (BO) Via Circonvallazione Dante, S. Giovanni in Persiceto (BO) Tel: Fax:

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